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Nuova percezione – Coscienza collettiva

La percezione collettiva porta una persona su un piano differente, si dice che devi sganciarti da te stesso ed entrare nel gruppo, prendere tutto ciò che esiste nel gruppo come tuo proprio, provare a pensare, agire e risolvere questioni basate sull’opinione di qualcun altro, sul desiderio e sugli scopi di qualcun altro.

Abituati a questa immagine e dopo un po’ osserva se puoi ritornare a te stesso e in che misura sarà un “te stesso” differente.

Quindi, nella Kabbalah, la così chiamata “decina” è praticata, quando dieci persone si uniscono tra loro e organizzano una base comune per un desiderio, per uno scopo, per un pensiero, al fine di trasformarsi in un tutt’uno. Per fare questo ognuno deve annullarsi di fronte a tutti gli altri e poi, come risultato di questo lavoro congiunto—non è facile, richiede tempo—essi si trasformano in un tutt’uno, com’era.

E’ molto interessante osservare come iniziano a pensare, festeggiare e risolvere i problemi. Ognuno ha una capacità completamente differente di vedere il mondo nello stesso momento. Questa è una percezione della realtà integrale. Questo è ciò che pratica la Kabbalah.

Ci consiglia ad interagire in modo tale da capire gradualmente ciò che realmente esiste nella nostra coscienza, come funziona, come possiamo guardare a questo in maniera un po’ differente e non da se stesso.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Together about important Things” 2/9/18

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Inquinando il campo in cui viviamo

Oggi, 13 ottobre, è la giornata internazionale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri. Quest’anno ci sono già stati più disastri di quanti se ne possano contare. Inoltre, hanno colpito il mondo intero, non solo i paesi del terzo mondo o altre aree soggette a disastri, ma ogni continente e praticamente ogni paese. Incendi, inondazioni, tempeste, terremoti, eruzioni vulcaniche, e un virus capriccioso, abbiamo avuto tutto, e l’anno è tutt’altro che finito. Domani, l’ONU discuterà su cosa possiamo fare per prevenire questi disastri, ma non parlerà di ciò che li causa: noi, l’umanità, che inquiniamo tutta la realtà con i nostri pensieri e intenzioni disgustosi.

Per qualche ragione, sfugge alla nostra consapevolezza che i molteplici disastri che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere hanno un’origine comune. Sappiamo già che tutto nella realtà è connesso e tutto influisce su tutto il resto. Sappiamo anche che un’unica cattiva deliberata volontà esiste negli esseri umani. Perché, allora, è così difficile per noi vedere che questo unico elemento intrinsecamente negativo è l’origine di tutto ciò che è negativo nel nostro mondo?

Esistiamo in un campo di forza cosmica, che ha creato il mondo materiale collegando elementi in composizioni sempre più complesse. Eppure, di tutte le sue creazioni, solo una ha coscienza, uno scopo nelle sue azioni che va oltre la soddisfazione dei bisogni immediati ed essenziali per la sopravvivenza: l’uomo.

Attraverso le nostre intenzioni di ricchezza, gloria e potere, abbiamo sviluppato tecnologia, strutture sociali, arte, religione o, in una parola, civiltà. Tuttavia, abbiamo creato una civiltà così egocentrica che sta cominciando da implodere. Se non cominciamo a sincronizzare le nostre intenzioni con il campo che ci ha creato e ci sostiene, non sopravviveremo. Proprio come il campo connette tutto, così noi dobbiamo connetterci. A meno che non cambiamo la nostra natura da egoistica a premurosa e inclusiva, saremo espulsi da questa realtà, come è successo a ogni elemento che non ha coinciso con le leggi della creazione.

Può sembrare che dobbiamo passare attraverso un processo doloroso di rinuncia ai piaceri per coincidere con la natura, ma questa è un’illusione. Non rinunceremo a nulla; guadagneremo conoscenza, potere, comprensione, sicurezza e sostegno emotivo da parte di tutti. Vivremo in una società in cui le persone si prendono cura l’una dell’altra.

È un mondo veramente diverso da quello che conosciamo oggi. Se sembra che il nuovo mondo sia inquietante è solo la rappresentazione del nostro ego che rifiuta di rinunciare alla sua sovranità sulle nostre menti. Ma per il nostro bene, dovremo lasciarlo andare.

Se ci sosteniamo reciprocamente in questo processo, saremo in grado di trasformare la nostra attitudine. Come risultato, tutta la nostra realtà cambierà e salveremo noi stessi e il nostro pianeta. Se stiamo cercando un modo per ridurre, e persino prevenire i disastri, questo è l’unico modo che c’è.

