Pubblicato nella '' Categoria

Senti l’impulso interiore della natura

La natura dell’uomo: Studi in filosofia ottimista, Elie Metchnikoff:

Per modificare la costituzione umana, sarà necessario prima, inquadrare l’ideale, e poi mettersi al lavoro con tutte le risorse della scienza.

Se si può formare un ideale capace di unire gli uomini in una sorta di religione del futuro, questo ideale deve essere fondato su principi scientifici. E se è vero, come molte volte è stato accertato, cioè che l’uomo può vivere di sola fede, la fede deve essere in potere della scienza. Per cambiare la natura umana, prima di tutto, bisogna essere consapevoli dell’ideale per cui sforzarsi, e poi usare tutti i mezzi forniti dalla scienza per la sua implementazione.

Se pensiamo ad un ideale capace di unire le persone in qualche tipo di religione del futuro, allora non può essere fondato se non su dati scientifici. E se è vero, come è spesso detto, che non si può vivere senza fede, allora quest’ultima non può essere altro che la fede nell’onnipotenza della conoscenza.

Risposta: Certo, dobbiamo lottare per la vera fede, che è la conoscenza assoluta, quando una persona cambia se stessa in modo da avvicinarsi alla natura. Allora in lui avviene una trasformazione, e comincia a sentire il pulsare interiore della natura, il suo movimento e se stesso in essa, come un tutto armonioso e generale.

Domanda: Se ciò che fa lo avvicina anche solo una goccia alla natura, allora è questa la direzione giusta, e se lo allontana, allora è quella sbagliata?

Risposta: Si. E anche secondo il motto “uno spirito sano in un corpo sano”. Più diventi sano, più ti avvicinerai alla natura, perché ne fai parte.

 

[286437]

Dalla trasmissione KabTV “Meetings with Kabbalah” 7/29/21

Materiale correlato:

Adeguarsi al programma della Natura
La natura detesta l’anarchia
Comprendere le forze nascoste della Natura

Riflessioni dopo i risultati delle elezioni in Virginia

Alla fine, l’identità politica è esattamente questo: politica.  Non si tratta di vita reale, è finzione.  Alla fine l’umanità respingerà le idee che non coincidono con la natura. Forse ci vorrà una grande guerra, forse un altro virus o qualche altro fattore scatenante, ma potrebbe non essere così.

In ogni caso, l’umanità si volterà contro gli eccessi dell’ego e stabilirà una società equilibrata e armoniosa, dove le persone trovano la propria espressione di sé in maniere che contribuiscono alla società piuttosto che frantumarla in una miriade di individui, confusi e infelici. 

Tradizionalmente, il popolo americano è abbastanza conservatore, nel senso buono della parola.  Ci sono varie oscillazioni  ma alla fine credo che gli Americani arriveranno a conclusioni e seguiranno ciò che è naturale e non le urla di persone con idee alla moda, che sono qui oggi ma che spariranno un domani. 

Cambiare la propria identità, decidere che sono qualcosa di diverso da come sono nato, sono tutti segni di crescita.  Ma la crescita deve essere guidata, altrimenti cresciamo dove conduce il nostro ego, lontani gli uni dagli altri e più profondamente dentro noi stessi, verso la separazione, l’isolamento e la tristezza. 

È qui che la  Critical Race Theory e l’identità politica ci conducono e i residenti della Virginia hanno usato le elezioni del governatore  per respingere questa direzione. Invece di sviluppare la nostra vera identità e realizzare il suo pieno potenziale, le idee che sono state respinte in questa elezione ci incoraggiano ad adottare un’altra identità, per poi passare il resto della nostra vita a cercare di giustificare la nostra scelta. Questa non è una ricetta per la felicità.

Tuttavia, c’è una buona ragione per cui tali idee vengono impiantate nelle persone. Quando le persone sono occupate a cercare di determinare chi (o cosa) sono, è più facile governarle.

Per natura, i governanti vogliono solo una cosa: governare. È facile gestire le persone quando sono confuse e si occupano di altre questioni oltre al governo e a quello che sta (o non sta) facendo per loro. Trovate loro un nemico, trovate loro una causa, si occuperanno di questo e lasceranno i governanti a godersi le comodità del governo. Machiavelli l’ha scritto secoli fa, e la natura umana non è cambiata da allora.

