Un viaggio trasformativo nel cuore della Kabbalah

Carissimi,

Oggi mi rivolgo a voi con il cuore pieno di gioia e anticipazione per annunciare un’opportunità straordinaria che si presenterà a breve. È con grande entusiasmo che vi invito a partecipare a un evento che segnerà per voi un momento di vera evoluzione  spirituale: un  corso intensivo di Kabbalah dal titolo: Un viaggio trasformativo nel cuore della Kabbalah, organizzato dall’Accademia di Kabbalah Ashlag, in Italia.

Il  13 e 14 aprile prossimi, potrete immergervi nella saggezza senza tempo della Kabbalah con un evento esclusivo che promette non solo di arricchire le vostre conoscenze, ma anche di trasformare il  vostro modo di essere. La Biblioteca Bernardini di Lecce sarà il luogo in cui il corso prenderà vita, in un weekend intensivo di profondo coinvolgimento in questa antica tradizione.

In un mondo sempre più alla ricerca di significato e connessione, questo corso si pone come un faro per chiunque desideri poter rispondere alle domande fondamentali sull’esistenza e sulla realizzazione personale. Con un programma che spazia dall’introduzione alla natura del desiderio fino alla scoperta dell’unica legge dell’esistenza, sarete guidati verso la scoperta interiore e la trasformazione spirituale.

Gli Insegnanti

Il corso si svolgerà sotto la guida di Moshe Admoni e Giuseppe Negro, miei studenti veterani, amati e stimati, esperti di Kabbalah con una profonda comprensione sia teorica che pratica. L’ esperienza e la passione per l’insegnamento, insieme al loro esempio di vita, li rendono unici.

Vi invito a partecipare  per non perdere l’opportunità di affrontare la comprensione della Kabbalah e  sapere come applicarla nella vita quotidiana.

 

Un’anteprima Speciale: Webinar Pre-Corso

 

Per prepararvi al meglio a questo evento, vi consiglio di seguire,  il 20 e il 27 Marzo prossimi, due Webinar speciali: il primo è “Nel cuore della Kabbalah – la risposta alle tue domande”, pagina d’iscrizione https://bit.ly/CuoreKabbalah

e il secondo “La saggezza della Kabbalah e il senso della vita”, condotti sempre da Moshe Admoni e Giuseppe Negro.

Questi incontri online rappresentano un’occasione imperdibile per iniziare a esplorare i temi chiave della Kabbalah e per connettersi con una comunità di individui che condividono gli stessi interrogativi e la stessa sete di conoscenza.

Perché Partecipare?

Il corso intensivo “Un viaggio trasformativo nel cuore della Kabbalah” non è solo un evento di apprendimento, ma anche una porta aperta su un futuro in cui sarete protagonisti attivi della  realtà, dotati delle risposte, delle intuizioni e delle pratiche spirituali della Kabbalah. Sia che stiate cercando risposte, crescita personale o una profonda connessione spirituale, questo corso è il punto di partenza per un’evoluzione, del vostro essere interiore e della vostra vita pratica, che va oltre l’immaginabile.

Come Iscriversi

L’evento offre sia la partecipazione in presenza che virtuale, per accogliere partecipanti da ogni angolo del mondo. I posti sono limitati, perciò vi invitiamo a iscrivervi al più presto per assicurarvi il posto e per approfittare dei prezzi speciali di pre-iscrizione disponibili fino al 25 marzo.

Questa è la pagina d’iscrizione: http://bit.ly/CorsoIntensivoKabbalah

Vi auguro sinceramente che, in questa occasione,  possiate trovare nuove vie per superare le sfide della vita, insieme a un profondo senso di pienezza, gioia e connessione tra di voi.

Con sincero affetto,

Michael Laitman

L’universo è indifferente alla nostra sofferenza?

Non è che l’universo sia indifferente. Esiste una legge di interconnessione e interdipendenza nell’universo e, se non comprendiamo il suo uso positivo, ci distruggeremo a vicenda e l’universo non avrà nulla di cui pentirsi.

