Pubblicato nella 'Egoismo' Categoria

Sopravvalutiamo tutto

Notizie (da PsyBlog): “Non importa cosa sia – un paio di jeans, una macchina o anche una casa – nel momento in cui un oggetto diventa di nostra proprietà, subisce una trasformazione.

“Poiché lo scegliamo e lo associamo a noi stessi, il suo valore aumenta immediatamente. Se qualcuno ci chiede di venderglielo, è molto probabile che ne aumentiamo di molto il prezzo, più di quello che noi saremmo disposti a pagare.

“Si tratta di una propensione cognitiva chiamata ‘l’effetto-possesso’.

“Questa è la ragione per cui alcune persone hanno delle soffitte, dei garage e dei magazzini pieni di rifiuti da cui non sopportano di separarsi. Quando si possiede qualcosa, si è portati a stabilire il suo valore finanziario molto più alto di quello che le altre persone farebbero.

“Se viene testato in via sperimentale l’effetto-possesso può essere sorprendentemente forte. Uno studio ha stabilito che i possessori dei biglietti di una partita di basket li avevano sopravvaluti di ben 14 volte il loro valore. In altre parole, le persone volevano 14 volte di più di quello che le altre persone erano disposte a pagare. Tuttavia, questo è un rapporto particolarmente alto e il rapporto in generale dipenderà da cosa si tratta.

“L’effetto-possesso è particolarmente forte per le nostre cose molto personali e che associamo con l’io, come un gioiello che ci ha regalato il nostro partner. Allo stesso modo sopravvalutiamo anche le cose che abbiamo da molto tempo”.

Il mio commento: Questo è l’effetto del nostro egoismo. Una perdita è sentita come più dolorosa della perdita dell’opportunità di un acquisto di equivalente valore perché l’egoismo include le cose nel “suo” possesso, e “il possesso dell’io” ha più valore di ciò che è “al di fuori dell’io”.

Materiale correlato:

Laitman blog:  La crisi forza il cambio di abitudini
Laitman blog: Il Mondo deve affrontare un atterraggio difficile

Cosa mi tira indietro?

Baal HaSulam “Introduzione al Libro dello Zohar,” Paragrafo 10: E’ così perché Egli non ha alcun interesse nella ricezione, solo nella dazione, mentre le Klipot non vogliono nulla della dazione, ma solo ricevere per se stessi, per il proprio piacere, non c’è maggiore opposizione di questa.

Domanda: Che cos’è una Klipa?

Risposta: La Klipa è qualcosa che mi impedisce di avvicinarmi al Creatore. La riconosco come la forza che mi mette davanti degli ostacoli.

Effettivamente, cosa mi può ostacolare?

Io voglio godere, e questo significa che tutti i tipi di piacere mi sono di ostacolo; mi distraggono, mi allontanano dal somigliare al Creatore, e mi trattengono dall’avanzare verso l’unione e la dazione. Questi sono i piaceri che sono chiamati “sudiciume”.

Quindi la Klipa è qualcosa di estremamente piacevole. Diciamo che mi piace rilassarmi a casa più che incontrare un gruppo di amici. E’ molto più piacevole per me non pensare al mondo e alla correzione, ma a quello che mi riguarda personalmente. E’ molto più importante per me prendermi cura dei miei figli che non del mio prossimo’

Ma la vera Klipa è quando sento che avanzo verso il Creatore lungo un certo cammino e posso dunque portare a Lui piacere ma, improvvisamente, scopro che è più piacevole e comodo deviare da qualche parte, farsi distrarre da qualcosa. La Klipa è questo: se sembra che si attacchi ai miei vestiti e mi trascini indietro.
Non possiamo capire tutto questo fino a quando non acquisiamo l’intenzione al di sopra del desiderio, fino a quando non usciamo dal desiderio e non incominciamo ad agire in base all’intenzione.

Agire in base all’intenzione significa applicare la restrizione (Tzimtzum) al desiderio di ricevere. Io devo rendermi indipendente da questo desiderio ed essere completamente libero di scegliere. In altre parole, al di là del mio desiderio, io posso decidere da me stesso che lavorerò con questo desiderio al fine di ricevere. Ho l’opportunità di lavorare al fine di donare, ma decido di fare il contrario. Il sudiciume è questo. Al contrario, se non avessi alcuna scelta, non ci sarebbe nulla da chiedermi. Ricevere con l’intenzione egoistica è la Klipa che attraversa tutte le nostre ascese fino alla fine della correzione. Ci viene sempre richiesto di prendere una decisione difficile – come comportarci, per ricevere o per donare?

