Pubblicato nella 'Scienza' Categoria

Pubblicizzare il cambio di sesso ai bambini nelle scuole? Assolutamente no!

Mi è stata chiesta la mia posizione riguardo alla divulgazione della legittimità dell’iter dei bambini che stanno cambiando sesso. In Nord America, mi è stato detto, questo è uno degli argomenti più controversi. Quindi, in breve, so che alcune persone si sentono a disagio nel loro corpo e possono sentirsi meglio se cambiano il loro sesso. Ma propagare l’idea ai bambini, che sono suscettibili a qualsiasi nozione che noi adulti installiamo in loro? Assolutamente no! Il fatto che possa essere giusto per alcune persone non significa che dobbiamo renderlo dominante e persino alla moda. Il modo auspicabile è vivere come la natura ci ha fatto: maschio e femmina.

Ho incontrato persone che sentivano di appartenere ad un corpo diverso da quello in cui erano nate. Ho parlato con loro e le capisco. Succede, come succede qualsiasi stranezza. 

Tuttavia, è molto raro e non dovrebbe essere considerato come routine o ordinario. Mi rendo conto che oggi bisogna essere audaci o considerati strani se si ha il coraggio di dire la verità, ma le tendenze che vanno e vengono secondo i capricci egoistici della gente, non cambiano la natura. La natura ci ha creato maschio e femmina e questo è ciò che dovremmo rimanere.

Non c’è una linea chiara tra maschi e femmine. I maschi hanno qualità femminili, così come le femmine hanno tratti maschili. Eppure, ogni persona ha un genere biologico e quel genere è quello dominante, tranne, come ho detto, in casi molto rari.

Quando gli adulti sentono che stanno vivendo nel corpo sbagliato, possono scegliere di eseguire qualsiasi procedura vogliano su se stessi. Ma finché non siamo adulti, dovremmo crescere nel modo in cui la natura ci ha creato. 

L’ambiente sociale ha un’influenza critica sui bambini. Quando sono giovani, si può far loro pensare e fare tutto ciò che si vuole. I nazisti, per esempio, educavano i bambini tedeschi a credere di essere superiori a tutti gli altri, non solo agli ebrei, e che il resto del mondo doveva servirli o essere distrutto. Hanno fatto il lavaggio del cervello ai bambini, attraverso libri, lezioni e film, affinché credessero di essere la razza superiore.

In questo modo è possibile installare qualsiasi nozione nella mente dei bambini, se usiamo il sistema educativo e i social media per facilitarlo.

Tuttavia, i risultati possono essere disastrosi. Se si diffonde l’idea che il cambio di sesso è normale, persino “alla moda”, può portare i bambini, che inizialmente non hanno problemi con il loro genere, a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in loro. Potrebbe spingerli a voler fare qualcosa a cui non potranno rimediare, semplicemente perché vogliono essere come tutti gli altri e sentono che tutti stanno andando in questa direzione.

Sappiamo che essere popolare significa tutto per i bambini, specialmente per gli adolescenti. Di conseguenza, potrebbero fare cose di cui si pentiranno in seguito, ma che non saranno mai in grado di invertire o riparare. Se i genitori non impediscono ai bambini di fare tali errori, questo può rovinare la loro vita per sempre. È terribile ed è sbagliato.

Penso che invece di rendere l’anormalità una moda, dovremmo incoraggiare le persone ad essere ciò che sono e a realizzare il potenziale con il quale sono nate. Se le persone ricevono un riconoscimento per quello che sono, la società le premia e le rispetta per aver contribuito con le loro capacità e i loro sforzi al bene comune, non si sentiranno insoddisfatte di se stesse. Allo stesso tempo, gli adulti che sentono di vivere nel corpo sbagliato dovrebbero avere accesso all’utilizzo delle possibilità che la medicina moderna offre per farli sentire più a loro agio con il loro genere.