Didascalia della foto:
Una vista aerea di una fattoria a nord di Council Bluffs, Iowa, sommersa dalle acque del fiume Missouri 24 giugno 2011. REUTERS/Lane Hickenbottom

Oltre la conoscenza limitata

La nostra conoscenza è molto limitata. In effetti, i suoi confini dovrebbero essere molto più grandi di quanto possiamo immaginare.

Ma siamo in uno stato egoistico e cerchiamo di ricevere tutto in noi stessi, e quindi siamo molto limitati e sentiamo solo il nostro piccolo mondo. L’universo ci sembra infinito e nella sua materia inanimata.

L’inanimato, vegetativo, animato e umano sono parti dell’universo che esistono solo sul nostro piccolo pianeta. Tutti i livelli sono disposti come una piramide: un immenso universo inanimato, poi la natura vegetale sulla terra, una parte più piccola è quella animata, e una ancora più piccola è l’uomo.

Immagina quanto sia limitato tutto questo e che sia solo una vaga percezione dell’universo generale. Inoltre, percepiamo questa piccola parte nelle nostre proprietà egoistiche, cioè, opposte alla grande legge dell’amore e della dazione che esiste nel mondo.

Si scopre che il mondo percepito si sente negativo, imperfetto, temporaneo, che porta sempre alla morte e richiede enormi sforzi da parte nostra per ottenere almeno qualcosa, per essere appagato da qualcosa, per esistere in qualche modo.

Ma in realtà, questo mondo, tutta la natura, l’intero universo esiste secondo un’altra legge: la legge dell’amore e della dazione. Li, al contrario, c’è energia assoluta, informazione, scambio di forze e proprietà dove agisci e allo stesso tempo non è richiesta alcuna energia, nessuno sforzo.

Non agisci contro questa forza, contro l’attrito interno, contro le tue proprietà, non devi superare nulla. Al contrario, entri in uno stato di dazione e di amore quando tutto scorre in te da solo.

Non possiamo nemmeno immaginare una tale proprietà, un tale stato. Questa è l’unica legge comune che esiste nell’universo.

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Dalla trasmissione KabTV “Close-Up”

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Dove sta andando l’Europa

Sento sempre più parlare del peggioramento della situazione economica europea. Amici e studenti da tutti i continenti mi dicono che la vita nel loro paese si sta deteriorando, sta diventando sempre più difficile arrivare a fine mese e stanno perdendo le speranze. Lo sto avvertendo da un po’ di anni ormai. Tuttavia, la soluzione ora è quella che è sempre stata: la rieducazione dall’ atteggiamento egocentrico approvato dall’Europa ad un atteggiamento inclusivo e premuroso. Questa è l’unica via di uscita per questo continente.

Attualmente, non vi è alcuna ragione per cui le cose migliorino. I rapporti che ricevo sull’incremento dei prezzi delle abitazioni e della merce nella Repubblica Ceca, la migrazione dall’Ungheria in cerca di lavoro, la crescente disuguaglianza tra l’entroterra della Spagna e le sue aree costiere ed innumerevoli altri problemi sono solo una minima parte. Inoltre, la lotta tra i paesi di secondo e terzo livello in Europa contro i paesi ricchi europei non aiuta né gli oppressori né gli oppressi.

I paesi europei sono a rischio di guerra, e gli immigrati che si riversano nel continente stanno solo esacerbando la situazione.  Ora che l’economia europea si sta spegnendo, cosa faranno?  Aggiungendo la “ciliegina sulla torta”, ovvero il “coronavirus”, si ha  una situazione molto precaria e instabile tra le mani. Non sono ottimista, ma finché c’è speranza dobbiamo provare a spiegare l’unica via di uscita da questa spirale in discesa.

L’Europa può essere salvata solo se le persone e le nazioni smettono di badare solo al loro proprio profitto. In un’economia dove tutto è interdipendente, il concetto del “profitto personale” semplicemente non esiste. “Interdipendente” e “personale” sono, in un certo senso, ossimori.

Nessuno può dire all’Europa cosa fare; devono prendere la vita tra le loro mani. Comunque, devono tenere conto della vita di tutti. L’Europa ha bisogno di insegnare a se stessa cosa significa essere premuroso, vedere che tutti, proprio tutti, abbiano ciò di cui necessitano. Se deve essere un mercato comune, come dice di essere, allora bisogna mirare al bene comune. Altrimenti qual è lo scopo principale del mercato comune?

