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La Kabbalah e le altre credenze – 8′ Parte

Rivolgiti al Creatore

Baal HaSulam, Shamati, Articolo 209: Vi sono tre condizioni nella preghiera:

1. Credere che Lui può salvarti. Sebbene uno abbia le peggiori condizioni di tutti i suoi contemporanei, tuttavia, “La mano del Signore sarà troppo corta per salvarlo?” Se non è così, allora “il padrone di casa non può salvare i Suoi vasi.

2. Uno non ha più nessuna scelta perché ha già fatto tutto il possibile, ma non ha trovato alcuna cura per la sua condizione.

3. Se Lui non lo aiuterà, sarà meglio per lui morire che essere vivo.

Questi sono i tre atteggiamenti corretti nei confronti della vita. Tutto è determinato dal Creatore. Non c’è alcun pensiero o sentimento che viene da me, ma solo dal Creatore.

Pertanto, devo trovarmi sempre in un elevato stato di prontezza, analizzando tutto ciò che accade nella mia mente e nei miei sentimenti, rendendomi conto che il Creatore me lo presenta, e chiederGli immediatamente una correzione, per indirizzarmi correttamente ad avere pensieri buoni di amore e dazione verso gli altri, cioè essere accompagnato da buoni sentimenti che sono al di sopra di me stesso per dare agli altri.

Il Creatore rivela solo la mia cattiveria, com’è detto: “Io ho creato il male“. Tuttavia, io afferro questo male a metà strada e Gli chiedo immediatamente di cambiarlo in bene.

Comincio quindi a entrare in una relazione interessante con il Creatore chiamata “una danza”, come un tango: Lui mi guida e io Lo guido. Lui mi influenza e io faccio lo stesso. Pertanto, ci completiamo a vicenda.

Riconoscere il male è fondamentale qui. Una volta capito che è arrivato dal Creatore e che “Non esiste nulla tranne Lui”, rimane solo una cosa da fare: chiederGli di cambiare il male in bene. Questo è tutto ciò che riguarda tutta la nostra vita, tutto il nostro lavoro spirituale.

Domanda: Posso rivolgermi al Creatore senza riconoscere le mie qualità egoistiche e la loro distruttività?

Risposta: No. È come se tu fossi un portiere e il Creatore tira costantemente la palla in porta e tu devi deviare costantemente i Suoi tiri.

Domanda: I kabbalisti rimproverano se stessi?

Risposta: Se tu piangi continuamente perché sei insoddisfatto della tua vita, rimproveri chiunque e commiseri tutto quanto, allora non sei soddisfatto di ciò che il Creatore ti ha dato.

Domanda: Può la Kabbalah considerare in maniera positiva la causa della depravazione umana?

Risposta: E’ il Creatore che ha fatto tutto proprio così, in modo che una persona avesse bisogno del Suo aiuto e quindi potesse salire al Suo livello.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza Kabbalah”, 17/12/2018

La Kabbalah e le altre credenze – 7′ Parte

Cos’è il peccato dell’uomo?

Il peccato dell’uomo sta nel fatto che non chiede aiuto al Creatore. Se lui chiedesse aiuto, sicuramente lo riceverebbe dal Creatore. Ma se una persona dice di aver chiesto l’aiuto e il Creatore non l’ha aiutata, a costei arriva questa risposta: una persona dovrebbe credere che il Creatore ascolta le preghiere, come è scritto: “Poiché tu ascolti la preghiera di ogni bocca”. “… quando una persona vuole percorrere il sentiero della dazione e non quello della ricezione, il peccato sta principalmente nel fatto che la persona non ha chiesto al Creatore di aiutarla a superare il male. Per questo, chiede il perdono, e d’ora in poi chiederà di essere aiutata (Rabash, Shlavey HaSulam, Articolo 4 (1988), “Qual è la preghiera per chiedere aiuto e per chiedere perdono nel lavoro?”)”

Nota: Il peccato è generalmente inteso come una cattiva azione verso gli altri…

Il mio commento: Le azioni buone o cattive non vengono eseguite da te, ma dal Creatore.

