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Perché sono cosi aggressivi i rivoltosi?

Domanda: Da dove prendono questa grandissima forza di aggressione i rivoltosi e i saccheggiatori, prima in Inghilterra e più recentemente in Francia?

Risposta: Per la prima volta nella storia, la giovane generazione, insieme alla generazione anteriore – i loro genitori, entrambe pensano che la giovane generazione avrà una vita peggiore della generazione precedente. Inoltre, è incerto se potrà vivere e per quanto tempo.

Le persone hanno sempre pensato che “i nostri figli faranno meglio di noi”. In particolare, da metà del ventesimo secolo in poi, la generazione che seguiva un’altra viveva sempre meglio della precedente. Ma questa tendenza ebbe fine con il completamento della crescita dell’egoismo e la sua chiusura in un sistema integrale, al quale non corrispondiamo. Quindi, non sappiamo vivere da quel punto in avanti.

È sorto un enorme sentimento d’incertezza, che evoca sentimenti di paura e poi aggressione, e il desiderio di fare qualsiasi tipo di azione per poter portare alla luce quello che sta succedendo. La soluzione del problema risiede nell’educazione, cioè una spiegazione del fatto che se diventiamo similari alla natura diventiamo onnipotenti come essa.

Equivalenza con la natura significa cambiare la nostra unificazione egoista e involontaria a una volontaria, altruista e mutua, finché raggiungiamo l’amore universale. All’interno di quell’amore riveleremo la nostra eternità e perfezione, che sono presenti nelle fondamenta della natura.
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È arrivato il tempo di completare la nostra storia

Fino ad ora la società non ha scritto la propria storia, ma si è adattata a essa semplicemente. Tuttavia, oggigiorno, nel nostro nuovo stato di sviluppo, saremmo quelli che completeranno la nostra storia. È un’opportunità che c’è data dopo migliaia di anni d’infanzia.

Nell’intero corso della storia, l’uomo si è sviluppato sotto le regole dell’egoismo, la cui costante crescita ci ha costretto a trovare i mezzi e modi per soddisfare i nostri desideri. In questa maniera, la natura ha diretto i nostri movimenti spogliandoci del nostro libero arbitrio. L’uomo non ha cambiato se stesso coscienziosamente; piuttosto è stata la natura a farlo secondo il suo programma.

Dal nostro punto di vista, ci sembrava di poter cambiare l’ambiente in base alle nostre richieste, ogni volta che ce n’era bisogno, ma è arrivato il momento in cui l’uomo deve cambiare e corrispondere alla natura. Gli scienziati iniziano a essere d’accordo su questo.

In generale, che cos’è la “natura” che abbiamo cercato di conquistare in vano per tanto tempo?

Quando una madre esce dalla stanza dei bambini, lasciando suo figlio a giocare con i giocattoli, il bambino non si sente libero? Certo, lui si gode veramente questi momenti da solo, senza comprendere che ha lo sguardo attento e amorevole della madre su di lui. Lui sente di essere libero.

È cosi che la “natura”, il sistema di governo nel quale esistiamo, c’è occulto. Genera in noi questa sensazione di libertà, anche se in realtà la libertà non esiste. Questa illusione è stata pianificata specificamente dall’evoluzione in modo che ci potessimo sviluppare liberamente nel nostro egoismo, usando e seguendo i nostri desideri, cosi come la nostra natura, le nostre qualità e possibilità ci possono permettere.

E noi abbiamo pensato che fosse buono, che noi dovessimo svilupparci in questa maniera. Le relazioni sociali e le tecnologie sono cambiate; cambiavamo cose costantemente, sempre in fretta da qualche parte inseguendo il commando della nostra essenza, i nostri desideri egoisti in crescita costante. Allo stesso tempo volevamo un potere perfino superiore sulla natura. L’uomo non ha pensato a quello che stava facendo; agiva semplicemente secondo i propri desideri.

Quando la natura ci da determinati desideri, possiamo lavorarci solamente entro certi limiti. Non possiamo sorpassarli. Alimenti, sesso, famiglia, soldi e potere; ogni persona ha la propria combinazione di questi desideri e li realizza. La natura ci muove gradualmente dall’interno, “da dietro”. Gli impulsi che risveglia in noi in combinazione con l’ambiente circostante determinano tutto quanto.

