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Cosa significa essere come il Creatore?

Essere come il Creatore significa essere come la forza  singola dell’amore, dell’elargizione e della connessione, che governa la realtà e ci conduce verso l’obiettivo che ha stabilito per noi, che è quello di godere attraverso la somiglianza e l’identificazione con quella forza.

La saggezza della Kabbalah si occupa proprio di come passare dal nostro stato di esistenza animata innata, in cui siamo opposti al Creatore, a uno stato di esistenza in cui diventiamo come il Creatore. Si tratta di conoscere le due nature opposte, la nostra natura egoistica e la natura altruistica del Creatore, e di capire come attrarre e lavorare con la natura altruistica superiore fino ad assomigliarle completamente.

Questa transizione è considerata un passaggio dal livello animato a quello umano dell’esistenza. La parola “umano” in ebraico (“Adamo”) deriva dalla parola “simile” (“Domeh”) perché il concetto di diventare umano significa che diventiamo simili al Creatore (“simili all’altissimo” [“Domeh le Elyon”]).

“Qual è lo scopo per cui il Creatore ha creato questo  destino? In effetti, è per elevarlo a un grado più alto e più importante, per sentire il suo Dio come la sensazione umana, che gli è già data”. Il Kabbalista Yehuda Ashlag (Baal HaSulam), “L’insegnamento della Kabbalah e la sua essenza”.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Qual è la differenza tra i termini “Dio” e “Creatore”?

Le parole “Dio” e “Creatore” evocano sentimenti diversi.

Le religioni, le credenze e le persone in generale si riferiscono più facilmente alla parola “Dio” come a un certo potere che riempie il vuoto intorno a noi, esistente al di fuori di noi.

Il Creatore, tuttavia, crea il mondo, noi e tutto in noi in ogni momento, il che evoca la necessità per noi di reagire a tale influenza momento per momento. Calibrando le nostre reazioni in un certo modo, possiamo giungere a percepire che siamo la creazione del Creatore e che il Creatore è un’unica, eterna e perfetta forza donatrice che ci ha creati per uno scopo specifico.

In ebraico, la parola per il Creatore è “Boreh”, che è una combinazione di due parole, “Bo” (“vieni”) e “Reh” (“vedi”). Cioè, il Creatore è un nome esteso che implica la nostra partecipazione dinamica per raggiungere la rivelazione del Creatore.

Pertanto, “Creatore” è un termine più obbligatorio di “Dio”. Il Creatore si aspetta qualcosa da noi. Cosa si aspetta il Creatore da noi?

È che scopriamo la nostra completa dipendenza dal Creatore, che solo il Creatore può renderci uguali a Lui, e che inizieremo a esigere correzioni da Lui, per invertire la nostra natura egoistica nella Sua natura generosa.

Possiamo chiedere al Creatore di fare qualcosa e Lui lo fa. Cioè, da un lato, siamo impotenti come personaggi nel copione del Creatore, ma dall’altro abbiamo il controllo: che senza la nostra rivendicazione e richiesta, non potremmo mai raggiungere una rivelazione dell’eternità e della perfezione del Creatore.

Come possiamo chiedere al Creatore di fare qualcosa?

È come il modo in cui i bambini piccoli chiedono qualcosa ai loro genitori, si attengono ostinatamente alla loro richiesta, non importa quante volte i genitori dicano loro “no”. Questa continua richiesta al Creatore ci porta a uno stato che i Kabbalisti chiamano: “I miei figli mi hanno sconfitto”. Cominciamo allora a sentire che siamo Suoi figli e che ci ha creati proprio per sviluppare una tale relazione con Lui.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

C’è solo dolore intorno a noi, ma il Bore è buono?

Commento: Alexander scrive: “Michael Laitman, quando dici che il Bore è buono e fa solo del  bene, cosa vuoi da un povero sfortunato? Se c’è solo dolore intorno a lui, allora il fatto che il Bore sia buono suona come una presa in giro nei suoi confronti.