Eppure, tutto questo avviene per un motivo. L’idea di voler cambiare chi siamo non è senza merito. Deriva dal desiderio innato di trovare uno scopo superiore nella vita.  Il voler infrangere i confini della natura è un’espressione del nostro disaccordo con chi siamo. 

A differenza di qualsiasi altro essere,  è un desiderio innato negli esseri umani cercare risposte sulla propria esistenza.  Da dove vengo? Perché sono nato? Perché esiste il dolore?  Perché sono nato di un sesso e non di un altro? Posso cambiare ciò che sono?  E alla fine:  qual è lo scopo della mia esistenza? Questi anni che mi sono stati dati, hanno un significato e uno scopo oltre a quello di passare il tempo al meglio?  E, se esiste, qual è ? Queste domande sono caratteristiche del genere umano e ci portano alla confusione frenetica in cui ci troviamo oggi.

Nonostante ciò, non troveremo le risposte dentro di noi.  Le troveremo nelle nostre connessioni con gli altri.  La frantumazione della società “ci aiuta”, in maniera contorta, a capire che abbiamo costruito una società malata e dobbiamo ricostruirla se vogliamo essere felici.

Ma non serve cambiare nulla dentro di noi.  Non c’è niente di sbagliato in nessuno di noi come individui.   L’unica cosa che non funziona è come ci trattiamo tra di noi.  Quindi, le nostre relazioni sono l’unica cosa da correggere. 

Quando cominceremo a sentirci più uniti, che apparteniamo l’uno all’altro come membri di una famiglia, non sentiremo più il bisogno di cambiare chi siamo poiché saremo impegnati ad amare e a prenderci cura  degli altri.  

In una buona famiglia, le persone non si preoccupano di se stesse; si preoccupano l’una dell’altra e di tutta la famiglia. Ma poiché tutti nella famiglia pensano in questo modo, tutti sono felici perché tutti si sentono amati e curati.

In questi tempi, in cui tutti dipendono da tutti, in ogni parte del mondo, dobbiamo iniziare a costruire questa sensazione non solo in famiglia, ma tra ogni persona.  Alla fine, questa coperta di preoccupazione  coprirà ogni persona del mondo.

Certo, è un lungo viaggio, ma la sua fine è la beatitudine, e la natura ci spinge volenti o nolenti in quella direzione. Quindi, prima ci allineiamo con la natura, più saremo felici. Alla fine, non è questo che vogliamo tutti?

 

Didascalia della foto:
Il candidato repubblicano alla carica di governatore della Virginia, Glenn Youngkin, parla durante la sua festa della notte delle elezioni in un hotel di Chantilly, Virginia, Stati Uniti, 3 novembre 2021. REUTERS/Jonathan Ernst

La fonte della filosofia

Domanda: Baal HaSulam scrive nel libro ll Frutto del Saggio, che una volta, al posto della Kabbalah esisteva la filosofia.  Ciononostante, solo la Kabbalah può parlare di questioni che la filosofia ha preso come le sue basi.  Qual è la ragione per questa affermazione?

Risposta: Se prendiamo le basi della filosofia, e ora non parlo dal punto di vista di un Kabbalista, ma dal punto di vista di un filosofo, allora i Kabbalisti tedeschi medievali, in particolare il filosofo e umanista Johann Reuichlin, scrive nella sua opera De Arte Cabbalistica che Pitagora, fondatore della filosofia, tradusse il termine “kabbalah” in greco con il termine “filosofia” e prese tutte le basi della filosofia dalla Kabbalah.

In effetti, anche al tempo dei profeti, nei secoli VIII e IX  a.C, gli antichi greci studiavano con i Kabbalisti.  I Kabbalisti insegnarono a tutti coloro che volessero studiare, perché la Kabbalah è intesa per tutti, senza eccezioni.

Se una persona aveva il desiderio di occuparsi del suo proprio miglioramento e ottenere la somiglianza spirituale con la forza superiore, poteva venire e studiare questo metodo.  Non c’era alcuna restrizione.

