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La realizzazione più grande è portare gioia alla creazione

Dalla Torah, (Deuteronomio 26:8 – 26:11): “Il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio; gioirai, con il Levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua famiglia.”

“Io presento le primizie dei frutti del suolo” significa portare l’intenzione per tutti. Dando a tutti, do al Creatore.

Naturalmente, il Creatore in realtà non ha bisogno di nessun frutto. I frutti vengono portati nel mondo per essere distribuiti in mezzo al popolo.

Domanda: Ma l’uomo esiste per provare piacere?

Risposta: La Torah non è rivolta ad una persona che vuole provare piacere; richiede un approccio completamente diverso.

Una persona può rivolgersi ad essa solo se vuole conoscere il significato della propria vita. Diversamente è tutto inutile, la persona la distorcerà solamente! Se una persona comincia ad interpretarla in modo egoistico, riceverà una Torah completamente diversa.

Domanda: Allora devo arrivare alla Torah col dolore, con un cuore rotto dal pianto?

Risposta: Devi farlo con il solo desiderio di comprendere il significato della tua esistenza ed arrivare alla sua radice, la forza che ti guida! In altro modo, la “riscriverai” e finirai con l’avere a che dare con migliaia di religioni.

Domanda: Allora cosa significa l’obbiettivo di portare piacere alla creazione?

Risposta: Portare piacere alla creazione è un grande obbiettivo della persona che sa cosa fare, sa come aiutare gli altri e come portarli all’adesione con il Creatore, con le qualità della dazione e dell’amore che vivranno in lei e che guideranno le sue azioni. Dopo di questo, la persona comincerà a sentire che è arrivata al livello di esistenza successivo, in un mondo completamente diverso: non limitato dal tempo, dalla vita o dalla morte.

Domanda: Il lavoro è duro?

Risposta: Se lo fai da solo, allora è un lavoro incredibilmente duro, però se lo fai assieme al gruppo degli amici è più facile. Psicologicamente ti viene richiesto un nuovo punto di vista.

La cosa più importante non è il lavoro in sé, ma l’attitudine corretta verso il lavoro. Quando una persona arriva a capire che tutto si risolve solo nel lavoro comune, allora tutto diventa facile in un sol colpo.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 9/11/16

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L’Ari – Il punto di svolta dall’oscurità alla luce

Ari, “L’Albero della Vita”:
Sappi che, prima che le emanazioni fossero emanate e le creature create, la semplice Luce Superiore colmava tutta l’esistenza…..

Lo scopo della creazione è di portare le creature alla rivelazione del Creatore, all’adesione con Lui per raggiungere il Suo livello. L’intero sviluppo dell’essere umano in questo mondo, per migliaia di anni, è stato rivolto solo alla realizzazione di questo scopo.

Ci sono state molte persone che, nel corso della storia dell’umanità, cominciando da Adamo il primo uomo, Adam HaRishon, sono state in grado di uscire dal livello animale per arrivare a quello umano. Queste persone sono chiamate kabbalisti, e nel corso di tutte le generazioni hanno continuato ad aiutare tutti coloro che desideravano arrivare alla realizzazione della forza superiore, per entrare nel livello spirituale.

Tutta la nostra vita in questo mondo, all’interno del nostro desiderio egoistico, è strutturata in modo da farci uscire da esso, per elevarci al livello della dazione, verso una più alta esistenza: eterna ed infinita.

Quindi noi dobbiamo ringraziare tutti coloro che, avendo raggiunto il Creatore da soli, hanno messo in atto tutti i loro sforzi per sviluppare la scienza della Kabbalah, aiutando chiunque lo desiderasse, a raggiungere lo stesso livello e ad attraversare gli stessi stati sulla via per raggiungere la realtà più alta.

Tutta l’evoluzione può essere suddivisa in due fasi. Inizialmente ci sono una maturazione istintiva ed uno sviluppo del desiderio per il piacere. Ma, ad un certo punto, questo desiderio si sviluppa, e lo fa nella misura in cui vuole la propria correzione da desiderio di ricevere a desiderio di donare. Quel punto di rotazione è rappresentato da un particolare kabbalista, il cui nome era Ari.

Questo “messaggero dall’alto” ha fatto per noi ciò che nessun altro kabbalista aveva mai realizzato prima. Non c’è un’altra persona che abbia contribuito maggiormente alla correzione generale. Partendo da lui, l’umanità è entrata nel periodo della liberazione. E’ stato l’Ari che ha rivelato la scienza della Kabbalah, la metodologia della correzione; è stato lui che l’ha presa dall’alto e l’ha approfondita per noi.

