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Cosa è nato prima: la Scienza o la Kabbalah?

La scienza deriva dalla Kabbalah, scoperta da Adamo più di cinquemilasettecento anni fa. Dopo Adamo, i kabbalisti apparvero venti generazioni prima di Abramo, cioè prima dell’epoca dell’antica Babilonia, e altri apparvero dopo Abramo.

La Kabbalah ci ha dato un sistema. La filosofia è emersa dalla Kabbalah. Esistono diverse fonti, documenti e scritti di filosofi antichi e di filosofi e scienziati del Medioevo, a partire da Platone e Aristotele, fino a Newton, Reuchlin, Leibniz e altri, che descrivono come i primi filosofi studiassero con i kabbalisti, dai quali traevano le loro conoscenze. Hanno sviluppato queste conoscenze in filosofie e queste filosofie sono diventate le fondamenta delle scienze.

A quei tempi, aspiravamo a conoscere la natura generale che era al di fuori della nostra percezione. In altre parole, avevamo un legame più stretto con la natura ed eravamo interessati a conoscere il significato della nostra vita.

Oggi potrebbe sembrare irreale che un tempo ci siamo interrogati sul significato della nostra vita, ma è a causa della nostra attuale distanza dalla natura che non riusciamo a percepire cosa significasse essere molto più vicini alla natura in quei tempi.

In seguito, l’umanità si è evoluta nei suoi desideri egoistici, attraverso il desiderio di denaro, onore e controllo, e abbiamo sviluppato un approccio alla scienza molto più pragmatico e tecnologico. Oggi, tuttavia, dopo eoni di tale sviluppo, abbiamo raggiunto una posizione simile a quella dei ricercatori del passato del nostro mondo; stiamo tornando a porci la stessa domanda sul significato della nostra vita.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

La Kabbalah come scienza integrale

Commento: Quando ho incontrato la Kabbalah per la prima volta, e ho ascoltato le tue conversazioni, ho sentito che c’è una verità, che null’altro mi aveva aperto gli occhi alla realtà così tanto. L’ho provato davvero su di me.

La mia risposta: Ma non si può dire cosa sia.  Ti è stato rivelato che si tratta, certamente, di una conoscenza molto seria, ma non ancora cosa rappresenta. Hai avuto semplicemente una sensazione di qualcosa che si apre.

Commento: Avevo visto, letto e studiato varie cose prima, ma è stata la Kabbalah a sembrare vera e autentica.  Mi mancano le parole per spiegarlo.

La mia risposta: Ti dirò io da dove arriva. La Kabbalah è una scienza integrale che assorbe ogni cosa. Parla della radice Superiore da cui discendono tutti i rami nel nostro mondo: i sistemi di controllo, di educazione, la natura inanimata, vegetale, animale e umana, sistemi che percepiscono ogni cosa. Ovvero, si tratta di una scienza che spiega il controllo del nostro mondo.

Quindi, qualsiasi cosa si dica sul nostro mondo, la Kabbalah ha la propria opinione molto chiara, a riguardo, con una radice di gestione molto profonda. Riesco sempre a trovare la radice, come avviene, come si è sviluppato in passato, quali qualità ha, il luogo, com’è controllato dall’esterno, e cosa succederà nel futuro- in generale, su ogni cosa.

 

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From KabTV’s “I Got a Call. Kabbalah About Cults” 12/18/13

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Lasceremo le nostre impronte sulle strade polverose di pianeti lontani?

Ci sono stati soltanto una mezza dozzina di eventi veramente importanti  nella saga di quattro miliardi di anni di vita sulla Terra: la vita unicellulare, la vita multicellulare, la differenziazione in piante e animali, lo spostamento degli animali dall’acqua alla terraferma e l’avvento dei mammiferi e della coscienza.

Il prossimo grande passo dovrebbe essere l’idea della vita interplanetaria – un viaggio senza precedenti che ci cambierà e ci arricchirà radicalmente. (Elon Musk).

La mia risposta: non sono per nulla d’accordo con questo. Che cosa ci darà?  Perché le fasi precedenti di sviluppo dovrebbero portarci a quest’ultima fase?  Voleremo da stella a stella? Perdipiù, ci troviamo in una condizione energetica e fisica tale che questi voli ci costeranno centinaia di anni! Perché abbiamo bisogno di volare da un campo all’altro?