Successivamente, gli antichi greci, che avevano studiato con i profeti, organizzarono una propria scuola. Disconnessero la materia dalla sua forma e iniziarono a occuparsi con la forma astratta. E da questo nacque la filosofia.

 

[286844]

From KabTV’s “Close-Up”

Qual è la differenza tra filosofia e Kabbalah?
La Kabbalah è la saggezza dell’amore
I tre principi della Kabbalah

La conferenza di Glasgow sul cambiamento climatico non cambia nulla

Mentre il mondo assiste al Congresso del 2021 sul Cambiamento Climatico, a Glasgow, sempre più dati indicano che gli sforzi umani, partendo dal presupposto che ci siano stati degli sforzi, sono stati, al meglio, insufficienti. Anche se i leader mondiali diffondono dichiarazioni a bizzeffe sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la realtà è l’opposto. 

Il rapporto del Production Gap dell’ONU registra le discrepanze tra la produzione di combustibili fossili programmati dalle nazioni e i livelli globali reali.  Il rapporto di quest’anno rivela che “nonostante l’aumento delle ambizioni climatiche e gli impegni Net-Zero, i governi prevedono ancora di produrre più del doppio della quantità di combustibili fossili nel 2030 rispetto a quanto sarebbe coerente con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5 C [2,7 F]. 

Tuttavia, anche se i governi intendessero rispettare i loro impegni, ciò non invertirebbe il cambiamento climatico. Se paragoniamo la quantità di gas serra prodotta dall’umanità alla quantità emessa dalle eruzioni vulcaniche, incendi forestali, e lo scongelamento accelerato del permafrost in Alaska, Groenlandia, Canada e Siberia, è chiaro che la natura è diretta ad un rapido cambiamento climatico con o senza il nostro “aiuto”. 

Ci sono crisi in ogni settore di coinvolgimento umano: le tensioni internazionali aumentano, l’estremismo religioso cresce, tensioni razziali e culturali dividono le nazioni dall’interno, e l’economia globale  è sull’orlo della stagflazione. Come se non bastasse, il coronavirus, tenace,  disturba la nostra vita e la ripresa economica del mondo intero, le catene di distribuzione  si stanno spezzando, portando a carenze di gas, cibo e altri beni basilari, e i disastri naturali si intensificano in frequenza e in ferocia  per via del cambiamento climatico. E’ chiaro che dobbiamo smettere di concentrarci su problemi specifici, e iniziare a pensare in maniera più sistematica. 

Il nostro mondo è costruito come una piramide.  Alla base della piramide abbiamo il livello minerale, sopra la flora, e sopra ancora la fauna, con  l’uomo che si trova in cima alla piramide.  Non facciamo parte del regno animale perché mentre i nostri corpi sono simili a quelli degli altri primati, le nostre menti ci permettono di riflettere sul passato, sul futuro, e fare piani a lungo termine per noi stessi e per il pianeta.   

In ogni modo, nonostante la nostra mente superiore, non siamo “superiori” al sistema: ne facciamo parte. Per questo motivo influenziamo tutti i livelli sotto di noi. Perciò, qualsiasi malfunzionamento al livello superiore, quello umano, si “riversa” su tutta la piramide e rovina anche gli altri livelli.

Ora è facile vedere che il problema è proprio dell’umanità. Inoltre, dato che i problemi abbracciano ogni ambito dell’impegno umano, è chiaro che frenare le emissioni di gas non risolverà nulla. Se vogliamo sistemare il mondo, dobbiamo sistemare l’umanità.

Quando esaminiamo l’umanità, ogni persona ha delle capacità e delle caratteristiche uniche.  In sé, queste caratteristiche non sono un problema, ma un vantaggio. La varietà di pensieri, approcci, culture, idee e credenze umane, creano un tappezzeria con centinaia di intrecciature che formano una potente entità che potrebbe, in teoria, raggiungere qualsiasi cosa.  Quindi, il problema non sono le persone, ma come si connettono tra di loro. 

