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Aprendo lo Zohar – 08.08.2010

Il Libro dello Zohar – Selezioni, “L’intenzione nella Preghiera” e “Elevare una Preghiera”
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Lezione quotidiana di Kabbalah del 08.08.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art. 6
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Lech-Lecha”, Punto 382, Lez. 26
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Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Volume 6, Parte 15, Punto 137, Lezione 9
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione al libro: Panim Meirot uMasbirot, Punto 8, Lezione 9
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Il significato di “Comandamento” nella spiritualità

Ho ricevuto una domanda: Il capitolo dello Zohar che stiamo leggendo si chiama Comandamento (Tetzaveh). Cosa significa “Comandamento”, in spiritualità?

La mia risposta: Questo si riferisce al comandamento che ci è stato assegnato. Per unirci al lavoro del Creatore, dobbiamo prima di tutto cercare di riconoscere il nostro desiderio e il motivo della nostra creazione. Dobbiamo sentire il nostro stato di essere opposti al Creatore in modo di diventare “creature”.

Non è comunque sufficiente. Questa é solo la prima identificazione della propria natura. Dopo aver fatto questo, l’uomo deve cercare si assomigliarsi al Creatore e dopo scoprirà di essere incapace di farlo. Quando nonostante tutto lui insiste ad andare avanti e lotta per arrivare al livello successivo di riconoscere se stesso, scopre che non ha desiderio di diventare similare al Creatore. Oltre ad essere opposto al Creatore ed essere incapace di diventare similare a Lui, non lo desidera nemmeno.

Tuttavia, mentre attraversa questo processo, ogni volta che l’uomo innalza il significato del Creatore, l’importanza del traguardo, e vede il suo stato come basso ed insignificante, continua a ricercare fino a che scopre che esiste un sistema di collegamento tra le anime, e da questo, può ricevere una forza addizionale. Desidererà allora, e sarà capace, di rivelare tutta la sua opposizione al Creatore, la sua mancanza di desiderio e l’opportunità di diventare similare a Lui. Allo stesso tempo sentirà un bisogno pressante di correzione, di raggiungimento di dazione per il Creatore, che supererà molte volte quello che avrebbe ottenuto da se.

Allora, equipaggiato di questo “pesante ammonimento”, che lui ha ottenuto attraverso il potere del gruppo con la proprietà della garanzia mutua (dentro la quale esiste il Creatore come garante e supporta tutto il sistema), l’uomo arriva e ricorre a Lui. L’uomo adesso ha qualcosa verso cui fare ricorso, prima non poteva fare una richiesta corretta.

Questo è il modo in cui l’uomo raggiunge l’influenza della Luce che Riforma. Lui ha realizzato la sua libera scelta ed è arrivato in uno stato nel quale il Creatore gli concede la forza. Allora, dentro la Luce, lui inizia a vedere quello che deve correggere, com’è scritto “Nella Tua Luce noi vedremo La Luce”. L’uomo inizia a vedere l’ordine del Creatore: correggere tutte le sue 613 proprietà, una a una.

Ora l’uomo ha capito come ogni proprietà, forza e desiderio sono corrotti, come devono essere corretti, quello che ci guadagna con la correzione e come influenza l’intero sistema comune. Il Creatore è rivelato attraverso il sistema comune. Allora gradualmente, attraversa l’intero processo della Tora ed i comandamenti, corregge tutti i sui desideri con l’intenzione di dazione per il bene della dazione e perfino per l’intenzione di ricevere per il bene della dazione, che non è per il bene del piacere, ma piuttosto per il bene del Superiore.

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L’esilio è un grado spirituale

Lo Zohar, Capitolo Vaigash (Ieudà gli si avvicinò), articolo 120: … Ed è anche scritto, “Io discenderò con te in Egitto”, cioè la Divinità discese in esilio con lui, e in tutti i lati in cui Israele fu esiliato, la Divinità si esiliò con essi.

In altro modo, non sarebbe un esilio. Esilio significa che ti senti in occultamento. Senti che la spiritualità (il Creatore) esiste e senza dubbio, vedi solo il suo contrario. Questa spiritualità brilla in te in una maniera che ti permette di sentire la presenza del Creatore, ma in maniera occulta. È solo allora che si chiama esilio.

Se la tua sensazione di occultamento del Creatore è assente, questo non è esilio. Fino a dove ti concerne, Egli semplicemente non esiste; ciò significa che esisti in un livello inferiore alla spiritualità. L’esilio è una sensazione spirituale che è al di sopra del livello del nostro mondo. Per tanto, non possiamo dire che la gente di questo mondo si trova in esilio.

Tuttavia, se intuisci che qui deve esserci qualcosa di spirituale, se hai questa sensazione, oppure hai in qualche modo familiarizzato con ciò che è nascosto, allora sei in esilio. Questa è una connessione che brilla attraverso il suo contrario, con una luce nera invece di una bianca. Da ciò si deduce che “Israele in Egitto” è un grado spirituale. Avete una Luce, un’illuminazione speciale, in modo da non separarvi dalla spiritualità; considerando che siamo “come bestie mortali” finché non abbiamo la sensazione dell’esilio.

Oggi, leggendo il Libro dello Zohar,poco a poco, ci svegliamo dalla nostra esistenza bestiale e la realtà del nostro esilio sta diventando più evidente. Non è poca cosa il poter ascendere al livello dell’esilio. Per riuscirci, hai bisogno di sentire veramente l’occultamento, l’aspirazione (il desiderio) per il mondo spirituale; hai bisogno di distinguere tra le tenebre che è Lui che si occulta da te e come puoi acchiapparLo.

L’esilio è il contrario del grado spirituale chiamato rivelazione. La sensazione ed il lavoro di questo lato contrario è parte dell’opera del Creatore.

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