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Una guerra esteriore e una guerra interiore

Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale con le tragiche esplosioni delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, il padre del mio insegnante, il grande pensatore e il più importante cabalista del XX secolo, Baal HaSulam, scrisse il testo che poi divenne noto come: “Gli Scritti dell’ultima Generazione”. Non intendeva dire che si stava avvicinando la fine del mondo, ma piuttosto che il mondo come lo conosciamo stava morendo, e ne stava nascendo uno nuovo. Tuttavia, le doglie del parto possono essere molto dolorose o non così dolorose e noi, esseri umani, possiamo decidere come attraversarle. Baal HaSulam ha chiamato queste due opzioni “il sentiero della luce” e “il sentiero della sofferenza”.

In questi scritti, Baal HaSulam sottolinea che con la tecnologia, l’umanità ha “inventato l’atomo e le bombe all’idrogeno” e “se la distruzione totale che essi sono destinati a portare al mondo non è ancora evidente al mondo, si può aspettare una terza guerra mondiale, o una quarta. Le bombe faranno il loro lavoro,  i sopravvissuti alla catastrofe non avranno altra scelta che prendere su di sé questo lavoro, in cui sia gli individui che le nazioni non lavoreranno per se stessi più del necessario per il loro sostentamento, mentre tutto il resto sarà per il bene degli altri”.

La guerra in Ucraina non è tra Russia e Ucraina; è uno scontro tra due metà del mondo. Sta rimodellando le relazioni internazionali e le alleanze tra Est e Ovest, tra paesi e nazioni. Questo conflitto sta trasformando la nostra visione della creazione e della vita. Non siamo giunti a toccare il fondo, ma, quando risaliremo dal nadir, scopriremo che il mondo è cambiato radicalmente. Non tornerà mai più al mondo di prima.

Dato che oggi tutto è globale, anche le guerre sono globali. Quindi, l’inquietante previsione di Baal HaSulam sembra molto vera oggi. Infatti, considerando la tendenza attuale, non vedo altro risultato che  l’avverarsi delle sue parole. L’unico modo per evitare una guerra mondiale nucleare è seguire il suo consiglio e pensare al bene degli altri piuttosto che al proprio, per quanto l’idea possa non piacerci.

In effetti, la guerra fuori è un riflesso della guerra dentro di noi. Ogni guerra, dalle dispute domestiche alle guerre mondiali, è uno scontro di ego. L’ego vuole il controllo e la superiorità. Di conseguenza, il libro “Fitting In and Getting Happy: How Conformity to Societal Norms Affects” cita uno studio di Solnick & Hemenway, secondo il quale più di metà dei partecipanti al sondaggio preferisce vivere in una società in cui guadagna $50.000 annui mentre gli altri guadagnano $ 25.000, piuttosto che in una società in cui guadagna $100.000 mentre gli altri guadagnano $200,000. L’autrice del libro, la professoressa di psicologia sociale all’Università di Tilburg (Paesi Bassi) Olga Stavrova ha concluso: “Le persone non desiderano avere in abbondanza un certo bene, ma desiderano avere  questo bene più di quanto ne abbiano gli altri “.

Per quanto dolorosa sia la situazione attuale in Ucraina, ed è a tutti gli effetti molto dolorosa, si tratta in ogni modo di uno scontro degli ego.  Dobbiamo capire che per risolvere questa crisi, come ogni altra crisi, dobbiamo guardarci dal di fuori e disconnetterci per un attimo dall’immenso dolore personale, che comprendo interamente. 

Se ci concentriamo solo sull’avere ragione, allora non metteremo mai fine alle guerre. Nessuno sarà mai d’accordo e dirà: “Io ho torto e tu hai ragione”; il nostro ego non ce lo permetterà. Questo è il motivo per cui cercare una giustizia obiettiva è intrinsecamente senza speranza; significa scegliere la via della sofferenza.

Se, tuttavia, mettiamo da parte le nostre lamentele per un minuto e accettiamo di prenderci una pausa dal cercare di regolare vecchi conti, sarà possibile iniziare a costruire un futuro positivo. In quello stato, saremo in grado di concentrarci sull’alimentare il rispetto reciproco e forse anche la comprensione reciproca, al di sopra delle numerose e profonde differenze. Se insistiamo con questi sforzi, questo sarà l’inizio del cammino della luce.

