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Voglio elevarmi a te…

Domanda: Se il gruppo ha qualcuno con una dipendenza e lui è caduto dal processo generale, quali sforzi deve fare in modo da essere in accordo con il Creatore e per superare il nostro nemico, l’ego?

Risposta: Il Creatore non risponde alle richieste individuali di una persona. Egli in realtà risponde ma non realmente a favore della persona, in quanto la persona non Gli dà la possibilità di essere rivelato.

Supponiamo che io gridi ora che mi aspetto che il Creatore mi sia rivelato. Ho i libri e tutto ciò di cui ho bisogno! Mi chiudo in una stanza e comincio a pensare, a gridare, e soffrire.

Si rivelerà a me il Creatore? No. Perché no? Dov’è la resistenza che costruiamo tra noi? Dov’è il nemico? Lui se n’è andato. Dove è il posto in cui Lui dovrebbe essere rivelato?

Il Creatore dovrebbe essere rivelato nella resistenza, nell’ego, nel fatto che non riesco a connettere con gli amici e chiedo il suo aiuto. Solo allora si rivelerà!

Ma se penso a me stesso e borbotto solamente: “Beh, rivelaTi a me”, allora non si arriverà a nulla. Perché dovrebbe rivelare Se stesso?

“Voglio salire verso di te…” cosa significa salire verso di Lui? Significa diventare uguale a Lui, essere vicino a Lui nei miei attributi. Che cosa significa essere vicino a Lui nei miei attributi? Una cosa unica e speciale. Ciò significa che più ci connettiamo, più vicini siamo verso di Lui, e così Egli si rivela a noi.

Ci sono sette miliardi di persone nel mondo. Quando cominciamo a salire, poi nel livello successivo ci sentiamo come un miliardo e poi come un milione, e poi come un centinaio di persone, e, infine, come una sola. Questa è la scala su cui si sale al Creatore.

Ma se io grido: “Elevami, rivelaTi a me”! Allora, come può rivelare Se stesso? Non c’è niente in te, tu sei, ma solo un punto. Solo il nostro mondo può essere sentito in un punto.

Oggi, la sua condizione è che si può avere successo solo se s’inizia a connettersi e, allo stesso tempo, preoccuparsi di tutto il mondo. Vedere ciò che la crisi ha messo al mondo. Questo è ciò che Baal HaSulam scriveva. Solo pensando a tutto il mondo, possiamo gradualmente iniziare a salire.

Ogni livello dell’umanità si sentirà divenire sempre più piccolo, più compatto, ed i suoi membri si sentiranno più vicini l’uno all’altro come in un gruppo, finché diventeremo tutti uno. Solo quando diventeremo uno, saremo uguali al Creatore.

Quindi, non abbiamo altra scelta che avviare la connessione al fine di rivelarLo e di vedere che non siamo in grado di farlo da soli.

Quante volte abbiamo letto il brano dallo Zohar sugli studenti di Rabbi Shimon che erano grandi saggi ed erano al livello di Arich Anpin di Atzilut, il più alto livello di realizzazione, che è la rivelazione del Creatore, la sensazione del Mondo Superiore. Guardate come si odiavano l’un l’altro così intensamente, tanto che erano pronti a uccidersi a vicenda, quando hanno iniziato a scrivere Il Libro dello Zohar.

Dobbiamo raggiungere tali stati in cui chiediamo che il Creatore sia presente in modo che Egli si connetterà a noi. Ma i rapporti tra noi sono freddi: non mi sento realmente così; io sono di cattivo umore… non abbiamo ancora raggiunto il sentimento di odio.
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(Dal Congresso Europeo in Germania 23.03.2013, Lezione 3)

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Non aspettare, agisci!

Domanda: Quando gli uomini si riuniscono, causano un sentimento di ebrezza nelle donne. Noi donne, non vediamo veramente l’ora.

