Pubblicato nella 'La mia somiglianza con il Creatore' Categoria

La benevolenza sotto i raggi X

Dr. Michael LaitmanDomanda: Il giorno dell’espiazione (Yom Kippur) è il più importante giorno dell’anno per il popolo di Israele. Qual è il significato spirituale di questo giorno speciale? Come dovremmo rapportarci ad esso in modo da corrispondere le sue radici spirituali e trasferire la nostra vita a un nuovo grado?

Risposta: Il giorno dell’espiazione (Yom Kippur) non è semplicemente una tradizione. Riflette uno stato speciale dello sviluppo di una persona. Non dobbiamo vedere questa giornata separatamente, ma come una parte del ciclo dell’intero anno.

Al completamento di un anno, che è cominciato con il ciclo di cambiamenti interni, valutiamo tutto quello che abbiamo attraversato, il quale si chiama “pentimento”. Così si decide che è necessario salire a un nuovo grado, per cominciare l’anno nuovo (Rosh Hashanah), attraversare uno stato nuovo, l’uno più alto, puro, esaltato. In questo modo incoroniamo il Creatore, la forza di dazione ed amore, mettendolo a regnare su di noi come la proprietà più sublime.

Questo è quando cominciamo a giudicare noi stessi: siamo veramente nella proprietà di dazione? Tutte le nostre proprietà sono divise in dieci parti, dieci Sefirot. E stiamo chiarendo quale desiderio in quelle dieci parti può essere corretto, e quale no.

In essenza, l’anima di una persona ha bisogno di essere corretta. E l’anima è tutti i nostri desideri, i quali sono ancora corrotti e hanno bisogno di correzione.

Domanda: Che cosa ha bisogno esattamente di essere corretto: le proprie azioni o l’anima?

Risposta: nel nostro mondo, le azioni sono eseguite con mani e piedi, o attraverso le parole. Però la saggezza della Kabbalah spiega che quella più importante è l‘intenzione corretta, la quale è il desiderio vero di una persona.

Le sole azioni non sono sufficienti, perché io posso eseguirle semplicemente per abitudine. Poi, in realtà è più difficile per me il non farle che farle. E queste possono essere le azioni che altrimenti io non avrei mai fatto in vita mia se non fossi stato abituato a loro dall’infanzia.

In questo caso, non è più l’adempimento di un comandamento ma tradizioni instillate nell’infanzia che sono eseguite automaticamente. Per qualcuno può essere difficile eseguirle, però per qualcun altro, è difficile non farle.

Questo è il motivo per cui non stiamo parlando di un’azione, piuttosto di un’intenzione. Un’azione, dopo tutto, non cambia: Come abbiamo fatto, così continueremo. Però l’intenzione, in un’attitudine di una persona verso l’azione eseguita, c’è sempre cambiamento.

La chiave è l’atteggiamento di una persona verso coloro che lo circondano. Dopo tutto, amore per il proprio vicino come per se stesso è la grande legge della Torah. Questo è il punto di vista dal quale ho bisogno di controllare me stesso allo scopo di vedere quanto sono capace ad amare il mio vicino.

La forza superiore è una forza di dazione ed amore, e il nostro obiettivo è diventare come essa. Per questo dobbiamo raggiungere il grado di uomo, Adam, il quale significa somiglia a (Domeh) il Creatore. Però come posso controllare questo? Dov’è quel medico che m’irradia con un raggio x e mi dice esattamente quanto sono simile al Creatore?

Tale medico non esiste, per questo una persona deve controllare se stesso da solo. Questo tipo di macchina a raggi-x richiede una luce speciale, la quale ci controlla. Questa Luce si chiama la Luce Riformante.

Se sto studiando la Torah vera, vale a dire la saggezza della Kabbalah, poi grazie ad essa, comincio a vedere la verità. Vedo come sono egoista, che cosa c’è dentro di me che è male, da che cosa bisogna essere corretto, come se brillasse un raggio-x su di me.