Al momento, non mi aspetterei più di questo, ma alla fine l’umanità non avrà altra scelta che tornare alle parole di Baal HaSulam, concordando che la via migliore per tutti noi è la via della premura e della responsabilità reciproca. Se non vogliamo una terza guerra mondiale, allora dobbiamo imparare a prenderci cura gli uni degli altri. E’ per questo che la vera guerra è dentro di noi,  la guerra esterna è soltanto un riflesso del nostro odio furioso verso gli altri. 

Didascalia della foto:
La gente arriva alla stazione centrale di Berlino, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, a Berlino, Germania, 2 marzo 2022. REUTERS/Hannibal Hanschke

La Guerra. La Guerra Spirituale

Per il filosofo greco Eraclito, le guerre “ sono il terreno necessario per tutto quello che deve accadere”, scrive Abraham Schoener dell’università di Toronto. “ La Guerra non è solo un principio nel mondo degli eventi mortali; essa governa tutte le cose, sia ogni essere nel cosmo che il cosmo stesso nel suo insieme”, aggiunge Schoener a proposito del punto di vista del filosofo. In effetti, tutta la natura è composta da elementi contraddittori che si uniscono. A livello subatomico, tra luce e buio, freddo e caldo, attrazione e rifiuto, tutto nasce da positivi e negativi che si uniscono per creare equilibrio. 

A livello umano, i due opposti si esprimono come egoismo, con tutte le sue espressioni negative, e altruismo, con le sue espressioni positive. Il problema è che di quest’ultimo c’è molto poco, quasi niente. Ad ogni livello della natura, le forze negative e positive sono in equilibrio, mantenendo l’armonia e l’omeostasi. È solo a livello umano che la forza negativa supera di gran lunga quella positiva e sconvolge il mondo intero.

La guerra che attualmente infuria in Ucraina non è quindi una disputa locale, ma uno scontro di significato spirituale; per questo il mondo intero ne è coinvolto almeno emotivamente, spero che non diventi un coinvolgimento militare. Se vogliamo eliminare la guerra, dobbiamo trasformare il nostro spirito da prevalentemente negativo e lesivo degli altri in un’armonia equilibrata tra il negativo e il positivo, in accordo con il resto della natura.

C’è un vecchio racconto Cherokee su un anziano guerriero che parlò a suo nipote della nostra lotta interiore. Disse che in ognuno di noi c’è una lotta tra due lupi: uno è cattivo, avido e violento, l’altro è gentile, generoso e compassionevole. Il nipote ci pensò per un po’ e alla fine chiese: “Quale dei due vince?” e il nonno rispose: “Quello a cui dai da mangiare”.

Gli esseri umani sono esseri sociali. Pensiamo che i nostri pensieri siano indipendenti, ma in realtà siamo un prodotto della nostra società. Il lupo cattivo sta vincendo perché tutta la nostra società tende verso la meschinità, la violenza e lo sfruttamento. Nutrire il lupo gentile significa elevare il valore della pace e della premura.

La natura umana non ci permetterà di nutrire solo il lupo gentile; è intrinsecamente malvagia, come sta scritto: “L’inclinazione del cuore dell’uomo è malvagia fin dalla sua giovinezza” (Gen. 8:21). Tuttavia, se noi, come società, poniamo il valore della pace sopra ogni altra cosa nella vita, allora noi stessi cambieremo.

Normalmente, pensiamo alla pace come all’assenza di lotta attiva. In realtà, la pace è molto più di questo. La parola ebraica per la pace è “shalom”, dalla parola “hashlama”, che significa “completamento”, e “shlemut”, che significa “completezza”. La pace, quindi, non significa assenza di egoismo, ma piuttosto integrarlo con l’altruismo e creare un tutto completo.

Non dobbiamo negare o sopprimere la nostra natura di base. Se ci proviamo, siamo certi di fallire. Invece, dobbiamo completarla con il suo opposto. Se bilanciamo l’egoismo con una quantità uguale di altruismo, avanzeremo in armonia e pace, proprio come tutta la natura.

