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Il fattore principale dell’educazione

Domanda: Quando ero un bambino, dall’età di sei anni fino ai sedici, i miei genitori mi portavano allo stadio per correre cinque chilometri. Ogni fine settimana andavamo in montagna e correvamo per 24 chilometri. Dopodiché, ho sviluppato un odio profondo per lo sport.

Quando si dà a un bambino un’educazione che lo aiuterà in futuro, come si può essere sicuri che non si spaventi e non scappi da essa?

Risposta: L’educazione deve avvenire sotto l’influenza dell’ambiente. I genitori sono, ovviamente, buoni. Ma in linea di principio, in qualsiasi società, un bambino non viene educato dai genitori. Viene educato dall’ambiente, dalla comunità, da una grande famiglia, come un gregge.

Già nel grembo materno, il bambino viene educato. Poi nasce e cresce accanto alla madre, vicino al suo seno, dopo si allontana un pò e la sua educazione avviene sotto l’influenza della società.

Questo significa che prima abbiamo lo sviluppo animale interiore, poi, dopo la nascita, quello esteriore, preparatorio, il periodo dell’allattamento. Fino all’età di tre anni, il bambino non è socialmente sviluppato, ma a partire dall’età di tre anni, la società entra a far parte della sua educazione.

Qui, non ci deve essere traccia dell’influenza dei genitori. È l’influenza della società che mostra a un individuo ciò che è importante, che l’interazione con la società stessa è importante e anche l’integrazione con essa.

Questa è la corretta educazione, soprattutto nella nostra epoca in cui stiamo entrando nel periodo di una società globale integrale, che si sta ancora formando, e che in un modo o nell’altro si realizzerà. Quindi, più insegniamo al bambino l’arte della comunicazione e dell’integrazione con la società, meglio è per lui. Sarà poi la società a dirgli se deve correre allo stadio.

Ma solo insieme con gli altri. Così sarà più semplice, più facile, più interessante e attraente per lui. Lo farà con piacere, e non sotto la pressione dei suoi genitori.

Vedi le impressioni che hai! Se lo avessi fatto con i tuoi coetanei, forse ti saresti impegnato dieci volte di più, saresti stato ispirato, come con tutti i giochi dell’infanzia.

 

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Da KabTV’s “Ho ricevuto una chiamata. L’influenza della società”. 30/4/11

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Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Quali sono le citazioni degne di nota sull’istruzione?

” Educa un bambino secondo il suo modo di  essere”.  [Proverbi 22:6]

C’è anche una citazione degna di nota di Adolphe Ferrière, insegnante e pubblicista svizzero, che spiega come non riusciamo a seguire questo principio, vale a dire:

“E crearono la scuola come il diavolo aveva ordinato.

Il bambino ama la natura,  fu quindi chiuso  tra quattro mura.

Non può stare seduto senza muoversi, quindi fu costretto all’immobilità.

Gli piace lavorare con le mani, e si cominciò a insegnargli teorie e idee.

Ama parlare, gli fu detto rimanere in silenzio.

Cerca di capire, gli fu ordinato di imparare a memoria.

Vorrebbe esplorare e cercare da solo la conoscenza, ma gli fu data in versione già pronta.

E allora i bambini impararono ciò che non avrebbero mai imparato in altre condizioni. Impararono a mentire e a fingere”.

Questa citazione risale all’inizio del secolo scorso, ma è tuttora valida. Evidenzia come i bambini abbiano per natura la capacità di essere come uccelli liberi, ma noi li mettiamo in gabbia.

Perché? È semplicemente più facile e più chiaro per noi costringere i bambini a rimanere all’interno delle nostre mura. E così facendo, li priviamo del libero sviluppo della loro anima, della loro mente e del loro cuore, interrompendo anche il loro sviluppo corporeo.

