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L’amore e l’odio “600.000 anime”

600.000 anime sono parti di una sola anima creato dal Creatore. Questo singolo essere creato è stato suddiviso in parti che noi chiamiamo “600.000” anime. Tuttavia, questo numero non indica la quantità, ma piuttosto la qualità del collegamento tra di loro.

Quando il Creatore dà origine al desiderio di ricevere piacere, ogni cosa è un tutto unico, il Creatore, il vaso e la Luce sono come fossero uno. Ma in questo stato, nè il desiderio né la Luce hanno il senso della separazione e della connessione, non sentono se la creatura esista o meno. C’è completa assenza di ogni sensazione, perché ogni sensazione nella creatura può essere rilevata solo attraverso la contrapposizione tra la creatura stessa e ciò che sente.

Per questo, è necessario distinguere tra la Luce e il vaso e sentire le loro completa opposizione e connessione.

Tuttavia, quando il vaso e la luce si collegano, la loro differenza non si annulla perché l’amore emerge sull’odio.

Entrambi hanno le qualità per emergere. La distanza tra odio e amore, il buio e la luce (l’odio si rivela come il buio e l’amore come la luce), dà la sensazione alla creatura della sua esistenza e la comprensione di dove esso esiste e con chi è connesso. Questa è la ragione per cui il Mondo dell’Infinito non è sufficiente a delineare la creatura e renderlo indipendente.

Solo dopo che la creatura passa attraverso l’intero processo del suo sviluppo, il che significa che inizia dalla prima fase, scende al secondo e poi sale di nuovo al terzo, inizia a capire qualcosa di come era il primo stato. L’essere creato diventa indipendente e simile al Creatore. Ecco perché si chiama Adam.

In principio (fase 1), la creatura era solo una goccia di sperma. Poi, si rende conto che la rottura si è verificata e la corregge. In questo modo, la creatura raggiunge la perfezione. Non è considerata più una goccia di sperma, ma anzi, ha il potere di 600.000 anime, e rappresenta l’uno, il grande, l’anima autonoma.

“Seicento mila” sta per sei Sefirot di Zeir Anpin moltiplicato per dieci Sefirot in ciascuna di esse e poi da diecimila, il potere della salita di Zeir Anpin a Arich Anpin che governa tutte le correzioni. 60 x 10.000 = 600.000. Quindi, l’anima comune (il generale, finale, lo stato corretto) è chiamata 600.000 anime.

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(Dalla quarta parte della lezione quootidiana di Kabbalah 9/26/10, “600.000 anime”)

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Il timore spirituale non può essere senza amore

Dr. Michael LaitmanDalla 1° lezione del Congresso a San Pietroburgo del 19.09.2014

È scritto nello Zohar: “E’ necessario risvegliare il timore da due lati dell’amore; sia durante il giudizio, sia durante la misericordia e fortuna nelle Sue vie.

Durante la misericordia e la fortuna nelle Sue vie, è necessario risvegliare il timore del Creatore: Come non cadere nel peccato e non raffreddarsi nell’amore per il Creatore.”

Non c’è la paura della punizione, qualsiasi punizione non esiste.

Noi percepiamo attraverso il nostro desiderio egoista, che se facciamo qualcosa di sbagliato, allora riceveremo una punizione per questo.

Dato che siamo egoisti, pensiamo che in conseguenza a come ci comportiamo tra di noi in questo mondo, riceveremo una ricompensa o una punizione.

Noi viviamo tra questi due calcoli egoistici: come posso sentirmi bene premiando noi stessi, o come possiamo evitare qualunque punizione.

Un percorso spirituale è al di sopra di questi calcoli.

Nella spiritualità non esistono calcoli egoistici di qualunque genere, ne di ricompensa, ne di punizione.

Dobbiamo crearci da soli la nostra personale scala spirituale di ricompensa e punizione.

Quando ho l’opportunità di prendermi cura degli altri, ho una ricompensa, e se per qualche motivo non posso esprimere la mia preoccupazione, di fare qualcosa per il bene degli altri, la percepisco come punizione.

Il vero universo è percepito quando portiamo i nostri sensi al di là di noi stessi e cominciamo a sentire tutto ciò che ne è al di fuori.