Attualmente, le intrecciature nella tappezzeria dell’umanità cercano di distruggersi tra di loro.  Anziché rafforzarci, sostenerci e incoraggiarci,  gareggiamo per supremazia e potere.  Anziché  lavorare per rendere il tessuto il più forte, e il più bello possibile, cerchiamo di essere il filo più forte di tutto il foglio.  C’è  quindi da meravigliarsi se siamo esausti? C’è da meravigliarsi se siamo nauseati dalle lotte senza fine e dal malcontento che ci circonda?  C’è da stupirsi che la depressione sia la malattia più comune dei nostri tempi?  E infine, c’è da meravigliarsi che il nostro mondo, la nostra unica casa, sia in rovina?  Ora, credo che sappiamo su cosa dovremmo concentrarci per salvare il nostro pianeta.  

Didascalia della foto:
Quattro attivisti della Extinction Rebellion Glasgow University si legano al Memorial Gate dell’Università di Glasgow il 29 ottobre 2021 a Glasgow, Scozia. 

Come salvare i bambini dal suicidio?

Domanda: Uno scrittore chiede: Per favore,  ci parli del suicidio tra i bambini. Come posso spiegare loro che è sbagliato e che uno non dovrebbe avere tali pensieri? In una scuola del quartiere una ragazza ha fatto un salto da un edificio in costruzione. Ci sono due versioni sul perchè accade: la prima è un amore non corrisposto, la seconda è l’influenza di Internet, che l’ha condotta a questo. Come dobbiamo parlare a un adolescente?  Come possiamo prevenire che accada? Oppure è il fato di una persona?

Risposta: Dobbiamo comprendere che un teenager non è ancora un adulto. Egli consegue il mondo gradualmente. Proprio come quando siamo nati. Per prima cosa siamo completamente all’interno di nostra madre, poi mettiamo fuori la nostra testa. Cominciamo a  comprendere un po’, dentro al nostro lettino, alla nostra stanza, all’appartamento, e così via.

Un bambino oggi, nonostante cominci a camminare e possa solo raggiungere qualcosa gattonando intorno a una piccola area, è vulnerabile  di fronte a un grande mondo intorno a lui.  Viene messo in macchina, portato in giro, spinto in un passeggino, i genitori accendono la TV, la musica, i video, qualunque cosa. Viene sommerso da ogni genere di giocattoli complicati.

In breve, i confini del mondo gli sono stati aperti mentre non è ancora pronto. La Natura non lo ha ancora preparato. Per questo è confuso e non sa cosa fare. Tuttavia, egli è sotto pressione per così tanti stimoli e per i quali non è ancora pronto.  E questo è il problema.

Quindi, molti bambini non possono comprenderlo. Non hanno abbastanza forza  dentro di loro. Tutte queste percezioni esterne  li influenzano in tal modo che essi perdono il controllo.  Quando sono esposti a films vietati o a qualcosa di simile essi li percepiscono come reali e prendono facilmente in considerazione il suicidio.

Noi dobbiamo proibire tutto questo e limitarli. Per i primi due anni non devo esporre un bambino a sollecitazioni esterne. Solo visioni sulla natura che può vedere e sentire attorno a lui, questo è ciò che gli deve essere mostrato.  I suoni e le immagini che lo circondano, ogni cosa che è lì gli fa vedere tutto, ma nessuno schermo, niente computer o TV.

Domanda: Quindi, sei un grande fautore di una responsabile e graduale esposizione dei bambini a questa vita?

Risposta: Io voglio un bambino per dargli l’opportunità di sviluppare in lui una mente sana all’altezza del mondo nel quale esiste. Qualsiasi cosa egli possa raggiungere, questo è ciò  che deve essere confortevole per lui.

Il resto è per le tappe successive. Fino a  quel momento tutti i tipi di sistemi sono a posto. Noi possiamo già spiegargli alcune cose, parlargli, dargli  nozioni di letteratura e mostrargli altre cose.  Subito dopo si può iniziare con la storia, la geografia e la geologia, piuttosto che questi terribili programmi per bambini  costruiti interamente sulla fiction e che causano loro una terribile distorsione della realtà. Essi mostrano violenza e rabbia. E’ davvero incredibile!