Risposta: Non dovresti aspettare ciò. Devi agire. Altrimenti, non succederà niente. Dovresti creare pressione sugli uomini, aiutarli, questo è, credere come una moglie a casa nei confronti del proprio marito. Questo è come l’intera componente delle donne del gruppo mondiale deve trasmettere alla parte maschile. In principio, l’anima era composta di una parte maschile e una femminile, e il Creatore tra loro.

Non dovresti affidarti solamente agli uomini. Da soli, non avrebbero costruito il mondo. Non possono dare la nascita, crescere figli, e destreggiarsi nelle faccende di casa. Questo è il perché loro hanno bisogno di supporto, aiuto, direzione e pressione. Questo è quello che generalmente fa una donna a casa, aiutando il marito.

L’intero Kli (vaso) è la parte femminile, non quella maschile. L’uomo, sì, attrae la Luce, ma verso il desiderio delle donne, all’aspirazione delle donne. Così, è necessario mettere insieme la parte maschile e femminile correttamente. Comunque, non aspettare! Al contrario, se non causi un bisogno urgente per attrarre la Luce negli uomini, loro non lo faranno. Questo è come siamo organizzati.
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(Dal Congresso Europeo in Germania 23.03.2013, Lezione 4)

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La connessione distrugge il male

Baal HaSulam, “La Pace”: E tu scopri che tutti i semi da cui crescono gli stati buoni sono solo le opere corrotte stesse, il che significa che tutti i mali che vengono esposti da sotto le mani dei malvagi nella generazione si uniscono e si accumulano in una grande somma, fino a che non pesano così tanto che il pubblico non può più sopportarli. Poi, si alzano e lo rovinano e creano uno stato più desiderabile.

Se voglio avanzare correttamente devo partecipare, lungo il cammino, a distruggere il male con azioni concrete. Queste azioni scendono all’atto più efficace, che è la connessione tra gli amici. È la connessione che distrugge il male.

Domanda: Che cosa significa che il male appare durante la connessione?

Risposta: È vero. Il male vero si rivela solo quando voglio entrare in contatto con gli altri e vedere come sono respinto da loro e quanto li odio. Sono attratto da loro e questo mi ripugna e mi sento rifiutato. Questa è l’inclinazione al male e questa è l’unica cosa che dobbiamo correggere. Tutto il resto sono sentimenti animaleschi.

Dopo tutto, l’Adamo, l’essere umano, è solo uno che è attratto dalla connessione con gli altri. La risposta negativa alla connessione è l’inclinazione al male che io correggo e trasformo in buona.

Il mio primo istinto è quello di stabilire una connessione con il gruppo e con gli amici. Poi sento che non voglio studiare e non voglio fare più niente. Sento, invece, l’indurimento del cuore, io sono stanco di cercare, “Quanto tempo ancora? Non vedo venir fuori nulla di buono da tutto ciò…” Questa è l’inclinazione al male, il Faraone in me con il quale adesso devo lavorare. Il Suo male è che si oppone alla connessione.

D’altra parte, il risultato del collegamento si chiama “CreatoreBo-Re“, che significa vieni e vedi (in ebraico – Bo – vieni e Re – vedi). Se mi connetto con tutte le anime o con alcune, allora nella connessione tra di loro scopro il Creatore. In altre parole, raggiungo la connessione e lì dentro scopro il risultato.

Ma nel frattempo mi sento male dato che il mio desiderio si spegne e io mi addormento e non vedo il senso in nulla, né in questo mondo né nel mondo a venire. Nulla vale più la pena. Ora, quando sento l’indurimento del cuore, devo trovare la forza di agire, di elevare MAN, una richiesta.

Così come riesco a farlo se io desidero solo ricevere un sonnifero per il resto della mia vita? Qui abbiamo bisogno di un ambiente che ci aiuti a svegliarci. Questo ambiente fa due cose:

In primo luogo “seppellisce” la mia inclinazione al male.