Ecco perché la data del 27 Luglio è così importante per noi: è il giorno in cui commemoriamo la morte dell’Ari. Tutto ciò che abbiamo nella nostra vita spirituale, quello per cui ci sforziamo, investendo tutta la nostra vita, proviene dal grande Ari. È l’anima che rappresenta il punto di svolta dal mondo delle tenebre al mondo della correzione.

Lui è stato il primo kabbalista che ha portato alle masse la metodologia pratica per la correzione che comprende la struttura dei mondi superiori, la diffusione delle anime, la distribuzione della Luce e dello sviluppo. Egli ha collegato queste spiegazioni alle ricorrenze e alle citazioni della Torah.

L’Ari ha creato il linguaggio della Kabbalah e lo ha reso possibile allo studio, alla ricerca e all’uso comune. Ha tradotto la Kabbalah dal linguaggio delle parabole e dei suggerimenti, tramandati fra i kabbalisti vissuti prima di lui, in un linguaggio moderno, preciso, scientifico: misure, gradi, Aviut (profondità del desiderio), Kashiut (forza dello schermo) e tutti i termini scientifici.

Dopo di lui, la Kabbalah si trasformò in una vera scienza, perché l’altissimo grado che l’Ari aveva raggiunto, gli ha permesso di comprendere tutto il mondo superiore.

Ecco perché egli inizia i suoi scritti dalle quattro fasi della Luce Diretta, in tutti i dettagli. Tutta la struttura dei mondi che la scienza della Kabbalah insegna, ci arriva dall’Ari. Baal HaSulam scrive che egli aveva raggiunto le proprie altezze spirituali perché aveva ricevuto un embrione dell’anima dell’Ari. Grazie a questa speciale anima, Baal HaSulam raggiunse i suoi risultati e continuò il lavoro dell’Ari.

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Dalla Lezione nel “Giorno in Memoria dell’Ari” 27/07/17

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Il volontariato fa bene al mondo?

Domanda da Facebook: Il volontariato è utile al mondo?

Risposta: Dipende di cosa si tratta. Se parliamo di aiutare le vecchiette ad attraversare la strada, gli affamati in Africa, i senza tetto, gli animali abbandonati e così via, allora questo lavoro non è certamente di alcun beneficio. Nel frattempo, però, lasciamo che la gente continui a farlo, anche se vediamo con i nostri occhi che il mondo non sta cambiando in meglio.

Per capire in che modo il mondo deve cambiare, è necessario studiare il mondo stesso: in base a quali leggi esiste e si sviluppa, verso quale obiettivo finale sta avanzando e se il volontariato aiuta a raggiungere questo obiettivo. Se aiuta, allora continuiamo pure a fare beneficenza. Se no, perché è necessario proseguire? Dopo tutto, chiude semplicemente i nostri occhi davanti ai veri problemi e alla loro soluzione.

Ciò che è utile per il mondo è solo un cambiamento nella natura della persona dall’egoismo all’altruismo. Questo può essere fatto solo sotto l’influenza di una forza superiore, che dobbiamo richiamare su noi stessi. La forza superiore, il potere della dazione e dell’amore, è nascosta a noi ma può manifestarsi in noi se lo vogliamo.

Come farlo, come volerlo, e come provocare l’influenza della forza buona su di noi è ciò di cui parla la saggezza della Kabbalah. Pertanto, la saggezza della Kabbalah è il metodo per correggere l’uomo e l’umanità.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 27/03/17

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Un’anima

Domanda: Che cos’è un’anima?

Risposta: La definizione di “un’anima” ci aiuta a capire che siamo tutte parti di un desiderio comune che, in base al proprio volume e potere, assomiglia al Creatore. Inizialmente ci troviamo in uno stato egoistico, il che significa che vogliamo tutto solo per noi stessi.

Dobbiamo correggerci tutti in modo che tutto quello che vorremo, lo vorremo con l’intenzione di dare. A chi? Se il desiderio è uno e tutti noi siamo parte di un solo desiderio, dobbiamo dare al Creatore.

Quando diamo e concediamo al Creatore, il Creatore ci dà e ci concede, diventiamo compagni di viaggio e ci connettiamo a vicenda, questo è chiamato Dvekut (adesione).