Poiché il nostro egoismo cresce continuamente, non dobbiamo mai smettere di aumentare l’importanza della pace. In questo modo, creeremo un equilibrio dinamico, proprio come il nostro corpo lo mantiene attraverso l’omeostasi.

La guerra attuale, come tutte le guerre, è una chiamata per l’umanità a compensare la nostra cattiveria con la gentilezza. Non possiamo evitare di fare ciò che dobbiamo fare sul campo di battaglia, ma se pensiamo che vincere una battaglia ci dia pace, ci troveremo presto coinvolti in altre guerre, probabilmente più devastanti di quella attuale.

Troppo vicini alla terza guerra mondiale

La guerra in Ucraina non è più un conflitto locale. La Cecenia si è unita alla Russia e la Bielorussia la sostiene. Contrapposta a loro c’è l’Ucraina, con gli Stati Uniti, la NATO e molti altri paesi che la sostengono con la logistica e le armi. Ma mentre l’Occidente sta cercando di soffocare finanziariamente la Russia, la Cina è intervenuta in suo aiuto. La Russia, da parte sua, ha messo le sue armi nucleari in massima allerta. Mentre tutto questo accade, la Cina sembra prepararsi a riprendere Taiwan con la forza e ha minacciato gli Stati Uniti di non interferire, affermando che “chi gioca con il fuoco si brucerà” e che se gli USA “usano la tattica del “salami-slicing” sulla questione di Taiwan, saranno le sue dita ad essere tagliate”.  A mio parere, siamo troppo vicini ad una terza guerra mondiale nucleare. 

Dobbiamo ricordare che  nelle circostanze giuste, anche una piccola scintilla può scatenare  una guerra mondiale.  Ricordiamo che la Prima Guerra Mondiale iniziò con l’assassinio di Francesco Ferdinando, l’erede dell’impero Austro-Ungarico a Sarajevo. Quando l’Austria invase la Serbia per rappresaglia, le alleanze militari degli avversari trascinarono tutta l’Europa sul campo di battaglia. E poiché a quei tempi i paesi europei avevano colonie in tutto il mondo, la guerra si trasformò presto in un conflitto globale.

Oggi il mondo è pieno di leader dal grilletto facile, che non avrebbero alcun problema a dar fuoco al mondo. Quindi, abbiamo motivo di preoccuparci e dobbiamo capire che per quanto brutte siano le cose, c’è la possibilità che peggiorino, molto presto. 

Ciononostante, quando le forze di separazione si risvegliano nel mondo, sono sempre una tromba, un araldo che ci dice che dobbiamo aumentare i nostri sforzi per connetterci, per legarci gli uni agli altri ed elevarci al di sopra del nostro odio reciproco. Le uniche ragioni delle afflizioni e dei terribili eventi che si verificano nel mondo sono l’odio, la crudeltà e il desiderio di tiranneggiare gli altri.

Perciò, ogni ingiustizia è sempre una chiamata a rafforzare l’unità, l’empatia e la cura per il prossimo. Tempi come questi, in cui ci viene ricordato ciò che conta davvero nella vita, sono anche un’opportunità per costruire un mondo migliore e una società più amorevole.

Non è il momento per litigare sulla giustizia storica o vecchie ferite. Ora è il momento di generare amore, e possiamo farlo solo dove oggi non c’è amore. Se costruiamo amore dove una volta c’era odio, sarà vero amore, la nostra creazione, forgiata dalle ceneri dell’inimicizia che abbiamo sconfitto.  Viviamo in tempi difficili, quindi dobbiamo essere all’altezza della sfida; non abbiamo altra scelta.

Fate la pace invece della guerra

Caro Bore, 

Ti chiediamo di rinnovare nei cuori dei Russi e degli Ucraini il pensiero di essere fratelli. Questo risveglierà in loro il pensiero che in una guerra non ci può essere guadagno o successo per nessuno, ma solo perdite per tutti.

Dà loro la volontà di un armistizio in modo che ogni parte capisca che non c’è un vero disaccordo, che non ascoltino discorsi provocatori che li allontanino l’uno dall’altro. Altrimenti, saranno trascinati in una guerra e sarà una maledizione per generazioni.

