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La fonte di tutti i problemi dell’Universo

Domanda: Che cosa può motivare un medico a cambiare? E’ chiaro che un paziente  vuole diventare sano, ma per un medico? Come possono un medico e un paziente essere incoraggiati a diventare più vicini gli uni agli altri?

Risposta: Sono nato e cresciuto in una famiglia di medici. Mia madre è una ginecologa, mio padre era un dentista, anche mia zia e mio zio erano medici. Se improvvisamente qualcuno si ammalava,  una volta c’erano un fonendoscopio e farmaci; tutti sapevano cosa fare, avevi il trattamento, e tutto andava bene, senza problemi. A questo proposito, l’intero Dipartimento Salute era a casa mia.

La stessa sensazione di una famiglia dovrebbe esserci tra medici e pazienti; altrimenti non c’è fiducia nei confronti di un medico. Oggi un medico non può permettersi questo. Non importa quanti doni gli porti, lui è ancora sommerso da parte dei pazienti.

Quindi, dev’essere un sistema completamente diverso, con l’accento non sui farmaci, ma all’attenzione per la persona, come nell’antica medicina cinese.

Cioè, il sistema sanitario dovrebbe comprendere l’intera vita di una persona. Questa è una tecnologia della vita: come si nasce, quello che si respira, ciò che si mangia, l’impatto del vostro ambiente, come il corpo reagisce a tutto questo (come un sistema biologico al sistema circostante) e come vivi la tua vita – sposandoti, partorendo, diventando vecchio e, infine, morendo.

Ma tutto questo dovrebbe essere considerato come un sistema che è in equilibrio con la natura. E per questo, una persona dev’ssere organicamente, integralmente collegata alla natura, rispettare le sue leggi, capire cosa si richiede da lui e come lui deve sintonizzarsi con se stesso verso un’interconnessione reciproca.

Proprio come l’armonia e l’equilibrio dentro di noi significa la salute del corpo, l’equilibrio in natura vuol dire la salute dell’ambiente, quindi non ci dovrebbe essere l’omeostasi tra noi e l’ambiente circostante. Noi rompiamo l’equilibrio della natura, sconvolgiamo l’equilibrio in noi stessi ma, soprattutto, questo rompe l’equilibrio tra noi e l’ambiente. Qui, non corrispondiamo assolutamente ad essa.

E’ noto che la natura circostante agisce secondo la legge di auto-stabilizzazione: dai tanto quanto ricevi. Così, l’omeostasi è sostenuta e l’equilibrio è conservato. Ma siamo in disparità assoluta con la natura perché selvaggiamente consumiamo tutto senza dare niente in cambio, inquiniamo solamente.

Tutto dipende dall’educazione di una persona, sulla sua educazione ambientale in primo luogo. Ma noi chiamiamo questo educazione integrale, perché al fine di modificare l’atteggiamento dell’uomo nei confronti della natura e della società, è necessario cambiare un essere umano in se stesso.

Viviamo in una società che ci colpisce sempre in modo negativo, e noi facciamo lo stesso, essendo guidati dal nostro egoismo: per consumare, per sopprimere l’altro, per guadagnare il più possibile – o meglio ancora rubare – senza dare nulla in cambio. Così dobbiamo correggere sia un essere umano che l’intera società.

Come risultato, arriviamo a una sola conclusione: l’uomo ha bisogno di essere cambiato. L’unica fonte di tutti i problemi dell’universo è l’essere umano. Purtroppo, non si presta attenzione a questo problema.

Così ora possiamo vedere come, da un lato, la crisi mette pressione su di noi – e si pulirà tutto, ma per la sua ferma mano. La natura non conosce dubbi, mette pressione in modo che alcune specie si estinguano, e questo è quello che potrebbe accadere con l’umanità, tutto si sta dirigendo verso questo. Dovremo affrontare l’ “Era Glaciale” e altri problemi ambientali e sociali. Vediamo che il nostro disequilibrio con la natura non ci porta a niente di buono.

