Avvicinarsi alla comprensione della spiritualità

Domanda: Il Libro dello Zohar ha due livelli: il linguaggio del sentimento e il linguaggio della definizione spirituale. Come possiamo utilizzare entrambi i livelli per aiutarci ad andare oltre il racconto e percepirne il significato spirituale?

Risposta: Per aiutarci a comprendere il significato spirituale, il Creatore ha creato non una persona ma molte persone, dividendo l’anima comune in più parti e permettendoci così di unirci.
Se ci uniamo al di sopra del nostro egoismo, saremo in grado di comprendere meglio il Creatore e tutta la natura.
Domanda: Come posso sentire che tutto ciò che è descritto in questo libro sta accadendo a me?

Risposta: Ciò accade attraverso la luce superiore, chiamata “Lo Zohar”. Noi dobbiamo solo sforzarci di avvicinarci gli uni agli altri e di influenzarci positivamente a vicenda.
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Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 15/3/24, Scritti di Baal HaSulam “Per comprendere le parole dello Zohar”

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Come noi possiamo influenzare il sistema?

Siamo tutti parti di un unico sistema spirituale e ognuno di noi si avvicina a questo sistema dal suo unico punto di percezione.

La percezione di questa unità è diversa per ognuno. Ad esempio, ci sono alcuni che ancora non lo vedono ma lo sentono in un certo modo, mentre altri lo sentono e lo vedono chiaramente.

È un sistema sensoriale, che esiste dentro di noi, ed è lì che lo sentiamo. Possiamo influenzarlo solo nella misura in cui pensiamo e agiamo con gentilezza, e solo al livello in cui viviamo con le nostre forze corrette e altruistiche.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

La ricchezza del mondo spirituale

Commento: Sei una persona puramente tecnica, ma quando si parla con te, spieghi tutto in un’altra scala con immagini attraverso il linguaggio dei sentimenti. Dipingi un mondo kabbalistico interiore così ricco che, al confronto, il nostro mondo sembra infantile.

La mia risposta: Questo perché il nostro mondo è un modello molto semplificato e unilaterale del mondo esterno.
Immagina che invece dell’uso globale dell’elettricità esistente nel mondo (elettronica, circuiti elettrici, centrali elettriche, ecc.), ti sia stata mostrata una lampadina. E che questa rappresenti per te tutta l’elettricità del mondo, tutto ciò che funziona in base al movimento degli elettroni. Ecco come appare il nostro mondo rispetto al mondo spirituale.

Domanda: In che modo l’egoismo costruisce immagini così ricche e affidabili, e tu dici che il mondo interiore è molto più ricco e importante?

Risposta: Quali immagini crea l’egoismo? Immagini piccolissime, dalle quali puoi solo trarre un po’ di gioia o da cui, se hai paura, ti puoi allontanare. Nient’altro.

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Da “Ho ricevuto una chiamata. La ricchezza del mondo interiore di un cabalista” di KabTV 10/01/12

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Cosa dovrebbero insegnare i media

Domanda: Come possono tutti i media che ci circondano trasformarsi in media kabbalistici, ossia che riportino informazioni utili e non solo stupide?

Risposta: I media dovrebbero educare le persone in modo da indirizzarle verso un’unificazione globale e integrale. Non possono fare altro.

Naturalmente non si tratterebbe di un’educazione kabbalistica, ma di una corretta unità sociale e morale. L’unità kabbalistica arriverà alle persone gradualmente.

Quando cominceranno a connettersi correttamente tra loro sotto la guida dei kabbalisti, allora cominceranno a sentire che in questa unione c’è una specie di forza interna, una proprietà interna, che li eleva e li ispira. Allora cominceranno a comportarsi in modo diverso.
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Da “I Got a Call” di KabTV. Media kabbalistici” 18/1/2012

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Rivelare una buona connessione

Domanda: Quando descrivi il campo, che noi percepiamo come particelle disparate, connetti mentalmente queste particelle cambiando il sistema di percezione?

Risposta: A volte uso anche questa analogia. Ma, in generale, questo campo è un sistema in cui tutto è connesso. È solo che i suoi elementi non sono inclusi correttamente nel sistema. Oppure sono inseriti al contrario e rallentano tutto, o sono inseriti male e in modo inefficace.

Pertanto, mi preoccupo di avviare il sistema in modo più esplicito, in modo che possa iniziare a funzionare da solo. Ma questo è un problema. Tuttavia, di volta in volta, gradualmente questo accade.

