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Che cos’è esattamente il fascismo? Cosa c’è di sbagliato in esso?

La parola “fascio” indica un gruppo di elementi legati insieme. Il fascismo è quindi una unione determinata di persone, ma un’unione senza alcuna correzione dei nostri desideri egoistici.

Il nostro desiderio quotidiano è egoistico, ovvero è un desiderio di servire noi stessi a spese degli altri. Se non facciamo alcun passo verso la correzione dei nostri desideri egoistici in modo che la nostra unione eviti di mirare al proprio beneficio  a spese di altri gruppi e nazioni, allora la nostra unione verrà costruita sulla base dell’opposizione e dell’odio nei confronti degli altri.

È questo il problema con il fascismo.  Il risultato è la distruzione reciproca.

La soluzione a questa forma imperfetta di unione è quella di unirsi non sulla base di un ego che si oppone agli altri, ma sulla base delle leggi fondamentali della natura: le leggi della dazione e dell’amore incondizionati.

Non ci può essere alcuna unione vera e duratura se non riusciamo a connetterci attraverso le leggi della natura che ci uniscono prima ancora che i nostri desideri egoistici ci diano un’immagine di divisione e distacco dagli altri.

Più ci sviluppiamo in incongruenza con le leggi della natura, più sperimenteremo gli scontri dannosi, distruttivi e bellicosi dei nostri ego che ci attanagliano in un perenne tiro alla fune. In altri termini, soffriremo sempre di più per il fatto che ci manca la saggezza di come unirci in un modo che ci porti armonia e pace durature, e la nostra crescente sofferenza genererà gradualmente in noi un bisogno più forte e più marcato di tale unità.
Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cosa significa unirsi “come un solo uomo con un solo cuore”?

“Un solo cuore” significa che all’inizio siamo in un unico desiderio.

Questo desiderio ci ha frammentati  e organizzati in miliardi di individui  separati e distanti l’uno dall’altro. In altre parole, nel nostro stato attuale, abbiamo molti cuori o molti desideri.

Quindi, correggendo noi stessi, cioè avvicinandoci in una comune intenzione di amare, dare e connettere come la forza dell’amore, della dazione e della connessione che i cabalisti chiamano “il Bore”, noi arriviamo a percepire una diversa immagine della realtà: che non ci sono “molti uomini”, ma piuttosto “un uomo”.

Nella misura in cui ci avviciniamo al Bore, aderendo noi stessi alla forza dell’amore, del dare e della connessione, arriviamo a percepire un’unica forma di dazione.

Osserviamo poi lo stato di unità “come un solo uomo con un solo cuore”, in adesione al Bore.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come posso sapere di cosa ha bisogno l’umanità?

L’umanità ha bisogno di sapere che c’è un livello successivo di completa unificazione a cui la natura ci fa avanzare, e il fatto che essa ci connetta contro la nostra volontà è la ragione di tutte le forme di sofferenza che proviamo. In altre parole, ci sono forze della natura che ci uniscono sempre di più e, rifiutando la tendenza a connetterci positivamente, soffriamo; al contrario, se agiamo all’unisono con le forze che ci connettono, potremo godere di una vita beata.

Per questo oggi abbiamo bisogno di un tipo di educazione completamente nuovo, che ci insegni a conoscere le forze della natura che operano su di noi e a capire come possiamo equilibrarci con queste forze realizzando la nostra connessione in modo positivo. Possiamo così elevarci pacificamente al livello successivo di una vita armoniosamente connessa, verso la quale la natura ci guida.

Vediamo che siamo diventati un’umanità globale. Non c’è modo di sfuggire alla nostra interdipendenza e interconnessione globale. Entrare all’unisono con la natura significa quindi aggiornare i nostri atteggiamenti nei confronti di questo stato di interdipendenza e interconnessione globale sempre più stretta in cui ci troviamo, rendendoci conto che siamo tutti su un’unica barca, che siamo un’unica famiglia in tutto il mondo, e iniziando a relazionarci gli uni con gli altri di conseguenza. Questo è il messaggio che la natura vuole che ascoltiamo, e se rimaniamo come bambini sciocchi che desiderano semplicemente inseguire ciò che sembra dolce e buono per ciascuno di noi individualmente, senza considerare la nostra influenza e dipendenza reciproca, allora cosa farà la natura? La nostra incongruenza con la tendenza della natura a connettersi è la ragione della nostra sofferenza di oggi, ed è la ragione per cui proveremo sempre più sofferenza nel futuro.

