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Ai confini della Terra Promessa

Dr. Michael LaitmanLa Parshat Shelach parla di quello che accade all’uomo prima del suo ingresso nella Terra d’Israele, ovvero, prima della sua ascesa al successivo livello spirituale. A questo punto ci viene dato chiaramente l’esempio di quanto sia necessario proseguire con la fede al di sopra della ragione.

Il livello spirituale successivo che si rivela davanti all’uomo, è un mondo meraviglioso in una terra dove scorre latte e miele, nella quale è impossibile entrare.

C’è stato un tempo in cui gli abitanti dell’Unione Sovietica sognavano sul comunismo “Questo ci darà una buona vita! Saremo in grado di soddisfare tutti i nostri desideri e necessità, darà sfogo a tutte le nostre speranze, sogni e desideri!”. Tuttavia, hanno perso immediatamente l’interesse quando hanno capito che, con questo, sarebbe giunta l’uguaglianza, la preoccupazione per gli altri, la necessità di lavorare per tutti e di sentirsi felici per questo. È questa la felicità comunista? Riprendetevela!

Quando si parla di una terra nella quale scorre latte e miele, è quindi necessario comprendere che non si parla del latte e del miele di oggi, ma di valori completamente diversi per i quali devo creare un desiderio e una bramosia dentro di me.

Devono diventare particolarmente importanti per me, e allora entrerò veramente nello stato che mi soddisferà come il latte e il miele.

Questi valori mi sembrano adesso davvero terribili: lavorare per gli altri, essere preoccupato degli altri, pensare a loro ed essere preoccupato per tutti quanti. Dovrei riempire la mia vita con questo?

Oggi questo mi sembra l’inferno! Quindi, ho bisogno di cambiare me stesso in modo che i nuovi valori mi sembreranno il Giardino dell’Eden, e allora questa terra diventerà per me la Terra Promessa.

Domanda: Perché le persone sono contrarie a questo? Cosa c’è di male nel vivere per gli altri, pensare a loro e ad amarli?

Risposta: Non c’è niente di male in questo. In teoria, è fondamentalmente un sistema meraviglioso, uno stato meraviglioso, ma quando si tratta di metterlo in pratica, come è successo nel regime sovietico, nei Kibbutzim e in altre comunità simili, nulla è diventato concreto poiché il nostro ego è contrario a questo.

Non si può nemmeno pensare di lavorare per il bene degli altri. Per noi esiste solo la percezione di soddisfarci, e se pensiamo agli altri è solo riguardo al modo in cui possiamo soddisfarci attraverso loro.

Nel momento in cui l’uomo comincia a lavorare su questo, termina immediatamente l’aspetto romantico. La rivoluzione divora i suoi figli.
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Dalla trasmissione di Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 29.04.2015

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I desideri che vanno nella fede al di sopra della ragione

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Numeri 14:36-38): “Ora gli uomini che Mosè aveva mandato a esplorare la Terra e che, tornati, hanno causato a tutta l’Assembla di mormorare contro di lui attraverso la diffusione di un [calunnioso] resoconto riguardo a questa Terra. Gli uomini che hanno diffuso il resoconto calunnioso sulla Terra, morirono colpiti da una piaga, davanti al Signore. Ma Giosuè figlio di Nun e Caleb figlio di Jefunneh, rimasero vivi tra gli uomini che erano andati ad esplorare la Terra”.

Giosuè e Caleb sono i desideri dentro di noi che possono ancora salire al di sopra della ragione, e che sono necessari per la connessione con la Terra d’Israele.

Dal momento che sono giusti, rimangono nella generazione come dei ricordi spirituali (Reshimo) di ciò che hanno visto nella terra promessa. Questo è il motivo per cui muore l’intera generazione del deserto, ad eccezione di quei due.

Come tutti gli altri, vagano nel deserto per quaranta anni. Ad ogni livello, è necessario attraversare una quarantina di gradini per salire alla caratteristica di Bina da Malchut, i quali hanno appena rivelato di essere incapaci di lavorare con l’egoismo. Dopo tutto, non possono attraversare i confini della Terra di Israele senza guadagnare la caratteristica di Bina.
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Dalla trasmissione di Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 06.05.2015

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Il cammino verso lo stato di Yom Kippur

Dr. Michael LaitmanM. Weisman “Midrash Sefer”, “Acharei Mot”, “Il lavoro Santo durante Yom Kippur”: Che sia la Tua volontà, oh Signore, che questo anno sarà Benedetto con tanta pioggia, sole, ombra e rugiada; che questo sarà un anno di abbondanza, successo in quello che faccio, un anno in cui la Tua gente, la nazione di Israele non sarà dipendente da un’altra e non dominerà un’altra.

