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Quali sono le principali differenze tra il pensiero delle civiltà orientali e quello delle civiltà occidentali?

Attualmente non esistono civiltà chiaramente definite. In generale, si può dire che le civiltà orientali sono più orientate verso la religione, mentre le civiltà occidentali affrontano maggiormente le questioni legate alla loro esistenza materiale. C’è quindi una grande differenza tra loro.

Nelle civiltà orientali ci sono persone che tengono molto a preservare i loro valori spirituali e sono pronte a combattere per essi. Al contrario, la civiltà occidentale desidera generalmente conservare la forma moderna e materialistica che ha sviluppato. È molto difficile per queste due inclinazioni stabilire un terreno comune.

Il kabbalista Yehuda Ashlag (Baal HaSulam), nel suo articolo “La soluzione”, parla di due forze opposte in natura che hanno sviluppato l’universo materiale:

“Esiste una forza positiva, cioè costruttiva, e una forza negativa, cioè negativa e distruttiva. Esse creano e completano l’intera realtà in generale e in particolare attraverso la loro dura e perpetua guerra reciproca”.

Le inclinazioni spirituali e materiali si manifestano nell’umanità attraverso le civiltà orientali e occidentali. È nella struttura delle loro anime che c’è un certo gioco di forze positive e negative che porta alla rivelazione di stati superiori di unità e all’emergere di nuove creazioni.

Non sappiamo quanto durerà questo scontro, ma non ne vediamo la fine nel prossimo futuro. Tuttavia, i kabbalisti descrivono che l’umanità, nel suo futuro stato finale, emergerà come un’unica entità unificata in perfetto allineamento con le leggi della natura: un nuovo mondo armonioso e pacifico con la sublime forza dell’amore, della dazione e della connessione in piena rivelazione per tutti.  Il raggiungimento di questo stato dipende dalla costruzione di connessioni positive in tutta la società, al di sopra delle nostre spinte divisorie egocentriche.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Comprendere Torah e Mitzvot spirituali

Forse la misura chiave della propria devozione religiosa è il grado di osservanza dei comandamenti della propria confessione. Nell’Ebraismo ortodosso, ciò può significare l’osservanza di determinate regole alimentari o la recita di determinate preghiere di ringraziamento in certi momenti o situazioni della giornata. Per i Musulmani può essere osservare il digiuno del Ramadan e recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, mentre per i Cristiani può essere andare in chiesa la domenica o, se si è Cattolici, confessarsi.

Nell’Ebraismo, i comandamenti sono chiamati Mitzvot e una persona è considerata religiosa quando osserva ciò che è chiamato Torah e Mitzvot, cioè le Mitzvot che sono scritte nella Torah, i libri dell’Antico Testamento, e le regole che sono state stabilite in seguito e sono state dettagliate in testi successivi.

Molte persone considerano la saggezza della Kabbalah un ramo dell’ Ebraismo, o come una parte esoterica o mistica dell’Ebraismo. Alcuni la considerano addirittura come una religione vera e propria. Come kabbalista che ha ricevuto la sua conoscenza dalla fonte più autorevole,  RABASH, il figlio primogenito e successore di Baal HaSulam, posso dirvi che non è nessuna di queste cose.  La Kabbalah è un approccio scientifico alla vita. Insegna le leggi fondamentali dell’esistenza e dice cosa ci si può aspettare se le si segue. Tuttavia, lascia a voi il compito di sperimentare su voi stessi e scoprire se le leggi che insegna sono corrette o meno.

La Kabbalah quindi non è una religione, e certamente non è misticismo. Si tratta di un metodo rigoroso che si differenzia dalla scienza naturale soltanto nel fatto che il soggetto dell’esperimento è lo sperimentatore.  In altre parole, nella saggezza della Kabbalah, l’osservatore e l’osservato sono la stessa cosa. 

La scienza della Kabbalah precede la religione.  La religione ebraica che conosciamo oggi si è evoluta negli ultimi secoli della presenza di Israele nel Regno di  Giuda, circa 2.000 anni fa. La saggezza della Kabbalah iniziò con il Libro dell’Angelo Raziel, attribuito all’Adamo biblico, ma in maniera ancora più significativa con gli insegnamenti di Abramo. Anche Abramo scrisse libri, ma l’unico giunto fino a noi  è Sefer Yetzira [Il libro della Creazione].

