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I Kabbalisti sulla Nazione di Israele e le Nazioni del Mondo, Parte 4

[I commenti tra parentesi quadre sono miei]

Baal HaSulam “L’Arvut” (La Garanzia Mutua)”: L’intera Nazione di Israele è Responsabile per Un altro

Questo è parlare dell’ Arvut (La Garanzia Mutua) [che può essere raggiunto solamente] quando tutto Israele diventa responsabile di un’ altro.

Perchè la Torà non è stata data a loro [per il gruppo che è stato fondato da Abramo e portato alla decisione di rimanere in Arvut da Mosè] prima di tutti e di ciascuno da Israele è stato chiesto se avessero accettato di prendere su di sè la Mitzvà (precetto) di amare gli altri in misura piena, [come risultato del loro lavoro sul raggiungimento dell’ unità ] espressa nelle parole: “Ama il tuo amico come te stesso”…

[L’ essenza del comandamento è] Ognuno in Israele avrebbe preso su di sè per prendersi cura [per tutti i partecipanti del gruppo] e lavorare per ciascun membro della nazione, [per ogni amico] e per soddisfare tutte le loro esigenze non meno che la misura impressa in lui per la cura per le proprie necessità.

E una volta che l’intera nazione concorda all’unanimità [ad essere in uno stato di completa unità nei loro desideri] e disse: “Faremo e ascolteremoOgni menbro di Israele è diventato responsabile che nulla deve mancare a qualsiasi altro membro della nazione. [siginifica il loro sviluppo spirituale] Solo allora essi diventano degni di ricevere la Torà, [La Luce della correzione che avrebbe gradualmente portato loro all’ Arvut] e non prima [perchè non c’èra la prontezza per implementare la Garanzia Mutua e il desiderio di unire come c’èra stato prima della frantumazione di un’ anima unificata.]
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I Kabbalisti sulla Nazione di Israele e le Nazioni del Mondo, Parte 2

Diretto al Creatore

Baal HaSulamL’Arvut” (La Garanzia Mutua)”: Rabbi Elazar, figlio di Rabbi Shimon, amplia ancora di più il concetto dell’Arvut, e non si accontenta che tutta la gente di Israele sia garante l’una verso l’altra, ancorché il mondo intero entra nell’Arvut (La Garanzia Mutua) . In verità non v’è una disputa a proposito, dato che tutti ammettono che in primo luogo sarebbe stato sufficiente che una sola nazione osservasse la Torà, almeno all’inizio della correzione del mondo, e non sarebbe stato possibile, in una sola volta, cominciare con tutte le nazioni, secondo quanto dissero i nostri Saggi, il Signore si rivolse con la Torà ad ogni nazione e stirpe ma essi non vollero riceverla. Il che significa che erano immersi nello squallore dell’amore per se stessi, alcuni nell’adulterio, altri nel furto ed omicidio e così via, fino al punto che a quei tempi non sarebbe stato possibile nemmeno considerare di chiedergli se approvavano di rinunciare all’amore per sé stessi.

Pertanto il Creatore non trovò nessun popolo e nessuna lingua degni di ricevere la Torà a parte i figli di Abramo, Isacco e Giacobbe, i quali furono sorretti dal merito dagli avi. Come dissero i nostri saggi: “Gli avi osservavano l’ intera Torà per intero ancor prima che fosse loro consegnata”, il che significa che grazie all’elevatezza delle loro anime, essi ebbero l’abilità di conseguire tutte le vie del Signore nella distinzione della Spiritualità della Torà, che deriva dall’adesione a Lui, senza l’anticipazione della scala dei (precetti) pratici della Torà pur non avendo affatto la possibilità di osservare com’è scritto in “Matan Torà , Punto 16.
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I Kabbalisti sulla Nazione di Israele e le Nazioni del Mondo, Parte 1

Diretto al Creatore

Uno desidera completare la propria anima e restituirla alla sua radice, la quale è considerata Israele.
Baal HaSulam, Lettera 17

Seguendo il percorso che conduce al Creatore è chiamato Isra-el (diretto al Creatore). Ciò significa che le intenzioni della persona in tutte le sue azioni dovrebbero mirare dritto al Creatore.
Rabash, Shlavey HaSulam (I gradini della Scala), Articolo 20, Chi ha rafforzato il loro cuore?
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Degli amici immaginari molto utili

Domanda: Ieri ci hai parlato di Abramo che ha scoperto la saggezza della Kabbalah attraverso l’introspezione. Cosa significa?

Risposta: Tutta la realtà è dentro la persona. In oltre la realtà non esiste davvero, esiste una rappresentazione che io sviluppo nella mia interiorità. E’ sentita nel vaso, nei miei desideri, da un certo senso, grazie ai frame interiori di un film fotografico che riflette le reazioni della Luce Superiore che mostra la mia mancanza di equivalenza della forma con essa.