Essenzialmente, io rappresento un meccanismo amministrativo. I desideri si svegliano in me, alcune circostanze accadono, ma io sono limitato dalle mie abilità morali, fisiche e mentali, cosi come le norme dell’ambiente, e le leggi comuni della natura globale. Alla fine, io cerco semplicemente di realizzare i miei desideri il più che posso, sotto situazioni che non ho imposto da me. Quindi, risulta che non sono altro che un meccanismo amministrativo. I desideri e condizioni sono predeterminati, e tutto questo mi spinge verso la realizzazione personale.

Questo era il nostro percorso: Gli errori dell’uomo, le sue azioni buone e cattive, tutto questo era necessario e inevitabile nelle fasi precedenti dello sviluppo fino ai nostri giorni. Contro questo desiderio, l’uomo ha ricevuto delle proprietà innate e trova se stesso in un ambiente, dove non ha delle scelte.

E ciononostante, lui non pensa che tutto questo sia predeterminato. Come un bambino, semplicemente giocava sentendosi libero per l’assenza della madre, mentre lei semplicemente era scivolata fuori dalla sua vista.
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(Da una conversazione su un nuovo libro 18.07.2011)

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Una discrepanza dei Sistemi

Non siamo mai stati nella situazione nella quale siamo oggi. Non abbiamo mai sperimentato una discrepanza tra due sistemi. Oggi, tutti insieme, costituiamo un sistema comune, integrale (“WE”), ma è egoista. Allo stesso tempo siamo dentro il sistema naturale, che è permeato dalla dazione e dall’amore. La differenza o breccia tra questi due sistemi è quello che crea la sensazione della crisi.

La differenza continua a crescere perché ci stiamo sviluppando nel nostro egoismo, mentre il sistema superiore si avvicina a noi. In particolare la crisi si sta esprimendo proprio a causa della rivelazione della natura.

In passato abbiamo espanso il nostro sistema nel corso della storia, fino a quello che abbiamo raggiunto oggi, l’integrazione e l’interconnessione. Tuttavia, ogni persona continua ad operare all’interno dei suoi stretti interessi, anche quando non può più disfarsi dei suoi legami globali ed è interamente dipendente dagli altri.

Come risultato, finiamo con l’interdipendenza e l’odio reciproco, che è in estremo contrasto con la forza della dazione che ci influenza. Inoltre all’interno, siamo vincolati gli uni agl’altri ed allo stesso tempo, disuniti al massimo. In aggiunta, siamo opposti al Creatore.

Quest’opposizione e differenza nelle qualità ci porta dei problemi; questi stanno appena cominciando, ma allo stesso tempo, incitano l’uomo a scoprire la ragione di ciò che sta succedendo. Dopotutto, se qualcosa ci disturba o danneggia, le prestiamo attenzione.

Pertanto oggi per la prima volta, la scienza della Kabbalah ci si rivela. È arrivato per noi il tempo di rafforzarci, affinché il Creatore e la creazione si uniscano per mezzo di una sola forza, una sola connessione. In altre parole, è arrivato il momento di correggere la crisi, di disfarci dei problemi ed arrivare alla conclusione che dobbiamo scoprire il sistema nel quale siamo, il che è impossibile senza raggiungere la forza superiore.

Non vediamo l’integralità del sistema naturale perché non siamo integrali dentro. Siamo discreti, disuniti ed individuali, ognuno per la sua strada. Non ho una mente integrale, un modo di pensare integrale e non posso prendere in considerazione tutto il mondo.

Però, d’altra parte, costituiamo un tutt’uno ed in base alla legge di un solo corpo, non posso realizzare una sola azione, a meno che non sia sicuro che influenzi favorevolmente tutti i miei sistemi. Per questo non possiamo ottenere il successo in niente.

Nel mondo moderno, non importa quale sistema osservi, tutto sta crollando: l’educazione, la cultura, l’economia, le relazioni tra le persone, le famiglie, l’educazione dei bambini ecc … Tutto quello che abbiamo creato nel processo del nostro sviluppo, si sta sgretolando e questo processo continuerà a peggiorare, esprimendosi sempre di più.

Il problema qui non è che abbiamo “fatto un gaffe” in un dato momento, perché tutto era programmato dall’inizio, solo che oggi tutti i nostri sistemi sono opposti a quello corretto ed integrale. Adesso devo considerare tutto il mondo, ma per mia natura, non sono adatto a farlo. Allora, cosa posso fare?