Ci rivolgiamo a Te, amato Bore, perché Tu sei tutto e non c’è nulla che non provenga da Te, e sappiamo che Tu porti anche le guerre nel mondo per riparare l’intera società umana, che alla fine si unirà come un solo uomo in un solo cuore.

Chiediamo però che invece delle guerre sia creata la pace, che la correzione avvenga grazie a una bellissima connessione tra di noi, e non attraverso terribili battaglie.

Che alla fine si comprenda la verità:  che nella separazione tra di noi non esiste giustizia, poiché Tu unisci e Ti riveli nell’unificazione.

Tra disperazione e speranza

Decine di migliaia di civili attraversano il confine dell’Ucraina, ogni ora, una massa di persone cariche di bagagli sulle spalle e bambini in braccio, con valigie e ricordi che si trascinano dietro.  

Ho molti studenti e amici provenienti da ogni parte dell’Ucraina, da Kiev a Kharkiv, da Odessa a Lviv.  Ricevo aggiornamenti da loro e seguo la loro situazione con preoccupazione. Mi raccontano di come hanno cercato riparo in scantinati freddi o sono fuggiti nei villaggi vicini, altri hanno viaggiato in auto verso ovest per ore, pregando di non finire il carburante e di riuscire a fuggire.

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) stima che più di 500.000 Ucraini siano fuggiti dalle loro case per via del conflitto, attraversando le frontiere dei paesi confinanti come Polonia, Ungheria, Moldova e Romania.

Non ho dubbi che i rifugiati riceveranno sostegno e un’accoglienza calorosa nei paesi dell’Europa occidentale.  Credo inoltre che alla fine ritorneranno a casa,  non resteranno per sempre nei paesi che li ospitano.  Il Canada, insieme ad altri, potrebbe aprire le sue porte all’immigrazione permanente.

Anche Israele agirà sicuramente in conformità con la Legge del Ritorno, che dà agli Ebrei il diritto di trasferirsi in Israele, e aprirà le sue braccia per accoglierli. Israele ha posto non solo per le migliaia di Ebrei che emigreranno dall’Europa orientale, ma per tutti gli Ebrei della diaspora.

Nel frattempo, il mondo, compreso Israele, sta fornendo assistenza umanitaria alle persone colpite dal conflitto. Ma oltre a soddisfare i bisogni di base delle persone, l’aiuto più importante è il sostegno interiore. Dobbiamo chiedere che lo spirito di amore, di dazione e di connessione positiva prevalga presto.

I disaccordi e le guerre vengono perché ci si possa unire al di sopra di essi. Solo l’unione dei cuori, quando ognuno si preoccupa del benessere dell’altro, salverà l’umanità.

Curiamo le ferite

Una vecchia ferita tra  Russi e Ucraini si sta aggravando.  È dolente e sanguinante ma non interamente riaperta. Proprio come i paesi dell’Europa dell’Est stanno ora vivendo il conflitto, questo avrà delle ripercussioni in tutto il mondo, su tutta l’umanità. Alla fine, tutti sentiranno sulla propria pelle la rivelazione di questa guerra: il controllo dell’uomo sull’uomo.

Prima che scoppiasse questa guerra, questo malessere non era visibile o tangibile. Era profondo e anche leggermente latente. Ricordo le immagini del passato quando i soldati russi e ucraini si incontravano; c’era tra di loro una connessione, sottile e interiore, come se si conoscessero già. E sono a tutti gli effetti psicologicamente vicini; provengono da contesti simili.

Dall’altro lato, con lo scoppio della guerra, un odio acuto è nato tra di loro ed è venuto a galla, un tipo di odio così forte che si può sentire e percepire. È  letteralmente palpabile. 

Due popoli che non sono tanto diversi tra di loro, anzi, sono molto simili, stanno scoprendo l’odio puro, cristallino, tra di loro, che precede ogni ideologia. È un odio naturale che scaturisce dalla forza della natura umana, che non si veste di razza, sesso, nazionalità o religione.  Non  è legato alla storia, alla lingua o alle differenze culturali. È  semplicemente la sensazione interiore che uno odia l’altro.