Ciò è solo visibile a me e gli altri forse non lo notano. E dopo aver visto me stesso sull’immagine raggi-x, mi diventa chiaro quello che ha bisogno di essere corretto. La Torah predispone quest’immagine dove posso vedere solo le intenzioni, e solo al livello di profondità nel quale sono capace di correggere. Tutto il resto non lo vedo, e può rimanere fino all’anno prossimo.

Immediatamente dopo l’inizio dell’anno nuovo, mi trovo in queste sessioni di raggi-x, che sono chiamate i dieci giorni di pentimento. Si irradia il mio cuore, chiarendo le mie intenzioni in ogni azione rispetto a quelli intorno a me, e torna quest’immagine.

La Kabbalah spiega che Malchut ascende a Bina e si confronta con essa. Malchut è il nostro desiderio egoista, il quale sale a Bina, il desiderio per la dazione, chiarendo la misura in cui differisce da essa, quanto siamo lontani nel volere bene ai nostri vicini, da rapporti buoni, e come stiamo pensando solo al nostro bene.

Domanda: Che cosa ci viene mostrato nelle immagini a raggi X?

Risposta: Quest’immagine è in bianco e nero. Mostra quanto bianco c’è in te, cioè, le intenzioni per il bene del tuo vicino. E il colore nero indica le intenzioni per il bene tuo, che si può correggere.

Così, lo scopo del nostro lavoro si rivela a noi. Questo è un lavoro personale cioè che spetta ad ognuno di noi, però esso è finalizzato alla comunanza, alla dazione per tutti, e attraverso loro, al Creatore, che è dall’amore dell’essere creato, per amore del Creatore. Il Creatore è una forza, che integra tutto insieme, e non qualcosa che esiste fuori. È scritto: “Il Creatore risiede tra il suo popolo.”

Così, se mi sforzo di unirmi con tutti e mi voglio cambiare in un tutto uno con loro, poi rivelo il sistema integrale generale che generalizza la nostra unità, la quale si chiama il Creatore. Questo è come si rivela nella nostra percezione.

Pertanto, durante lo Yom Kippur abbiamo bisogno di sforzarci ad amare il nostro vicino quanto più è possibile e più ampiamente, e anche al di là del popolo d’Israele, estendendola a tutta l’umanità. Questo è il motivo per cui, durante lo Yom Kippur si è soliti leggere la storia del profeta Giona, il quale ha incaricato il Creatore di guidare la città di Ninive, che simboleggia il mondo, la correzione.
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Dal programma TV “La Vita Nuova” #438. del 30.09.2014

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Una felice unione con le festività della Natura

Dr. Michael LaitmanI cambiamenti interiori necessari ad una persona per connettersi con gli altri per una completa adesione con la connessione, l’unità e la reciproca condivisione che ci equilibra con la natura non è un processo semplice. Le fasi dei cambiamenti di questo tipo sono collegati ad un ciclo che si chiude definitivamente al punto di inizio.

Spetta a noi a passare attraverso questo intero ciclo, per correggere noi stessi, e trasformarci in una parte utile della natura, non in un tumore all’interno di essa che divora tutto intorno a se e distrugge il mondo. Una persona deve essere una fonte di salute e comfort per tutto il bene e l’equilibrio della natura.

Ogni anno questi stati ritornano, come una spirale e si ripetono sui livelli più alti. In sostanza, un anno è il numero di fasi attraverso le quali dobbiamo passare nella nostra connessione al fine di raggiungere l’obiettivo.

Questo ciclo di fasi di correzione è stato scoperto da Abramo in tempi antichi. Lui ha insegnato ai suoi studenti che divennero la fonte della creazione del popolo ebraico. Quindi questi sono espressi nel ciclo annuale delle feste ebraiche.

Dobbiamo capire che le festività ebraiche non sono la tradizione di una particolare nazione o di un popolo. Piuttosto, essi sono simboli di stati spirituali unici in cui raggiungiamo la reciproca dazione, l’amore tra di noi su livelli più alti, e una maggiore profondità di integrazione a questo proposito nel cuore e nella mente.