Il principio “insegnare al bambino secondo il suo modo di essere” significa che i bambini devono essere educati in modo da potersi sviluppare liberamente. In pratica, significa che devono ascoltare gli adulti, ma gli adulti devono adattarsi ad essere il più possibile interessanti e coinvolgenti per i bambini. Inoltre, i bambini hanno bisogno di trascorrere molto tempo all’aria aperta con i loro amici e di stare contemporaneamente con i loro amici e i loro insegnanti. Dovrebbero cioè dedicarsi a diverse attività che prevedono la creazione, l’invenzione e la riparazione di oggetti insieme, nonché a un dialogo continuo con i loro coetanei e con gli adulti, in cui devono confrontarsi su determinati argomenti e giungere a delle conclusioni.

Questo approccio favorisce lo sviluppo dei bambini seguendo il naturale svolgimento delle loro attività. Li libera e dà loro la libertà di pensare e di elaborare nuove idee. Non abbiamo ancora trovato un sistema educativo in grado di sviluppare i bambini al massimo delle loro potenzialità in tal modo. Invece, li impacchettiamo in gabbie che limitano il loro pensiero e il loro sviluppo ottimale.

Per migliorare l’istruzione in modo da “insegnare al bambino secondo il suo modo di essere”, abbiamo bisogno di insegnanti diversi, o più precisamente, gli stessi insegnanti devono inizialmente sottoporsi a un corso di formazione differente per diversi anni, e solo allora saranno effettivamente idonei a occuparsi dei bambini. A quel punto inizieremo a vedere risultati completamente diversi da quelli attuali.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Un bellissimo gesto di amicizia

Commento: Ho letto delle storie molto commoventi che mi hanno portato a pormi delle domande importanti. Una ragazza scrive su Facebook: “Ho tredici anni. Sei mesi fa, ho iniziato a perdere i capelli e ora li ho persi tutti. Mi sono rifiutata di andare a scuola poiché ero sicura che tutti mi avrebbero deriso. Ma 12 dei miei amici sono venuti a trovarmi con la testa totalmente rasata. Lo hanno fatto per solidarietà nei miei confronti. Tre di loro erano ragazze. Sono scoppiata a piangere. L’ho scritto su Facebook. Nei commenti mi è stato detto che non lo hanno fatto dal cuore, sanno che i loro capelli ricresceranno, ma i miei no, che volevano soltanto diventare famose, e così via.  Ma non voglio ascoltarli”, scrive la ragazza. “Sono ancora i miei migliori amici, per sempre!”.

La mia risposta: Certamente!

Domanda: Dimmi, per favore, anche se questo è stato fatto come ha scritto la gente, con un’intenzione tale, di che tipo di azione si tratta?

Risposta: È un gesto elevato. È compassione, empatia, e significa molto.

La compassione è una forza molto potente. Di conseguenza, mostreranno a tutti gli altri ragazzi come comportarsi, che tipo di relazioni dovrebbero esistere. E penso che presto smetteranno di dare importanza all’aspetto fisico.

Domanda: Pensi che questo sia un passo in questa direzione?

Risposta: Sì. O forse, al contrario, molte persone a scuola si taglieranno i capelli per solidarietà.

Domanda: Nella comprensione spirituale, che cos’è la compassione?

Risposta: Nella comprensione spirituale, la compassione è la vita nell’altro.

Domanda: È un tentativo di vivere nell’altro, quello che osserviamo in questi ragazzi?

Risposta: Sì, è spirituale. Questo è un passo che si avvicina alla spiritualità.

Domanda: E vivere in un altro vuol dire che mi dissolvo in lui o lo prendo in me? Posso dire questo, o non è importante?

Risposta: È nell’altro. Voglio entrare in lui, voglio esistere in lui, in tutti i suoi problemi.

 

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 12/15/22

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Il contenuto si basa su conversazioni pronunciate dal Rav Dr. Michael Laitman ed è stato scritto e curato dai suoi studenti.

La musica può essere utile in ambito educativo?

Esistono numerosi esempi di come la musica e le canzoni vengano impiegate nell’istruzione per consentire agli studenti di assorbire più facilmente le nozioni. Inoltre, imparando varie materie attraverso la musica, gli studenti stessi imparano come insegnare agli altri, alla generazione successiva e così via. Se gli studenti cantano insieme durante il loro apprendimento, aggiungono anche una componente di legame comune e di adattamento al loro percorso formativo.

