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La Sofferenza e la Depressione sono una conseguenza del karma negativo di una vita passata?

Nella saggezza della Kabbalah, parliamo delle Reshimot, che sono archivi del passato o informazioni sulle azioni passate che sono impresse nella nostra anima. Le Reshimot ci mettono sotto pressione e determinano il nostro presente e il nostro futuro.

Tuttavia, il nostro comportamento può modificare l’influenza di questi archivi del passato, facendo in modo che vengano percepiti positivamente nel presente.

Dipende tutto da noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

La depressione arriva presto

Il centro di ricerca Our World in Data, con sede a Oxford, ha recentemente pubblicato un studio da cui emerge che in molti Paesi “la depressione viene diagnosticata in età precoce rispetto al recente passato”. Lo studio ha rilevato che in Danimarca, ad esempio, nel 1996 la percentuale più alta di persone a cui veniva diagnosticata la depressione aveva un’età di circa cinquant’anni. Vent’anni dopo, nel 2016, la percentuale più alta di persone a cui veniva diagnosticata la depressione era di ventiquattro anni. Mentre il centro di ricerca ha attribuito la diagnosi di età più giovane alla crescente disponibilità a “cercare un trattamento per le condizioni di salute mentale”, altri ricercatori hanno trovato ragioni diverse per il calo di età nella diagnosi. 

In effetti, stiamo vivendo in tempi speciali. In passato, le persone erano più legate alla terra, al suolo. Oggi tutto è artificiale. Nasciamo e viviamo dentro le mura degli ospedali, poi dentro le mura di casa, poi le mura di scuola, e poi le mura dell’azienda.  Di conseguenza, siamo diversi dalle generazioni precedenti, e il nostro approccio verso la vita è anch’esso diverso.

Per prevenire la depressione è necessario investire costantemente con il giusto approccio, poiché le persone non sono più adattate a una vita naturale. L’investimento non è di tipo finanziario. Dobbiamo piuttosto costruire un involucro che funga da mediatore tra la nuova generazione e la realtà in cui essa vive. Tale involucro dovrebbe preparare le persone alla vita a tutti i livelli, personale, sociale e ambientale. Devono imparare a comunicare e a connettersi tra loro e con la natura. Altrimenti si perderanno, come sta già accadendo.

In passato le persone vivevano più all’’aria aperta di quanto non facciano oggi. Comunicavano con altri individui e gran parte della loro vita prevedeva l’interazione con gli altri. Oggi fanno tutto online e al chiuso, l’esterno e le altre persone sono sconosciuti.  Dobbiamo farli familiarizzare con il mondo esterno, far sì che passino meno tempo da soli e con i loro telefoni o computer portatili e che comunichino invece con gli altri membri della famiglia, con gli amici, con gli amici veri, con quelli in carne e ossa e con gli animali.

I progressi tecnologici degli ultimi decenni ci hanno avvolto di gadget e ci hanno disconnesso dalle persone. Anche il nostro cibo non è vero cibo e non lo produciamo, ma lo riscaldiamo solo in un microonde digitale.

Non dobbiamo rinunciare alla tecnologia; occorre semplicemente aiutare le persone a bilanciare le loro vite. Il fattore chiave per ristabilire l’equilibrio è la connessione umana, costruttiva, positiva e solidale. Se le persone scoprono che i legami con gli altri le gratificano in un modo che la tecnologia non è in grado di offrire, li alimenteranno.

Oggi le persone sentono soprattutto che i loro legami con gli altri sono competitivi, ognuno cerca di superare gli altri, di fare meglio di loro e in generale di superarli. Questo è molto faticoso, quindi le persone si rivolgono naturalmente a un ambiente meno competitivo e aggressivo: quello digitale. Se le persone avessero esperienze positive nelle relazioni con gli altri, se sentissero che gli altri le approvano, le apprezzano e accolgono la loro compagnia, non avrebbero motivo di ritirarsi in un ambiente virtuale.

Inoltre, i legami con le altre persone possono dare loro ciò che nessuna tecnologia può dare: un senso alla vita. La vita diventa importante e significativa solo nella connessione con gli altri.  La dazione e ricezione reciproca danno significato e scopo a ogni cosa che facciamo. Quando facciamo qualcosa per un’altra persona, questa rimane. L’atto assume una vita propria, un nuovo significato, e influisce sulla nostra vita e su quella delle altre persone coinvolte in modi che non possiamo prevedere. Quando facciamo qualcosa online, con noi stessi, il nostro atto si perde nella nuvola digitale e ci fa sentire vuoti e insignificanti.