Questo è in realtà lo stato che dobbiamo raggiungere, e questa è la ragione per cui tutte le persone del mondo, essendo parti di un’anima, hanno bisogno di aiutarsi a scoprire, raggiungere e ottenere lo stato dell’eternità, della completezza e dell’infinito, proprio come il nostro Creatore.

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Dalla trasmissione di KabTV “Parlare dell’anima” 30/03/2017

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L’amicizia kabbalistica

Domanda: L’amicizia con le persone che fanno parte della nostra vita “ordinaria”, può interferire con l’amicizia kabbalistica, quella cioè che intrecciamo con i membri del gruppo?

Risposta: L’amicizia ordinaria non interferisce con l’amicizia “kabbalistica”, ma subisce un cambiamento importante, in quanto l’obiettivo, i mezzi e gli atteggiamenti reciproci cambiano completamente.

Accade anche fra due persone che un tempo erano coinvolte in una normale amicizia fisica, esse stringono amicizia in maniera completamente diversa una volta che entrambe intraprendono il cammino spirituale.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 12/11/16

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“Benedette saranno la tua cesta e la tua madia”

Dalla Torah, (Deuteronomio: 28:04): “Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.”

Se dal punto di vista del livello umano si aspira al Creatore, allora anche tutti i livelli inferiori: animale, vegetale o inanimato aspireranno alla stessa uguaglianza. Pertanto, ci sarà sempre una benedizione anche su questi livelli.

Dalla Torah, (Deuteronomio 28:05-28:06)“Benedette saranno la tua cesta e la tua madia. Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci.”

Qui parla di entrare nel livello spirituale e salire.

La nostra vita è una chiara conseguenza del modo in cui costruiamo la nostra equivalenza con il mondo spirituale: con le nostre radici spirituali.

La Torah non parla di oggetti o fenomeni del nostro mondo: le capre, le pecore, le persone, le case, le città e tutto il resto, anche se sembra che parli di questo. Tutte sono qualità spirituali di una persona che aspira al mondo superiore; tutto è dentro di lei. La Torah spiega come queste qualità siano benedette.

Commento: E’ sorprendente che anche l’uscita dal livello spirituale e la successiva caduta, siano benedette.

Risposta: Perché si tratta della caduta per la futura ascesa. È’ scritto, “La Torah verrà da Sion.” Questa discesa appare come il livello successivo: attira più luce su di voi e vi benedice buoni e cattivi.

E’ scritto: “Benedette saranno la tua cesta e la tua madia”. La cesta e la madia sono i Kelim (vasi) che sono stati riempiti con la Luce superiore, in quel livello, con lo scopo di dare.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 5/12/16

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“Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni…..”

Dalla Torah, (Deuteronomio 28:11): “Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti.”

Tutto il desiderio egoistico che sorge dentro di te, ora si chiama la terra di Israele. Esso non nasce nelle persone comuni; loro non raggiungono questi desideri enormi, estremamente egoistici e antagonisti. Tu comincerai a sentirli. Questo è chiamato l’ingresso alla terra d’Israele.

Tu esamini questi desideri; vale a dire che li sottometti alla tua intenzione di dazione e di amore, e quindi ricevi la benedizione nel tuo paese.

È scritto: “Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni”. L’abbondanza significa la rivelazione della Luce di Hochma. Nel deserto, prima dell’ingresso alla terra d’Israele, è stata rivelata la Luce di Hassadim e ora viene rivelata la Luce di Hochma, grazie alla quale hanno avuto luogo sia la nascita che lo sviluppo.

La Luce di Hassadim ti tiene in un costante stato di aspettativa. Tuttavia, noi dobbiamo anche svilupparla perché la Luce di Hochma si riveste in essa. Pertanto, non appena la Luce di Hochma comincia ad avvicinarsi, c’è bisogno immediatamente della Luce di Hassadim. Dopo tutto, senza di essa la Luce di Hochma è come una lama tagliente o un fuoco che distrugge tutto. Questi sono chiamati i Dinim, le qualità del giudizio.

Domanda: Significa che tutto ciò che accade oggi nel mondo è una conseguenza della mancanza della Luce di Hassadim?

Risposta: Sì. Appare solo un enorme desiderio egoistico. Al di sopra di esso c’è la Luce di Hochma che deve entrare in questo desiderio. Tuttavia, lo spazio che la luce di Hassadim deve riempire è vuoto. Dobbiamo attirare la Luce di Hassadim e possiamo farlo solo se ci relazioniamo correttamente fra di noi.

