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Voglio imparare ad amare

Commento: Gli psicologi dicono che ognuno di noi spesso cerca di obbligare gli altri a cambiare il loro comportamento o punto di vista. Lo sappiamo bene. Il capo vuole cambiare i dipendenti in mondo che lavorino di più. I dipendenti vogliono cambiare il capo in modo da renderlo più flessibile. Cambiamo mariti, mogli, amici, e così via. E ogni tentativo, quasi sempre, fallisce.

Alcuni psicologi suggeriscono inoltre, che con quattro passi è possibile cambiare quasi tutti, e il primo passo è cambiare se stessi. Il primo passo è: trasformarsi da critico in alleato.
Come possiamo trasformarci da critici in alleati? Questo consiglio può essere messo in pratica, o è un utopia? Che cosa ne pensi?

La mia risposta: Perché mai dovrei essere d’accordo con qualcuno? Mai! Allora tutti si approfitterebbero di me! Non sono d’accordo con questo.

Commento: Il secondo passo è determinare il risultato che si vuole ottenere insieme. Lo possiamo fare? Io sono contro qualcuno, ma insieme costruiamo ciò a cui vogliamo arrivare.

La mia risposta: Con questo sono d’accordo. La visione del futuro deve essere comune. Nonostante il fatto che sono contro l’altro e voglio piegarlo e cambiarlo, ciononostante, dobbiamo determinare il futuro e poi attraverso un movimento graduale verso questo futuro, possiamo già avvicinarci.

Commento: Il terzo passo: discutere insieme come risolvere il problema.
Risposta: Corretto. Irrealistico, ma corretto.

Commento: Il quarto: costruire insieme, passo dopo passo, un piano per raggiungere i risultati.

La mia risposta: Questo è molto difficile.

Commento: Difficile? Se ci troviamo in una relazione tale, allora come si suol dire, tutti hanno un proprio piano.

La mia risposta: Sì. E poi, man mano che il piano si sviluppa, vedrai che non sarai assolutamente d’accordo.

Domanda: Questo significa che l’altro distorce il piano a suo favore, tutto il tempo, e io faccio la stessa cosa?
Risposta: Naturalmente.

Domanda: Allora la domanda è: come si costruisce una relazione in modo da non cercare di cambiare l’altro? Gli psicologi dicono che si può fare in quattro passi. Tu cosa ne dici? Il mio stato naturale è di cambiare l’altro per me stesso. Come posso non farlo, questa è la garanzia di ogni guerra, di ogni litigio, di tutto?

Risposta: Basta amare l’altro. Tutto qui.

Dobbiamo considerare, ancora una volta, la prima domanda. Se capiamo che la cosa più importante nella vita è essere vicino a qualcuno che ci capisce, ci aiuta, ci ama e ci apprezza, allora dobbiamo apprezzarlo davvero e sacrificare ogni cosa per questo.

Commento: Ovvero, sacrifico praticamente tutto il mio “IO” che richiede delle condizioni per se stesso. E dico che “voglio imparare ad amare”.

La mia risposta: Sì. Voglio imparare ad amare questa persona dato che voglio stare con lei. Tutto qui. È bene se anche lui la pensa in questo modo. Allora è un sentimento davvero molto bello, reciproco, e insolito.

Domanda: Non ti stai riferendo, in effetti , solo alle coppie, ma anche potenzialmente a un dipendente, a un capo e persino a un Paese?

Risposta: Praticamente sì. Questo stato di “imparare ad amare” dovrebbe splendere al di sopra di ogni cosa.

Deve essere insegnato. Ma sfortunatamente, non esiste un’ educazione tale. Quando invecchiamo e capiamo, non abbiamo più la forza di farlo. Non funziona approcciarsi alla generazione più giovane e cercare di passargli qualcosa. Ci ignorano e noi ci proviamo ma non riusciamo ad avvicinarci. Come disse Freud “se i giovani sapessero, se l’età potesse”.

Domanda: Pensi che tutti abbiano bisogno di ricevere colpi? Non siamo semplicemente in grado di evitarli?