Qui non c’è pietà da parte dell’universo. Se osserviamo i livelli inanimato, vegetativo e animato della natura, non vediamo alcuna particolare misericordia all’opera. Come esseri umani, la nostra caratteristica peggiore è che inventiamo l’esistenza intorno a noi e il nostro futuro nel modo che desideriamo per noi stessi. In questo modo chiediamo violentemente: “Dammelo!” all’universo.

Se dovessimo ragionare in modo sobrio sull’universo, non gli chiederemmo nulla. Preferiremmo pretendere da noi stessi di sviluppare un atteggiamento premuroso, rispettoso e di sostegno reciproco, verso la natura e l’universo. Potremmo quindi essere in grado di comprendere come funzionano le leggi dell’universo e come possiamo elevarci al di sopra di noi stessi per adeguarci a tali leggi.

Pertanto non dovremmo chiedere all’universo: “Sii misericordioso con me”, ma chiedere a noi stessi: “Sii misericordioso con gli altri”. Faremmo bene ad esercitare un atteggiamento buono e gentile verso gli altri, come vorremmo augurarci per noi stessi, senza immaginare nel frattempo tutti i tipi di ricompense per noi stessi. Se iniziamo a muoverci in questo modo, saremo sulla buona strada per raggiungere l’equilibrio con l’universo. Una vita di armonia e pace sostituirà allora l’attuale tendenza che è diretta ad aumentare la sofferenza e la distruzione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Dal cieco che guida il cieco al vedente che guida il cieco

Due studenti guardano una bandiera che sventola. Uno  dice: “La bandiera si muove”. L’altro risponde: “No, si muove il vento, che fa muovere la bandiera”. Il loro insegnante arriva e dice: “Vi sbagliate entrambi. È un pensiero che si muove nella vostra testa”.

Questa allegoria illustra come ognuno di noi abbia una percezione diversa della realtà. Ognuno di noi ha una percezione diversa perché è cresciuto su basi e ideali diversi. Uno vede la bandiera che si muove, l’altro vede il vento che muove la bandiera e l’altro ancora vede il pensiero che si muove nella nostra testa e non siamo d’accordo sul fatto che la bandiera si muova.

Si pone quindi la questione se sia possibile raggiungere decisioni reciproche. Il Sinedrio, per esempio, era un organo di governo spirituale che esisteva in Giudea circa 2.000 anni fa. Come riuscivano a prendere decisioni con così tante persone, che discutevano molto e avevano opinioni diverse? Queste persone capivano che tra loro c’era chi era più vicino alla sensazione delle forze altruistiche e connettive della natura, che comprendeva e conosceva le leggi della natura più degli altri, e più o meno si piegavano a loro.

Una persona che è più elevata nel dominio della realtà dovrebbe avere un’opinione più accurata di una persona che è più arretrata nel suo dominio e nella sua coscienza. Sarebbe quindi saggio annullare le nostre opinioni nei confronti di queste persone. Naturalmente, questo solleva la questione: Come si può determinare chi è più elevato nel suo dominio della realtà? Ci troviamo di nuovo di fronte al problema di come ognuno percepisca la realtà in modo diverso e, in effetti, al nostro attuale livello di percezione, è impossibile fare una tale valutazione.

Ci troviamo quindi nello stato in cui si trova attualmente il nostro mondo: il cieco che guida il cieco. Se vogliamo dare una possibilità al mondo, dobbiamo renderci conto che non dipende da noi, che siamo limitati nella nostra comprensione e nei nostri sentimenti. Dare una possibilità al mondo dipende dalle leggi della natura che operano al di là della nostra comprensione. Se arriviamo a capire che le leggi della natura controllano tutto e tutti e desideriamo accettare queste leggi su di noi, allora saremo pronti a cercare i più saggi tra noi e a seguirli. Si passerebbe quindi alla guida dei ciechi da parte dei vedenti.

L’umanità è in un processo di sviluppo verso questo stato. La nostra particolare epoca è caratterizzata da un’umanità che diventa orfana. Stiamo passando a una nuova era caratterizzata da interconnessioni sempre più strette su scala globale e le idee che in passato ci tenevano uniti a livello locale, regionale e nazionale non sono più utili nella realtà di oggi, interconnessa a livello globale.