Dobbiamo comprendere  questo, perciò è detto: “vedrai il mondo avvenire già in questa vita.”

Possiamo raggiungere questo grado solo connettendo la paura all’amore.

Dagli articoli del Rabash e Baal Sulam e dall’esperienza della nostra vita, sappiamo che l’amore non esiste senza timore, ed una vera paura spirituale non può esistere senza amore.

Non dobbiamo avere il timore di indebolire il Suo amore, e l’amore non è indebolito da Colui che ci ama, non perché ci sentiamo bene come due egoistici amanti, ma perché io do godimento al Creatore se gli do la possibilità d’amarmi.

Questi sono sentimenti reciproci, che si percepiscono solo nel livello della paura spirituale, è necessario superare il proprio egoismo lavorando con esso inversamente per la dazione.

“…Come non cadere nel peccato e non raffreddarsi nell’amore per il Creatore.”

“…e così l’uomo collega la paura con l’amore.”

E proprio al di là dell’amore, durante il severo giudizio, quando l’uomo giudica se stesso per le proprie azioni, che esso dovrebbe risvegliare la paura davanti al Creatore, per non indurirsi il cuore, per non cadere in uno stato in cui inizia a valutare se stesso con criteri egoistici.
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Dalla Lezione 1 del Congresso a San Pietroburgo 19.09.2014

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Al posto dei matrimoni civili

Dr. Michael LaitmanCongresso in Sochi. Lezione №1

Commento: Mi sembra che il nostro prossimo passo sia servire la popolazione. Ad esempio, abbiamo un sacco di persone single – questo è come un flagello. Ma nonostante l’enorme numero di siti di incontri online, non ci sono risultati per creare una famiglia.

Acquisendo esperienza nei cerchi, ho visto per me il quadro esatto di come parlare di questo con le persone, come insegnare loro.

Risposta: Non credo che far incontrare le persone e scolpire per loro una famiglia – sia la soluzione al problema. Siamo in una fase di sviluppo storico, in cui le persone non possono vedere se stesse vincolate dalla famiglia. Esse convergono rapidamente, danno alla luce bambini, e poi cominciano a pentirsi: “Cosa abbiamo fatto?! Questo ci limita, ci strangola!”.

Ultimamente ho cominciato a capirli sempre di più. Li strangola il loro egoismo, che è sviluppato al massimo. Dobbiamo aumentare la necessità di una famiglia, farla diventare una parte del nostro Kli spirituale. Solo allora potremo parlare di matrimonio. Altrimenti non succederà nulla.

E più avanti, sempre di più. Pertanto, le persone cercheranno di creare una famiglia, solo quando saranno sicure, che sia la loro strada verso l’alto, e non perché improvvisamente stanno accese nel gruppo in qualche seminario. Solo quando raggiungono un certo stato spirituale e diventano adulti spirituali, acquisiranno la comprensione di ciò che è una famiglia.

In prospettiva, i matrimoni civili quasi non rimarranno, saranno sostituiti dalle famiglie spirituali. La necessità di creare una cella spirituale porterà alla creazione di una famiglia.
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Dalla 1 ° lezione del Congresso in Sochi, 25.08.2014

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Dall’articolo di Rabash: “La contradizione dei vecchi, è una costruzione, la costruzione dei giovani è una contradizione”. “I vecchi” sono quelli che sono abituati al lavoro di Dio, “Giovani” sono coloro che stanno iniziando il loro lavoro. Una contradizione è una discesa o caduta, il che significa che prima c’è stata un’ascesa nel lavoro, il quale è considerato una costruzione, cioè che loro hanno considerato le ascese, ma la contradizione è quando loro hanno sentito la caduta, che viene dall’occultamento del Creatore, cioè che il Creatore occulta Se stesso da loro, e questo è chiamato una contradizione. La contradizione del vecchio è quando loro dicono che il Creatore ha inviato loro l’occultamento, e da questo risulta che loro sono già in costruzione, poiché hanno creduto che il Creatore ha cura di loro e per questo loro hanno ricevuto sostentamento.

“I vecchi” sono coloro che sono abituati al lavoro spirituale, e loro sanno come interpretare ogni stato, come raggiungerlo e come far sì che sia di beneficio. Perciò perfino la loro “contradizione” è costruzione.