Capire che la Kabbalah è un metodo scientifico è importante perché uno dei suoi concetti chiave è quello di Torah e Mitzvot. Tuttavia, la Torah e le Mitzvot di cui parla la Kabbalah non hanno nulla a che vedere con la Torah e le Mitzvot di cui parla l’Ebraismo.

Nella saggezza della Kabbalah, la Torah è semplicemente una legge generale della realtà.  Tutte le galassie, stelle, pianeti, tutte le persone e tutto ciò che esiste, seguono  un certo codice di leggi.  Il codice di leggi è chiamato Torah.  La parola Torah ha diverse origini, ma una  è hora’a, che significa istruzione.  Quindi, le leggi di comportamento di ogni cosa che esiste sono chiamate Torah. 

Dentro la realtà che rispetta le leggi della Torah ci sono le persone. Le persone conducono le loro vite in certi modi, pensano  pensieri diversi, e hanno ogni tipo di intenzione dietro le loro azioni. Quando conducono le loro vite secondo la legge comune della realtà, ovvero la Torah, si ritiene che seguano l’imperativo della natura [tzivui].  Questa è l’origine della parola Mitzvot   [comandamenti]. 

Ogni religione promette che se si osservano le sue Mitzvot, la vita sarà buona. La Kabbalah dice la stessa cosa, ma per una ragione molto diversa. Nella Kabbalah non c’è alcuna divinità suprema che ci premia per aver obbedito ai suoi comandamenti.  Tutto ciò che esiste sono le leggi della Torah, le leggi della realtà.  Se viviamo secondo queste leggi, la nostra vita diventa confortevole.  È come remare controcorrente o verso valle: verso valle è come obbedire alle leggi della realtà, e controcorrente significa opporsi ad esse, come facciamo attualmente perché non le conosciamo. 

Le leggi della Torah sono molto semplici: tutto è equilibrato. Dazione e ricezione sono bilanciate e mantengono un equilibrio dinamico proprio come un corpo mantiene l’omeostasi.  Se studiamo queste leggi e sappiamo come mantenere l’equilibrio con la realtà, la nostra vita diventa semplice e priva di dolore. Se non conosciamo le regole, avviene l’opposto. 

La Kabbalah ci insegna quali siano queste regole e come essere in equilibrio con tutta la realtà. Più riveliamo le leggi della realtà, più riveliamo ciò che è chiamato il Creatore, la legge che ha creato e sostiene la realtà.  La parola ebraica per Creatore è Boreh, dalle parole bore’eh  [vieni e vedi], ovvero vieni e vedi le leggi della creazione. Se le vedi, saprai come vivere una vita equilibrata e felice. È anche questo il motivo per il quale i Kabbalisti aspirano a rivelare il Bore, perché significa conoscere tutta la creazione e come comportarsi in essa. 

Come possiamo vedere, non c’è nulla di mistico o religioso nella saggezza della Kabbalah e nei suoi termini. È  molto importante tenere in mente questi concetti quando leggiamo i testi di Baal HaSulam e degli altri Kabbalisti.  

Buona fortuna nel rivelare la realtà! 

Superare i disaccordi interiori

Il Creatore è la Natura che ci circonda e null’altro. Scrivete “Natura” anziché Creatore, ma sempre con la lettera maiuscola per non attribuirlo a qualcosa di puramente meccanico.

Il Creatore è il gradino superiore, la luce superiore e la qualità della dazione in relazione a noi, che rappresentiamo la qualità della ricezione. Ovvero, ogni cosa è basata su concetti molto semplici che sono vicini a ognuno di noi.

L’unica cosa è che siamo tutti molto confusi. Dopotutto, l’atteggiamento verso la Kabbalah nel corso dei secoli è stato appositamente confuso e ostacolante. Siamo inoltre confusi da ogni tipo di usanza esterna, oggetti e articoli, oltre all’apparenza degli Ebrei religiosi, come se avesse qualcosa a che fare con la Kabbalah. In generale, tutto questo è così esagerato, che,ovviamente, è difficile che le persone capiscano.

Vedo quanto sia difficile per i miei studenti in paesi diversi del mondo che appartengono a diverse religioni e razze. Vedo che c’è un’enorme quantità di lavoro che devono fare internamente e che dovranno fare per molto tempo.

