Il pericolo di disordini sociali dopo il Coronavirus

L’Agenzia per il Lavoro delle Nazioni Unite ha reso noto che il Coronavirus potrebbe spazzare via la metà delle occupazioni, lasciando senza lavoro quasi due miliardi di persone. Come nutriamo due miliardi di famiglie senza i mezzi?

Se organizziamo correttamente l’occupazione e distribuiamo equamente i frutti del lavoro, ce ne sarà abbastanza per tutti. Vivendo in una società integrale una persona si sentirà a proprio agio.

Ma se non riusciamo a farlo, verremo nuovamente attaccati dai virus che ci costringeranno a stare a casa in quarantena e a rivendicare più viveri, fino a quando non converremo che è meglio condividerli con gli altri per rimanere in vita. Sarà molto difficile imparare questo.

I disordini sono già iniziati in molti paesi: in Libano le banche vengono date alle fiamme, mentre negli Stati Uniti hanno luogo manifestazioni a mano armata. Vi è un crescente pericolo di scoppio di violenza. L’egoismo alimenta la rabbia, non c’è da stupirsi che gli americani abbiano acquistato tutte le armi in vendita nei negozi.

Ora scenderanno in strada e vorranno vendicarsi, prima di tutto contro il governo. Sulla base delle enormi somme di denaro che, con il beneplacito del governo, passano nelle tasche dei super ricchi, ci sarà un grave sconvolgimento.

Chiaramente, la divisione equa dei beni richiede una nuova mentalità socialmente progressiva, che deve essere instillata nelle persone. Tutti devono vedere chiaramente che se non ci avviciniamo gli uni agli altri e diventiamo più gentili, dovremo allontanarci ulteriormente e ricevere duri colpi e catastrofi, sia naturali che artificiali.

Cosa può costringere le persone a pensare in un modo più generale e integrale e a sentire la nostra interdipendenza? Di fronte a sofferenze, malattie e decessi, tutti saranno pronti ad ascoltare e confermare che il nostro mondo è integrale, chiuso, senza uno spazio per nascondersi. Pertanto, dobbiamo anche comportarci in questo modo l’uno con l’altro affinché tutti siano uguali e si sentano parte di una famiglia comune.

Non c’è motivo di sperare che il Coronavirus scompaia. Se non sarà per questo virus, ne arriverà un altro che ci porterà al punto di dover impegnare l’unità integrale comune della natura proprio come fanno oggi i livelli inanimato, vegetale e animale.

Gli epidemiologi prevedono che questa pandemia durerà almeno un altro anno e mezzo o due. Quindi il Coronavirus è qui per rimanere e, in caso contrario, arriverà un altro virus, di certo non migliore del precedente.

L’umanità dovrà ancora reprimere il proprio egoismo e adottare una forma più circolare di società in cui tutti saranno uguali e solidali l’uno con l’altro invece che continuare a curare solo i propri interessi spremendo sempre più i governi per le proprie necessità. Ciò favorirà solo la comparsa di nuovi virus, più viziosi.

Sono molto ottimista a riguardo perché i colpi ci aiutano a pensare. Vediamo come il mondo si è fermato di fronte al pericolo. I nuovi virus ci uniranno ancora di più e ci mostreranno il percorso verso una corretta connessione, verso il sistema integrale reciproco. Quando il sistema delle nostre connessioni diverrà buono e corretto, tutti i virus passeranno da dannosi a benefici. Buona fortuna a noi!
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Dalla trasmissione di KabTV “Prospettive globali: il pericolo di disordini sociali dopo il Coronavirus – Parte 3’”, 1/05/2020

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