Questa sensazione è più profonda di qualsiasi altro tipo di odio che conosciamo. È un odio spirituale, il suo unico obiettivo è di rivelare quanto ci sia separazione nelle relazioni tra i due popoli e imparare dal divario individuato come mediare con l’amore. 

La scoperta di fratture e differenze, crimini e ferite, ci indica il punto in cui ripararle e ci aiuta a mettere a fuoco il nucleo del problema. La mediazione e la correzione sono parte di un processo a lungo termine che lavora secondo il piano della creazione per portare tutti i conflitti in armonia.

Ora vediamo davanti a noi la prima fase di questo processo. Si tratta di una feroce rivelazione del potere dell’odio, la forza negativa volta ad avvicinarci a comprendere che c’è un sistema di energie in natura che lavora in noi e con noi. Ma contro questa rivelazione dell’odio, deve risvegliarsi l’amore. L’amore stabile può essere evocato solo con l’aiuto di una preghiera comune. 

La dichiarazione congiunta per prevenire la guerra nucleare ed evitare le corse agli armamenti sono parole vuote

Il 3 gennaio scorso, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, il Regno Unito e la Francia hanno firmato una dichiarazione in cui affermano: “Consideriamo la prevenzione della guerra tra gli Stati dotati di armi nucleari e la riduzione dei rischi strategici come le nostre principali responsabilità”. Le potenze hanno convenuto che “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”. Inoltre, hanno concordato che “l’uso del nucleare avrebbe conseguenze di vasta portata”. Esse affermano che “le armi nucleari, finché continueranno ad esistere, devono servire a scopi difensivi, per scoraggiare le aggressioni e prevenire la guerra”. Questa dichiarazione non è altro che parole vuote, fatta per la gente comune, ma anche essa probabilmente la ignorerà.

Non c’è nessuna sostanza dietro queste parole. L’unica ragione per cui i leader hanno firmato la dichiarazione è per rimanere al potere, continuare a rubare e rapinare, e chiamarla “leadership”.

Ma se mi ascoltassero, non si precipiterebbero a scalare quell’Olimpo in nessun paese. Come ho detto quando Biden è entrato in carica, non vorrei essere nei suoi panni oggi, guardate cosa sta succedendo in America.

In verità, non possiamo biasimare i capi di stato per essere così. Sono stati eletti dal popolo, questo è ciò che il popolo vuole sentire, quindi questo è ciò che i leader stanno vendendo alla gente. Questi politici sono spietati perché se non lo fossero, non sarebbero in grado di salire ai vertici del potere e diventare capi.

Se dai nostri governanti vogliamo propositi onesti, un progetto autentico finalizzato a porre fine ai conflitti, dobbiamo cambiare noi stessi. Le cose miglioreranno quando capiremo che in un’epoca in cui tutti sono connessi e dipendenti gli uni dagli altri, non possiamo aspettarci che gli uomini cambino se non cambiamo tutti quanti.

Cambieremo quando accetteremo di rieducarci, di “riprogrammarci” per passare dal sistema violento e indifferente in cui ci troviamo oggi a un sistema in cui siamo rispettosi l’uno dell’altro perché sappiamo che altrimenti nessuno di noi sopravviverà. È evidente che non ci preoccupiamo l’uno dell’altro. Tuttavia, se comprendiamo che le nostre vite dipendono dall’essere mutualmente premurosi, poiché altrimenti la guerra totale ci spazzerà via tutti, allora accetteremo di agire come se ci importasse molto, e questo comportamento ci cambierà.

Prima arriviamo a questa consapevolezza, meno dovremo soffrire nel nostro attuale miserabile stato. Fino ad allora, i governanti continueranno a firmare carte senza senso con promesse vuote a cui nessuno crede o intende mantenere.

La guerra tra Russia e Ucraina: il vaso di Pandora è aperto

Le conseguenze di questa guerra hanno una radice molto più profonda dell’impatto che causerà a coloro che sono direttamente coinvolti nel conflitto. Riformerà il mondo, dato che è probabile che altri attriti latenti tra nazioni e territori saranno attivati come conseguenza della situazione Russia-Ucraina. Questa guerra ha appena aperto un’era di guerre, piccole e grandi, tra popoli diversi.

