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La vita secondo una nuova sceneggiatura – 1′ Parte

La natura ci dà la possibilità di uscire da noi stessi e di immedesimarci nella trama di un libro o di un film. Le serie TV senza fine e le maratone dei film sono la dipendenza principale dei nostri tempi, e coinvolgono sia le generazioni più anziane che quelle più giovani.

Il sogno di noi tutti è quello di tornare a casa, sederci in poltrona, abbassare le luci, accendere la TV e perderci in una nuova serie televisiva.

Netflix, che consente di guardare film su qualsiasi dispositivo dotato di schermo (TV, telefono e computer), ha 140 milioni di abbonati. Le persone trascorrono ore ed ore sedute davanti a uno schermo a guardare una serie dopo l’altra.

Questo le proietta in una realtà diversa, perché esse desiderano prendere le distanze dalla vita di tutti i giorni per iniziare a vivere in un film. Vogliono cambiare il film in cui la vita le costringe a diventare “il protagonista”, con un altro nel quale possono solo essere figuranti, seduti tranquillamente su comode sedie. Come sarebbe bello vivere la vita come in un film.

Un giorno, a qualcuno verrà l’idea di sbarazzarsi completamente degli schermi attaccando un filo direttamente alle nostre teste, trasmettendoci poi il film delle nostre vite. In quel caso potremmo persino diventare il personaggio principale del film, perché lì potremmo immaginarci in diverse situazioni. Ma noi ora siamo in un film, senza saperlo. E come possiamo sapere che questo è un film o no? In realtà, questo non ha importanza per noi; l’importante è sentirci bene, o almeno non soffrire.

La natura ha sviluppato in noi la capacità di uscire dalla nostra vita e di entrare in empatia con la trama di un film o di un libro, con i suoi personaggi, in modo da sapere che viviamo in un film. Tutta la nostra vita viene interpretata come un film, che possiamo cambiare.

Possiamo elevarci al di sopra della persona fisica che sta guardando il film, sino al livello delle forze che lo proiettano; possiamo intervenire in loro e cambiare il nostro film, cioè la nostra vita. Possiamo diventare il protagonista di qualsiasi film vogliamo, cambiando i nostri stati, inclusi la vita e la morte.

La capacità di entrare in empatia con i film ci è data in modo che possiamo creare un nuovo film per noi stessi dove noi saremo “il regista”. Dopotutto, quanto rimpiangiamo i film in cui abbiamo vissuto in passato, quanto vorremmo cambiarlo ma pensiamo che sia impossibile. Ma è possibile cambiare il passato, mettere in pausa questo film, riavvolgerlo nel momento giusto e ricominciare in modo diverso.

Diverremo di nuovo bambini spensierati che hanno appena iniziato a vivere la propria vita. Ma cosa ci piacerebbe cambiare nella nostra vita? Questa è la domanda. Non ci sarà permesso di cambiare nulla fino a quando non saremo in grado di scrivere una nuova sceneggiatura più corretta di quella precedente. Quindi saremo anche in grado di migliorarla.

Dopo aver vissuto il film con l’esperienza accumulata, vedremo di nuovo il modo in cui possiamo migliorarlo e ricominceremo a un livello più maturo e serio, cercando di realizzare noi stessi in modo da non avere rimpianti alla fine del film, prima di morire. Quindi capiremo che il film non finisce e anche come potremmo farlo continuare per sempre.

La saggezza della Kabbalah consente ad ognuno di noi di sviluppare la capacità di trasmettere la sceneggiatura della propria vita, tenendo tutto sotto controllo. Impareremo ad accettare la nostra vita nella forma corretta, non ci pentiremo di nessun momento e non vorremo tornare e correggerlo.

La vita che vivremo sarà corretta, cordiale, piena di significato e non ne rimpiangeremo un solo momento. Quindi, dopo tutti questi calcoli, scopriremo che non siamo stati noi a fare tutto questo, ma la forza che proietta questo film, e tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare erano destinati a portarci in uno stato perfetto. Non c’era altro modo! Pertanto, siamo d’accordo, il film finisce e inizia la vita reale.

Poi vedremo che tutta la nostra vita precedente era solo un sogno dal quale ci stiamo risvegliando ora a una nuova vita e iniziamo un nuovo giorno. Questa vita è eterna e perfetta. Sono nella relazione corretta con colui che stava trasmettendo questo film e solo insieme stiamo costruendo il nostro ulteriore progresso creando un nuovo film.

Conosciamo e comprendiamo come tutto è organizzato e come si sviluppa diventando noi stessi gli sceneggiatori, i cameraman e i registi, cioè i produttori di un film con migliaia di attori. Noi stessi, invece della forza superiore, organizziamo la nostra vita, perché ogni persona ha la propria vita e il proprio mondo con tutti gli attori.
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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1167”, 22/10/2019

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Risposte dalla Kabbalah

Domanda: Quando chiediamo al Creatore la luce della correzione, attraverso cosa Egli agisce su di noi?

Risposta: Attraverso il gruppo.

Domanda: Tu hai indicato i periodi dello sviluppo spirituale: 13 anni, 20, 70 e 120. Cosa rappresentano questi periodi?

Risposta: Sono fasi dello sviluppo spirituale. Esse non hanno nulla a che vedere con gli anni del nostro mondo materiale.

Domanda: Come vengono chiamate?

Risposta: Concepimento (Ibur),
piccolezza /infanzia (Katnut),
grandezza/maturità (Gadnut).
Tu dovresti studiare la Kabbalah.

Domanda: Cos’è nella spiritualità il salto comune e cos’è lo sforzo finale?

Risposta: Il salto comune nella spiritualità è semplicemente un salto. Non può essere altrimenti. Una persona non può fare nulla se non attraverso un salto collettivo.

Lo sforzo finale prima del salto è quando ognuno si annulla di fronte agli altri per il bene del salto.

Domanda: Cos’è la vergogna? Come può un individuo provare la gratitudine per la sensazione della vergogna?

Risposta: La vergogna è la sensazione della mia disuguaglianza della forma con il Creatore. Tutto il resto è semplicemente la sensazione del turbamento che provo; come se fossi stato sorpreso a rubare. La vera vergogna è la disuguaglianza della forma con il Creatore.

Domanda: In una delle sue lettere Baal HaSulam scrisse che si rallegrava della rivelazione degli ostacoli e che se tu presti attenzione ad essi, si trasformeranno in una pila di ossa. Come possiamo determinare cos’è un ostacolo e cosa significhi prestargli attenzione?

Risposta: Se qualcosa si frappone fra i miei amici e me o fra il Creatore e me, questo è chiamato un ostacolo. Poi mi rendo conto che questo mi infastidisce e mi rivolgo direttamente al Creatore, con la preghiera; ed ecco che l’ostacolo scompare e diventa “una pila di ossa”.

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Dalla lezione n.5 del Congresso Mondiale di Kabbalah in Moldavia, 7/09/2019, Rivolgersi al Creatore

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