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Un lingua senza parole

Domanda: Recentemente è stato celebrato l’anniversario della nascita dell’esperanto. L’esperanto ha rappresentato il tentativo di costruire un linguaggio che unisse tutte le persone. Era una grande idea e una buona prova, ma alla fine non è servito a nulla. Perché? Sembra che l’intenzione fosse corretta: e cioè che tutti parlassero la stessa lingua.

Risposta: E a che scopo? È una cosa innaturale.

Un tempo, quando eravamo più vicini l’uno all’altro, abbiamo parlato la stessa lingua. Questo avveniva nell’antica Babilonia. E poi, con l’aumento dell’astio reciproco, abbiamo improvvisamente cominciato a parlare lingue diverse. Questo ha rappresentato la “distruzione della Torre di Babele”, quando le persone hanno smesso di comprendersi a vicenda.

Con le loro aspirazioni si sono allontanate interiormente fra loro; le loro interconnessioni si sono interrotte e per questo hanno smesso di capirsi l’una con l’altra, in una misura tale da cominciare a parlare lingue diverse. Tutte le lingue del mondo sono nate da questo. Ed è per questo che tutti sono andati ognuno per la propria strada. Ed è così che siamo vissuti sino ad oggi.

Domanda: Allora perché non avere una lingua che unisca tutti? A proposito, due milioni di persone nel mondo parlano l’esperanto.

Risposta: Nessuno di loro lo parla. Questi due milioni di persone, in realtà, occupano il loro tempo come tutti quelli che hanno un interesse comune.

Niente di tutto ciò porterà a nulla di buono finché la gente non comincerà a sentire che tutti dovrebbero diventare una sola persona ancora una volta, perché hanno una base comune, un obiettivo comune. E poi realizzeranno che ci sarà un linguaggio comune che tutti potranno parlare.

La lingua interiore delle persone verrà rivelata, le persone si capiranno a vicenda, anche senza parole, traducendo internamente i pensieri degli altri. Quella lingua potrà sicuramente diventare realtà! Ma solo dopo che l’umanità deciderà di voler essere in unione. Alla radice della frammentazione che si è verificata in Babilonia c’era l’egoismo. Se cominciamo ad elevarci, ci uniremo ancora una volta nella nostra reciproca comprensione. Per questo non è necessaria alcuna lingua.

Ecco perché l’esperanto non ti darà nulla. Si tratta sempre e comunque di una forma di “Babilonia”, ma con lingue diverse. Al di là di tutta la confusione, si tratta solo di una nuova “insalata mista”, che ci ricorda solo il passato, la frammentazione e l’allontanamento fra noi.

Domanda: Se le persone vogliono davvero unirsi, diventare un intero, allora la lingua apparirà da sola?

Risposta: Sì. Devono relazionarsi fra loro solo con la loro connessione spirituale ed emozionale; solo allora sapranno in quale lingua comunicare.

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Dalla trasmissione di KabTV “Le Notizie con Michael Laitman” 27/07/17

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