La trasgressione non sta nel fare qualcosa di cattivo, ma nel non chiedere al Creatore di correggerti, e quindi, le qualità egoistiche che si sono risvegliate in te, ti hanno spinto a compiere questa povera azione.

Il tuo peccato sta nel non chiedere la correzione delle tue qualità egoistiche. Tutto il resto sta al Creatore, e niente di tutto e in nessun modo sta a te.

In realtà, non ci sono azioni che devi fare tranne una sola: chiedere aiuto al Creatore per vincere l’inclinazione al male.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

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Tutto dipende dalla percezione

Domanda: Coloro che criticano la saggezza della Kabbalah affermano che i kabbalisti considerano questa metodologia l’unica via per la spiritualità, sebbene di fatto ci siano migliaia di pratiche spirituali di ogni genere. Perché i kabbalisti la pensano così?

Risposta: Questo discorso è infondato. Non posso provare nulla, e non intendo farlo.

Il fatto è che la persona che si interessa di yoga, non solo per il fisico ma anche per uno sviluppo spirituale, si è trovata in qualche speciale stato di esaltazione, e a lei sembra di aver rivelato qualcosa di indispensabile, vero solo per lei. Come posso dissuaderla da questo? A questo livello essa lo percepisce in quel modo.

E’ come un bambino piccolo che gioca con la sua macchinina giocattolo, e se gli mostri qualcos’altro, di più grande, di elettromeccanico, non ne sarà interessato, ha bisogno del suo giocattolo e basta. Non può assorbire più di quello. Proprio come una madre chiede alla figlia di giocare con il fratello invece che con la sua bambola e la figlia non capisce: per la bambina la sua bambola è tutto proprio come un bambino per la propria madre.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 29/01/2019

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La Kabbalah e le altre credenze – 6′ Parte

Sacrificio: avvicinarsi al Creatore

Domanda: In tutte le fedi viene praticato il concetto di persuadere i poteri superiori con il sacrificio. Che dice in merito la Kabbalah?

Risposta: Anche la Kabbalah ha un concetto chiamato “sacrificio”.

Ma qui si comprende che una persona sacrifica il suo egoismo, non vuole usarlo e non vuole che il suo egoismo le dia ordini. Vuole rinunciare, cambiarlo in altruismo e dazione.

“Sacrificio” in ebraico è “Kurban“, che deriva dalla parola “Karov” (avvicinarsi). Una persona vuole correggere il proprio egoismo e sulla base di ciò si avvicina al Creatore. Questo è il sacrificio.

Domanda: Cioè, tutto ciò che è scritto nella Torah sulle offerte al Tempio implica esattamente questo?

Risposta: Solo quello. Le offerte sono in pratica ciò è stato fatto nel Tempio, perché il Tempio è un luogo di contatto tra una persona e il Creatore.

Domanda: Le persone andavano lì per unirsi?

Risposta: Puoi andare fisicamente al Tempio, ma questo non significa nulla. Un uomo arriva in un luogo dentro al suo cuore, dove può sacrificare il proprio egoismo: “massacrarlo” e sacrificarlo per avvicinarsi al Creatore con un sentimento di altruismo assoluto, amore dazione e connessione.

Domanda: Quindi, questo non ha nulla a che fare con il fatto che gli animali sono stati sacrificati nel Tempio?

Risposta: No. È tutta un’allegoria, come radice e ramo, causa ed effetto, niente di più. Quindi puoi uccidere quanti animali vuoi e non farà alcuna differenza.

Domanda: Quindi il sommo sacerdote ha sacrificato il suo egoismo per avvicinarsi alle altre persone?

Risposta: Sì, egli era la persona più corretta tra tutte le persone.

Domanda: Insieme al lavoro interiore, prese un agnello, lo tagliò e lo mangiarono?

Risposta: Sì. Hanno compiuto tutte le azioni contemporaneamente, iniziando dalle azioni più spirituali, più alte, a quelle più basse e materiali, insieme e nella stessa intenzione

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 18/02/2018

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La teoria kabbalistica sulla governance della Natura

Domanda: Quale teoria sulla governance della natura segue la Kabbalah?

