Pubblicato nella 'Crisi finanziaria' Categoria

“La BCE non può risolvere la crisi dell’Euro Zona”

Opinione (Jens Weidmann, economista tedesco, presidente della Deutsche Bundesbank): “La Banca Centrale Europea non può risolvere la crisi della zona euro, ha detto il capo della Bundesbank Jens Weidmann agli economisti di Sunday, premendo i governi del blocco per tenere le loro economie in buone condizioni e serrare le loro regole fiscali. […]

“‘La politica monetaria ha già fatto molto per assorbire le conseguenze economiche della crisi, ma non può risolvere la crisi,”‘ Weidmann, ha detto nel suo discorso.

“‘Questo è il consenso del Consiglio di governo. La crisi ha posto al nudo le carenze strutturali. Di conseguenza, esse richiedono soluzioni strutturali ‘”.

Il mio commento: Nessuno vede la fine di questo. E questa consapevolezza dell’impotenza di regolamentare l’economia è il miglior stato dell’umanità. Ci dovrebbe portare, dal percorso della sofferenza e la realizzazione del nostro egoismo come il male, verso la necessità di cambiare la nostra natura, attraverso il metodo dell’educazione integrale. E’ gratificante vedere quanto velocemente il processo di realizzazione dell’ignoto è in atto … La sofferenza ci obbligherà a prestarli attenzione!
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La crisi: In cerca di una via d’uscita

lookingNotizie dalla stampa (da dp.ru): Secondo un noto giornalista televisivo M. Leontiev, l’unico modo per uscire dalla crisi è una guerra globale.

Il mio commento: Questa non è un’uscita, ma un ingresso al prossimo ciclo di vita che può rivelarsi molto peggiore! Ė come se il signor Leontiev si immaginasse che domani, ad esempio, lui nascerà in una famiglia africana affamata….

Notizie dalla stampa (da The Telegraph e FOX News): Uno dei leader di Al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha affermato che la crisi attuale è il risultato della sfiducia degli investitori e ha invitato tutti gli americani ad accettare l’Islam e a vivere in un mondo privo di avidità.

Il mio commento: Sam Ayman al-Zawahiri ci dà un meraviglioso esempio di vita morale, un esempio degno di emulazione… Sono certo che lui è sincero nel suo appello!

Foro Economico Mondiale, Relazione sui rischi globali 2011

Relazione: Rischi Globali 2011. La Mappa di interconnessione dei rischi illustra le interconnessioni tra i seguenti fattori: la liquidità/contrazione del credito, la decellerazione dell’economia cinese, la riduzione della globalizzazione, gli squilibri globali e la mutevolezza della valuta, il collasso dei prezzi degli attivi, l’estrema mutevolezza dei prezzi, l’estrema mutevolezza dei prezzi dell’energia, la crisi fiscale, l’estrema mutevolezza dei prezzi ai consumatori, i difetti della regolazione, il commercio illecito, la corruzione, il crimine organizzato, la fragilità degli stati, il terrorismo, i conflitti geopolitici, la mancanza di governabilità globale, le armi di distruzione di massa, la sicurezza spaziale, la sicurezza dell’informazione dei dati in linea, la scomposizione delle infrastrutture di informazione critica, i trattati della nuova tecnologia, la fragilità dell’infrastruttura, la disparità economica, i cambiamenti demografici, la migrazione, la sicurezza alimentare, la sicurezza dell’acqua, le malattie infettive, le malattie croniche, i cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità, la contaminazione dell’aria, le inondazioni, le tormente ed i cicloni, la governabilità oceanica, i terremoti e le eruzioni vulcaniche.

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Sii in pace, vecchio mondo finanziario!

