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La Luce speciale della festività di Sukkot

img_8526_wb1Sukkot è una festività molto simbolica per il nostro lavoro spirituale. Arriva dopo il riconoscimento del male che avviene in Yom Kippur, quando l’uomo capisce in che misura il suo desiderio di godere, il suo egoismo, tutta la sua natura, è il male e che non ha nessuna possibilità di sfuggire ad esso. Però, quanto detto è il risultato di un enorme lavoro interiore.

Nel Rosh HaShana (l’Anno Nuovo), l’uomo prende la decisione di cominciare una nuova vita, e a prescindere da tutto, di elevarsi ad di sopra della sua natura ed ascendere al successivo livello. In Yom Kippur, tuttavia, rivela che non ha la capacità di riuscire in questo, posto che i suoi Kelim (desideri) non sono adatti. In questo momento capisce che lo spirituale ed il materiale sono inseparabili e che ogni Livello Superiore si costruisce sulla base di quello precedente. Non esiste nessun mondo spirituale già pronto ad attenderlo, la sola cosa da fare è di “entrarvi” da questo mondo. Anzi, deve prendere tutto ciò che ha nello stato attuale, riorganizzarlo in un’altra maniera ed in questo modo costruire il nuovo livello.

Nel livello attuale, abbiamo cose molto importanti, tutte queste sono quelle materiali, e le spirituali, ci sembrano insignificanti, poiché, per adesso, non possiamo dilettarci con esse. La dazione, il prendersi cura del prossimo, l’amore per il Creatore, sono cose che ci sembrano non necessarie, come se fossero superflue.

Acconsentiamo a realizzare il lavoro spirituale, soltanto perché acquisiamo conoscenza e comprensione o per ricevere una ricompensa per il lavoro. Però non capiamo che, proprio grazie a queste cose “senza importanza”, “quelle superflue”, ci eleviamo al di sopra di noi e le utilizziamo per costruire la bandiera o il baldacchino, e creiamo il nuovo Kli.

Queste cose, inutili per il mio desiderio di provare piacere, occultano il mio egoismo, lo calmano, creano un’ombra al di sopra di esso. Se sono disposto ed allegro di restare in quest’ombra e sotto di essa, voglio costruire dentro di me il desiderio di dare, allora mi arriva la Luce della festività di Sukkot.

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A chi chiediamo il perdono nel Giorno dell’Espiazione?

doHo ricevuto una domanda: a chi devo chiedere perdono nel Yom Kippur, se la Kabbalah mi insegna che non esiste niente al di fuori di me?

La mia risposta: anzitutto, dobbiamo chiedere perdono ai nostri amici. Se una persona non ha il perdono di tutti, allora non avrà niente per dirigersi al Creatore. Però, cos’è il perdono nella spiritualità?
Il perdono è la rivelazione del mio stato presente, che posso correggere, in contrasto con i desideri che non potrei neppure approfondire, sistemare e chiedere la loro correzione. Devo discernere i miei desideri gradualmente ed avanzare passo dopo passo.

Il perdono (Slihot) e Yom Kippur (il Giorno del Perdono) sono la rivelazione del vaso rotto (Kli) o l’anima. La verifichiamo e la compariamo con lo stato della correzione totale: Purim. Per questa ragione chiamiamo lo stato opposto, non corretto, che riveliamo Ki-Purim, come Purim.

Per tanto, Yom Kippur simboleggia un momento nel quale la persona chiede veramente perdono per tutti i suoi “peccati”, però non lo desidera soltanto perché è scritto in qualche trattato, ma perché scopre quanto sia opposta al suo stato finale, che ha la capacità di visualizzare. Questo stato è l’unità di tutte le anime per raggiungere l’equivalenza con il Creatore, la forza ed il desiderio di dare e di amare.

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