In secondo luogo, quando ci connettiamo, e insieme saliamo verso la Santità, chiediamo con tutte le nostre forze, la forza della dazione dalla preghiera di molti.

Pertanto, la buona inclinazione può essere rivelata soltanto nel gruppo. Poi dall’Alto, ricevo la forza buona, la forza della dazione che mi unisce agli amici e al Creatore.
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Lo Shabbat eterno

Domanda: Che cos’è lo “Shabbat eterno”, del quale è detto che tutto si compirà il settimo giorno?

Risposta: L’ “eterno Shabbat” rappresenta la completa adesione tra il Creatore e l’essere creato. Si tratta della sensazione della correzione completa.

“Pace eterna” significa che non hai nulla da combattere ma che stai compiendo molto lavoro accompagnato dal desiderio positivo e costante per il Creatore. Questo desiderio non è la conseguenza di una mancanza, ma è dovuto alla rivelazione di una maggiore perfezione.

Non abbiamo idea di come sia possibile. Come posso muovermi in avanti senza usare affatto la gamba di sinistra? E’ come se apparisse una gamba intermedia, e tu camminassi diretto verso la rivelazione del Creatore.

Vale a dire, vai verso di Lui non perché ti correggi e avanzi verso di Lui, ma perché Egli si è rivelato sempre di più, e tu entri dentro di Lui sempre di più. Questo è il sistema.
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(Da kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 04.02.2013)

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Una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce

Noi siamo nel mondo di Ein Sof (l’Infinito). Ma nel mondo di Ein Sof c’è una Luce piccolissima: Nefesh di Nefesh che ha creato l’essere creato come “qualcosa dal niente”, come un minuscolo granello di desiderio di ricevere. Questa è la prima fase, la “fase-radice” del mondo di Ein Sof. Allora, perché è chiamato infinito?

Perché non c’è nulla a parte una minuscola scintilla di Luce e una minuscola briciola di materia. Tutto il resto giunge grazie alla grandezza della Luce nelle sensazioni della briciola dell’essere creato, attraverso il grande rispetto verso la Luce che lo ha creato e che si prende cura di esso. Dal riconoscimento di questa grandezza giunge la sensazione del mondo di Ein Sof.

Poi questa briciola incomincia a svilupparsi e a diventare sempre di più indipendente, e tutti i mondi nascono nelle sue sensazioni. All’inizio avviene istintivamente, sotto l’influenza della Luce. Ma alla fine il suo sviluppo raggiunge il punto in cui ci troviamo adesso. Se ora, da questo stato, cerchiamo di risalire usando tutte le istruzioni che sono state realizzate per noi, raggiungeremo il verso riconoscimento della Luce.

Ma possiamo chiamare vero questo riconoscimento in modo condizionato, poiché è impossibile conseguire la vera essenza del Creatore e la Sua altezza rispetto all’essere creato. Ma quando ci eleviamo di nuovo, scopriamo la Luce di NRNHY, e la misura rispetto alla quale il Creatore ci permette di arrivare a Lui è chiamata “adesione”. In questa misura, in base alla Sua volontà, dobbiamo essere come Lui.

E’ scritto, “Egli ha sollevato il povero dalla polvere” (Salmo 113). Ma noi non chiediamo che Egli ci dovrebbe sollevare dalla polvere per essere ricchi, ma noi vogliamo essere sollevati solo perché così rispetteremo e loderemo il Creatore. Questa è la sola ragione per cui chiediamo a Lui di sollevarci dalla polvere: per conseguire la Sua grandezza e non per migliorare la nostra condizione.