Un “lampo” della semplice Luce Bianca è diretto verso di me, ma io sono costituito di 613 diversi desideri, diversi attributi che formano una rappresentazione tridimensionale ed a colori del mondo riempita di suoni e di odori e di oggetti che posso toccare sullo sfondo della luce bianca. In altre parole in realtà “disegno” o progetto il mondo in cui vivo.

Comunque secondo la mia percezione della realtà, tutto dipende dai miei attributi e da nessun altro. Ne consegue che, se io cambio, il mondo cambierà. Questo è quello che facciamo con l’introspezione quando capisco che posso cambiare il mondo attraverso le modifiche che compio in me stesso.

Allora come posso cambiare? Non posso farlo da solo. Io ho solo una sensazione spiacevole della realtà presente e non posso tirarmi per i capelli fuori dalla palude. Dopo tutto, anche questi pensieri di cambiare sono parte di questa palude.

Questo è proprio dove la forza della frammentazione mi aiuta. Nella mia realtà fittizia, dove ci sono persone attorno a me che dicono “Sai anche noi la pensiamo così” Vedo che le altre parti della natura inanimata, vegetale animale e parlante sono dirette da un meccanismo generale, ma la mia immaginazione raffigura persone che hanno esattamente lo stesso raggio che ho io e questo mi permette di fare pratica ed esercizio. Ora posso vedere me stesso dal lato. Posso lavorare con loro proprio come lavoro con me stesso proprio come con un riflesso esterno di me stesso.

Quando lavoro con loro scopro che questo lavoro è molto creativo. Le relazioni con le immagini degli amici mi aiutano ad avanzare nell’acquisire una nuova percezione, un nuovo sentimento. Loro non sviluppano ulteriormente le mie vecchie caratteristiche e non si sommano ai pensieri ed ai sentimenti precedenti, piuttosto sviluppano degli attributi dalle qualità nuove dentro di me, qualità che prima non avevo.

Per esempio una percezione multidimensionale di innalzarsi al di sopra del concetto del tempo: prima, potevo vedere il passato, il presente ed il futuro ed ora interrompo la sensazione del tempo. I movimenti esterni scompaiono e percepisco tutto internamente e lo collego con i movimenti interiori. Cambio e di conseguenza sento i cambiamenti sullo schermo della Luce bianca.

Se lavoro con le immagini degli amici che vedo in questo modo, capisco che è vero e che essi sono disegnati dalla mia immaginazione e che invece il modo giusto nei loro confronti mi permette di acquisire dei mezzi speciali per I cambiamenti interiori. Attraverso gli Sforzi mutui con queste immagini gli attribuisco una certa importanza – nella misura in cui voglio essere indipendente. Alla fine quando gioco con loro in questo modo, acquisisco la percezione che mi porta fuori dalla raffigurazione corrente che è dipinta sullo schermo dalla mia coscienza sino a giungere in una nuova realtà..
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(Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 29.05.13, Scritti di Baal HaSulam)

Materiale correlato:

Irrompere nella realtà multidimensionale
La Luce viene rivelata da un punto nero

Il successo materiale non garantisce quello spirituale

Rabash, “Riguardo l’andare sopra la ragione”: Si scopre che la persona possiede delle qualità che i suoi genitori le hanno donato, e delle qualità che ha acquisito dalla società, che sono un possesso nuovo. E questo gli arriva soltanto attraverso il legame con la società e l’invidia che prova verso gli amici, quando si accorge che possiedono delle qualità migliori delle sue. Questo lo motiva ad acquisire le loro buone qualità, che non possiede e di cui è geloso.

Attraverso la società, quindi, guadagna nuove qualità che egli adotta vedendo che essi sono ad un grado superiore al suo, ed è invidioso di loro. Questo è il motivo per cui ora può essere più grande di quando non aveva una società, dal momento che tramite la società, acquisisce nuovi poteri”.

La persona nasce come un piccolo animale, e il modo in cui cresce dipende dall’educazione. Se stiamo parlando di una comune educazione terrena, la persona allora si sviluppa tramite la società. Invidia gli altri e desidera il piacere, il denaro, il potere, la fama, e la conoscenza, ed è per questo che egli apprende dalla società il modo per raggiungere questi obiettivi, vale a dire, il successo in questo mondo. Se ha i presupposti per lo sviluppo spirituale, si ritrova in un ambiente che può instillare in lui nuove proprietà-spirituali.

Nella società materiale, la persona si sviluppa naturalmente, adottando istintivamente i valori della società e cercando di imparare da essa come raggiungere il successo terreno. Ma l’educazione spirituale è diversa perché richiede che la persona si annulli, cioè, essa gli dà la libertà di scelta: adottare i suoi valori spirituali dall’ambiente oppure no.

Solo nella misura del suo auto-annullamento sarà una persona in grado di vedere la società come più alta di lui. Egli dovrà applicare molto sforzo per guardare la società dal basso verso l’alto, e poi sarà in grado di ricevere dalla società i suoi valori, l’importanza e la grandezza dello scopo, e quindi progredire spiritualmente.

