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L’unicità del Creatore – 1′ Parte

La teoria della governance del mondo: la Natura

Commento: Dal punto di vista della Kabbalah, il Creatore e la Natura sono la stessa cosa. Baal HaSulam nel suo articolo “La Pace” spiega le cinque teorie sulla governance del mondo e su come, nel corso della storia, l’umanità abbia cambiato la propria opinione rispetto al Creatore.

La prima teoria è “La Natura”, secondo la quale…

“… essi sono arrivati a supporre che il Creatore, che ha creato tutto questo e che veglia potentemente sulla Sua realtà in modo che niente in essa sia cancellato, sia irragionevole o insensato.

“… E per questo motivo, loro credono che non vi sia nessuno con cui arrabbiarsi, a cui pregare o a cui giustificarsi”.

Il mio commento: Questa è un’ottima teoria. In effetti vediamo che è così.

Ci troviamo di fronte alla legge immutabile della Natura e dobbiamo studiarla bene. Studiandola, iniziamo a capire che tutto dipende dalla nostra conformità a questa legge, non da come essa cambia. Dopotutto, essa cambia rispetto a noi per cambiarci. Questo è tutto!

Questo significa che la legge è immutabile. La Natura si muove sempre in connessione per manifestarsi nei nostri confronti in una connessione integrale sempre più grande.

Noi non possiamo parlare dell’essenza della Natura. Possiamo solo parlare di come la percepiamo, perché non sappiamo cosa sta accadendo al di fuori dei nostri cinque sensi. Siamo come un neonato che non vede, non sente o non percepisce. In seguito il bambino inizia gradualmente a mostrare i propri sensi mentre comincia ad esplorare il mondo.

Noi viviamo in una sorta di spazio, e questo spazio è anche nelle nostre sensazioni. Lo percepiamo con i nostri cinque sensi; cioè, qualcosa di esso si riflette in noi. Non sappiamo cosa sta realmente accadendo.

Domanda: Possiamo dire che tutto ciò che vediamo intorno a noi è il Creatore?

Risposta: No. Possiamo chiamare il Creatore tutto ciò che sta dietro a questo: una legge, una forza, un pensiero e un’intenzione.

Domanda: Non è ciò che vedo con i miei cinque organi sensoriali?

Risposta: No. Io vedo che tutto intorno a me sta cambiando. Colui che cambia tutto si chiama Creatore.

Puoi chiamarLo, come scrive Baal HaSulam, una legge insensata o, al contrario, una legge che è piena di sentimenti e intenzioni, che possono cambiare o meno a seconda del tuo atteggiamento nei Suoi confronti.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 10/12/2018

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L’evoluzione dei desideri – 3′ Parte

Un doppio problema

Osservazione: Per ciò che riguarda i nostri desideri, la piena soddisfazione viene percepita solo per un breve periodo, dopodiché scompare. Questo è un vero problema.

Il mio commento: L’appagamento non scompare, è semplicemente represso da altri desideri perché questi cambiano in noi in ogni momento.

Dato che abbiamo un gran numero di desideri e che essi sono in relazione fra loro, questa loro costante correlazione non ci dà pace.

Quindi dimentichiamo il passato e pensiamo già al futuro. La sensazione scompare. Anche se desideriamo tornare ad essa, non ne siamo più in grado.

Domanda: Cioè il riempimento non è permanente?

Risposta: No! Il riempimento esiste nel desiderio. I desideri cambiano e traboccano di continuo l’uno dall’altro in ogni tipo di combinazione. Dopotutto una persona ha un gran numero di desideri. Perciò sentiamo continui cambiamenti in noi stessi.

Domanda: Perché quando il riempimento scompare ci sentiamo doppiamente vuoti?

Risposta: Se non ci fosse riempimento, avvertiremmo la sua mancanza. Dato che il riempimento è già avvenuto e passato, noi sentiamo la sua assenza e la mancanza di questo spazio come riempimento, il che significa che sentiamo una doppia mancanza.