Questa ascesa è al fine di comprendere chi ci ha creati e chi si è preso cura di noi. La materia in sé può restare in assoluta povertà poiché ciò che conta per noi è di unirci alla Luce superiore, la qualità della dazione, non per il nostro bene ma per rendere felice il Creatore. Questa è la nostra sola speranza. In questo modo arriviamo ad eguagliare perfettamente il quadro, l’immagine, che troviamo nel mondo di Ein Sof: una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce, e tutto il resto è l’infinita grandezza del Creatore.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.03.2013)

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Noi dovremmo imparare ad essere una colonna di ferro

Baal HaSulam, Lettera 34: Anche coloro che sono stati premiati con il perdono per i loro peccati, che si trasformano in diritti, in cui si scopre che non c’è difetto, ci sarà ancora bisogno di più potenza per stare nel palazzo del Re, il che significa fermarsi e pregare e aspettare, senza stancarsi … fino a che non si acquista un desiderio completo dal Creatore.

E quindi dobbiamo imparare quest’arte prima di entrare nel palazzo del Re, che significa il palazzo del potere e della forza, e fermarci come una colonna di ferro…

Domanda: Perché Baal HaSulam dice che una persona deve stare in piedi, come una colonna di ferro se sappiamo che, al contrario, si dovrebbe raggiungere uno stato in cui abbiamo la disperazione dei nostri poteri?

Risposta: Se una persona dispera dei suoi poteri, questo non significa che egli diventa debole. Egli non grida di debolezza, ma è piuttosto gioioso come un eroe per aver superato tutti i suoi poteri egoistici (le “bucce“) che sono stati utilizzati per confonderlo e dirigerlo in diverse direzioni. Dopotutto, ora è in piedi di fronte al Creatore, chiedendo aiuto!

Allora, perché sembra che lui debba raggiungere un totale esaurimento? Capisce che non può entrare nel mondo spirituale con le proprie forze in quanto si tratta di una natura totalmente diversa. Tuttavia, egli sa che è stato aiutato dall’Alto in ogni fase del processo e, quindi, è stato portato verso il mondo spirituale, e lui in realtà è in piedi a pochi passi.

Egli è sicuro che, con l’aiuto del Creatore che gli ha dato il potere di superare le forze egoistiche (Klipot – bucce), ora sia totalmente libero.

Se non ha il potere di fare il passo nel mondo spirituale, non significa che egli sia debole; è solo la realizzazione del fatto. Ma il fatto è che ogni volta che ha cercato di avanzare con l’aiuto del Creatore lo rappresenta come un eroe. Un eroe non è colui che combatte stupidamente usando i suoi poteri.

Il Superamento è una guerra contro me stesso, contro la mia voglia di fare tutto da solo, a determinare tutto da solo, come se ci fossero altre forze oltre al Creatore. E’ la più grande follia il pensare che dobbiamo vincere per noi stessi. Quindi, una persona si sente felice di aver combattuto e vinto questa guerra.

Egli non ha vinto a causa dei suoi poteri. Il motivo per cui ha voluto iniziare questa guerra non è venuta da lui, e la richiesta di aiuto da parte del Creatore e la situazione che è stata creata in seguito, inoltre, non è di sua pertinenza.

Quindi, perché è chiamato eroe? Perché è passato attraverso tutti gli stadi lungo il percorso e, grazie a loro, ha aderito al solo Superiore. Questo è ciò che significa vincere questa guerra. Essere un eroe è scoprire che “Non esiste nulla all’infuori di Lui,” nonostante tutti i disturbi.

Quindi, dipende da quello che noi chiamiamo “la debolezza.” Una persona chiaramente non ha i poteri per combattere contro se stesso, ma ottiene che non ha alcun potere e che tutto ciò viene fatto con l’aiuto del Creatore, che gli ha dato il poteri con cui una persona si costruisce l’immagine di Adamo (umano), che assomiglia (Domeh) al Creatore.
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(Dalla 1° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 05.02.2013, Scritti di Baal HaSulam)

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Sottigliezze di ricezione allo scopo di dare

Domanda: Come può il desiderio di ricevere lavorare al fine di dare?

Risposta: Si può se si ha l’intenzione con lo scopo di dare. In questo caso si ottiene un desiderio da qualcun altro e questo gli permette di dare.