In linea di principio, si tratta di un enorme schema in cui tutte le parti esistono insieme in un’unità comune e immutabile. Questo quadro non cambia, poiché esiste una connessione rigida tra esse. Tutto dipende da come si inseriscono l’una nell’altra come elementi buoni o dannosi.

Nella loro reciproca inclusione, creano un sistema che le avvicina gradualmente a colui che lo ha creato, al Creatore, ossia  alla forza superiore, alla mente superiore. Così, gradualmente, diventando consapevolmente gentile (“ama il prossimo tuo come te stesso” è il nostro scopo principale), ti metti in ordine,  capisci in quale mondo esisti e in quale connessione con gli altri.

Quando imparerai, vedrai e comincerai a migliorare questo schema e il suo funzionamento, in primo luogo comincerai a sentirti a tuo agio. In secondo luogo, ti staccherai dal tuo corpo, che attualmente ti viene imposto come una visione inesistente, e ti sentirai esattamente in uno stato di inclusione con tutti gli altri.

Questa sensazione sopprimerà tutte le sensazioni terrene. Vedrai solo questo sistema intorno a te: come tutti sono interconnessi, come lavorano sulla connessione, ma lavorano male, ed è per questo che il nostro mondo è come lo percepiamo. Poi vedrai come viene incluso ed entra in questo sistema, si perde in esso, come se sparisse, si dissolvesse.

E la cosa più importante è che all’interno del sistema, quando inizia a funzionare in armonia, sentiamo la forza superiore, quella che ha creato questo campo. È la forza della bontà, della dazione, dell’unità reciproca e dell’amore. Sentendola, diventiamo come lei, eterni e perfetti.

Poi ci sono enormi gradi di sviluppo: un’unità sempre maggiore fino a unirsi in un unico insieme. Allo stesso tempo, si verifica il raggiungimento e la realizzazione, che è ciò che desideriamo internamente per noi stessi.

Tutti i nostri desideri terreni non sono nemmeno il primo grado di ciò che riceviamo quando ci muoviamo verso l’unità, perché otteniamo grande gioia, appagamento, eternità, perfezione, tutto! Possiamo farlo ora. Basta che scopriamo questa buona connessione tra di noi.

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Dalla trasmissione di KabTV “Ho ricevuto una chiamata. Un solo desiderio” 1/6/12

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L’idea divina della vita

Non siamo un Paese, né uno stato, né un popolo, siamo un’idea! Un Paese può essere distrutto, uno stato può essere conquistato, un popolo può essere massacrato, ma l’idea? L’idea non può essere uccisa! (Sholom Aleichem)

Domanda: Quest’idea vive in noi? Di quale idea sta parlando?

Risposta: In linea di principio, non c’è nessuna idea. Non esiste un’idea in sé. Alla fine, l’uomo la crea comunque dentro di sé. Egli crea dentro se stesso un’idea del perché esistere, in nome di cosa esistere e così via. E per questo motivo esiste.

Domanda: Ma c’è un’idea che le persone hanno seguito. Un uomo ha ispirato il popolo e lo ha guidato. Mi riferisco ad Abramo. Esiste ancora un’idea di popolo? Sholom Aleichem accenna a questo.

Risposta: Quell’idea è divina. Non è qualcosa che è stato creato dall’uomo. È percepita dal Creatore. E loro hanno ispirato il popolo e lo hanno portato dentro di sé.

Domanda: Quest’idea vive in noi o no?

Risposta: Io non vedo questo.

Domanda: Eppure, il grande cabalista Baal HaSulam scrive che abbiamo questo seme dentro di noi, ma è coperto da tonnellate di egoismo.

Risposta: Forse, in qualche luogo dentro di noi, sì.

Domanda: Cosa bisogna fare affinché questo seme sfondi questo cemento?

Risposta: Ci vuole un desiderio appassionato di scoprire il significato della vita. E questo ci sembra così difficile e persino insormontabile con i nostri sforzi che lo rifiutiamo a priori. Diciamo, “Ah, vivrò come faccio adesso. Questo è ciò che ho, e non c’è nient’altro.” L’uomo accetta di vivere un’esistenza così misera, squallida. E così fa l’intero popolo, e l’intero mondo, finché il Creatore non ci risveglia dall’alto.

Domanda: Quindi l’unica speranza è nell’alto?

