Pubblicato nella 'bore' Categoria

Perché il Bore distrusse la Torre di Babele?

I Babilonesi volevano stare insieme, costruire e vivere come un’unica comunità, con rispetto e amore reciproco. Come è scritto nella storia della Torre di Babele: “Indi dissero: Or via, edifichiamo una città, ed una torre, di cui la cima giunga al cielo, e ci faremo un nome [oppure: un monumento]; affinché non avvenga che ci spargiamo sulla faccia di tutta la terra.” (Genesi 11:4).

Il Bore, però, ha voluto che il loro legame avvenisse secondo le sue condizioni e non secondo le loro. Per questo motivo ha mescolato le lingue, portando i Babilonesi a litigare, il che ha provocato la distruzione della torre.

In senso spirituale, la Torre di Babele è un’elevazione egoistica della vita corporea, in cui desideriamo vivere secondo il principio “ama il tuo prossimo”, ma sulla base dell’egoismo. Questo è l’errore principale, l’idea di non aver bisogno dell’aiuto del Bore per la costruzione reciproca di una società ben connessa, che le persone pensano di poter raggiungere e sostenere l’unità da sole. In linea di principio, la costruzione della Torre di Babele era sostanzialmente al centro del comunismo e delle varie rivoluzioni, l’idea di “pace alle capanne, guerra ai palazzi”, che la popolazione avrebbe gestito da sola.

La costruzione della Torre di Babele è uno stato di massima costruzione egoistica possibile, al di là anche degli obiettivi più ambiziosi di una persona nella vita materiale volti a raggiungere le vette della ricchezza, dell’onore o del potere, perché mira a un obiettivo che desideriamo rimanga con noi per sempre, mentre è chiaro a una persona che gli altri obiettivi sono transitori e destinati a perire in questa vita corporea.

Proprio l’idea di costruire una torre “fino ai cieli” è il problema chiave, cioè il pensiero che possiamo costruire la nostra connessione senza entrare in contatto con il Bore. Che cosa non piace al Bore in una simile impostazione?

“Il Signore disse: Ecco, essi formano un popol solo, ed hanno tutti un solo linguaggio, e questo è quanto incominciarono a fare. Ora non sarà loro difficile d’eseguire quanto penseranno di fare. Or via discendiamo, e confondiamo ivi la loro favella, in guisa che non intendano l’uno il linguaggio dell’altro. Il Signore li disperse di là sulla faccia di tutta la terra, e quindi cessarono di edificare la città.” (Genesi 11: 6-8)

Il Bore non permette ai Babilonesi di raggiungere un risultato comune egoistico. Per unirci veramente e godere della nostra connessione, dobbiamo inserire il Bore nel quadro, in modo da aggregarci per compiere la Sua volontà, non la nostra. Pertanto, per costruire una torre che non crolli, dobbiamo creare legami reciproci di amore e dazione, ma questi legami devono essere per il bene del Bore.

Cosa significa “per il Bore”? “Per il Bore” non significa per amore di una specie di Dio “lassù da qualche parte”, così in alto da essere invisibile. “Per il Bore” significa piuttosto un legame tra noi  che eleviamo al di sopra di noi stessi, cioè “ama il tuo prossimo come te stesso”, considerando che al di sopra di tale connessione innalziamo l’ideale del Bore che ha creato questo stato perfettamente connesso al di sopra del nostro egoismo. Se costruiamo una torre non per noi stessi, ma per il bene dell’altro, a favore degli altri per il bene del Bore, allora tale torre durerà per sempre.

Perché, allora, se l’umanità ha vissuto l’esperienza di una costruzione egoistica fallita, abbiamo continuamente cercato di costruire nuove e diverse torri egoistiche nel corso della storia? Perché l’umanità ne ha avuto bisogno. Che si tratti di torri, piramidi o mausolei, abbiamo costruito queste strutture per la nostra necessità egoistica interiore di creare un luogo per il nostro egoismo e stiamo ancora costruendo queste torri.