Tuttavia, più che utilizzare la musica per migliorare l’apprendimento all’interno degli attuali contesti educativi, abbiamo bisogno di un tipo di educazione diversa, in cui gli studenti comprendano la necessità di connettersi positivamente.

In altre parole, poiché il nostro mondo diventa sempre più connesso, è necessario che i nostri metodi educativi pongano nuovamente l’accento sulla necessità di una connessione positiva. Il primo insegnamento che gli studenti dovrebbero trarre è che senza una connessione positiva nella società, nei gruppi e nelle varie interazioni, nulla li aiuterà nella vita.

Un approccio tale ignora il fulcro dell’approccio educativo attuale, basato principalmente sull’apprendimento, lo sviluppo e il successo individuale.  Sviluppare se stessi in una competizione individuale contro l’altro è un approccio educativo datato che non è più adatto al nostro mondo globalmente interconnesso e interdipendente. Tutti gli apprendimenti, gli sviluppi e i risultati dovrebbero essere conseguiti dopo aver posto l’accento sulla necessità di creare connessioni positive.

Il mondo ha quindi bisogno di nuovi tipi di educatori che sappiano come entrare nel cuore degli studenti e generare un’atmosfera di buona connessione. Ciò richiede anche che gli stessi educatori coltivino un legame positivo tra loro. In effetti, una visione di questo tipo è lontana dai nostri attuali quadri educativi e sembra impossibile formare gli insegnanti in questo modo oggi. Forse sarebbe possibile raggiungere una sorta di accordo in cui gli insegnanti stabiliscano prima una connessione positiva tra di loro nelle sale insegnanti e poi, dallo stato di buona connessione che hanno raggiunto, trasmettano questa atmosfera nelle loro classi. Sicuramente, allora, cominceremmo a vedere risultati migliori in tutti i settori: prima in un’atmosfera sociale più armoniosa di gentilezza e attenzione, poi nell’assistenza reciproca e nel desiderio di imparare meglio.

C’è un lungo cammino da percorrere per preparare nuovi educatori, e quindi un nuovo sistema educativo, basati sulla necessità di connettersi positivamente a tutta la società. Lungo il percorso, gli insegnanti dovrebbero avere un interesse sia materiale che ideologico per queste idee. In altre parole, dovrebbero ricevere uno stipendio soddisfacente per il loro lavoro educativo, ma anche imparare i molti aspetti della connessione umana positiva mentre la esercitano tra i loro colleghi educatori.

Il modo ideale di imparare le lingue

Domanda: Quando un bambino sta imparando a parlare come si costruiscono le connessioni della percezione del linguaggio? E perché la lingua madre è così profondamente radicata che anche se sta imparando una lingua straniera  egli conserva ancora un certo accento?

Risposta: Il linguaggio è un programma nel quale la sensazione interna di comprensione viene associata alla sua espressione verbale. I contatti tra la sensazione interiore e l’espressione verbale sono un immenso programma di associazioni e di immagini. Si forma dentro di noi, protetta tra le immagini e i loro concetti semantici, la loro espressione attraverso la mimica facciale e l’intera sensazione, poiché quando un individuo parla, egli riproduce questa immagine dentro di sé.  Tutto questo si costruisce in noi nei primi due anni di vita circa.

Penso che se iniziassimo a insegnare ai nostri bambini alcune lingue fino all’età di due anni, queste lingue diventerebbero la loro lingua madre. Un uomo passerebbe da un programma all’altro nello stesso modo in cui un computer ha Word, Excel, e altri programmi.

Quando un individuo diventa più adulto, questo avviene in un modo più artificiale, cioè esiste un linguaggio interno e anche una traduzione esterna. Sebbene possa essere molto facile e molto trasferibile, non è  già una lingua madre. Perciò non si può fare nulla qui.

Ci sono uomini che hanno un legame così forte con la loro lingua madre  che non sono in grado di padroneggiare liberamente un’altra lingua. Se vivessi, per esempio, in un ambiente inglese, sicuramente cambierei,  altrimenti è molto difficile.