Risposta: L’unica!

Domanda: Questo strato di cemento esiste già sopra il mondo. E l’unica speranza è per quello superiore?

Risposta: Speriamo in questo!

Domanda: Speriamo in questo. Ma dovremmo almeno fare qualche tipo di mossa? Non so cosa; prendere un martello, cominciare a picchiare questo cemento, fare qualcosa, sbattere la testa.

Risposta: No, facendo questo dimostri il tuo disaccordo con il piano della creazione.

Domanda: Quindi devo accettare lo stato attuale e stare fermo?

Risposta: Sì, devi accettarlo.

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Da KabTV “News with Dr. Michael Laitman” 9/11/23

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Le due vie della felicità di Benjamin Franklin

Ci sono due modi per essere felici: possiamo diminuire i nostri desideri o aumentare i nostri mezzi – entrambe le cose possono essere fatte – il risultato sarà lo stesso e spetta a ciascun uomo decidere per se stesso e fare ciò che sembra essere più facile. Se sei pigro, malato o povero, per quanto difficile possa essere diminuire i tuoi desideri, sarà più difficile aumentare i tuoi mezzi. Se sei attivo e prospero o giovane e in buona salute, potrebbe essere più facile per te aumentare i tuoi mezzi piuttosto che diminuire i tuoi desideri. Ma se sei saggio, farai entrambe le cose allo stesso tempo, giovane o vecchio, ricco o povero, malato o sano; e se sei molto saggio farai entrambe le cose in modo tale da aumentare la felicità generale della società (Benjamin Franklin, “On True Happiness”, 1785).

Domanda: Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, era un diplomatico, filosofo e scrittore. A lui viene anche attribuita la coniazione dell’aforisma “Ricorda che il tempo è denaro”. A proposito, è presente anche sulla banconota da 100 dollari.
Sei d’accordo con il suo percorso verso la felicità che consiste nell’aumentare le opportunità e nel contempo ridurre i desideri? È possibile?

Risposta: Altrimenti non funzionerà. Ridurre i propri desideri non è male, ma può essere una via di fuga dalle difficoltà e dalla vita. In generale, sono contrario a questo. Io sono per bilanciare il desiderato con il possibile e andare avanti.

Domanda: Che i miei desideri debbano coincidere con le mie capacità è la strada più sicura?

Risposta: Sì.

Domanda: In un modo o nell’altro, dici sempre: “La scienza della Kabbalah dice che i desideri cresceranno e non potrai sfuggirgli”. Cresceranno continuamente?

Risposta: Certamente.

Domanda: E cosa fai in parallelo? Qui il desiderio cresce.

Risposta: Bilanci questi desideri con le tue capacità. Man mano che tu invecchi, diventi lentamente più saggio. Quindi, non manifesterai troppo selvaggiamente questi desideri.

Domanda: Infatti tu dici questo: il desiderio cresce e dici: “Non posso farlo”. È questa la mia saggezza? Cioè, non padroneggerò questo desiderio.

Risposta: Sì, viene automaticamente interrotto.

Domanda: E se vivo così in questo stato, raggiungo una sorta di equilibrio?

Risposta: Sì, non voglio più del necessario.

Domanda: Questo non si chiama pensionamento o riposo?

Risposta: Allora? C’è un posto per questo.

Commento: C’è un posto da qualche parte quando sei già vecchio.

La mia risposta: Non lo so. Mi considero anziano e sento che è arrivato il momento in cui devo limitarmi in qualche modo.

Domanda: Ciò di cui discutiamo è adatto alle persone anziane o è ideale per i giovani con desideri in crescita?

Risposta: I giovani devono semplicemente posizionarsi correttamente in modo che desideri e opportunità siano sullo stesso livello.

Domanda: Sullo stesso livello: posso permettermi questo, ma non posso permettermi l’altro. È così?

Risposta: Sì.

Domanda: Cosa succede se non c’è equilibrio, se mi sforzo di desiderare?

Risposta: Allora una persona è sempre alla ricerca, in ascesa e caduta, in ascesa e caduta.
Domanda: È un male?

Risposta: In questo caso non raggiunge l’equilibrio tra ciò che desidera e ciò che è reale.

Domanda: Dovrei raggiungerlo?

Risposta: È preferibile.

Domanda: La scienza della Kabbalah dice questo: l’uomo è un desiderio. Cosa significa questo?

