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La fisiologia non è spiritualità

Domanda: Se ciò che discende  dalle fonti scritte ed orali viene percepito letteralmente e non nel linguaggio dei rami allora percepiamo il maschile ed il femminile incorrettamente, non come una componente in un individuo ma come genere?

Tuttavia, noi siamo nati uomini e donne. L’egoismo maschile e femminile esiste in ognuno di noi?

Risposta: No, non esiste. Spiritualmente, qualsiasi persona consiste sia di una parte maschile che femminile. Non esiste la preminenza di una sull’altra. È la loro combinazione corretta a darci la perfezione.

Ci sono qualità maschili e femminili in ogni individuo che devono essere bilanciate a prescindere dal genere. La nostra fisiologia non ha niente a che fare con la spiritualità.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Ask the Kabbalist”, 20/03/2019

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Come può una sola anima influenzare tutte le altre?

Domanda: Come posso, come anima individuale, influenzare tutte le anime?

Risposta: Poiché siamo in un unico sistema chiuso, influenzi tutti gli altri durante le tue salite e discese.

Domanda: E come posso aumentare la potenza del mio impatto?

Risposta: Sviluppa il vaso, la sua capacità, prendendoti cura degli altri. Questo ti consente l’ingresso nel sistema generale, e poi otterrai sempre di più.

Più tieni agli altri, più raggiungi l’unico vaso comune e la perfetta vita eterna.

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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”, 7/10/2018

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Dov’è la scintilla dell’anima?

Domanda: Dove si trova nel corpo la scintilla dell’anima? Come posso sentire che è davvero dentro di me?

Risposta: La scintilla non è nel corpo di una persona. Non c’è un posto nel corpo che tu puoi aprire e rimuoverla da lì.

E’ una forza spirituale che non si trova nel corpo materiale. Anche se il tuo corpo cessa di esistere la scintilla rimarrà comunque ed acquisirà un nuovo corpo. E’ il gene spirituale che esiste permanentemente ed è tramandato da una vita alla seguente. L’unica cosa che cambia è il portatore corporeo.
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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”, 16/09/2018

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Separarsi dall’ego

Domanda: Come posso morire per nascere correttamente?

Risposta: E’ molto semplice, dì al tuo ego, “Muori! O ti spacco le ossa.”

Domanda: Un kabbalista si dispiace di morire?

Risposta: Un kabbalista non muore. Vi ho spesso detto come il Rabash era solito paragonare il corpo ad una camicia che si toglie e si butta nel cesto della roba sporca. Anche qui, una persona si toglie l’involucro e lo butta nel cesto della biancheria sporca, e continua ad esistere denudato e ripulito dell’ego.
Domanda: Ma questo avviene solo se ho aderito all’eterno in vita, al mio punto del cuore?

Risposta: Certo, e se non sei riuscito ad aderire, dovrai sottostare ad altri stati.
Ma sempre, non c’è morte, solo separazione dall’egoismo. In realtà, lo possiamo fare già mentre viviamo nel nostro mondo. Se non lo facciamo, apparentemente dovremo morire nel nostro corpo bestiale, per separarci dall’ego.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/07/2018

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Quando le persone si ricordano di te?

Domanda: Ci sono persone che sono morte e nessuno le ricorderà mai. E ci sono persone che studiamo, ricordiamo e delle quali commemoriamo persino le date della nascita e della morte. Questo ha un significato?

Risposta: No. Non direi che è meglio quando le persone si ricordano di te. Chi ti ricorda? Piccoli egoisti. Forse famosi scienziati o scrittori hanno fatto qualcosa per l’umanità, ma niente per la correzione delle anime.
Commento: Tuttavia, le persone ne parlano costantemente e le studiano.

La mia risposta: E allora? Questo fa sentire meglio le persone moderne che le studiano? Correggono la natura e se stesse attraverso questo? Questa è la cosa principale. E quello che scrivono sono puramente storie.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’era del post Coronavirus”, 14/05/2020

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Domanda: Ho capito bene: la morte esiste perché le persone siano portate a riflettere sul significato della vita?