Comunque, ci sono individui per i quali è molto facile. In genere si tratta di donne di 16-17 anni o anche più giovani. Catturano le lingue in modo assoluto e chiaro perché sono sintonizzate per capire i bambini, per parlare con loro. La loro risposta all’adattamento è più elevata di quella degli uomini.

 

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Da KabTV’s “ I got a call. The perfect way to learn languages”9/11/13

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L’educazione come antidoto alla fame

La settimana scorsa, l’ONU, e diverse organizzazioni collegate, hanno segnato due date significative: la Giornata mondiale dell’alimentazione e la Giornata mondiale del rifiuto della povertà. Organizzazioni internazionali per i poveri e gli affamati esistono almeno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma né la povertà né la fame sono state eradicate. Semmai sono aumentate. Cosa stiamo sbagliando e possiamo cambiare questa triste realtà?

Il problema non è la mancanza di cibo: ce n’è in abbondanza. In realtà, gran parte del cibo prodotto viene buttato via e inquina l’acqua e il suolo, invece di sfamare bocche affamate. Quindi la gente ha fame non per mancanza di cibo, ma perché non c’è interesse ad aiutarla a procurarselo.

L’atteggiamento prevalente è quello del narcisismo. Ci preoccupiamo solo di noi stessi e sospettiamo delle intenzioni degli altri nei nostri confronti. Se abbiamo dei fondi in eccesso, li usiamo per costruire muri e recinzioni, non per aiutare gli altri. Questo è il modo in cui ci comportiamo nel mondo come individui e come nazioni.

Per quietare la nostra coscienza, creiamo organizzazioni che si occupano dei poveri e degli affamati. Le finanziamo generosamente e nominiamo funzionari e burocrati che si occupino del problema.

Ma se i nostri cuori fossero con i poveri, non li lasceremmo nelle mani dei burocrati, proprio come non lasceremmo l’educazione dei nostri figli  nelle mani degli assistenti sociali. Faremmo in modo che le persone a cui teniamo ricevano ciò di cui hanno bisogno.

Poiché non ci interessa, nominiamo persone insensibili che presentano piani per affrontare la povertà e la fame dilaganti e proclamano giornate speciali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. Non fanno nulla per risolvere i problemi reali, ma si limitano a giustificare i loro stipendi gonfiati attraverso presentazioni professionali e discorsi verbosi che glorificano i loro (inesistenti) risultati.

Se volessero davvero risolvere il problema che finanzia il loro sfarzoso stile di vita, ci sarebbero molti modi per farlo. Tuttavia, il modo più sicuro per sottrarre le persone alla povertà è l’educazione.

In primo luogo, esistono tecnologie che possono aumentare la resa dei terreni di diverse volte grazie a sofisticati sistemi di irrigazione, ambienti controllati e altri mezzi. È necessario insegnare agli agricoltori come utilizzare queste tecnologie e fornire loro i mezzi per acquisirle. Questo passo, da solo, sottrarrebbe innumerevoli persone alla fame e alla povertà.

Inoltre, penso che le organizzazioni per eradicare la povertà e la fame dovrebbero usare i loro budget per acquistare terreni dove coltivare cibo da destinare ai poveri e usare parte dei terreni per insegnare ai contadini locali un’agricoltura più efficiente.

Inoltre, questi centri per l’agricoltura e l’istruzione dovrebbero essere utilizzati per fornire educazione generale. È risaputo che le persone istruite hanno più opportunità nella vita, sono generalmente più agiate e possono provvedere a se stesse e alle loro famiglie meglio delle persone non istruite. Pertanto, come mezzo per eradicare la povertà e la fame, questi centri dovrebbero anche fornire conoscenze generiche  e educazione.

Inoltre, l’educazione non dovrebbe servire solo a evitare la povertà. La povertà non è una questione personale, ma sociale. Pertanto, le persone che studiano in questi centri educativi dovrebbero imparare anche la solidarietà, la responsabilità reciproca, l’interdipendenza nel mondo di oggi e altri argomenti che li aiuterebbero ad affermarsi come elementi positivi in un mondo connesso.