Risposta: La Kabbalah dice che non c’è né biteismo, né politeismo e neppure la teoria della fine della tutela…nulla di tutto questo. Esiste solo un’unica forza impegnata nello sviluppo umano in modo da portare le persone all’adesione al Creatore.

Per questo, l’essere umano è stato creato con la caratteristica opposta: il desiderio egoistico di ricevere per se stesso, che si concretizza quando egli pensa, contempla e immagina tutto solo per il proprio beneficio. La persona non ha una sola sensazione, non un singolo pensiero nella mente e nel cuore che possa perseguire se non per il proprio benessere personale.

La correzione della persona consiste nell’andare al di sopra delle sua natura e superare questa tendenza di fare, pensare ed agire, inconsciamente e consciamente, solo per il proprio beneficio. Deve tirare fuori un modello assolutamente opposto che può pensare solo agli altri, agendo per il loro bene, provando dolore e piacere per loro.

La persona deve andare completamente al di sopra della propria essenza animale e cominciare invece a sentire tutto al di fuori di se stessa, vivendo solo per il bene di coloro che sono al di fuori di lei, “fuori dai propri” pensieri, desideri e intenzioni. Così, c’è una sola forza, anche se un numero infinito di forze, cause e sorgenti vengono percepiti dentro di noi.

Al giorno d’oggi, stiamo già raggiungendo la comprensione che il mondo è integrale e che in esso, probabilmente, funzionano davvero solo una teoria, una tecnica, un potere e un programma di controllo.

Solo ci influenza diversamente. Perciò possiamo realizzare questa teoria e ritornare ancora al monoteismo. In altre parole, c’è una singola forza che ci controlla diversamente, ma con un solo scopo di condurci all’uguaglianza con Lei. Questo è come accade… dal nostro stato iniziale di assoluto amor proprio per noi stessi, arriviamo allo stato opposto: l’amore altruistico e assoluto al di fuori di noi stessi.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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Dr. Michael LaitmanLa tutela è finita

Nota: La quarta teoria del governo della natura: il Creatore del mondo ha cessato il Suo governo.

Nel processo di sviluppo dell’umanità, molte persone hanno abbandonato l’idea del politeismo. Baal HaSulam scrive che in seguito fu proposta una nuova teoria, secondo la quale il Creatore del mondo è saggio e sensibile, ma ha smesso di mettere in atto la Sua tutela, cioè ci ha creati e se n’è andato.

Il mio commento: Il fatto è che molte persone sono deluse dal proprio sviluppo, dallo sviluppo della civiltà, dall’approccio umano alla vita, dalla società. Hanno visto che, indipendentemente da ciò che facciamo a seguito del nostro lungo processo di sviluppo, rimaniamo ancora negativi e senza valore, soffriamo e facciamo del male a noi stessi.

Pertanto, sono involontariamente arrivate alla conclusione che, probabilmente, tutto questo una volta era controllato da una forza saggia che voleva creare una persona per un obiettivo elevato, ma dato che nulla è venuto fuori dalla persona, di conseguenza, il potere superiore ci ha lasciato e noi esistiamo in maniera puramente automatica.

Cioè, concordano sul fatto che una sorta di forza saggia ci abbia creato, ma sembra che questa forza saggia non possa dedicarsi a persone così insignificanti che non riescono a fare nulla per correggere se stesse.

Tutte le teorie sul governo della natura, in linea di principio, sono nate dalla pratica.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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Due autorità e molteplici divinità

Domanda: Nel corso della storia, le persone hanno visto che vi sono due forze. Pertanto, come scrive Baal HaSulam, è comparsa la seconda teoria della governance del mondo: la teoria delle due autorità. Cioè, le persone hanno visto che esiste una forza buona e gentile ed una cattiva. Cosa dice la Kabbalah a riguardo?

Risposta: La Kabbalah afferma che ci sono due forze che ci controllano: la forza di ricezione e la forza di dazione. Esse si manifestano in ogni persona secondo il proprio sviluppo.