La tua casa è distrutta, questo è bene; i tuoi cari sono morti, questo è bene; sei costretto a lasciare tutto ciò che hai guadagnato, questo è  bene. Dobbiamo convincerci che tutto questo è per il nostro bene, che il Bore è gentile e fa il bene, o come possiamo comprenderti?”

La mia risposta: È molto semplice comprendermi. Dobbiamo cercare di capire le leggi della natura, e provare a realizzarle e a divulgarle. Queste sono le leggi del Bore.

Commento: Ci sono migliaia di domande come questa, specialmente nel nostro tempo, e tu continui a dire che la natura è connessione e bene e il Bore é buono e fa il bene. Queste domande si moltiplicano in relazione a ciò che accade nel mondo. Come può un individuo rinunciare a ciò che accade davanti ai suoi occhi e nei suoi sentimenti?

La mia risposta: Quello che egli vede davanti ai suoi occhi viene fatto dagli uomini non dal Bore.

Il Bore ha posto delle condizioni e se le rispettassimo, vivremmo in modo completamente diverso. Altrimenti cosa si fa?

Domanda: Queste leggi della natura, come tu affermi, il Bore, devo conoscerle e realizzarle?

Risposta: Non importa realizzarle ma  conoscerle per lo meno.

Domanda: Puoi nominare la legge principale?

Risposta: È molto semplice:” Ama il tuo prossimo come te stesso.”

Commento: Ci imbattiamo in questa formula continuamente. Ma non è semplice. Tu dici immediatamente  che è necessario realizzarla.

La mia risposta: Stai parlando della legge. Ti ho dato la legge. Se questa formula non è facile, cosa farai?

Commento: Quindi stai dicendo che tutti noi abbiamo bisogno di conoscerla, tutta l’umanità deve conoscerla.

La mia risposta: Sì, il mondo intero è costruito su questo. Se agite in questo modo sarete più vicini al Bore e all’adempimento della Sua legge, la legge globale di tutta la natura. Cosa c’è dopo? Guardate voi stessi.

Domanda: Quindi, so che non posso ancora farlo, capisco che non posso e tu lo chiami già progresso?

Risposta: Certo!

Domanda: Il fatto che io capisca che non posso adempiere a questa legge?

Risposta: Non ha importanza. Ma capisci che tale legge esiste e alla fine, idealmente, se la seguissi, saresti al livello del Bore.

Domanda: E per chi sei di più, per coloro che ci dicono e addirittura ci scrivono: ”Sto adempiendo a questa legge , o per coloro che dicono: “È impossibile eseguirla”?

Risposta: Ovviamente, è impossibile da eseguire.

Domanda: Come possiamo realizzarla in questo caso? Dobbiamo pensarci?

Risposta: Se ci connettiamo gradualmente per adempiere a questa legge, allora cominciamo ad acquisire in noi stessi, dentro la nostra connessione, qualità che iniziano a sentire questa legge su di noi, e progressivamente, gradualmente ci avviciniamo ad essa e al suo adempimento. Questo è tutto.

Domanda: Queste qualità sono in noi, o ci vengono date in un qualche modo?  Tu dici: “Non erano in noi. Non c’è amore in noi.”

Risposta: Non erano in noi, assolutamente. Le attiriamo. Le attiriamo dall’alto, per così dire. Da un grado superiore.

Domanda: Quindi, c’è il nostro grado e c’è un grado superiore. È qui. Il nostro compito è solo quello di raggiungerlo?

Risposta: Attirarlo a sé.

Domanda: Devo vivere con il pensiero di voler attirare a me questa  qualità?

Risposta: Sì, vivere per questo.

Domanda: È questo lo scopo della vita in generale?

Risposta: Certamente. È l’amore per il prossimo il significato della vita.

Domanda: Dimmi, raggiungeremo mai uno stato in cui una massa di uomini…?

