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“Chi può far fronte ai figli di Anak?”

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Deuteronomio, 9: 1-2): “Ascolta, Israele! Oggi tu stai per passare il Giordano, per entrare di nazioni più grandi e più potenti di te, città grandi e fortificate fino al cielo. Un popolo grande e alto di statura, i discendenti degli Anakim che tu conosci, e dei quali hai sentito dire: “Chi può far fronte ai discendenti di Anak?”

Quando l’uomo avanza nello studio della Kabbalah e prova ad avvicinarsi ai suoi amici nel cammino spirituale, per poter realizzare l’unione nella quale il Creatore sarà rivelato, vede davanti a sé degli ostacoli enormi, esteriori ed interiori.

Gli ostacoli interiori si presentano in chi prova ad avvicinarsi reciprocamente, poiché tra loro insorge un tale egoismo che, come si legge ne Il Libro dello Zohar, essi vogliono letteralmente uccidersi e bruciarsi a vicenda.

Dall’altra parte, sono sottoposti a influenze esteriori avverse, poiché chi non partecipa al movimento che va a costituire un cuore comune è un loro avversario.

Gli avversari sono le nazioni del mondo, il popolo d’Israele che non è ancora connesso nel loro movimento, e le così dette moltitudini miste (Erev Rav– i lavoratori del Faraone). Questo significa che tutti gli avversari della Kabbalah, tutti gli avversari del metodo della connessione tra le persone che si collegano in un tutt’uno, sono attualmente i nemici del cammino spirituale.

Anche se lo vediamo, non possiamo fare nulla. Questo è il risultato naturale del nostro avanzamento. Dopotutto è scritto: “Chi può far fronte ai figli di Anak?”

I nostri avversari ci sembrano molto forti, saggi, sicuri di sé e logici. Essi sanno per cosa vivere e ne sono convinti, poiché davanti a loro vi è un mondo egoistico, in cui poter vivere e navigare perfettamente.

Dal loro punto di vista, voi siete delle persone non realistiche, piene di fantasie irreali, che trascinano altre persone lontano dalla vita normale. È proprio come il Faraone che disse a Mosè: “Perché tu e Aronne distraete il popolo dal mio lavoro? Lasciateli lavorare per me, io li pagherò e tutto andrà bene”.

Il Faraone comandò ai suoi servi: “Date loro più lavoro, così non potranno ascoltare questi due. Perché improvvisamente hanno deciso di occuparsi di un qualche tipo di amore?!”

Oggi avviene la stessa cosa. Quelli che odiano ideologicamente la Kabbalah, le moltitudini miste (Erev-Rav), stanno cercando di vincere. In ogni momento vi è una guerra da condurre contro di loro.

Domanda: Ma il popolo d’Israele entra nella terra d’Israele e inizia a svilupparla.

Risposta: Il popolo d’Israele si sta unendo gradualmente ad una manciata di kabbalisti sotto la guida di Mosè e Aronne, che include i loro discepoli e gli antenati delle tribù. In questo modo, guidano gradualmente le persone verso uno stato di connessione mutua chiamata la terra di Israele.

Domanda: Allora i figli di Anak cessano di essere dei giganti?

Risposta: In realtà, nella terra d’Israele non ci sono più giganti Compaiono solo quando avviene un altro disastro.

Ad esempio, prima della distruzione del Primo e del Secondo Tempio, comparirono delle società egoistiche che affermavano di sapere come servire il Creatore, distruggendo così il livello di dazione e amore raggiunto tra le persone. Furono loro a portare i Romani e i Greci in Israele, e a bandire il suo popolo. Da allora, da 2000 anni, viviamo in questo stato.

Anche adesso essi non ci permettono di riunirci e di raggiungere l’integrità, la dazione, l’amore e l’unione tra noi. Ritengono che questo possa minare le fondamenta del loro potere sul popolo e quindi sono fortemente contrari alla saggezza della Kabbalah.

Domanda: Come possiamo non vedere i giganti in loro, cioè persone logiche e ben informate?

Risposta: È molto semplice: “Allontana il tuo sguardo da loro ed essi si trasformeranno in una montagna di ossa”. Dobbiamo unirci, attirare a noi la forza del Creatore e dirigere la nostra energia verso la connessione delle persone.

In questo modo distruggeremo i giganti, perché loro esistono solo per distruggere le persone e per ridurle in pezzi, piccoli filoni, in modo che si uniscano e per farle lavorare solo nell’egoismo.

Pertanto, anche se a volte parlano del principio di “Ama il prossimo come te stesso”, essi non lo hanno compreso.
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Dal programma di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 04/05/16

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