Le trasmissioni per i bambini sono le più violente. Un bambino  le guarda e pensa che sia la realtà, il mondo. Così, perché non saltare dal decimo piano? Egli vede questi salti alla TV ogni  giorno nei programmi  a lui dedicati.

Significa che non abbiamo idea di quale immagine distorta della realtà noi portiamo nel loro mondo. Quindi, cosa dobbiamo aspettarci? Abbiamo bisogno di rimuovere tutto questo. Completamente.

Domanda: Sei favorevole a misure così drastiche?

Risposta: Io sono per elevare una sana generazione.

[279504]

Dalla trasmissione Kab TV “News with Dr. Michael Laitman” 11/2/21

Materiale correlato:
Come possiamo insegnare ai bambini ad essere felici?
Come spiegare ai bambini che dobbiamo cambiare?
Rivolgi il tuo cuore ai bambini

Il circolo vizioso della violenza domestica

La violenza domestica è una specie di allarme sociale globale; è diffusa e apparentemente inarrestabile. L’attenzione dei media statunitensi sulla scomparsa e l’uccisione di una giovane donna, Gabby Petito, nel Wyoming,il cui   compagno è stato indicato come persona di interesse, ha messo di nuovo sotto i riflettori la questione delle relazioni violente. Purtroppo, questo è solo uno dei tanti casi segnalati ogni giorno in tutto il mondo tra i troppi che non vengono segnalati.

In base ad un nuovo studio pubblicato dal The New England Journal of Medicine, in America, una donna su quattro, nel corso della propria vita, subirà violenza dal proprio partner. Secondo le statistiche dell’ONU, a livello globale circa una donna su tre, una cifra sbalorditiva di 736 milioni, nella sua vita è stata vittima di violenza commessa dal proprio partner.

L’umiliazione, la derisione, il bullismo, le minacce e le insulti, sono forme comuni di abuso verbale all’interno della famiglia. Anche la violenza emotiva assume forme pacate: disconnessione, silenzi assordanti e lunghi periodi di disinteresse. Ci sono molte sfumature ed espressioni di violenza comunicativa tra le coppie e quando in casa queste diventano situazioni ricorrenti, di solito hanno conseguenze disastrose. Come si può affrontare questo fenomeno?

Cominciano dalle scuole. La maggior parte delle istituzioni è orientata ad impartire conoscenza ed educazione, ma questo è ben lontano dal preparare un giovane alla vita. La lezione più importante da imparare è come comportarsi nelle relazioni, sul lavoro, ovunque. Questo è valido specialmente ora che così tante strutture sociali sono crollate ed i giovani crescono senza buoni esempi con cui relazionarsi e confrontarsi.

Come risultato della mancanza di intenzioni ed obiettivi su come costruire relazioni valide, molte famiglie vivono un’atmosfera ostile e violenta. I bambini che crescono in questo genere di ambiente soffrono di alti livelli di insicurezza. Quando crescono e si creano una loro propria famiglia, a volte vogliono costruire un ambiente completamente diverso. Tuttavia, spesso finiscono per ricreare gli stessi schemi violenti, a loro così familiari  perché derivanti dal loro passato. Si rendono conto di ripetere gli stessi errori, ma scoprono di non avere la forza di cambiare.

Gli schemi dei comportamenti che osserviamo durante l’infanzia ci accompagnano per tutta la vita, per cui è naturale che li replichiamo. Pertanto, è fondamentale che la società fornisca ad ogni persona corsi e sistemi educativi che le permettano  di creare i giusti modelli di relazione. Tali schemi devono essere fissati profondamente all’interno di una persona per fermare gli scoppi e le eruzioni di rabbia prima che venga fatto del male.

Il principio più importante da insegnare nella costruzione delle relazioni è quello dell’uguaglianza. Questo principio si contrappone alla volontà interna che è alla base di ogni comunicazione violenta, la volontà di una persona di controllare gli altri.

Al fine di illustrare cosa si intenda per principio di equità, diciamo che voglio costruire delle buone relazioni tra me e il mio partner, con la reciproca comunicazione, una profonda connessione e grande amore. Da questo momento in poi, entrambi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze di essere uguali. Come esercizio pratico conveniamo che qualsiasi cosa io faccia al mio partner, lui o lei farà lo stesso a me, nel bene e nel male. Concordiamo di specchiarci uno nell’altro.