L’amore che la scienza non può spiegare

Quando l’acclamato ambientalista Lawrence Anthony, che divenne noto come “The Elephant Whisperer”, morì nel 2012, accadde qualcosa di incredibile: dopo essere stati per lungo tempo fuori,  in un ambiente selvaggio, gli elefanti che Anthony aveva salvato anni prima hanno marciato 12 ore  per tornare a casa sua a piangere la sua scomparsa. Secondo la BBC One, gli elefanti “sono rimasti lì in silenzio per due giorni”. Ancora più sorprendentemente, “Esattamente un anno dopo la sua morte, da quel giorno, il branco ha marciato di nuovo verso casa sua. È qualcosa che la scienza non può spiegare”.

Il mondo in cui viviamo è connesso in modi che non comprendiamo, ma che stiamo lentamente imparando.  Il nostro egoismo vuole che ci concentriamo solo su noi stessi, ma la realtà ci costringe a guardare all’ esterno, e ci insegna che c’è molto di più da scoprire là fuori. 

Come dimostrano gli elefanti di Anthony, tutta la natura avverte la sua connessione e vive secondo i suoi dettami. Gli esseri umani, invece, sono privi di questo sentire e quindi si comportano come se fossero soli al mondo.

Tuttavia, la civiltà sta diventando sempre più connessa, in sintonia con tutta la realtà, e ci costringe a riconoscere che anche noi siamo dipendenti l’uno dall’altro e connessi tra di noi. Oggi stiamo imparando che oltre alla connessione fisica c’è la connessione virtuale. Domani impareremo che siamo connessi anche emotivamente, che condividiamo e progettiamo non solo azioni o bit di dati, ma anche pensieri e desideri, anche senza verbalizzarli.

Alla fine, scopriremo che la nostra connessione è ancora più profonda delle emozioni: È spirituale. Siamo tutti un unico essere, i cui organi e cellule sono tutti noi, tutta la creazione. Questo è il motivo per cui gli elefanti sapevano quando venire a rendere omaggio al loro salvatore, e tornarci l’anno successivo, proprio quel giorno.

Quando ci sentiamo l’uno con l’altro, questo ci permette di lavorare armoniosamente, in un modo che beneficia tutti. Se percepissimo la nostra vera realtà, non commetteremmo mai errori, non faremmo mai del male a nessuno e nessuno ci farebbe mai del male perché ci sentiremmo una cosa sola. Perché allora ci viene negata questa conoscenza vitale, che tutta la natura tranne noi sembra possedere?

Tutta la natura agisce per istinto. Agli esseri umani manca la maggior parte degli istinti che hanno gli animali. Invece, dobbiamo imparare tutto da zero attraverso i nostri sforzi e l’insegnamento dei nostri genitori e insegnanti. C’è una ragione per questo: quando impariamo con i nostri sforzi, acquisiamo una comprensione più profonda del nostro mondo e della realtà.

Lo stesso vale per la conoscenza della nostra interconnessione e di ciò che comporta. Siamo privi del senso della nostra interconnessione e quindi dobbiamo svilupparlo attraverso lo sforzo. Ciò che gli elefanti percepiscono naturalmente, noi dobbiamo svilupparlo faticosamente. Tuttavia, così facendo, capiamo come tutto funziona e otteniamo una percezione profonda della nostra esistenza. In altre parole, la nostra ignoranza ci permette di raggiungere lo scopo della nostra vita, ma finché non lo raggiungiamo, siamo una minaccia per il mondo.

Ci sono due modi per raggiungere lo scopo della nostra vita: il primo è lasciare che la natura faccia il suo corso. Possiamo lasciare che ci anneghi nelle inondazioni, ci bruci negli incendi, ci schiacci sotto le rovine dei terremoti, o ci metta l’uno contro l’altro fino alla morte. Un altro modo è di assumerci la responsabilità di imparare i modi della natura, come tutto opera in connessione e armonia, iniziando a cambiare le nostre relazioni in base a ciò che apprendiamo dalla fonte. Man mano che “pratichiamo” la gentilezza, diventeremo più gentili e svilupperemo sentimenti più profondi per le persone e il mondo intorno a noi.