Risposta: Dobbiamo dimostrarlo intensamente in tutti i libri e nelle scuole. In generale, dobbiamo insegnare questo alle persone. Perdipiù, a gente di ogni età. Allora la società intera sarà riempita di questo approccio. Dobbiamo assicurarci che tutto questo sia nell’aria e allora sarà possibile amare.

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Da KabTV “Notizie con il Dr. Michael Laitman” 27/6/22

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Pensiamo tutti insieme

Gli studi dimostrano che gran parte della nuova generazione teme il futuro per via del cambiamento climatico, che sta già diventando catastrofico.  La questione più sconcertante è se abbiamo già oltrepassato la linea rossa di catastrofe ambientale oltre la quale non c’è ritorno o no?

Posso rassicurarti che non esiste una linea rossa oltre la quale sarebbe impossibile aggiustare ogni cosa.  Ma il fatto è che ci sembra che abbiamo esaurito ogni mezzo disponibile, e ora il riscaldamento globale, i buchi nell’ozono, e altri problemi climatici inevitabilmente aumenteranno.

Il problema non si trova affatto nelle nostre azioni di proteggere l’ambiente, ma nel fatto che non ci occupiamo di qualcos’altro, la forza più potente ed elevata della natura: le relazioni tra le persone.  Correggendo le relazioni tra la gente, ci consentirebbe di cambiare il clima a livello globale ed eliminare i problemi ambientali più terribili e temuti.

E’ necessario renderci conto che il pensiero umano è la forza più grande che l’umanità possa avere a sua disposizione.  E con l’aiuto del pensiero possiamo cambiare la natura.  Dobbiamo solo capire in quale direzione questo pensiero dovrebbe dirigersi, e cosa dovrebbe essere, a quale stato dovremmo ambire e chiedere che venga realizzato.

Il rimedio più efficace che possa guarire il globo è il riavvicinamento tra le persone e il pensiero globale che il nostro pianeta non si surriscaldi o si rovini come avviene oggi.  Se i bambini sono preoccupati per il futuro del pianeta, allora lasciamo che mettano i genitori sotto pressione e li incoraggino a pensarci insieme.

I giovani, di solito, prendono il problema dell’inquinamento della natura molto seriamente e dividono meticolosamente le immondizie per permettere il loro riutilizzo.  Allo stesso tempo, nulla aiuta, dato che la cosa principale è il potere del pensiero.  Pensiamo tutti insieme a come, tramite la connessione, possiamo proteggere la natura dalla distruzione.

La cosa principale è farlo insieme in modo che ci siano persone intorno a me catturate da questa preoccupazione comune, senza panico ma solo in maniera continua, in ogni momento, giorno dopo giorno, con l’intera famiglia, l’intero paese, l’intero mondo.

Quando ci uniamo in questo modo, e ci preoccupiamo per gli altri, arriviamo a uno stato puro, organico, completamente circolare e interconnesso. E allora, certamente, tutte le forze negative semplicemente scompariranno dal mondo. Se le persone iniziano a pensare in maniera gentile gli uni verso gli altri, allora il clima sul globo si stabilizzerà.  Dopotutto, il nostro pensiero è la forza più potente disponibile in natura.

Sono i nostri pensieri maligni che distruggono il pianeta oggigiorno.  E quindi, nonostante i nostri sforzi di proteggere l’ambiente, nulla aiuterà fino a quando non comprenderemo che solo correggendo le relazioni tra di noi possiamo preservare la natura e correggere le condizioni ecologiche.

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From KabTV’s “Insider Look” 6/13/22

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Cosa fare quando si è bullizzati

Commento: Oggi la parola “bullizzare” è ben conosciuta.  Si tratta di una persona sfortunata che viene bullizzata o tormentata a scuola, nelle istituzioni o su internet.

In Francia, una nuova legge multerà i colpevoli di bullismo, 45000 euro e li condannerà a tre anni di galera. Insegnanti o studenti che siano.