Quando è morto il mio maestro, il kabbalista Baruch Ashlag (il Rabash), ho capito chiaramente che dobbiamo ancora maturare, che dobbiamo ancora progredire verso questo stato. Più maturiamo, più rifiutiamo i falsi gestori della nostra vita e cerchiamo quelli che possiedono un vero raggiungimento di livelli superiori di realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

La notte in cui la forza incontrò l’intelligenza: L’incontro di Alessandro Magno con Shimon HaTzadik che salvò Gerusalemme

Nel Talmud si parla di un importante incontro storico tra Alessandro Magno e il grande sacerdote Shimon HaTzadik. Alessandro, dopo aver conquistato mezzo mondo, marciava su Gerusalemme. Il Talmud racconta il momento in cui, alla luce delle fiaccole, Shimon HaTzadik, accompagnato dagli anziani, affrontò Alessandro; il formidabile conquistatore si inginocchiò davanti al gran sacerdote e abbandonò il suo progetto di assalto a Gerusalemme. Da quel momento, il nome “Alessandro” fu incluso nell’elenco dei nomi ebraici.

Alessandro Magno percepiva il potere superiore. Dopo le sue numerose conquiste, non divenne mai cieco di fronte ad esso e quando sentì quel potere in questo anziano, scese dal suo carro e si inchinò di fronte alla grande saggezza che sentiva in quest’uomo.

Alessandro Magno era un uomo nobile e intelligente che non cercava solo di conquistare il mondo. Piuttosto, desiderava riempire il mondo di scienza e di illuminazione e farlo innanzitutto nelle città che le sue truppe attraversavano. Aveva il desiderio di rendere il mondo ellenico, ma come mezzo per elevare il mondo pagano a un livello illuminato.

Il gran sacerdote aveva l’obbligo di rimanere a Gerusalemme. Non aveva altro posto dove andare, perché la sua missione era completamente diversa: riempire la terra di spirito. L’incontro tra il gran sacerdote e Alessandro Magno fu un incontro di forza e di intelligenza, in cui, con reciproca comprensione e rispetto, decisero di salvare Gerusalemme.

Qual è lo spirito di cui Shimon HaTzadik aveva la missione di riempire il mondo e che Alessandro Magno riconobbe? È la forza superiore dell’amore, della dazione e della connessione, la forza sorgente che risiede in natura al di sopra e dietro le nostre forze egoistiche innate. È una forza a cui ogni persona può accedere, a seconda di quanto desideriamo innalzare questo spirito elevato al di sopra del nostro innato egoismo. Per esempio, potremmo dire che Hitler non era in grado di farlo, ma Alessandro Magno sì. Per questo, ancora oggi, gli Ebrei chiamano spesso i loro figli “Alessandro” in onore di Alessandro Magno. È davvero un caso unico come nessun altro nella storia.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Come possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette?

Possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette se abbiamo la consapevolezza del loro successo in anticipo, osservando il presente dal futuro.

Quindi dobbiamo anticipare e prevedere il risultato. Le decisioni servono a questo: per il futuro. Noi immaginiamo lo stato futuro e prendiamo delle decisioni.

Dopo aver preso una decisione, dobbiamo controllare noi stessi e bloccare definitivamente la decisione, poi passare all’azione. Altrimenti ogni minuto che passa è un ritardo.

Valutare una decisione è un aspetto necessario per prenderne una corretta, poiché non deve dipendere dal nostro stato d’animo momentaneo o da diverse condizioni. Dovrebbe essere piuttosto una decisione normale e risoluta e poi dobbiamo agire secondo essa.

Dopo aver agito secondo le nostra decisione, potremmo giungere alla conclusione che era sbagliata. In questo caso non c’è niente da fare e nessuno da biasimare. È molto importante non biasimare se stessi in nessuna circostanza.

Come possiamo evitare di cadere nel colpevolizzare noi stessi? Possiamo farlo attribuendo l’intero processo alle leggi che governano la natura, che agiscono in ogni azione, pensiero e desiderio.