A prima vista questa preghiera sembra una preghiera normale: Dammi ciò di cui ho bisogno, di cui necessita il mio corpo materiale, di cui ha bisogno la nazione; fa che ci sia pace e abbondanza. Tuttavia, le preghiere che si fanno affinché il nostro ego stia comodo, non raggiungono il Creatore. Salgono a Lui solo le preghiere nelle quali innalziamo la nostra richiesta di correzione, e a questo ci riferiamo col ricevere tutti i benefici specificati in questa preghiera. Dopo tutto, la Luce si espande su di noi ed è pronta a riempirci completamente. La mucca vuole allattare ed ha abbondanza di latte, più che il vitello voglia succhiare.

Tuttavia, il punto è che noi non siamo pronti a ricevere la Luce abbondante. Quindi, quando chiediamo una cosa o un’altra nel mondo spirituale, nella qualità interiore, alludiamo alla correzione: “Dacci l’opportunità di costruire il Masach (Schermo) in modo da essere capaci di ricevere il riempimento che giunge attraverso la Luce Superiore per il Tuo bene”.

Yom Kippur non è la rivelazione del dare con l’intenzione di dare, ma del ricevere con l’intenzione di dare. Il riempimento del dare con l’intenzione di dare è rappresentato da Chanukah, e il ricevere con l’intenzione di dare è rappresentato da Purim. Per avvicinare lo stato di Yom Kippur dobbiamo mantenere tutte le condizioni che ci sono state date durante il dono della Torah, che vuol dire chiarire tutti i nostri 613 desideri e salire al livello del grande sacerdote.

Questo significa rivelare dentro di noi i desideri più bassi e ricevere su loro la Luce suprema e alzarli al livello del grande sacerdote, quando Malchut di Atzilut alza i suoi desideri a GAR di Atzilut a Arich Anpin. Questo stato è chiamato Yom Kippur e rappresenta la rivelazione di tutti i desideri che saranno rivelati in seguito e riceveranno il loro riempimento a Purim (Kippurim equivale a Purim).

Questo è un livello straordinario; la grande Luce Superiore comincia ad illuminare tutti i nostri desideri e splende nell’anima di tutti. Noi iniziamo a comprendere cosa dobbiamo farci.

Un tale lavoro serio è fatto sotto l’influenza della Luce Superiore nel gruppo, durante lo studio messo a fuoco dall’insegnante. Questa è la preparazione per il livello spirituale.

Nel complesso, non dobbiamo immaginare un certo giorno, un Tempio, una montagna o Gerusalemme. Queste sono tutte caratteristiche interiori dell’uomo, che lui dovrebbe raggiungere interiormente in questo modo, rivelarli e dominarli, e salire al livello del grande sacerdote.

La cosa principale è che tutte queste correzioni portano al punto di unione. Perciò è detto: “…un anno in cui la Tua gente, la nazione di Israele non sarà dipendente da un’altra e non dominerà un’altra”. È in questo punto di unione che si sente la connessione al Creatore. Solo con il conseguimento dell’unione cominciamo a sentire che “l’uno rivela l’Uno”.
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Dalla trasmissione di Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 12.03.2014

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La Torah: cambia te stesso per rivelare il Creatore

Dr Michael LaitmanDalla Torah (Numeri 14:13-16): “Mosè disse al Signore: Ma gli Egiziani hanno sentito che Tu hai portato questa nazione fuori dal loro seno con grande potenza. Diranno agli abitanti di questa terra che avevano sentito che Tu, oh Signore, sei in mezzo a questo popolo; che Tu, Signore, sei apparso a loro faccia a faccia e hai appoggiato una nuvola su di loro. E che Tu andavi davanti a loro con una colonna di nubi di giorno e con una colonna di fuoco di notte, e se Tu uccidi questa nazione come un sol uomo, le nazioni che hanno sentito parlare della Tua reputazione diranno quanto segue: ‘Dal momento che il Signore non ha avuto la capacità di portare questa nazione verso la Terra che Lui giurò loro, li ha massacrati nel deserto'”.

Mosè sembra dire al Creatore: “Potevi educare i tuoi figli in modo appropriato, se non con incentivi allora almeno con le punizioni. Che tipo di educatore sei se Tu punisci semplicemente i tuoi figli e li uccidi?”.

