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“E solo Mosè si avvicinerà al Signore”

Dalla Torah, (Esodo 24:01 – 24:02): “A Mosè poi disse: ‘Salite al Signore, tu ed Aronne, Nadàv ed Avihù, e settanta degli anziani d’Israel, e vi prostrerete da lungi. Mosè solo si appresserà al Signore, ed essi non si appressino, ed il popolo non salga con lui’”.

Queste sono fasi di sviluppo. Ci sono diversi livelli di desideri all’interno di una persona. Le persone sono il desiderio egoistico corretto per la dazione, ma corretto ad una piccola altezza.

Poi vengono i Leviti, i Cohen, i figli di Aronne (Nadav e Avhiu), Aaronne e infine Mosè. Tutta questa intera gerarchia rappresenta una persona sola. Cioè, le persone e tutti i giusti sono tutti in una sola persona. E Mosè è in cima alla piramide, quindi solo lui può avvicinarsi al Creatore, e tutti gli altri no.

Dalla Torah, (Esodo 24:03 – 24:04): “Mosè andò e narrò al popolo tutte le parole del Signore, e tutte le leggi; e tutto il popolo rispose ad una voce, e dissero: ‘Tutto ciò ch’il Signore parlò, eseguiremo.’ Mosè scrisse tutte le parole del Signore; indi, alzatosi alla dimane, fabbricò un altare sotto il monte, e (eresse) dodici lapidi, giusto (il numero del) le dodici tribù d’Israel.”

Le persone sono tutti i desideri egoistici dell’uomo. Loro sono sotto Mosè. Lui li tira su come un pescatore che lancia una rete nel mare e ora sta gradualmente tirando fuori il pesce dall’acqua.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 1/07/2013

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Una vera richiesta al Creatore

Ci sembra che una richiesta al Creatore sia un mezzo per correggere il Kli, il vaso dell’anima, mentre come risultato del nostro lavoro, iniziamo a sentire che la richiesta al Creatore è il Kli stesso e non un mezzo per correggerlo.

E se il mio appello al Creatore, il desiderio che io suscito verso di Lui, è vero, costante e crescente nella sua incessante aspirazione a Lui, allora sentirò questa richiesta come una correzione completa.

Quali sono le correzioni? Gli innalzamenti del desiderio, non la risposta alla preghiera per realizzarli. Alzare il desiderio del Creatore è già la fine del lavoro. Quindi, esprimo il mio atteggiamento verso di Lui. Ricevo qualcosa da Lui? Può darsi che io non ottenga nulla. E cosa dovrei ricevere se mi rivolgo a Lui? Solo il mio appello al Creatore è già in se stesso, tutto. Non ho bisogno di nient’altro.

Se non resto nel Kli, che riceve per se stesso, allora voglio avere solo una richiesta al Creatore. E se in risposta non sento, non capisco, non percepisco e non vedo nulla, prego; è ancora meglio! Ed è così che, nel mio sforzo, nel potere della dazione, sento quanto sono simile al Creatore.

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Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 12/5/17, “Lavorare con i disturbi”

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Coprire tutto con l’amore

Domanda: Un kabbalista può controllare l’odio che proviene dalla separazione, sia il proprio che quello altrui?

Risposta: No. L’odio non può essere controllato. Può essere solo coperto con l’amore. È scritto: “L’amore coprirà tutti i crimini”.

Domanda: Ed io posso farlo per qualcun’altro?

Risposta: No. L’unica cosa che puoi fare è includere tutti gli altri in te e, in questo modo, potrai trasformare tutte le loro qualità negative in positive. Non ci sono qualità negative. Semplicemente non sono bilanciate da quelle positive.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 6/08/2017

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L’essenza del lavoro spirituale

Tutti gli stati che sperimentiamo nel lavoro spirituale rappresentano le forme della nostra connessione con il Creatore; ogni volta sono differenti. Anche se ci sembra che siamo al lavoro, o con la famiglia, a casa o per la strada, andando a spasso o in volo verso qualche destinazione lontana, tutto fa parte del gioco della nostra immaginazione.

In realtà sono rappresentazioni della nostra connessione con il Creatore che prendono differenti forme di circostanze esterne. Non c’è niente altro che questo!