L’opinione del dr. Michael Deliaghin, capo dell’istituto di ricerche sui problemi della globalizzazione: “la  Cina ha definitivamente voltato le spalle ai beni in dollari. Significa che nella situazione nella quale il Giappone ha la neccessità di aiuti finanziari per risanare l’economia, dopo il disastro di Fukushima, l’Europa ha altrettanti problemi finanziari per salvare la Grecia, la Spagna , l’Italia ed altri paesi che vogliono lavorare come in Grecia e vivere come in Germania – non vi è chi possa salvare l’economia degli Stati Uniti e comperare i suoi titoli. Benvenuti dunque, al nuovo e coraggioso mondo diviso in aree finanziarie. Ogni area, con la sua moneta (Dollaro, Euro, Yen), con i suoi beni speculativi bruciati e la sua economia produttiva –divisa in un numero di macro-zone che competono fra loro.”

Il mio commento: Tutto questo significa è che è la fine del vecchio mondo finanziario con la sua immaginaria stabilità. Potremo progredire solamente se i nostri capi di governo capiranno le regole dell’epoca moderna: non divisione ma mutua e totale garanzia, non unione su basi economiche egoiste ma su basi di visione del mondo come fosse un solo corpo. Effettivamente, solo così riusciremo a modificarci per divenire globali, integrali, come il mondo, ed allora potremo arrecarvi un ordine.

Dobbiamo inziare con la creazione di una sola assemblea economica mondiale, che guardi il mondo come ad un’unica famiglia che tratta problemi comuni per trovare soluzioni comuni.

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Qualcuno dirige l’economia mondiale?

L’opinione di David Deficze, Prof. di Economia all’ università di Harvard:

Quando capi di governo in Europa torneranno ai loro ministeri dopo le vacanze, capiranno che non sapranno più come ovviare alla crisi economica; a Washington, a Bruxelles ed a Tokio i capi si scontrano senza dar peso alla minaccia globale.

L’America che cerca di ridurre il debito pubblico, la reazione debole del Merato Comune Europeo alla crisi sempre più impellente, i debiti, il bilancio commerciale e la svalutazione dello Yen- tutto ciò indica la pericolosa crisi diretta dalla globalizzazione.

Negli Stati Uniti numerosi politici hanno portato la nazione al fallimento e solo in extremis hanno optato per il compromesso.

La reazione esitante dei capi non ristabilirà certo la fiducia nel mercato, l’Euro in bilico, il debito pubblico in confronto al prodotto lordo del Giappone è di 200%, Cina è riuscita ad aumentare il suo affidamento con dubbie speculazioni. Indonesia, Russia e Brasile si affidano al loro materale grezzo, ma il prezzo del petrolio è sceso del 15%.

I capi di stato e l'”elite” dell’economia non trovano soluzioni chiari ai problemi, i capi delle nazioni leader nel mondo non si rendono conto che siamo tutti nella stessa barca”.

La mia risposta: Cosa resta più ad un capo di stato se non simulare che le cose sono sotto controllo. Effettivamente, non si possono più usare i vecchi sistemi. La cosa è già chiara per tutti. Viviamo in un mondo integrale, caratterizzato da mutui rapporti con scambievoli legami di dipendenza uno dall’altro, perciò sentiamo forte questa crisi, vale a dire, che sentiamo in qualche modo che viviamo in modo opposto ai valori del mondo naturale, globale ed integrale nel quale regna l’equilibrio, l’armonia ed al quale dovremmo ispirarci.

Non riusciremo a sanare le cose fino a che non ci saremo modificati – creando rapporti reciproci di solidarietà, assistenza, garanzia e di amore. La natura ce lo sta insegnando con ogni mezzo e se non capiremo che dovremo modificarci, lo impareremo a nostre spese…

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L’intero mondo continua a sentire gli effetti della crisi

A tutte le domande riguardo la crisi, rispondo che non ho cambiato la mia opinione: credo tuttora che la crisi continui e che finirà solo quando le persone correggeranno la loro natura. La crisi sta avvenendo a causa della diversità di forma tra l’egoismo globale ed integrale dell’umanità e la Natura (il Creatore). Le seguenti notizie di cronaca dimostrano il perdurare della crisi mondiale:

I Cieli Non Sono Limpidi in Spagna
Nelle notizie (da The Financial Times): “La disoccupazione spagnola aumenta mentre il turismo soffre” Il ministro del lavoro e dell’immigrazione ha detto che il numero di dichiarazioni di disoccupazione è cresciuto da circa 85.000 a 3,63 milioni, 1,1 milioni in più rispetto all’Agosto dell’anno scorso, con le maggiori perdite di occupazione riportate dai servizi e dalle costruzioni.