Dall’altro lato, abbiamo il metodo in mano che mostra come possiamo tuttavia cambiare l’essere umano e farlo diventare parte integrante della natura. Allora saremo in grado di vedere l’intera natura: inanimato, vegetativo, animato e parlante come un unico organismo. Tra l’altro, questo è anche lo stesso modo di vedere della medicina cinese che tratta un essere non come un uomo a parte, ma come essere integrato nel sistema generale della natura.
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(Da Kab.TV “La Medicina del Futuro” 07.04.2013)

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“Una predizione oltraggiosa” dalla Saxo Bank

Opinione (Steen Jakobson, Chief Economist & CIO, Saxo Bank):”I fautori della politica stanno finalmente realizzando che la tensione sociale può apportare le riforme più necessarie e bisogni finanziari con virtù di riunire i votanti. Da notare che i gruppi di persone che stanno dimostrando in tutta Europa non saranno a lungo solo unioni di impiegati pubblici. Questo è già argomento di molte nazioni. Una generazione di giovani è già stata persa, con tutte le conseguenze negative previste per la produttività, l’innovazione e la pura visione della vita. […]

“SE – i politici ignoreranno questa richiesta per il “cambiamento”, allora i votanti diventeranno radicati, spostandosi agli estremi di destra e di sinistra. Noi stiamo considerando di avere una Predizione Oltraggiosa per il 2013 che include un serio revisionismo al Comunismo nell’Europa dell’Est e che passa attraverso diversi stati autocratici del Sud Europa”. […]

“In tempi di crisi le persone vanno agli estremi – e questa è ora una crisi completamente esplosa, abbiamo una crisi bancaria, economica, politica e sociale in atto. Non potrebbe realmente andare peggio, che è probabilmente una buona cosa. […] E’ questo il tempo per il cambiamento? Io dubito, ma questo è un passo nella giusta direzione e ci dà prova, ancora una volta, che per creare un mandato per il cambiamento noi abbiamo bisogno di vedere una crisi seria.”

Il mio commento: Se l’Europa non comprende l’unico suo rimedio – l’educazione integrale – non solo si vedrà divisa in diversi stati, ma persino in formazioni minori seguendo l’ego.
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Le differenze tra la Luce ed il Buio

Ci sono molte “onde” di desideri dentro di noi. Da dove arriva questa separazione in molte parti, livelli, aspetti, forme e così via? Il fatto è che la Luce, che è pura dazione, entra nel desiderio, la cui natura è la ricezione.

La Luce ed il buio sono stati collegati insieme attraverso delle opposte caratteristiche al tempo della frantumazione. Di conseguenza, tutte le Luci sono incorporate in tutti i desideri individuali e formano delle innumerevoli combinazioni. Le differenze e le sfaccettature nella comprensione, percezione e nell’analisi, l’ampio spettro di colori, suoni, gusti, e odori derivano da questo.Tutto arriva dalle varie combinazioni formatesi durante il legame tra le Luci ed i desideri.

E’ proprio grazie a questa molteplicità che scopriamo il Creatore. Altrimenti ci percepiremmo sul fondo del livello inanimato di Malchut del mondo dell’Infinito.

Questa varietà ci rende possibile di staccare strato dopo strato, di chiarire l’essenza, e di distinguere le differenze tra le possibili combinazioni delle Luci e dei vasi. Quindi, incominciamo a scoprire il Creatore in contrasto alla creatura: passiamo dall’ “esistenza dall’assenza” all’ “esistenza dall’esistenza”, “la strutturazione” del vaso e della Luce, Luce e buio. Questo è il nostro lavoro. Quindi, nella spiritualità, in ogni momento, realizziamo miliardi di correzioni, raggiungendo i più piccoli dettagli.