Una persona cresciuta con una religione diversa, che appartiene a una razza diversa e pensa in maniera completamente diversa , con una mentalità opposta e una lingua differente, e bisogna superare tutto questo. La qualità dell’anima è necessaria per la sua correzione e non esiste uno stato più o meno favorevole in confronto agli altri

E’ così che siamo separati e distanti tra di noi. Vedo che tanti dei miei studenti provengono da ogni parte del mondo e vorrebbero veramente essere qui, vicino a noi. Se dicessimo che fosse possibile, mille persone arriverebbero tutte in una volta. Ma devono superare grossi problemi tra di loro, grandi disaccordi interni.
Quando una persona sopprime qualcosa in sé, dato che la verità non è ancora stata totalmente rivelata in lui o in lei, si trova in uno stato semi-compromesso: “quindi, cosa posso fare? Non farò attenzione a questo, come se non lo vedessi, non lo capissi, e non lo osservassi, come se non fosse in me. Lo lascerò da parte”. E’ molto difficile. Ma la vità è così.

Questo è molto simile a come vivono gli Ebrei tra le altre nazioni. Esattamente lo stesso sentimento “siamo opposti a loro, ma vogliamo esserlo. Possiamo o non possiamo? Come ci trattano e come dovremmo trattarli?” Tutta questa omissione, questo atteggiamento speciale, è esattamente ciò che attraversa una persona che arriva allo studio della Kabbalah.

Lo capisco. Ci sono tanti problemi. ll mondo è ancora in uno stato di transizione.
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Da KabTV “Ho ricevuto una chiamata. Critiche alla Kabbalah” 2o/2/13

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Perché sempre più Americani hanno smesso di cercare Dio?

La fede in Dio è un segno forte della perseveranza della religiosità americana nel corso degli anni. Ma un nuovo studio ha rilevato che la fede in Dio è crollata all’81%, un minimo storico dal 2017, quando la percentuale era più alta di sei punti. Come si può interpretare questo cambiamento significativo?

Lo studio condotto da Gallup (una società che dal 1944 dispone di vasti database che le permettono di tracciare i processi di cambiamento in America) ha mostrato che la credenza in Dio si è affievolita soprattutto tra la popolazione americana giovane, mentre tra le persone sposate, gli adulti, le donne e coloro che non hanno frequentato il college, la credenza in Dio era più diffusa. Le differenze più evidenti riguardano l’ideologia politica: il 72% dei Democratici ha dichiarato di credere in Dio, rispetto al 92% dei Repubblicani.

Perché i liberali credono meno e i repubblicani di più? Tutto dipende dall’educazione e dall’impatto dell’ambiente in cui si vive. Perché gli adulti credono di più dei giovani? Perché sono stati abituati fin dalla prima infanzia; e perché chi è sposato è più stabile nella sua fede in un potere superiore? Perché credere in Dio li aiuta, li mette al riparo dalla instabilità, il che è positivo e dà sicurezza alla vita familiare.

Se un tempo le chiese e le sinagoghe erano un centro di pellegrinaggio per gli Americani, oggi è possibile scoprire una moltitudine di mondi nuovi e stimolanti da qualsiasi luogo, premendo un pulsante. Questo sembra essere più interessante di un astratto potere divino supremo. Oggi si celebra la confusione e la mente spazia.

La domanda più grande è: qual è la causa principale del venir meno della fede in Dio tra gli Americani? La risposta risiede fortemente nelle influenze della società, da Elon Musk e le sue iniziative tecnologiche a Mark Zuckerberg e i suoi popolari social network. Ogni settimana si susseguono innovazioni e invenzioni frutto del lavoro di imprenditori internazionali e influencer della rete che ruotano intorno all’opinione pubblica. Ogni giorno notizie sensazionali ci riempiono gli occhi, false o vere non importa. Ogni momento è pieno di spunti per catturare la nostra attenzione. Dov’è il tempo per riflettere su Dio e sull’eternità?

Se Dio è da qualche parte in cielo e noi siamo qui, che legame può esserci tra noi e perché dovremmo relazionarci con Lui? Se una volta il pubblico era solito leggere la porzione di Torah della settimana o sfogliare le pagine della Bibbia, oggi chi ha tempo per farlo nella nostra sovraccarica agenda? È più comodo, accessibile e divertente navigare sul web e ottenere risposte immediate, non è vero?

Se una persona non ha bisogno di Dio e non ne sente la mancanza, allora non pensa affatto a Lui. Solo quando una persona soffre profondamente, per una grave malattia, per la vecchiaia o per qualsiasi altra grande afflizione, comincia a chiedersi chi governa veramente il mondo.