Supponiamo che io sia al livello zero, avverto una certa mancanza, come un vuoto e quindi mi viene dato il riempimento, diciamo, per due milioni, dopodiché questo riempimento sparisce ed io sento la mancanza di riempimento per due milioni in più di ciò che avevo, ossia di ciò che ho perso. Non mi sento solo al livello zero, ma “zero meno due milioni”.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 03/12/2018

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Periodi storici e sviluppo dei desideri

Domanda: Da un punto di vista storico, possiamo suddividere l’evoluzione dei desideri umani in base ai periodi storici. Presumibilmente dal 35.000 a.C. al 4.000 a.C. si sviluppò il livello inanimato dei desideri umani. Erano desideri di base come cibo, sesso e famiglia.

In seguito, 4.000 anni fa, a partire dal crescente egoismo in Babilonia ed approssimativamente fino al V secolo, ebbe luogo lo sviluppo del livello vegetale dei desideri, principalmente desideri di ricchezza.
Dal V secolo al XV secolo, in un solo migliaio di anni, si sviluppò il livello animato del desiderio, quello per il potere, e dal XV al XX secolo avvenne lo sviluppo del livello umano dei desideri, quello per la conoscenza.

L’inizio del XX secolo fu segnato dallo sviluppo sia dell’individualismo delle persone che dal desiderio spirituale, perché le persone hanno iniziato ad avere il desiderio di raggiungere le loro radici.
In che modo tutti questi desideri sono divisi in inanimato, vegetale e animale, in ogni persona?

Risposta: Dipende dalla natura di ogni persona, da quale livello di egoismo prevale in lui o in lei. Dopotutto, tutti questi desideri appartengono ai vari livelli egoistici: inanimato, vegetale, animale, umano. A seconda della forza dell’egoismo in ognuna di queste componenti, una persona è più incline alla soddisfazione del livello animale o vegetale, oppure a quella dei livelli inanimato o umano.

Domanda: Osserviamo come, nel corso della storia, i nostri desideri sono in costante crescita. I desideri crescono sia in una persona che in tutta l’umanità. Per quale motivo?

Risposta: Questo è dovuto al fatto che dobbiamo raggiungere la massima qualità e quantità di desideri nella loro più ampia varietà. Dobbiamo valutare, soppesare e trovare il loro scopo in noi, come funzionano, perché si manifestano, per che cosa ci saranno utili.

Tutto questo serve per non essere meri esecutori di questi desideri ma di essere in grado di controllarli e di prenderne possesso, governare su noi stessi, raggiungere un livello più alto di noi stessi, in modo che controllando i nostri desideri otterremo la massima libertà da essi e la capacità di controllarli, secondo una sorta di decisione più alta e ragionevole.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di basse della saggezza della Kabbalah”, 03/12/2018

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I quattro livelli del desiderio

Domanda: L’intera storia dell’umanità è il processo di sviluppo del desiderio dell’uomo. Baal HaSulam scrive nei suoi articoli che sia in natura che all’interno dell’individuo ci sono quattro livelli di desiderio: inanimato, vegetale, animale e umano. Per questo motivo percepiamo questi quattro livelli al di fuori di noi.

Cosa sono questi desideri e quanti ce ne sono, in quantità e qualità?

Risposta: Fondamentalmente il desiderio di ricevere è comune a tutti i livelli della natura. Ma con cosa vuole essere soddisfatto, dipende dalla mancanza che il desiderio prova e da cosa gli darà la sensazione di riempimento e piacere.

Se questo desiderio si trova al livello inanimato, allora vuole realizzarsi così com’è, e allo stesso tempo non è in grado di aggiungere o sottrarre nulla dal proprio desiderio, ma agisce solo nello stesso modo in cui esiste. Questo desiderio è chiamato inanimato. Non può svilupparsi, ma vuole soltanto impossessarsi di qualsiasi cosa che sente mancargli, ossia avvicinarsi a qualcosa o allontanarsene. Funziona così.

Poi il desiderio si sviluppa dal livello inanimato a quello vegetale.

Qui già ci sono cambiamenti nel desiderio stesso. Cresce, cambia di forma, crea ogni tipo di desiderio ausiliario e gli strumenti per la loro realizzazione. Così si sviluppa in lunghezza, larghezza, cresce, si muove verso il sole, l’aria e l’acqua. Acquisisce la capacità di controllare il proprio desiderio iniziale al fine di realizzarsi. Questo desiderio è chiamato vegetale.