La pratica porta alla perfezione. Possiamo costruire strutture sociali, come piccoli gruppi, dove “praticheremo” l’interconnessione e l’interesse reciproco. Man mano che sviluppiamo queste abilità nella nostra psiche, cominceremo a sentirci l’un l’altro a livelli sempre più profondi.

Se lo facciamo, scopriremo cosa permette agli elefanti di sapere così bene come si sentono gli altri, poiché anche noi diventeremo sensibili e attenti. Inoltre, capiremo il “pensiero”, la “logica” che sta dietro alla creazione così complessa eppure così inesorabilmente connessa, e quale grande conoscenza e potere conferisce a chi la comprende.

(una clip su Lawrence Anthony: https://bit.ly/33uTRqz)

La tragedia dei beni comuni è la nostra realtà

Un termine ampiamente noto, almeno nel mondo accademico, è “la tragedia dei beni comuni”. Il termine “bene comune” descrive una risorsa che tutti possono utilizzare gratuitamente, come ad esempio l’aria. Il professore di diritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Harvard, Lawrence Lessig, spiega che la tragedia si verifica quando c’è una quantità limitata di beni comuni, la competizione su di essi ne provoca l’esaurimento perché le persone agiscono per interesse personale, mentre se fossero più coscienziose, tutti potrebbero goderne a sufficienza.

Fino a pochi anni fa, pensavamo di poter emettere tutto il gas che volevamo nell’atmosfera senza alcuna conseguenza. Come risultato, abbiamo inquinato l’intera atmosfera terrestre. Pensavamo di poter riempire di rifiuti tutti i mari all’infinito, ma abbiamo inquinato tutti gli oceani della Terra. Abbiamo esaurito le riserve di acqua dolce, contaminato il suolo terrestre e abbiamo trasformato il nostro intero pianeta in un luogo a malapena vivibile. Abbiamo inflitto a noi stessi una tragedia dei beni comuni su scala mondiale e ora ne stiamo pagando le conseguenze. La nostra ultima possibilità è uno sforzo congiunto per cambiare il nostro comportamento, ma per farlo dovremo prima cambiare noi stessi fin dalle fondamenta del nostro essere.

L’ecologista Garrett Hardin ha reso popolare il concetto di tragedia dei beni comuni in un saggio intitolato “La tragedia dei beni comuni: il problema della popolazione non ha una soluzione tecnica; serve una maggiore moralità”. Nel suo libro Il Futuro delle idee, Lessig cita la spiegazione di Hardin: “’Immaginate un pascolo aperto a tutti’, scrive Hardin e pensate al probabile comportamento dei ‘mandriani’ in quel pascolo. Ogni pastore deve decidere se aggiungere un altro animale alla sua mandria. Nel prendere una decisione in tal senso, scrive Hardin, il… mandriano ottiene il beneficio di un animale in più, ma tutti ne subiscono il costo, perché il pascolo ha una mucca in più che consuma. E questo determina il problema: qualunque costo ci sia nell’aggiungere un altro animale, sono costi che pesano anche sugli altri. I benefici, invece, sono goduti da un solo pastore. Pertanto ogni pastore ha un incentivo ad aggiungere più bestiame di quanto il pascolo nel suo insieme possa sostenere. …Ecco la tragedia. Ogni uomo è rinchiuso in un sistema che lo costringe ad aumentare il suo gregge senza limiti, in un mondo che è limitato. La direzione verso la quale tutti si stanno dirigendo è la rovina, ciascuno perseguendo il proprio interesse in una società che crede nella libertà dei beni comuni. La libertà nei beni comuni porta alla rovina di tutti”.

Tuttavia, conclude Hardin nel suo articolo: “L’istruzione può contrastare la tendenza naturale a fare la cosa sbagliata, ma l’inesorabile successione delle generazioni richiede che le basi di questa conoscenza siano costantemente rinnovate”.