Domanda: Egli considera lo sviluppo interplanetario come il prossimo grande passo. Tu cosa pensi sia il prossimo grande passo?

Risposta: Il prossimo grande passo sarà rivelare il significato della vita. Perché è apparsa dal nulla e perché i passi di cui parla  iniziano a svilupparsi da essa?

Domanda: Una persona quindi arriverà alla domanda: “perché vivo?”

Risposta: Sì. Più ci sviluppiamo, più vogliamo sapere qual è la nostra radice, la nostra fonte.  È questo ciò che ci interessa.  Questa è la ricerca del  significato della vita, dato che ogni cosa è racchiusa nella nostra radice.

Oggi quando facciamo qualcosa, sviluppiamo le forze e i dati che si trovano nella nostra fonte.

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 6/30/22

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Ciò che possiamo e non possiamo scoprire con il nuovo telescopio spaziale

Il mese prossimo il telescopio spaziale James Webb (JWST) sostituirà il telescopio spaziale Hubble, ormai datato, e inizierà a “svelare le prime immagini spaziali di qualità”, secondo space.com. Una notizia di CBS news spiega che Webb è 100 volte più potente di Hubble, e può rilevare le scie di calore di un ape da una distanza lontana quanto la luna.

Per gli scienziati è motivo di festeggiamento. “Webb è stato progettato specificamente per permetterci di vedere le prime galassie formate dopo il Big Bang..è come se avessimo la storia dell’universo di 14 miliardi di anni, ma ci mancasse il primo capitolo” afferma l’astrofisico Amber Straughn in un’intervista per “60 Minutes”.

Non ho dubbi che le immagini saranno stupende e le nuove rivelazioni imminenti. Ma anche se potessimo vedere indietro al momento del Big Bang stesso, non troveremmo le forze che hanno creato l’universo, e di conseguenza, che hanno creato anche noi.

Per quanto siano potenti gli specchi di Webb, non potranno riflettere le forze che hanno creato l’universo. Per scoprire le forze che hanno creato l’universo materiale, abbiamo bisogno di un telescopio di tipo diverso. Proprio come la luce degli specchi viene riflessa al centro del nuovo telescopio, che poi li connette creando un’immagine, le forze che hanno creato l’universo possono essere connesse alla forze che ci uniscono.

Queste forze derivano da una sfera superiore a quella materiale, che è confinata ai limiti dell’auto-interesse. Quando non esiste l’auto-interesse, nulla limita queste forze ed esse possono connettersi in maniera da generare la vita.

Soltanto le forze che sono superiori all’auto-interesse possono creare la vita. Le forze legate da una percezione ego-centrica non possono creare alcuna cosa; possono soltanto assorbire. Proprio come la forza creativa della vita di una mamma è l’amore per suo figlio, che ama ancora prima del concepimento, le forze che creano la vita sono forze di dazione, senza ombra di auto-assorbimento.

Quando formiamo relazioni basate su un approccio che corrisponde alle forze che hanno creato l’universo, le possiamo scoprire. Proprio come un ricevitore di onde radio riceve le onde creando frequenze simili in sé, quando noi creiamo una “frequenza” per trascendere il nostro stesso ego, scopriamo le forze che esistono su quella “lunghezza d’onda” e possiamo studiare la loro natura, comportamento e potere.

Forze tali, che trascendono l’ego, devono avere un oggettivo verso il quale mirare. Questo è il motivo per il quale le scopriamo attraverso il lavoro collaborativo.

Quando riveleremo queste forze, capiremo come correggere gli errori del nostro comportamento e come modificare la nostra vita in accordo con le forze che creano la vita. Allo stesso tempo, saremo in grado di costruire le nostre società in maniera sostenibile, sicura, e soddisfacente per tutti.