E se viene provato che la vittima ha saltato scuola per via delle molestie subite, la condanna sarà aumentata a otto anni.  Nel caso di tentato suicidio, o suicido commesso di conseguenza al bullismo, la multa arriverà a 150000 euro e la condanna sarà fino a dieci anni.

La legge è stata approvata dal parlamento, con la speranza che una legge così severa possa porre fine al bullismo.

La mia risposta: Quali relazioni possono esistere nelle scuole, per portare alla necessità di adoperare leggi tali? La Francia! La fonte mondiale dell’umanesimo, della libertà e della rivoluzione!

Domanda: Credi che delle misure così severe e rigide possano aiutare?

Risposta: Per non so quale motivo, in ogni parte del mondo, si pensa che la punizione, l’isolamento dalla società per molti anni, possa correggere la società, correggere la persona.  Alla fine, vogliamo che il criminale migliori e che la società possa in qualche modo correggere non solo il criminale, ma anche il difetto inflitto su di lui.

Ma non lo capisco! Tanti vengono incarcerati, per diversi anni, in ogni paese del mondo. Controlliamo le statistiche: nei paesi dove abbiamo il maggior numero di i carcerati,  abbiamo società migliori?

Al contrario. Secondo la legge biblica, non esiste il concetto di “essere in prigione”. Non si tratta di una punizione.  Facendo ciò si toglie alla persona l’opportunità di imparare e in qualche modo migliorare.  La prigione non è un sistema di correzione, nessuno esce dalla prigione riabilitato.

Domanda: Non insegnerà agli altri a non umiliare e uccidere il prossimo?  Non  insegnerà né  li correggerà?  E il denaro non aiuta?  Se si pagano multe salate, questo non aiuterà?

Risposta: forse il denaro sì, potrebbe scuotere un pochino, i suoi genitori (se stiamo parlando della scuola). Ma no, non aiuterà.

Domanda: E quindi qual è la via di uscita?

Risposta: la risposta è di educare le persone fin dalla tenera età, e persino i genitori, prima di partorire.  Bisogna educare i genitori in modo che siano in grado di crescere i propri figli.

La gente dovrebbe avere il permesso dalla società per far nascere e crescere un figlio.

Domanda: e quale tipo di autorizzazione dovrebbe ricevere la scuola?

Risposta: Nello stesso modo, tutto dovrebbe essere indirizzato all’assicurarsi che le persone che partoriamo, produciamo, ed educhiamo, crescano proprio come membri corretti della società.  Sto parlando a livello sociale, non spirituale.

Domanda: Di solito dici “nelle buone relazioni tra di noi, nell’amore tra di noi”.  E’ questa la strada verso lo spirituale?

Risposta: Sì. Anche se non lo sanno, non importa.  Non devono pensare allo spirituale.  Devono pensare alla correzione reciproca corretta.  E in questo riveleranno lo spirituale.

Domanda: Quindi la società dovrebbe esaminare se stessa e non il criminale?

Risposta: La società dovrebbe osservare se stessa.  La società deve coltivare l’atteggiamento corretto verso gli altri.  E nelle relazioni corrette, inizierà improvvisamente a scoprire, proprio in quelle relazioni, delle relazioni completamente diverse, più elevate, che chiamerà il mondo superiore.  Ed è tutto qui, nulla di più.

Oggigiorno, le persone arrivano a questo punto perché vogliono percepire il mondo superiore, e quindi, per necessità iniziano a studiare come trattare gli altri, in maniera positiva, se necessario, per poter percepire il mondo superiore, per comprendere il nostro destino.  Non è una cosa che ci piace, ma è il piano della natura, è il suo significato.  Quindi obbedisco.  Chino la testa e studio queste leggi della gentilezza, l’interazione corretta, e persino le leggi dell’amore.

Quindi, coloro che arrivano alle lezioni di Kabbalah sono gli egoisti più grandi.

Domanda: E quando avviene il loro cambiamento?

Risposta: dopo molti anni.  Stiamo preparando le loro relazioni esterne, la base interna per questo.  Ma è difficile.  Non vogliono, all’inizio, amare il prossimo.

Le persone con un ego molto basso, lasciano il percorso per intraprendere altre pratiche spirituali. Quelle orientali e così via.  Non gli interessa altro.

