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Perdere fiducia negli scienziati

Secondo un recente sondaggio del Pew Research Center, la fiducia negli scienziati e nei medici è diminuita. Il sondaggio ha scoperto che solo il 29% degli adulti statunitensi ha una grande fiducia sia negli scienziati che nei medici in merito al fatto che agiscano nell’interesse del pubblico, in calo rispetto al 40% rilevato nel Novembre 2020.

Non solo le professioni scientifiche e mediche stanno vedendo un declino della fiducia del pubblico. La percentuale di Americani con molta fiducia che i militari agiscano nell’interesse del pubblico è scesa di 14 punti, dal 39% del novembre 2020 al 25% del sondaggio attuale, e anche la percentuale di Americani con molta fiducia nei presidi delle scuole pubbliche K-12 e negli agenti di polizia è diminuita.

Dal mio punto di vista, ci sono diversi livelli di questo fenomeno. A livello più superficiale, il pubblico semplicemente non vuole continuare a finanziare studi vuoti e inutili che non hanno alcun beneficio per nessuno se non per coloro che li portano avanti. Abbiamo fondato istituzioni, centri di ricerca e laboratori che non portano niente di buono a nessuno. È meglio tenersi alla larga da queste “scoperte” che servono solo a confonderci e non sprecare i soldi dei contribuenti in questi studi.

Ad un livello più profondo, i funzionari pubblici, o chiunque abbia il compito di servire il pubblico e lavorare per il pubblico beneficio, sono intrinsecamente inetti per il loro lavoro. La loro stessa natura impedisce loro di svolgere il proprio compito.

Il problema non è con loro, ma con tutta la società. Non è che qualcun altro sarebbe più affidabile se fosse nei loro panni.  Quando tutta la società è piena di sfiducia e malafede, i rappresentanti del pubblico non possono essere migliori del pubblico che li ha posti nel loro ruolo. 

L’unico modo per cambiare il pubblico dal quale provengono i suoi funzionari è attraverso l’educazione. È qui che dobbiamo investire il nostro denaro, il nostro tempo e i nostri sforzi. I valori alla base della società determinano la sua struttura e definiscono il livello di fiducia tra il pubblico e i suoi funzionari.

I funzionari pubblici vogliono veramente servire la società e capiscono cosa significa farlo? Sanno dove vogliono condurre la società? Sanno in cosa possono contribuire? Se possono fare tutto questo allora sono degni di fiducia. Ma quale funzionario pubblico è così? 

Per poter riformare i funzionari pubblici e gli scienziati in modo che lavorino per il bene del pubblico e non per se stessi, dobbiamo trasformare il nostro intero sistema educativo. Fin dai primi anni e per tutta la vita, le persone devono essere occupate in un processo di educazione continua.  

Quando nasciamo, siamo semplicemente degli animali a due zampe. L’educazione deve fornire alle persone non solo la conoscenza, ma come prima cosa i valori umani, con etiche che pongono l’unione e l’amicizia al di sopra dell’egoismo e del narcisismo. 

Se alla gente non viene insegnato che la società consiste di molte persone che lavorano insieme per creare una vita migliore per tutti, come possiamo aspettarci che credano che lavorare per il bene comune li aiuti personalmente? E se le persone in una certa società non si sentono collegate e non danno valore alla responsabilità reciproca e alla preoccupazione per gli altri, possono aspettarsi che i loro rappresentanti si prendano cura di loro? Può un rappresentante del pubblico possedere ciò che il pubblico che lo ha incaricato non ha?

Se il cibo e gli altri beni di prima necessità fossero distribuiti equamente, nel mondo non ci sarebbe una sola persona a soffrire la fame . Tutti i nostri bisogni di base e i beni di prima necessità sono abbondanti ed economici. Le sole ragioni per cui non sono accessibili a tutti sono l’avidità e la crudeltà. Se il mondo producesse il doppio di quanto produce oggi, chi non ha continuerebbe a non avere.  

In altre parole, non c’è una mancanza di scorte, ma c’è una grande mancanza di volontà di fornirle. Nella nostra era globale, il mondo intero deve funzionare come una singola unità. Arrivarci è un processo graduale, ma succederà, che ci piaccia o no. Se impariamo come utilizzarlo per il bene di tutti e accettiamo di lavorare come una sola unità globale, tutti beneficeremo dell’abbondanza che esiste in questo mondo e non ci saranno più fame o guerre.

Se rifiutiamo di accettare che siamo tutti un’unica umanità, allora l’attuale conflitto nell’Est Europa non sarà altro che il precursore di tante altre afflizioni a venire, che arriveranno per mano nostra.