Keter ha creato il desiderio di ricevere, Hochma. Al termine di questa fase il desiderio sente una scintilla di dazione, ne fa la sua parte principale, e ora vuole solo dare.

Così è stata creata Bina, e le sue prime tre Sefirot (GAR di Bina) sono simili a Keter. Proprio come in Keter, il punto rosso (nel disegno) determina l’essenza di Keter così fa la dazione, determina l’essenza di Bina. Di conseguenza, la creatura diventa simile al Creatore e segue i suoi esempi: Keter ha creato Hochma, così Bina, anche, ha preso la sua metà inferiore, le sette Sefirot inferiori (ZAT di Bina) da Hochma.

La questione è se si sta ricevendo o dando quando la parte inferiore di Bina riceve la Luce di Hochma.

Nel complesso, è circa l’azione del punto stesso, che sente la dazione da questa azione.

La parte superiore di Bina è un desiderio di donare che si rivolge al Creatore: Vuole dare come Lui (↑), e per lo scopo di fare che riceve (↓). La dazione in realtà si trova nel riempimento di sette Sefirot inferiori.

Allo stesso modo una madre nutre il bambino ed è felice per lui, il che significa che è possibile riempire i vasi di ricezione e attraverso ciò, dare.

Domanda: Allora come fanno i vasi di ricevere a trasformarsi a loro volta in vasi di dazione?

Risposta: Dopo che sono “limitati”, essi sono pieni di Luce di Hassadim, questo è già dare al fine di dare, Lishma (nel suo nome). Poi possiamo usarli anche per ricevere al fine di dare. Così diventano vasi di dazione, dal momento che ricevere al fine di dare è pura dazione. Questo è l’unico modo in cui gli esseri creati possono dare.

D’altra parte, dare con lo scopo di dare non significa che sia dazione reale. È solo la preparazione per la dazione effettiva, e questo è il processo di correzione dei vasi.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2013, Scritti di Rabash)

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Un tronco che soffre

Baal HaSulam, “Un discorso per il completamento dello Zohar”: In quel momento raggiungerete l’equivalenza della forma con il Creatore – come tutte le Sue azioni sono per donare e per beneficiare gli altri, così voi, tutte le vostre azioni saranno solamente per donare e per beneficiare gli altri. Questo è il totale Dvekut.

Domanda: Che cos’è l’equivalenza della forma? Come posso essere uguale nella forma se io sono il desiderio di ricevere?

Risposta: Supponiamo che tu voglia assomigliare a me. Interagisco con te, mi presento a te in qualche forma, e allora tu cerchi di essere come me: fai quello che faccio, pensi come me e parli come me. Il giorno dopo ti presento una forma nuova e tu ti devi adattare a quello che sono io ancora di più, sia nel modo di parlare che nelle azioni e nei pensieri. Ti pongo degli esempi e tu li devi seguire; questo è ciò che si chiama equivalenza della forma.

A questo punto potresti chiedere: “Ma come posso assomigliare al Creatore se non Lo vedo?” E’ scritto: ‘Ritornate al Signore, vostro Dio’. Come posso ritornare a Lui, come posso diventare sempre più come Lui? Fammi almeno degli esempi…”

Chiedi. Chiedi al Creatore di darti un esempio, di mostrarti che Egli è e cosa Egli è, in modo che tu possa essere come Lui. Se non chiedi, significa che non vuoi essere come Lui. Quando tutto ciò di cui hai veramente bisogno è un esempio, lo riceverai.

Domanda: Ho un gatto, posso insegnargli tutto quello che so, ma alla fine diventerà come me?

Risposta: Un gatto non ha il punto nel cuore. Non lo si può insegnare, lo si può solo addomesticare. Ci si può creare qualcosa, ma non ci si può ricavare un essere umano, poiché l’essere umano, Adam, significa “Domeh– uguale” al Creatore. Un gatto non ha il punto di partenza che lo porta a questo, non ha la scintilla iniziale; non ha il punto nel cuore.