Stiamo parlando del lavoro con le Luci e con i vasi del desiderio egoistico, non solo del rifiuto dei “piccoli” piaceri del mondo. Mi viene richiesto di prendere una decisione di una certa importanza quando incomincio a sentire che c’è un re, egoista per natura. Questo è il rovescio del Creatore, e credo che sia quello che domina sul mondo. E’ così che dovrebbe essere, ed io decido in queste condizione.

Inoltre, la decisione è possibile solamente se mi elevo al di sopra della restrizione, se sono indipendente. Questo succede quando decido di godere solo per ricevere, e ritorno alla Klipa.

In generale, le forze del sudiciume spingono con forza un uomo in avanti verso il traguardo. Lo risvegliamo in un modo tale che, come colui che scala una montagna, egli deve elevarsi al di sopra di esse, superarle, e salire fino alla cima del palazzo del Re. Ed ogni suo passo è un innalzamento al di sopra del sudiciume.

La Klipa è l’essenza della materia della creazione, il desiderio di ricevere che ha preso la sua forma egoistica e che ci appare in questo modo. Ecco perché è impossibile fare un passo in avanti senza essere connessi alla Klipa.

Ma, naturalmente, non ci connettiamo ad essa da soli. Dobbiamo sempre restare sulla linea di destra, e allora le forze del sudiciume arriveranno al momento giusto e nella forma giusta.
[102088]

(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 05.03.2013”Introduzione al Libro dello Zohar”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Che cos’è l’egoismo?
Laitman blog: Il commiato dall’egoismo

“Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?”

Domanda: La notte del Seder di Pasqua è una notte speciale per il popolo di Israele. Si pensa che durante questa notte questo popolo sia nato e abbia iniziato il suo nuovo cammino. In che modo quindi questa notte dell’esodo dall’Egitto è così unica?

Risposta: La persona comincia a sentire che si trova nell’esilio egiziano, in condizioni di schiavitù dal suo ego, che si chiama Faraone, e che è necessario allontanarsi dal suo dominio, fuggire, ma non ne è capace. Comincia a urlare interiormente, non è più disposto a sopportare una vita come questa. Investe uno sforzo per quanto riguarda il gruppo, l’ambiente, l’insegnante, e i libri. Sente davvero di essere in prigione, nell’oscurità.

Poco a poco sprofonda in uno stato che si chiama “l’oscurità dell’Egitto,” la notte dell’esodo dall’Egitto. Questa notte è assolutamente buia, non gli viene lasciata nessuna speranza, nessuna possibilità nella vita. Non sente di essere pronto a continuare a vivere nel suo ego, dal momento che odia tutti, e non è in grado di relazionarsi bene con nessuno.

Egli si sforza di amare gli amici, di amare l’altro come se stesso, ma vede il contrario, diventa sempre peggio. Il Faraone in lui, il suo ego, diventa più forte e più brutale. Così, alla fine, la persona è distrutta, perché vede che non ha alcuna possibilità di lasciare questa servitù.

Egli passa attraverso stati interiori molto difficili, che in ultima analisi sono ammassati insieme: tutti i suoi tentativi di fuga dal suo ego, di salire sopra di esso, tutte le vittorie dell’ego gli mostrano come fortemente questo Faraone lo tiene dall’interno. Egli si trova veramente nel bel mezzo della lotta tra due forze: da un lato, la persona spinge dal momento che desidera essere libera, e dall’altra parte, l’ego pende sulle sue gambe e non lo lascia fuggire.

Queste due forze, infine, raggiungono la vetta della lotta tra loro, e la persona che si trova tra di loro, si sente nel buio più assoluto. Questo stato è chiamato la notte dell’esodo, le tenebre dell’Egitto. E così all’improvviso sente il richiamo da questo buio: “Devi lasciare! Sei pronto a fare questo! Puoi alzarti e fuggire dal tuo ego, qui ed ora, a mezzanotte, cioè, dallo stato più scuro. Non portare nulla con te nel nuovo stato, ad eccezione di quelle cose di cui hai realmente bisogno per la dazione, per il raggiungimento dell’unione, della connessione e dell’amore “.