Queste non sono celebrazioni di particolari eventi storici che sono stati sperimentati da alcune persone isolate e non rilevanti per il programma generale della natura. Queste festività riflettono gli stati spirituali del popolo come comunità. Loro sono già latenti nella natura come particolari livelli della nostra equivalenza di forma con la natura, nella maniera in cui noi avanziamo verso stati di equilibrio e armonia.

Se ci identifichiamo come persone e ci colleghiamo tra di noi in un grado o nell’altro con il raggiungimento di un particolare livello di unità che è latente nella natura, allora noi celebriamo espressamente questo evento. Quando ci innalziamo un po’ di più al prossimo livello di connessione con la natura e l’equivalenza della forma con essa, celebriamo ancora una altra volta questa realizzazione.

Una persona non stabilisce delle festività per se stesso secondo la sua decisione; piuttosto, egli celebra il raggiungimento di somiglianza e di adesione che già esiste in natura. Quindi queste festività non possono essere modificate.

Nel nostro stato di oggi siamo completamente opposti alla natura integrale. Tutte le parti della natura sono legati al cento per cento in un sistema unificato. Solo la specie umana si trova nella distruzione totale e opposta all’unità naturale.

Tuttavia, se l’umanità, o almeno parte di essa, inizierà a trasformarsi in divenire simile alla natura, avvicinerà la sua forma in unità e totalità, quindi raggiungerà un particolare grado di connessione. Prima di tutto, sta a noi riconoscere che ci odiamo a vicenda. Questa è la natura con la quale siamo nati.

Questo è chiamato “il riconoscimento del male”, la consapevolezza che la nostra natura opposta non ci permette di raggiungere l’armonia e l’equilibrio con essa. Per questo abbiamo bisogno del controllo interno, e dobbiamo pregare per Lehitpalel (incriminare – Lehaplil) noi stessi. Una tale confessione prima di Rosh Hashanà è chiamata il “mese di Elul.”

In questo tempo, esaminiamo il nostro vero stato in relazione a quello buono e meraviglioso stato di connessione che dobbiamo raggiungere. Questo significa che scopriamo ciò che si dice essere lo stato corretto, lo confrontiamo con il nostro stato attuale, vediamo l’immenso divario tra di loro, e così preghiamo Mitpalelim (giudichiamo noi stessi).

Noi capiamo quanto siamo dei criminali e cosa dovremo fare con noi stessi, quindi cominciamo a organizzare il lavoro per cominciare ad avanzare verso la connessione. Il potere che si trova in natura e connette tutte le sue parti noi lo proclamiamo come il potere dominante che ci controlla! Questo potere domina l’insieme dell’intero sistema e diventa il nostro obiettivo. Noi desideriamo assomigliarci ad esso. Questo è chiamato Rosh Hashanà, il principio (Rosh) dei nostri cambiamenti (Shinuim) e il nuovo ciclo al termine del quale noi vogliamo essere come il potere generale che permea la natura.
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Dal programma “Una Nuova Vita” 14.09.2014

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Un metodo semplice

Dr. Michael LaitmanDomanda: Come possiamo accelerare il nostro avanzamento spirituale, l’unione, rimettere tutti i pezzi insieme, ed aderire al Creatore più velocemente?

Risposta: Come accelerare il tempo della correzione? A dire il vero, questo è quello che stiamo facendo.

Può essere tirato in lungo per decenni e anche per secoli, il che comporta un continuo ritorno in questa vita fino a quando non ci eleviamo al livello successivo. L’accelerazione può essere raggiunta solamente attirando a noi la Luce Superiore; non c’è altro modo! Noi abbiamo un metodo di lavoro molto semplice e molto primitivo, che dobbiamo solamente usare. Potete gettarvi in migliaia di libri di Kabbalah, ma, credetemi, non troverete niente di diverso.

Infatti, cosa impariamo dal modello della creazione stessa, dal sistema di governo? Solamente come evocare la Luce Superiore, che piano piano ci correggerà con la sua influenza. Ed è possibile attirarla solamente attraverso l’equivalenza con essa.