La Kabbalah parla sempre in relazione alla persona. Noi non sappiamo cosa esiste al di fuori di noi. La manifestazione della forza buona o di quella cattiva…proviene tutto da una sola forza, come due redini (due sistemi) che controllano la persona per condurla ad un certo obiettivo, per svilupparla.

Noi non possiamo svilupparci con l’aiuto di una sola forza. La persona viene creata elemento sensibile e per elevarla è necessario influenzarla con forze positive e negative.

Osservazione: Da qui deriva la terza teoria della governance del mondo, che Baal HaSulam chiama: “molteplici divinità”. Poiché vi sono un gran numero di influenze su di una persona, di tutti i tipi, ecco che per poter spiegare i molti fenomeni, le due forze non erano abbastanza.

Pertanto, l’umanità è naturalmente giunta alla conclusione che sicuramente esiste una forza separata dietro ciascuna di queste influenze, ed è necessario affrontarla e servirla in qualche modo.

Il mio commento: Questo è assolutamente corretto.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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È possibile rivolgere una preghiera alla legge di gravità?

Nota: A quanto ho capito, nella Kabbalah non c’è spazio per la misericordia, né espiazione per i peccati in cambio di promesse di obbedienza indiscussa?

Il mio commento: Noi ci occupiamo di azioni serie. Io non resto immobile in piedi davanti al giudice a chiedere il perdono. Devo affrontare un sistema che mi definisce completamente e sto cercando di capire come tutti noi ci influenziamo a vicenda.

Se ho delle richieste, devo farle in modo tale che il sistema risponda correttamente ad esse. Se non ci sono richieste, questo è un problema, perché il sistema si aspetta da me un reale intervento.

Domanda: È come dire che non posso rivolgere una preghiera alla legge di gravità?

Risposta: Certo! In che modo la legge di gravità è diversa dalle altre? Questa è anche la legge e la forza del Creatore, come tutte le altre forze della natura.

Domanda: Qual è la differenza tra il Creatore e le leggi della natura?

Risposta: Non c’è differenza. Formula una preghiera per la legge di gravità. Puoi pregare qualsiasi forza della natura e chiedere di essere nel giusto allineamento con essa.

Domanda: Se cado, non posso chiedere alla legge di gravità di attenuare il colpo?

Risposta: No, perché essa non ti aiuterà.

Domanda: Cosa devo fare allora? Devo posizionare un materasso o qualcos’altro per ammorbidire la caduta?

Risposta: Sì, questo ti aiuterà. Oppure dovresti chiedere al Creatore di assicurarti di non cadere: “Come dovrei cambiare per non cadere?”

Cioè, non gli chiedi di proteggerti dalla caduta, ma chiedi aiuto su come devi cambiare per non cadere. Tutti nel mondo chiedono protezione, ma questo non serve a nulla. Puoi chiedere per cambiare, per migliorare te stesso, in modo da essere adeguatamente mosso dalle forze della natura in modo da non cadere. Cioè, chiedi solo la tua correzione e nient’altro.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/02/2018

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La preghiera e i libri di preghiera

Domanda: Nella Kabbalah, pregare significa “giudicare te stesso”. Cosa vuol dire?

Risposta: Che l’uomo valuta se stesso, le proprie qualità e controlla il proprio lavoro in base alle proprietà che misura, e valuta il Creatore stesso. Pertanto, si giudica da solo: “Lo sto facendo bene, sto superando il mio egoismo, posso essere obiettivo con me stesso, ecc.?”

L’uomo esegue chiarimenti interiori sul livello della propria percezione, su quanto sia oggettiva e su quanto correttamente percepisca il Creatore, indisturbato dal proprio egoismo interiore.

Domanda: È possibile dire che la preghiera è la realizzazione di ciò che l’uomo desidera dallo stato attuale e a quale stato aspira? Questo delta provoca nell’uomo una richiesta interna necessaria, e sebbene non capisca a chi si sta rivolgendo, avverte i cambiamenti dentro di sé.

Risposta: Precisamente.