I Disoccupati Cinesei Non Hanno Nessun Posto Dove Andare
Nelle notizie (da SecretChina):Più di 24 milioni di persone disoccupate in Cina!” Il governo Cinese ha riferito il 23 Agosto 2009 che il numero di totale di disoccupare nella nazione supererà i 24 milioni di persone nel 2009. Nel 2008 molti impianti di produzione sono stati chiusi, lasciando circa 30 milioni di lavoratori migranti senza lavoro.

Americani Che Si Suicidano Sul Posto Di Lavoro
Nelle notizie (da BusinessInsurance): Gli impiegati combattono con la crescita dei suicidi sul luogo di lavoro”. L’anno scorso c’è stato un aumento del 28% del numero dei suicidi commessi sul luogo di lavoro – 251 – rispetto all’anno precedente, in base ad una statistica del Dipartimento del Lavoro degli U.S. Quelli che hanno commesso il suicidio sul lavoro potrebbero aver avvertito uno stress significativo dal loro carico di lavoro eccessivo così come dalle preoccupazioni riguardo la certezza del lavoro…

E’ Questa La Fine Della Crisi O Semplicemente La Fine?
Nelle notizie (da TruthOut.org):La disoccupazione sale al 9,7%, mentre l’economia perde alter 216.000 posti di lavoro.” Il tasso di disoccupazione del 10.1% per gli uomini adulti equivale al picco peggiore del dopo Guerra. Il numero di lavoratori sfiduciati è quasi esattamente il doppio rispetto al numero di agosto 2009. E l’indicatore U-6 delle perdite del mercato del lavoro è salito al 16,8. Le ore produttive per i lavoratori sono state ridotte dell’8,5% nel corso di questa recessione. Questa è la maggiore riduzione percentuale di ore lavorative durante una recessione dalla Grande Recessione.

Le Nazioni Asiatiche Lavorano Per Se Stesse
Nelle notizie (da VOA): – “Il premio Nobel per l’Economia dice che l’economia asiatica è in ‘notevole recupero’”” Joseph Stiglitz dice che le economie asiatiche sono un una buona posizione per ridurre la loro dipendenza dall’esportazione verso Stati Uniti ed Europa. Ha detto “Voi avete una economia ampia e robusta qui in Asia e così avete le basi per sviluppalre una economia locale.”

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Il Presidente Obama rimprovera Wall Street per non mostrare rimorso

feed1Nelle news (di PBS.org): in un’ intervista fattagli da Jim Leher di PBS News, il Presidente Obama ha dichiarato: “Il problema che osservo, almeno, è che voi non percepite che la gente di Wall Street non provi rimorso per essersi arrischiata in questo modo, voi non percepite che c’è stato un cambio di cultura e comportamento, come conseguenza di quanto è accaduto. È per questo che le riforme regolatrici finanziarie proposte sono così importanti … instituire programmi regolatori finanziari che le impediscano di ritornare ad accettare i rischi imprudenti presi in precedenza. Penso anche che quando si tratti di definire fatti come i compensi, gli azionisti dovrebbero per lo meno riflettere, prima che queste imprese concedano abbondanti bonus agli alti livelli esecutivi!”

Il mio commento: è penoso per il signor Obama che queste misure non servano a molto. Ciò che è indispensabile, è educare la gente a cambiare, in modo tale da non essere più capace di infliggere un simile, irreversibile danno all’umanità ed inoltre a riconoscere che ha commesso un errore. Questo cambiamento nella coscienza della gente nel mondo globalizzato, dall’individuale al collettivo, è ciò che richiede da noi l’interconnessione generale che attualmente si sta rivelando.