In questo modo, possiamo creare una trasformazione agraria che diventerà una trasformazione sociale e culturale in grado di liberare le persone non solo dalla morsa della povertà e della fame, ma di integrarle nella società globale del XXI secolo come individui fiduciosi e positivi. A loro volta, queste persone aiuteranno altri a uscire dalla povertà e il processo acquisterà slancio.

Didascalia foto:
Partecipanti presenti nella tenda delle popolazioni indigene, seduti accanto al fuoco durante la discussione sui sistemi alimentari delle popolazioni indigene nel secondo giorno del II Forum mondiale sull’alimentazione organizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura nella sede della FAO a Roma, Italia, il 18 ottobre 2022. Il Forum Mondiale dell’Alimentazione è una nuova iniziativa che si concentra sulla sicurezza alimentare globale, il cui tema principale di quest’anno è: “Diete sane. Pianeta sano”. (Foto di Dominika Zarzycka/Sipa USA)

 

Il caso in questione

Negli ultimi 20 – 30 anni, sono avvenuti cambiamenti sorprendenti nel mondo. Oggi, attraverso internet e la televisione, è possibile andare ovunque. Tempo fa non era possibile.

Una volta, un libro che pubblicavo veniva comprato da un massimo di 1000 persone e non c’era modo di spedirlo in un altro paese o di farlo conoscere ai lettori. Parlare in televisione era semplicemente un sogno.

Oggi, attraverso internet, puoi arrivare in quasi ogni posto del mondo. Tutto dipende da quanto sei rilevante, se attiri le persone, e quanto le persone hanno bisogno di te. Ma in generale, tutto è cambiato. Ne consegue che tutto è nelle tue mani, inizia semplicemente a lavorare. È questo che stiamo cercando di fare.

Se prendiamo una normale, ordinaria, città media, con una popolazione da 200.000 a 300.000 abitanti nel centro del paese dove ogni livello della società ha un carattere, un impiego, un reddito, uno stile di vita e una cultura completamente opposti, e dimostriamo con il suo esempio cos’è possibile fare con l’aiuto dell’educazione integrale, allora tra un anno o due, o tre, vedrete ciò che succede.

Secondo i dati statistici, possiamo controllare quanto migliorerà il servizio sanitario, ci saranno meno malati, meno problemi famigliari, meno infortuni sul lavoro, incidenti stradali, furti, omicidi e tradimenti.  Il livello di protezione della popolazione, il rendimento scolastico ecc. aumenteranno. Allora le persone inizieranno ad accettare questo metodo e ci daranno l’opportunità di agire.

 

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From KabTV’s “I Got a Call. Integral Education System” 5/11/13

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Come affrontare il nemico principale

Commento: Gli psicologi dicono che l’aggressività è quella parte di noi di cui non riusciamo a liberarci.

La mia risposta: Sì. Non c’è modo di farlo.

Commento: Dicono che le sue origini risalgono al passato animalesco degli uomini.

La risposta: Nell’egoismo.

Domanda: Gli psicologi dicono che l’aggressività deriva dal desiderio di sopravvivenza degli esseri viventi, animali e umani. Questo significa che l’aggressività appare dove c’è fame, paura o guerra?

Risposta: In generale appare in ogni momento della vita. Questa è la base dell’essere umano. Ogni momento della mia vita devo superare qualcosa.

Domanda: L’aggressività puo’ essere indirizzata verso scopi pacifici? Tutti conoscono gli scopi non pacifici. Però quelli pacifici?

Risposta: Verso scopi pacifici significa andare contro noi stessi.

Domanda: Quindi l’aggressività attualmente è diretta da me stesso verso l’esterno? Sta dicendo che questo vettore deve essere rivolto verso me stesso?

Risposta: Lentamente, poco a poco, devo in qualche modo rivolgerla verso me stesso.

Domanda: Quindi l’aggressività esiste, così che io la possa lentamente portare verso me stesso?

Risposta: Sì.

Domanda: Contro cosa devo portare l’aggressività dentro di me? Cosa dovrei attaccare in me?

Risposta: Il fatto che io voglia attaccare gli altri è insito in me.