Risposta: In generale, si. Se ci fossero altre forme di prosecuzione della vita, anziché la morte, allora certo le persone si sentirebbero completamente diverse. La presenza della morte determina tutta la nostra visione del mondo.

Domanda: Cosa ci può dire della morte clinica? I processi di cui si fa esperienza, sono illusori? E perché le immagini e le sensazioni di morte clinica sono simili in molte persone?

Risposta: E’ naturale perché esistiamo in corpi fisici simili, e quindi i processi che avvengono in noi durante l’estinzione di certi meccanismi del nostro sistema biologico sono simili e danno la stessa lettura.

Domanda: E’ un’illusione la morte clinica?

Risposta: Parzialmente. Perché il desiderio in sé non può morire. Solo la forma di questo desiderio, chiamato corpo, scompare.

Domanda: Come l’acqua cambia il suo stato, che può essere gassoso, liquido o solido. Così una persona può cambiare lo stato della propria esistenza?

Risposta: Il punto è che sia il processo della vita che quello della morte sono espressi in relazione ad ogni persona. Nulla accade veramente. E’ solo nei confronti delle persone che il desiderio attraversa tali forme di trasformazione quando ci sembra che ognuna di esse viva, muoia, nasca e così via. C’è un circuito del desiderio in natura.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’era del post Coronavirus”, 14/05/2020

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Come è nata la vita?

Domanda: “Biologia” tradotto dal greco significa “studio della vita”. Ma questa scienza non ha idea da dove provenga la vita sulla terra. Lei sa come è apparsa la vita e di cosa si tratta?

Risposta: La vita è una forma speciale di coscienza. È emersa dal desiderio originariamente creato.

A poco a poco, questa forza del desiderio si sviluppò a tal punto che iniziò a sentire di esistere, a svilupparsi e a morire parzialmente nelle sue varie metamorfosi.

Domanda: Quindi c’è una sorta di forza che ha creato il desiderio di vita. Da dove veniva la morte allora?

Risposta: Un desiderio che non viene realizzato o che non può realizzarsi si sente morire. Cioè, la morte è l’assenza della realizzazione di un desiderio. Se si sente pieno, allora sente la vita.

Come spiegato nella scienza della Kabbalah, la forza della luce ha creato un desiderio e lo riempie. Sotto l’influenza della luce, il desiderio è in continua evoluzione. La luce è primaria e il desiderio è secondario.

Domanda: In linea di principio, si può studiare tutto questo?

Risposta: Ovviamente, non ci sono segreti qui.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’era del post Coronavirus”, 14/05/2020

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Comprendere il vero valore della vita

Domanda: Da un lato, il Coronavirus ha mostrato quanto sia alto il valore della vita umana e dall’altro, quanto sia facile infliggere dolore. Come adattarsi a questi due opposti?

Risposta: Questo è ciò che accade sempre nella vita. Da un lato, non ha prezzo; d’altra parte, è inutile. Non possiamo risolvere questo paradosso finché non capiamo il vero valore della vita.

Esso non è al livello animale, ma piuttosto al livello spirituale, che è superiore a quello corporeo perché è eterno, perfetto. Solo lì possiamo confrontare, correlare e soppesare le nostre vite ed aspirazioni.

Non sappiamo davvero nulla sulla nostra vita terrena. Non conosciamo il significato delle nostre azioni o il significato del nostro comportamento. Non sappiamo cosa ci stia realmente accadendo. Sembra che viviamo, ci alziamo, andiamo al lavoro, andiamo a casa, abbiamo degli hobby e alleviamo bambini. Cosa facciamo in questa vita? Niente.

Solo se vogliamo seriamente conoscere il significato della vita e iniziare a costruire le nostre vite basandoci su questo e in conformità con esso, allora possiamo davvero dire che esistiamo.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/05/2020

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Cosa rimane di una persona dopo la morte?