L’umanità, tuttavia, non ha i mezzi per trasformarsi e correggere il suo egoismo. La Kabbalah ci offre i mezzi, in accordo al principio “Io ho creato l’egoismo ed Io ho creato la Torà per la sua correzione poiché la Luce nella Torà riporta la persona alla Fonte”. Di conseguenza, è possibile attrarre a noi la Luce.

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Il professore di economia dell’Università di Princeton, Paul Krugman: “Dio sa come tirarci fuori dalla recessione”

book1Nelle news (di AFP): il vincitore del Premio Nobel, l’economista Paul Krugman ha dichiarato in un discorso al forum internazionale degli affari che anche se il peggio della crisi finanziaria è passato, il mondo si confronta adesso con un prolungato ritardo tipo “il decennio perduto” del Giappone negli anni 90. “Come possiamo uscirne? Credo che la risposta tecnica sia … solo Dio lo sa” ha dichiarato Krugman, professore di economia dell’Università di Princeton negli Stati Uniti.

Il mio commento: la Kabbalah pensa la stessa cosa. Essa afferma che la gente può conoscere la risposta direttamente da Dio!

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La crisi. Canzone di Arcadii Duchin:

La crisi finanziaria non è “il dito di Dio”. Questo dovrà ancora venire

charityHo ricevuto una domanda: lei ha detto che la crisi può fare in modo che la gente si interroghi sullo scopo della sua vita. Però una persona normale, che ha assolutamente tutto ma si sente in qualche maniera inquieta, può porsi la stessa domanda?

La mia risposta: noi non conosciamo “le vie del Creatore”. La crisi odierna è solo un leggero spavento. La vera crisi sta per arrivare. Deve ancora manifestarsi in modi differenti che non hanno relazione con il denaro. Il problema con il denaro non è niente più di un fastidio minore. Dopotutto non rappresenta una minaccia mortale reale, ma semplicemente un’assenza di sicurezza e cibo che può essere possibilmente superata. Non è il tipo di situazione che appare su una persona come un mostro terribile, pronto a divorarla completamente.

Fino ad ora, la situazione che ci si sta rivelando non è apparentemente la Forza Superiore, contro la quale non possiamo far niente. Pensiamo di poter ancora correggere la nostra esistenza. Dopotutto, il sistema finanziario è artificiale e pensiamo di essere capaci di controllare il collasso, quindi non si può dire che sia davvero un colpo.

Il colpo che arriverà sarà “Il dito di Dio”, come i saggi del Faraone dissero un tempo. Cioè quando la gente percepirà che ciò che succede non è accidentale, che tutti i colpi hanno uno scopo. Questo sarà il principio della rivelazione del Creatore alle genti di tutte le nazioni. Le persone cominceranno a percepire tutto come parte di un processo naturale che non può essere risolto con l’ausilio di mezzi artificiali.

Per tanto, la crisi odierna non è reale. Tuttavia, noi di Bnei Baruch, cerchiamo di utilizzarla come un esempio che ci aiuti a spiegare che l’umanità è entrata in un nuovo periodo di evoluzione.

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Le banche rubano denaro mentre il governo le protegge

outlaws1Nelle news (de The Washington Post): “Gli Stati Uniti stanno valutando la creazione di un’agenzia unica per la regolamentazione dell’industria bancaria”. I funzionari amministrativi stanno considerando la creazione di un’agenzia unica per regolamentare l’industria bancaria … sotto l’attuale sistema, le banche possono scegliere il loro regolatore.

A causa del fatto che l’OCC, l’OTS e la FDIC ricevono fondi dalle banche, i regolatori sono spronati a competere per ottenere gli affari, essendo più indulgenti nella supervisione. Il sistema divide anche la vigilanza dei maggiori conglomerati finanziari tra molteplici agenzie, ognuna delle quali è responsabile di diversi organi di sovvenzionamento, creando in tal modo, buchi di copertura che le imprese hanno sfruttato.

Il mio commento: non esiste altra soluzione, se non creare una coalizione internazionale di corpi finanziari. Tuttavia, il meschino ego umano non permetterà alla gente di accettare in modo realistico questa alternativa, come una via per uscire dalla crisi.

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