Smetteremo di costruire queste strutture quando riveleremo il Bore nelle nostre connessioni. La rivelazione del Bore coprirà completamente i nostri sogni, i nostri piani e il nostro futuro. In altre parole, quando riveleremo il Bore, capiremo che i nostri sforzi per costruire torri egoistiche sono stati tutti vani.

Con tutte le guerre, le sofferenze e gli spargimenti di sangue in nome delle miriadi di torri egoistiche che abbiamo cercato di costruire nel corso della storia, potrebbe sembrare che il Bore sia molto crudele per non essersi rivelato prima, ma questa è una visione errata. Dobbiamo capire che il Bore si rivela a condizioni specifiche, che dobbiamo far coincidere la Sua forma di amore e dazione totale nei nostri legami con la Sua forma di amore e dazione. Non ci siamo mai organizzati in questo modo. Tuttavia, se riusciremo ad assimilare le qualità d’amore, di dazione e di connessione del Bore, cioè se saremo come Lui, allora otterremo la Sua rivelazione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.    

Come comunica Dio con te?

Le riflessioni sul significato e sullo scopo della nostra vita sono il modo in cui il Bore ci invita a dialogare.

Sono come dei corrieri che bussano alla porta per avvisarci di una consegna speciale. 

Dobbiamo solo aprire le nostre porte, accettare i pacchetti, scartarli e riconoscere dal loro contenuto il mittente e il modo in cui dobbiamo rispondere.

Molti di noi sentono bussare, ma aspettiamo, rimanendo seduti sui nostri divani, guardando la televisione, controllando i nostri telefoni e urlando ai corrieri di lasciare i pacchi vicino alla porta, così li andremo a prendere più tardi.

Un simile atteggiamento annulla il risveglio, chissà quando sentiremo di nuovo bussare alle porte del nostro cuore?

Quando riceviamo inviti di questo tipo, dobbiamo immediatamente accettarli. Dovremmo fare tutto il possibile per aprire i pacchi, trovare l’indirizzo del Mittente, capire quale tipo di consegna speciale Gli farebbe più piacere e come potremmo inviarGliela in cambio.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

L’Universo è infinito?

La differenza tra noi e il Bore è infinita.

Chi o che cosa è il Bore? Esso, o Lui, è la essenza dell’amore e della dazione, l’opposto della nostra essenza, la ricezione.

Nella nostra opposizione al Bore, percepiamo una piccolissima parte dell’universo infinito.

Siamo limitati in quanto esseri creati. Tuttavia, proprio perché siamo esseri creati, possiamo avvicinarci al Bore, rivelarLo, capirLo, e sentirLo in base alla nostra equivalenza della forma con Lui.

In altre parole, nella misura in cui accettiamo su di noi la qualità d’amore e di dazione del Bore, saremo in grado di percepire correttamente l’universo come la vera essenza d’amore infinito del Bore.


Contenuti scritti ed editati da studenti basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

La ricetta della felicità

la-ricetta-per-la-felicitaHo ricevuto due domande riguardo alle nostre relazioni con gli altri:

Domanda: è giusto ciò che ho capito, cioè che coloro che studiano la Kabbalah saranno felici, perché percepiscono la realtà e si sentiranno pieni, d’altro canto, quelli che non studiano saranno infelici e resteranno in uno stato di sofferenza e necessità? Questo è vero?

La mia risposta: è vero, però, dall’altro lato, tutti sono connessi tra loro, nel sistema generale delle anime. Per tanto, è impossibile che qualcuno sperimenti il benessere se un altro sta male.

Una persona trova molti ostacoli nel processo della correzione della sua natura egoista. Questi ostacoli includono quelli causati dalla loro connessione con tutta la gente. D’altro canto, il mondo deve ancora sperimentare molta sofferenza, per desiderare la connessione. Non esiste altra forma di far avanzare l’umanità.