Il primo ministro britannico, Boris Johnson, di recente ha affermato che questa guerra potrebbe facilmente diventare “la più grande guerra europea dal 1945” e io sono d’accordo. Se paesi con contesti simili non riescono a raggiungere un accordo tra di loro, è ancora più probabile che diversi paesi con grandi differenze e antichi conflitti, possano facilmente scivolare in guerra senza un apparente motivo giustificabile.

A livello personale, mi rattrista vedere come il destino si ribalta e ancora una volta ci troviamo in guerra. Sono dispiaciuto e inquieto perché ho molti studenti in Russia e Ucraina che sono sotto minaccia e sentono come il deterioramento della situazione si ripercuote su di loro e sul mondo intero. Anche in Israele ho molti studenti che seguono con preoccupazione quello che succede nell’Europa dell’Est, ansiosi per la sorte dei loro familiari e amici.

La mia speranza è che cessino presto le manifestazioni di odio tra Russi e Ucraini, due popoli che hanno vissuto fianco a fianco durante la storia. Se fosse ancora possibile farei di tutto per far tacere, calmare ed evitare un crescendo, ma per ora è impossibile.

Non possiamo fare molto in questa fase. Possiamo solo desiderare la pace e un cessate il fuoco e che le discussioni da entrambe le parti siano moderate. Le parti in conflitto potrebbero seguire l’esempio delle tribù dei Nativi Americani che seppellivano la loro ostilità in una cerimonia, durante la quale le tribù precedentemente in guerra si accordavano per appianare le loro differenze e vivere in armonia, e suggellavano il loro accordo con il capo di ogni tribù che sotterrava l’ascia di guerra. 

Un tale scenario non sembra realistico nelle circostanze attuali. Così, al di sopra delle forze di ostilità, al di sopra dell’egoismo e del controllo quali forze motrici di tutti i conflitti nel mondo, possiamo solo elevare una preghiera globale per la pace, chiedendo di andare tutti d’accordo con tutti. Poiché solo nel potere della connessione e nella connessione tra i nostri cuori, può sorgere una grande forza positiva, una forza che è in grado di unire tutte le parti, di riconciliare gli esseri che si odiano, di risvegliare la verità in tutti noi che tutti apparteniamo ad una sola anima. Come sta scritto: “Colui che fa la pace nelle sue altezze, faccia la pace su di noi…” (Libro di Giobbe, 25:2)

Un anno dopo. La polarizzazione sta ancora affondando l’America

Un anno dopo la presa d’assalto del Campidoglio Statunitense del 6 gennaio avvenuta durante la protesta elettorale del 2020, negli Stati Uniti prevalgono atteggiamenti polemici e si propaga un sentimento di sfiducia. Secondo un sondaggio dell’ABC/Ipsos, solamente il 20% degli Americani ha fiducia nell’integrità del proprio sistema elettorale (con un decremento circa del 50% dall’anno precedente). Sembra impossibile che Repubblicani e Democratici possano trovare un terreno comune per risanare la fiducia dei cittadini, ma su questa questione di fondamentale importanza non ci sono alternative.

Un anno fa, i sostenitori del precedente Presidente Donald Trump, invasero Capitol Hill nel tentativo di prevenire la ratifica di Joe Biden come capo di Stato. In quei giorni il paese era carico di tensioni sociali e profonde divisioni politiche che divisero gli Americani in due fazioni. Mentre metà della nazione celebrava con euforia ed eccitazione, l’altra metà si sentiva privata dei propri diritti, frustrata ed arrabbiata fino al punto di sospettare con veemenza la frode del processo elettorale.

Non è cambiato molto. Le ferite sono ancora profonde, scoperte e sanguinanti. Gli Americani restano divisi ed il divario sociale si è intensificato. Un recente sondaggio dell’università del Massachusetts rivela che il 71% dei Repubblicani considera illegittima la vittoria di Joe Biden, mentre invece il 91% dei Democratici crede che Biden sia stato legittimamente eletto.