Ma se voglio rivolgerlo contro me stesso, allora è una vera lotta con me stesso, una lotta in cui si costruisce la qualità di dazione, la qualità di connessione con gli altri.

Domanda: Questo vuol dire che attacco proprio questo mio “Io”? Il mio “Io” che afferma se stesso?

Risposta: il tuo “Io” è l’odio verso gli altri, il desiderio di dominare gli altri. Se lo cambi con il desiderio opposto, se realizzi che è impossibile rimanere in questa qualità, allora riceverai invece la qualità di dazione e amore, una qualità spirituale.

Domanda: Quindi, l’aggressività verso me stesso è una cosa buona? Dalla cattiva aggressività verso gli altri passo a quella per me stesso, e questo è un bene. È questo il motivo per il quale esiste?

Risposta: Sì. Allora comincerai a trattare te stesso come un nemico. E questa è una cosa buona.

Commento: L’umanità dovrebbe provarci ardentemente.

La risposta: Ci proverà duramente perché non avrà scelta. Ci sarà una sofferenza troppo grande per non fare altrimenti.

Domanda: Ci sono solo nemici intorno all’umanità, tutti sentono che ci sono solo nemici. Ma lei sta dicendo che i nemici sono dentro di noi. Questa formula mi è chiara ormai. Ma può entrare nella mente e nel cuore di una persona?

Risposta: Se tu lo capisci, lo capiranno anche gli altri.

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 6/30/22

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L’umanità è già passata attraverso varie formazioni sociali nel processo del suo sviluppo: capitalismo, socialismo ecc.

Deve ancora arrivare allo stato del mondo moderno in cui è chiaro a tutti che è necessaria una forma di società più sviluppata, ma non è chiaro in che direzione avanzare e come.

Ci siamo fermati ad un punto in cui, nonostante  tutti i progressi tecnologici, non siamo in grado di vivere meglio perché le nostre relazioni egoistiche avvelenano tutta la nostra vita.  Abbiamo raggiunto la linea rossa in cui sta diventando ovvio che la forma attuale di comunicazione interpersonale all’interno della società non corrisponde affatto all’alto livello di tecnologia, cultura ed educazione.

Quindi, la pressione interna alla società stessa sta crescendo e richiede un cambiamento.  Vediamo che ogni Paese del mondo, a vari livelli, ha un bisogno urgente di cambiare le relazioni tra le persone perché contraddicono la nostra forma di vita, la comunicazione e lo stadio di sviluppo tecnologico.

Bisogna capire che il prossimo cambiamento non avverrà attraverso la guerra; la guerra non aiuterà. Lo abbiamo già visto con l’esempio dell’ultima guerra. È necessario cambiare le persone, non una struttura esterna che le circonda. Se non cambiamo la persona stessa non avremo alcuna speranza di pace o di una vita felice.

Se una persona rimane egoista, riuscirà a lavorare soltanto sotto costrizione. Quindi, l’unica via d’uscita è dare a ogni persona un senso di connessione con lo scopo della società e un senso di appartenenza in modo che si senta una parte inseparabile del proprio Paese e del suo popolo.

Una persona dovrebbe ricevere un senso di realizzazione interiore e spirituale dal proprio lavoro, vale a dire una soddisfazione dalla sua connessione con tutti e dal fatto che riceve una ricompensa dall’alto e non una ricompensa materiale nel suo egoismo. Sentirà che questo lo avvicina al Bore e lo riempie spiritualmente.

Questo è possibile solo attraverso una corretta educazione. È questo il problema principale nel mondo. Tutti dovranno sedersi alle loro scrivanie e tornare a studiare, non solo ascoltare l’insegnante, ma implementare praticamente questa scienza della connessione tra di loro.

 

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Dalla 2° parte di Daily Kabbalah Lesson 9/18/22, “Connettere il mondo nell’ Ultima Generazione”

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Commento: Gli psicologi dicono che ognuno di noi spesso cerca di obbligare gli altri a cambiare il loro comportamento o punto di vista. Lo sappiamo bene. Il capo vuole cambiare i dipendenti in mondo che lavorino di più. I dipendenti vogliono cambiare il capo in modo da renderlo più flessibile. Cambiamo mariti, mogli, amici, e così via. E ogni tentativo, quasi sempre, fallisce.