Domanda: Perché le persone non vivono un maggior numero di anni o un tempo illimitato? Perché cambiare corpo?

Risposta: Se anche vivessimo mille anni, avremmo comunque fretta di fare qualcosa, perché la vita avrebbe un limite. Al contrario se vivessimo un tempo illimitato, non sentiremmo di essere soggetti ad alcuna forza, ai limiti del tempo.

Supponiamo di esistere come un organismo che semplicemente esiste, senza inizio e senza fine. Non possiamo neanche immaginare un simile stato, perché tutto è calcolato: esistenza – assenza – esistenza – assenza; cioè ogni secondo qualcosa nasce e qualcosa muore. La morte è un bene, perché la morte ci spinge a comprendere la vita.

Domanda: Cosa resta di una persona che ha vissuto un certo numero di anni?

Risposta: Le informazioni sensoriali stanno nel cuore e nella mente. La misura in cui una persona è avanzata rispetto alle altre, l’entità del riavvicinamento tra sé e gli altri per portare tutti più vicino al Creatore. Questo è ciò che resta di una persona.

Solo questo resta da un punto di vista qualitativo, poiché la connessione è lo scopo della creazione.

Lo scopo della creazione è connettere l’umanità in un tutt’uno. Non in un singolo pezzo di carne ma in un unico desiderio, che consiste di molti desideri diversi ma che sono tutti rivolti in modo tale da aiutare la connessione degli uni con gli altri.

Domanda: Cioè sono tutti connessi nel desiderio di rivelare il Creatore?

Risposta:

Domanda: Dunque se una persona fa questo durante la sua vita, allora i suoi sforzi, esperienze e sentimenti restano e proseguono?

Risposta: Tutto questo rimane.

Domanda: Anche se una persona sta già facendo questo ma non ha raggiunto l’obiettivo, perché quella persona deve morire e rinascere in un altro corpo?

Risposta: Non dipende dalla persona ma piuttosto dalla condizione generale dell’umanità.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 14/01/2019

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Perché dobbiamo rinascere?

Domanda: E’ possibile dire che, a parte il costante rinnovamento di Reshimot (dati genetici informativi), una persona ha bisogno di cambiare il proprio corpo fisiologico dopo qualche decina di anni, per rinascere in un ambiente diverso e connettersi con anime diverse, persone diverse?

Risposta: Sì, è necessario.

Domanda: Quindi ho capito bene?

Risposta: Più o meno. Nel nostro mondo, non possiamo usare il nostro vocabolario per esprimere ciò che sta realmente accadendo nel mondo spirituale. Tuttavia, puoi anche immaginarlo in quel modo. Almeno, la verità è che per questo motivo iniziamo a fare un calcolo: cosa mi succede, cosa dovrei fare?

Domanda: Una persona deve morire in modo che la conoscenza e l’esperienza che ha acquisito in questo mondo passino ai sentimenti? Ad esempio, Baal HaSulam fa un esempio con il grano: il grano deve marcire in modo che un nuovo germoglio crescerà da esso.

Risposta: Sì. È giusto. In questo modo, c’è una transizione dalla qualità alla quantità o, viceversa, dalla quantità alla qualità. Una persona vive da 80 a 100 anni e tutto ciò che ha acquisito, tutte le sue esperienze, si reincarnano nei suoi discendenti.

Domanda: Dove si trova tutto questo?

Risposta: I dati informativi esistono nel campo informazioni intorno alla persona.

Domanda: Questo campo è comune a tutti o ognuno ha il suo?

Risposta: Ognuno ha il suo campo personale e poi c’è un campo comune che ci guida tutti. Vediamo anche nel nostro mondo come ci stiamo sviluppando: tutta l’umanità è attratta da qualche parte, ma ognuna ha il proprio destino personale.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 14/01/2019

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