Al fine di creare un (vero) mercato comune ci devono essere interessi comuni. Questo significa che, innanzi tutto, l’Europa deve fermare l’afflusso di gente dal resto del mondo, principalmente dall’Asia e dall’Africa. Gli interessi di queste nazioni sono molto diversi da quelli europei e la loro cultura non ha nulla in comune con quella europea. Al momento, l’Europa non è in grado di sostenere gli stranieri che la stanno invadendo e cambiando la composizione culturale e religiosa, in aggiunta ai problemi economici e strutturali che già ha.

Poi, una volta fermato l’afflusso migratorio, ci si deve assicurare che tutti in Europa abbiano condizioni di vita dignitose. Se una parte del mercato europeo è trascurato, l’intera organizzazione crollerà come un castello di carte.

Terzo, prendersi cura delle necessità di tutti deve essere un dato di fatto, proprio come non si abbandonerebbe un membro della famiglia.

Comunque, questo modo di agire richiede all’Europa di superare secoli di guerre, cospirazioni e cattivo sangue tra i paesi. Non dobbiamo scordarci che le due guerre mondiali sono cominciate in Europa, e per buone ragioni. Questo è l’insegnamento a cui mi riferivo all’inizio dell’articolo: l’educazione attraverso la responsabilità reciproca, fiducia e buona fede.

Un cambiamento duraturo può essere il solo risultato di un accurato processo di educazione. Se tutti i paesi concordassero con questo, l’Europa potrebbe uscire trionfante dalle sfide che sta affrontando. Se, d’altra parte, si consente ai paesi di rinunciare alla responsabilità comune, o si consente agli stranieri di continuare ad entrare, si è condannati. Non manca molto a che il destino dell’Europa sia deciso, in un modo o nell’altro.

La Pressione della natura

Commento: Guardate cosa succede nel mondo ora.  Se ci dovessimo innalzare al di sopra del pianeta e guardare cosa succede, vedremmo che la situazione è orribile: alluvioni, incendi, disastri!

La gente non vuole credere che sono proprio le azioni delle persone che stanno iniziando a distruggerci.  Alcuni pensano che sia una sorta di punizione. Il presidente della Turchia crede che gli incendi in Turchia siano incendi dolosi, ecc

Ma tutte le conseguenze terribili degli elementi, per esempio le alluvioni, sono il risultato del fatto che una persona si stabilisce in un luogo, in cui, in principio, non dovrebbe vivere.  Anche se si stabilisce lì, le condizioni di protezione non si creano per questioni economiche. “E se va tutto bene lo stesso?”

Ovvero, la gente stessa è spesso la causa di questi disastri!

La mia risposta: Logicamente potresti avere parzialmente ragione.  Ma  direi che la natura ci punisce poichè non vogliamo essere integrati organicamente nel suo contesto generale.  E’ per questo che avviene.

Tutti i problemi che provochiamo attualmente, dal coronavirus alle altre piaghe Egiziane, avvengono poiché la natura ha una mente nascosta da noi e non è più in grado di sopportare atteggiamenti tali nei suoi confronti.

C’era da aspettarselo.  Ma credo che alla fine ce ne renderemo conto e capiremo.  Le persone che sono più vicine alla natura sentono che la natura è intelligente ed è per questo che ci tratta in questo modo.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Algorithms Instead of People” 8/4/21

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Un nuovo approccio manageriale

Domanda: Attualmente ci sono centinaia di approcci manageriali.  Questi possono essere raggruppati in tre sottogruppi: il management scientifico amministrativo, il management delle relazioni umane, e il management come arte, politica e tecnologia.

Vediamo che la società moderna non ha un gran successo in tanti processi legati alla produzione e alle questioni sociali.

Come pensi che sia possibile, nella situazione attuale, sviluppare la direzione che abbiamo progettato come management spirituale, basato sui principi della Kabbalah? Possiamo chiamarlo anche “management eco-adaptive”, che influisce profondamente sulla natura e sulle interazioni con l’universo circostante.

Risposta: sono d’accordo che è necessario sviluppare un nuovo approccio di management.  Questo è un approccio organizzativo presente in tutta l’organizzazione del gruppo manageriale che unisce specialisti completamente diversi tra loro, persone diverse.  Ma la cosa più importante è che sorga una reazione integrale tra di loro.

Essi devono diventare simili alla natura integrale  dentro al quale ora stiamo gradualmente scoprendo di essere, e quindi, stiamo entrando in crisi con essa, ovvero ci troviamo in una contraddizione.  L’intera natura è totalmente integrale, come un piccolo villaggio.  Si tratta di un sistema pienamente interattivo, come, per esempio, il nostro corpo in cui ogni cellula collabora per mantenere il corpo in uno stato ottimale.