Risposta: Il desiderio è l’essenza dell’uomo. E l’uomo esiste per soddisfare i suoi desideri.

Commento: Per natura, voglio solo ricevere piacere. Soltanto!

La mia risposta: Sì.

Domanda: Cosa significa realizzare i miei desideri? Non posso essere riempito e voglio sempre ricevere.

Risposta: In tutto ciò che vedi intorno a te, seleziona e accetta automaticamente ciò che è essenziale per te e ciò che non è necessario e mettilo in pratica. E così ti muovi.

Domanda: Cosa dice la Kabbalah? Dice che è così che dovresti vivere?

Risposta: La Kabbalah dice che devi capire in cosa consiste la tua vita e in cosa consistono i desideri. Per cosa dovresti lottare e quali desideri dovresti realizzare? Mettili davanti a te. Scegli il più importante, il più essenziale. Poi potrai calmarti perché non ci saranno più scelte e potrai lavorare solo sul desiderio che vuoi raggiungere.

Domanda: A quale desiderio dovrebbe tendere idealmente una persona?

Risposta: Il più grande: l’equilibrio con il Creatore , cioè desiderare ciò che il Creatore desidera.

Domanda: Cosa vuole il Creatore?

Risposta: Dobbiamo chiederlo a Lui.

Domanda: Quindi una persona deve chiedere: cosa vuoi? Dovrei avere una risposta?

Risposta: Dovrei ricevere una risposta! Senza alcun dubbio! Altrimenti per cosa c’è da vivere?

Domanda: Non può andare avanti senza pensare? Ipotizzare e procedere così?

Risposta: No.

Domanda: Potrebbe seguire qualcuno?

Risposta: No, è sbagliato. È come un bambino piccolo che segue un bambino grande.

Domanda: La risposta che ricevo, dove la trovo? Come faccio a capire che questa è la risposta e non un imbroglio?

Risposta: Questo è il momento in cui raggiungi la pace.
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Domanda: Lei dice che le persone si trattano male, non si aiutano, ecc. Qual è il modo giusto di comportarsi?

Risposta: Finché non vedrete l’intero sistema della creazione nel suo complesso, niente vi aiuterà. Dovete vederlo! Per lo meno, cercate di concettualizzarlo secondo le opinioni degli scienziati.
Supponiamo di non vedere un campo di radiazioni, ma di averne paura: “E se fossi esposto alle radiazioni?”. Qui è la stessa cosa. Questo deve essere insegnato.

Questa è la base della formazione e dell’ educazione integrale che stiamo sviluppando per tutti nel mondo, in modo che la gente capisca di vivere in una sfera integrale e di dipendere completamente gli uni dagli altri. Ognuno definisce gli altri e quindi determina il proprio stato.

Si tratta di una natura eterna, non di qualcosa di temporaneo, per dire: “Ok, ho vissuto così e morirò così, ecco come sono”. No, questo è uno stato eterno, dal quale non si può fuggire. E voi, oltre a questo stato, apparite nel vostro corpo animale, che muore, appare e muore. Ma siete per sempre inclusi in questa sfera, in questa comunicazione tra tutti, come elemento speciale, come una parte del sistema chiamato “Adamo“.
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Da “Ho ricevuto una chiamata. Transizione efficace di saggezza” 28.12.2011

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Il 27 Marzo 2024 sarà possibile seguire un Webinar speciale “LA SAGGEZZA DELLA KABBALAH E IL SENSO DELLA VITA” pagina iscrizione: https://bit.ly/SensoDellaVita

Conoscenza contro Saggezza: Svelare i Segreti del Libro della Vita

Un saggio una volta disse: “Una persona deve acquisire sia conoscenza che saggezza”. Quando gli fu chiesto la differenza, rispose: “La conoscenza la si ottiene leggendo libri e la saggezza si ottiene leggendo il libro che tu stesso sei”.

Che tipo di libro siamo? Siamo il libro della vita, con tutte le esperienze che abbiamo nella vita.

Leggere questo libro della vita richiede di ricordare e di comprendere come viviamo. La nostra vita scrive questo libro ma solo noi possiamo esserne imbevuti  e comprenderlo se lo sfogliamo. Scrivere, in questo caso, significa che noi scriviamo questo libro. In ogni momento della nostra vita risolviamo i vari problemi che ci vengono posti e li trasformiamo  in azioni. Dobbiamo quindi capire come si svolge il tutto.