Pertanto, se vogliamo curare la depressione, dobbiamo trovare il modo di incoraggiare le persone a uscire, a comunicare e a entrare in contatto con altre persone. Questo darà loro gioia, soddisfazione e un senso, e il senso della vita previene la depressione.

Vivere o non vivere, questo è il problema

“Essere, o non essere, questo è il problema”, meditava il principe Amleto nella cosiddetta “scena del convento” dell’opera teatrale di William Shakespeare Amleto. Ogni anno, in tutto il mondo, circa 800.000 persone rispondono negativamente a questo quesito e si tolgono la vita. Peggio ancora, il suicidio è una delle principali cause di morte tra i giovani. Perché le persone, soprattutto i giovani, si tolgono la vita? È possibile rafforzare il loro desiderio di vivere?

Gli autori del Talmud hanno scritto: “Per due anni e mezzo, la Casa di Shammai e la Casa di Hillel hanno discusso. Da una parte dicevano: “È meglio che l’uomo non nasca affatto”, e dall’altra parte dicevano: “È meglio per l’uomo nascere piuttosto che non nascere affatto”. Essi conclusero: “È meglio per l’uomo non nascere, ma una volta nato occorre che ponga attenzione alle sue azioni» (Eruvin 13b). In effetti, se un alieno dovesse atterrare sulla Terra ed osservarci, probabilmente direbbe: “Questi patetici umani litigano, si ridicolizzano e si umiliano a vicenda e fanno tutto il possibile per rovinarsi la vita a vicenda. Non c’è da stupirsi che siano così depressi. Perché la natura ha creato esseri tanto miserabili?”

Il suicidio è la conseguenza estrema di una serie di problemi che affliggono le persone al punto da decidere di farla finita. Ma ancora prima che questi problemi diventino troppo difficili da gestire, ci spingono ad interrogarci sul senso della vita. Dopotutto, se la vita consiste solo nel cercare di sopravvivere tra un problema e l’altro, allora è davvero meglio non nascere affatto.

Il fatto è che quando iniziamo a fare domande sulla vita, o come hanno scritto i saggi, “poniamo attenzione alle nostre azioni”, iniziamo a crescere. Il dolore porta a uno sviluppo spirituale che ci eleva a regni che non avremmo mai sognato esistessero e non li avremmo cercati se non fossimo stati costretti dal dolore.

La chiave per questi nuovi regni sta nel promuovere connessioni positive tra le persone, nell’uscire dalla mentalità di alienazione e narcisismo che abbiamo nutrito così devotamente fino ad ora, per scoprire che quando simpatizziamo con gli altri, guadagniamo piuttosto che perdere.. Acquisiamo nuove prospettive e nuove idee, nuova saggezza e conoscenza e nuovi amici. Cambiando il nostro atteggiamento verso gli altri, cambiamo il nostro mondo.

Inoltre, scegliendo con chi legare, modelliamo e rimodelliamo il nostro mondo con ogni nuova conoscenza. In questo modo, nessun mondo è troppo duro per viverci, poiché possiamo sempre cambiare le persone con cui ci connettiamo e, così facendo, cambiamo il nostro mondo. Inoltre, non c’è fine alle intuizioni e alla conoscenza che possiamo acquisire poiché ci saranno sempre più connessioni di quante ne possiamo stabilire nel corso della nostra vita.

E soprattutto, quando ci connettiamo con altre persone, ci sintonizziamo con la realtà circostante, che è già connessa e avrebbe funzionato in perfetta armonia se noi umani non l’avessimo interrotta. Più sviluppiamo connessioni positive, che mirano a sostenere e nutrire piuttosto che deprimersi e opprimersi a vicenda, più espandiamo la nostra percezione della realtà. Scopriamo che la realtà che abbiamo conosciuto fino ad ora era solo un “corridoio” verso una percezione più profonda ed espansiva.

Se vogliamo che le persone non si tolgano la vita, dobbiamo dare loro una ragione per vivere. Quando le persone capiranno a cosa serve la vita, avranno uno scopo per affrontarne le prove e le tribolazioni. Come scrisse Nietzsche, “Chi ha un perché per cui vivere può sopportare quasi ogni come”.