Questo è dovuto a che loro non dimenticano e si sostengono dell’intenzione che tutto proviene dal Creatore, anche nella discesa. Allora, è durante le discese, rimanendo fedeli, sostenendosi nella loro fede, nell’intenzione di donare perfino durante le discese, che loro costruiscono le ascese. La discesa stessa diventa un’ascesa.

L’ascesa non viene dopo la discesa, ma è la discesa stessa se la persona la attribuisce al Creatore, allo scopo della creazione, e comprende che lei lo sente nei desideri di ricevere e aggiunge l’intenzione adeguata a questo: La discesa stessa viene da un’ascesa.

La persona immediatamente si eleva dalla discesa che sente nel desiderio egoista, per mezzo della rivelazione del vaso corrotto. Allora smette di muoversi verso l’alto e verso il basso in un’onda di ascese e discese. É sempre felice delle discese, perché non è dopo che sono finite, ma durante, che lei aderisce al Creatore. Allora la contradizione che sente il vecchio va verso di loro, dato che per questo loro costruiscono un’adesione ancora più intensa con il Creatore.

I “giovani” sono coloro che ancora non hanno potere, non hanno ancora il supporto necessario dall’ambiente che possa stabilizzarli, che gli permetta di voltarsi dalla discesa verso l’ascesa, in adesione. Sicché loro continuano ancora ad utilizzare le loro ascese in maniera egoista e godendo della buona sensazione, dimenticando cosi l’intenzione. Allora l’ascesa diventa discesa, e la costruzione diventa distruzione. Lo stato è determinato dall’intenzione della persona.
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(Tratto dalla preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah del 08.07.2012)

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La donna è un desiderio

Domanda: Tutti noi, uomini e donne, stiamo cercando un modo per ascendere al prossimo grado. Come può una donna arrivare alla comprensione corretta di questo? Dopotutto, gli uomini si uniscono e discutono queste questioni nei gruppi, mentre la donna non partecipa a questo processo.

Risposta: La donna è il vaso che l’ uomo ha bisogno di riempire con il suo lavoro verso il Creatore. Con che cosa riempie questo vaso? Con il Creatore. Qui l’Uomo agisce solo come un mezzo. Questo è ciò che chiamiamo uno schermo per la luce riflessa. Questo è il lavoro degli uomini. E il lavoro delle donne è un enorme desiderio per la rivelazione del Creatore.

Allora, dove vedete voi una piccola parte di una donna, se lei è in realtà il desiderio stesso, senza il quale l’uomo non ha nulla da fare?  E’ per questa ragione che gli uomini scapoli non venivano accettati nella kabbalah. Cos’hai da fare lì, se non hai una sposa? Questo è chiamato “la metà di un corpo”. C’è un concetto nella kabbalah: un uomo scapolo è la metà di un corpo. Con la metà di un corpo solamente, non puoi venire a studiare.

E’ per questo che dobbiamo capire qual è la parte della donna.
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(Dal Congresso di Vilnius del 24.03. 2012, Lezione 3)

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Il Volo sopra il cratere del vulcano

In tutto il mondo nessun problema può essere risolto dall’interno, con un procuratore o un avvocato, o cercando di separare le parti in conflitto. L’unico modo – tracciare la linea sotto tutto ciò che era accaduto, e ripartire da zero. Questo non è un business e non sono le cause legali, qui non si determina chi ha ragione e chi ha la colpa, chi è il cattivo e chi è buono. In definitiva, la “colpa” è del Creatore. Egli disse a Mosè: “Va dal Faraone, perché ho indurito il suo cuore.” Il Creatore ha creato l’inclinazione del male.

Quindi cerchiamo di raggiungere almeno la punta del filo dal lato corretto: Il Creatore formò l’attuale stato. Cosa facciamo? Sappiamo che tutto questo viene da Lui, e noi vogliamo stabilire un collegamento sopra tutte le brutte cose che egli fa tra di noi, per guidarci alla comprensione dell’essenza del nostro male. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno per costruire una benedizione.

Non guardare indietro a quello che era almeno un attimo fa – anche la coda dell’occhio, anche brevemente, sopra la spalla. Guarda solo in avanti, apertamente e senza pensarci due volte. Voglio salire a Binà, dazione pura.