Dobbiamo creare un collettivo tale di persone che, in connessione tra di loro, siano simili a questa natura integrale.  Allora saremo in grado di risolvere qualsiasi questione in una forma totalmente nuova, innanzitutto, manageriale, ma in principio, non solo.  Dopotutto, apparirà tra di loro un’interazione tale che essi rappresenteranno un unico organismo e ognuno di loro, insieme, sentirà improvvisamente di essere in un sistema integrale.

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Dalla trasmissione di  KabTV “The Science of Management”

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La transizione dall’individualismo alla comunità

Domanda: Alcuni esperti credono che sia consigliabile cambiare costantemente i concetti manageriali per includere gli ultimi avanzamenti della scienza.  Un approccio tale, di trasformazione costante del sistema , è possibile da un punto di vista Kabbalistico?

Risposta: E’ necessario. Ma innanzitutto, dobbiamo innalzarci dal livello di approccio individualistico  del mondo, della vita, e della risoluzione dei problemi, individuale, a un livello di approccio integrale.

Ora inizierà una fase di transizione, dall’individualismo alla communità.  Per far sì che questo avvenga, si dovrebbe creare un team in cui, diciamo, dieci persone, si sentono come un’unica entità comune.

Una visione completamente diversa della natura, del lavoro, della vita, di tutto, comparirà in loro.  Cambierà l’algoritmo della percezione dentro di loro e inizieranno a sentire la natura diversamente da come la sentiamo noi, al di sopra di ogni differenza individuale.  Compare un nuovo livello di pensiero integrale, con una sensazione completamente nuova, e un nuovo modo di risolvere i problemi.

Quando ci innalziamo a questo livello, iniziamo a sentire che tutta la natura, compreso noi stessi, è un unico intero, ci relazioniamo alla natura nella maniera corretta.  E poi iniziamo a prendere decisioni manageriali  completamente nuove, nuove istruzioni, con un obiettivo totalmente diverso.  L’obiettivo è soltanto ulteriore integrazione.

In questo nuovo livello fondamentale, uniamo ancora di più tutti gli elementi della natura nella nostra consapevolezza, in modo che diventi sempre più integrale, e comprende, in maniera più ampia possibile, l’intera natura, e il più vicino possibile, l’intera umanità.  Quindi l’egoismo, sempre crescente, non ci divide in alcuna delle sue manifestazioni, ma, al contrario, ci obbliga a unirci al di sopra di esso.

Nella nuova percezione della realtà, ci sono 125 livelli di interazioni, sempre più integrali.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “The Science of Management”

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Se gli animali si comportassero come le persone

Gli esseri umani stanno in cima alla piramide sulla Terra. Tuttavia, stiamo rapidamente andando alla deriva verso la totale impotenza di fronte agli  eventi climatici estremi, un virus irrefrenabile, destrezza politica sbiadita e crescenti divisioni sociali. Non solo la civiltà, ma il mondo intero sembra andare a pezzi.

Se cerchiamo il colpevole, non ne troveremo nessuno, tranne noi. Noi siamo i malfattori. Non siamo solo i peggiori; siamo l’unico elemento negativo del pianeta. Se non fosse per noi, tutto sarebbe florido e pacifico.

Immaginate cosa accadrebbe se gli animali si comportassero come le persone. I carnivori ucciderebbero le loro prede per divertimento e per vantarsi fino a quando non ne rimarrebbe più nessuna per nutrirsi. In alternativa, gli erbivori mangerebbero tutta l’erba fino a morire di fame o a farsi esplodere lo stomaco.

Se gli animali si comportassero come le persone, le specie negherebbero ad altre specie l’accesso ai territori di pascolo o di caccia semplicemente per mantenere il potere e il controllo. Gli animali combatterebbero tra loro non per nutrirsi, ma per umiliare altre specie o semplicemente per sport.

Una volta  al potere, le specie dominanti combatterebbero tra loro non solo per l’autorità, ma si ucciderebbero a vicenda per impedire alla prole dei loro rivali di rappresentare minacce future. Nella guerra per la supremazia, ucciderebbero anche i loro piccoli per commemorare se stessi come i più grandi di tutti i tempi.

Queste atrocità, inventate sul regno animale, sono la realtà della nostra vita quotidiana. Questo è il motivo per cui non abbiamo nessuno da incolpare per il crollo del nostro mondo tranne noi stessi.