Tuttavia non può spostarsi da dove si trova, come una pianta che cresce esattamente nel luogo dove è stata piantata. Si può estendere da lì ma le sue radici iniziali restano dove sono state piantate dalla forza superiore, cioè da qualcosa o da qualcuno di esterno a lui, e continua a svilupparsi da questo stadio.

Comunque, questo tipo di desiderio può riprodursi, influenzare l’ambiente ed esserne influenzato. Accade come per le piante che interagiscono con le quattro stagioni della natura: inverno, primavera, estate e autunno. Il livello inanimato non ha invece questa capacità.

Il desiderio vegetale differisce da quello inanimato per il fatto che si estende, ma anch’esso, comunque, rimane sempre lì dove è nato.

Il successivo desiderio è quello animale. Questo già può spostarsi da un luogo ad un altro, cioè ha libertà di movimento. Ovviamente, la sua riproduzione è molto più complicata e non avviene come per le piante perché richiede connessione con gli altri.

Nel desiderio animale ci sono individui maschi e femmine che si spostano, costruiscono famiglie tra loro, cercano attivamente sostentamento e così via. A questo livello già si litiga per la conquista di un proprio spazio, di una femmina o per la sopravvivenza della specie. Ciò significa che questo desiderio possiede tutti gli strumenti per realizzarsi in modo ottimale.

Il livello successivo del desiderio è quello umano che racchiude tutti i desideri precedenti. In più, ha la libertà di scelta nella sua realizzazione e può spostarsi, organizzarsi, allontanarsi, avvicinarsi e cambiare il suo obiettivo rispetto a cosa o a come può svilupparsi.

L’essere umano non è limitato nei suoi desideri e nel loro riempimento, tutto dipende solo da lui. Quindi, i suoi desideri: inanimato, vegetale, animale e umano gli danno piena libertà. Egli è il leader, egli è il re della natura.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 03/12/2018

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E i pianeti apparvero nel cielo

Domanda: Se le dieci Sefirot corrispondono ai dieci pianeti, perché ne abbiamo scoperti solo nove? Questo ha una radice spirituale?

Risposta: Il fatto è che in realtà nell’Universo ci sono molti più pianeti. La Kabbalah lo aveva predetto molto tempo fa.

In particolare, Il Libro dello Zohar ne parla molto in diverse sue parti. Io non ero interessato a questo. Sebbene, da bambino io abbia studiato astronomia, non appena mi sono avvicinato alla Kabbalah, le conseguenze spirituali del nostro mondo non mi hanno più interessato.

Domanda: Nella Torah è scritto: “E i pianeti apparvero nel cielo…”. Di cosa sta parlando?

Risposta: La Torah non descrive i pianeti fisici, ma le forze spirituali. La Terra, il Sole e la Luna sono tutte forze spirituali e non ciò che possiamo vedere e osservare. Sebbene seguiamo il calendario terrestre, è necessario comprendere chiaramente quando si riferisce alle radici spirituali e dove sono le loro conseguenze.
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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 30/12/2018

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Comprendere le forze nascoste della Natura

Domanda: Qual è la “Rivelazione del Creatore alle creature in questo mondo”? È possibile confrontare la rivelazione del Creatore con la rivelazione delle leggi del magnetismo o dell’elettricità? Impariamo semplicemente come usare quelle leggi della natura che prima ci erano nascoste?

Risposta: Rivelare il Creatore significa rivelare le forze nascoste della natura, le loro dipendenze, leggi, formule e grafici, per comprendere dentro cosa esistiamo; per capire non il quadro che vediamo ora ma piuttosto le forze che ci sono dietro ad esso.

La natura è controllata da determinate forze. Le loro relazioni reciproche, il loro impatto su di noi, il nostro impatto inverso su di loro; per continuare la nostra esistenza abbiamo bisogno dell’intero quadro, almeno in modo più o meno confortevole e fiducioso. Le scienze del nostro mondo ci portano solo alla consapevolezza che noi non controlliamo la natura e le sue forze: possiamo in qualche modo nasconderci dal loro impatto negativo e nient’altro.