Dal modo in cui parliamo, guardiamo, reagiamo tra noi in ogni questione e interazione, cercheremo di imparare da questo esercizio come il nostro partner sta cercando di trattarci bene. E anche se va contro il nostro egoismo e ci costa un grande sforzo, vale la pena mostrare che ci sforziamo di trascendere il nostro istinto egoista per formare un buon legame reciproco, perché ciò obbligherà anche il nostro partner a fare lo stesso.

Come parte della formazione di coppia sull’applicazione del principio di uguaglianza, funzioneremo l’uno verso l’altro come uno specchio. Se ognuno di noi cerca immediatamente di copiare i comportamenti dei nostri partner e di rifletterli come uno specchio, così facendo ci aiutiamo a sentire come il nostro atteggiamento ha influito sull’altro, individuiamo cos’altro dobbiamo correggere e migliorare. È un meccanismo di riscontro, una risposta che esiste sia nei sistemi tecnologici che in quelli naturali con lo scopo di mantenere l’equilibrio e la completezza.

Se imparassimo a costruire questo tipo di meccanismo nelle nostre relazioni e fossimo entrambi d’accordo di funzionare come specchi uno per l’altro, allora anche se un individuo ne trattasse male un altro, una risposta di riflesso arriverebbe immediatamente dal partner e porterebbe lui o lei ad un aggiustamento della direzione. Gradualmente cominceremmo a percepire che il buon trattamento che vogliamo ricevere dai nostri partner dobbiamo prima dimostrarlo a loro.

Questo è il modo in cui ci costruiamo l’un l’altro e creiamo una relazione egualitaria. Man mano che avanziamo in questo lavoro, invece degli impulsi egoistici che sorgono in noi e che guidano le nostre relazioni in una direzione violenta, coercitiva e distruttiva, saremo in grado di modellare l’ambiente che ci circonda e costruire una casa dove solo i buoni modelli saranno instillati nella nostra prole e in tutta la società.

 

Il crollo dell’istituzione del matrimonio

Domanda: Sempre più persone non vogliono entrare nella formalità del matrimonio. Oggigiorno, e in molti posti, il matrimonio di diritto comune è considerato di fatto una relazione matrimoniale. La cosa interessante è che secondo le statistiche riportate in uno studio che ho letto, circa il 70% degli uomini che vivono in un matrimonio di diritto comune, si considera single, e il 90% delle donne nella stessa situazione si considera sposata.  Come si spiega un atteggiamento così opposto a questa situazione?

Risposta: Vogliono pensare in questo modo perché educhiamo sia gli uomini che le donne nella maniera scorretta. L’uomo non si sente responsabile. Gli è più comodo così è più semplice vivere in diritto comune perché non lo obbliga in nessun modo.

Ma siamo a conoscenza anche di altre statistiche: le persone vivono insieme per tanto tempo, si sposano, e dopo un po’ divorziano.  Perdipiù questo avviene nella maggioranza dei casi.  Se non si fossero sposati avrebbero continuato a convivere.

Il fatto è  che l’uomo non è stato creato come una macchina: vivo con qualcuno, mi obbliga o meno, lo si racchiude in una struttura che lo mette sotto pressione esterna e lo comanda? Se questo fatto lo stravolge, cercherà di fuggire.

L’uomo è stato creato per battersi per la libertà. Se, dal sistema che lo opprime e lo obbliga, non riceve una ricompensa interna, che dovrebbe arrivargli dall’educazione, allora scapperà, divorzierà, e non penserà che sia necessario fare parte di questa struttura. Quindi, l’istituzione del matrimonio oggigiorno si è praticamente esaurita.

 

[279843]

Dalla trasmissione di KabTV “Close-Up” 8/11/09

Materiale correlato:
Da cosa dipende un matrimonio felice?
La famiglia del futuro
Uomo e donna, l’unione degli opposti

Gli occhi del saggio

Quando guardiamo la mappa politica del mondo, vediamo due linee che cercano di distruggersi a vicenda: la linea di destra e la linea di sinistra.  