Alcuni psicologi suggeriscono inoltre, che con quattro passi è possibile cambiare quasi tutti, e il primo passo è cambiare se stessi. Il primo passo è: trasformarsi da critico in alleato.
Come possiamo trasformarci da critici in alleati? Questo consiglio può essere messo in pratica, o è un utopia? Che cosa ne pensi?

La mia risposta: Perché mai dovrei essere d’accordo con qualcuno? Mai! Allora tutti si approfitterebbero di me! Non sono d’accordo con questo.

Commento: Il secondo passo è determinare il risultato che si vuole ottenere insieme. Lo possiamo fare? Io sono contro qualcuno, ma insieme costruiamo ciò a cui vogliamo arrivare.

La mia risposta: Con questo sono d’accordo. La visione del futuro deve essere comune. Nonostante il fatto che sono contro l’altro e voglio piegarlo e cambiarlo, ciononostante, dobbiamo determinare il futuro e poi attraverso un movimento graduale verso questo futuro, possiamo già avvicinarci.

Commento: Il terzo passo: discutere insieme come risolvere il problema.
Risposta: Corretto. Irrealistico, ma corretto.

Commento: Il quarto: costruire insieme, passo dopo passo, un piano per raggiungere i risultati.

La mia risposta: Questo è molto difficile.

Commento: Difficile? Se ci troviamo in una relazione tale, allora come si suol dire, tutti hanno un proprio piano.

La mia risposta: Sì. E poi, man mano che il piano si sviluppa, vedrai che non sarai assolutamente d’accordo.

Domanda: Questo significa che l’altro distorce il piano a suo favore, tutto il tempo, e io faccio la stessa cosa?
Risposta: Naturalmente.

Domanda: Allora la domanda è: come si costruisce una relazione in modo da non cercare di cambiare l’altro? Gli psicologi dicono che si può fare in quattro passi. Tu cosa ne dici? Il mio stato naturale è di cambiare l’altro per me stesso. Come posso non farlo, questa è la garanzia di ogni guerra, di ogni litigio, di tutto?

Risposta: Basta amare l’altro. Tutto qui.

Dobbiamo considerare, ancora una volta, la prima domanda. Se capiamo che la cosa più importante nella vita è essere vicino a qualcuno che ci capisce, ci aiuta, ci ama e ci apprezza, allora dobbiamo apprezzarlo davvero e sacrificare ogni cosa per questo.

Commento: Ovvero, sacrifico praticamente tutto il mio “IO” che richiede delle condizioni per se stesso. E dico che “voglio imparare ad amare”.

La mia risposta: Sì. Voglio imparare ad amare questa persona dato che voglio stare con lei. Tutto qui. È bene se anche lui la pensa in questo modo. Allora è un sentimento davvero molto bello, reciproco, e insolito.

Domanda: Non ti stai riferendo, in effetti , solo alle coppie, ma anche potenzialmente a un dipendente, a un capo e persino a un Paese?

Risposta: Praticamente sì. Questo stato di “imparare ad amare” dovrebbe splendere al di sopra di ogni cosa.

Deve essere insegnato. Ma sfortunatamente, non esiste un’ educazione tale. Quando invecchiamo e capiamo, non abbiamo più la forza di farlo. Non funziona approcciarsi alla generazione più giovane e cercare di passargli qualcosa. Ci ignorano e noi ci proviamo ma non riusciamo ad avvicinarci. Come disse Freud “se i giovani sapessero, se l’età potesse”.

Domanda: Pensi che tutti abbiano bisogno di ricevere colpi? Non siamo semplicemente in grado di evitarli?

Risposta: Dobbiamo dimostrarlo intensamente in tutti i libri e nelle scuole. In generale, dobbiamo insegnare questo alle persone. Perdipiù, a gente di ogni età. Allora la società intera sarà riempita di questo approccio. Dobbiamo assicurarci che tutto questo sia nell’aria e allora sarà possibile amare.

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Da KabTV “Notizie con il Dr. Michael Laitman” 27/6/22

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