Pertanto, il nostro compito oggi è rimodellare le nostre connessioni per rimodellare il nostro mondo. Il mondo riflette il nostro atteggiamento verso gli altri. Se trasformiamo insieme il nostro atteggiamento verso gli altri da offensivo e aggressivo a premuroso e altruista, anche la vita di tutti noi cambierà, passando da una battaglia persa ad un viaggio tranquillo e piacevole. Dipende davvero da noi.

Un problema sistemico di depressione richiede una soluzione sistemica

La depressione è una condizione che è andata via via crescendo nel mondo industrializzato nel corso degli ultimi decenni, ma con la pandemia il problema è aumentato a dismisura, come i tassi di mortalità per abuso di sostanze, i suicidi e l’uso delle armi da fuoco. L’ansia è diventata un problema importante ma non sempre è possibile rivolgersi a medici specialisti, sia per l’elevato costo dei trattamenti o magari per la difficoltà di raggiungere personale specializzato oppure per entrambe queste circostanze. Una tale condizione richiede uno sforzo sistemico e concertato. Possiamo salvare molte vite e migliorare le condizioni di tantissime altre attraverso l’uso dei mass media per diffondere messaggi di conforto e dare consigli a persone in difficoltà.

Ovunque nel mondo le persone stanno sollevando domande critiche riguardo allo scopo delle loro vite. La loro incapacità di rispondere a tali domande, li lascia con un senso di inutilità e se non si ha uno scopo nella vita, si pensa che la vita sia senza scopo. Questa è la causa del desiderio di evasione espresso in una miriade di modi, dalla pratica degli sport estremi al fondamentalismo religioso, passando per l’abuso di sostanze fino al suicidio.

Per gli esseri umani, azioni come mangiare, bere, dormire ed accoppiarsi, non sono intrinseche al concetto di vivere. Esistere vuol dire vivere appieno il motivo per cui siamo stati messi al mondo. Se non conosciamo il motivo per cui siamo stati messi qui, non sentiamo di essere vivi, né che la nostra vita abbia valore e questo può portare a conseguenze orribili.

Se solo poche persone si trovassero in questa condizione, si potrebbero rivolgere a professionisti in grado di lenire il loro dolore fino a quando non trovano lo scopo nella vita. Ma quando sono in molti a vivere questa angoscia, il sistema viene travolto e sopraffatto e bisogna quindi cercare un nuovo approccio.  I media di ogni ordine e grado dovrebbero diffondere messaggi che possano aiutare a risolvere questa situazione, piuttosto che riempire le nostre teste di messaggi che ci inducono a fare shopping ed a svuotare i nostri portafogli e, cosa ancora più importante, a svuotare i nostri cuori.

Non è impossibile: la questione risiede nella risolutezza dei governi e nella comprensione da parte dei media che la situazione potrà presto sfuggire di mano. In uno stato di emergenza bisogna agire di conseguenza e noi sicuramente stiamo per varcare quella soglia.

Ci sono molti modi in cui i media possono alleviare la crescente infelicità della gente, ma tra tutti, il più efficace sarebbe quello di invertire la tendenza attuale,  cioè di montare le persone le une contro le altre e incoraggiarle invece ad avvicinarsi. Innumerevoli studi hanno dimostrato come la solidarietà e la coesione nella società aiutano a mitigare o anche a rallentare sia tante patologie che altrettanti problemi socioeconomici. Dunque se i media riservassero un “trattamento collettivo” pubblicando contenuti che incoraggiano le persone ad avvicinarsi, si risolverebbero molti problemi esistenziali.

Si dice che “un dolore condiviso è un dolore dimezzato”. Questo è molto vero. Connettersi agli altri e condividere è un modo sicuro per unire i nostri cuori e guarire dalle malattie. Più lavoriamo sulla nostra solidarietà, più velocemente riusciremo a dipanare le tante questioni di natura sociale ed emotiva.

Didascalia della foto:
Compresse di Hydrocodone a base di oppioidi in una farmacia di Portsmouth, Ohio, 21 giugno 2017. REUTERS/Bryan Woolston

L’impatto dei media su di noi, una storia deprimente.