Nei momenti di sconforto, anche le persone più laiche si trovano a riflettere sulla Forza Superiore. Se la morte non avesse fatto capolino dietro l’angolo, gli esseri umani non avrebbero pensato di alzare la testa e guardare. Per natura, preferiamo immergerci nella materialità che il mondo circostante ha coltivato, fluire con il terreno e il familiare, non aggrapparci al celeste e all’ignoto.

Il Dio di oggi è espresso e plasmato dalle aspirazioni e dai sogni a cui è appesa la nostra vita, il nostro futuro e le nostre speranze. Il Creatore non rappresenta un essere soprannaturale distante e distaccato, ma piuttosto il grado successivo a cui dobbiamo arrivare nella nostra aspirazione a scoprire una conoscenza superiore.  Il Creatore è l’attributo dell’amore e della dazione. Noi siamo l’opposto di questo tratto, separati l’uno dall’altro e concentrati nell’interesse egoistico, e quindi percepiamo il mondo materiale con tutti i suoi “idoli”. Ma se ci sforziamo di prenderci cura l’uno dell’altro, riveliamo una forza positiva, la Forza Suprema tra di noi.

La parola ebraica “Creatore” (Bo-reh) è composta dalle parole “Vieni” e “Vedi”, che rappresentano un invito personale a venire a sperimentare il mondo spirituale, a scoprire il Creatore dentro di noi. La scelta è nostra.

Vale la pena abbassare l’ego?

Nei giornali (Times in India) : “ Livelli bassi di stress e ansia si osservano tra le persone che… hanno poche attività nei lobi frontali, durante attività di meditazione.  Costante attività nei lobi frontali, che processano informazioni complesse ed eventi, di continuo, quando non sono attivi, per esempio durante l’attività di meditazione, o preghiera, raggiungono una sfera di illuminismo in cui non c’è stress, confusione o preoccupazione. Minor attività nei lobi frontali è collegato alla “sensazione di abbandonarsi completamente” afferma Andrew Newberg, un neuroscienziato, e autore di The Metaphysical Mind: Probing the Biology of Philosophical Thought. Quando la nostra mente egoistica si arrende completamente verso qualcosa di infinitamente più grande di se stesso, raggiunge uno stato di illuminazione”

La mia risposta:  Certamente perché una persona elimina tutto dentro di sè, in generale.  Riduce enormemente il suo ego e in un certo senso si dissolve.

Questo è uno stato scorretto perché allo stesso tempo annulla anche il suo “io”, la sua personalità, vuole essere in uno stato passivo di unione con il suo ambiente in forma  di un elemento inanimato.

Commento: gli scienziati, però, chiamano questo momento equilibrio e prossimità con la natura.

La mia risposta: certo, se mi trasformo in un sasso, allora sono vicino alla natura. Al contrario, se sono un egoista che vuole sapere, scoprire e sentire, e cerco di farlo, allora questo è già un “io” che esiste in natura e nella sua forma individuale.

E’ sbagliato abbassare l’ego poiché va contro il progresso, contro lo sviluppo, contro l’evoluzione, e contro la natura stessa. Ci porta semplicemente più vicino al livello inanimato.  Non c’è via di uscita, in questo modo arriviamo a uno stato di equilibrio, pace, uno stato indisturbato.

Eppure, in principio, è necessario per avanzare al punto in cui usiamo, in maniera chiara, tutto il nostro egoismo, tutto ciò che può possibilmente apparire dovrebbe rivelarsi e svilupparsi in noi, e quando siamo all’apice di sensazioni così grandi ed egoistiche,  siamo in equilibrio con la natura.

Domanda: Significa che  è il desiderio che agisce sul lavoro del cervello?  Più si sviluppa il desiderio e più il cervello inizia a lavorare in maniera attiva per servire il desiderio?

Risposta: il cervello esiste solo per inseguire il desiderio.  Se il desiderio ha un compito da portare a termine, il cervello ci aiuta a realizzarlo con ciò che desideriamo.

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From KabTV’s “Close-Up. Anamnesis” 2/19/10

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Dove ci porta il fondamentalismo

Le persone sono attratte dai potenti perché in ognuno di noi c’è un bambino che cerca protezione e un senso di appartenenza.  I fondamentalisti lo capiscono molto bene e lo usano a loro vantaggio. Diventando più violenti, appaiono più potenti, il che aumenta il loro fascino. In questo modo, riescono ad attirare nuove reclute nelle loro file.