Didascalia foto:
Il telescopio Webb della NASA svela il suo specchio gigante
Stati Uniti 08 Gennaio 2022 Credit: NASA GSFC/CIL/Adriana Manrique Gutierrez/immagini di copertina

L’essenza spirituale dell’uomo

Commento: uno scienziato Russo ha affermato di aver scoperto un fenomeno in natura conosciuto con il nome di DNA fantasma. Le conclusioni a cui è giunto, dopo una serie di esperimenti sull’apparato dell’eredità, ovvero il DNA, hanno sconcertato tutti, persino gli stessi biochimici.
Lo scienziato afferma che dopo la morte, i geni non vengono completamente distrutti, ma lasciano una sorta di fantasma che contiene alcune informazioni. Questo fantasma, un grumo di informazioni espulso dalle cellule, esiste per circa 40 giorni. Dopodiché scompare, ma non totalmente. Le informazioni incorporate nell’apparato genetico umano non scompaiono mai senza lasciar traccia.

La mia risposta: Nulla scompare in natura. È soltanto che quando guardiamo una persona nella sua forma biologica egoistica, vediamo una certa immagine. Poi questa immagine muore dato che in questa forma biologica il desiderio egoistico, che è l’essenza della persona, si esaurisce. Non c’è più forza in lui per riempirsi.

Il desiderio, per così dire, rinuncia a tutto, si stanca, non vuole più lavorare in questa forma, sente di esistere senza motivo e quindi la persona muore. Tutta questa immagine termina la sua esistenza.

Ma questa è soltanto la nostra percezione egoistica dato che vediamo la persona come un oggetto egoistico. La vediamo semplicemente così, ma in realtà, è eterna, perfetta e esiste oltre qualsiasi limite.

Questo significa che stiamo parlando del bisogno di cambiare l’osservatore, e allora non vedremmo le persone morire e neanche le persone stesse. Al loro posto vedremmo la loro essenza spirituale interiore, che esiste.

Per ora, di questa essenza spirituale interiore, l’anima di una persona, percepiamo solo il guscio esteriore, egoistico, che costruiamo noi. Il nostro filtro egoistico, attraverso il quale guardiamo ogni cosa, inclusi noi stessi, distorce e inverte l’immagine intera del mondo.

Nulla scompare in natura. Tutti i cambiamenti nelle forme esteriori avvengono nella nostra percezione. Guardo qualcosa e sembra che tutto intorno a me stia cambiando. Ma non c’è proprio nulla intorno a me e nulla cambia.

L’ intera immagine della percezione è in me. Cambia in me perchè il mio egoismo si trasforma costantemente, si sviluppa e attraversa diverse fasi di sviluppo, quindi a me sembra che il mondo si sviluppi. Così quando guardo tutti gli oggetti, li vedo in movimento. In realtà non esiste movimento e sono io semplicemente che mi muovo interiormente.

Commento: Ma gli scienziati sentono comunque una sorta di onda cornice delle particelle più sottili.

La mia risposta: Sentono una forma egoistica esteriore. Ma, in realtà, interiormente è già l’essenza spirituale di una persona.
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Da “Primo piano” di KabTV. Genoma umano” 17/7/11

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In un sistema integrato chiuso

Commento: Gli scienziati si domandano come avvengano le trasmissioni istantanee di informazioni. Il concetto di tempo nella comunicazione tra cellule scompare; quindi i ricercatori affermano che il paradigma di trasmissione da parte del sistema nervoso non sia corretto dato che la velocità di impulso del sistema nervoso è molto piccola. Ogni cosa succede istantaneamente.

Si trovano davanti a un problema che, in linea di principio, non riescono a spiegare, e tendono a considerarlo una trasmissione a onda di informazioni.

La mia risposta. Ci sono molte teorie su questo tema. Ma nessuna di queste può spiegarlo, neanche con l’aiuto delle onde, dato che le onde sono tempo, lunghezza e frequenza. Non riusciremo a trovare una soluzione a questo problema.

Ma, come gli scienziati intuiscono, sembrerebbe un’immagine olografica del mondo in un unico volume. Il sistema è assolutamente chiuso, integrale e analogico in cui ogni cosa è totalmente connessa all’altra, al di fuori del tempo, ovvero il tempo è zero.

Praticamente non esiste lo spazio tra gli oggetti. E noi li percepiamo come esistenti a una certa distanza l’uno dall’altro, come se interagissero in una sorta di onda, di processo temporale. In realtà, non avviene nulla di tutto ciò. La distanza, il tempo, il movimento, l’interazione, tutto questo è sovrapposto in una singola immagine integrale della natura dalla nostra percezione egoistica.