Domanda: il cambiamento che dobbiamo raggiungere, sta nel creare nuove relazioni tra gli esseri umani, che siano basate sull’amore per il prossimo. Anche questo risolverebbe i problemi del mondo, provocati dalle relazioni scorrette tra le persone?

La mia risposta: questo è precisamente ciò che cancellerebbe le disgrazie nel mondo! Non esiste altro problema al mondo, al di fuori della connessione scorretta tra le persone. Quando si presenta la mancanza di connessione appropriata, il Creatore si occulta e quando riveliamo la connessione corretta tra noi, Lo riveliamo.

Il ritorno della connessione corretta tra le persone si chiama “Il ritorno del Creatore alla creazione”. La connessione tra le persone si chiama il Creatore, dalla parola Borè : Bo=vieni e Re=vedi. Vediamo il Creatore nella connessione corretta tra noi.

Per questa ragione il comandamento “Ama il tuo prossimo come te stesso”, è il comandamento più importante, incluso tutte le azioni corrette dell’essere umano.

Materiali correlati

laitman blog: Il nome del creatore significa “Vieni e Vedi”
laitman blog: Lo scopo dell’universo
Articoli di Baal HaSulam: Matan Torah

Il Nome del Creatore Significa “Vieni e Vedi”

music Il Creatore è l’attributo della dazione che si rivela nel desiderio corretto di una persona, nella sua intenzione di dare. Per tanto, il nostro unico compito è sviluppare questa intenzione di dare, connettendoci tra noi. Allora, riveleremo il Creatore, l’attributo di dazione ed amore che si trova all’interno di questa connessione. In ebraico, il Creatore si chiama Borè, che si compone delle parole Bo e Re : “vieni” e “vedi”. Cosa significa questo? “Vieni”, vuol dire cambiare il desiderio di ricezione a favore di quello di dazione. In quel momento, il desiderio di dare che si raggiunge ( o il desiderio di dare per dare, Galgalta Ve Naim ) e amore ( ricevere per dare , AHP ) si converte in raggiungimento e rivelazione del Creatore.

Detto in altro modo, il Creatore è la forza che ci connette gli uni agli altri. Di conseguenza, la connessione tra noi è ciò che ci rivela il Creatore. Se ci connettiamo attraverso l’amore reciproco, allora sentiremo la forza della dazione dentro di noi. Questa è la forza del Creatore che si rivela tra noi.

Il Creatore è la forza che ci connette l’un l’altro. La Luce Superiore ci ha dotati del potere di dare gli uni agli altri, nel dare reciproco e nel conoscere questa Forza Superiore, raggiungiamo il Creatore. Come succede questo?

Nella dazione reciproca, raggiungiamo l’attributo di dazione e, in questa maniera raggiungiamo la fonte della dazione, perché contiene la sua origine più elevata, Keter. Così si rivela il Creatore dentro di noi, o nel nostro desiderio. Lui si rivela nella parte superiore del Kli, che è la ragione per la quale la rivelazione viene chiamata “Una rivelazione dall’alto”. La rivelazione avviene in Keter, rispetto alla parte inferiore del Kli che è Malchut.

Per questa ragione i cabalisti Lo hanno chiamato “Bo-rè”, “Vieni e vedi”. Quando si ascende dal basso verso l’alto per mezzo della Luce Riflessa, si ascende a partire dalla nostra natura, “ il desiderio di ricevere”, alla natura del Creatore, “il desiderio di dare”. Allora si raggiungono le dieci Sefirot complete della Luce Diretta. Si raggiunge l’attitudine del Creatore verso di lui come il Creatore stesso, la radice di tutto.

Così risulta che, a parte la nostra anima ( che consiste di 10 Sefirot ) non c’è altro da rivelare. Questo è tutto ciò che fu creato, e sentiamo il Creatore dentro questa creazione.

materiale correlato:

a proposito della vita e della morte dell’ anima
la rivelazione del creatore sta avvenendo qui e ora
le sensazioni prima e dopo il machsom
l’ io corretto
scoprire la nostra connessione con la forza superiore