Questa è la regola d’oro del prendere decisioni. Dopo la nostra valutazione, decisione e azione, il resto dipende dalla forza della natura che agisce nelle nostre vite. La natura è il risultato. Non c’è niente da rimpiangere perché il risultato è stato deciso al di fuori dei confini della nostra percezione e del nostro controllo.

La natura quindi opera su di noi fin dall’inizio, e finiamo per capire che non siamo stati noi a valutare, rivalutare e decidere, ma la natura ha agito su di noi per tutto il tempo. Non abbiamo quindi nulla di cui pentirci nella nostra vita, perché tutto è organizzato dalle leggi della natura che operano oltre la portata della nostra mente.  

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Come posso superare le manipolazioni?

Ho ricevuto il seguente messaggio sui social media da Dimitriy che esprime il dolore per come i politici e i propagandisti sanno manipolare le collettività che li seguono, spesso fino al macello…

Ultimamente mi sono infuriato. Perché cadiamo nelle trappole dei politici e dei propagandisti che ci stanno ingannando? Sono loro la causa di tanta sofferenza. Vedi chiaramente il sangue versato, persone che si uccidono a vicenda e si odiano reciprocamente. Tutto questo perché ci stanno incitando, ma tutto è, in definitiva, illusorio e falso. Moriamo per questa bugia mentre loro ingrassano. Guadagnano un sacco di soldi da questa strage, i loro figli si rotolano nel lusso e loro stessi stanno bene. Perché ci stiamo arrendendo? Dov’è il nostro ragionamento di base? Dov’è la paura?

In effetti, le persone che occupano posizioni di potere sfruttano il nostro piccolo ego, il nostro desiderio di godere a spese degli altri,  così intere popolazioni soccombono al loro controllo. Lavorano insieme a vari specialisti che conoscono bene la natura umana egoistica e sanno come indirizzarla nella direzione da loro desiderata.

La domanda è se esiste una soluzione a questa situazione. Può esserci solo se comprendiamo veramente la nostra natura, come le sue redini vengono spinte e tirate in varie direzioni,  se siamo in grado di vedere come questi politici e specialisti della manipolazione operano su di noi e non essere d’accordo con loro.

In definitiva, però, dobbiamo semplicemente capire che un’atmosfera positiva e unita e buoni rapporti umani sono al di sopra di tutti gli altri benefici con cui cercano di corromperci. Se apprezziamo relazioni umane positive, allora non saranno in grado di farci deviare in tutte le direzioni possibili.

L’aspirazione a creare un legame positivo dovrebbe portarci a capire che è meglio vivere in pace con i nostri vicini, ovvero con chiunque si trovi nelle nostre vicinanze fino a quelli di altri Paesi.

Da un lato, non è un segreto e la gente in genere capisce che è bene essere in pace con i popoli e i Paesi vicini. Ma queste sono solo parole. Quando si arriva al dunque, ci sono diversi modi per mettere un Paese contro l’altro e diventa molto difficile fermare queste valanghe dopo che hanno iniziato a rotolare.

Dobbiamo comunque cercare di imprimere in noi stessi il primato della vita pacifica. Abbiamo infatti la capacità di radicare questo principio nella società, in modo che se alcune persone vogliono attirare una società in guerra contro altre, non ci riusciranno. Possiamo raggiungere questo livello di consapevolezza in tutta la società; dovrebbe essere la nostra aspirazione più importante.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Riflessione sulla Giornata Internazionale della Donna: Le donne come architetti dell’armonia e della pace nel mondo

Nella struttura spirituale delle dieci Sefirot, la profondità del desiderio nella qualità femminile di Malchut determina il tipo di intenzione da dare (schermo e luce riflessa) al desiderio, che lo connette all’intero sistema spirituale.

Per noi, oggi, questo significa, su scala globale, che il successo del nostro passaggio dall’attuale percorso evolutivo in deterioramento, che porta tutti a un groviglio sempre maggiore di problemi, a un percorso che eleva la coscienza umana a uno stato unificato superiore, che porta all’armonia e alla pace nel mondo, dipende in gran parte dalle donne.

Se le donne vogliono, chiedono ed esigono l’elevazione dell’umanità a uno stato unificato superiore, allora vedremo aprirsi un mondo completamente nuovo e positivamente connesso.