Risposta: Non possiamo aspettare, dobbiamo farlo su noi stessi. Poi accadrà.

Domanda: Allora smetterò di vedere, diciamo, come descrive Alexander, che tutto ciò che mi circonda è terribile?

Risposta: Vedrò che tutto è terribile, ma che tutto può essere risolto.

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Da “Notizie con Michael Laitman” di KabTV del 30.3.2013

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C’è un Dio o no?

Domanda: Come si risponde alle domande interiori sull’esistenza di Dio? Esiste o no? Se la pone questa domanda?

Risposta: No, non me la pongo. Dio non c’è.

Domanda: Come si risponde ad una tale domanda?

Risposta: Se Dio non c’è, non c’è domanda.

Domanda: Abbiamo forse bisogno di trovare qualcos’altro, qualche legge o qualcosa? Come può essere che non ci sia nulla e che è tutto qui?

Risposta: Chiama Dio l’universo e la sua legge fondamentale che include assolutamente tutto. Chiamalo il Bore’.

C’è una forza, una forza essenziale, eterna e perfetta al di là della nostra comprensione di cui non conosciamo il meccanismo. La Kabbalah sintetizza ciò e dice: “Solo dopo una correzione completa tali qualità emergeranno in te e ti permetteranno di elevarti e iniziare ad esplorare il Bore’ stesso. In tal modo, potrai analizzare la forza superiore del mondo che governa te e l’intero mondo materiale.”

Per piacere indagala, raggiungi i suoi livelli e poi ne parleremo. Dopo tutto, oggi non sarai capace di comprendere cosa stia accadendo perché hai bisogno di una mente diversa, di sentimenti diversi e di qualità diverse.

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Dalla trasmissione di KabTV “Ask a Kabbalist”, 31/12/2018

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Scoprire il campo del Creatore

Domanda: La parola “Creatore” mi confonde molto. È un uomo anziano o qualcos’altro?

Risposta: Perché dovrebbe essere anziano? Forse è giovane e bello…

Seriamente, però, concordiamo sul fatto che c’è una forza superiore nell’universo, che include assolutamente tutta la natura e tutto ciò che accade all’interno di essa. Questa forza superiore si chiama il Creatore.

Non ha nulla a che fare con il nostro mondo, con i nostri corpi e con la nostra immagine. È solo una forza. Immagina una forza elettrica o magnetica o un campo. La stessa cosa succede qui.

Un campo che include assolutamente ogni cosa al suo interno è chiamato il Creatore perché crea, opera e agisce. Dobbiamo aprire questo campo. Ci siamo dentro, ma non sentiamo il suo effetto su di noi. Pertanto, devo in qualche modo cambiare me stesso in modo da poterlo sentire.

Cosa bisogna fare? Si dice che se crei un gruppo in cui ti avvicini ai tuoi amici, allora in questa azione di dazione inizierai a sentirti più vicino a questo campo o più lontano da esso. Questo è molto simile all’interazione delle cariche elettriche in un campo magnetico. Questo è il principio del suo dipanarsi.

Conclusione: Abbiamo bisogno di un gruppo così ché, con il suo aiuto, possiamo scoprire il campo del Creatore.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 16/02/2020

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L’importanza della scienza della Kabbalah

Baal HaSulam, “L’essenza della saggezza della Kabbalah”: “Questa saggezza non è né più né meno che una sequenza di radici, che scendono attraverso causa ed effetto, secondo regole fisse e determinate, intrecciate ad un unico, elevato obiettivo descritto come “La rivelazione della Sua divinità alle Sue creature in questo mondo””.

La saggezza della Kabbalah è destinata agli esseri creati in questo mondo al fine di guidarli alla realizzazione del Creatore secondo leggi assolute e fisse, che portano gradualmente le persone al Suo raggiungimento, sentimento, percezione e infine all’adesione con Lui, il che significa alla rivelazione completa del Creatore.
E chi è il Creatore? È la più alta e generale forza integrale della natura, che include tutta la creazione.