Dovremmo quindi prestare attenzione a ciò che la natura ha iniziato a mostrarci, ovvero che siamo un’unica umanità globalmente interdipendente e interconnessa e che, se vogliamo rendere la nostra interdipendenza armoniosa e pacifica, dobbiamo invertire i nostri atteggiamenti reciproci in modo che siano completamente inclusivi come la natura stessa.

È piuttosto complicato, poiché siamo nati e cresciuti unicamente nella nostra natura egoistica, il beneficio di se stessi a scapito degli altri e della natura, ma se ci mettiamo sulla strada dell’attuazione di un nuovo apprendimento che arricchisce la connessione in tutto il mondo, allora saremo in grado di subire una transizione positiva, alleviando la necessità di ogni tipo di turbolenza che si abbatte su di noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

Un’orchestra diretta “attraverso una collaborazione innovativa”

Fin dalla prima infanzia, i miei genitori volevano che diventassi un musicista. Mi hanno mandato a scuola di musica, dove ho imparato a suonare il pianoforte, e mi hanno portato al cinema a vedere film su grandi compositori e musicisti. Lo odiavo, ma ho imparato ad amare la musica, soprattutto l’opera. Ho anche imparato ad apprezzare le complessità e gli inconvenienti del suonare in un’orchestra. Così, quando ho saputo che a New York c’è un’orchestra che suona senza direttore, mi sono incuriosito. Inoltre, ho scoperto che non si tratta di un esperimento di breve durata: quest’anno l’orchestra, chiamata Orpheus, festeggia il suo cinquantesimo anniversario e il suo motto è “Esperienze musicali straordinarie attraverso una collaborazione innovativa”.

L’Orpheus è fiera della sua “capacità unica di creare collettivamente” e ha suonato regolarmente alla Carnegie Hall. Ad oggi, ha registrato più di 70 album con etichette come Deutsche Grammophon, Nonesuch e altre. Secondo il sito web di Orpheus, “il suono di Orpheus è definito dalle sue relazioni”.

Come appassionato di musica, so quanto debba essere impegnativo per un’orchestra di trenta musicisti creare musica buona e toccante. “Una cosa è che i quattro musicisti di un quartetto d’archi si adattino al suono del gruppo e interagiscano spontaneamente”, ammette il sito web dell’orchestra, “ma con venti o trenta musicisti insieme, le complessità e i vantaggi si amplificano in modo esponenziale”.

Penso che sia quasi innaturale. Il direttore d’orchestra è la mente dietro le note che ogni musicista suona. Senza un direttore d’orchestra che incanali l’ego di ciascun musicista per il bene di tutto l’insieme, è sorprendente che in un gruppo del genere ci si senta a vicenda e si suoni assieme in modo armonioso.

Tuttavia, se i musicisti accettano di “dirigere” il proprio ego, come fanno chiaramente i musicisti di Orpheus, allora possono veramente ascoltarsi a vicenda e creare un nuovo livello di armonia. Un tale livello non può essere raggiunto se un direttore d’orchestra in carne e ossa impone la sua volontà ai musicisti. Solo se gli esecutori “scelgono” di ascoltare l’orchestra piuttosto che se stessi possono raggiungere un nuovo livello di musicalità.

Per fare questo è necessario un grande lavoro interiore. In questa orchestra, non solo gli strumenti a corda, a fiato e a ottone devono essere intonati, ma soprattutto i cuori dei musicisti che li suonano.

Fotografia del fotografo Chris Lee.

(Per maggiori informazioni consultare il loro sito web https://orpheusnyc.org/)

La guerra che ha risvegliato l’Europa dal suo sonno

Nonostante il pericolo, i leader di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia sono saliti su un treno per Kiev per incontrare  il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo i funzionari dell’UE, questa guerra ha saldato l’Europa occidentale più di qualsiasi altro evento dalla seconda guerra mondiale. Il continente ora si armerà contro le minacce alla sicurezza.

In questa guerra, la Russia ha svolto il ruolo di nazione unificante e ha avvicinato i paesi europei. Ha dato loro una buona scossa per far loro sentire che ci sono altre cose importanti oltre all’avidità per il petrolio e il gas, come la sicurezza e la conservazione delle nazionalità. I Russi hanno fatto un ottimo lavoro in questo senso. Non per scelta, probabilmente inaspettata, ma è andata così.