Quando osservo un oggetto, comincio a dividerlo in parti con il mio egoismo, a vedere la distanza tra queste parti, a dipingere la connessione tra gli oggetti. È così che lo percepisco perché sono costruito in questo modo.

E se fossi organizzato allo stesso modo di questo oggetto, integrale, globale e situato al di fuori del mio egoismo che divide ogni cosa e tratta tutto dalla posizione di quanto sia vicino o lontano da me l’oggetto, e quanto sia utile o dannoso questo fenomeno per me, allora non condividerei nulla.

Percepirei questi oggetti come un tutt’uno e non avrei alcuna distanza tra di loro, nessun tempo, né movimento, nessuna trasmissione di informazioni e tutto sarebbe istantaneo, in un unico posto.

Dipende tutto dalla persona. E fino a quando non si correggerà verso un sistema integrale, non sarà in grado di percepire correttamente il sistema della natura, dato che essa è integrale.
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Da KabTV “Close-Up. Human Genome” 17/7/11

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Se la scienza potesse garantire la longevità, dovremmo chiederci perché.

In un articolo pubblicato sull’edizione ebraica di Israel Hayom si legge che una ricerca condotta dall’ospedale RAMBAM e dal Technion – Israel Institute of Technology sostiene di aver scoperto che l’iniezione di una proteina chiamata Vascular Endothelial Growth Factor A (VEGF-A) apre le porte al ringiovanimento della pelle delle persone anziane e forse anche al ringiovanimento degli organi interni. Ammesso che ciò sia possibile e che la vita possa essere prolungata in modo significativo, se non addirittura indefinito, dovremmo chiederci per quale motivo, dal momento che senza un valido scopo nella vita non vorremmo continuare a vivere.

Non mi dispiacerebbe prendere una pillola del genere o fare un’iniezione che ringiovanisca il mio corpo. Ho dedicato gli ultimi quarant’anni della mia vita a diffondere il metodo della connessione in tutto il mondo, sperando di aiutare le persone a migliorare la loro vita. Non ho nulla da rimproverarmi per ciò che ho realizzato, ma a giudicare dallo stato del mondo, c’è ancora molto lavoro da fare, quindi sarei felice di avere un altro paio di decenni per continuare i miei sforzi.

Questo non vale solo per me. Ogni persona che ha la possibilità di far progredire il benessere e la felicità dell’umanità deve desiderare questo dono, perché le consente di aumentare il bene che apporta.

Nel complesso, però, non mi sembra che le persone vogliano prolungare la propria vita oltre un certo limite. Perché? Coloro che hanno raggiunto gli anni d’oro sono in genere abbastanza tranquilli riguardo alla loro vita e all’avvicinarsi della fine.

L’unica ragione per la ricerca frenetica di una fonte di giovinezza è la vendita a scopo di lucro. Forse alcune persone sono veramente interessate a trovare questa fonte di vita eterna, ma io non ho ancora visto nulla di buono. Pertanto, non posso dire che se un articolo del genere venisse prodotto, sarebbe molto richiesto.

Non c’è dubbio che la scienza possa semplificare la vita, renderci più sani e longevi. Ma per quale fine? Poco più di cento anni fa, le persone vivevano in media circa quarant’anni. Ora vivono il doppio, ma cosa ha guadagnato l’umanità? La popolazione è quadruplicata, il suolo è inquinato, l’aria pure e lo stesso vale per l’acqua. Cosa abbiamo guadagnato grazie ai nostri quarant’anni in più? Cosa guadagneremo, se guadagneremo altri quarant’anni?  Cosa saprà la gente a centoventi anni che non sa a ottanta?  La paura della morte di per sé non giustifica il prolungamento della vita all’infinito.

Sebbene non ci sia alcun significato in una vita senza fine, la paura della morte ha uno scopo. Ci spinge a cercare il senso della vita.