Pertanto, tutto il mio lavoro è determinare il vero stato: per comprendere che sono in connessione con il Creatore e che per prima cosa devo scoprirLo, perché è Lui che crea questo stato per me ed alla fine devo raggiungere lo stato di ‘Non esiste nulla tranne Lui’.

Devo comprendere che Lui ha davvero forgiato questo stato per me, lo ha organizzato e me lo ha dato affinché, in base ai fatti attualmente disponibili, nella misura della rottura che mi si rivela, stabilisco che tutto viene da Lui, cominciando con la preparazione e terminando nello stato in cui mi connetto al Creatore, nella misura possibile al momento.

Questo è il nostro lavoro.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 22/11/2017, lezione sul tema: “L’indurimento del cuore nell’entrata all’Ibur (concepimento)”

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Libertà senza limiti

Domanda: Una persona che rivela il Creatore ottiene la libertà o deve ancora attraversare varie fasi per ottenerla?

Risposta: Se acquisisci anche solo l’uno percento delle qualità del Creatore, diventi completamente libero dall’egoismo che si rivela in te. E poi appare un altro livello di egoismo; il “serpente” interno alza di nuovo la testa e dice: “Sono ancora qui!” E tu devi rialzarti al di sopra di esso di nuovo.

Domanda: Ma fare uno sforzo per salire al di sopra dell’ego richiede tempo: giorni o addirittura mesi. Significa che durante questo periodo non sono libero e provo la libertà solo dopo essermi innalzato?

Risposta: Tu vuoi misurare gli stati spirituali avvicinandoli con strumenti materiali.

Il fatto è che ottieni la libertà solo per un momento e solo per diventare consapevole che ci sono ancor più livelli senza libertà dentro di te, al di sopra dei quali devi innalzarti finché non raggiungerai il grado della correzione completa.

Domanda: Salendo al di sopra del mio egoismo, divento libero da esso e non dal Creatore?

Risposta: Il Creatore è la qualità dell’amore e della dazione. Come può questa qualità non essere considerata libertà? Se vuoi solo donare, emanare amore, non hai limiti su questo.

Nota: Ma non sono ancora libero poiché sono dipendente da coloro a cui voglio donare, indipendentemente dal fatto che ricevano o meno, e così via.

Il mio commento: No, questo è un diverso modo di pensare. Ed è per questo che è impossibile spiegarlo dall’interno del nostro ordinario pensiero quotidiano.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 2/07/2017

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Come raggiungiamo l’uguaglianza?

Commento: Nel nostro mondo, l’uguaglianza è qualcosa che le persone hanno costantemente combattuto nel corso della storia.

Risposta: Non c’è uguaglianza e non ci potrà mai essere. L’uguaglianza può esistere solo nei confronti del Creatore perché siamo tutti uguali a Lui, come i bambini lo sono per i genitori. Il Creatore è la nostra radice comune. E, di conseguenza, da Lui siamo stati creati assolutamente uguali.

Ma l’uno rispetto all’altro, siamo tutti diversi. Non possiamo nemmeno misurare il tipo di differenze che esiste fra noi. Non esiste un metro di misurazione comune per confrontarci. Solo quando ci avviciniamo all’adesione con il Creatore e ci uniamo in Lui, diventiamo uguali davanti a Lui.

Domanda: Si può dire che siamo uguali nel nostro desiderio di adesione con Lui?

Risposta: Anche in questo non siamo abbastanza uguali, ma ci stiamo gradualmente arrivando.

Solo aderendo a Lui e diventando i Suoi “schiavi” acquisiamo l’uguaglianza perché nella schiavitù tutti sono uguali.

Quando obbedisci al sistema superiore, partecipando nel modo giusto, allora questo stato, in linea di principio, si chiama schiavitù. Ma questa schiavitù è piena di un tremendo senso di ispirazione e gioia.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 9/07/2017

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Esiste l’amore senza una ragione?

Domanda: La parola “amore” può essere sostituita con “equilibrio tra forze opposte” o “armonia tra ricezione e dazione”?

Risposta: Esistono due tipi di amore: l’amore per se stessi e l’amore per il prossimo, o amore interiore ed amore esteriore.