Finora l’Europa ha immaginato di potersi affermare senza investire nella propria esistenza e sicurezza. Ogni paese ha creduto di poter riposare per sempre sugli allori senza fare alcuno sforzo, contribuendo solo in minima parte alla sicurezza, niente di più. Ma questo non è il modo per garantire una sicurezza duratura.

A causa del peggioramento della situazione, i paesi europei sono costretti a esaminare la rilevanza della loro appartenenza alla NATO, il che richiede anche alla NATO di dimostrare che si preoccupa davvero per tutti. Fino ad oggi, quando uno stato ha proposto di aumentare il bilancio della difesa, tutti hanno risposto platealmente che era impossibile.

Pertanto, il colpo sotto forma di guerra farà capire all’Europa che la pace ha un costo. Si spera che questo accada e di conseguenza la psiche europea cambierà. Si uniranno per motivi di sicurezza.

Non c’è una vera unificazione in questo momento tra i membri europei della NATO, poiché la vera unità dovrebbe essere adeguatamente sentita e il desiderio di unirsi non dovrebbe essere causato dalla costrizione, ovvero dalla minaccia di guerra. Ora sta accadendo soltanto per mancanza di scelta, ma è un passo in avanti per rivelare la verità, che è riconoscere quanta mancanza di unione vi sia tra i paesi europei e quanto siano deboli e indifesi.

Così la natura, la Forza Superiore, sta lavorando attraverso la Russia per risvegliare la letargica Europa. È la stessa forza che ha creato il mondo e che spinge l’umanità, attraverso tutti i tipi di difficoltà e sofferenze, ad avvicinarsi e ad unirsi gli uni agli altri.

Attraverso le generazioni, la Forza Superiore ha impregnato l’umanità di orgoglio, egoismo e altri desideri egoistici. Tali aspetti hanno causato tutti i tipi di problemi, tra cui la separazione e la guerra. Poiché tutti abbiamo gli stessi desideri egoistici, vediamo il resto del mondo come uno strumento per soddisfare i nostri capricci. Così, sfruttiamo e approfittiamo degli altri per anni, pensando che così dovrebbe essere la vita.

Nella nostra generazione, queste distinzioni, che si sono pigramente evolute attraverso periodi storici di schiavitù e coercizione, saccheggio e crudeltà, stanno acquistando una rinnovata importanza. D’ora in poi, queste intuizioni non si svilupperanno più gradualmente dentro di noi, ma ricadranno sulla nostra comprensione come una slot machine da cui una mossa riuscita fa cadere un abbondante flusso di monete.

Nella prima fase, la società umana si renderà conto che non può gestire la vita senza connessione. Vedremo attraverso piaghe, conflitti, guerre e altri eventi spiacevoli, che senza una migliore connessione umana non abbiamo futuro.

Nella seconda fase, mireremo ad unirci non solo per sopravvivere ed esistere, ma per vivere adeguatamente. Scopriremo anche cosa conta per una vita vera, come superare gli istinti egoistici dentro di noi e assomigliare alla forza della natura, dove tutto è in equilibrio. Tutto ciò che ci è richiesto è la comprensione che la relazione prevaricatrice ed egoista tra di noi porterà alla fine alla nostra distruzione. Da lì, il percorso verso il perseguimento dell’unificazione è breve.

 

 

La Paura ci arriva per un motivo

Commento: Tanya Mararu ti scrive: “come possiamo superare la paura che domani non ci saranno più soldi, non ci sarà da mangiare? Allo stesso tempo, tutti sono vivi e sani. Sono in maternità e lavora solo mio marito. E ho paura”.

La mia risposta: è una sensazione naturale, e io la comprendo.

Come superare la paura? Connettiti di più con le persone che pensano al futuro.  Tranquillamente, in modo distaccato, cercano di essere connesse tra di loro e cercano una connessione con la forza superiore che determina ogni cosa nel presente e nel futuro.

Domanda: perché la paura viene quando le cose vanno bene?

Risposta: è tutto determinato, ed è tutto molto positivo.  Senza la paura, l’uomo sarebbe un animale selvaggio.

La paura limita il nostro ego. La paura è una sensazione positiva che ci protegge, altrimenti impazziremmo.  Dobbiamo imparare a usarla correttamente.  E allora non avremo paura di essa, ma la benediremo.

Domanda: quale scopo ha la paura?