Mosè è il punto più interno del cuore dell’uomo, il posto in cui può essere in contatto con il Creatore. Quando ascende al livello successivo, dal livello di Bina al livello di Chochma, per esempio, subisce un cambiamento interiore. Egli deve dirlo! Non è che Mosè inizia a lamentarsi così improvvisamente: “Come osi comportarti in quel modo?!”. Nel complesso, le persone religiose temono tali pensieri: “E’ possibile pensare in questo modo del Creatore? Dio non voglia! Che ne sarà di me se penso in questo modo?”. D’altra parte, qui la situazione è opposta, dal momento che, dopo tutto, è la natura stessa ad essere stata creata dal Creatore, e ora si ribella contro di Lui dentro di noi, in modo da poter realmente capire che la nostra situazione attuale è opposta alla natura.

Questo significa che quando l’uomo ascende e si avvicina al Creatore, non ha paura di non essere d’accordo con Lui e di maledirLo, anche dal profondo della suo cuore. Lui è contento di questi cambiamenti perché, in realtà, indicano il suo vero stato superiore.

Quello che Mosè dice, quindi, indica che sta per completare il livello con cui ha guidato il popolo nel deserto per 40 anni. Lui ha cambiato l’attributo di ricezione in attributo di dazione, ed ora consegue le ultime correzioni del suo ego. Questo livello è come un missile che ha adempiuto alla sua funzione, si stacca e brucia nell’atmosfera.

Le lamentele di Mosè derivano dallo stato di fine della correzione, dopo aver completato il suo lavoro sul livello attuale. Il livello successivo è totalmente diverso e in questo livello esiste l’adempimento di ricevere con l’intenzione di dare.

È impossibile compiere la missione che il Creatore dà ora alle persone che hanno appena attraversato il deserto e Lo hanno raggiunto. Questa missione non può essere conseguita in questo modo poiché la fase successiva è quella di ricevere con l’intenzione di dare. Nella fase successiva, detta il passaggio della frontiera della Terra di Israele, i cambiamenti nella persona dall’esterno verso l’interno avvengono nei vasi completamente nuovi apparsi in lui, questo è un nuovo metodo di lavoro su se stessi ed è una nuova percezione del mondo. Questa non è solo la sensazione del mondo, ma l’inizio della realizzazione di come lui deve correggere il mondo. Fino ad allora, si è solo preparato ad entrare nella Terra di Israele e a conquistarla, il che significa sconfiggere tutte le nazioni dei giganti che ci vivono e raggiungere un livello tale per cui i frutti giganti che lui ha trasportato dovrebbero diventare luce, poiché può ricevere con l’intenzione di dare.

Pertanto, le lamentele di Mosè avvengono solo perché chiede al Creatore nuove competenze e nuove conoscenze. Egli vuole imparare una nuova correzione e vuole ricevere l’istruzione su come entrare in questa terra e conquistarla. All’interno dell’uomo deve esserci uno sconvolgimento estremo e deve trasformarsi in un uomo diverso.

Domanda: Questo significa che Mosè può lamentarsi con il Creatore?

Risposta: Il discorso tra Mosè e il Creatore è il riconoscimento completo di ciò che dovrebbe succedergli ora: “Ho bisogno di una trasformazione interiore e Tu devi farlo per me”. Se non si lamenta col Creatore per questo, significa che non è ancora pronto alla transizione. Pertanto, tutto ciò che Mosè dice, può sembrare un grave attacco al Creatore, ma in realtà Lui lo desidera. Questo significa che l’uomo comprende la grave trasformazione interiore che deve subire per poter iniziare a lavorare con il suo ego con l’intenzione di dare. Nessuno può immaginarselo.

Commento: Invece di non dire il nome di Dio invano e di non essere arrabbiati con Lui, ecc., tutto avviene esattamente al contrario.

Risposta: Non dobbiamo avere paura di nulla. Il Creatore è la caratteristica della bontà assoluta. Lui è inanimato e senza vita fino a quando tu Lo porti alla vita attraverso i tuoi sentimenti. Proprio come puoi essere arrabbiato come un vulcano che distrugge una determinata regione o puoi temere il sole, la luna o i terremoti quando attribuisci i tuoi sentimenti ad oggetti inanimati, puoi anche relazionarti al Creatore nella stessa maniera, alla caratteristica di dazione e amore assoluti. Non puoi dare in un modo o nell’altro, ma devi semplicemente cambiare te stesso.