Ma noi siamo sull’orlo dell’illuminismo, quello vero.

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 12/6/22

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Quando lasciamo i nostri figli a qualcun altro

Da diverse settimane la polizia della città israeliana di Qiryat Shemona sta indagando su un caso di maltrattamento di minori, poiché cinque maestre d’asilo hanno maltrattato tredici bambini affidati alle loro cure. Gli abusi, documentati dalle telecamere, consistevano in maltrattamenti fisici ed emotivi, in cui gli insegnanti afferravano una mano dei bambini e li sollevavano in aria, li gettavano sui letti, coprivano le loro teste con coperte, si appoggiavano su di loro e impedivano loro di rimuovere la coperta dalla testa. Le telecamere sono state installate nell’asilo dopo che, alcuni anni fa, il governo ha imposto per legge di monitorare tutto ciò che accade negli asili, in seguito a un altro caso di violenza sui bambini.

Da parte loro, i genitori inorriditi, che hanno dovuto guardare i video registrati per confermare l’identità dei bambini, non capiscono come le donne, che sono tutte insegnanti preparate e certificate, siano diventate dei mostri nei confronti dei loro figli. Dov’era il loro istinto materno?

Ci sono due cose che dobbiamo notare qui:

1. Ho già detto in passato, e lo ribadisco in questa sede, che il numero di telecamere installate in un asilo o in una scuola non impedirà gli abusi. Quando l’ho detto per la prima volta, diversi anni fa, la gente non mi credeva; l’idea di mettere telecamere in ogni asilo sembrava ottima. Pensavano che le telecamere avrebbero frenato gli insegnanti violenti. Già allora sapevo che non sarebbe stato così, perché la natura umana è più forte di qualsiasi ammonimento e la presenza di telecamere non scoraggerà gli insegnanti violenti.

2. In nessuna cultura e in nessun popolo indigeno è accettabile lasciare i bambini nelle mani di chi li accudisce mentre la madre si assenta per ore e ore ogni giorno. I neonati vanno sempre tenuti in casa, accanto alla madre, almeno fino ai due anni di età. Questo è il modo indigeno,  il fatto che lo abbiamo abbandonato non significa che siamo più progrediti, ma che siamo fuori dalla natura. Il primo istinto materno che viene calpestato non è quello degli insegnanti, ma quello delle madri che affidano i propri figli alle loro cure.

L’idea che una madre debba tornare al lavoro poche settimane o mesi dopo aver avuto un figlio, è fondamentalmente errata. Poniamo la carriera e l’agiatezza come priorità rispetto ai bambini, quindi non dovremmo sorprenderci che i nostri figli soffrano.  Fin dagli albori dell’umanità, e in tutta la natura, le madri non si sognerebbero mai di affidare i propri figli alle cure di qualcun altro. Solo noi, grazie al progresso, abbiamo iniziato a pensare di essere più intelligenti della natura.  Ora paghiamo il prezzo per la nostra follia.  

Inoltre, dal momento che le persone stanno diventando sempre più narcisiste, sperimentando quella che diversi sociologi hanno definito “epidemia di narcisismo”, il rischio che i nostri figli vengano maltrattati è ancora più alto di prima e continuerà a crescere nel tempo. Nulla può fermare l’ego in crescita. Pertanto, nulla impedirà agli insegnanti di infliggere violenza a bambini indifesi.

Non ho nulla contro le donne che lavorano, ma credo che dovrebbero farlo da casa, almeno per i primi due anni di vita di ogni figlio.  Le donne devono essere presenti per i figli, e nessun surrogato, professionale e premuroso che sia, può sostituirle.  Le lettori potrebbero deridere il mio pensiero, considerarlo antiquato e superato; io preferisco considerarlo per ciò che è: naturale.  

Dobbiamo ripensare l’intero concetto di famiglia, genitorialità, bambini e educazione dei figli.  Dobbiamo vedere come possiamo organizzare la nostra vita in modo da non dover costantemente rincorrere carriere e orari prolungati.

