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Quando la popolazione umana supererà la capacità del Pianeta Terra?

Oggi è molto diffusa l’idea che la sovrappopolazione umana sia un problema: che aumenti il riscaldamento globale,  i cambiamenti climatici e le malattie, per citarne alcuni.  

Tuttavia, in realtà, maggiore è la popolazione umana, minore è la sofferenza che ognuno di noi sopporta individualmente.

Inoltre, non percepiremmo la sovrappopolazione come un problema se migliorassimo i nostri atteggiamenti reciproci,  collegandoci positivamente gli uni agli altri, al di sopra delle nostre pulsioni egocentriche e individualistiche.

In primo luogo, in relazione all’affermazione: “più popolazione c’è sul pianeta, meno sofferenza assorbiamo”… Dobbiamo innanzitutto capire che nel mondo non esiste il concetto di persone in eccesso.

Non solo il nostro pianeta può far fronte a  molte più persone, inoltre una popolazione umana più elevata non equivale a una maggiore sofferenza. Invece, se vista dalla  prospettiva dello sviluppo dell’umanità verso il suo stato futuro unito, la formula appare così:

La quantità di popolazione divisa per la quantità di sofferenza, eguaglia la nostra capacità di esercitare la libera scelta, per connetterci al di sopra dell’ego.

In altre parole, se ci sono più persone, allora il totale della sofferenza si suddivide tra loro, e come risultato, tutti soffrono meno. Per esempio, diciamo che l’umanità ha bisogno di sopportare un milione di tonnellate di sofferenza ad un certo livello del suo sviluppo. Allora che cosa preferireste: essere parte di un’umanità di otto miliardi di persone che deve affrontare quel milione di tonnellate di sofferenza, o far parte di un’umanità di due miliardi di persone che si assume questo fardello?  È chiaro che sceglieremo l’opzione della minore sofferenza. 

Come funziona questo? Per comprenderlo, abbiamo bisogno di una visione a volo di uccello sullo sviluppo dell’umanità.

Attualmente ci troviamo in un processo che ci porta  ad un futuro dove l’umanità sarà connessa come un unico organismo, in cui ci sentiremo più vicini gli uni agli altri di quanto lo siano le nostre famiglie.  

Oggi siamo ad un bivio: possiamo continuare a seguire la strada della nostra crescente natura egoistica, nella quale cerchiamo di realizzarci in un contesto di problemi personali, sociali e globali, che si intensificano progressivamente; o possiamo esercitare la nostra libera scelta ed impegnarci in questo processo in modo positivo, connettendoci al di sopra della nostra natura egoistica e superando i problemi. 

Se ci rendiamo conto della nostra libera scelta in questo processo, e iniziamo a connetterci sopra l’ego, allora  nessuna singola persona sul pianeta sarà in eccesso. 

Al contrario, ogni persona sarà considerata come una creazione molto preziosa, inseparabile dalla società, che porta una parte significativa del carico dell’umanità. Ogni persona sarebbe importante come le cellule e gli organi del nostro corpo, ognuno dei quali  lavora per il bene dell’intero organismo, prendendosi cura l’uno dell’altro nel processo. 

Non ci sono quindi persone superflue. Ciò che è superfluo è tutto il pensiero volto a limitare la crescita della popolazione. Invece di pensare a limitare la popolazione, dovremmo pensare a come possiamo guidare la nostra popolazione in rapida crescita verso una società connessa positivamente.  

Così facendo, ci renderemo conto della nostra capacità di esercitare la nostra libera scelta e di scoprire una nuova immagine della realtà superando ciò che percepiamo abitualmente nell’ego.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cos’è la vera libertà, in poche parole?

La vera libertà è la libertà dalla nostra natura egoistica, in cui siamo schiavi del desiderio di godere solo per il proprio tornaconto in ogni nostra intenzione.

Quando ci affrancheremo dall’intenzione egoistica di trarre vantaggio per noi stessi, raggiungeremo la vera libertà: entreremo in uno stato di connessione positiva in cui ci piacerà beneficiare, sostenere e prenderci cura l’uno dell’altro.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Cosa pensate del Dolore?