In questo caso la persona è pronta a partire e fuggire dal suo ego, vuole elevarsi al di sopra di esso. Questo si chiama la sua nascita spirituale.
[103509]

(Da Kab.TV, “Scritti dei Kabbalisti: La Notte del Seder di Pasqua” del 04.03.2013)

Materiale correlato:

Laitman blog: Lascia la redenzione al Creatore
Laitman blog: Le origini della festa di Pesach
Laitman blog: Lezione introduttiva: “L’ uscita dall’ Egitto” ” – 12.04.2011

La percezione della realtà: Dai tempi antichi ai giorni nostri

L’uomo che aspira a conseguire la spiritualità inizia a vedere che il mondo intero è un unico sistema. E’ un continuo lavoro nella gioia, e ci si fa l’abitudine piano piano. Diventa un necessità. Esistiamo già a questo livello.

Tutti gli altri livelli sono piatti, uni-dimensionali, ed è impossibile considerarli come prima. Un uomo incomincia ad abituarsi a pensare nello spazio n-dimensionale che viene compresso in un’unica forza ed in un unico scopo; perciò, non è difficile percepire il mondo intero connesso ad un unico traguardo, ad un unico pensiero, ad un’unica forza, fino al punto in cui guarderai al cielo stellato e vedrai cosa connette tutte le stelle.

Tutto questo solleva delle domande molto interessanti, del tipo, “Come facevano gli antichi astrologi a collegare le stelle nelle costellazioni?” Infatti, se guardo le stelle non sono in grado di unirle in tutti i segni dello zodiaco, Orione, il Grande Carro e gli altri. Non ho quella grande immaginazione che avevano gli astrologi greci e babilonesi perché le stelle sono lontanissime tra loro e su diversi livelli.

Diciamo che una stella è centinaia di milioni di anni più vicina alla Terra, e un’altra è milioni di anni più lontana. Ma essi le vedevano connesse tra loro come se fossero state su un solo livello. Di cosa si tratta: primitive rappresentazioni o fantasia umana? Dove c’è un orso con quattro o cinque stelle che formano un quadrato con una coda? Come fa un uomo ad immaginarlo?

E’ una cosa molto interessante: l’idea che lega le stelle dei segni dello zodiaco è conseguita dall’uomo attraverso la propria influenza su di esso.

Gli antichi astrologi avevano la percezione della connessione esistente tra queste stelle. A causa dello sviluppo dell’egoismo, ci siamo staccati dall’universo, dalla percezione dello stesso come un solo insieme, ma questi astrologi avevano la percezione della connessione relativa perché essi percepivano l’universo come un banchetto degli dei, delle forze superiori dalle quali venivano influenzati. E questo avveniva non perché erano poveri e primitivi; si trattava semplicemente di una percezione umana non contorta o grossolana, con un sacco di filtri, come abbiamo oggi. Vale a dire, essi avevano una percezione di molto maggiore della Luce. Se oggi incominciassimo a correggere il nostro egoismo, percepiremmo la Luce molte più volte di quanto accadeva a loro, perché siamo molto più rozzi di quanto erano loro.
[102292]

(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 04.02.2013)

Materiale correlato:

Laitman blog: La percezione della vita: un sogno o una realtà?
Laitman blog: La formula della realtà con una variabile conosciuta

L’approccio integrale non elimina la responsabilità

Domanda: Una persona in una società integrale può assumersi la responsabilità per i reati?

Risposta: Certo, perché questa società non è ancora completamente corretta, al suo interno si trovano degli egoisti, non degli angeli.

Una persona si giudica dalle sue azioni e se gli atti sono cattivi, allora si deve attivare un nuovo sistema, al fine di correggerlo.

Riconoscendo l’approccio integrale, vi è una responsabilità ancora maggiore verso gli altri, e attraverso l’attuazione e l’osservazione, si sente che lui guadagna moralmente e forse anche materialmente. Ma è un dovere!

Vorrei dire solo una cosa: si deve sempre trovare la giusta combinazione tra l’introduzione di nuove leggi e educazione, sensibilizzazione. Abbiamo costantemente bisogno di esaminare in quale misura le persone diventano più consapevoli della loro reciproca dipendenza, la connessione reciproca di completezza, e come utilizzare i sistemi in modo efficace in modo che darà più serietà a questo. Si ha la necessità di utilizzare sistemi di istruzione più gravi, ma senza pressione.
[100857]

(Da Kab.TV “Segreti Professionali”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Tutti prendono una decisione
Laitman blog: La chiave universale per il successo nella vita

Le overdose prescritte causano più morti delle droghe

Nelle notizie (da USA Today): “I morti per overdose o per droga sono aumentati nel 11° anno consecutivo, come mostrano i dati federali, e la maggior parte di loro sono stati incidenti dovuti alla dipendenza da antidolorifici, nonostante la crescente attenzione ai rischi di questi medicinali.