Se non fosse stato per il punto nel cuore che è entrato nel desiderio di ricevere durante la frantumazione dei vasi, anche noi non ci potremmo sviluppare fino al livello animato. Ma quando completiamo questa fase, il punto del livello parlante esplode in noi. Questo è ciò che sta succedendo oggi all’umanità: ha raggiunto la fine del suo sviluppo a livello “animato”.

Tutto ha avuto inizio da un punto zero, dal caos. Poi è apparso il livello della natura inanimata, poi il livello vegetativo, e poi il livello animato. Se non ci fosse stato il punto della parola nel livello animato, cioè l’essere umano che appartiene al livello della parola, allora non ci sarebbe stato nessun riferimento verso cui svilupparsi, tutto sarebbe terminato lì.

Questa è la sorpresa ed il problema del nostro mondo: gli uomini non capiscono che stanno affrontando un nuovo livello. Non capiscono perché non lo vedono; non è tangibile, è spirituale. Tutti i livelli precedenti erano concreti, mentre il livello della parola non lo è.

Se mi trovo al livello della natura inanimata, non posso individuare i livelli che sono più elevati del mio: i livelli vegetativi ed animati. C’è un collegamento tra di essi che è visibile sia a colui che è inferiore che a colui che è superiore, ma io non ho idea di cosa sia il livello umano, e come elevarmi verso questo livello è per me un grande mistero. Cosa posso fare, se non ho alcun sistema per attaccarmi ad esso, nessun esempio, ma solamente una grande incognita?

Questa è la ragione per cui il mondo intero non capisce cosa sta succedendo e non può accettare il messaggio della futura ascesa.

Inizialmente, il desiderio creato dal Creatore era la parte che funzionava da il punto nel cuore (•), Galgalta ve Eynaim (GE). Esso è chiamato Israele che significa “Yashar-El” (diritto al Creatore). Abramo portò fuori dall’antica Babilonia gli uomini che appartenevano a questa parte, mentre gli altri Babilonesi senza il punto nel cuore rimasero lì.

Poi con la frantumazione, la distruzione, i punti di Israele caddero e si mescolarono con la materia del desiderio. Questo è l’esilio del popolo di Israele, la reciproca incorporazione delle caratteristiche che si manifestano oggi in ogni uomo che ha il punto nel cuore.

Comunque, è molto difficile per gli uomini vedere che c’è un’altra fase nello sviluppo che è davanti a loro, un altro livello che è una qualità superiore ed è più importante e potente del livello “animato”. Immaginiamo di poter vedere solamente piante sulla superficie della terra. Sarebbe molto diverso questo scenario dal livello successivo, con gli animali, gli uccelli, i pesci e gli uomini con la loro civilizzazione.

Ora, quando ci troviamo davanti un nuovo livello, nessuno lo capisce e nessuno riesce a percepire il bisogno di elevarsi verso di esso.

Domanda: Se il punto nel cuore determina tutto, posso essere paragonato a Pinocchio oggi?

Risposta: Senza il punto nel cuore saresti un “tronco”, ma in questo tronco c’è qualcos’altro, e così quando Geppetto incomincia a tagliarlo con la sega, piange; questo è “il punto nel cuore” che innalza la voce dell’uomo. Tutto il resto che c’è in noi, in verità, è solamente un “tronco”.

Il livello successivo non può essere formato dal niente. Così, quando gli uomini che sentono il bisogno di svilupparsi vengono da noi, a Bnei Baruch, al fine di poter progredire per mezzo dell’amore, con una inclinazione che punta in alto. Altri uomini dovranno evolvere attraverso il cammino della sofferenza per raggiungere questo livello.