Il dolore è la reazione del corpo ad ogni genere di disturbo corporeo. Ci avverte del pericolo e ci fa agire, per andare verso il piacere e allontanarci dal dolore, ci fa diagnosticare la causa del dolore, per  giungere a delle conclusioni e avanzare nella nostra vita verso nuovi stati.

Il dolore colpisce il nostro ego, il desiderio di trarre piacere a spese degli altri.  Possiamo provare dolore quando stiamo male, o quando entriamo in sintonia con qualcuno che sta male, o quando il dolore dell’invidia ci colpisce, quando vediamo che gli altri stanno meglio di noi. 

C’è un dolore che ci spinge da dietro, facendoci evolvere, e anche un dolore esistenziale che alla fine ci spinge in avanti verso una maggiore realizzazione.

Non proveremmo assolutamente nulla se non  fosse per il dolore. Che si tratti di un certo tipo di conflitto, di contatto o di pressione, ogni nostro sentire è costruito su una certa forma di dolore, e noi possiamo provare piacere, appagamento e gioia, solo dopo il dolore. 

Tuttavia possiamo superare il dolore. Quando ci innalziamo al di sopra dell’ego, cioè, quando superiamo la priorità dell’interesse personale a scapito degli altri, e passiamo al suo opposto, dando priorità al beneficio degli altri, solo allora possiamo vivere in un completo appagamento, senza vuoto, dove ci relazioniamo a tutto e a tutti con una sempre crescente integrità e amore. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come possono gli uomini evitare di vergognarsi di se stessi?

Noi ci adattiamo costantemente a vari codici di comportamento per evitare di vergognarci.

Oltre a occuparci dell’essenziale della vita, ossia di avere cibo, un riparo, una buona igiene e di poterci dedicare alla famiglia, tutto il resto delle nostre azioni è motivato dal bisogno di evitare la vergogna.

La ragione di questa nostra necessità di evitare la vergogna deriva dalla base stessa della nostra esistenza, nel processo di formazione della nostra realtà.

La saggezza della Kabbalah, che spiega il processo di creazione ed evoluzione della nostra realtà, descrive che il Bore (la volontà di dare) creò la creazione (il desiderio di ricevere) e la riempì con la  luce (piacere, appagamento, godimento). Dopo aver provato il piacere della luce, la creazione si è resa conto che dietro il piacere provato c’era una qualità più grande: un datore del piacere. Il fatto di sentire che c’era un datore del piacere e c’era un ricevente del piacere ha fatto sì che la creazione provasse vergogna. In altre parole, la vergogna è la prima reazione della creazione quando sente il suo Creatore ed è quindi ciò che dobbiamo integrare per raggiungere la somiglianza con il Bore.

Ecco perché nel nostro mondo, che è emerso da questa interazione di dare-ricevere tra il Bore e la creazione, la sensazione della vergogna è alla base del modo in cui pensiamo e agiamo nella società.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

Una struttura spiritualmente forte

Domanda: Quando si forma una certa opinione tra la gente che qualcosa è importante, essa può influenzare alcuni ma non altri. Come si può influenzare la massa per far sì che funzioni?

Risposta: Solo attraverso la rete interna di connessioni tra tutti noi.

Siamo tutti legati a una rete. Ma un individuo che non è impegnato nel lavoro spirituale ha un effetto molto limitato su di essa. Tuttavia, la mia influenza su questa rete è molto forte perché ne faccio parte.

Con l’aiuto delle intenzioni e delle qualità corrispondenti che ho volutamente creato in me, io  influisco sull’intero sistema. Si scopre che siamo bloccati in questo modo. Il mio impatto sul sistema generale dell’umanità è miliardi di volte più grande di quello di una persona comune.

Questo è l’unico modo! Per quanto riguarda i media e tutto ciò che facciamo nel nostro mondo, l’umanità ha un effetto molto limitato sul sistema generale.