Credevo che ora ci saremmo abituati a lavorare da casa, ma vedo che molte persone stanno ritornando ai loro uffici.  Non capisco perché. Chi ci guadagna? 

Penso che le donne debbano fare ciò che amano fare; devono lavorare perché amano il loro lavoro e non perché il loro sostentamento dipende da esso. Il lavoro dovrebbe dare loro soddisfazione e appagamento e renderle più felici, non più stressate e ansiose per i propri figli.

È vero, ci sono anche madri e padri che abusano dei loro figli. Questo fa parte del processo educativo a cui tutti dobbiamo sottoporci. Nel complesso, però, l’unico modo per prevenire gli abusi sui minori è lasciare i bambini sotto la tutela delle madri. Forse dovremmo rivedere il nostro modo di pensare, ma questo renderà tutti più felici, comprese le madri, e per me è l’unica cosa che conta.

Educazione. Abbiamo bisogno di ricostruire qualcosa di meglio

Gli ultimi due anni sono stati snervanti per i bambini, i genitori e l’intero sistema educativo. I ricorrenti isolamenti e chiusure non solo hanno influenzato le relazioni sociali dei bambini, ma hanno anche lasciato tutti incerti sul futuro. È chiaro che le cose non saranno come erano fino all’inizio del decennio, ma non è chiaro come saranno. In ogni caso, dato che siamo destinati a fare la spola tra connessioni fisiche e virtuali, tanto vale imparare a creare connessioni significative in entrambi gli ambiti.

La situazione attuale ci ha già spostato dalla nostra precedente visione delle connessioni, ma non ne ha ancora stabilite di nuove in noi. È ancora difficile vedere come sarà il nostro nuovo modo di connetterci, dato che non siamo macchine; ci vuole tempo per crescere in un nuovo modo di operare.

In ogni modo, la natura non guarda mai indietro, ma solo in avanti, quindi una cosa è chiara: ciò che era non tornerà mai più.

Qualsiasi forma assumeremo,  saremo non solo connessi in nuovi modi, ma anche in maniera più positiva di prima.  L’evoluzione della natura avanza sempre verso l’aumento della complessità e dell’integrazione.  Tutto sta diventando più interdipendente, non meno,  questo è vero anche per l’intera umanità.

Eppure, mentre ogni altra specie accetta ciò che la natura detta, senza porsi domande, gli umani sono disconnessi dalla natura e hanno il loro libero arbitrio. La natura ci costringe ancora ad andare per la sua strada, ma ci ha anche dato la nostra volontà, che cresce nella direzione opposta: mentre la natura ci spinge all’incorporazione, noi cerchiamo la separazione. È per questo che gli animali accettano ciò che la natura dà loro e si adattano, mentre noi soffriamo e resistiamo, ma senza successo.

La sofferenza che proviamo è un chiaro svantaggio rispetto al resto del mondo animale, ma gli esseri umani hanno un vantaggio che nessun altro essere vivente ha: invece di essere costretti alla connessione, possiamo pensarci, confrontarla con la separazione e infine sceglierla.  Anche se non abbiamo scelta se non quella di scegliere, alla fine, la connessione, poiché questo è il corso di tutta la creazione, sceglierlo di nostra volontà significa che comprendiamo la logica che c’è dietro, il “pensiero della creazione”, se volete.

Non c’è paragone tra il piacere e la profondità che proviamo quando scegliamo di fare qualcosa rispetto al farlo istintivamente. Questo è il nostro unico vantaggio, il privilegio degli esseri umani sopra ogni altro essere. 

Tutti i colpi che abbiamo subito dall’inizio dei tempi ci hanno portato ad evolverci da cacciatori-raccoglitori a clan, città, paesi, imperi e infine a un villaggio globale. La crescente incorporazione avviene sempre contro la nostra volontà e al costo di innumerevoli vite e sofferenze indescrivibili, ma non è necessario che sia così.  Se capiamo dove stiamo andando e cosa siamo destinati ad acquisire alla fine della strada, possiamo andarci di nostra volontà e aiutarci a vicenda a trascendere la nostra individualità per formare un’umanità consapevole e unita.