Allo stesso tempo vi è la crescente consapevolezza che la scienza è in crisi, in un vicolo cieco, e il prossimo passo in avanti dovrebbe avvenire oltre i limiti del nostro mondo, verso quelle forze che stanno al di fuori della sfera della nostra esistenza attuale, al di fuori della sfera del nostro universo.

Queste sono le forze nascoste della natura che sono più alte di noi e definiscono la nostra intera vita.

Domanda: Possiamo dire che esse sono la causa degli eventi che ci accadono nel mondo corporeo?

Risposta: Naturalmente. Assolutamente.

Domanda: Se raggiungo questa forza nascosta mentre sono in questo mondo, cioè se la sento con i miei cinque sensi, posso dire che è questa la rivelazione del Creatore?

Risposta: Sì, puoi dirlo.

Domanda: È un conseguimento sensoriale?

Risposta: È conseguito non solo nelle percezioni, ma anche nella mente.

Noi riveliamo come le forze che ci riguardano sono interconnesse, il loro sviluppo causale e il loro impatto considerevole su di noi. In generale, vediamo un quadro completo del nostro mondo sotto l’influenza delle forze del governo superiore, ma il significato “superiore” è ancora nascosto a noi.

Inoltre, iniziamo a vedere e a comprendere la possibilità della nostra influenza su queste forze attraverso una connessione inversa, al fine di portarle ad uno stato in cui ci influenzano in modo desiderabile e positivo.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’essenza della scienza della Kabbalah – 2′ Parte”, 12/11/2018

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L’armonia è un equilibrio fra contraddizioni

Domanda: Che cosa s’intende per stabilità e armonia dal punto di vista kabbalistico?

Risposta: L’armonia è l’equilibrio tra le forze di ricezione e di dazione che si bilanciano reciprocamente, si enfatizzano, si espandono, aumentano e allo stesso tempo portano alla stabilità.

Domanda: Allora perché è stato necessario creare questa contraddizione? Non era possibile creare da subito l’armonia e la stabilità?

Risposta: No. Non saremmo stati in grado di percepirli, come gli insetti che vivono in un’armonia relativa. Vediamo che l’esistenza, specialmente nel nostro mondo, consiste precisamente nella lotta tra due principi. Pertanto, qui non c’è armonia, ma solo una lotta alternata e fluttuante che conduce ad uno stato di maggiore o minore equilibrio tra le due forze opposte.

Solo la saggezza della Kabbalah spiega come sia possibile raggiungere l’equilibrio nel quale entrambe le forze si completano reciprocamente.

Nel mondo materiale queste forze si escludono a vicenda, cercano di distruggersi e annullarsi l’una con l’altra. La “Kabbalah”, che tradotta dall’ebraico significa “la saggezza della ricezione”, spiega come costruire correttamente la combinazione reciproca di due opposti in modo che l’esistenza spirituale sia possibile fra loro.

La vita terrena si fonda su semplici principi: l’equilibrio relativo di entità inanimate, vegetali e animate, che vivono per un certo periodo e poi muoiono. Cioè, l’equilibrio corporeo non resiste alla prova del tempo.

La spiritualità, al contrario, si sviluppa costantemente fino a raggiungere l’equilibrio assoluto in tutte le sue manifestazioni e si chiama Gmar Tikun (la fine della correzione).

Domanda: Significa che il concetto di felicità può esistere solo se ci sono contraddizioni?

Risposta: La felicità è possibile solo quando c’è un conflitto e si percepisce proprio in quei momenti in cui la lotta giunge all’equilibrio. Non ci possono essere soddisfazione, felicità o piacere se prima non senti il vuoto. Pertanto, ci deve essere una lotta per percepirne poi il risultato positivo. È così in tutto.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 16/12/2018

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L‘impotenza di fronte alla Natura

L’umanità sente se stessa come vivente in un certo spazio. Ciò che esiste in esso lo definiamo come nostro mondo. Questa è la natura circostante, nei suoi livelli inanimato, vegetale, animale e umano.

Il nostro mondo è governato in un modo e vive in accordo alle sue proprie leggi. Noi studiamo queste leggi e cerchiamo di trovare qualche connessione tra loro, come ci influenzano, come possiamo noi influenzarle, quali sono le qualità della natura e come soggiogare la natura per rendere vantaggioso e confortevole per noi esistere in questo mondo.