“‘Il quadro generale è che questo è un grosso problema che è peggiorato molto in fretta,’ ha dichiarato Thomas Frieden, direttore dei Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, che ha raccolto e analizzato i dati.

“Nel 2010, il CDC ha riferito che ci sono stati 38.329 decessi per overdose a livello nazionale. La maggior parte causati da medicinali e farmaci da prescrizione di cui sono stati coinvolti all’incirca il 60% dei decessi per overdose di quell’anno, facendo passare in secondo piano le morti per stupefacenti illeciti. […]

“Farmaci anti-ansiolitici tra cui il Valium sono stati tra le cause più comuni di decessi correlati, coinvolti in quasi il 30% dei casi. Tra i decessi correlati all’uso di farmaci, il 17% sono stati suicidi.[…]

“Il mese scorso, un gruppo di specialisti federali sulla sicurezza dei farmaci consigliava che il Vicodin e decine di altri medicinali siano sottoposti alle stesse restrizioni di altri stupefacenti, come l’ossicodone e la morfina.”

Il mio commento: Il problema non è il trattamento, ma nell’eradicazione delle cause, che è la depressione generale, nel vuoto, e nella mancanza di significato della vita. Se una persona è piena di buon umore e spirito, sarà quasi sempre in buona salute.
[102324]

Materiale correlato:

Laitman blog: In crisi l’industria farmaceutica
Laitman blog: Depressione: La malattia del secolo

Attraverso tutte le tribolazioni diretti al Creatore

Levarono l’accampamento da Elim e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elim e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dal paese d’Egitto.

Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine» (La Torà, Esodo, Beshalach 16:1-16:3)

I figli di Israele uscirono dall’Egitto. Essi ruppero il loro egoismo, e dopo aver trascorso tutte le tribolazioni, si innalzarono al livello di “Elim”, al livello di Bina. “Elim” deriva dalla parola “El”, ovvero “Dio”, il “Creatore”.

E poi giunsero al deserto di Sin (“Sina” in Ebraico significa disprezzo-odio), ovvero caddero nell’odio, nella ricomparsa dell’egoismo, e si avvicinarono al Monte Sinai, il punto principale della manifestazione dell’ego. Naturalmente iniziarono a lamentarsi giacché ogni cosa che vivevano, sia buona o cattiva, a quel livello a cui erano arrivati, è vissuta come qualcosa di insopportabile! In questo stato, una persona non può tollerare l’egoismo che si è sviluppato dentro di lui. Meglio morire o scomparire piuttosto che sentire questo odio.

Stiamo parlando di un sentimento completamente differente dall’egoismo. Essi avevano già trascorso tutte le separazioni dall’Egitto, ed ora iniziano a vedere ogni cosa nella forma corretta. “Il Monte Sinai” rappresenta lo stato interiore di una persona, la sua geografia interiore. Per via del fatto che una persona ha attraversato tutti gli stadi (ha imparato, visto, si è convinto, sentito lui stesso, gli altri, le relazioni tra le persone), egli si trova in uno stadio in cui non può sopportare il disprezzo per gli altri. Vorrebbe scomparire piuttosto di far l’esperienza di questo sentimento verso gli altri.

Ecco perchè il popolo di Israele preferisce tornare indietro a qualsiasi altro stadio, piuttosto che sentire questo modo di essere e vedersi al suo interno. Questo è un buon sentimento, è un passo in avanti.
[102230]

(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 04.02.2013)

Le necessità del mondo immaginario, tutto per il vero mondo

Domanda: Baal HaSulam dice nell’articolo “Un discorso al completamento dello Zohar” che l’anima si riveste del corpo nel nostro mondo. Che cosa vuol dire?

Risposta: “Il corpo di questo mondo” significa il desiderio di ricevere solo per se stessi. Qui riempie tutto lo spazio (vedi il disegno), e c’è anche il punto nel cuore (•), la parte posteriore di Nefesh di Kedusha. Essa è stata frantumata, il che significa che vuole anche ricevere per se stessa, ma può essere trasformata nel suo stato opposto.