Mi preoccupo solo di me stesso, o molto per la mia famiglia, per l’ambiente della mia città o anche per il mio paese … Ma preoccuparmi per tutto il mondo? Anche se volessi, come potrei fare in modo che questo accada? Non ho una base preliminare per farlo, ma per riuscirci dovrei essere diverso dentro. Devo avere un sistema integrale dentro di me in maniera tale che naturalmente pensi al mondo come ad un tutt’uno, proprio come penso a me stesso. Questo è l’unico modo in cui raggiungerò il successo nell’economia, nell’industria, nel commercio ed in tutto.

In altro modo, non avrò successo. Oggi è espresso ancora debolmente, ma presto l’immagine comincerà ad essere più chiara.

Così la natura o il Creatore sta obbligando l’uomo a sentire che è parte di un tutt’uno, di un’anima particolare che appartiene all’anima comune. Soffriamo perché non siamo ancora parte di un tutt’uno, e mediante questa sofferenza ognuno di noi viene spinto ad unirsi agl’altri. Tuttavia, il cammino della sofferenza è molto difficile. Come sappiamo può portare alla morte, e dovremo ancora soffrire molto prima di arrivare lì.

È per questo che la scienza della Kabbalah si sta rivelando, desiderando spiegarci lo stato attuale delle cose, mostrandoci il sistema nel quale siamo ed insegnandoci a cambiare noi stessi, a trasformarci da frammenti discreti in parti integrali, ognuna delle quali contiene tutte le altre.

Per la prima volta nella storia dello sviluppo umano, l’uomo non cambia più la natura esterna, non realizza azioni egoistiche esterne e non usa tutta la sua conoscenza per cambiare qualcosa al di fuori di lui. I cambiamenti esterni sono finiti, tutto è stato finalmente formato all’esterno, si è congelato, e non cambierà più. D’ora in avanti, devo essere io quello che deve cambiare.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.07.2011, “Lo studio della Kabbalah e la sua essenza”)

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La necessità dell’unione sta raggiungendo un punto critico

Il tema del nostro Congresso è “L’unione – il futuro del mondo”. Sono molto commosso perché dopo molti anni di studio della Kabbalah, l’unione del mondo ed il bisogno di unirsi stanno finalmente incominciando ad essere visibili.

Lungo il corso di miliardi di anni dello sviluppo del mondo, così come lungo il processo di molti eventi prima del suo concepimento, ogni cosa è progredita precisamente verso questo punto – il punto in cui ci si rende conto della necessità dell’unione. Solamente oggi questa necessità sta incominciando a risvegliarsi, ad essere espressa, e a mostrare la sua urgenza. E voi ed io siamo al centro di questa attuazione.

Tutto è incominciato quando la singola forza della natura, la forza della dazione, o il Creatore, che sono la stessa cosa, ha incominciato ad agire, emanando e creando la material. Per prima cosa è stata creata la materia spirituale, cioè il desiderio: il desiderio di essere appagati, il desiderio di svilupparsi, il desiderio di percepire noi stessi e tutto ciò che ci sta intorno.

Questa desiderio si sviluppa sotto l’influenza della forza originaria, la forza della natura. Le fasi del suo sviluppo sono chiamate “le quattro fasi dell’espansione delle Luce Diretta”. L’intero scopo dello sviluppo della creazione, o del desiderio, consiste nel rendere la creazione simile a tutta la natura, nel fargli raggiungere la completa armonia o, in altre parole, nel raggiungere l’uguaglianza e l’adesione con il Creatore, perché l’adesione è raggiunta attraverso l’equivalenza della forma. E’ necessario che la materia, cioè il desiderio che si oppone alla Luce, si opponga alla qualità della dazione, per attraversare, in conclusione, tutte le fasi del suo sviluppo e rendersi conto che lo stato migliore e più elevato è la somiglianza alla Luce, l’uguaglianza alla natura perfetta, all’armonia e all’unione con essa.