Il successo spirituale dipende non solo dall’ambiente, ma anche da come la persona lo utilizza, cioè, quanto si annulla e apprezza la società, se accetta di soffrire, vedendo gli altri superiori a sé. L’invidia costringe la persona a sentirsi umiliata, ma ha bisogno di capire che è vantaggioso vedere gli altri come grandi. Se è capace di un tale atteggiamento, allora avanzerà. Alla fine, una persona deve godere di poter stare in piedi contro il suo egoismo e calpestarlo al fine di raggiungere i valori spirituali e avvicinarsi alla meta spirituale.

È per questa ragione che, nella società materiale, il progresso è completamente opposto all’avanzamento spirituale. Il successo nel mondo materiale, inoltre, non garantisce che la persona sarà in grado di avere successo nella spiritualità, perché esso è determinato dal libero arbitrio della persona stessa.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.06.2013)

Materiale correlato:

L’umanità da cui dipende l’intera Creazione
Stando con un piede sul prossimo livello

I Kabbalisti sull’anima ed i comandamenti, Parte 3

Ogni comandamento comporta un altro comandamento. Un comandamento (Mitzvah) significa fusione e unione e deriva dalle parole “unire i singoli, insieme” (Tzavta Hada). E questa è l’essenza del comandamento, che è l’adesione con il Creatore in ogni occasione che porta ad un altro comandamento, significa ancora una maggiore adesione. [L’intera correzione ammonta a una sempre maggiore unità dell’intera umanità.]

Moshe Chaim Efraim, Degel Machaneh Efraim, capitolo “Korach”

I 613 comandamenti e i sette comandamenti dei saggi costituiscono le 620 scintille della luce. Baal Shem Tov, ha detto che un comandamento (Mitzvah) deriva dalla parola “unione” (Tzavta). Vuol dire che quando compiamo un comandamento (unificazione), ci fondiamo con la luce del creatore.

Tzror HaChaim, 38

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I Kabbalisti sull’anima ed i comandamenti, Parte 2

Ho chiesto al Messia: “Quando il mio Signore verrà?” Ed egli rispose: “sappi che quando il tuo insegnamento diventerà conosciuto e si rivelerà al mondo, e quando le tue fonti verranno divulgate di fuori, nella misura in cui loro, per giunta, saranno in grado di unirsi e di salire, spariranno tutte le forze del male, e ci sarà un tempo di desiderio e di redenzione.

-Lettera di Baal Shem Tov, Mekor Maim Chaim, capitolo “Noe”

L’Anima dell’uomo è la candela del Creatore. In altre parole, i comandamenti (correzioni) attirano la luce nell’anima. Quindi, la parola “comandamenti” (Mitzvot) deriva dalla parola “unione” (Tzavta). [Cioè, tutte le nostre correzioni arrivano nell’unione].

Zfat Emet, Dvarim (Deuteronomio), capitolo “Titzeh
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Materiale correlato:

Laitman blog: I Kabbalisti sull’anima ed i comandamenti, Parte 1
Laitman blog: I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 16

I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 8°

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La preghiera dei molti

È come i nostri saggi (un saggio è chi ha realizzato il Creatore) dissero: “Chiunque si rattristi per il pubblico (come per se stesso e prima di se stesso, proprio per questa ragione) è ricompensato e vede il conforto del pubblico”. Il pubblico è chiamato la “Santa Shechinà (Divinità)”, visto che pubblico significa collettivo, cioè, la congregazione d’Israele, perché Malchut è la raccolta di tutte le anime (cioè, chi si sforza per la correzione dell’anima collettiva, merita il conforto di vederla).

– Baal HaSulam Shamati (Ho Udito), articolo n° 35, “Sulla vitalità della Kedushà”

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 7°

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

Non c’è nessun altro rimedio per l’umanità, se non l’accettazione del comandamento del governo superiore: la dazione verso gli altri per il bene del Creatore, che consta di due tappe:

  1. “Ama il tuo amico come te stesso”, il che significa che la misura del lavoro per la dazione verso gli altri nel fare la felicità della società, non deve essere minore della misura impressa nell’uomo per curare le proprie necessità.
  2. “E amerai il Creatore con tutto il tuo cuore e la tua anima …”. Questa è la meta che dovrà essere davanti agli occhi di tutti, quando lavora per le necessità di un amico, cioè che lavora e si dà da fare solo per far piacere al Creatore.

-Baal HaSulam La Pace

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 6°

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

In generale ci sono solo due comandamenti:

1. Tra l’uomo e il Creatore e

2. Tra l’uomo e l’uomo.

Entrambi hanno per obbiettivo quello di portare l’uomo allo scopo finale della Dvekut (adesione) al Creatore, anche il lato pratico di entrambi è lo stesso, perché quando l’uomo realizza qualcosa senza nessuna mescolanza di amor proprio, vale a dire, senza trovare nessun beneficio per se stesso, allora non sente nessuna differenza tra lavorare per amare l’amico o per amare il Creatore.

-Baal HaSulam Matan Torà (il Dono della Torà), articolo 13

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