Quando cambi te stesso, cambi la tua personale ricezione e quindi il Creatore ti sembra diverso. Ma in realtà, quello che sta cambiando sei tu! Tutta la Torah si basa sulla preghiera, che in ebraico deriva dalla parola radice che significa giudicare se stesso.

Preghiera significa auto-giudizio e chiedere che cosa ho bisogno di cambiare dentro di me per rivelare il Creatore come bene assoluto. Ovviamente, questo è il punto in cui finisce qui il lavoro di Mosè, tuttavia è la preparazione alla fase successiva.
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Dalla trasmissione di Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 29.04.2015

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Scritti di Baal HaSulam, articolo “L’insegnamento della Kabbalah e la sua essenza”, titolo “Ordine di passare la saggezza”
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I colpi del passato e del futuro

Dr. Michael LaitmanDomanda: Parecchi ricercatori dell’antisemitismo moderno rimandano al fatto che la Torah chiama la nazione di Israele gli eletti e la nazione santa, che è difficile da digerire per chi cerca una correzione in uguaglianza …

Risposta: Non è che la Torah ci dice queste cose; è piuttosto che la nazione israeliana non le manifesta e non le proclama come suo fondamento. Molti non ne sanno niente, ma questo non diminuisce l’intensità dei loro sentimenti.

Noi abbiamo a che fare effettivamente con la forza che si trova nella natura, nei nostri desideri umani. Anche le persone che non sentono qualcosa verso la nazione di Israele e non sanno nulla sulle sue radici, percepiscono ugualmente questo odio. Esso deriva dalla loro stessa natura, e non c’è nulla che possiamo fare al riguardo. I vasi del desiderio di ricevere odiano naturalmente la dazione e la vera connessione di cui parla la Torah.

Non sentiamo l’odio nei confronti di questo ma una resistenza. La dazione appartiene ancora a noi e a nessun altro. Quelli che non sentono di farne parte, la odiano a tal punto che in realtà sono pronti a distruggerla, ucciderla ed eliminarla.

Non c’è niente di più naturale. Questo, in realtà, è la ragione per cui Esaù voleva uccidere Giacobbe, ma non poté farlo perché l’immagine subconscia di Esaù in una persona è il pensiero che senza Giacobbe non sopravviverà, e questo lo ferma. Nella Torah vediamo che è impossibile gestire il mondo senza una fonte di dazione. Tuttavia, il desiderio di distruggere o di soggiogare e di piegare la caratteristica della dazione brucia sempre nell’uomo, soprattutto ora.

Possiamo chiederci come questo sia possibile nel XXI secolo. La gente non capisce che sta iniziando una nuova era, in cui si richiede alla nazione di Israele di agire in modo reale. In passato era così. Nonostante l’odio delle altre nazioni, non c’era un obbligo effettivo di effettuare la correzione, tuttavia eravamo sottoposti ancora a delle terribili sofferenze.

Non abbiamo sofferto solo di recente e per un breve periodo di tempo, perché il Creatore ci ha permesso di tornare alla Terra di Israele e di stabilire che noi siamo qui per iniziare la correzione. Il periodo iniziale del nostro ritorno a questa terra è tuttavia finito. Baal HaSulam ce ne parla ne Il Discorso per il Completamento dello Zohar dicendo che ci è stata data la possibilità e ora, se la nazione di Israele non adempie realmente alla sua correzione, tutte le sofferenze che abbiamo subìto ci sembreranno nulla in confronto alle nuove sofferenze che arriveranno.

Questo perché, dopo l’esilio della nazione di Israele, non siamo mai stati nello stato in cui abbiamo dovuto compiere la correzione, e quindi il rendiconto di questa nazione sarà molto duro. Tutti i colpi che abbiamo ricevuto in precedenza erano soltanto per impedirci di connetterci alle nazioni del mondo in modo che non lo avremmo dimenticato. Loro ci hanno aiutati a restare separati e a custodirci in modo che saremmo stati in grado di ritornare alla correzione che sarebbe avvenuta in seguito. Anche quelli erano comunque dei colpi terribili.

Ora, però, verranno da una fonte completamente diversa. Dobbiamo capire che il nostro dovere è portare al mondo il messaggio della correzione. Dopo tutto, in ultima analisi, siamo noi quelli da biasimare. Gli altri non lo sanno ancora, mentre noi lo sappiamo, e quindi ci viene richiesto di compierlo. Se ci addormentiamo, tutti i colpi del mondo saranno sulla nostra coscienza.
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Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah 02.03.2014, Gli scritti di Baal HaSulam

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Come possiamo superare L’Ego?