Faccio spesso degli esempi del modo in cui i bambini giocano facendo gli adulti e piano piano diventano più svegli e diventano come loro. Anche questa è l’influenza della Luce Superiore.

Tutto viene conquistato solamente attraverso l’equivalenza! Quando, nel vostro stato attuale, vi state sforzando di diventare uguali a qualcosa, il livello successivo agisce su di voi e voi gradualmente ascendete a questo livello. Piante, animali, tutte le cellule ed i sistemi si sviluppano secondo questo principio. Noi ci dobbiamo sviluppare anche in base a questo principio, sia a livello mentale che spirituale.
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Dalla 2.a lezione del Congresso di Bulgaria. 11.07.2014

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Egoismo: Un’ opera da mezzo centesimo

Dr. Michael LaitmanRabash, Dargot HaSulam, articolo 798, “Il valore di quello piccolo”. Quando l’uomo riceve tutto ciò che è dato, il Creatore diventa suo debitore.

Esempio: Un padre ha dato al suo piccolo figlio un centesimo ogni giorno. Poi l’amore per il figlio si risveglia nel padre, e lui gli da cinque centesimi.

Come il piccolo figlio vede che oggi ha ricevuto un regalo più grande dal padre, lui si ispira per ringraziare suo padre per questo. Però più tardi, quando il padre torna a dargli un centesimo come di solito, il figlio diventa pieno di rabbia verso il padre, a causa della perdita subita.

Si scopre che invece di portare il figlio più vicino al padre, l’addizione che ieri ha ricevuto lo spinge via. Questo perché ora il padre è il suo debitore, e il piccolo figlio vuole che il padre continui ad aggiungere ogni giorno. E se il padre non lo fa, poi tutti i suoi doni non valgono nulla.

L’uomo muore quando riceve, senza aver raggiunto neanche la metà di quanto desidera.

Non è facile combinare giustamente il desiderio per il piacere e l’intenzione di dare. Da questo esempio vediamo che non capiamo il Creatore. L’egoismo non tollera le aggiunte di una volta. Egli percepisce ogni addizione come una nuova norma, e diventa adirato quando non continua a riceverla.

Non capiamo che quando il Creatore sottrae, Lui ci da di più, non di meno! Non è per il desiderio a ricevere piacere, ma per noi ad acquisire l’intenzione di dare. Tuttavia, l’egoismo vede la perdita: un centesimo invece di cinque che aveva ieri.

Il figlio non ha capito che lui stesso deve completare i quattro centesimi rimanenti con la sua fede,l’intenzione, e la consapevolezza della grandezza del Donatore. Poi, invece di una perdita, egli acquisirà un guadagno meraviglioso: la somiglianza con il Creatore.

L’iniziale, desiderio base era creato dal Creatore nella forma di un punto nero in mezzo alla Luce Superiore. E rimarrà un punto nero. Svolgiamo tutto il resto, includendo il grado più alto dell’infinito, da soli attraverso l’uso di un solo metodo: elevando il Donatore ai suoi occhi.

Il punto nel mio cuore non cresce da solo. Potrà solo crescere quando è connesso a un amico, solo attraverso la dazione, con la quale riesco a permeare il mio punto. Non ha nient’altro su cui poter crescere.

La Luce Superiore continua a influenzarci più forte, ma non capiamo ancora che lo sviluppo non è limitato con il compimento del desiderio. Ci sviluppiamo in una Luce che si incrementa man mano che ritorniamo attraverso le fasi di HaVaYaH.

In questo viaggio, gradualmente gli stadi si sostituiscono l’un l’altro. Comunque, dobbiamo solo continuare ad aspettare per le nuove porzioni di Luce senza capire che è già arrivato il tempo di sostituire la ricezione con la dazione. E anche se la Luce aumenta, la percepiamo come una cosa negativa, come buio.