E’ uguale alla classificazione e alla chiarificazione della materia nel nostro universo. C’è stato un tempo in cui sembrava un compito impossibile da realizzare, ma non lo è stato. La reciproca integrazione ci permette di lavorare simultaneamente in tutte le direzioni, in modo che anche una piccola azione produca miliardi di risultati nell’intera Malchut.

Oggi, questo disegno ci è ancora tenuto nascosto, sebbene continuando, riusciremo a chiarire ed identificare molte sfumature e delle componenti più profonde. Questo sarà per noi possibile quando inizieremo a distinguere tra dazione e ricezione in ogni parte.

Sono in grado di comprendere nella sua forma spirituale solamente un desiderio corretto, come uno dei 613 desideri, nel quale il Kli è diviso. Fino alla correzione, io affronto solamente il “mostro egoistico”, il Faraone, che non può essere diviso in parti, nel quale nulla può essere chiarito. Fintanto che la Luce non è arrivata, io non sarò in grado di percepire alcun desiderio e di vedere come attivarlo per il bene della dazione al di sopra del mio ego, non sarò in grado di discernere i suoi aspetti separati. La sola cosa che percepisco nell’Egitto sono le dieci piaghe…
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2013 “Introduzione al Libro dello Zohar“)

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Uscire dalla mia pelle

Essere uno Tzadik (giusto) significa giustificare il Creatore in tutte le circostanze. Alla persona viene dato ogni stato per aiutarla a voler andare al di fuori della sua pelle in una tale misura che il buio si addensa intorno ad essa, e questo è un aiuto molto grande che il Creatore manda a chi è pronto ad essere uno Tzadik.

La persona si trova in situazioni che sono inaccettabili per il suo ego in modo che sarà pronta ad uscire da se stessa. Ci è chiaro che il mondo spirituale è al di sopra di questo mondo fisico.

Pertanto, tutto ciò che è fisico deve morire, ma non si tratta della normale morte di tutti gli esseri umani, ma piuttosto, che una persona, se stessa, sarà d’accordo che tutti i suoi valori terreni moriranno. E in tal modo, acquisisce il livello successivo: la vita spirituale.

Egli esce dal suo corpo, si libera da ogni interesse personale per ciò che gli accadrà, e va al di sopra di tutte le situazioni in cui il Creatore lo mette. Egli concorda con queste circostanze, accettandole felicemente come costruttori del suo nuovo livello spirituale, perché esse lo innalzano al di sopra delle sue condizioni fisiche, portandolo al di fuori dei limiti della sua pelle e, in particolare, gli rendono possibile chiedere l’adesione con il Creatore dall’interno dell’oscurità. L’unica inclinazione che la persona avrà è quella di dare piacere al Creatore, mentre egli, lui stesso, si trova nel buio.

In questo, egli vede la sua salvezza, la sua partenza dall’esilio. Al di fuori della sua pelle, sente la vita vera, perché lui può soddisfare il Creatore, senza alcuna considerazione di sé. Così, sconfigge le tenebre, la sofferenza, la paura, l’ansia e la vergogna che sente, che sono stati rivelati intenzionalmente per indicare a lui i suoi limiti corporei e per aiutarlo a salire al di sopra di sé.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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Un approccio maturo ai problemi

Un approccio maturo ai problemi è quando sai di poter raggiungere l’obiettivo solo superando il problema. Tu superi le sensazioni spiacevoli nel tuo desiderio di ricevere, sopra il buio, e lì chiedi la connessione con il gruppo, con il Creatore. Anche la tua preghiera è falsa, e interiormente aspetti solo che il problema vada via, che l’oscurità si dissolva almeno un po’, in modo che sarai in grado, in una certa misura, di riposare, di rilassarti e di sentirti al sicuro.

Ma mantieni te stesso e cerca una connessione e adesione con il gruppo, con i libri, e con l’insegnante. Tu sei come un bambino che vuole tenerli tra le braccia. Tu cerchi tutto il supporto che puoi ottenere, che ti permette di chiedere non che il buio si dissolva, ma piuttosto di superare il buio e pensare al Creatore, e non ai propri sentimenti. La tua preoccupazione è quella di portare il piacere a Lui e non a te stesso.