Il problema non risiede nel fatto che diverse fazioni siano in disaccordo in quanto ci saranno sempre divergenze di opinioni. La vera minaccia risiede nell’estremismo. La diffidenza e le forti accuse reciproche stanno erodendo il tessuto sociale americano. In questo momento la situazione è talmente brutta che è difficile credere che possa peggiorare. Tuttavia, la frattura della politica statunitense ed il disaccordo tra la sua cittadinanza, rappresenta una opportunità unica affinché tutti possano acquisire la consapevolezza che non ci sarà alcuna possibilità di sopravvivenza nonché di prosperità futura se il paese non trova la strada dell’unità. 

In alternativa si prospetta uno scenario di costante conflitto che sicuramente esploderà in una totale spaccatura all’interno dell’America. Questo chiaramente, non porterà beneficio né alle diverse fazioni e né ai singoli. Oggi viviamo una realtà interdipendente ed interconnessa e danneggiare la barca che tiene tutti a galla, finirà semplicemente per trascinare tutti a fondo e questo accadrà talmente velocemente che non resterà alcuna possibilità di salvataggio. Attualmente ciascuna fazione è talmente occupata a remare nella propria direzione che non riesce neanche a notare che c’è un foro nella barca.

C’è la necessità di rivelare qualcosa che al momento non esiste: un comune denominatore capace di sanare la rottura. C’è un unico modo in cui le diverse fazioni possono ottenere questo ed è assieme. I Repubblicani guardano al lato economico, all’industria e alle forze militari mentre i Democratici guardano ai movimenti sociali ed alle proteste di massa, stimolando un linguaggio cortese per realizzare i propri programmi. E’ possibile vivere gli uni senza gli altri? No, questo non è possibile, una fazione non può cancellare l’altra; c’è bisogno che le due parti si compensino al fine di restituire la fiducia al sistema democratico.

I due partiti avversari e i relativi sostenitori, che attualmente percorrono traiettorie opposte, debbono cambiare direzione ed avvicinarsi e non perché provano un sentimento di reciproco amore o sintonia ma perché devono recuperare il loro interesse comune, la nazione. Vincere le differenze è nell’interesse di tutti per far sì che l’America rimanga a galla. 

Didascalia della foto:
I sostenitori di Trump protestano sui gradini del Campidoglio degli Stati Uniti a Washington il 6 gennaio 2021. Foto di Yuri Gripas/ABACAPRESS.COM

L’egoismo distruggerà la Democrazia.

Forse uno dei  fenomeni più evidenti in questi ultimi anni è il deterioramento della fiducia della gente nelle autorità. Sia che si tratti di dimostrazioni contro le restrizioni per il Covid, o di  proteste contro le riforme economiche o di rivolte contro le politiche riguardo ad ogni tematica dall’educazione all’immigrazione, alla difesa, il pubblico  sta perdendo fiducia nei suoi rappresentanti eletti nei paesi democratici.

Il problema è che coloro che sono più egoisti e più sfruttatori stanno raggiungendo le posizioni più elevate e la gente non è cieca riguardo a ciò. Finché non correggiamo la natura brutale delle nostre relazioni, i regimi diventeranno sempre più corrotti fino al punto che cadranno tutti insieme  e guerra e violenza prenderanno il sopravvento.

Sin dal diciassettesimo secolo la democrazia contemporanea ha iniziato a prendere forma in quanto i parlamenti hanno iniziato a formarsi e i re e il clero hanno ceduto potere agli organismi eletti. La democrazia ha raggiunto il suo stato più elevato dopo due guerre mondiali in cui i paesi democratici avevano salvato il mondo dai despoti in Germania, Italia e Giappone.

Dopo la prima guerra mondiale, emerse una prima organizzazione intergovernativa, la Società delle Nazioni, che più tardi cambiò il suo nome in Nazioni Unite,  la cui missione principale era quella di mantenere la pace mondiale.

Ma né la democrazia né le Nazioni Unite mantennero le promesse fatte. La democrazia non fornì una reale libertà di espressione sebbene per un po’ ci  fece pensare che fosse così e le Nazioni Unite sono state un fallimento totale per il mantenimento e persino per la promozione della pace mondiale. E peggio ancora, nel tempo, l’umanità è diventata sempre più egoista, una tendenza questa  che ha solo accelerato in questi ultimi anni e ancora continua.