Quando cerchiamo lo scopo della nostra esistenza, scopriamo che non ha nulla a che fare con il prolungamento dell’esistenza del nostro corpo fisico. Inoltre, finché tutto ciò che vogliamo è ottenere piaceri edonistici, pensando solo a noi stessi, la vita non sarà mai eterna. A un certo punto, ci stancheremo dell’infinita autoindulgenza e cercheremo un significato più profondo della vita o semplicemente ci stancheremo di inseguirla. In quest’ultimo caso, la nostra passione si ridurrà gradualmente, la nostra voglia di vivere si affievolirà e noi deperiremo fino a morire, con o senza un elisir che ci garantisca l’eternità.

La nostra vita è come una coppa che riempiamo di soddisfazioni. Quando la coppa è colma, non può più entrarvi nulla e la nostra vita finisce.

In alternativa, quando desideriamo aiutare gli altri a riempire le loro coppe, diventiamo dei canali che trasmettono vitalità agli altri. Pensate alla soddisfazione che prova una madre quando vede il suo bambino apprezzare il cibo che ha preparato per lui o un nuovo regalo che gli ha comprato. La gioia della madre è molto più intensa e gratificante di quella del figlio. Anzi, la sua gioia le dà il carburante per dare sempre di più.

Questo infinito dare, questa infinita effusione di gioia che uno può dare a un altro, non ha confini. Esattamente quello che prova la madre con il suo bambino, noi possiamo sentirlo con tutta l’umanità. E poiché non ha confini, è eterno. Esattamente come l’energia della madre deriva dalla gioia che ha dato al suo bambino, perché il dare genera una vitalità infinita, genera vita eterna. Questo è il significato di eternità. Il donare, in breve, è la fonte della giovinezza che gli scienziati stanno cercando. È l’unica cosa che non muore mai e non si riempie mai fino all’orlo.

La natura é desiderio

Uno scienziato rivela tutto nella scienza non con la mente, rivela tutto nelle sensazioni (Vladimir Vernadsky).

Il mio commento: Sì, un individuo è un essere senziente. L’uomo è un desiderio. In generale, tutta la natura è un desiderio. Noi studiamo le relazioni e le connessioni tra i diversi desideri e quindi, alla fine, dobbiamo parlare di sensazioni.

Non importa quanto vogliamo metterlo in formule e correlazioni – l’inizio, la fine, il centro della formula che connette l’inizio e la fine, le varie proprietà, gli stati, ecc. – stiamo ancora parlando di ciò che sta accadendo al soggetto in questione.

Tutta la materia è il desiderio di essere riempita, di godere, di mettersi in equilibrio con l’ambiente, con il proprio stato interiore. Di conseguenza, si parla ancora di desiderio sia a livello inanimato, vegetativo, animato sia a livello umano.

Eppure è necessario capire che il desiderio è un problema. Non è che io voglia qualcosa e basta. Per esempio, il desiderio degli atomi è di mantenere la loro struttura: devi fare grandi sforzi per spezzare questi desideri. La natura è solo un desiderio.

Pertanto, quando Vernadsky parlava di sentimenti, del fatto che tutta la nostra natura è circondata da un pensiero enorme, da un’idea, da un desiderio e una noosfera, allora, naturalmente, stava parlando di raggiungere il programma della materia che esiste intorno ad essa. Questa è la predestinazione dell’uomo.

Commento: Riguardo al nostro tempo, Vernadsky scrisse: “Ci sarà molto orgoglio, ristrettezza di coscienza e durezza di cuore finché un uomo non dimenticherà se stesso in un unico grande sentimento d’amore”.

La mia risposta: Sì, finché un uomo non si eleva al di sopra di se stesso nella proprietà dell’amore. Allora gli sarà rivelato l’universo generale, il piano generale, l’intero programma della creazione, il suo intero percorso e ciò verso cui ci stiamo dirigendo.

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Da KabTV. “Close-Up.” Profeta” 23/11/11

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E se tornassimo indietro nel tempo?

La rivista dell’Università di Cambridge ha annunciato che i ricercatori di Cambridge hanno trovato un modo per “riportare indietro  di 30 anni le cellule epiteliali umane”. Il corpo della notizia è un po’ meno promettente, e spiega che i ricercatori sono stati in grado di “ripristinare in parte la funzione delle cellule più vecchie, oltre a rinnovare l’età biologica”, e che “in esperimenti che simulavano una ferita cutanea, le cellule parzialmente ringiovanite mostravano segni di comportamento più simile alle cellule giovanili”.  Anche se i ricercatori credono che “i risultati potrebbero prima o poi rivoluzionare la medicina rigenerativa,” io non ne sono convinto.  Inoltre, se dovesse succedere, sarebbe contro la natura e scontrarsi con la natura non è mai consigliabile. 