Un’ampia indagine sulla depressione pubblicata dal centro di ricerca dell’Università di Oxford “Our World in Data” mostra che la depressione è una condizione molto complicata.  Secondo i redattori  del sondaggio “le persone affette dalla depressione manifestano sintomi diversi, con diversi livelli di gravità, in diversi momenti della loro vita, con episodi che durano diversi periodi di tempo”. Peggio ancora, anche le persone non diagnosticate come depresse soffrono sintomi di depressione. E ancora peggio, il sondaggio ha trovato che la depressione è una condizione ombrello che contiene sottotipi e che in generale, sono più le persone che soffrono di depressione, o manifestano sintomi, che non le persone che non ne soffrono. 

Sebbene il sondaggio sia importante in quanto illustra la pervasività della depressione, non risponde, e nemmeno tenta di rispondere alla domanda più importante: Perché esiste la depressione?

Più ci sviluppiamo di generazione in generazione, più conosciamo il mondo in cui viviamo e le pressioni che esso esercita su di noi. Di conseguenza diventiamo depressi.  Da parte loro, i media, che avrebbero potuto ritrarre un’immagine equilibrata del mondo, scelgono invece di esacerbare la nostra depressione enfatizzando il negativo e l’angosciante nel mondo.  Sfruttando la nostra debolezza e vulnerabilità, essi non fanno altro che aumentare la nostra depressione. 

Le brutte notizie che i notiziari presentano costantemente non sono le uniche notizie che meritano di  essere trasmesse. Inoltre, se tutto ciò che presentano è malizia, violenza e frode, senza offrire alcuna soluzione a questi disturbi sociali, che speranza lasciano agli spettatori? Ci stanno educando a odiare, a diffidare e a isolarci dagli altri. C’è da meravigliarsi se in un tale stato siamo depressi?

I media, attraverso tutti i loro canali, sono il principale educatore dell’umanità.  Ci formano e modellano come vogliono mostrando  o nascondendo ciò che scelgono, secondo i loro interessi. Pertanto, ciò che sta accadendo oggi nell’umanità è prima di tutto un risultato diretto delle azioni dei media.

Non dobbiamo illuderci. Le notizie che riceviamo, le storie che leggiamo e guardiamo, e le informazioni che circolano nei nostri telefoni e computer sono tutte monitorate e manipolate per farci sentire infelici e impotenti.  In questo modo, i media stringono la loro presa su di noi e questo è ciò che realmente vogliono. 

Quando siamo depressi, compriamo più cose per compensare il nostro sconforto. Quando siamo depressi, prendiamo farmaci, droghe e facciamo cose per alleviare la tristezza. Queste azioni che compiamo portano loro molto denaro, molto potere e ci rendono dipendenti da loro, che è quello che vogliono.

Le persone possono essere felici soltanto quando hanno speranza. Se sanno che domani sarà meglio di oggi, che i loro figli avranno una vita migliore, più facile, più ricca, più sana della loro, allora hanno motivi di ottimismo e di gioia.

Sfortunatamente, i media riflettono la nostra natura, la nostra inclinazione egoistica, come è scritto “L’inclinazione del cuore di un uomo è malvagia fin dalla sua giovinezza” (Gen. 8:21) “. Finché saremo malvagi interiormente, non creeremo canali di comunicazione che ci diano speranza.

Dato che siamo marci interiormente, dato che vogliamo il potere, il denaro e tutte le cose per le quali incolpiamo i media, allora anche se li distruggessimo e costruissimo invece nuovi canali di comunicazione, essi finirebbero per essere uguali a quelli che abbiamo oggi. Alla fine, non è colpa loro se sono così; riflettono solo il nostro essere interiore.

Per cambiare veramente i media, dobbiamo cambiare noi stessi. Dobbiamo creare canali educativi alternativi che creino speranza incoraggiando la cura e la responsabilità reciproca, e che rafforzino le nostre comunità.

Se promuoviamo la coesione e la solidarietà all’interno delle nostre comunità e città, saremo in grado di compensare l’influenza negativa dei media e cambiare noi stessi dall’interno. Se cambiamo noi, i media non avranno altra scelta che seguirne l’esempio. Dopo tutto, essi dipendono dalle nostre opinioni non meno di quanto noi siamo influenzati dai loro messaggi. Se i messaggi che siamo disposti ad accogliere sono positivi, questi sono i messaggi che ci mostreranno, queste sono le notizie che riceveremo sui nostri dispositivi, e come risultato, tutta la realtà cambierà in meglio.

La saggezza della Kabbalah può salvare le persone dalla depressione?