Al fine di raggiungere questo stato, è necessario per prima cosa percepire che siamo in una posizione totalmente opposta, vale a dire che dobbiamo vivere di persona in una condizione che è opposta alla Luce, vivere l’egoismo, la crudeltà, il desiderio di pensare solamente a noi stessi, di percepire solamente noi stessi, l’incapacità di percepire gli altri o di pensare agli altri a meno che non sia per un nostro interesse o per procurarci un vantaggio personale, o non significhi usare gli altri. Questo è il modo in cui le qualità che sono le più opposte alla Luce devono essere espresse nella creazione.

Nel nostro mondo questa creazione è l’uomo, che attraversa un grandissimo numero di fasi di sviluppo nel corso della storia, fino a quando non consegue la sensazione e, cosa più importante, non si rende conto di essere completamente opposto alla forza della natura. Si tratta di un processo molto lento e molto difficile. Nel corso di centinaia di migliaia di anni abbiamo fatto dei passi in avanti, e l’egoismo è piano piano diventato più forte dentro di noi. Esternamente noi vediamo come l’uomo si è sviluppato nelle aggregazioni sociali, fino a raggiungere lo stato attuale. Nel suo insieme, questo egoismo, questo desiderio, ci ha sempre spinto in avanti fino ad oggi.

Ed ora, come vediamo in questo stesso periodo, stiamo incominciando a convincerci che questo egoismo, che questa nostra natura è di fatto il nostro nemico, il nostro solo nemico. Separandoci dagli altri, l’egoismo ci priva letteralmente dell’opportunità di esistere normalmente, anche a livello di questo mondo materiale.

Ci stiamo sempre più chiudendo in noi stessi, stiamo diventando sempre più crudeli, divisi, e impauriti, e ci mettiamo sulla difensiva, privandoci di una vita normale e smarrendo il senso della vita. Ed infine: Perché dovremmo vivere? Solo per difenderci e proteggerci? Solo per fissarci dentro certi limiti, per viverci per un certo numero di anni, con un certo livello di comodità e di sicurezza? E questo è tutto?

Questo è il modo in cui l’uomo del nostro mondo si sente mentre, con il tempo, diventa sempre più crudele per natura Siamo noi a renderlo così. Il nostro egoismo lo spinge a questo.

Alla fine, tutto questo si sta esprimendo nei tratti di una crisi gigantesca. In alcuni paesi la crisi è sentita di più, ed in altri di meno, ma sta arrivando al culmine. Non importa quanto cerchiamo di nasconderla, non possiamo farci niente. Sta incominciando a farsi evidente nell’economia, nelle strutture sociali, nella diminuzione dell’importanza del ruolo delle famiglie, ed in tutti i problemi che stanno emergendo nella società, come la crisi dell’educazione, le droghe, il terrorismo, e così via.

In tutte le aree delle sue attività, l’uomo si sta scontrando con numerose crisi, ma, in sostanza, si tratta di una crisi sola che riguarda la nostra opposizione alla natura. E, naturalmente, può essere corretta solamente nella sua essenza.

Non possiamo realizzare alcuna correzione in nessun altro modo. Vediamo il modo in cui i rappresentati dei governi ci stanno provando, e vediamo come le autorità siano incapaci di fare alcunché, ed anche i tiranni, che usano il denaro e le armi che hanno a disposizione, non sono in grado di cambiare nulla. Il mondo si sta muovendo senza sosta verso un’enorme rottura. La forza ed il potere stanno ancora cercando di mantenere il mondo dentro i confini di un tempo, ma non sono più capaci di farlo.
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(Dalla 1.a lezione del Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Una questione di proporzioni

Domanda: La vita nel nostro mondo si manifesta come un malanno senza fine, con poche pause per dare ad un uomo il tempo di rimettersi in piedi dopo un colpo, solo per poi riceverne un altro. Questa è la storia dell’umanità e la vita di ogni singola persona. Che genere di progresso è questo e dove sono i doni che il Creatore dona alla creazione?

Risposta: Immaginiamo che io sia una galassia lontanissima e che guardi alle infinite distanze dello spazio, cercando qualcosa in questo infinito. Accelero alla velocità della luce e, lentamente, attraversando miliardi di anni luce, mi avvicino alla nostra galassia, al nostro sistema solare, e alla nostra terra. Atterro sulla superficie della terra, e qui scopro gli uomini.