Spero quindi che in questa Giornata internazionale della donna, le donne di tutto il mondo si prendano un momento per apprezzare la loro opportunità di influenzare l’umanità verso la transizione a uno stato più unificato, armonioso e pacifico.

Dopo una lunga evoluzione attraverso i desideri individuali di sopravvivenza (cibo, sesso e famiglia) e di sviluppo sociale (denaro, onore, controllo e conoscenza), ci troviamo ora nell’ultimo stadio evolutivo dell’umanità: quello dello sviluppo spirituale. Oggi, più sviluppiamo il nostro desiderio spirituale di riunirci come umanità armoniosamente connessa, più attireremo a noi questo stato, ponendo fine alla miriade di conflitti e dolori che il nostro sviluppo egoistico comporta e passando a un livello superiore di esistenza pieno di bontà e abbondanza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

 

L’atteggiamento influenza il comportamento?

C’è un’allegoria che narra di un saggio che sedeva alle porte della città mentre passava un uomo. L’uomo si rivolse al saggio e gli chiese: “Dimmi, che tipo di persone vivono in questa città, buone o cattive?”.

Il saggio rispose: “Parlami della città da cui vieni, che tipo di persone ci vivono?”

“Sono malvagi, crudeli ed egoisti” rispose l’uomo.

“Le stesse persone vivono qui” rispose il vecchio, e l’uomo se ne andò.

Più tardi, un altro uomo si avvicinò alle porte. Fece la stessa domanda. Il saggio rispose allo stesso modo: “Che tipo di persone vivono nella tua città?”

L’uomo rispose: “Mi sono rimasti molti amici in città,  le persone lì sono buone e gentili”.

Il vecchio disse: “Troverai le stesse persone qui.”

In generale, il tipo di persone e i loro comportamenti nelle nostre vicinanze dipendono da noi. Cioè, il primo uomo ha dichiarato di aver visto persone cattive e gli è stato detto che lo stesso lo avrebbe atteso nella nuova città. Se avesse visto persone buone, allora avrebbe trovato persone altrettanto buone nella nuova città.

Come funziona questo meccanismo? Si basa sul nostro atteggiamento nei confronti della società. Il modo in cui ci rapportiamo alla società è il modo in cui ci sentiamo. Anche se le persone ci odiano, perché ci odiano? L’odio non appare dal nulla. È piuttosto il risultato del nostro comportamento. Pertanto, se vediamo persone che ci odiano, dovremmo fare un’introspezione per capire il perché di questo comportamento. Senza questa introspezione, non facciamo altro che giustificarci.

Tuttavia, dovremmo aspirare a trovare sentimenti positivi in noi stessi e gli stessi negli altri. Pertanto, se scopriamo perché gli altri ci odiano, dentro di noi, e cerchiamo di cambiare qualcosa di noi stessi, scopriremo che gli odiatori stessi cambieranno. Un altro modo di dire è che se cerchiamo di aiutare, sostenere e incoraggiare tutti coloro che ci circondano, allora vedremo cambiamenti positivi anche in loro.

Tutti noi abbiamo un’indole egoistica, che privilegia il proprio tornaconto rispetto a quello degli altri, ma possiamo cercare di mostrare esempi di un atteggiamento al di sopra dell’egoismo, con il quale cerchiamo di capovolgere le nostre priorità per favorire soprattutto gli altri.

Tuttavia, cosa succederebbe se ci infuriassimo per un certo atto di odio nei nostri confronti e volessimo rispondere di conseguenza? Il consiglio è di non farlo, ma di lasciare che la rabbia si spenga dentro di noi. Potrebbe sembrare forzato, perché nonostante il fatto che vorremmo rispondere con la nostra rabbia, non lo facciamo. Alla fine, però, non reagire in una situazione del genere avrà un risultato migliore.

Si dice che se reprimiamo questi sentimenti di rabbia e non reagiamo in queste situazioni, allora tutta la rabbia si ripresenta molto più duramente in altri modi in seguito. Ma questo accade quando non ci sforziamo di elaborare la situazione comprendendo come la natura sta operando attraverso di essa. Se ci applichiamo con costanza a questi esercizi, allora prevarranno risultati più armoniosi e pacifici nei comportamenti umani, grazie al progresso verso atteggiamenti umani più maturi.