Hardin scrisse la sua opera nel 1968, quando la comprensione del comportamento sconsiderato dell’umanità era ai suoi albori. Da allora, non abbiamo imparato nessuna lezione. Non abbiamo rinnovato la nostra educazione; non abbiamo nemmeno iniziato.

I beni comuni liberi della Terra sono limitati, anche se vorremmo credere il contrario. “L’uso dei beni comuni come fossero un pozzo nero non danneggia inizialmente gli uomini che giungono in una nuova frontiera, in quanto non ci sono molte persone”, scrive Hardin in relazione ai primi coloni bianchi negli Stati Uniti. Ma «lo stesso comportamento in una metropoli è insostenibile».

Ora che abbiamo esaurito la riserva terrestre di aria fresca, acqua dolce e fonti di cibo, la scarsità sta cominciando a farsi sentire. Allegoricamente, abbiamo preso in prestito da un negozio che sembrava non avere un custode, ma abbiamo sbagliato, e ora il custode sta riscuotendo il debito.

Tuttavia, possiamo evitare la catastrofe emergente dell’esaurimento delle risorse. Se applichiamo (finalmente) l’autoeducazione di cui abbiamo così tanto bisogno, scopriremo che c’è cibo in abbondanza, aria e acqua fresca per tutti. Produciamo già molto di più di quanto consumiamo. Se avessimo un senso di responsabilità reciproca e i beni andassero effettivamente alle persone che ne hanno bisogno, ridurremmo la produzione in modo così drastico da non preoccuparci delle quote di emissione e di altre limitazioni.

La radice del nostro problema non è che stiamo impoverendo la Terra, ma che stiamo cercando di distruggerci o almeno di controllarci a vicenda. Come risultato, infliggiamo a tutta la natura e a noi stessi una tragedia esistenziale.

Potremo cambiare il nostro modo di agire solo se cambiamo la nostra motivazione dal mirare a distruggere gli altri al mirare ad edificarli. Quando ci renderemo conto che possiamo svilupparci solo in un ambiente sociale fiorente, inizieremo a pensare agli altri in modo costruttivo e sociale, e di conseguenza trasformeremo il nostro mondo.

Questo è il motivo per cui oggi un processo educativo, che installi la consapevolezza che dipendiamo tutti gli uni dagli altri per ogni cosa, dovrebbe essere la componente essenziale, il fondamento di qualsiasi programma volto a mitigare ogni problema: dalla depressione alla deforestazione.

 

Perché documentare la nostra morte quando possiamo costruire la nostra vita?

Secondo la Reuters, “scienziati ed artisti australiani stanno cercando di rendere il mondo responsabile per il futuro della Terra, creando un “indistruttibile” dispositivo di archiviazione in grado di registrare il modo in cui l’umanità ha gestito la crisi del cambiamento climatico.”

Il dispositivo, che hanno soprannominato “la scatola nera della Terra”, registrerà “ogni passo che l’umanità fa per avvicinarsi o per allontanarsi dall’imminente catastrofe climatica.”

Comprendo che la gente abbia bisogno di lasciarsi qualcosa dietro le spalle e posso capire perché pensano che presto moriremo tutti. Ma cosa intendiamo dimostrare, quanto siamo stati stolti?  Cosa abbiamo da poter mostrare che farà sì che i futuri abitanti della Terra evitino gli errori? 

Ai miei occhi, dobbiamo concentrarci sul qui e ora, sulla costruzione delle nostre vite piuttosto che documentare le nostre morti. Dopo tutto, l’unica ragione per cui siamo vicini all’estinzione è la nostra incessante spinta a distruggerci a vicenda, ignorando il fatto che, nel frattempo, stiamo distruggendo l’intero mondo. Se solo smettessimo di cercare di distruggerci l’un l’altro, cesseremmo di distruggere il pianeta e andrebbe tutto bene.