Se l’amore è diretto verso se stessi, allora questo è l’egoismo stesso. Mi piace mangiare bene, bere del buon vino, soddisfarmi con del piacere sessuale, viaggiare, giocare con mio figlio e così via. Tutte queste non sono altro che manifestazioni dell’egoismo. Amo il mio bambino perché è mio; poiché amo me stesso, io amo anche lui.

Perché questo dovrebbe essere chiamato un certo tipo di amore? Sono semplicemente manifestazioni dell’egoismo. Naturalmente, per la persona è molto bello e piacevole, beh, ci sono anche molte cosiddette dimostrazioni di sacrificio personale. Ma, l’individuo, ovviamente, paga per questo.

Domanda: Si può dire allora, da un punto di vista kabbalistico, che proprio come c’è odio senza una ragione, c’è amore senza una ragione?

Risposta: L’amore non può esistere senza una ragione. È semplicemente necessario identificare dove si trova la motivazione. Anche se lo chiamassi amore senza una ragione, significherebbe semplicemente che non abbiamo fatto lo sforzo o non siamo in grado di identificare la sua motivazione, oppure la causa si trova al di sopra del nostro egoismo ed è per questo che lo chiamiamo così.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 6/08/2017

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La radice spirituale dei pettegolezzi

Domanda: Il pettegolezzo ha una radice spirituale?

Risposta: Sicuro, tale radice è chiamata Lashon HaRa, la lingua del male.

Uccide tutto fra gli amici. Se parlo alle spalle del mio amico, tradisco il Creatore. Lo inganno. Non può esserci altro. Alla fine il Creatore pone davanti a me la decina con tutti i suoi problemi. Alle spalle del mio amico, posso solo parlare di come aiutarlo e nient’altro.

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Dal Congresso di Vilnius “Dal caos all’armonia”, Giorno uno, 3/11/2017, Lezione 1

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L’amore non è altro che armonia, l’equilibrio reciproco del più e del meno

Se parliamo di amore tra amici in un gruppo, allora ci sembra che sia qualcosa di artificiale, inutile, sgradevole e irraggiungibile. Ma in realtà, è solo l’attuazione della legge fondamentale della natura. La parola “amore” si è soltanto un po’ deteriorata ai giorni nostri.

Infatti, se nessuno annulla niente, ma vuole integrare, raggiungendo nel gruppo un completamento tra proprietà opposte che provengono da un’unica radice esistente in natura, comprendiamo che questo è ciò che viene chiamato armonia, amore, unione reciproca e non può esistere nessun altro stato.

Pertanto, una singola persona non può fare nulla. Da sola, una persona non può raggiungere il mondo superiore o raggiungere il sistema operativo del mondo poiché non ha lo stato interiore corrispondente, non partecipa a questo sistema. Deve creare dentro di sé un tale rivelatore, che è l’organo di percezione del mondo superiore. Per questo, è necessario unirsi in decine.

La nostra connessione è basata sul fatto che tu hai un segno meno, io ho un più, un’altra persona ha un più, ancora un’altra ha un meno e così via, in connessione incrociata tra noi formiamo una rete chiamata Kli, cioè un vaso per rivelare il Creatore. Cosa significa: il Creatore? La media matematica che otteniamo dalla combinazione degli opposti.

Pertanto, dobbiamo arrivare alla giusta unione tra noi: non distruggere nulla, non sopprimere nulla, ma imparare ad usare ogni singola proprietà di ciascun membro del gruppo, dalla peggiore alla migliore. Tutti hanno lo stesso diritto di esistere.

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Dal Congresso di Vilnius “Dal caos all’armonia”, Giorno uno, 3/11/2017, Lezione 1

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Malchut sta aspettando

Dalla Torah, (Numeri 12:01): “Mirjam ed Aronne dissero male di Mosè, a motivo della moglie etiope che aveva presa, poiché presa aveva una moglie etiope.”

La moglie di Mosè, Zipporah, è una etiope, il che significa che ha la pelle scura. Significa che la Malchut di Mosè è molto più oscura, più dura e più pesante dei desideri di Mirjam e Aronne. Pertanto, quando lavora con lei, raggiunge un livello più alto.

Allo stesso modo, ora dobbiamo attaccarci a tutta l’umanità. Riesci a immaginare la Malchut che aspetta di essere collegata?! Allo stesso tempo, quando questo accadrà, tutti riceveranno una simile elevazione!

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 25/03/2015

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