Domanda: E questo non ha nulla a che fare con i libri di preghiere scritti anche dai kabbalisti?

Risposta: Qui tutto è molto più complicato. I libri di preghiere sono ciò che i kabbalisti hanno scritto per se stessi, cioè un piano di ricerca delle proprie percezioni e di come può essere corretto e adattato.

I libri di preghiera kabbalistici sono un intero sistema di interazione umana dentro se stessi, con il mondo e con il Creatore, che è dentro di noi. Si tratta di un’istruzione molto seria e di un lavoro molto serio.

Domanda: Cosa succede se si legge quello che i kabbalisti hanno scritto, e che è tradizionalmente accettato, mentre ci si trova in vacanza senza capirci nulla? Ha comunque qualche effetto?

Risposta: Il fatto è che esiste un normale libro di preghiere e ce n’è uno kabbalistico. Un libro di preghiere kabbalistiche sarà compreso solo da un kabbalista e solo a partire da un certo livello. Un normale libro di preghiere può essere compreso da chiunque conosca la lingua nella quale è scritto.

Nota: Ma il comune libro di preghiere è stato scritto anche dai kabbalisti.

Il mio commento: Sì, ma il libro di preghiere kabbalistiche si occupa dell’interazione delle forze e dell’essere umano. In un comune libro di preghiere questo è trasmesso in una lingua comprensibile a tutti.

Domanda: Quindi la preghiera può essere divisa in due parti? Una di queste è la mia preghiera interiore che ora mi manca davvero in relazione allo stato in cui voglio arrivare, che cosa mi fa male in questo momento?

Risposta: Sì, la preghiera è divisa in due parti ed esiste anche una preghiera scritta dai kabbalisti. Se la leggo, sarà come un aiuto per la mia elevazione spirituale. E sebbene io non provi ancora tali stati, essa mi eleva e mi aiuta.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

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Osservazione: Nella Kabbalah, ognuno deve raggiungere e sentire il Creatore, non solo credere in Lui. Non esistono praticamente altri metodi che dicono che è necessario raggiungere il livello del Creatore e solo allora è possibile capire il Suo obiettivo e il Suo atteggiamento nei nostri confronti.

Risposta: C’è una grande confusione tra la Kabbalah e altre metodologie riguardanti credenze e conseguimenti perché gli altri metodi praticano la fede cieca: sono d’accordo con un certo postulato, quindi per me diventa la verità.

La Kabbalah non lo pratica. Nulla viene preso alla lettera sulla base della fede. Tutto viene raggiunto personalmente dalla singola persona. È tutto spiegato in una frase molto interessante: “Il giudice ha solo ciò che i suoi occhi possono vedere”. Significa che la vista è l’organo più preciso e importante della percezione della realtà. Pertanto, ciò che vedi è considerato la verità. Questa è l’unica cosa su cui si può fare affidamento, tutto il resto può essere ignorato.

Inoltre, nel nostro mondo, ai testimoni della corte viene chiesto: “Lo hai visto con i tuoi occhi?” “No, l’ho solo sentito”. “Avere sentito” non è una prova. Se l’hai visto ed è stato tutto accuratamente indagato con un esame incrociato, tale testimonianza è accettata come la verità.

Domanda: Cosa significa “Vedere e ascoltare il Creatore”?

Risposta: La realizzazione del Creatore, come è nel nostro mondo, avviene nei suoni e nelle immagini. “Nei suoni” è definito anche come “Ho sentito la voce”. Inoltre, ho visto una visione, che è considerata una prova pienamente affidabile.

Domanda: Quindi, vedere o ascoltare il Creatore ha diversi livelli di realizzazione? Ma si tratta di vedere con i nostri occhi?

Risposta: No. Stiamo discutendo della visione interiore e dell’udito, che non hanno alcun legame con i nostri organi corporei di percezione. La visione è conseguimento alla luce di Hochma e l’udito alla luce di Hassadim.

Vedere il Creatore è il livello più profondo di realizzazione, comprensione e sentimento.

Mentre l’udito è di livello molto più basso, si tratta sempre di una realizzazione.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

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