La Luce in realtà è buona, però in modo da riceverla come buona, abbiamo bisogno di diventare un vaso come essa. Alla fine essa fa pressioni su di noi, finché almeno in qualche modo siamo in accordo con l’ordine del giorno e prendiamo un altro passo verso la dazione.

Questo è il motivo per cui, invece di lavorare direttamente con il desiderio, abbiamo bisogno di cambiare la nostra attitudine verso il Donatore. Lo sviluppo non è un processo quantitativo, ma qualitativo. Andiamo avanti più velocemente se ricordiamo questo.
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Da una lezione del 03.12.2010, Gli scritti di Rabash

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Che cosa ci porta al Creatore?

Dr. Michael LaitmanDomanda: Perché l’umanità moderna sta bramando per nuove religioni?

Risposta: C’è una crisi nel mondo. Dopo l’ultima guerra mondiale, che fu meno di tre generazioni fa, la popolazione dei paesi sviluppati con la prevedibilità, la stabilità e la fiducia nel futuro. Mentre ora, con la comparsa di una crisi globale, si sente l’ incertezza, l’ instabilità, una mancanza di ricerca, di certo una mancanza di un futuro, e la mancanza di speranza per il successo.

Inoltre, questo sentimento abbraccia l’intero pianeta. Tutto il tempo questo sentimento convoca ondate di preoccupazione. Niente è stabile, né il futuro, né eventuali piani. Dopo aver perso tutta la speranza, solo una speranza rimane, quella nel Creatore, un’immagine pronta a prendere la prima posizione nel mondo e stabilirlo. Allora una persona crea il Creatore per se stesso.

La saggezza della Kabbalah ci dice che non c’è null’altro nel mondo che la natura, la forza di dazione e l’amore che crea tutto, ci dirige e ci sviluppa in uno stato dove possiamo capire le nostre differenze e opposizioni a questa forza e vogliamo assomigliare ad essa; vale a dire, acquisire la caratteristica di dazione e amore. Pertanto l’obiettivo “E amerai il tuo amico come te stesso” (Vayikra 19:18) deve diventare il principio per tutte le nostre attività.

Le religioni hanno sentito questo comandamento e l’hanno dimenticato, perché allo scopo di realizzarlo, hanno dovuto cambiare la natura egoistica della persona in una altruistica (a dazione e amore per tutti). Non c’è profitto nell’altruismo; quindi tutte le religioni parlano di “E amerete ” ma nessuno di loro implementa o capisce il suo intento, perché senza le caratteristiche egoistiche non è possibile capire le caratteristiche di dazione.

Se avessero capito che cosa significa “E amerete”, poi tutte le religioni sarebbero scomparse. La brama moderna di religione porterà ad una rivalutazione dell’umanità e alla sostituzione con una religione chiamata, “amore”.
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Vedere anche l’articolo, “L’essenza della religione ed il suo scopo

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Il mondo sta diventando più interconnesso

Dr. Michael LaitmanNelle notizie (da Slon): “Il mondo sta diventando sempre più connesso – il 35% dei beni attraversa le frontiere, contro il 20% del 1990; più di un terzo degli investimenti finanziari sono operazioni internazionali; il 20% del traffico Internet è internazionale; il commercio totale è del 36% del PIL mondiale (ma è ancora al di sotto del 52% del periodo pre-crisi del 2007). La Russia si è classificata al 9 ° su 131 paesi nella classifica della connessione con il mondo dell’economia.”

Il mio commento: Tutti i rapporti mostrano come tutto è interconnesso, anche se in realtà, la nostra interconnessione è maggiore perché le connessioni tra persone, culture e la mescolanza delle popolazioni non sono considerate.

La natura ha programmato un ulteriore sviluppo del genere umano in crescente unità, e non possiamo evitare questo programma. Più resistiamo, più saremo costretti ad obbedire attraverso più sofferenza. Le leggi della natura sono inevitabili.