Domanda: Il potere della Luce che è insita nella saggezza della Kabbalah può salvarmi dalla depressione?

Risposta: Se la tua depressione ha una causa fisiologica, dovuta ad una mancanza di sostanze chimiche nel cervello, allora hai bisogno di aggiungere queste sostanze chimiche. Oggi questo è un fenomeno molto diffuso.

Ma se la depressione deriva da uno squilibrio interiore, allora sono sicuro che verrà riempito dalla saggezza della Kabbalah. Una persona si muove verso un nuovo sistema di equilibrio. Comincia a bilanciare i sistemi positivo e negativo.

Ha bisogno di un proprio equilibrio che la supporti e di un insegnante che le spieghi come è possibile raggiungere il proprio mix tra caratteristiche positive e negative. Sta a lei ascoltare l’insegnante e provare ad implementare le sue raccomandazioni.

Il metodo della Kabbalah eleva una persona al di sopra di tutti i problemi. Ma la saggezza della Kabbalah mette in evidenza che i problemi esisteranno comunque, e problemi nuovi cominceranno ad apparire così che la persona potrà bilanciarli attraverso la giusta linea.

Domanda: Ne consegue che questo problema è fondamentalmente psicologico?

Risposta: Tutti i problemi sono psicologici. Se una persona riceve costantemente per se stessa, allora, di principio, è limitata e non può provare piacere.

Domanda: La saggezza della Kabbalah offre una nuova forma di piacere, che è quello di dare. Se io costantemente penso agli altri e dono, sarò felice allora?

Risposta: Lo stato di piacere che deriva dal donare deve essere ancora raggiunto. Ma se tu hai questa grande opportunità allora la tua felicità sarà veramente illimitata, puoi donare tanto quanto vuoi e allo stesso tempo provare piacere. In questo caso, la percezione della felicità stessa è corretta, perché tutto avviene come una madre che vuole dare tutto al suo bambino.

Se la persona è nel gruppo giusto, allora attraverso il dare reciproco gli uni verso gli altri, non solo tutti cominceranno a sentire la felicità e l’ascesa spirituale, ma scopriranno che il Creatore è fra loro.

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Dalla Lezione di Kabbalah in lingua russa del 17/12/2017

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L’incubo Farmaceutico Americano

Dr. Michael LaitmanDalle Ultime Notizie (Dal sito Fine del Sogno Americano): “Secondo il New York Times, più di 30 milioni di Americani stanno al momento assumendo antidepressivi. Gli americani rappresentano circa il 5% della popolazione del mondo, ma comprano circa il 50% delle medicine.

“Il tasso relativo all’uso degli antidepressivi tra le donne di mezza età è molto più alto che non nella popolazione considerata nella sua interezza. A questo punto, 1 donna ogni 4 tra i 40 e i 50 anni sta assumendo antidepressivi.

“Gli Americani consumano circa l’impressionante quantità dell’80% degli antidolorifici.

“E’ difficile da credere ma i dottori negli Stati Uniti fanno 259 prescrizioni di antidolorifici ogni anno. Gli antidolorifici che vengono prescritti sono tra i medicamenti legali che danno maggior dipendenza e i nostri dottori stanno permettendo a milioni e milioni di Americani di trovarsi dipendenti da medicine di cui non possono sbarazzarsi,

“Un’indagine compiuta per l’Istituto Nazionale per l’Abuso di Farmaci ha trovato che più del 15% dei ragazzi che stanno per fare la maturità abusa di farmaci soggetti a prescrizione medica.

“La quantità di soldi per l’industria farmaceutica è astronomica. E’ stato registrato che gli Americani hanno speso più di 280 miliardi di dollari con farmaci soggetti a prescrizione durante il 2013.”

Il mio commento: Sino a che le medicine saranno comprate con i soldi il loro consumo aumenterà e verrà insegnato agli Americani ad usarli.
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Salendo sopra il vuoto spalancato

Dr. Michael LaitmanLa depressione è uno dei problemi dell’umanità moderna; si presentava alla fine del secolo diciassettesimo – diciottesimo in forme caratteristiche dell’aristocrazia del giorno. Le persone che hanno condotto una vita di inattività, non sapevano che cosa fare con loro stessi, di che cosa occuparsi. Sulla base di questo, hanno cominciato in segreto ad innalzare la domanda sul significato della vita; da un lato, tutto sembrava essere li, e dall’altro lato, non c’era nulla.