La nostra influenza principale deve essere diretta a correggere il mondo. Se creiamo da noi stessi la sua microstruttura corretta e questa microstruttura è spiritualmente potente nella struttura generale del mondo, allora essa influenzerà, soprattutto, tutto il resto.

Anche se questo sarà fatto da un piccolo gruppo (forse solo un centinaio di uomini), in termini di potenza e qualità, supererà il resto del mondo di miliardi di volte. Questo è il modo in cui è organizzato!

È proprio come nel cervello umano, dove tutto è controllato da un minuscolo microprocessore grande come la testa di un fiammifero, e tutto il resto sono sistemi ausiliari che lo circondano.

 

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Da “I Got a Call” di KabTV. Come manipolare la massa?” 1/16/23

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Il meccanismo per un impatto positivo sul mondo

Siamo tutti nella stessa rete. Pertanto, coloro che possono influenzare fortemente questa rete sono i motori della direzione positiva dell’umanità. Dopo tutto, è possibile influenzare solo con la forza del dare, della gentilezza e dell’amore. Non in altro modo!

La forza opposta, che è l’egoismo, l’odio e la violenza, si spegne immediatamente; si verifica una restrizione (Tzimtzum) e la rete è bloccata.

Nella misura in cui gli uomini si avvicinano alla spiritualità e diventano come il sistema spirituale, agiscono positivamente perché nel mondo superiore c’è un “filtro” che lascia passare solo l’influenza positiva.

Il mondo superiore è molto semplice; in esso c’è un Machsom o Parsa attraverso il quale passa solo un’influenza positiva, solo un tentativo di connessione.

 

[311067]

Da “I Got a Call. Come manipolare la massa” 16/01/13

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Cosa esiste nello spazio che non riusciamo a percepire?

Domanda: Che cosa esiste nello spazio che ci sembra vuoto nella nostra percezione egoistica, ma che in un’altra percezione è densamente riempito di tutto?

Risposta: Sono i tipi di desideri: inanimato, vegetativo, animato e umano che non percepiamo dai gradi successivi, dal grado del mondo di Assiya, Yetzira, Beria, Atzilut, Adam Kadmon e così via fino al livello dell’infinito.

E lì, proprio come nel nostro mondo, vediamo i gradi inanimato, vegetativo, animato e il grado di “umano”, osserviamo questi tipi di forze, ma solo forze nel mondo di Assiya, Yetzira, Beria, Atzilut e Adam Kadmon.

La cosa più importante è che in ognuno di questi mondi si scopre la forza che li lega e li guida. Si chiama Bore, colui che crea in questo mondo. Ci si fonde con esso, ci si connette con esso, ci si adatta e si  diventa simili.

Di conseguenza, si scopre che un individuo ascende al grado più alto dell’intero universo e include tutto in sé. Ma questa è un’immagine onnicomprensiva di un uomo, quando tutti i nostri corpi scompaiono al livello del nostro mondo e tutti i nostri desideri, forze, conoscenze e qualità appena acquisiti si fondono in un’unica immagine “Adamo”.

È a questo che stiamo andando incontro. Ciò che sta accadendo nel mondo segna l’inizio di questo percorso, l’inizio dell’elevazione spirituale dell’umanità. Spirituale significa al di là della materia. Questo è il cammino verso l’informazione, verso un nuovo cambiamento dentro di noi, nel nostro “io”.

 

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Da KabTV “Ho ricevuto una chiamata. Come vedere l’altro mondo?“. 12/1/12

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Quale domanda dovremmo farci tutti noi oggi?

L’umanità deve riconoscere che ha sviluppato una società corrotta con ostilità e scontri nelle sue connessioni.

Oggi, dobbiamo fare una autoanalisi e farci domande serie su come e perché viviamo: Per che cosa viviamo? Qual è il senso della vita? Qual è il suo scopo? Che senso ha vivere? Si tratta  semplicemente di sopravvivere nei pochi anni che abbiamo a disposizione, o c’è qualcosa di più grande in cui vale la pena di investire?