Nelle precedenti fasi di sviluppo (evoluzione), la natura ha sviluppato la materia dallo stato vegetale a quello animale. Anche noi apparteniamo alla parte animata della natura, perché ci stiamo sviluppando inconsciamente. Ma nel grado successivo di “essere parlante umano” (Adam – dalla parola “domeh”, simile alla natura, al Creatore), dobbiamo crescere consapevolmente, attirati dalla forza della natura con il nostro accordo.

In questo modo noi diventiamo uguali ad essa, come partner, piuttosto che quelli che seguono istintivamente gli ordini dall’interno. La saggezza della Kabbalah parla di come salire alla prossima fase di sviluppo. Ecco perché è stata nascosta fino al nostro tempo, in attesa della fine del nostro istintivo (inconscio) sviluppo.
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Un’unica Luce, molte diverse espressioni

L’1% dell’umanità che vuole scoprire il Creatore è costretta a stabilire una connessione con Lui e con tutto il resto degli uomini. Questa è la ragione per cui ci è stato dato questo desiderio. Infatti, lo scopo della creazione è nascosto nel 99% dell’umanità, mentre l’1% è chiamato a comportarsi secondo la diretta volontà del Creatore. Dunque, il nostro unico compito è di servire il 99%.

Domanda: Il loro scopo, quello del 99%, è di avere una buona vita nel mondo fisico usando il metodo del sostegno reciproco e della connessione reciproca, mentre il nostro scopo è il Creatore. Come si possono mettere d’accordo queste due posizioni? Questi due scopi, quello materiale e quello spirituale, come si uniranno alla fine?

Risposta: Per te si tratta di uno scopo spirituale perché tu devi richiamare la Luce e scoprire il Creatore in modo d’avere qualcosa da passare agli altri. Ad ogni modo, tu stai già passando la Luce nella forma che è giusta per loro.

Noi riceviamo la Luce superiore nella forma della nostra Luce che Ritorna, mentre le masse ricevono da noi la forza, la guida, e le soluzioni sotto forma del metodo del sostegno reciproco e della reciproca connessione. Sebbene il loro scopo sia materiale, la Luce che opera dall’interno passa a loro attraverso di noi e allora essi percepiscono i cambiamenti nei loro pensieri e nei loro sentimenti.

Sotto l’influenza della Luce, noi sentiamo che qualcosa è cambiato internamente mentre gli altri non lo percepiscono, sebbene anche loro stiano cambiando con il tempo. Ora, gli uomini stanno cercando un modo per progredire e questa esigenza ha origine da qualche forza interiore. Essa li cambierà, e allora, improvvisamente, essi incominceranno a vedere il mondo in modo diverso e a giudicare ciò che sta succedendo a loro stessi in modo diverso. Questa è la conseguenza dell’influenza della Luce che Corregge.

E’ la Luce e non noi che lo realizza internamente, mentre noi dobbiamo solamente creare la connessione tra il Creatore ed ogni altro uomo. Questa infusione dovrebbe attraversare tutta la creazione seguendo il filo di Einf Sof (l’infinito) che passa da Ein Sof fino al più piccolo ed infimo dei livelli. Infine, se la conoscenza dell’unione arriverà agli uomini da noi, ci porterà necessariamente alla vita, e le cose inizieranno a migliorare.
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(Dalla 4.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 01.06.2012 “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah“)

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Diretto al Creatore

Baal HaSulamL’Arvut” (La Garanzia Mutua)”: Rabbi Elazar, figlio di Rabbi Shimon, amplia ancora di più il concetto dell’Arvut, e non si accontenta che tutta la gente di Israele sia garante l’una verso l’altra, ancorché il mondo intero entra nell’Arvut (La Garanzia Mutua) . In verità non v’è una disputa a proposito, dato che tutti ammettono che in primo luogo sarebbe stato sufficiente che una sola nazione osservasse la Torà, almeno all’inizio della correzione del mondo, e non sarebbe stato possibile, in una sola volta, cominciare con tutte le nazioni, secondo quanto dissero i nostri Saggi, il Signore si rivolse con la Torà ad ogni nazione e stirpe ma essi non vollero riceverla. Il che significa che erano immersi nello squallore dell’amore per se stessi, alcuni nell’adulterio, altri nel furto ed omicidio e così via, fino al punto che a quei tempi non sarebbe stato possibile nemmeno considerare di chiedergli se approvavano di rinunciare all’amore per sé stessi.