Ora, prima di andarcene, dovremmo portare questa verità alla consapevolezza di tutti e iniziare a cambiare le nostre relazioni verso un sostegno reciproco e migliori connessioni. Possiamo costruire la solidarietà tra di noi, ma dobbiamo innanzitutto accettare che è necessaria per la nostra sopravvivenza. Altrimenti, i nostri ego ostinati non ci permetteranno di pensare a nessuno se non a noi stessi.

Anche questa iniziativa, che sembra una buona idea, ci porta nella direzione sbagliata: lontano dal pensare alla connessione e verso l’accettazione di una distruzione inevitabile. Non è inevitabile; non accadrà se ci concentriamo sulla promozione della solidarietà piuttosto che dell’ostilità.

Non dobbiamo documentare il passato, dobbiamo costruire il futuro. Possiamo costruire un magnifico futuro, ma possiamo costruirlo solo insieme. Se lo costruiamo gli uni per gli altri e non solo per noi stessi, tutti saremo sani e salvi e non ci sarà nessuna catastrofe climatica da documentare.

Didascalia della foto:
Scienziati costruiscono l’indistruttibile Scatola Nera  della Terra per registrare i cambiamenti del clima e della civiltà, 10 dic 2021 Credit: Earth’s Black Box/Cover Images

Pensa all’anima

Commento: Una persona cerca la sua individualità e prova ad esprimerla tramite oggetti di questo mondo e attraverso il suo corpo. Per esempio, molte religioni sono contrarie al trapianto di organi. Dicono che se gli organi di una persona vengono sostituiti, perderà la sua individualità.

La mia risposta: Questa, ovviamente, è una sciocchezza. Se crediamo che la persona in noi sia il nostro corpo animale, allora è così. Se, per esempio, avessi bisogno di una parte di un organo e posso prenderla da un animale o da qualche altro oggetto, e allora? Avrò le sue qualità? Queste sono le stesse idee barbare di “Devi bere il sangue del nemico e diventerai più forte.”

Domanda:  Quindi i cabalisti non vedono nulla di straordinario nel trapianto di organi?

Risposta: Il nostro corpo è un animale assoluto. Che differenza fa cosa farne: Mi taglieranno un metro di intestino se necessario o mi cuciranno la gamba di qualcuno? Se ci cammino normalmente, allora perché no?

Una persona dovrebbe pensare all’anima, e il corpo fisico ha solo bisogno di essere mantenuto, curato come un animale, in modo che ti dia l’opportunità di svilupparti a livello umano.

 

[290395]

From KabTV’s “Close-Up. Individualist” 1/15/10

Materiale correlato:
Un’anima
Nel sistema generale delle anime
L’anima ha un genere?

Invece di sparare DART agli asteroidi, dovremmo mirare ai nostri cuori

Uno studente mi ha parlato di una notizia che aveva letto sul New York Times. Secondo tale notizia, la NASA ha lanciato un veicolo spaziale con la missione di schiantarsi contro un asteroide per vedere se si poteva “spingerlo in una traiettoria diversa”. L’esperimento, chiamato “Double Asteroid Redirection Test, o DART,”  [Duplice collaudo di reindirizzamento di asteroide] cerca di testare la capacità di deviare gli asteroidi che potrebbero rappresentare un rischio di collisione con la Terra. La natura ha troppi modi per causare tali disastri, e tali esperimenti ci distraggono solo da dove si trova la vera soluzione: nella società umana.

Non è così assurda l’idea di un asteroide che colpisce la Terra. È già successo in passato e può succedere di nuovo. Il problema è che invece di occuparci di ciò che abbiamo davvero bisogno di sistemare nella nostra vita, rivolgiamo i nostri pensieri a futuri pericoli immaginari la cui possibilità di materializzarsi è minuscola, mentre i veri pericoli vengono dalle persone che ci circondano, e sono queste quelle che dobbiamo sistemare. Invece di lanciare dardi nello spazio, dovremmo puntare ai nostri cuori.  