E’ difficile immaginare un raffronto in base al quale paragonare queste differenti proporzioni. Allo stesso modo, noi non comprendiamo in che genere di sistema ci troviamo. Sappiamo come effettuare le misurazioni e fare le ricerche in base ai nostri parametri e secondo le nostre proporzioni. Consideriamo il peso in base a quanto possiamo sollevare, la distanza in base a quanto riusciamo a vedere lontano, il bene ed il male – ciò che è bene e ciò che è male per noi. Tutto il nostro quadro di riferimento è un minuscolo frammento rispetto all’intera sovrastruttura e le nostre distinzioni sono poca cosa.

Però, ora noi stiamo parlando del sistema spirituale nel quale il nostro intero universo è impercettibilmente piccolo. Stiamo parlando di meccanismi che sono enormi a causa delle loro caratteristiche qualitative. Paragonato ad essi, tutto il nostro mondo si trova in una sola unica qualità – un piccolo desiderio egoistico che è tenuto in vita da una piccola scintilla di Luce. La materia di questo desiderio è creata come “qualcosa dal niente” attraverso la Luce che si è aperta una strada in essa, delineando un’esatta proiezione della creazione spirituale.

Ed ora, da questo stato, speculiamo sulla sofferenza di tutta l’umanità. Esatto, è così che ci sentiamo. Ogni uomo nega le cose in base alla propria imperfezione e giudica in base a quello che i suoi occhi vedono. Ma cosa si può fare? Questo è il modo in cui dobbiamo avanzare, ed in questo preciso momento non siamo in grado di percepire niente di più. C’è una tela gigantesca davanti a noi, ma non riusciamo a distinguerla.

Siamo soltanto in grado di comprendere leggermente il semplice fatto che c’è una mancanza di desiderio, ed una mancanza di vaso. Le domande dilagano: “Può il Creatore che non cambia cambiare? Può Egli creare una pietra che non può sollevare? Perché all’inizio ci ha fatti così imperfetti?” Ma tutti questi enigmi sono inutili.

Dobbiamo capire un principio basilare dalle nostre vite: dobbiamo attraversare degli stati opposti. Soltanto da questi opposti, riconoscendo il vantaggio della Luce dall’oscurità, formiamo il vaso per delle sensazioni più elevate. Quando acquisisco il vaso che è pronto per questo, il mondo si spalancherà davanti a me. Niente si nasconderà ai miei occhi dietro ad un muro di pietra. Devo semplicemente costruire il vaso dentro di me per vedere la realtà.

Questo sviluppo è necessario ed il Creatore non può realizzarlo prima del tempo. Perché? Per adesso, io non so il perché. Posso fare delle congetture, ma non arriverò a niente. Ignorerò ogni cosa, dicendo, “Non ci credo! Egli potrebbe farlo!” E non c’è niente altro davanti ai nostri occhi.

C’è però una regola: Il vantaggio della Luce si ottiene dall’oscurità. Ogni cosa viene valutata solamente dal suo opposto. Questa è la ragione per cui dobbiamo attraversare queste fasi passo per passo, formando i vasi che rivelano la realtà in cui ci troviamo.

Noi siamo nel mondo dell’Infinito, ma non ce ne rendiamo conto. Così sviluppiamo i nostri vasi. Ci è stata data l’opportunità di svilupparli o, detta in modo diverso, di correggerli. Ci sono stati dati di proposito dei desideri imperfetti che sono opposti a quelli corretti. A che scopo? Per farci crescere e riunirli, per comprendere e rivelare il mondo.

Non c’è altra strada da prendere. Ed inseguito giustificheremo la creazione. Il lungo processo, che dura parecchie migliaia di anni nel corso dei quali soffriamo, è la verità in base al nostro riferimento. Tuttavia, nella realtà non ci rendiamo conto in quale genere di proporzioni ci troviamo. Oltre a questo minuscolo “spazio”, c’è un mondo intero là fuori che non abbiamo mai visto. Siamo come dei vermi che vivono nei ravanelli – questo è l’esempio che fa Baal HaSulam.

Domanda: Ma perché si parla a questo verme di Colui che dona e del Suo amore?

Risposta: Per farlo aspirare a tutto questo, per fargli comprendere che c’è uno scopo per il quale vale la pena cercare di uscire dal ravanello. Inoltre, non si arriva soltanto a comprendere tutto questo, ma si ricevono anche i mezzi per farlo. Noi tutti siamo come i vermi dentro i ravanelli, ma se ognuno di noi iniziasse a spingere gli altri verso l’esterno, ce la faremmo ad uscire fuori.