Se il punto nel cuore non si fa sentire e non ricorda agli uomini che esiste, sarà solamente la sofferenza a spingerli in avanti. Il punto attira gli uomini in avanti mentre la sofferenza li spinge da dietro. E’ come una corda con due vertici opposti e tutto dipende da quale scegliamo di muovere – se la Torà o la sofferenza.

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(Dalla 4.a parte della Lezione Quotidiana di Kabbalah del 03.02.2013 ” Un Discorso per il completamento dello Zohar”)

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Come imparo dal superiore?

Domanda: Come può l’inferiore invocare il superiore per aiutarlo?

Risposta: Nella misura in cui io annullo me stesso, mi dò la possibilità di ricevere dalla forza superiore, i pensieri, gli attributi, e desideri corretti al posto dei miei pensieri, attributi e desideri. Infatti, di fatto io cambio la mia forma. E la mia nuova forma è così differente dalla vecchia che è come se cambiassi completamente me stesso. In realtà, solo i miei valori e la mia prospettiva cambia, ma è come se io diventassi un’altra persona.

La preghiera, MAN, significa che è stato creato in me un vuoto, una carenza per l’attributo della dazione, al posto dei vecchi desideri di ricevere che avevo prima.

Non so cos’è la dazione o come dovrebbe essere, quindi non so cosa potrà prendere il posto dei desideri che ho ristretto, ma vorrei che un nuovo cuore entri nel vuoto che ho preparato per esso, una nuova mente. Ciò significa che ho innalzato MAN, la preghiera, facendo spazio all’interno del mio desiderio di ricevere per il nuovo scopo.

Quindi in risposta, io ricevo MAD, la forza di superamento. Questa risposta dall’alto è chiamata Mei Dechurin. In aggiunta a questa forza, ho ricevuto una mente, dato che inizio a pesare fino a che punto posso lavorare con la forza di superamento, al fine di costruire il mio capo del Partzuf spirituale per assomigliare al tomaia.

Ho già identificato il superiore e ho capito come devo lavorare per agire come Lui. Questo naturalmente non è molto, ma nel frattempo cresciamo proprio come un bambino piccolo che tenta di assomigliare ad un adulto, e’ così che possiamo imparare.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 11.02.2013, Scritti di Baal HaSulam)

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Un progresso spirituale

Domanda: Come possiamo trasformare l’intenzione di una persona nell’intenzione di molti, nella “preghiera di molti“?

Risposta: C’è una grande differenza. Se penso alla società, tentare di connettermi con loro al fine di trasmettere la Luce che si aspettano, si chiama una “preghiera di molti”, una “preghiera pubblica.”

Se ogni individuo del gruppo si comportasse in questo modo, noi formeremmo l’area della mancanza collettiva generale in cui tutti, mediante la loro inclusione in ognuno di noi, costituiscono già un progresso spirituale. Io penso a tutti, tu pensi a tutti, e così tutto il gruppo. Poi ognuno moltiplica la sua intensità per il numero di persone per le quali si vuole chiedere un riempimento. Si scopre che questa preghiera diventa già un vaso spirituale. Il vaso spirituale è un risultato della connessione. Se io prego per voi e voi pregate per me, allora ognuno di noi contiene l’altro dentro di sé. Allora i nostri desideri che comprendono l’un l’altro si connettono e creano un vaso spirituale tra di loro.

Questo significa che le parti dei nostri desideri in cui io prego per voi e voi pregate per me si connettono. La loro connessione diventa un vaso spirituale. Le parti in cui ognuno è per sé restano al di sotto.

Si scopre che influenzi la Luce solo attraverso la tua mutua inclusione tra di loro, in cui tu lo includi dentro di te e lui ti include dentro di sé. Quindi una persona non funziona nella spiritualità, ci devono essere almeno due, come si dice: “Il minimo di molti è due”. Così come: “O insieme o la morte”, il che significa che o hai un amico con cui esegui un’azione spirituale o sei morto, e non hai la possibilità di attirare la Luce che Riforma.
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(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2013, Lo Zohar)

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