Se riesci a pensare in questo modo, allora in quella misura tu senti già la contentezza. Quando puoi desiderare di portare al Creatore un appagamento ancora maggiore attraverso il gruppo e attraverso tutti gli altri mezzi, allora senti una gioia ancora più grande. Se non riesci, allora dovresti chiederlo affinché tu possa sentire la vita nei vasi esterni, nei vasi stranieri, che significa “al di fuori della propria pelle”, dove si trova la tua anima.

I sintomi della “malattia” andranno via nel momento in cui smetterai di pensare a loro e aderirai al Creatore non a causa dei sintomi corporei. Potrai venire fuori dalla tua pelle, come se tu morissi, e aderissi al Creatore, all’anima e non al corpo. Questo si chiama vivere nella fede al di sopra della ragione, venire fuori da te stesso, la transizione tra la vita e la morte, almeno in una certa misura.

Poi a poco a poco ti unisci a questa transizione, e quindi combatti la morte. Dobbiamo almeno capire il modello di questa transizione, e poi tutto avverrà secondo lo stesso principio, nella stessa maniera.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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In Egitto e al di sopra di esso

Dagli Scritti di Rabash, il saggio, “Che cos’è “un pastore del popolo è tutto del popolo, nel lavoro“: E poi egli può capire quale sia la “Shechina nella Polvere”, dato che poi vede dove lui ha bisogno di fare qualcosa per il bene del Cielo e non per il proprio vantaggio, immediatamente il corpo si lamenta e chiede: “che cosa è questo lavoro per te”, e non vuole dargli l’energia per lavorare, questo è ciò che è chiamata “Shechina nella Polvere”, che significa cosa vuole fare per il bene della Shechina, egli assaggia la polvere in questo, e non ha la forza di superare i suoi pensieri e i suoi desideri.

In generale, noi descriviamo l’esodo dall’Egitto semplicemente: “È stato molto brutto per noi lì, e siamo fuggiti da questo male per una vita bella.” L’approccio superficiale, egoistico e infantile è questo: “Eravamo schiavi, e ora siamo liberi. “E questo è davvero corretto, per la volontà di ricevere accetta solo questa semplice spiegazione.

Ma abbiamo bisogno di capire che siamo avanzati su due livelli: all’interno della ragione e al di sopra della ragione. Ciò che viene scoperto all’interno della ragione non punta verso l’esodo dall’Egitto di tutti, piuttosto il contrario; Egitto diventa solo più forte e sempre più difficile per noi. Ed è per questo che siamo in grado di elevarci al di sopra dell’Egitto, tutto il tempo per andare a di sopra della ragione.

Questo viene chiamato l’esodo spirituale dall’Egitto e, quindi, con ogni comandamento, ossia, con ogni correzione, diciamo che è un ricordo dell’Esodo. Non è sbagliato il fatto che si dica che la persona deve personalmente sentire che ora sta lasciando l’Egitto. Nel percorso spirituale, sentiamo sempre non soltanto una differenza, ma un’opposizione tra questi due livelli: la ragione e l’andare al di sopra di essa. E noi stabiliamo la nostra realtà, la realtà dell’Essere Umano (Adam), attraverso la distanza tra loro.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 03.04.2013, Scritti del Rabash)

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L’ONU celebra la Giornata internazionale della felicità

Nelle notizie (da “Le Nazioni Unite“): “Il 20 marzo sarà celebrata in tutto il mondo la prima “Giornata Internazionale della felicità”. La giornata è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere la felicità come obiettivo universale e aspirazione nella vita delle persone di tutto il mondo.

“L’iniziativa di dichiarare il giorno della felicità arriva dal Regno del Bhutan – un paese con un grande Indice di Felicità Interna e che ritiene che lo sviluppo sostenibile dovrebbe adottare un approccio olistico verso il progresso e dare pari importanza agli aspetti non economici del benessere.