Allo stesso tempo, io non rinnego tutto ciò che è accaduto. Sento questo bagaglio e tutto il tempo lo tengo con la forza interiore dell’anima. Ho sempre voglia di esplodere, ma ogni volta mi trattengo e guardo sopra al fatto che è sopra di me. Io so perché ciò sia necessario – per arrivare al Creatore, che mi organizza tutto questo.

Poi i compagni diventano un mezzo nelle mani del Creatore, e vedo quanta miseria hanno sopportato, i poveri, per insegnarmi a salire sopra di sé. Chi era contro di me, chi mi ha creato il problema – questo l‘ha fatto il Creatore attraverso lui. Ora sono pronto per abbracciare e baciare questo uomo che ha passato tante difficoltà, condizioni molte tragiche , così imparo dai suoi guai.

Cosi dobbiamo salire. E chiedere una correzione. Ad esempio, una persona, smettendo di fumare, “seduto su un vulcano”: lui vuole aspirare e anche vietarselo , lui “frena” il suo desiderio, realizzabile, ma inutile. Quindi dobbiamo fermare il nostro egoismo, costruendo su di esso un nuovo atteggiamento verso i compagni – da parte di Binà, dazione.

Lasciate lì dentro il fuoco che brucia, lasciate l’ego soffrire, lasciate ballare “i demoni” intorno al fuoco – e io sono sopra tutto questo “volo tra le nuvole”. Entrambi queste “immagini” sono necessarie: un fuoco ribolle dentro, la rabbia, l’invidia, l’odio, e sopra a tutto questo – l’amore e la gentilezza. Devo sentire, comprendere sia questo che altro. Al contrario, senza questo non seguo la via spirituale.

Quindi è chiaro, come passare facilmente da un polo all’altro, da un capo della scala ad un altro, e di essere in entrambi simultaneamente. Poi capirò me stesso, capirò gli altri, e allora non mi vergognerò di queste differenze, e calcoli associati.
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(Dalla lezione “Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”, 07.02.2012)

Il Male – Il servizio per il Buono

Domanda: Come condurre il chiarimento nel gruppo per non occuparsi del suo ego e volgere il male nella Klipà?

Risposta: Quando chiarisco il nostro rapporto, vengo solo fino al punto della partizione – e subito chiedo la correzione.

Nello stesso tempo a questo dovrebbe partecipare il gruppo. Dopotutto, io non solo semplicemente rivelo il male tra te e me, ma voglio che questo diventi disponibile per tutti, così scopriremo il collegamento tra noi tutti.
 Tutti questi peccati sono un luogo su cui l’amore sarà rivelato, senza peccati non può esserci amore.

Questo è tutto il metodo di lavoro delle tre linee, che non troviamo in nessuna religione o convinzioni. Usiamo il nostro ego – proprio usiamo, piuttosto che distruggerlo.
 Infatti, la Klipà – questo è la riluttanza ad utilizzare l’ ego. L’errore delle religioni, delle fedi e di tutti gli approcci umani nella vita è che l’uomo non capisce che il potere del male è il fondamento della vita. E’ proibito sorvolare, evitare e cambiare questo male. Devi solo coprirlo con un buon atteggiamento – e basta. La forma del male rimane, tu solo lo copri con la proprietà  di Hassadim – e ottiene un vaso di santità, un vaso di dazione.
 Ma io non devo semplicemente svegliare il male in sé, “Dov’è il mio odio per tutti!”.

L’approccio corretto è che ci sforziamo per il bene, e non scendiamo nel male. Non c’è comandamento di risvegliare un litigio. Dobbiamo aggiungere il desiderio di unità – e poi, naturalmente, riveliamo il difetto.

Bisogna solo aspirare verso l’alto, e riguardo questo si rivela la caduta.
 Se non cerciamo verso l’alto, poi dall’alto verranno dei guasti, che possono essere di vario tipo – problemi improvvisi in famiglia o tra amici in un gruppo – qualsiasi cosa. Ma tutto questo sono le indicazioni che il gruppo non cerca verso l’alto, e poi si rivelano i problemi e le difficoltà a livello materiale. Anche se il gruppo non è unito, ma si sforza per l’unità, si rivelano i difetti di collegamento. E se esso non stà cercando verso l’alto cosi poi si riveleranno carenze nel livello della terra o anche meno.
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(Dalla lezione sul Libro dello Zohar, 06.02.2012)

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Il nostro rogo comune

Congresso mondiale “Arvut”. Lezione n.8

Baal Ha Sulam, lettera n.13: Voi dovevate sapere che tantissime scintille di dazione ci sono in ogni gruppo. Se voi aveste raccolto tutte queste scintille in un posto, in unione fraterna, in amore e amicizia, allora certamente voi avreste avuto a quest’ora un livello spirituale di luce della vita molto importante.