Tutti i problemi reali che affliggono le nostre vite sono opera nostra. Inflazione accelerata, inquinamento dell’acqua, dell’aria e della terra, guerre e terrorismo, povertà, depressione, dipendenza da sostanze, divisione sociale: nessuno di questi problemi è naturale, tutti sono grandi crisi e tutti sono fatti dall’uomo. Dobbiamo smettere di guardare lo spazio esterno in cerca di minacce e iniziare a guardarci l’un l’altro chiedendo come possiamo imparare a vivere insieme. Dobbiamo iniziare a porci domande vere e dolorose: Perché odio il mio vicino? Non posso sostenere me stesso; sono dipendente  dagli altri per ottenere ciò che non posso fornire a me stesso, ma allo stesso tempo, non sopporto gli altri. Perché è così? Perché sono fatto in questo modo?

Certo, non tutti sentono queste domande in modo così intenso, ma in qualche misura esse esistono in tutti noi e avvelenano le nostre relazioni. Se non riusciamo ad ammetterlo a noi stessi, dovremmo dare un’occhiata alle statistiche e vedere quante persone sfuggono alla realtà attraverso la droga o altre innumerevoli forme di dipendenza. Dovremmo guardare il crescente numero di episodi di violenza, l’intensificarsi delle ostilità tra paesi economicamente interdipendenti e le crescenti divisioni politiche all’interno dei paesi e delle società.

La società umana sta cadendo a pezzi e questo è un pericolo molto più grande di una stella cadente. Se risolviamo i nostri problemi sociali, saremo in grado di risolvere tutti gli altri problemi. Ma se il tessuto sociale si rompe, non risolveremo nulla, mai. Pertanto, la nostra priorità dovrebbe essere quella di superare le fratture sociali e l’alienazione di ogni genere.

Finché non invertiamo il nostro atteggiamento verso l’altro, dall’alienazione alla connessione, dall’indifferenza alla responsabilità reciproca, la preoccupazione per qualsiasi altra “minaccia” è una distrazione che rimanderà solo la correzione di cui abbiamo veramente bisogno. Ciò, a sua volta, renderà la correzione più lenta e dolorosa.

Didascalia:
Immagine della sonda DART della NASA e del LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) prima dell’impatto con il sistema binario Didymos. Crediti: NASA/Johns Hopkins, APL/Steve Gribben

Ridefinire il progresso

Il giorno 25 dicembre 2021 la NASA ha lanciato il suo tanto atteso telescopio spaziale di nuova generazione, il James Webb Space Telescope. Il telescopio, che è stato in costruzione per decenni, è il più complesso osservatorio scientifico spaziale mai costruito.

Secondo la NASA, “Webb scruterà più di 13,5 miliardi di anni trascorsi nella storia cosmica, al tempo in cui i primi oggetti luminosi si stavano evolvendo. È il primo osservatorio in grado di esplorare le galassie più antiche… Webb studierà anche le atmosfere dei pianeti che orbitano intorno ad altre stelle, e osserverà lune, pianeti, comete e altri oggetti all’interno del nostro sistema solare”. 

La tecnologia è una cosa meravigliosa. Ci ha dato energia abbondante ed economica, elettrodomestici che ci rendono la vita facile e viaggiare in modo piacevole e sicuro. La tecnologia ci ha dato medicina avanzata, longevità, conoscenza al di là dei nostri sogni, e “occhi” che possono vedere i confini dell’universo.

Sì, per secoli abbiamo riposto le nostre speranze nella tecnologia per darci qualcosa che non è destinata a darci: la felicità. Pensavamo che rendere la vita più facile e più lunga ci avrebbe reso più felici, ma ci sbagliavamo. Ecco perché dai tempi in cui ricavavamo luce e calore da un fuoco che accendevamo sbattendo pietre l’una contro l’altra, ai giorni in cui accendiamo un dispositivo elettrico alimentato da pannelli solari, non siamo stati in grado di soddisfare il nostro bisogno più elementare: sentirci felici.