Scriviamo il libro della vita con dubbi e sangue, vale a dire: soffrendo. Viviamo in questo modo da migliaia di anni e tutto ciò che è accaduto è scritto in questo libro. Non c’è un altro modo e non c’è nulla di cui dobbiamo pentirci. Piuttosto, tutta la sofferenza che abbiamo patito è stata necessaria per scrivere questo libro della vita.

Le ultime righe del libro della vita, alle quali ci conduce, sono quelle che ci incoraggiano ad aprire maggiormente gli occhi e ad osservare il mondo con chiarezza. Potremmo allora vedere che solo noi dipingiamo l’immagine di questo mondo e di noi stessi al suo interno e che non esiste altra realtà oltre a quella che noi determiniamo.

Noi determiniamo l’esistenza di questo mondo e lo rendiamo esattamente così com’è. In realtà, non esiste un mondo. Siamo noi che lo definiamo. Ad esempio, esistiamo? È quello che definiamo noi.  In altre parole, noi stabiliamo che viviamo in questo o quel mondo e stabiliamo che siamo noi all’interno di questo mondo. Non esiste nient’altro che la nostra impressione di cosa e di come scriviamo. Se raggiungiamo un certo livello di consapevolezza, allora possiamo dire che è lì che il libro ci ha portato. In altre parole, le ultime righe del libro della vita ci dicono che siamo arrivati a conoscere il mondo dentro al quale ci troviamo. In questo modo siamo guidati da vari colpi di sofferenza per acquisire la conoscenza del mondo in cui viviamo.

Il risultato della lettura del libro della vita è che accettiamo e siamo d’accordo con tutto ciò che ci accade e che ci è successo. Le persone generalmente hanno paura e sperano di ricevere qualcosa di buono alla fine della loro dura vita. Il bene che possiamo ricevere è accettare tutto. Questo è il risultato della nostra vita e di questo libro della vita. Questo è il risultato della nostra vita e di questo libro della vita. In altre parole, il risultato della nostra vita è comprendere la vera natura in cui esiste una legge chiara, quella del “ciascuno secondo il proprio lavoro su se stesso”. Accettiamo e condividiamo questa legge nella misura in cui la realizziamo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

Il 27 Marzo 2024 sarà possibile seguire un Webinar speciale “LA SAGGEZZA DELLA KABBALAH E IL SENSO DELLA VITA” pagina iscrizione: https://bit.ly/SensoDellaVita

In un Unico Campo

Siamo tutti in un unico campo, come particelle permanentemente connesse. Ma questa nostra connessione originaria è come un circuito elettronico che esiste e che è così. Come funzionerà e quale programma eseguirà, dipende da noi.

Quando acquisti un computer, non risaldi i circuiti né modifichi alcuna scheda; questi esistono già. Ma, come caricare il computer, quale programma verrà eseguito e quali dati calcolerà dipende da te.

Questo è ciò che facciamo noi. Non installiamo nemmeno un programma in questo sistema. Funziona da solo. Porta tutte le parti della creazione, che sono collegate in un singolo organismo chiamato “Adamo“, un singolo sistema, a sentire questa connessione generale.

Ci sono due stati nell’applicazione di questo programma, in cui dobbiamo sentirci in un’unica connessione.

O camminiamo e a ogni passo il sistema ci spinge avanti, cioè evoca in noi degli impulsi negativi che dobbiamo involontariamente superare perché proviamo dolore, come se ricevessimo una scossa elettrica mentre urliamo “Ahi!” e corriamo da qualche parte, nella direzione opposta alla scossa. In questo modo creiamo una sorta di connessione, ma si tratta di un risveglio indesiderato tra di noi.

Oppure ci rendiamo conto che siamo in relazione con questo sistema che si manifesta ora in tutta l’umanità, a tutti i livelli della nostra connessione. Vediamo il nostro disaccordo con la connessione integrale; questo è chiamato “crisi.”

Alla fine, dobbiamo essere d’accordo con il modo in cui siamo connessi, tutti insieme, in un unico sistema, completamente interconnesso nell’amicizia e nell’amore, in cui tutti i nostri desideri, pensieri e proprietà saranno diretti solo dal lavoro originale del sistema in modo da non danneggiarlo con il nostro egoismo, ma correggere l’ego affinché diventi una buona interazione.
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Da “Ho ricevuto una chiamata. Un Unico Campo” di KabTV 27/12/11

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