Nei nostri primi 20 o 25 anni, cresciamo in ambienti di apprendimento. Poi lavoriamo abbastanza duramente per la parte successiva della nostra vita, e infine, all’età di 60 o 70 anni, iniziamo ad avvicinarci alla fine della vita.  

Nei nostri anni di lavoro, abbiamo dei figli che dobbiamo crescere e ai quali dobbiamo mostrare la strada della vita. Che cosa acquisiscono da questa società che noi abbiamo costruito?

È come se ci fossimo messi in acque turbolente e poi cercassimo di tenerci a galla in qualche modo per non affogare.

Infine, tuttavia, gli attriti e le difficoltà della vita ci conducono tutti  alle domande fondamentali sul significato e lo scopo della nostra vita e la sofferenza aumenterà finché non ci sottoporremo a un serio esame di noi stessi. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come comunica Dio con te?

Le riflessioni sul significato e sullo scopo della nostra vita sono il modo in cui il Bore ci invita a dialogare.

Sono come dei corrieri che bussano alla porta per avvisarci di una consegna speciale. 

Dobbiamo solo aprire le nostre porte, accettare i pacchetti, scartarli e riconoscere dal loro contenuto il mittente e il modo in cui dobbiamo rispondere.

Molti di noi sentono bussare, ma aspettiamo, rimanendo seduti sui nostri divani, guardando la televisione, controllando i nostri telefoni e urlando ai corrieri di lasciare i pacchi vicino alla porta, così li andremo a prendere più tardi.

Un simile atteggiamento annulla il risveglio, chissà quando sentiremo di nuovo bussare alle porte del nostro cuore?

Quando riceviamo inviti di questo tipo, dobbiamo immediatamente accettarli. Dovremmo fare tutto il possibile per aprire i pacchi, trovare l’indirizzo del Mittente, capire quale tipo di consegna speciale Gli farebbe più piacere e come potremmo inviarGliela in cambio.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come posso gestire l’insoddisfazione generale nella mia vita?

Migliaia di anni di progresso umano, e cosa abbiamo ottenuto?

Possiamo procurarci qualsiasi bene materiale desideriamo, ma rimaniamo insoddisfatti.

In ogni caso, stiamo al gioco e inseguiamo piaceri fuggevoli. Cos’altro possiamo fare?

Ci osserviamo a vicenda e inseguiamo sbadatamente le tendenze del momento. Pensiamo che se ci comportiamo come tutti gli altri, ci sentiremo bene. Selezioniamo quindi i nostri obiettivi dalla varietà di forme materiali: cibo, sesso, famiglia, soldi, onore, controllo e conoscenze.  Li perseguiamo, sperando di sfuggire al vuoto.

Ci manteniamo occupati in modo che la domanda basilare sulla nostra esistenza, “qual è il significato della vita?” non appaia nelle fessure dei nostri cuori egocentrici.

Prima o poi, in ogni modo, la domanda più profonda sullo scopo della nostra esistenza, si risveglierà per distrarci dalla nostra vita frenetica.

Ma qual è la vera distrazione?

In realtà, abbiamo costruito la nostra intera vita sulla vera distrazione: distrarci da ciò che è più importante. Questo è ciò che arriveremo a capire.

Finché chiudiamo gli occhi per evitare di vedere veramente, possiamo correre insieme alla folla. Ma alla fine, subentrerà lo sfinimento. Inizieremo a sentire la futilità, il vuoto e l’insoddisfazione del cercare di stare al passo con la routine materiale che accelera costantemente.  

Benvenuti al nuovo desiderio che si sta evolvendo nell’umanità: il desiderio per il significato e lo scopo eterno della vita.

È arrivato il  momento di svegliarci dai nostri sogni di inseguire il proprio interesse a tutti i costi.  Abbiamo imparato ad avere successo e a trovare il nostro posto nel mondo materiale, dobbiamo ora iniziare a conoscere il nuovo desiderio che sorge in noi: che cos’è esattamente, perché nasce proprio ora,  da dove arriva e, cosa più importante, come possiamo guidarlo verso la sua realizzazione. La saggezza della Kabbalah è un metodo creato specificamente per soddisfare questo desiderio.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.