Nei paesi occidentali, i fondamentalisti islamici trovano terreno fertile per attirare seguaci, dato che la gente non ha alcuna direzione, nessuna spiritualità, nessuno scopo nella vita. Questo rende semplice la conversione alle idee fondamentaliste. Offrendo alle persone l’appartenenza a un club potente, e persino a Dio, danno loro un senso di significato e di scopo e le convincono del valore della loro vita. Questo avviene non solo in Europa e negli Stati Uniti, ma anche in Russia, India e persino in Cina.

Dove ci porta questo? In primo luogo, porterà a conflitti sanguinosi. Alla fine, mostrerà il vuoto dietro le promesse dei dogmi religiosi radicali.

Una volta che il fondamentalismo avrà manifestato la sua inutilità, la gente scoprirà il vero significato del termine religione.  Negli Scritti dell’Ultima Generazione, Baal HaSulam afferma: “La forma religiosa di tutte le nazioni dovrebbe prima di tutto obbligare i suoi membri alla dazione reciproca… come in “Ama il prossimo tuo come te stesso. Questa sarà la religione comune di tutte le nazioni”.

Cosa ne sarà, vi chiederete, delle nostre religioni tradizionali? Baal HaSulam continua e scrive che oltre a seguire il principio di amare gli altri come noi stessi, “ogni nazione può seguire la propria religione e tradizione, e l’una non deve interferire con l’altra”. In altre parole, se ci prenderemo cura l’uno dell’altro, ognuno di noi vivrà secondo il proprio modo e la propria tradizione, e i nostri diversi stili di vita non turberanno l’armonia e l’unione che avremo raggiunto avendo sviluppato l’amore reciproco.

Il processo evolutivo appena descritto non è solo per alcuni di noi; è il futuro dell’umanità. Siamo tutti destinati a raggiungere l’unione e il rispetto reciproco seguendo la legge dell’ amare gli altri come noi stessi. Questo è il significato dell’antica profezia: “E ad essa affluiranno tutte le nazioni” (Isaia 2:2).

Abramo il Patriarca, l’apripista babilonese che portò la notizia della nostra unione collettiva all’umanità, fu il primo maestro. Ci insegnò come unirci sulla base della misericordia e della gentilezza.  La sua progenie, Isacco, Giacobbe e Giuseppe e così via, perfezionarono e adattarono il metodo della connessione ai loro tempi.  Mosè fece lo stesso con il suo libro delle leggi, che noi chiamiamo Torah, e così fece Rabbi Shimon Bar Yochai con Il Libro dello Zohar.  

Ora anche noi dobbiamo trovare la strada per applicare la legge dell’amore per gli altri al nostro tempo. Specialmente oggi, in un periodo in cui l’odio e l’egocentrismo stanno corrompendo e distruggendo la civiltà umana, è il momento di elevarsi al di sopra dei nostri “io” insignificanti e di trovare un’unione comune che sia superiore a tutti noi e che ci unisca tutti.

Solo in questa sfera elevata troveremo modo di creare un mondo vivibile e rendere la nostra vita insieme piacevole, sicura e con un vero senso di appartenenza.  

Perché siamo così tanto attratti dai miracoli?

Domanda:  Alcuni ricercatori affermano che la tendenza umana di credere ai miracoli si spiega con la psicologia, nel senso che una parte del nostro cervello è responsabile dei pensieri irrazionali e l’altra parte è responsabile della loro correzione.

Nell’arco di milioni di anni di esistenza abbiamo narrato ogni tipo di mito e racconto per poter connettere ogni tipo di fenomeno naturale.  Quindi, credere nei miracoli e i tentativi della scienza di spiegarli in maniera logica, probabilmente ci vengono trasmessi a livello genetico.

Pensa anche lei che credere nei miracoli sia una tendenza psicologica? Da dove deriva?

Risposta:  La gente vuole imparare, credere e sentire ciò che va oltre alla nostra comprensione.  La gente ascolta attentamente, guarda da vicino, e cerca di andare oltre il confine delle sensazioni. E’ per questo che siamo attratti così tanto dai miracoli.

Domanda: Dal suo punto di vista di tratta di qualcosa di positivo o negativo.