Per distrarre la gente da questi pensieri e smorzare il crescente vuoto, la società ha cominciato a incoraggiare i romanzi, il sesso, e piccole guerre. Poi è cominciato lo sviluppo di tecnologie varie, sport, viaggi, e il perseguimento della moda è diventato popolare. Tutto era focalizzato sul tenere una persona occupata, dandogli un senso di soddisfazione invece di concentrarsi sulla vera risposta alla domanda “Perché sono qui?”

In parallelo, la carta stampata, radio e televisione, e presto Internet si era sviluppato, il quale ha ulteriormente riempito il tempo libero e tutte le risorse di una persona. Internet è pieno di una vasta gamma di informazioni che bloccano il vuoto che nasce dentro di noi.

Però malgrado questo, non importa dove un uomo è impegnato, vi è sempre un maggiore senso di consapevolezza interna d’inutilità. La domanda del significato della vita rosicchia inconsciamente qualsiasi persona, sia essa più o meno istruita. Questo buco del verme (wormhole) è dentro di lui, e ha bisogno di fare qualcosa con esso.

Questo desiderio da parte delle masse ha causato un livello significante di depressione, e allo scopo di affrontare questo, alle masse hanno offerto sedativi e altre droghe ricreative. Sotto la bandiera di lotta per un’umanità sana, agenzie sanitarie governative vietano il fumo, ma invece stanno lentamente uccidendo le persone con le droghe ricreative.

Il sottoprodotto di ignorare la verità e non concentrarsi sul trovare la risposta giusta ha portato a tutto ciò che viene permesso. L’umanità non è limitata a qualsiasi tipo di comportamento, cioè sessualmente o relativo alle droghe. Soddisfare te stesso con qualsiasi cosa, solo così la depressione non si fa sentire. Questo approccio ha portato alle masse di essere anche disposti a uccidere tutti e tutto, incluso se stesso, dato che non si ha più paura di nulla.

Cercare il significato della vita è più difficile perché al fine di trovarlo una persona, deve superare se stesso. Una persona non può innalzarsi sopra se stesso salvo il caso, per la volontà del destino che lui trovi la saggezza della Kabbalah. Anche se è un percorso lungo, almeno uno vede qualche tipo di prospettiva non tramite i sentimenti ma attraverso la logica.

Si scopre che la depressione è un problema per tutta l’umanità. L’umanità prima si muove in avanti sotto l’influenza di Internet e lo sviluppo complessivo, sempre più persone sentiranno l’insignificanza della vita, le sue limitazioni, e il breve termine.

Inconsciamente abbiamo la sensazione che un potenziale molto maggiore è insito nella nostra vita rispetto a quello in esistenza ora. Per una persona che non è stato creato per vivere come un animale, significa essere occupato in se stesso, la propria prole, e l’organizzazione della vita propria fino alla tomba. Una persona ha qualche embrione interno che richiede la propria auto-realizzazione e realizzazione. Da un lato, c’è questo embrione in ogni persona, e dall’altro, questo embrione può essere soppresso.

Oggi, l’industria più importante del mondo è l’industria dell’intrattenimento, la quale prende enorme quantità di soldi, risorse, ecc. Anche se questo settore ha già sperimentato un contrattempo e non siamo più soddisfatti da Hollywood e da altri luoghi di intrattenimento di massa.

Una persona è diventata impaziente nella ricerca del significato della vita. Una persona non può guardare una clip video online che dura più di cinque minuti. Un anno dopo questo tempo si sarà accorciato di un minuto, e poi un altro minuto. Una domanda lo rode “Troverò qualcosa qui? Se no, non voglio neanche guadarlo.” Dopo tutto, la visualizzazione di clip lunghi aumenta solo il vuoto, quindi è meglio non guardarli.

Il problema è quando una persona apre un libro o si impegna in alcuni affari, lui ha paura di fermare tale attività a causa di una maggiore divulgazione del vuoto, banalità, inutilità, e mancanza di risposta a questa domanda che sta rosicchiando; quindi, egli cerca di prevenire ciò. Pertanto, la gente diminuisce le discussioni in internet e i colloqui sul telefono cellulare, limitandosi a frasi brevi come “Ci vedremo domani! Più tardi!” come se volesse lasciare qualcosa per il futuro. E che cosa avranno dal domani? Lo stesso vuoto che esiste oggi, ma sembra meglio rompere nel bel mezzo la conversazione, come se ci fosse qualcosa di cui parlare dopo.

