La regina Elisabetta e il regno eterno

“Dichiaro davanti a tutti voi che tutta la mia vita, che sia lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio”. Queste furono le parole di impegno dell’allora principessa Elisabetta prima di diventare regina, e il primo monarca britannico a celebrare  il Giubileo di platino, che lo scorso giugno ha siglato settant’anni di servizio al popolo del Regno Unito.  Le persone possono imparare dal suo esempio a tenere fede alle proprie parole e a ricoprire un ruolo con costante devozione anche quando si è circondati dalle tempeste.

Per sette decenni questa signora minuta ma di forte statura ha governato la Gran Bretagna, contenendo i contrasti tra il desiderio di impero e il moderno multiculturalismo. Ha dato prova di resistenza quando dettagli intimi e imbarazzanti della sua famiglia si sono diffusi sui media di tutto il mondo.

A 96 anni, pur mostrando una certa fragilità fisica, fornisce stabilità al mondo turbolento delle società moderne.  Non conosco nessun altro leader come lei, una donna che riconosce e assume il potere del suo ruolo con impegno senza precedenti, agisce con uno spirito determinato e una forza di volontà impressionanti, sa esattamente come agire per dare al mondo il grado di stabilità di cui ha bisogno.

Riceve ospiti, partecipa a cerimonie, e va persino a caccia in Scozia, non per il suo piacere personale, ma come parte del protocollo reale.  Le faccio i miei complimenti.

Elisabetta II sembra essere l’ultima delle regine. Il tempo fa il suo corso e tutti i discendenti della corona mostrano un vuoto che non si adatta a un trono. Ai veri re o regine non è concesso di agire secondo la loro volontà privata, secondo i desideri e le sensazioni viscerali, ma di agire secondo ciò che è desiderato per il loro ruolo.

Un re è un unico leader che sta a capo e sotto di lui gli altri. Questo schema è radicato nel piano della creazione.  Simile al regno della natura superiore, il regno dei cieli, le dinastie di re sulla terra sono un fattore permanente, stabile e immutabile che scorre come un filo attraverso  le epoche e le generazioni. Un regno è come un ramo materiale che spunta da una radice spirituale. Proprio come la gerarchia prevale in natura, una monarchia reale può essere una forma adatta di governo nella società umana.  

Per diversi secoli nella storia dell’umanità c’è stato un legame così stretto e visibile tra il popolo e il re del mondo. È stata la dinastia della Casa di Davide a operare a Gerusalemme fino alla distruzione del Tempio, un episodio passeggero che si è concluso circa duemila anni fa. Il popolo d’Israele non è fondamentalmente fatto per esistere sotto una casa reale. Per natura, disprezziamo chiunque salti e voglia essere più grande degli altri. Il resto delle nazioni è disposto ad arrendersi a chi tra loro sa come guidarle. Per Israele, questo non è appropriato e non accadrà. Fin dall’inizio eravamo destinati a esistere nell’uguaglianza, a inchinarci solo al potere supremo della natura e non a un re in carne e ossa.

Avremo successo come nazione solo se ci uniremo con un unico cuore e di conseguenza riveleremo la forza nascosta della natura. Allora questa forza ci governerà veramente e ci purificherà dalla nostra natura egoistica. Dovremmo farlo non solo per il bene del nostro futuro, ma per dimostrare al mondo il tipo di connessione di cuore che deve essere raggiunta affinché tutti noi, allo stesso modo, ci aggrappiamo a Lui, l’eterno Re del mondo.

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