Se vogliamo salvare noi stessi e il nostro pianeta, dobbiamo scavare molto più a fondo che cambiare le nostre fonti di energia e limitare l’uso della plastica. Abbiamo bisogno di indagare nella nostra stessa natura e riformare il malfattore che si trova dentro ognuno di noi. Questa è la nostra unica possibilità di sopravvivenza.

Le modifiche che dobbiamo eseguire non sono cambiamenti comportamentali, sono correzioni sul nostro ego, su noi stessi. Nella sua attuale, insaziabile mentalità, la nostra natura è pronta a divorare qualsiasi cosa finché non rimane più nulla. La desolazione che lascerà alle spalle distruggerà noi e la nostra discendenza. 

Crediamo di essere gli esseri più intelligenti, ma gli animali sanno che l’ambiente li sostiene mentre noi lo sfruttiamo come se ci fosse un’abbondanza senza fine. Stiamo tagliando il ramo su cui siamo seduti, ma definiamo il nostro comportamento come “progresso”.

Anche quando possiamo vedere la nostra follia, ci manca la determinazione di cambiare rotta. Poiché siamo così impotenti, la nostra unica opzione è trarre forza e incoraggiamento gli uni dagli altri.

Se lanciamo uno sforzo collettivo per cambiare i nostri valori da sfruttatori a premurosi e da abusivi a amorevoli, trasformeremo il nostro ambiente sociale, che correggerà la nostra mentalità. Questo, e solo questo, ci farà modificare il nostro comportamento gli uni verso gli altri e verso gli animali, le piante, il suolo e l’aria. Per questo rinnovare le nostre relazioni, il nostro approccio reciproco, è l’unico modo per salvare il nostro pianeta e noi stessi, e dare ai nostri figli una speranza per il futuro.

Perché abbiamo bisogno di persone

Domanda: Cosa accadrà quando la tecnologia renderà superfluo un gran numero di persone? Non saranno necessarie, non perché siano cattive o fallimentari in qualche modo, ma perché le tecnologie avanzate sono impostate come tutte le aziende per ridurre i costi.

I costi principali oggi sono le persone perché un imprenditore deve pagare gli stipendi, prendersi cura di loro, fornire un’ assicurazione medica, e così via.

Pertanto, l’economia attuale è volta a garantire che il lavoro sia svolto dalle macchine e non dalle persone.

Risposta: Posso solo dire una cosa: il progresso, stranamente, ha davvero portato al fatto che nessuno ha bisogno delle persone. Nessuno! Né il potente gruppo che sta al vertice né i managers che vivono solo per se stessi e gli altri lavorano per loro.

La domanda sorge spontanea: “Perché abbiamo bisogno di persone?”

Il fatto è che le persone non sono assolutamente necessarie per sostenere l’economia, nutrire se stessi, o addirittura nutrire gli altri. Sono necessari per svolgere un compito completamente diverso: rivelare la natura, svelare la sua seconda parte.

A parte la proprietà egoistica di ricezione con la quale siamo nati e viviamo e si sviluppa in noi, dobbiamo rivelare il rovescio della natura, quella altruistica. Quindi entrambe le qualità si completeranno a vicenda. Non distruggendo, come le armi nucleari, per esempio, ma completando. Allora vedremo una natura completamente diversa, un mondo diverso, e scopriremo e comprenderemo qual è lo scopo della nostra esistenza.

Vedremo che tutte le persone sono necessarie. La natura è perfetta e assolutamente completa. Non c’è nulla di superfluo in esso. Dobbiamo arrivare ad uno stato in cui il nostro completarci a vicenda ci porterà a una tale comprensione della natura che il mondo sembrerà eterno, perfetto, infinito, grande, e accomodante assolutamente tutti com’è la sua parte superiore, magnifica, meravigliosa, e non il modo in cui ora sembriamo esistere solo nell’unica proprietà egoistica della natura.

Dobbiamo assolutamente svelare la sua seconda parte, e poi vedremo quanto tutto è perfetto.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Algorithms instead of people” 8/4/21

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L’ambiente è più forte dell’abitudine

Domanda: c’è qualche legame tra l’abitudine e l’influenza dell’ambiente sulla persona?

Risposta: L’ambiente ha un impatto enorme sulla persona.

Domanda: quale funziona meglio, l’ambiente o l’abitudine?

Risposta: L’ambiente è più forte. Può cambiare le nostre abitudini dato che ci sono così tante qualità in una persona con le quali puoi giocare: l’odio, l’amore, l’onore, e soprattutto la vergogna.  Quindi l’influenza esterna dell’ambiente è un mezzo che cambia la persona.

Sotto l’influenza dell’ambiente una persona può fare tutto velocemente e correttamente.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States” 6/25/21

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