Pertanto il Creatore non trovò nessun popolo e nessuna lingua degni di ricevere la Torà a parte i figli di Abramo, Isacco e Giacobbe, i quali furono sorretti dal merito dagli avi. Come dissero i nostri saggi: “Gli avi osservavano l’ intera Torà per intero ancor prima che fosse loro consegnata”, il che significa che grazie all’elevatezza delle loro anime, essi ebbero l’abilità di conseguire tutte le vie del Signore nella distinzione della Spiritualità della Torà, che deriva dall’adesione a Lui, senza l’anticipazione della scala dei (precetti) pratici della Torà pur non avendo affatto la possibilità di osservare com’è scritto in “Matan Torà , Punto 16.
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Vedere l’unicità del Creatore

L’argomento della prima lezione del Congresso di Pietroburgo è “Non esiste nulla tranne Lui“. Questo è l’argomento principale che studiamo sempre.

In linea di principio, noi ci troviamo in una realtà speciale chiamata il Creatore e dobbiamo rivelarLo. Il “Creatore” (Boreh) significa “vieni e vedi” (Bo-reh in Ebraico). Se già dimoriamo in Lui, nella bianca Luce superiore, allora solamente Lui agisce e non esiste nulla tranne Lui”. Solamente Lui “ci dà i contorni”, ci dà forma; Egli è il principio ed Egli è la fine. Tutti i nostri pensieri e le nostre azioni originano da questa Luce superiore. Non esiste niente tranne Lui.

Da un lato, osserviamo le forme inanimate, vegetative ed animate nelle quali il Creatore agisce a 360 gradi, obbligandole e compiere ogni movimento. Esse non hanno alcun libero arbitrio; esse sono interamente sotto la Sua diretta influenza.

Dall’altro lato, noi stessi abbiamo un punto speciale, creato da Lui, che apparentemente esiste al di fuori di Lui. Questo punto ci dà l’opportunità di conoscere il Creatore – il solo che ci influenza. Infatti, in questo modo non andiamo da qualche parte esternamente, non ci allontaniamo da Lui, e non violiamo nessuna delle Sue azioni. La realtà rimane la stessa: non esiste nulla tranne Lui. Tuttavia, grazie a questo punto che sembra a Lui estraneo, io posso analizzare me stesso e Lui, io posso deliberatamente e consapevolmente portare me stesso al solo stato esistente nel quale non esiste nulla tranne Lui.

Io conseguo il Creatore grazie a questo lavoro. Attribuisco ogni frammento della realtà alla Sua unicità, ed in questo modo conseguo tutte le Sue azioni, tutti i passi, diretti e opposti a Lui, che Egli compie. Quindi, ritornando allo stato di unione e di unicità del Creatore, io mi inserisco in tutta la forza che Egli mi ha dato e mi rendo conto che non esiste proprio nulla tranne Lui.

In questo modo, reco a Lui piacere, e questo è il massimo piacere che posso arrecargli, e ciò significa a me stesso. Infatti, non esiste nulla tranne Lui.

Adesso abbiamo dunque bisogno, contro il nostro desiderio, di includerci volontariamente e completamente in questo concetto: “Non esiste nulla tranne Lui”.
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(Dalla 3.a parte della Lezione Quotidiana di Kabbalah del 03.07.2013, Preparazione al Congresso di San Pietroburgo, lezione 1)

Le Lettere che presero vita

Domanda: Come possiamo affermare in qualunque istante, nonostante qualunque problema, che “Non c’è nulla tranne Lui” e che “Egli è Buono e Benefattore” se sento l’opposto in quel momento? Devo forse combinare i sentimenti con le parole?

