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Workshop Mondiale – 20.05.2012

Workshop Mondiale
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Uno stato corretto

Domanda: Lei ha detto che dobbiamo costantemente ritornare allo stato corretto e tenerlo a mente. Qual è questo stato?

Risposta: Il punto è che quando una persona raggiunge la connessione integrale con altre persone in un gruppo che non è troppo grande, egli ricorda questo, lui ha un’impressione chiamata Reshimo, (reminiscenza). Questa impressione è emotiva e viene memorizzata in lui come un ricordo, ma è una memoria attiva.

Questo significa che con l’aiuto di qualsiasi stato che le assomiglia noi possiamo sempre soddisfare le Reshimot e cominciare a sperimentarlo di nuovo, per viverlo e percepirsi immediatamente in esso con facilità, mancanza di restrizioni, il calore, la sicurezza e l’uscita da qualsiasi crisi, ecc.

Quando una persona comincia a uscire da sé stessa e a connettersi con gli altri, vede che tutti i problemi che sentiva prima, erano sentiti perché aveva una diversa percezione della realtà, “per sé stesso” e non “da sé stesso.”

Quindi la cosa principale è lasciare un’impressione molto accurata di reciproca collaborazione con il mondo intorno a lui, con l’ambiente, e insegnare ad una persona l’abitudine di come fosse possibile ritornare dai diversi stati a questo stato di base. Dopo noi torneremo ad esso su livelli diversi, più alti, nonostante le possibili interruzioni, con l’aiuto di ambienti diversi, in ogni ambiente.

Domanda: Quante volte una persona può avere un ritorno allo stato corretto durante il giorno?

Risposta: Deve essere costantemente in esso. Io cerco di trasformare qualsiasi stato in cui sono in uno stato corretto.

Domanda: Come può essere intensificato, come può essere rafforzato e più potente?

Risposta: E’ possibile intensificarlo tramite la resistenza che provo nel volerci tornare. Alla fine, quando supero la resistenza che sento, diventa un coefficiente di intensità. Dalle mie esperienze di cooperazione, l’opposizione a questi stati “a me” e “da me” saranno di conseguenza più chiari, più lontani e più forti.

Domanda: Quando descrivi questo fenomeno io lo vedo come un processo individualistico, ma noi diciamo sempre che esso è un processo di gruppo.

Risposta: È un processo di gruppo, ma noi stiamo parlando di uno sforzo individuale nell’ambito del processo di gruppo. Più tardi, quando il processo si stabilizzerà come un processo di gruppo, tutti cominceranno a sentire un’associazione unita. Questo è lo stato in cui gli individui diventano un tutt’uno, proprio come tante gocce si uniscono in uno in cui nessuna divisione si fa sentire, ma piuttosto è la sensazione di una grande goccia unificata.

Ma stiamo dicendo che questi Stati sono in continua evoluzione — i gruppi si disperdono e si riconnettono. Non stiamo parlando di un gruppo o del fatto che l’umanità è diventata un gruppo tale. Quindi, qui la cosa principale diventa il singolo componente del mio lavoro con tutto l’ambiente.
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(Tratto da una conversazione sull’educazione integrale, 27.02.2012)

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 20.05.2011

Lezione virtuale – Introduzione al Workshop
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.05.2012

Preparazione alla Lezione
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Conversazione dopo i Congressi
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Il Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 89, Articolo “Il Firmamento di Separazione e Collegamento”, Punto 368, Lezione 99
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TES, Parte 7, Punto 3, Lezione 4
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Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot, Pagina 366, Punto 138, Lezione 62
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Guardare il gruppo nella luce dell’amore

Domanda: Quali sforzi dovrebbe fare il gruppo al fine di conseguire la correzione nello stesso lasso di tempo in cui i suoi membri scoprono la saggezza della Kabbalah?

Risposta: Gli sforzi dovrebbero essere di non giudicare qualsiasi membro del gruppo secondo lo stato in cui ognuno si trova. Siamo tutti “stracci”, come usava dire Rabash; siamo tutti non corretti. Tutti i peccati e gli attributi negativi sono in ciascuno di noi.

La persona che raggiunge i livelli elevati spirituali scopre il disgusto e i desideri di repulsione che egli ha ed è sconvolto dal fatto che egli può avere tali desideri. Gli è anche impossibile immaginarli! Come risultato della frantumazione, ognuno ha tutti i tipi di desideri dentro di lui. Pertanto, non dobbiamo vedere nessun altro come corrotto.

“Dobbiamo prenderli uno per uno e conoscerli.” Se vedo un difetto in qualcuno, è solo perché io sono corrotto. Se io fossi corretto, avrei potuto vedere l’altro secondo il mio livello di correzione, come totalmente corretto, perché tutti questi gradi esistono già. Quello che vedo ora è il riflesso del mio ego. È il mio ego che raffigura questa immagine per me.

Quindi il lavoro principale del gruppo è di accettare ogni membro come il suo bambino amato. Non importa quello che fa: se egli non vi dà tregua, e fa un pasticcio, se vi rompe tutto, voi dovete sapere che è il vostro bambino. Questo è il modo in cui si dovrebbe trattare l’amico. Questo è un segno di amore.

Io parlo qui di un amico e questo significa che una persona può trattare gli altri in questo modo, e non di qualcuno che è appena entrato per unirsi al gruppo. L’aiuto reciproco significa considerare gli stati personali di ciascun individuo.
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(Dalla lezione 2 del Congresso di New Jersey, 12.05.2012)

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Preparazione per 1000 Tavole Rotonde

Giovedì scorso, 3 Maggio 2012, nella Società israeliana è avvenuto un evento significativo. Una coalizione che include organizzazioni educative, senza scopo di lucro, con rappresentanti del Movimento Arvut (Garanzia Mutua), e con il supporto di alcune persone di talento che desiderano ottenere cambiamenti reali nella Società per mezzo di iniziative che partono dal basso.

Lo scopo della riunione non era trovare soluzioni immediate, ma assumere la responsabilità  nelle nostre mani. E’ evidente che stiamo parlando di un lungo periodo di tempo, ma i partecipanti desiderano condividere con l’intera Società israeliana l’emozione e la speranza che loro sentivano tutti insieme.

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