A noi manca solo una cosa, infittire ancora di più tra di noi le nostre scintille. Non ci sono ostacoli, non ci sono barriere, incollarci soltanto un po’ di più in una cosa unica, per ardere insieme.

Dal libro “Lo stendardo di Efraim”: Coloro che hanno tendenza verso il Creatore fanno sempre bene ad unirsi insieme in un gruppo. Unendosi in basso loro richiamano l’unione della loro radice in alto.

Allora questa radice farà la sua influenza su di noi e concluderà ciò che ha iniziato, come è detto: “Colui che organizza il mondo nelle Sue altezze, allora costui organizza il mondo su di noi”. Noi innalziamo la preghiera della correzione (MAN), svegliamo in basso i propri desideri e allora dall’alto vengono verso di noi le forze dell’unione che concludono le azioni.

In questo modo da noi si chiede soltanto “mezza moneta”, mezzo lavoro e desiderare l’unione, ma la sua realizzazione sarà dall’alto quando la nostra richiesta diventerà giusta.

Rabash “La necessità dell’’’amore verso gli amici”: C’è una qualità speciale nell’unione degli amici. Perché con l’unione i loro pareri e i pensieri passano dall’uno all’altro per questo ciascuno penetra con le forze dell’altro. Grazie a questo ognuno ha la forza del suo gruppo e anche se ciascuno è da solo, nonostante ciò, lui possiede tutte le forze del gruppo.

Mentre ciascuno è uno, tuttavia, ciascuno è diverso dagli altri, ma l’unione gli dà la forza di tutti i suoi compagni. Immaginatevi com’è questo quando ognuno acquisisce le forze di tutti. In realtà questa è già la forza dell’infinito. Noi ci uniamo ad un grande gruppo, agli amici di tutto il mondo, e non abbiamo bisogno di altro.

Nessuno da solo ha le forze per passare nemmeno sul primo, il più piccolo, gradino spirituale. Soltanto unendoci qualitativamente acquisiamo le luci di NARANHAI, attraversiamo i mondi ABYA e A’’K sul cammino nel mondo dell’infinito.

Tutti i 125 gradini dell’ascesa spirituale si raggiungono con il cammino della crescita dell’unione. Io trovo ogni volta in questo un vaso speciale capace di una dazione ancora più grande ed in corrispondenza rivelo ancora più luce.
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125 Gradi di amore e odio

Domanda: Cosa succede dopo la fine della correzione, quando avremo asceso tutti i 125 gradini? Comincia qualche nuovo processo lì?

Risposta: Quando ci eleveremo alla fine della correzione, vedremo. Adesso non capiamo nemmeno cosa sia il primo grado spirituale, fino a che punto il mondo spirituale sia opposto al mondo materiale. Su questo è detto: “Ho visto un mondo al rovescio”.

Non possiamo immaginare cosa succede passando attraverso tutti i gradi spirituali e raggiungendo la fine della correzione. Lì, avremo degli strumenti di percezione assolutamente diversi. Essi non saranno semplicemente più grandi, i quali potranno paragonarsi agli strumenti che abbiamo attualmente.

Allo stesso modo, oggi non siamo capaci di parlare del mondo integrale, nel quale io penserò a tutti e percepirò tutte le persone solamente come una totalità. Adesso non sappiamo cosa sia questo. Non possiamo immaginare che percepiremo il mondo intero come un organismo unico.

Automaticamente, dal mio interno, percepirò ogni pensiero, ogni supplica e desiderio come mio. Succede così, visto che “l’Io” sarà l’amore verso il prossimo! Sarà come se tutti si trovassero dentro di me.