I nostri sistemi educativi dovrebbero concentrarsi sull’instillare in noi questa consapevolezza. Questa educazione dovrebbe essere rivolta a tutte le età, nazioni e culture. Se la nostra priorità diventa l’unione, inizieremo a vedere le differenze tra noi come diversità ben accette e le nostre diverse prospettive come un arricchimento della nostra conoscenza. Se non vogliamo più soffrire, ma goderci la strada che stiamo percorrendo, dobbiamo ricostruire il nostro sistema educativo in sincronia con l’intera natura. verso la connessione, la coesione e l’integrazione. 

Che cosa cambia la scala dei valori?

Commento: Il mio scopo, come persona, è rivelare un livello di esistenza totalmente diverso, non ciò che attualmente vedo. Devo esistere nel mio corpo animale e servirlo, ma farlo come mezzo per ottenere qualcosa di più elevato.

Un’educazione tale, in principio, cambia l’intero approccio alla vita. Ovvero, la mia vita diventa solo un mezzo per ottenere un obiettivo superiore.

La mia risposta: Questo approccio cambia l’intera scala dei valori. Se ho un obiettivo superiore e posso realizzarlo, oggi, ora, immediatamente, allora certamente il mio atteggiamento verso la vita cambia, vedo tutto come un mezzo per realizzare questo obiettivo.

Ora misuro ciò che esiste intorno a me solo secondo questo obiettivo: dovrei occuparmene o no, ne ho bisogno o no? Se trattassimo la nostra vita in questo modo, prenderemmo solo il minimo necessario da essa.

Prendo le cose necessarie per me e indirizzo ogni altra mia risorsa, la mia forza, e le aspirazioni, solo all’ottenimento della meta, poiché posso ottenere l’eternità e la perfezione, oggi.

Allo stesso tempo, non devo morire fisicamente. Devo solo sviluppare un organo sensoriale dentro di me, per portarmi alla rivelazione del mondo superiore, che la Kabbalah fornisce.

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Da KabTV “Close-up. Generation” 24/08/09

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Quando la violenza non è un crimine

C’è un fenomeno in continuo aumento tra i colpevoli di reati sessuali: si filmano mentre commettono il crimine e lo postano sui social. Nel 2017, i criminologi Sveinung Sandberg e Thomas Ugelvik hanno pubblicato un documento attraverso la Oxford University Press nel quale hanno scritto: “A prima vista, un criminale che registra i propri crimini sembra una cosa illogica e controproducente da fare. Dopo tutto, quando i criminali usano le loro macchine fotografiche, possono inavvertitamente contribuire alla loro stessa cattura e condanna. … Eppure, le sentenze dei tribunali superiori, di pubblica consultazione, suggeriscono che, nonostante l’apparente mancanza di logica, sta diventando sempre più comune”.

Da allora, il fenomeno è peggiorato. Cercando di capirne le cause, Sandberg e Ugelvik scrivono: “Quando i delinquenti prendono la macchina fotografica, è una scelta socialmente e culturalmente radicata. In breve … questi reati devono essere compresi nel contesto di (1) una sessualizzazione e pornografia della società, (2) una nuova cultura dell’umiliazione online e (3) un contesto culturale fermo allo scatto istantaneo di foto, alimentato [sic] dalle nuove tecnologie”.

Queste ragioni possono incentivare i criminali a documentare i crimini sessuali, ma c’è una ragione più profonda e perniciosa per farlo: I criminali non considerano questi atti come crimini. Non vedono nulla di sbagliato in quello che fanno.

Peggio ancora, credo che anche la vecchia generazione non consideri i crimini sessuali in modo così spaventoso come vorrebbe far credere. Per lo più l’atteggiamento è: “Succede, sono ragazzi: cosa si può fare?” Certo, nessuno lo dice, ma questa è la tendenza di fondo.

Per questo motivo, credo che il problema non sia degli aggressori, ma nostro. Quando il sistema educativo si concentra interamente sulla conservazione delle informazioni e non dedica alcun tempo alla costruzione di sane relazioni sociali, la situazione attuale è l’unico risultato possibile.