Una volta che abbiamo quella solida base di buone relazioni e ci sentiamo felici e contenti, la tecnologia può essere una grande acquisizione. In questo caso, sapremo come usare la tecnologia per migliorare e rafforzare le nostre relazioni, e non saremo ingannati nel pensare che essa possa, o debba, renderci felici.

Oggi, quando pensiamo al progresso, pensiamo a quello tecnologico. Ma il vero progresso non sta nel passare dall’energia del fuoco all’energia solare, ma nel costruire connessioni migliori che generino calore tra di noi. Dobbiamo ridefinire il “progresso” per rispecchiare il miglioramento delle nostre relazioni piuttosto che la nostra capacità di generare più energia attraverso la fissione nucleare o la produzione di combustibili fossili.

Quando i nostri cuori saranno illuminati dalle persone che ci circondano, sapremo che tipo di energia usare, di quanta ne abbiamo veramente bisogno, e come usare al meglio la tecnologia per il nostro bene e per il bene di tutti gli altri.

Didascalia della foto:
Lo specchio del telescopio spaziale James Webb è stato mostrato durante una presentazione ai media al Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland, il 2 novembre 2016.

Robot viventi. Cattive notizie per l’umanità

Recentemente il Wyss Institute dell’Università di Harvard, in collaborazione con scienziati dell’Università del Vermont e della Tufts University, ha pubblicato un documento che mostra come abbiano sviluppato robot biologici in grado di muoversi da soli, “nutrirsi” e persino auto-replicarsi e riprodursi.

Con questa impresa, questi robot hanno soddisfatto i tre requisiti fondamentali affinché la scienza li definisca esseri viventi. Tuttavia, sono robot viventi e non organismi che si sono evoluti naturalmente. Come robot, fanno ciò che il loro operatore ordina loro di fare. Come organismi viventi, possono essere collocati ovunque e riprodursi indipendentemente e indefinitamente.

Questa è una brutta notizia per l’umanità. Non riesco a immaginare nulla di buono che ne venga fuori. Questi nostri giochi, quando “giochiamo” con nuove invenzioni, non portano mai a nulla di buono. Ora, oltre alle armi nucleari e alle innumerevoli altre maledizioni che la scienza ha scaraventato sulle nostre teste, avremo un altro mal di testa.

È noto fin dai tempi biblici che “L’inclinazione del cuore dell’uomo è malvagia fin dalla sua giovinezza” (Gen. 8:21). Purtroppo, sapere quanto siamo malvagi non ci ha mai impedito di comportarci secondo la nostra natura.

Nonostante gli orrori del ventesimo secolo, con le sue due guerre mondiali, l’Olocausto e diversi genocidi su vasta scala, l’umanità non sembra essere migliorata neanche un po’, o di non averci neanche provato. All’uomo non si deve dare più di una pietra ed un bastone. In effetti, puoi stare certo che usi male anche questi, per non parlare di qualcosa di più sofisticato e potenzialmente dannoso.

Anche nei tempi antichi era chiaro che le persone indegne non dovevano avere accesso alla conoscenza.

Nel suo libro Fedro, Platone scrisse: “Quando [i discorsi (insegnamenti)] sono stati scritti una volta, essi cadono ovunque tra coloro che possono o non possono capirli, e non sanno a chi dovrebbero rispondere, o a chi no. E se vengono maltrattati o abusati, non hanno un genitore che li protegga e non possono proteggersi o difendersi».

Ma chi ascolta questo saggio? Nessuno. Ascoltiamo solo i nostri capricci egoistici, motivo per cui il nostro mondo è in uno stato così misero.

Non sono pessimista. So che alla fine ci rialzeremo e impareremo a usare la conoscenza per il bene comune. Alla fine, ci renderemo conto che siamo tutti connessi e che non possiamo ferire gli altri senza ferire noi stessi. L’unica domanda è quanta agonia dovremo sopportare prima di imparare.