Dovremmo quindi sviluppare l’abitudine all’esame di coscienza e all’introspezione per sviluppare un atteggiamento maturo nei confronti delle persone, in cui impariamo a perdonarle, e poi vedremo come la vita funzionerà in modo molto più positivo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Che cos’è la bellezza?

La bellezza è uno stato di completezza.

Viviamo in un unico, perfetto sistema di natura,  la bellezza è il completamento di tutte le qualità positive e negative che esistono armoniosamente insieme in natura.

Percepiamo questa bellezza, questa completezza, quando sentiamo la complementarità delle qualità positive e negative, riconoscendo così l’interdipendenza e realizzando la coesistenza armoniosa di tutte le parti della natura: inanimato, vegetale, animale e umano.

Raggiungere questo stato di completezza richiede lo sviluppo di un atteggiamento amorevole verso gli altri. Le madri vedono naturalmente i loro bambini come belli perché li amano. Una persona amata è sempre bella. Sviluppare l’amore al di là del naturale ambito familiare verso la società nel suo complesso, cioè verso persone per cui non proviamo naturalmente alcuna particolare cura, richiede lo sviluppo della capacità di percepire i desideri degli altri al fine di soddisfarli. Più sentiamo i desideri degli altri con l’obiettivo di soddisfarli, più sviluppiamo premura, che si trasforma in amore, e percepiamo poi coloro che amiamo come belli. Si osserva il fenomeno dei genitori che amano i loro figli adottivi non meno e a volte anche più dei loro figli biologici. Cercano di dare e soddisfare di più i figli adottivi per diventare degni del loro amore e finiscono per amarli ancora di più.

La bellezza quindi appare quando è presente l’amore. Quando l’amore e la connessione si manifestano superando il distacco interiore e la resistenza, uno stato chiamato “l’amore coprirà tutti i crimini” nella saggezza della Kabbalah, allora coloro che arriviamo ad amare finiscono per diventare belli come lo sono i bambini per le proprie madri.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Semafori, vigili stradali e il potere superiore

Prima dell’invenzione dei semafori che regolano il movimento dei veicoli, c’erano i vigili urbani a dirigere il traffico agli incroci. Molte persone erano arrabbiate e piene di lamentele nei confronti degli agenti. A volte le persone chiedevano loro dei favori a causa di alcune circostanze che stavano affrontando, e il vigile cambiava l’ordine a suo piacimento, accontentando alcuni e scontentando altri.

Tuttavia, al giorno d’oggi, in cui i vigili urbani si sono trasformati in semafori che non hanno pensieri o possibilità di essere influenzati, tutti accettano ciò che i semafori stabiliscono. Nessuno si arrabbia con i semafori né li implora per ottenere favori. I semafori sono come la natura che opera secondo una legge che non ha pietà.

L’analogia è che chi non crede in un potere superiore pensa che il mondo sia guidato dai “semafori”, cioè dalle forze cieche della natura, e che non abbia senso rivolgersi a loro con particolari lamentele, richieste o pretese. Al contrario, chi crede in un potere superiore si rivolge ad esso con le proprie lamentele, richieste ed esigenze, chiedendo aiuto per organizzare la propria vita secondo ciò che ha senso per lui.

Tuttavia, dovremmo rivolgerci al potere superiore non per aggiustare la nostra vita, ma per aggiustare i nostri cuori in modo che acquisiscano la stessa intenzione di amare e dare che il potere superiore ha verso di noi. In altre parole, possiamo avanzare diverse richieste al potere superiore, ma quella che viene ascoltata e accolta è quella di invertire il nostro amore per noi stessi con l’amore per gli altri, perché è questa la richiesta che ci porta all’equilibrio e all’equivalenza di forma con il potere superiore.

Per fare quella richiesta, il potere superiore ci ferma in vari incroci della vita con una varietà di messaggeri. A volte sono agenti di polizia stradale e altre volte semafori, e a noi resta la scelta di cercare il nostro atteggiamento ottimale e la nostra migliore richiesta in ogni circostanza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.