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Numeri 14: 4-7): “E loro dissero l’uno all’altro: ‘Facciamoci un comandante, e torniamo in Egitto’. Allora Mosè e Aronne si prostrarono davanti a tutta l’Assemblea della comunità dei figli d’Israele. E Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Jefunne, che erano andati a esplorare il paese, si stracciarono le loro vesti. E parlarono a tutta la comunità dei figli d’Israele, dicendo: ‘Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo, è un paese buono, buonissimo’”.

Le spie che furono mandate a spiare la Terra di Israele, la attraversarono in lungo e in largo. Esplorarono il terreno su tutti i livelli, ovvero, tutti i vasi, tutti i cinque livelli di NRNHY, e scoprirono che è bene.

Dalla Torah (Numeri 14: 8-9): “Se il Signore trova delizia in noi, allora Egli ci condurrà in questo paese, e ce lo darà, un paese dove scorre latte e miele. Solo se non vi ribellate al Signore, non abbiate paura del popolo di quel paese; perché loro sono il pane per noi; la loro difesa è stata rimossa e il Signore è con noi; non temeteli”.

Le nazioni che vissero nella Terra di Israele sono i nostri desideri egoistici giganti. Quando l’uomo capisce di non poter superare i suoi impulsi e vede dentro di sé il suo rivale egoistico, si arrende semplicemente e lascia all’ego fare tutto ciò che vuole con lui; oppure può provare a fare qualcosa, ma non può superare l’ego e non ha il potere di farlo. Solo se si connette ad un gruppo, ad un ambiente, può ricevere forza da loro, e allora sarà in grado di superare questo ostacolo, esattamente come, per esempio, venti piccoli uomini possono superare un gigante.

Pertanto, quando Caleb e Giosuè dicono che il tempo dei desideri egoistici è finito e che se la nazione di Israele va di pari passo con il Creatore, intendendo con il Suo potere saranno in grado di asservire l’ego per distruggerlo e sottometterlo. In seguito, tutti gli ostacoli egoistici che loro vedono sotto forma di giganti lavoreranno correttamente.

Domanda: Cosa significa che “stracciarono le loro vesti?”

Risposta: Questo significa che tutti i precedenti Masachim (Schermi) esterni, la Luce che ritorna, tutti i vestiti che avevano, non sono adatti al nuovo livello. Adesso hanno bisogno di essere vestiti con una Luce di ritorno completamente diversa. Questo significa che devono cambiare i loro vestiti. Nel nostro mondo esiste l’usanza che quando muore qualcuno, i suoi parenti si strappano i vestiti al suo funerale. Vuol dire che sono in procinto di raggiungere un nuovo livello. Non è la persona a morire, ma il suo ego, e quindi lo seppelliamo. Questa è la ragione per cui piangiamo il morto per sette giorni lasciandolo a poco a poco, e una volta essere totalmente liberi del livello precedente, cambiamo i vestiti e iniziamo una nuova vita. I giorni del lutto, i sette giorni, i trenta giorni e l’anno simboleggiano le reincarnazioni, quando le stesse Reshimot (Geni Spirituali) ritornano e gradualmente li innalziamo fino alla fine della correzione.
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Dalla trasmissione di Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 15.04.2015

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Dr. Michael LaitmanDomanda: Perché si pensa che Rosh Hashanah sia l’inizio della formulazione del giudizio di se stessi?

Risposta: Prima di Rosh Hashanah c’è un periodo in cui l’uomo controlla in modo evidente i suoi stati precedenti ed esprime rammarico, si pente, piange, e poi chiede aiuto all’alto. È così che lui ammorbidisce il suo cuore in modo evidente, trasformandolo da un cuore di pietra a un cuore di carne. Questa è la tradizione, e la cosa principale è che l’uomo inizierà a capire di dover guardare alla sua vita in un modo nuovo.

Domanda: Significa che si sta parlando delle buone azioni, quelle che lui deve iniziare nel nuovo anno, durante Rosh Hashanah?

Risposta: Le buone azioni sono le correzioni del sé, perché quando si corregge se stessi, si corregge il mondo, nel senso che si costruisce un sistema di integrazione reciproca e di unità in cui il Creatore è rivelato e per cui è necessario portare alla correzione tutta la sostanza dei livelli inanimato, vegetale e animale e, in particolare, il livello del parlante.