Si alternano nel dominio e i loro sforzi diventano sempre più feroci e distruttivi.  Ma quando guardiamo il resto della natura, vediamo che non c’è alcuna guerra, anzi troviamo la complementarietà. Persino gli scontri rafforzano le parti rivali, rendendole più sane. È chiaro che qualcosa ci sfugge.

Il progresso equilibrato contiene sempre due lati: il destra e il sinistra. La parte destra è la tendenza verso la stabilità e la tradizione, verso il mantenimento del domani uguale a oggi. Il lato sinistra è la tendenza alla rivoluzione, all’innovazione, al sondare il futuro.  Quando i due lati sono complementari, la società trae conclusioni migliori, prende decisioni più precise, avanzando con successo. 

“Gli occhi del saggio sono nel suo capo” (Ecclesiaste 2:14), disse Re Salomone. In altre parole, mentre la natura ci spinge in avanti, dobbiamo sforzarci di capire la sua indole e prepararci a essa. Quando non ci prepariamo, veniamo sorpresi da disgrazie e l’angoscia  ci obbliga a cercare protezione.  Dato che la natura è in costante evoluzione, mantenere la stabilità domani richiede la preparazione oggi.  Questa è la giusta combinazione tra la linea di destra e la linea di sinistra, detta anche “avanzando con la linea di mezzo”.  

Mantenere la linea di mezzo è difficile, dato che l’ego umano cambia e si evolve costantemente. Più ci sviluppiamo, più i nostri sensi richiedono nuovi stimoli e sentiamo una maggiore fame di piacere e soddisfazione. Allo stesso tempo, il nostro mondo diventa sempre più connesso e qualsiasi movimento che una persona intraprende influenza tutte le altre.  Siamo diventati reciprocamente dipendenti, mentre l’isolamento tra di noi si intensifica. 

Per sopravvivere nel XXI secolo, non avremo altra scelta che stabilire sistemi educativi globali che ci insegnino la linea di mezzo tra il soddisfare il nostro ego crescente e la necessità di essere rispettosi degli altri. Se non impariamo a trovare un compromesso costruttivo, la natura ci obbligherà a farlo attraverso pressioni e sofferenza.

Negli anni Trenta del Novecento, il grande kabbalista e pensatore Baal HaSulam  scrisse nel suo saggio illuminante “Pace nel Mondo”: “Nella nostra generazione, in cui ogni persona è aiutata nella sua felicità da ogni nazione del mondo, l’individuo diventa inconsapevolmente schiavo del mondo intero, come una rotella in una macchina…anche se questo è rinomato e risaputo, le persone del mondo non l’hanno ancora capito adeguatamente. Perché? Perché tale è la condotta dello sviluppo in natura: l’atto viene prima della comprensione e solo le azioni dimostreranno e spingeranno in avanti l’umanità”.

Quindi, non abbiamo tempo da perdere. Se vogliamo un domani accogliente, dobbiamo lavorarci oggi. 

Didascalia della foto:
Membri dell’estrema destra Proud Boys affrontano i contro manifestanti durante raduni rivali a Portland, Oregon, Stati Uniti, 22 agosto 2021. REUTERS/David Ryder

L’età non è un ostacolo

Commento: Per essere felici, una persona non ha bisogno di pensare molto. Può prendersi cura di se stesso e della propria salute in modo adeguato, e questo basterebbe. E poi, può andare ed esplorare altre cose.

Risposta: Basato sulla scienza della kabbalah si può assolutamente capire chiaramente che una persona può andare dall’equilibrio interiore a quello esteriore, e vice versa attraverso una corretta interazione esterna con gli altri si può arrivare alla pace interiore e all’equilibrio.

Domanda: Quindi l’età non è un ostacolo qui?

Risposta: L’età non è affatto un ostacolo. Assolutamente no! Tutto dipende solo da come una persona percepisce se stessa e il mondo che lo circonda. L’anima è immortale, e pertanto il corpo non dovrebbe avere il controllo su di noi.