La rigenerazione delle cellule potrebbe aiutare per alcune ferite o problemi medici, ma non funzionerà per il corpo intero.  Non siamo in grado di ringiovanire di trent’anni, e qualsiasi tentativo di farlo porterà a malfunzionamenti e malattie che ci impediranno di farlo. 

Inoltre, non vorrei sottopormi a una simile pratica perché non credo che ricominciare da capo sia una grande idea. Possiamo pensare che le esperienze acquisite nel corso degli anni ci aiutino se torniamo giovani, ma non è così; non saremmo più saggi.

I nostri corpi non sono destinati a vivere per sempre. Sono qui per servire come veicoli con lo scopo di raggiungere molto di più dell’esistenza fisica. La vita reale non esiste nei limiti del corpo ma nelle connessioni tra le persone, connessioni su ogni livello: corporeo (che abbiamo già), mentale (che abbiamo parzialmente) e spirituale (che non abbiamo). 

Dato che la vita spirituale riguarda le connessioni tra i cuori delle persone, dove i loro desideri e aspirazioni si intrecciano e si percepiscono senza parole, non sono limitati al corpo o al tempo.  Non c’è bisogno di tornare indietro perché, fin dall’inizio, non c’è un “indietro”.

Essere in grado di ringiovanire le nostre cellule significa continuare a vivere nella paura perpetua della morte e della sofferenza. Ci confina nel nostro ego e ci tiene imprigionati nel nostro corpo. Essere in grado di connettersi con tutta la realtà a livello spirituale significa che ci siamo elevati al di sopra del nostro ego e abbiamo superato le suddivisioni che ci fanno sentire separati.

Per una persona tale, il tempo fisico è irrilevante.  Esiste invece un flusso eterno di desideri e sensazioni che formano costantemente nuove connessioni e nuove esperienze. 

Per salire a questo livello, dobbiamo invertire l’attenzione, passando dalla cura del nostro ego alla cura e al miglioramento delle nostre connessioni con gli altri. Se lavoriamo su questo con persone simili a noi, saremo in grado, progressivamente , di innalzare queste connessioni a un livello in cui il corpo diventa irrilevante e le persone iniziano a sentire gli altri al di là della loro posizione o presenza fisica. 

Una volta che raggiungiamo questo con un’altra persona, lo replichiamo con tutti e tutto; possiamo scoprire una parte della realtà della quale non eravamo a conoscenza. In quel momento, ci eleviamo al di sopra del tempo. Ne consegue che, sorprendentemente, la chiave per raggiungere l’immortalità, non  si trova nella biologia, ma nelle connessioni tra di noi.

Credit: Wikimedia commons

Un campo comune di pensiero

Domanda: da dove deriva il pensiero?  Come può una persona essere in contatto con esso?

Risposta: Siamo all’interno del campo del pensiero.  Quindi, si tratta di un’ induzione.  Evoca ogni sorta di pensieri individuali in noi.

Il campo comune in cui esistiamo come particelle di polvere nell’aria, ovvero, l’aria stessa, il pensiero stesso, il campo stesso, induttivamente ci manda ogni tipo di pensieri che ci permettono di capirci a vicenda, di sentire questo campo, il suo movimento generale, di influenzarlo a nostra volta, ecc.

In principio, la Kabbalah tratta la teoria del campo generale.  Con questo campo intendiamo il Creatore.  Non si tratta di un signore anziano che ci dirige dall’alto, ma di un campo comune, un piano comune.

La Kabbalah parla di come questo piano possa essere influenzato, come agisce su di noi, e come possiamo entrare in equilibrio con esso, che è l’obiettivo della nostra esistenza attuale, ovvero raggiungere l’equilibrio con il campo comune.

Quando raggiungeremo questa omeostasi completa, allora entreremo nella fase successiva di creazione.  Questa è la dialettica del nostro sviluppo.

 

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From KabTV’s “Close-Up. Secrets of Immortality”

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