Dalla trasmissione di Kab.TV “La Festa del Capodanno ebraico” 06.08.2012

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Che cosa è possibile chiedere al Misericordioso e Benevolo?

Dr Michael LaitmanDomanda: Raggiungere la preghiera è il lavoro individuale dell’uomo o è il lavoro di tutto il gruppo?

Risposta: Naturalmente è un lavoro comune di tutti noi. Da dove posso ottenere la forza per questo? Se non mi identificassi con il dolore della comunità, non sarei in grado di raggiungere la preghiera.

Altrimenti griderei per me stesso e per questo non riceverei una risposta dall’Alto. Devo trasmettere all’Elyon (Superiore) la richiesta degli altri, la preghiera dei tanti. Si chiama così perché grido per i tanti, e non perché gridano molte persone.

I “tanti” sono i miei desideri raffigurati a me come estranei. Grido perché voglio avvicinarmi a loro, sentirli come sento me stesso, raggiungere l’amore per gli altri come per me stesso, e connettere.

Non grido per il fatto che loro stanno male e il Creatore deve aiutarli, anche se anche questa è una preghiera, com’è detto “Colui che prega per il suo amico verrà ricompensato prima” (Baba Kama 90b). La cosa principale è che, quando li vedo come parti di me e mi connetto a loro, a quel livello sono connesso al Creatore.

Dopo tutto, se chiedo al Creatore di essere misericordioso verso di loro e di risolvere i loro problemi allora, in questo modo, io Lo colpevolizzo del fatto di stare abusando di loro e penso che Lui sia crudele e Gli chiedo di fare qualcosa di buono per loro. Ma non posso rivolgermi al Creatore in quel modo e non avrò l’equivalenza della forma con Lui se non decido che è misericordioso e benevolo.

Quindi, la vera preghiera non è la richiesta che dovrebbe essere fatto qualcosa di buono per gli altri. Come posso chiedere al Creatore di fare qualcosa di buono se Egli è anche Buono e Benefattore? Io Gli chiedo di fare una correzione tale in noi da essere tutti aderiti a Lui. Questa è la preghiera completa, non c’è null’altro da chiedere.

Se vedo qualcosa di cattivo, è perché esiste un divario; si sono rivelate le forze della Shevira (Rottura). E la Shevira si trova dentro di me, quindi vedo la realtà come brutta. Così, chiedo che tutti siano in grado di aderire al Creatore e di darGli piacere. Dopo tutto, siamo così spregevoli che non siamo disposti ad accettarLo per com’è veramente: Buono e Benefattore.

Questo vuol dire che non chiediamo a Lui di farci del bene perché, in ogni caso, ci troviamo nella situazione ottimale per noi. Noi chiediamo la correzione della nostra visione e sensazione distorte, così non incolperemo il Creatore come i bambini che urlano “Mamma cattiva!”.

Domanda: Ma cosa si deve fare con l’inclinazione al male che proclama continuamente che tutto è cattivo?

Risposta: L’uomo deve cercare di superare la sua inclinazione al male, e non annientarla. Abbiamo bisogno di salire su di essa ed esserle superiori perché i desideri di dazione devono essere al di sopra dei desideri di ricezione. È vietato anche spegnere i desideri di ricevere; perché altrimenti non possono esistere i desideri di dazione.

Senza Yetzer HaRa (Inclinazione al male), cosa ci rimane? Yetzer HaTov (Buona inclinazione) non può esistere in noi, perché questo è il Creatore, il desiderio di dare. Non posso essere Yetzer HaTov, Yetzer HaTov può esistere dentro di me solo nella misura in cui esso cavalca il Yetzer HaRa.

Il Yetzer HaRa mi assicura il distacco dal Creatore, l’indipendenza. E il Yetzer HaTov che lo controlla mi dà la forma del Creatore. Tuttavia, posso solo chiedere a Yetzer HaTov di dominare Yetzer HaRa dentro di me. Solo la Luce Superiore può portare fuori questo; io stesso non sono in grado di farlo. Questo non è in mio potere.

Posso solo chiarire che è questo ciò che mi è richiesto. Ottengo tale possibilità a seguito della Shevira, la quale costruisce la connessione tra il desiderio di ricevere e il desiderio di dare. Così ho la possibilità di chiarire, analizzare e distinguere tra una e l’altra. La Luce Superiore comincia ad illuminare questi concetti per me e vedo cos’è il bene e cos’è il male.
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Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah 06/03/2014

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