Dobbiamo ripensare il modo in cui guardiamo all’educazione. Dobbiamo mettere le relazioni umane, la capacità di essere costruttivi e positivi nella società, in cima alla scala. Non abbiamo ancora visto il peggio. Se non diamo importanza al problema, peggiorerà fino al punto in cui non oseremo più mettere piede fuori casa.  

La natura umana sta distruggendo ogni briciolo di bene che è rimasto su questo pianeta, e noi ci preoccupiamo di tutto e di più, tranne che della nostra stessa natura. Anche se ci fosse qualche beneficio nell’affrontare le questioni ambientali, il nostro ego non ci permetterebbe di attuare alcuna soluzione, se questa richiedesse il più piccolo cambiamento spiacevole nel nostro comportamento narcisistico. Questo, infatti, è esattamente ciò che sta succedendo oggi.

Non è l’inquinamento atmosferico che ci avvelena, non sono gli oppioidi che ci uccidono, non è la SARS-COV-2 che ci fa ammalare e non è la fame che ci affama. È ciò che sta dietro a tutti loro, ciò che genera tutte queste avversità. Il nostro unico nemico è la nostra natura maligna,  l’unico modo per correggerla è imparare la responsabilità reciproca, la cura reciproca per ogni singola persona del pianeta.

Abbiamo affrontato ogni problema uno alla volta,  nessuno di essi è stato risolto, nemmeno uno.  Alcuni problemi si sono attenuati, ma per poi tornare, o torneranno a breve, con più violenza.

È ora di affrontare la causa principale di tutti questi problemi, il nostro ego, e risolverli una volta per tutte. Finché non ammetteremo a noi stessi che siamo i nostri peggiori nemici, che siamo noi la causa di tutti i problemi che poi cerchiamo di combattere, non saremo guariti. Se capiremo dove si trova il problema e accetteremo di lavorare insieme, avremo una possibilità di lottare per il successo.

Imparare a interagire correttamente

Domanda: C’è un numero che si chiama Dunbar, che rappresenta il numero delle connessioni sociali che una persona conserva nella propria testa.

Un antropologo inglese, Robin Dunbar, ha determinato che in ogni situazione, 150 è il numero delle persone che interagiscono in una sola volta.

I neurofisiologi ci dicono che se ci mancano connessioni sociali, cominciamo a farne delle artificiali.

Perché ad una persona serve questo network sociale nella testa?

Risposta: Il motivo per il quale noi siamo creati come esseri sociali che devono interagire fra di loro, è per creare un certo campo di comunicazioni, tra di noi, e al di sopra di noi. Questo è quello che ci rende umani; altrimenti saremmo animali. Dopotutto, non c’è un livello umano in natura. Ci sono solo tre livelli: inanimato, vegetativo e animale, e umano è qualcosa al di sopra della natura.

Quindi, noi vogliamo salire a questo livello, così possiamo avere un inizio. Ma per creare questo livello, è prima necessario imparare come interagire fra di noi correttamente. Non abbiamo ancora questo all’interno della nostra società. E’ a malapena cercare di alzarsi al di sopra del livello animato, al livello dell’Uomo. Quindi questi inizi sono ben accetti.

 

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From KabTV’s “Kabbalah Express” 12/6/21

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Gestire la rabbia nella maniera corretta

Domanda: In Israele siamo irascibili, e questo causa conflitti di desideri e intensifica la rabbia.  Qual è il modo giusto di gestire la rabbia?

Risposta: Questo avviene per mancanza di educazione.  Le persone semplicemente non hanno pazienza e non riescono a controllarsi.  Sono viziati poiché lasciamo che i nostri figli facciano ciò che vogliono, cosa che sarebbe proibita.

Dobbiamo insegnare ed educare i nostri figli come gestire diverse difficoltà nella vita, fin dalla tenera età.

Domanda: Vogliamo educare la nostra gioventù a rispondere correttamente alla rabbia.  Che cosa dovremmo insegnare loro?