Risposta: lo scopo della paura è di indirizzarci correttamente verso il vero cammino di sviluppo, di trovare la forza più elevata di dazione, amore e connessione nelle relazioni tra di noi.  E allora non avremo più paura di nulla.

Domanda: e ti riferisci alle persone comuni?

Risposta: Oggi, è già adatta per le persone comuni.  Vediamo che il mondo intero ha paura.  E solo una persona che non comprende dove si trova può affermare con spavalderia di non avere paura di nulla.  Questo non deriva dal fatto di avere una mente elevata.  Ed è per questo che dobbiamo benedire la paura, perché ci dirige correttamente verso la meta corretta.

Domanda: Ovvero verso gli altri?

Risposta: Sì. Dobbiamo capire che la paura arriva per un motivo. E’ un bene molto prezioso.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “News with Dr. Michael Laitman” 8/12/21

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La transizione dall’individualismo alla comunità

Domanda: Alcuni esperti credono che sia consigliabile cambiare costantemente i concetti manageriali per includere gli ultimi avanzamenti della scienza.  Un approccio tale, di trasformazione costante del sistema , è possibile da un punto di vista Kabbalistico?

Risposta: E’ necessario. Ma innanzitutto, dobbiamo innalzarci dal livello di approccio individualistico  del mondo, della vita, e della risoluzione dei problemi, individuale, a un livello di approccio integrale.

Ora inizierà una fase di transizione, dall’individualismo alla communità.  Per far sì che questo avvenga, si dovrebbe creare un team in cui, diciamo, dieci persone, si sentono come un’unica entità comune.

Una visione completamente diversa della natura, del lavoro, della vita, di tutto, comparirà in loro.  Cambierà l’algoritmo della percezione dentro di loro e inizieranno a sentire la natura diversamente da come la sentiamo noi, al di sopra di ogni differenza individuale.  Compare un nuovo livello di pensiero integrale, con una sensazione completamente nuova, e un nuovo modo di risolvere i problemi.

Quando ci innalziamo a questo livello, iniziamo a sentire che tutta la natura, compreso noi stessi, è un unico intero, ci relazioniamo alla natura nella maniera corretta.  E poi iniziamo a prendere decisioni manageriali  completamente nuove, nuove istruzioni, con un obiettivo totalmente diverso.  L’obiettivo è soltanto ulteriore integrazione.

In questo nuovo livello fondamentale, uniamo ancora di più tutti gli elementi della natura nella nostra consapevolezza, in modo che diventi sempre più integrale, e comprende, in maniera più ampia possibile, l’intera natura, e il più vicino possibile, l’intera umanità.  Quindi l’egoismo, sempre crescente, non ci divide in alcuna delle sue manifestazioni, ma, al contrario, ci obbliga a unirci al di sopra di esso.

Nella nuova percezione della realtà, ci sono 125 livelli di interazioni, sempre più integrali.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “The Science of Management”

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Durante il workshop ascoltiamo tutti

Domanda: Perché è importante che tutti parlino durante il workshop?

Risposta: Dobbiamo incoraggiare i nostri amici, dobbiamo sentirli. Ognuno di loro dovrebbe essere in grado di parlare per capire di più se stesso, per potersi esprimere.

Domanda: E se una persona dice: “Io passo, non posso parlare, non voglio farlo”?

Risposta: In quel caso non c’è nulla che tu possa fare. Le persone nel nostro mondo sono molto diverse fra loro: alcune sono silenziose e altre sono loquaci. Ma nel gruppo, dobbiamo smussare tutto.

Nota: Durante il workshop ascoltiamo ogni amico e lo dimostriamo con empatia. Cioè, parliamo a turno, non ci interrompiamo l’un l’altro, ascoltiamo attentamente.

Commento: Nel workshop siamo interessati proprio all’opinione di tutti. Anche se certi pareri non mi interessano, devo sforzarmi di ascoltare in modo che il mio ego non ignori i messaggi dei miei amici.

E anche se il mio ego non vuole ascoltare nessuno, le loro opinioni sono quelle più importanti e valide per me.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/10/2017

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Non parlare dei tuoi sentimenti

Domanda: Perché non posso parlare dei miei sentimenti durante il workshop? Significa che devo nasconderli?

Risposta: No, non li devi nascondere, però i tuoi sentimenti egoistici non interessano a nessuno, non puoi ‘sistemarli’ e nepppure far crescere noi con essi.