 

[286368]

Dalla trasmissione di KabTV  “Meetings with Kabbalah” 7/29/21

Materiale correlato:
Che cosa determina il passare del tempo?
Oltrepassare la linea tra la vita e la morte
Il senso della vita sta nell’impararne il significato

La giusta protesta degli specializzandi in medicina non sanerà il sistema dell’assistenza sanitaria

La battaglia dei medici specializzandi e di quelli tirocinanti per accorciare i loro turni assurdamente lunghi  va avanti da più di un decennio. Mentre non ci si aspetta che una persona mantenga la lucidità per più di otto ore di lavoro, gli specializzandi e i tirocinanti, ai quali è affidato il compito di salvare le nostre vite e quelle dei nostri cari, devono in qualche modo rimanere lucidi e attenti per ventisei ore di fila. E non solo una volta  ma durante tutto il loro training che in genere dura quattro o più anni. Tali condizioni lavorative sono una vergogna  per lo Stato, che le richiede a  tutti gli studenti di medicina  durante il loro percorso per diventare dottori certificati e testimonia il livello della nostra indifferenza l’uno verso l’altro. 

Tali condizioni non sono nuove e nemmeno sono specifiche di Israele. Essendo figlio di due medici, ricordo che entrambi i miei genitori si assentavano per molte ore persino quando avevo solo cinque anni. Ricordo che mia madre cucinava   del cibo che durasse per due giorni  mettendolo nel forno ad una temperatura molto bassa per mantenerlo tiepido e  usciva per un turno di 36 ore in ospedale. A cinque anni, mi servivo la cena da solo, essendo l’unica persona in casa.  

Qui c’è  chiaramente bisogno di una riforma più ampia e non solo per gli specializzandi e per i tirocinanti, ma per tutto il sistema. Mentre da un lato non possiamo interrompere i servizi medici , è  altrettanto semplicemente ingiusto però pretendere dai dottori dei turni del genere  e irrealistico aspettarsi da loro che svolgano il loro lavoro bene dopo essere stati impegnati così tante ore. Quando dico che la soluzione deve riguardare tutto il sistema, non mi sto riferendo solo al sistema sanitario. 

La riforma  deve includere  ogni aspetto della nostra vita.  Attualmente, ogni cosa è motivata  dal denaro. Come dice la canzone : “Il denaro fa girare il mondo”; questa è la ragione per cui il nostro mondo appare patetico. Le nazioni spendono un enorme ammontare di denaro nel campo della medicina ma guardate dove questo ci sta portando. In tutto il mondo, l’unica area dove spendiamo più denaro dei contribuenti rispetto alla medicina è quella delle armi. Eppure  nonostante i  budget titanici, il sistema pubblico della salute sta affondando. E ripeto, non sta succedendo solo nel sistema sanitario. Lo stesso fenomeno è evidente nell’educazione, nei servizi sociali e in qualsiasi altro ambito. 

Il problema risiede nella nostra motivazione di base. Dobbiamo istituire una società basata sull’attenzione e sulla cura  invece che sul denaro. Se non iniziamo un processo educativo che insegni alla gente quanto siamo interdipendenti, diventeremo così nocivi gli uni verso gli altri che la società umana si disintegrerà, con un costo colossale per tutti noi. Se sentiamo di dipendere l’uno dall’altro, svilupperemo la cura reciproca.

Anche senza parentela naturale, come tra fratelli e sorelle, la consapevolezza che il nostro benessere dipende dal benessere di tutti gli altri ci farà lavorare per il bene degli altri. E se lavoriamo per il bene degli altri, cominceremo a sentirci a nostro agio con loro, e da lì non passerà molto tempo prima di diventare veramente premurosi gli uni per gli altri.

Uno dei miei studenti, che lavora per una grande organizzazione medica in Israele, mi ha detto che gli è consentito di dedicare ad ogni paziente non più di dieci minuti. In quei dieci minuti, persino con nuovi pazienti, deve arrivare a conoscere la persona, diagnosticare il problema e prescrivere medicine o futuri trattamenti. Questo non è assistenza sanitaria,  è una catena di montaggio. Questo è ciò che accade quando la motivazione non è il benessere degli altri, ma il denaro e caratterizza la nostra intera società.