“La Giornata Internazionale della Felicità riconosce gli sforzi di altre nazioni e gruppi che lavorano per misurare la prosperità che va al di là della ricchezza materiale. Designando un giorno speciale per la felicità, le Nazioni Unite si propongono di focalizzare l’attenzione del mondo sul concetto della crescita economica che deve essere olistica, equa ed equilibrata, tale da promuovere lo sviluppo sostenibile e alleviare la povertà. …

“Inoltre, un evento speciale organizzato presso la sede delle Nazioni Unite il 19 marzo alle 06:00, segnerà questa occasione. Ci sarà una presentazione del libro audio da Sri Chinmoy, fondatore della Pace Meditazione (una preghiera buddista) presso le Nazioni Unite.

“Ban Ki-moon afferma che, ‘In questa prima Giornata Internazionale della Felicità, ci impegneremo a rafforzare il nostro impegno per lo sviluppo umano olistico e sostenibile, e rinnoveremo il nostro impegno ad aiutare gli altri. Quando diamo il nostro contributo al bene comune, noi stessi siamo arricchiti. La compassione promuove la felicità e contribuirà a costruire il futuro che vogliamo. ‘”

Il mio commento: Come tutto ciò che l’umanità ha creato, anche l’ONU è la rappresentazione del nostro egoismo…
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Il male dell’Ego ai raggi X dell’Odio

Esaminiamo l’amore rispetto all’odio che si risveglia in un uomo verso la fonte del male: se egli è capace di amare la fonte della sua sofferenza nonostante abbia delle sensazioni negative. In questo modo, egli si deve isolare dal male, dal luogo in cui egli percepisce la sofferenza, come se non fosse la sua natura.

Si tratta di un punto molto delicato. Nella natura egoistica ordinaria io odio colui che mi procura della sofferenza, la fonte del male. E’ come se delle volte confortassimo un bambino che si fa del male picchiandosi la testa contro il tavolo, dicendogli di colpire il tavolo. E’ una risposta naturale, istintiva dell’animale.

Ma il lavoro spirituale è stato previsto per la correzione dell’uomo, e tutte le correzioni sono possibili solamente se sento che qualcuno mi fa stare male e mi rendo conto che ciò che mi arriva è solamente amore e bene. Quindi, tutti i segni di sofferenza mi dovrebbero fare concentrare non sulla fonte di queste sensazioni negative ma sulla fonte del male dentro di me, nel luogo in cui percepisco questo male, sulla mia inclinazione al male. E’ qui che sento la sofferenza, i cattivi rapporti, e questo è ciò che devo staccare da me stesso, per realizzare il Masach (schermo), la restrizione, in modo che alla fine il male si trasformerà nella sua forma opposta.

E’ come se ci fosse un tavolo davanti a me con un pasto di cinque portate e ogni piatto fosse terribile, puzzasse, e sembrasse marcio. Non è che il cibo è soltanto un po’ salato o troppo piccante, ma che è proprio velenoso. Io, invece, devo correggere i miei vasi della percezione in modo da riuscire ad amare questo cibo, il che all’inizio sembrava impossibile. Nella stessa maniera, anche noi raggiungiamo l’amore in cima alla correzione dei nostri vasi nei quali sentiamo l’odio.
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(Dalla Preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 03.04.2013)

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“Uno dovrebbe sempre vendere le travi della sua casa”

Uno dovrebbe vendere sempre le travi della sua casa e mettere le scarpe ai piedi” (Shabbat, 129).

Domanda: In senso spirituale, che cosa significa “vendere le travi della sua casa”?

Risposta: “Le travi della sua casa” sono tutti i pensieri, i desideri, e tutto il mio atteggiamento verso la vita, che mi obbligano a preoccuparmi di me e mi impediscono di unirmi agli amici. Per costruire un’immagine generale, un unico sistema, devo vendere questa “casa” che mi è tanto cara.