Se raggiungiamo la Luce di Hassadim, la grazia si riverserà in tutto il mondo.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 5/12/16

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Le tappe per l’elevazione spirituale

Il lavoro spirituale inizia quando costringi te stesso ad accettare le leggi della tua stessa correzione.

Come nell’uscita dall’Egitto, i figli di Israele dovettero capire che la cosa più importante era elevarsi al di sopra dell’ego, attraversare il Mar Rosso, accettare la regola principale “Ama il prossimo tuo come te stesso” come obbiettivo finale, ed aspirare ad essa con l’aiuto dell’impegno reciproco, dove tutti si connettono in un tutt’uno.

Furono obbligati ad accettare questo scopo in accordo ai loro sforzi di connettersi al di sopra dell’ego ed avanzare. Di conseguenza, ricevettero l’aiuto dall’alto, dalla Luce Superiore della correzione, chiamata Torah.

Era come entrare nel deserto, quando vai davvero nel deserto perché non ci sono stati, desideri ed intenzioni corrette davanti a te. Tu li fai diventare una fonte corretta; cambi le loro qualità egoistiche in altruistiche, l’odio in amore.

Pertanto, il monte davanti al quale ti trovi, è il Monte Sinai (“Sina” – odio) e gradualmente lo trasformi in amore, dopo aver viaggiato 40 anni nel deserto, vale a dire, 40 livelli, da Malchut a Binà, dalla qualità della completa ricezione a quella della dazione. Entri in uno stato simile allo scalare il Monte Sinai, ma già come una nazione.

Così puoi ottenere la terra di Israele, conquistarla, cioè correggerla e in seguito erigere un Tempio in essa, ovvero creare un’anima comune per tutti. Nel nostro mondo il Tempio rappresenta la creazione di un’anima unica.

Questo è ciò che si ordina all’uomo, che ascenda al successivo livello spirituale. Questo non parla di conquiste geografiche ma strettamente dello stato interiore dell’uomo, quando si eleva al grado chiamato “La terra di Israele”.

Trovandosi nella tappa del Monte Sinai, riceve le istruzioni per le correzioni future.

La tappa successiva è la correzione in sé, e si chiama “Quaranta anni a vagare nel deserto”. In questa tappa, egli sente desideri egoistici interni e correggendoli dall’intenzione per se stesso all’intenzione per il bene degli altri, e attraverso gli altri per il Creatore, riesce ad ascendere al grado successivo.

Lì comincia a lavorare direttamente con i suoi desideri egoistici, senza elevarsi al di sopra di essi, ma usandoli per dare. Questo stato si chiama, “Il lavoro nella terra di Israele”.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 21/11/17

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“….costruirai una casa, ma non vi abiterai…..”

Dalla Torah, (Deuteronomio 28:30): “….. costruirai una casa, ma non vi abiterai…..”.

Una persona costruisce una casa per rivelare il Creatore all’interno di essa. La casa (il Kli, vaso) è l’anima.

Per quel che ti riguarda non è possibile utilizzare nessuno dei Kli che hai costruito, perché in essi non avrai la possibilità di fare uno Zivug di Hakaà, che è il corretto tipo di connessione. E allora si dice che altri vivranno in questa casa.

E’ impossibile utilizzare un Kli, una casa, senza la giusta intenzione, mentre altre persone potranno in parte usarla a modo loro. In definitiva, arriverai comunque alla correzione, in modo da poter tornare a casa, ma solo dopo aver attraversato un lungo e doloroso viaggio.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 7/12/16

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Le preoccupazioni del kabbalista

Domanda: Dicono che un kabbalista non pensi mai a se stesso. Che significa che non pensa mai a se stesso?

Risposta: Il kabbalista pensa a se stesso più di tutti gli altri perché si identifica con tutto il mondo. Identificando se stesso come parte inseparabile della creazione, lui pensa a tutta l’umanità; ha immensi desideri, immense intenzioni e richieste immense.

Tutto questo si manifesta molto in lui, ma non con l’inclinazione egoistica come avviene invece nel nostro mondo. Pertanto, il kabbalista, ha più preoccupazioni di qualsiasi altra persona.

Un kabbalista pensa a come portare tutte le anime in un unico sistema, in una sola forma. Questo è il suo lavoro interiore permanente. Ma non viene espresso in nessun modo all’esterno. Solo gli altri kabbalisti possono sentirlo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 12/03/17

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