Oggi, la gente è così assorbita in se stessa che se tu la testassi secondo gli standard che venivano usati fino a  qualche decade fa, verrebbe “definita ” come narcisista. E poiché siamo narcisisti prendiamo dei narcisisti e li collochiamo al timone dei nostri paesi. Invece di scegliere persone che abbiano a cuore i nostri bisogni, eleggiamo la gente più egoista per condurre le nostre più “aperte” società.

Recentemente, l’essere così assorbiti in loro stessi ha reso i leader talmente corrotti che la gente non può più ignorare tale fatto. Finalmente la gente si sta svegliando ed è arrabbiata.

Da una parte il crescente risentimento dei cittadini verso i governi è un buon segno e sta ad indicare che le persone si stanno rendendo conto che i nostri leader non ci stanno portando verso nulla di buono. Dall’altra, si tratta di una situazione precaria dal momento che la volatilità delle tensioni sociali potrebbe condurre a forti episodi di violenza la cui natura e conseguenze sono ipotizzabili da chiunque. 

Un altro pericolo che deriva dal nostro crescente narcisismo è che a meno che il governo non ci dia esattamente quello che desideriamo, non possiamo accettarne  la legittimità. La democrazia è fondata sul governo della maggioranza, considerando allo stesso tempo i bisogni delle minoranze. Non è costruita per gestire  una situazione  in cui le minoranze stanno continuamente sovvertendo al di sotto delle sue fondamenta.

La crescente destabilizzazione può condurre ad uno dei  due risultati: anarchia o guerra. Nessuna delle due è benvenuta.

Al fine di evitare quello che sembra un inevitabile scenario da giorno del giudizio, dobbiamo individuare la radice della dissoluzione delle società libere: l’egoismo umano. E possiamo farlo solo se ci occupiamo del  nostro egoismo dimostrando che è nel nostro migliore interesse cooperare ed essere premurosi gli uni verso gli altri. 

La realtà attuale dimostra troppo bene che non ci possiamo muovere  senza influenzare molte altre persone. Ogni ritardo nella produzione o nella catena di fornitura di quasi ogni prodotto, crea immediatamente dei ritardi su scala mondiale che ostacolano le economie e turbano le vite di miliardi di persone in tutto il  mondo. Se ce ne rendessimo conto e agissimo su questa constatazione, creeremmo un mondo completamente diverso. Non dovremmo preoccuparci dei regimi totalitari dal momento che negare la libertà agli altri sarebbe equivalente a negare la libertà a se stessi.

La co-dipendenza crea affinità. Quando le persone sono comprensive l’una verso l’altra, iniziano ad occuparsi l’una dell’altra non solo a livello emotivo ma anche a livello fisico e materiale. L’umanità produce abbondanza di tutto. Ogni singola persona nel mondo potrebbe essere appagata se solo ci preoccupassimo l’uno dell’altro e volessimo che fosse così. Quindi, invece di tentare di soffocare l’ego altrui o (peggio) di nascondere la nostra cattiveria sotto un velo di falsi sorrisi, con i coltelli dietro la schiena, dovremmo sfruttare le nostre tendenze egoistiche a beneficio collettivo. Se comprenderemo che ognuno di noi dipende dall’altro, i nostri ego ci diranno cosa fare per garantire che ognuno di noi sia soddisfatto e felice. 

 

Didascalia:
Da sinistra a destra: Il vice ministro degli Esteri italiano Marina Sereni, il ministro federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo Svenja Schulze, il ministro degli Esteri delle Filippine Teodoro L Locsin Jr, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri britannico Liz Truss, il segretario di Stato americano Antony Blinken, Il ministro canadese degli affari esteri Melanie Joly, il ministro canadese dello sviluppo internazionale Harjit Sajjan, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Josep Borrell e il ministro degli affari esteri del Brunei Dato Erywan Pehin Yusof posano per una foto di gruppo durante il vertice dei ministri degli esteri e dello sviluppo del G7.