Risposta: E’ positivo! E’ una caratteristica umana! Non si scappa, anzi al contrario, si cerca di avvicinarsi, di capire questo “miracolo”, ovviamente se non ne siamo  respinti.

Domanda: E se crede semplicemente nei miracoli senza cercare di spiegarli?  Diciamo che ha la tendenza di credere.

Risposta: Questo dipende dai suoi calcoli, ciò che vuole ottenere da un atteggiamento tale verso i miracoli.

Secondo me non dovremmo avere paura dei miracoli, scappare, limitarli o mettermi all’interno di qualche struttura religiosa.  Dobbiamo semplicemente cercare delle spiegazioni scientifiche, reali, per ogni cosa che a noi sembri un miracolo.

 

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From KabTV’s “Spiritual States” 11/30/21

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Le religioni sono la conseguenza dell’occultamento del mondo superiore

Tutte le religioni sono emerse dall’occultamento della Kabbalah.

Una volta, dal tempo di Abramo fino alla distruzione del Secondo Tempio, il popolo di Israele, cioè, un piccolo gruppo di tutta l’umanità, visse secondo i principi cabalistici per padroneggiare il metodo di assimilazione alla legge suprema, e poi per dimostrarlo su se stessi e trasmetterlo a tutta l’umanità.

Questa è la missione della nazione di Israele, che, di principio, non è una nazione, ma un piccolo gruppo di persone che è venuto fuori da Babilonia per padroneggiare la metodologia cabalistica per se stessi e trasmetterla agli altri.

All’inizio, questo gruppo esisteva in stati spirituali: nella dazione e nell’amore reciproci, nella comprensione del mondo superiore, il potere più alto di un’unica legge: il Creatore. Poi, quando cadde da questo livello 2000 anni fa, l’egoismo prese possesso del popolo d’Israele, allora invece della scienza della Kabbalah, sorse la religione; Da esso ebbero origine l’ebraismo, cristianesimo e poi l’islam.

Cioè, tutte e tre le religioni sono il risultato dell’occultamento del mondo superiore che non è nella sua comprensione. Esisteranno finché la legge della globalizzazione, l’integrazione di tutte le persone non si manifesterà pienamente nell’umanità.

Ora, quando comincerà a manifestarsi, le religioni dovranno gradualmente lasciare il palcoscenico mondiale, e al loro posto, la Kabbalah risorgerà come metodo di correzione di una persona e non il suo sostegno morale generale, di cui aveva bisogno durante i 2000 anni di occultamento del vero universo.

 

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Dalla trasmissione di KabTV’ “Close-up.Universal Law” 7/11/2021

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Fisica quantistica e potere della mente

Domanda: La Fisica Quantistica spiega il potere dei nostri pensieri?

Risposta: Non posso garantire per la Fisica Quantistica poiché ci sono aspetti aggiuntivi che vengono pubblicati ogni giorno al riguardo sotto forma di teorie e metodi diversi. In passato, mi tenevo sempre al passo con le nuove pubblicazioni, ma ora da molto tempo non mi cimento.

Il fatto che possiamo gestire differenti azioni attraverso i nostri pensieri è vero. Dopotutto, il pensiero è il potere più alto. Al di sopra c’è solo il desiderio. Quindi, se i desideri e i pensieri di una persona sono diretti correttamente, allora il potere del Creatore viene messo in loro e la persona crea.

In linea di principio, facciamo tutto ciò che dobbiamo fare per correggere la creazione mediante i nostri pensieri e i nostri desideri, in cui sono rivestiti i pensieri e i desideri del Creatore.

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Dalla lezione di KabTV “Fondamenti della Kabbalah” del  3/2/2019

 

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Esiste l’astrologia cabalista?

Domanda: Esiste l’astrologia cabalista?

Risposta: No! Non esiste l’astrologia cabalista. C’è solo la Kabbalah.

Non c’è divinazione delle stelle in essa. Non attaccare lacci rossi, acqua santa, Tarocchi, misticismo o meditazioni alla Kabbalah, anche se puoi trovare molta pseudo-letteratura su questi argomenti.

La spiritualità è ciò che si sviluppa in una persona senza alcuna connessione con gli attributi del nostro mondo. Questo significa che non è legata alle stelle o a ciò che mi circonda, ma solo a ciò che è in me.

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Dalla trasmissione KabTV’s “Fundamentals of Kabbalah” 3/3/19

 

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