Tuttavia, loro si trovano in realtà dentro di me? No! Sento che tra di noi c’è una distanza di 125 gradi di odio. È così grande l’odio che si rivela, poiché è detto: “Quanto più in alto si trova una persona, più egoismo avrà”.

Perché i vasi “rotondi” (Kelim Igulim) occupano uno spazio così grande? A causa della grandezza dell’odio! Tutto questo spazio è l’odio che si sta rivelando e devo riempirlo con amore, al di sopra di quest’odio.

L’odio gonfia le sfere, le allontana dal punto centrale all’esterno (“extra”) e adesso, con l’aiuto del mio amore, devo comprimerle di ritorno all’interno (“intro”), però, lo faccio al di sopra dell’allontanamento.

Voglio avvicinare il mio prossimo a me: lo faccio e sento che lui è vicino, come se fosse dentro di me. Comunque, tutto questo succede “come se”: al di sopra della distanza che c’è tra di noi. Accorcio soltanto questa distanza, la correggo, ma non la elimino!

La profondità del desiderio (Aviut) non si elimina. Per questo, invece di un punto piccolo, ottengo delle sfere enormi coltivate dall’odio, che allontana soltanto i nostri punti gli uni dagli altri.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.08.2011, Prefazione alla saggezza della Kabbalah)

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Verso il vento!

Siamo stati creati come un solo sistema dell’anima collettiva e siamo interdipendenti. Tuttavia, la Luce Superiore porta questa vaso collettivo verso una rottura e dopo questi pezzi rotti cadono sempre più in basso, dividendosi sempre di più e distanziandosi tra loro.

Quando raggiungono il fondo cominciano a svegliarsi, dal fondo della caduta. La stessa Luce che li ha obbligati a cadere comincia a risvegliarli ed a tirarli verso l’alto.

Questa ascesa è composta da diverse tappe e si realizza principalmente nei gradi della natura inanimata, vegetale ed animata, laddove il vaso opera inconsciamente, essendo completamente schiavizzato dalla Luce. Tuttavia, nel grado umano, dobbiamo rivelare i nostri stessi desideri.

Il desiderio esiste in tutti ed è creato dalla Luce “a partire dall’assenza” come un’impressione inversa della Luce. Il desiderio è ciò che dobbiamo sviluppare dentro di noi per mezzo di noi stessi. Questo desiderio è la vera “creatura”, che si risveglia ed aggiunge le sue intenzioni, i suoi sforzi e l’amore per se stessa.

Tutto questo non arriva come una risposta diretta all’influenza della Luce, ma è il risultato della propria ricerca del vaso. Senza dubbio, la Luce lavora qui, anche se in maniera occulta, comunque, qui c’è ancora l’aggiunta necessaria da parte del vaso che si è sviluppato alla quarta ed ultima tappa. Questa aggiunta è il suo stesso desiderio e l’amore.

Per noi, si esprime nella nostra lotta contro il desiderio egoista rivelato in noi quando vogliamo unirci. Non sentiamo la resistenza del nostro ego in nient’altro che in ciò che si riferisce all’unione nel gruppo, nell’annullarci davanti alla sua forza per raggiungere la qualità della dazione generale che giace dentro di noi, che è chiamata la rivelazione del Creatore.

Se una persona si dirige in questa maniera, che è chiamata “Israele, la Torà ed il Creatore sono uno”, in questo sforzo, rivela la resistenza del suo ego nei confronti della correzione. Tuttavia, deve continuare con tutti i mezzi e cercare ancora di rivelare dentro di sé almeno una certa disposizione ad unirsi.

È come un veliero che non può navigare direttamente contro vento. Tuttavia, ci sono delle veli speciali che aiutano la sua navigazione a zigzag, nella forma di una curva di ascesa e discesa ed in questo modo avanza verso il vento.

In questa maniera deve comportarsi una persona quando scopre che è incapace di andare contro il suo ego, che questo impedisce la sua unione con il gruppo per annullarsi davanti ad esso e rivelare la qualità della dazione generale in lei. Tuttavia, è capace di farlo con ogni tipo di mezzi indiretti, ausiliari.

Questi mezzi ausiliari sono costituiti dall’ambiente che una persona costruisce nella forma che la influenza. L’ambiente diventerà la candela che la porterà a zigzag verso il vento e così avanzerà!
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.09.2011, Shamati 232)

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