Domanda: Dove si trova il desiderio del punto nel cuore?

Risposta: Per prima cosa senti che il desiderio esiste ed incominci a notare il fatto che questo desiderio non ha un posto fisico in cui si trova. Questo desiderio è l’essenza della creazione spirituale.

Oggi vedi davanti a te i livelli inanimato, vegetativo, ed animato della natura, così come vedi gli uomini. Tutto questo è il mondo immaginario. Non guardarlo, mettilo da parte, non è la cosa principale.

Oltre a questo, c’è il desiderio di ricevere nel quale c’è una scintilla. Dobbiamo prenderci cura di queste scintille. Diamo al mondo immaginario le necessità basilari ma non siamo obbligati a fare niente più di questo perché è tutta un’illusione. Dovresti dare tutto alla parte principale.

Ciò significa che devi isolare il punto nel cuore da tutto ciò che si trova dentro il desiderio di ricevere. Dovresti differenziarlo all’interno del desiderio e tirarlo fuori più che puoi, separarlo dal desiderio di ricevere, e svilupparlo. Il desiderio stesso dovrebbe essere ristretto e annullato. Allora ci sarà una connessione che lo aiuterà e poi ci saranno parecchi altri passaggi…

[99500]

(Dalla 4.a lezione quotidiana della Kabbalah del 03.02.2013, “Un discorso per il completamento dello Zohar”).

Materiale correlato:

Laitman blog: Conferire con la legge della perfezione del sistema analogico
Laitman blog: Ricerca spirituale

Riguardo alla Kabbalah, Marx, ed alla grande bugia

Oggi la tendenza che ci ha sempre contraddistinto attraverso le ere del nostro sviluppo stà giungendo alla fine. L’ego ci ha costretto a scendere dagli alberi ed a iniziare l’evoluzione dell’essere umano. Siamo passati attraverso varie fasi e molte forme di vita: schiavitù, libertà apparenti, Il medio evo, ed il capitalismo. Abbiamo sempre lavorato per avere un profitto, per avere successo ed avanzare. Ma oggi la nostra associazione con l’ego stà giungendo al termine.

Ci sono molte ragioni per questo e una di queste è che l’ego non si sente più soddisfatto. Riceviamo ogni bene ma questo non ci riempie. Anche i ricchi sentono sempre di più di essere come svuotati e lasciati senza nulla, visto che il riempimento senza la mancanza non porta piacere.

Nel complesso l’elite tratta il mondo come se fosse una sua proprietà e costruisce un “intero mondo” per se stessa. Attraverso i media ci confondono convincendoci che dovremmo lavorare dal mattimo alla notte, seguire le nuove tendenze della moda, comprare nuovi prodotti e servizi e poi ricominciare di nuovo a lavorare. C’è una confusione costante, guerre e rivolte come la “primavera araba”. Perchè? Perchè in questo modo possono tranquillamente dominare il mondo e fare profitti per milioni per loro stessi. C’è un incessante lavoro dei governi e di altri canali tutti controllati da un piccolo gruppo di persone.

Ad ogni modo anche loro stanno già iniziando a sentire che stanno perdendo il controllo. Secondo le leggi dell’evoluzione egoistica, il mondo nella sua forma attuale sta finendo nell’affrontare una crisi globale. Nessuno lo desiderava, nemmeno le elite che sono interessate a mantenere e continuare sempre la società consumistica. Ma non funziona.

Ora dobbiamo decidere dove siamo diretti. Così da un lato I libri di Marx vengono aperti di nuovo e dall’altra viene rivelata la saggezza della Kabbalah.

Oggi si parla di un diverso uso del desiderio di ricevere. La prossima fase consiste nel creare una società unita in cui le persone lavorano un’ora alla settimana visto che non hanno bisogno di nulla di quello che al momento producono. Oggi l’unità è il modello essenziale per la società umana. Senza di questa non potremmo nemmeno ricevere il nostro pane quotidiano. Se non ci colleghiamo, non avremo le cose basilari che ci sono necessarie. Ma l’umanità non sa come collegarsi, anche se questo è quello che deve fare. Di conseguenza al momento di confrontarsi con un compito apparentemente impossibile và verso l’annichilazione, senza vedere una via di uscita.

Ecco il punto esatto in cui prendiamo la saggezza della Kabbalah dal nascondiglio e la diffondiamo sul substrato “del capitale” di Marx sperando che sarà ascoltata.