Come risultato del nostro sviluppo, che è durato molte migliaia di anni sulla terra, noi giungiamo alla conclusione che conosciamo ancora molto poco il nostro mondo, perché accadono eventi che non possiamo prevedere e ci sono forze che non possiamo controllare. Esse ci colpiscono in modo terribile, ci spaventano e ci mettono in condizioni che ci fanno sentire piccoli, insignificanti e miserevoli.

Nonostante le conquiste della scienza non sappiamo ancora quando si verificheranno un terremoto o un ciclone e quale impatto causeranno. In generale, ci sono enormi forze della natura che si sviluppano e ci causano grandi sofferenze e non possiamo fare nulla a proposito.

Non possiamo fare nulla con le nostre vite, non possiamo creare una buona società, correggere le interazioni tra coniugi, bambini e genitori. Non possiamo fare nulla per il fatto che nelle nostre vite siamo limitati, deboli di fronte alla natura e di fronte a noi stessi. Siamo bisognosi di fronte alla vita e alla morte e questo lo troviamo molto deprimente. A livello subconscio questo ci umilia.

Generalmente viviamo in un mondo che non conosciamo.

Domanda: Ci sono degli algoritmi che la natura sviluppa attraverso di noi e che noi non conosciamo?

Risposta: Anche se li conoscessimo un po’ ed arrivassimo gradualmente a conoscerli, non ci aiuterebbero a governarli. Lo sviluppo dell’umanità ci guida a proteggerci in qualche modo dalle influenze negative della natura, ma nient’altro.

Una persona si trova ad esistere nel sistema delle forze della natura che la governano a tutti i livelli. Non possiamo fare nulla nel campo economico, delle relazioni famigliari, delle relazioni tra stati o nella sfera dell’ecologia, in nessun ambito. È in questa nostra epoca, quando abbiamo raggiunto tale prosperità, tale forza e comprensione della natura che arriviamo a persuaderci soltanto che siamo molto deboli e che non la conosciamo.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’Essenza della Scienza della Kabbalah – 1′ Parte”, 11/12/2018

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Il coefficiente di dazione

Qualsiasi scienza nel mondo studia le connessioni tra le parti della realtà, ciascuna al proprio livello di realtà: fisiologica, psicologica, biologica e fisica, e quindi c’è la psicologia, la biologia, la fisica, ecc.

La saggezza della Kabbalah non si occupa di questi livelli, bensì di quello più elementare, cioè il desiderio contenuto in ogni parte della creazione, solo in forme diverse, su diversi livelli e in diverse dimensioni.

Pertanto, la Kabbalah è considerata la scienza fondamentale. Conduce la stessa ricerca scientifica di qualsiasi altra scienza, ricava formule, studia la creazione e le azioni del Creatore, chiarisce qual è il nostro posto nella creazione e misura la creazione in relazione al Creatore. Tutto ciò presuppone uno studio scientifico serio. Tutte le altre scienze non danno definizioni così precise.

In effetti, la creazione è molto complessa. Anche se sembrerebbe basata su una formula molto semplice: il desiderio del Creatore di dare equivale al desiderio della creatura di ricevere.

Tuttavia, questa non è una semplice equazione perché include un coefficiente che dovrebbe portare sullo stesso livello il desiderio di ricevere e il desiderio di dare: il desiderio del Creatore di concedere è uguale a C moltiplicato per il desiderio della creatura di ricevere.

Questo coefficiente include al suo interno una restrizione, uno schermo (Masach) e una luce riflessa. Abbiamo bisogno di lavorare su questa equazione tutto il tempo. Pertanto, devo conoscere il desiderio di ricevere, il desiderio di dare e il mio coefficiente.

Quindi studio sempre il desiderio del Creatore di dare. Lo desidero e mi identifico con Lui. In base a questi parametri, determino il mio stato e il mio posto nella creazione. In questo modo, esploro tutta la creazione. Senza questo, mi è impossibile relazionarmi correttamente con il Creatore, e ho bisogno di raggiungere il grado di amore per Lui. Il coefficiente è la mia intenzione a favore della dazione. Senza di esso, non posso contattare il Creatore.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah dell’1/03/2018, “Gli Scritti di Rabash”

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