Una persona deve sentire che c’è un futuro! E non c’è futuro! In qualche modo oggi possiamo ancora vederlo. Forse sembra spettrale e nebbioso, possiamo ancora raccontare bugie a noi stessi su di esso. Però giorno dopo giorno questo sentimento passa, e nelle mani dell’ umanità, non c’è nulla che può tamponare questo vuoto.

Non importa quale, questo vuoto rimane e diventa più spalancato, nero, e torvo. Allora, la generazione più giovane silenziosamente parte da questa vita, poiché è più facile dimenticare tutto sotto l’effetto di stupefacenti e partire silenziosamente piuttosto che portarsi quest’oscurità internamente.

Siamo di fronte ad un problema enorme e manchiamo del desiderio e la capacità di risolverlo. Solo la Kabbalah dà una risposta a questo problema. Tuttavia, finché la gente non diventa completamente delusa, non ci dà ascolto. Dobbiamo essere pronti a presentargli la saggezza Kabbalistica in modo che possa capire. Deve diventare chiaro che solo noi abbiamo la risposta, e la risposta è la sola per raggiungere l’esistenza infinita, eterna, perfetta, la quale non è concentrata nel nostro corpo, ma fra noi, nel senso del nostro “Io”.

Il mio corpo, la sostanza animale, muore dopo qualche tempo; tuttavia, l’essere umano in me è per sempre. Allora ho bisogno di separare l’“Io” da quel che considero me stesso, tirarlo fuori, isolarlo dal mio corpo e cominciare a sollevarlo, nutrirlo, e plasmarlo. Questo è l’essere umano in me che devo realizzare.

Domanda: Se una persona è su questa strada, svanirà la sua depressione?

Risposta: Si, ma altri problemi inizieranno a comparire certamente perché una persona deve sviluppare se stesso. Comunque, tutti finiranno per staccarsi dal loro livello animale. Dopo, innalzandosi al di sopra del corpo, le persone rimarranno lì per l’eternità e in perfezione. La Saggezza della Kabbalah fornisce una risposta reale che si realizza da noi stessi nel nostro mondo e dentro di noi. Qui non dipendiamo da nessuno e nessuno può limitarci! Questo è il nostro libero arbitrio. Per realizzare questo non abbiamo bisogno di attrezzi speciali; tutto è nelle nostre mani.
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Da Kab.TV “Racconti Brevi” 23.10.2014

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Un’umanità depressa

Dr. Michael LaitmanDalle notizie (Dal The Richest): “La Depressione è una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Ovviamente possiamo sentirci male o giù a volte, ma quando qualcuno è affetto dalla depressione, non finisce mai ed a volte è una battaglia che consuma completamente[…]

“Anche se le depressione non fa preferenze tra le persone, sembra che ci sia una qualche stratificazione demografica per cui alcuni sono più depressi di altri. Indipendentemente dal fatto che i fattori siano l’economia, la cultura, il background, vale la pena esaminare come mai alcuni paesi hanno tassi più altri di depressione rispetto ad altri[…]

“ Secondo il United Census Bureau ed il Center for Disease Control and Prevention, circa il 5.4% della popolazione del mondo ha a che fare con una forma di depressione.

10. Italia – 3.8%. E’ interessante osservare nel dettaglio gli aspetti sociologici della depressione in Italia. Secondo un’indagine a livello nazionale, il 75% dei soggetti ritiene che chi soffre di una malattia mentale dovrebbe evitare di parlarne. Gli Italiani non sono esenti da queste malattie, il 4% ammette di poterne soffrire. Riguardo alle cause della depressione, queste variano secondo le dinamiche personali (per es. morte, divorzio, scuola, denaro) ed inoltre la condizione politica difficile e l’ambiente economico in Italia sono molto probabilmente dei fattori importanti.

9. Messico – 4.8% Gli studi hanno mostrato che in Messico la depressione colpisce di più le donne che non gli uomini, e che cresce con l’età. Ma ci sono tassi minori tra coloro che hanno una maggior educazione. Per valutare bene la depressione in Messico bisogna considerare la cultura locale. Se c’è successo allora c’è una riduzione dei tassi di depressione. Il Successo può significare qualunque cosa dal matrimonio, all’avere dei figli all’avere una buona educazione: la depressione era molto più alta tra le donne single, divorziate o vedove.