Risposta: Iniziamo a lavorare da uno stato di totale incertezza. Sappiamo solo leggere e sentire che “Non c’è nulla tranne Lui”. Così inizia il primo articolo di Shamati. E’ scritto “Non c’è nulla tranne Lui”. Questo è quello che dicono i Kabbalisti! Ma queste sono solo parole per me e non hanno nessun significato. Così come le posso sviluppare?
Cerco di trasformare queste parole in azioni che mi impressionino. Così trovo un gruppo in questo mondo che esclama “Non c’è nulla tranne Lui”, e mi incorporo nel gruppo in modo che mi influenzi e mi convinca che in realtà non c’è nulla tranne la forza superiore. Almeno costoro parlano di quello che dicono i Kabbalisti.

Mi collego al gruppo e mi sottometto di fronte ad essi, innalzando i miei amici sopra di me, cosìche il principio del “Non c’è nulla tranne Lui” sia udito più fortemente e che io senta quanto questo è importante. Cerco di essere sotto l’impressione di questo slogan che al momento esiste solo sulla carta per me.

Ma se lavoro con i miei amici, inizio a ricevere la Luce che Riforma attraverso di essi. Questa luce risiede nelle loro parole, e nella misura in cui mi esercito nel gruppo e mi abbasso di fronte ad esso nel servire gli amici, la Luce modifica questo slogan. La Luce si riveste in queste parole e le porta in vita. Inizio a sentire la vita nelle lettere che compongono le parole “Non c’è nulla tranne Lui”.

Inizio a sentire le lettere come se fossero dei vasi vivi pieni di Luce, e poi i vasi, i miei desideri, iniziano a muoversi assieme a queste lettere secondo la Luce che li attraversa. Non è semplice Luce è invece una luce “formattata” che ha preso la forma di queste lettere. Succede che sono impressionato in diversi modi dalla frase “Non c’è nulla tranne Lui” ed inizio a vedere, a capire ed a sentire come si esprima in diversi stati e modi. Imparo a lavorare con questo.

La frase che prima sembrava morta per me, soltanto uno slogan scritto, inizia gradualmente a prendere vita. E di conseguenza cerco di realizzarla in diversi stati, quelli buoni e quelli cattivi. Mi aggrappo ad essa specialmente negli stati cattivi, visto che nel frattempo sono un egoista. Se l’unicità del Creatore “Non c’è nulla tranne Lui” ed “Egli è Buono e Benefattore” si rivela a me in modi spiacevoli significa che sto acquisendo i vasi della dazione e che mi innalzo al di sopra di questo dolore. Sto avanzando verso lo stato di “Non Fare al tuo Amico quel che è spiacevole per Te”. Odio questo stato e desidero innalzarmi al di sopra di esso. Non penso che il Creatore mi abbia causato questi problemi, piuttosto li attribuisco al mio ego. Così ottengo la qualità di Bina, “Dare al fine di dare”.

Poi, negli stati molto spiacevoli, inizio a ricevere stati piacevoli, che è molto più difficile, visto che devo innalzarmi al di sopra di essi. E’ già una fede al di sopra della ragione del secondo livello, non solo sopra il desiderio di dare ma che sopra il desiderio di ricevere. Sto già lavorando con l’AHP.

E’ come se stessi lavorando contro il Buono e Benefattore, il che significa che ricevo sia il bene che il male allo stesso modo, come se fossero la stessa cosa. Così raggiungo l’amore, riguardo al quale è detto:”Ama il tuo amico come te stesso”, e poi “Ama il tuo Signore”, il livello più elevato di questo stato, Keter.

Tutto questo lavoro è fatto nella “fede sopra la ragione”. La luna sta per Malchut, che si “santifica” negli stati più bui e da lì inizia ad illuminare con la Luce che ritorna. Non ha nulla di proprio e non ha bisogno nemmeno di nulla. Dice al sole di voler essere come lui. Più la luna diventa come il sole, più la terra stabilisce tutti gli aspetti della luna sino a che Malchut è adattata a Keter.
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(Dalla Prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 24.04.2013 , Scritti del Rabash)

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