Questo è il motivo per cui la comprensione di questo stato ci consente di capire cosa sta realmente succedendo e di rispondere correttamente a ciò che il Creatore, la natura, sta operando con noi e ciò che possiamo fare con essa.

Attuando la saggezza della Kabbalah, possiamo vedere la nostra partecipazione alla creazione, alla natura. Dopotutto, la Kabbalah è la scienza della natura, di tutto ciò che è stato creato, compresa la radice, cioè il Creatore.

Ciò significa che studiare questa scienza, specialmente ai nostri tempi, è davvero essenziale. Questo è ciò verso cui ci spinge la nostra evoluzione e accade attraverso un costante aumento della sofferenza e della mancanza di comprensione per costringerci a conoscere il Creatore, a rivelarLo, a capire quanto sia cruciale per noi essere in contatto con Lui.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 26/01/2020

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Il Creatore è la sola realtà

Domanda: Noi ci troviamo all’interno di una realtà integrale insieme al Creatore?

Risposta: No, affatto, noi non siamo una singola realtà con il Creatore. La sola realtà è il Creatore stesso. Noi esistiamo al di fuori di Lui.

Viviamo come se fossimo un fantasma, o qualche genere di “spirito”, che presumibilmente esiste al di fuori del Creatore allo scopo di cominciare a sentire se stesso, di posizionare se stesso correttamente rispetto al Creatore e di avvicinarsi a Lui.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 15/03/2019

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Perché dovremmo unirci?

Domanda: “Natura” e “Creatore” in Gematria hanno lo stesso valore numerico. Possiamo chiamarli “Natura”, possiamo chiamarli “Creatore”, possiamo
chiamarli “leggi della natura” o “leggi o comandamenti del Creatore”. Tutte queste definizioni sono la stessa cosa. Qual è lo scopo della natura?

Risposta: La Natura ha un unico scopo: portare le creazioni a determinare gradualmente, attraverso il proprio sviluppo, che l’unione reciproca fra le persone e con la natura, è lo stato migliore. Per questo motivo la Natura ci ha creati appositamente come se fossimo stati respinti da lei, nella coordinazione opposta al sistema integrale della natura.

Domanda: Ne consegue che ci sono due generi di tendenze o due forze che ci sviluppano. La prima forza emana e integra, la seconda riceve e risucchia, e così via su tutti i livelli.

In questo livello inanimato, gli atomi si uniscono in molecole e queste molecole si combinano in più complessi organismi. La stessa integrazione prende posto sul livello umano in cui piccole popolazioni tribali si integrano in metropoli.

Dall’altro lato, noi vediamo che c’è una costante crescita di egoismo. Ciò significa che la materia diventa costantemente sempre più complessa, diversa, divisa e migliorata. Perché è importante comprendere queste due direzioni? Perché dovremmo unirci?

Risposta: Dobbiamo unirci per diventare come la natura generale. Essa è integrale e globale in tutte le sue manifestazioni. Vediamo che sebbene le galassie
si allontanino, le stelle esplodano, i pianeti si formino, tutto questo accade in una tendenza generale.

Prima di tutto, ogni cosa è interconnessa. Tuttavia, se da qualche parte nell’universo qualcosa accade anche alle più piccole particelle, allora quasi l’intero universo lo sente. Dopo tutto, ogni cosa proviene da una radice e sotto l’influenza di una forza chiamata “Big Bang”.

Qualunque cosa accada, ogni fenomeno ha la sua radice che proviene dal Big Bang. Ogni cosa si diffonde dal Big Bang verso l’esterno. Così, tutte le parti della materia, conosciute e sconosciute a noi a tutti i livelli, tutti gli eventi, tutte le leggi, sono interconnesse.

In cosmologia, questo processo che accadde dopo il Big Bang è chiamato “il processo di grande unificazione in cui tutti gli elementi cominciano a connettersi, integrarsi e a formare ogni genere di materia”.