Ma neppure questo basta. Devo comprare delle scarpe da mettere ai piedi, il che significa che ho bisogno di una forza difensiva che mi tiene nei suoi settori. Non è sufficiente annullare la mia opinione e abbassare la testa davanti al gruppo, che è chiamato “vendere le travi della sua casa.” Ho anche bisogno di ricevere le forze che mi permettono di restare attaccato agli amici al di sopra di tutti i pensieri che sono evocati in me.

Questo significa che non è sufficiente annullare me stesso, ma che ho bisogno di una forza supplementare che mi leghi al gruppo. Questo è chiamato un “patto” o “scarpe ai suoi piedi (raglan),” in modo da non “spiare” (in ebraico, meragel, ha la stessa radice della parola piedi) a beneficio del mio ego.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.04.2013, Scritti di Rabash)

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Imparare dalle scimmie

Nelle notizie (da Phys.org): “‘I cercopitechi ci mostrano che la tolleranza tra i membri del gruppo, e la pazienza nei confronti di quelli che stanno imparando  possono migliorare le cose singolarmente, possono fare molto per risolvere i problemi di coordinamento’, ha dichiarato Ronald Noë della Université de Strasburgo in Francia.

“Nello studio, i ricercatori hanno osservato dei gruppi di scimmie cercopiteco, due di loro vivono liberamente in un parco sudafricano e un altro in cattività in Francia, facendoli fare un gioco sociale senza offrire loro alcuna formazione sul gioco o sul modo di giocare. In ogni esperimento a ‘circolo chiuso’, una sola femmina di basso rango è stata addestrata ad aprire un contenitore che conteneva una grande quantità di cibo solo quando le altre scimmie dominanti rimanevano fuori dal cerchio immaginario. Se qualcuno andava a prendere il suo cibo, tutti gli altri dovevano capire le regole e mostrare abbastanza moderazione di seguito.

“E infatti, i cercopitechi hanno capito. Uno per uno, senza alcuna guida da parte degli esseri umani, le scimmie dominanti hanno imparato a controllarsi. Non appena tutti loro mostravano moderazione, la scimmia fornitrice in mezzo a loro apriva subito il cestino del cibo, risparmiando tempo prezioso a tutti.

“Sorprendentemente, le scimmie cercopiteco hanno imparato a ‘giocare’ per conto loro, in ordine di dominanza e per tentativi ed errori. Le scimmie di rango superiore hanno capito le regole più in fretta perché il loro stato permetteva loro di raggiungere per primi il distributore di cibo e di vedere la risposta del fornitore alle loro azioni. Con le regole del ‘ritorno indietro’ hanno capito, tutti gli individui dominanti guardavano pazientemente fino a quando ognuno dei loro coetanei seguiva l’esempio. Le scimmie non avevano mostrato alcuna evidenza di comunicazione o di coercizione tra di loro.

“Noë ha detto che i risultati rappresentano esempi che i cercopitechi probabilmente usano tutto il tempo, nel coordinare i movimenti per la protezione del gruppo o il loro territorio, per esempio. Il loro comportamento ci mostra che processi cognitivi superiori come la comprensione dei pensieri degli altri e il linguaggio complesso, non sono sempre necessari per risolvere i puzzle sociali complessi. ‘Queste capacità ci aiutano molto, naturalmente, e il fatto che gli esseri umani sono così spesso di fronte a tali problemi di [coordinamento] possono ben spiegare l’evoluzione del linguaggio e delle capacità cognitive superiori,’ ha detto Noë. ‘Ma l’apprendimento individuale e un po’ di pazienza mentre gli altri imparano, può fare molta differenza. ‘”

Il mio commento: Come si sarebbero comportati adulti e bambini in questa situazione? Il nostro egoismo ci rende diversi dai primati, ma ci rende ciechi! Quanta sofferenza dovremo sopportare ancora prima di accettare l’ordine della natura superiore?
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