Risposta:  Dobbiamo insegnargli come fermare la rabbia.

Domanda: E’ meglio fuggire, piuttosto che rispondere alla persona che ho davanti?

Risposta: Certo che è meglio, ma sappiamo quanto sia difficile.

Domande: molti consulenti di coppia affermano che è importante saper litigare. Come si fa a litigare correttamente?

Risposta: E’ corretto.  Non esiste un avvicinamento, o pace, senza liti, ma queste due cose devono essere collegate. Dobbiamo imparare come essere d’esempio l’uno verso l’altro.

Io posso essere un esempio sforzandomi ad andare al di sopra di me stesso, e anche se sono arrabbiato, mi relaziono all’altro con amore.  “L’amore coprirà ogni crimine”.

Domanda: E’ possibile relazionarci al nostro compagno con amore quando litighiamo?

Risposta: si tratta di abitudine.

Domanda: Da dove arriva l’amore quando siamo arrabbiati e ci odiamo?

Risposta: E’ semplice, copriamo la rabbia e il furore con amore, ma l’amore è dentro e quindi è una questione di equilibrio tra i due.

Più riesco a giocare con ogni elemento, e più devo costantemente giocarci. Non devo totalmente identificarmi con la sensazione di rabbia oppure amore, ma solo lasciare che le due sensazioni operino in me in modo da poter controllare queste due sensazioni insieme.

 

From KabTV’s “Conversation with Journalists” 12/12/21

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TEMPI DURI DI FRONTE

I periodi di transizione sono sempre soggetti a problemi. Stiamo vivendo uno dei periodi di transizione più instabili nella storia dell’umanità, poiché stiamo passando da una mentalità egocentrica a una più olistica, dove siamo interdipendenti, interconnessi e nelle nostre azioni consideriamo il benessere degli altri. Purtroppo, mentre siamo in questo passaggio, i nostri ego ribelli ci stanno portando a estremi sempre più pericolosi che mettono a rischio noi e l’intera società. Prima diventiamo consapevoli di essere in un cambiamento, maggiori sono le possibilità di attraversare la transizione in modo pacifico e veloce.

Allo scopo di riconoscere che siamo in un passaggio, che siamo troppo interconnessi per potere ignorare i bisogni degli altri, dobbiamo creare sistemi educativi che ci portino alla consapevolezza di ciò. Quindi, la più grande sfida dell’umanità in questo momento è l’educazione. 

Idealmente, i capi mondiali avrebbero dovuto essere i leaders della transizione. Sono in una posizione naturale per cominciare e dirigere il processo. Purtroppo, i responsabili di oggi hanno un cuore di pietra tale che semplicemente non potranno sentire queste idee. Non è che io mi sia arreso, perché non l’ho fatto, ma dobbiamo riconoscere a che punto siamo. Allo stesso tempo, so che dobbiamo continuare. 

Siamo tutti esseri che cercano il piacere; questa è la nostra natura. Pertanto, non cambieremo il nostro modo di vivere a meno che non soffriamo nel presente, o che qualche grande ricompensa ci chiami e noi siamo sicuri di riceverla. Capiamo solo due cose: piacere o dolore.

Ecco perché l’umanità cambierà: o perché sta soffrendo nello stato di egoismo assoluto o perché vede una ricompensa garantita nello stato di responsabilità reciproca e di cura degli altri. In questo momento, la gente preferisce aspettare che più dolore la convinca a passare a un’attitudine più partecipativa.

Ecco perché l’educazione è così importante. Se l’umanità è convinta che tutti i colpi che subiamo sono il risultato del nostro egoismo, vorrà liberarsene. Se crediamo che l’ego possa ancora darci dei benefici, che nient’altro può, rimarremo con il nostro ego fino a quando il dolore non ci convincerà a lasciarlo.

Didascalia della foto:
Le guardie lavorano tra i materiali bruciati dall’incendio Dixie. L’incendio Dixie ha bruciato 963.309 acri lasciando dietro di sé distruzione e sterpaglia. (Foto di Ty O’Neil / SOPA Images/Sipa USA)