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Dalla trasmissione di KabTV “Un’analisi sistematica dello sviluppo del popolo d’Israele”, 24/03/2019

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Di cosa è fatta la percezione della realtà?

Domanda: Lo scopo della natura è quello di sviluppare tutte le sue parti dallo stato di opposti polari sino a metterle insieme. Perché è così? Qual è il significato di tale sviluppo?

Risposta: Solo in questo modo riveliamo tutto. La nostra realizzazione consiste nella differenziazione e nell’integrazione di tutte le parti di ciò che osserviamo.

Nota: Vediamo che la nostra natura, il nostro desiderio di ricevere, è in continua evoluzione, diventa sempre più potente e più egoista.

Il mio commento: Allo stesso modo, in noi si sta sviluppando la capacità di integrare questo, di catturare l’interconnessione tra tutte le parti.

Questo è ciò su cui si basa la nostra percezione della realtà.

Ma la successiva consapevolezza kabbalistica della realtà è che non esiste una realtà in quanto tale. Noi proiettiamo solo le nostre proprietà interiori sulla luce superiore, sentiamo e consideriamo questa immagine, che noi stessi creiamo con i nostri sentimenti, come il mondo in cui esistiamo.

Domanda: “Luce Superiore” è un nuovo termine. Perché i kabbalisti nelle loro fonti lo usano al posto del concetto di “Creatore”?

Risposta: Il Creatore/Luce Superiore è la proprietà della dazione e dell’amore e quindi la associamo alla luce del sole, alla luce della mente, a qualcosa di più elevato.

Sullo sfondo della luce superiore, le proprietà della dazione e dell’amore, tutti i nostri desideri egoistici dipingono un’immagine vivente tridimensionale di questo mondo. Ma in realtà non esiste. Stiamo solo osservando le nostre caratteristiche interiori.

Pertanto, nella misura in cui ci stiamo avvicinando sempre di più alle proprietà della Luce Superiore, questo mondo si dissolve e diventa sempre più sfuggente, finché non ci troviamo nella luce assoluta.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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La realizzazione è nella reciproca connessione

Domanda: Nel nostro mondo esiste una vasta gamma di tutti i tipi di sentimenti, ad esempio l’amicizia o l’amore. Ma per provarli, devo avere qualcun altro con cui relazionarmi. Non posso provare amore o amicizia se non c’è nessuno oltre a me stesso. Lo stesso vale per il Creatore. Egli è la forza che viene percepita nella giusta connessione tra le altre persone?

Risposta: Certo, tutto viene percepito nel livello materiale. Ho bisogno dell’interazione con altre persone, con il gruppo.

Domanda: Il Creatore è una forma astratta che è impossibile sentire se non si veste di una forma materiale?

Risposta: Sì. Il Creatore mi appare come un gruppo di persone connesse fra loro dall’amore e dal sostegno reciproci. Quindi, la forza che esiste fra loro, non in ciascuno di essi singolarmente, ma fra tutti loro assieme, può essere chiamata “il Creatore”.

Domanda: Significa che il potere dell’amore non esiste al di fuori della connessione di più persone?

Risposta: Giusto. Non esiste.

Domanda: La saggezza della Kabbalah afferma che l’essenza del Creatore è irraggiungibile come l’essenza di tutti gli oggetti e fenomeni nel nostro mondo. Cosa significa “La Sua essenza è irraggiungibile”?

Risposta: Che è connessa al metodo del conseguimento. In realtà, non otteniamo nulla come “un singola cosa in sé”, ma possiamo ottenere solo qualcosa dal nostro atteggiamento nei suoi confronti.

Il graduale accumulo di impressioni positive o negative che mi dissuadono o mi avvicinano a diversi oggetti, che si suppone siano al di fuori di me ma si integrano in me, mi permettono di sentire come costruisco il mio organo di percezione.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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