Domanda: Che prove possiamo portare?

Risposta: Ci sono due modi:

  • C’è una prova razionale secondo cui “è il saggio che vede il futuro” possiamo convincere le persone che il nostro approccio è quello vero ed efficiente basandoci su esempi senza aspettare l’arrivo delle problematiche più gravi.
  • Altrimenti invece la prova può arrivare nella forma di disastri.

Da parte nostra tentiamo di raggiungere le persone prima che lo facciano i colpi, ma non è facile. Non controlliamo i media. L’elite ha costruito un esercito di economisti e di esperti in finanza e di altri esperti il cui fine è quello di confondere le persone e di coltivare la grande bugia. E’ tutto costruito in modo che le persone in cima alla piramide siano in grado di dominare. Dominare cosa? Oggi, non lo sanno più nemmeno loro. Non è più sotto il loro controllo del tutto …
[100549]

(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 15.02.2013, “La Pace”)

Materiale correlato:

Laitman blog: In disaccordo con la nuova realtà
Laitman blog: Karl Marx era un altruista?
Laitman blog: Nelle News: Il comunismo è la via per uscire dalla crisi?

Esiste in me un “Essere Umano” che sta crescendo?

Domanda: Che cosa è considerato dare a un altro e perché non esiste una punizione diretta e immediata per chi non adempie questa Mitzvà di dare alla società?

Risposta: Dare all’altro significa che io aiuto l’altro ad avanzare verso lo scopo. Non è dazione a meno che non riguardi la necessità. Tutti hanno bisogno di necessità basilari per esistere, dal momento che i livelli della natura inanimato, vegetale, animato devono esistere su qualcosa, ma in ogni altro senso, non ci resta che aiutare l’altro ad attraversare la fase di sviluppo del livello “parlante”.

Per quanto riguarda la punizione immediata nel non mantenere la legge della dazione, questo non può essere. Questo perché la punizione immediata ti attiverebbe come i livelli di natura inanimato, vegetale, e animato – quando fai qualcosa di sbagliato, e vieni subito punito, fai qualcosa di giusto e immediatamente ottieni una ricompensa. Allora sei semplicemente “programmato”, proprio come un animale.

Qual è lo scopo di tutto ciò, se non c’è un “essere umano” che cresce in te? Può crescere solo dal riconoscimento e dalla comprensione, attraverso lo sviluppo e l’acquisizione di nuovi attributi e, soprattutto, con l’acquisizione di nuovi valori, elevando se stesso verso l’alto, al di sopra del livello attuale e al di sopra delle decisioni inutili.

Nella persona cresce qualcosa di simile al Creatore. Il mio corpo, tutto il mio mondo, appartiene ai livelli della natura inanimato, vegetale, e animato. Ora, però, io salgo più in alto e creo la parte “parlante” che si trova in me, che assomiglia al Creatore (∾).

Nel nostro mondo non esiste una cosa del genere, ma questo è in realtà ciò che diventa il mio “io”. Io sostengo tutto il resto solo sul piano dell’esistenza corporea necessaria.

Così non funziona secondo il principio del “dare e avere”, e il sistema di permesso e proibito non si adatta qui. Questo avviene perché devo costruire qualcosa al di sopra di me.

Domanda: Allora, chi rompe effettivamente le leggi della natura: la creatura o è il Creatore che ci permette di farlo?

Risposta: Certo che è il Creatore. Lo fa in modo che possiamo imparare “il vantaggio della Luce fuori dalle tenebre“.

La domanda qui riguarda la mia inclinazione e la mia tendenza. È un fatto che io cadrò e salirò più e più volte, come si dice: “Un giusto cadrà e salirà mille volte”, ma io lo voglio? Sono attratto da questo? Apprezzo questo percorso e questa direzione? Sono tenuto ad avere uno stimolo per questo: “Vuoi che questo accada?” “Mi prendo cura di sviluppare l’inclinazione e il desiderio per esso?” Ma come faccio? Non sono che un “pezzo” del desiderio egoistico? “Hai un ambiente, un gruppo, un insegnante, libri, la Luce che Riforma, tutto ciò di cui hai bisogno. Tocca a voi.
[99965]

(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 08.02.2013, “La Pace”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Eleva i tuoi desideri ad un nuovo livello
Laitman blog: Segnati dall’impronta della Luce