8. Spagna – 4.9% In termini percentuali in questo paese i giovani sono molto soggetti alla depressione.

7. Belgio – 6.2% Recentemente la depressione è diventata un’epidemia in Belgio. Il paese è stato sulle cronache recentemente per essere il primo paese a legalizzare l’eutanasia in certi casi estremi di bambini malati […] L’idea è che più ci sono soggetti depressi più potrebbero esserci cittadini del Belgio che si uicidano e che con l’eutanasia più accessibile, le persone che hanno considerato di porre un termine alla loro vita potrebbero trovare un mezzo pià adeguato e legale.

6. Libano – 6.6% Non si può negare che la vita in Libano è molto stressante per via dei molti che vedono a rischio le loro case, il loro lavoro e lo loro famiglie. Le tendenze mostrano che i cittadini Libanesi preferiscano i farmaci alla terapia, soprattuto per via dei costi crescenti di quest’ultima. Ma si è anche visto che la percezione culturale della terapia è un possibile motivo per il fatto che i malati di depressione Libanesi evitano il trattamento. Un rapporto del 2011 riguardo al problema nel Daily Star Lebanon dichiarava che i Libanesi “non credono in una terapia basata sulle parole”.

5. Colombia – 6.8% Il Paese ha attraversato un periodo di difficoltà politica, guerre e crisi economica – Si è supposto che se ci fossero più risorse per il trattamento, il tasso di depressione avrebbe potuto essere ridotto.

4. Olanda – 6.9% Se facciamo un confronto con il resto dell’Europa, gli olandesi hanno un tasso di depressione decisamente più elevato – il che sembra in qualche modo contraddire gli studi più recenti che suggeriscono che l’Olanda è il miglior paese dove crescere dei bambini. Ma i residenti olandesi chiedono al mondo di considerare il contesto e la percezione – Dicono che la cultura olandere è solamente un poco più cupa di quella dei loro vicini.

3. Francia – 8.5% I Francesi sono i migliori candidati per la depressione clinica, visto lo stereotipo del Francese che si veste spesso di nero, beve caffè o vino, il tutto mentre fuma una sigaretta ed approccia la vita in un modo cinico… Nel 2008 è emerso che i cittadini Francesi consumano più antidepressivi di qualsiasi altro paese nel mondo.

2. Ukraine – 9.1% E’ sotto gli occhi di tutti al momento quante tensioni ci siano in Ucraina. Comunque i ricercatori, gli psichiatri e gli psicologi hanno spiegato il tasso di depressione correlandolo alla transizione dallo stato post-comunista e per lo stress seguito all’incidente del 1986 a Chernobyl. Ovviamente lo sconbussolamento politico che sta succendendo proprio ora in Ucraina non migliorerà la situazione.

1. Stati Uniti – 9.6% Non c’è dubbio che il Nord America abbia i suoi problemi politici ed economici. Le persone stanno perdendo il loro lavoro e l’economia si sta lentamente riprendendo dalla recessione. Gli Americani sono giustificati ad essere depressi in un paese dove i prezzi sono in crescita e le paghe in decrescita.

Il mio commento: Ovviamente, tutto questo secondo i sondaggi, ma le persone preferiscono non parlare dei loro sentimenti. La cosa principale non sono gli indici statistici ma le tendenze. Davanti a noi ci sono due scenari: o l’oscurità del Medio Evo o una rieducazione verso l’amore e la dazione.
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Il metodo di recupero

Dr. Michael LaitmanCi sono molti tipi di depressione. C’è la depressione personale e c’è la depressione generale, collettiva.

La depressione personale è passiva. La depressione collettiva è attiva ed è caratterizzata, ad esempio, da persone che scalano tutte insieme una barricata. Loro non giacciono tranquillamente sperando in tempi migliori, piuttosto loro vanno fuori a dimostrare,distruggendo e mandando in frantumi tutto intorno a loro, solo per stare insieme.

Il loro potere e il supporto per l’altro si basa su questo. Questo è un fenomeno terribile, la depressione come questa può coltivare il fascismo e il nazionalismo.

Quindi, è molto importante cambiare la loro direzione usando il metodo della Saggezza della Connessione.
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(Da Kab.TV  “I Segreti del Libro Eterno” del  20.11.2013)

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