Se parli con frasi prese da un libro, difficilmente puoi ispirare gli amici, perché tutti capiscono che stai recitando quello che hai letto. E non devi nemmeno parlare molto dal tuo cuore, perché se noi egoisti sentiamo quello che tu senti nel cuore possiamo danneggiarti.

Di solito i kabbalisti parlano dell’innalzamento comune e della grandezza del Creatore, nelle loro parole; però all’inizio è meglio parlare del gruppo, di quanto speciale è il sistema attraverso il quale possiamo raggiungere l’adesione con il Creatore e portare tutto il mondo verso il nuovo stato che richiede.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/10/2017

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Un muro fortificato

Dr. Michael LaitmanDomanda: Non capisco, cosa posso fare ora a livello personale per fermare il terrorismo?

Risposta: Dobbiamo venire a studiare. Non è possibile spiegare in poche parole l’intera Saggezza della Kabbalah. Tuttavia, la Saggezza della Kabbalah parla solo di come mettere in pratica la legge generale e fondamentale della natura chiamata “E tu amerai il tuo amico come te stesso” (Levitico 19:18). In altri termini, spiega che tutte le parti della natura sono collegate tra loro da relazioni buone e belle che si completano a vicenda, e di come proprio il popolo d’Israele sia responsabile di questa connessione.

Domanda: Supponiamo che io oggi cominci a studiare, gli attentati ad Israele continueranno e la gente sarà ancora uccisa?

Risposta: Non abbiamo un altro mezzo per fermare gli attentati se non quello di imparare come amare gli altri. Nient’altro ci aiuterà e la situazione può solo continuare ad aggravarsi. Non lasceranno nemmeno che ci opponiamo al terrorismo in alcun modo, visto che il mondo intero sarà contro di noi.

La prossima volta questa ondata di terrorismo sarà anche peggiore. Non voglio spaventarvi, ma è necessario capire che la situazione non cambierà in meglio. Non c’è motivo di sperare che i leader delle varie nazioni cambieranno e la nostra situazione potrà migliorare. Questo non aiuterà, poiché tutto dipende solo da noi, com’è scritto: “I cuori dei principi e dei re sono nelle mani del Creatore (Proverbi 21:1)”. Quindi, dobbiamo esaminare come noi, cioè voi ed io, saremo in grado di gestire il mondo.

Domanda: E’ interessante che anno dopo anno appaiono nuovi politici che promettono di risolvere questo problema con vari metodi, ma alla fine, nel migliore dei casi, tutto rimane com’era e, nella maggior parte dei casi, peggiora. Però lei dice che solo lo studio della Saggezza della Kabbalah, ovvero, il metodo della connessione e unione, può aiutare?

Risposta: E’ così che costringeremo tutti gli altri popoli del mondo a rapportarsi al popolo d’Israele. Questo influenzerà i nostri vicini, senza spiegazioni e negoziati, e placherà gli stati d’animo in ogni villaggio arabo o ad Afula, Nazareth, Jaffa e Gerusalemme.

Se vogliamo che si calmino o, meglio ancora, che diventino nostri collaboratori ed amici, possiamo farlo: dobbiamo solo cominciare a studiare la Saggezza della Kabbalah.

Nel libro Shem MiShmuel di Rabbi Shmuel Bornstein da Sochatchov è scritto che “Se Israele ritorna all’unione, allora le forze ostili non avranno possibilità di far loro del male, poiché diventano una sola persona con un solo cuore, sono come un muro fortificato davanti a tutte le forze del male”.

Non si tratta soltanto della forza di unione egoistica che vediamo in questo mondo, come nella Mafia, questa unione ci rende simili alla forza superiore della natura, e in questo modo conquistiamo la capacità di influenzare il mondo intero.

Così garantiamo che tutti si uniscano e siano connessi. Col raggiungimento dell’unione di tutti gli ebrei, senza altre parole, entriamo in quell’ordine naturale che obbliga anche tutti gli altri ad unirsi.

Baal HaSulam scrive che il popolo d’Israele fu creato come collegamento e, nella misura in cui si corregge, trasferisce il suo potere a tutti gli altri popoli del mondo, senza dire una parola. Per poter influenzare il mondo intero in modo positivo è sufficiente unirci tra noi, mentre otteniamo una reazione negativa dal mondo se il nostro popolo rimane separato e non si è unito.
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Dal Programma della radio israeliana 103FM, 11/10/2015

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