 

Didascalia della foto:
Gli scienziati creano ‘robot viventi’ auto-replicanti
Dove: Burlington, Vermont, Stati Uniti Quando: 30 Nov 2021 Credito: Douglas Blackiston e Sam Kriegman

Il desiderio magico

Commento: molti filosofi e psicologi hanno scritto che dobbiamo cambiare noi stessi.

La mia risposta:  Ma lo scrissero dal punto di vista morale.  Qui non stiamo parlando della stessa cosa.  La scienza della Kabbalah parla di cambiare la natura della persona, non di assumere semplicemente un atteggiamento positivo verso gli altri.

Noi non possiamo cambiare la nostra natura da soli.  E i filosofi avevano in mente una sorta di correzione delle relazioni tra le persone: “noi ci limiteremo in maniera meravigliosa, ci metteremo  in una specie di struttura”.  Si tratta del cosiddetto egoismo istruito.

E qui l’idea è completamente diversa. Qui abbiamo bisogno di una forza speciale che ci cambierà. La forza che ha creato il nostro egoismo in forma così rigida: di godere, ricevere, governare, riempire noi stessi, e assorbire, questa è la forza che dovrebbe invertirci, semplicemente ribaltarci.  Non ci serve null’altro.

Domanda: Perché la natura non ci ha creati così, fin dall’inizio?  Perché è necessario trasformarci?

Risposta: In modo che potessimo essere convinti del fatto che la base egoistica della vita è difettosa.  Il fatto è che in natura esiste un innesco, un interruttore, che agisce su di noi. Se riconosciamo veramente la nostra malvagità e vogliamo avanzare al livello di esistenza successivo, questo succederà.

Questa legge esiste in natura.  E’ di questo che parlano la Kabbalah e i Kabbalisti.  La Kabbalah è la scienza che ha rivelato questa legge.  E’ la base dell’intero metodo: come far sì che la natura  ci trasformi da esseri piccoli ad esseri altruisti (veramente altruisti e non pseudo-altruisti come nel nostro mondo).  Allora inizieremo a sentire davvero una natura diversa, un noi diverso, e un mondo diverso.

 

[290398]

From KabTV’s “Close-Up. Fire Island” 1/1/10

Materiale correlato:
Qual è la differenza tra il desiderio di ricevere e l’egoismo?
Lo scopo della creazione e lo sviluppo del desiderio
La vita e la morte: il ciclo circolare del desiderio nella natura

ll problema della psicologia

Domanda: Posso studiare la forza superiore della natura per migliorare la mia vita in questo mondo, oppure per andare oltre questo mondo. Se studio per migliorare la mia vita materiale, viene definito come psicologia?

Risposta: Sì, in generale si tratta di una scienza pratica solo se riusciamo a percepirla in maniera corretta. Il fatto è che c’è un grande problema con la psicologia. Non possiamo essere oggettivi su quello che sentiamo dato che siamo all’interno della struttura della sensazione del nostro mondo.

La nostra percezione è molto limitata, e di parte. Non ci può dare la piena consapevolezza e non ci permette di usare la scienza. Non possiamo misurare le nostre sensazioni correttamente, confrontandole tra di loro, classificandole correttamente in base a cosa sentono diverse persone. Non abbiamo il metodo principale di cognizione, quello scientifico.

Quindi la psicologia non è una scienza, nel senso chiaro, reale, rigido, del termine. Non abbiamo abbastanza strumenti di misura. Descriviamo tutto in maniera molto bella, in fasi intricate, e nessuno può trasmettere all’altro delle dimensioni, direzioni e affermazioni chiare. In generale la psicologia è la scienza delle sensazioni, che non riusciamo a classificare correttamente.

 

[288950]

Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States” 10/15/21

Materiale correlato:
La Kabbalah e la psicologia umana
La differenza fra la saggezza della Kabbalah e la psicologia
La psicologia può essere d’aiuto nello studio della saggezza della Kabbalah?