Perciò, c’è una soluzione. Fintanto che ci sentiremo sazi di questo mondo, nessuno ci offrirà una spinta. Ma adesso ci stiamo trovando in un nuovo sistema globale e ci è stata data la soluzione.

(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2011, “Matan Torà [Il Dono della Torà]”)

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Il divorzio babilonese

Non abbiamo la minima idea sul futuro dell’ordine del mondo perché siamo entrati in un sistema di forze che non si era mai manifestato prima nel nostro mondo. Come natura, il Creatore si avvicina a noi, diventa sempre più evidente, sempre più chiaro. Quindi, noi dobbiamo rivelare il mondo superiore, cioè il sistema di governo della forza superiore, la Luce.

Mentre questa forza esterna ci avvicina, mentre splende su di noi, sulla nostra società, e nel mondo in maniera più percettibile, con più intensità, noi sentiamo la nostra opposizione a questa forza. Non sentiamo la forza in se, ma sentiamo la nostra inabilità a sistemarci almeno un poco.

Il mondo è diventato imprevedibile. Le persone ricorrono a indovini e credono perfino nei miracoli. Come può accadere questo nella nostra era illuminata? Come possiamo credere in questo dopo il ventesimo secolo? Ogni anno, e a volte diverse volte l’anno, abbiamo appuntamento con il giudizio universale e altri eventi apocalittici.

Inoltre, ci troviamo nel rigido abbraccio della natura che inaspettatamente genera crisi di tsunami, uragani, eruzioni vulcaniche, incendi, inondazioni e altro ancora. Gradualmente tutto va fuori controllo, fuori da quel delicato equilibrio nel quale ci trovavamo. Questo è cosi perché siamo a una svolta. Abbiamo attraversato questa svolta, in una scala sociale minore, nell’antica Babilonia. La globalità del genere umano era concentrato là, e anche allora, si scoprì che era una piccola società molto chiusa.

Oggigiorno, anche se siamo sette miliardi di persone, siamo una società chiusa. All’improvviso ci siamo trovati insieme in “corto-circuito”. Ci troviamo dipendenti uno dall’altro. Dall’altra parte, siamo come una coppia prima del divorzio. Ci odiamo mutuamente, anche se condividiamo un appartamento. Ne dovremmo uscire, non possiamo stare insieme, ma delle bugie comuni ci legano insieme. Questo è “l’appartamento condiviso” nel quale ci troviamo adesso sulla Terra.

Tempo addietro, questo si fece evidente in un piccolo territorio, in Mesopotamia 3700 anni fa. Allora, per la prima volta, le persone cercarono di trovare una soluzione. Da una parte si trovavano nello stesso posto in totale e completa interdipendenza. Dall’altra, si odiavano in tal modo che lottavano per stare lontani uno dall’altro. Due forze opposte, due tendenze forti che separavano la società. Allora, infatti, due metodi furono suggeriti.

Il primo metodo era la correzione della loro natura. “Correggiamo l’egoismo che ci separa, che ci distanzia, che ci allontana uno dall’altro. Allora, potremmo vincere. Potremmo diventare una singola entità di mutuo supporto. Potremmo avere enorme potere, e potremmo veramente edificare una “torre verso il cielo”, la torre dell’amore mutuo, di operazione e unità, la forza positiva”.

Quindi, potevano diventare uguali alla natura poiché tutto in natura è interconnesso. Tutti i suoi livelli – inanimato, vegetativo e animato- agiscono sempre in mutua armonia, e solamente l’umano con il suo egoismo si sente superiore alla natura e crede di poter fare tutto ciò che vuole. Tuttavia, se comprende le leggi della natura e si muove in conformità ad esse, per una relazione armoniosa, allora lui potrebbe sentire tutta la sua capacità e potere. Lui potrebbe comprendere e realizzare il suo scopo, la sua essenza.

Questo è quello che fu suggerito dagli addetti alla correzione umana, ma, sfortunatamente, l’umanità (circa tre milioni di persone tra il Tigri e l’Eufrate) scelse un percorso diverso. Come sposi dopo un matrimonio fallito, decisero che conveniva “spostarsi”, dividere il loro appartamento condiviso e rompere il contratto. Perciò le persone si dispersero nel mondo.
Molte fonti antiche narrano questa storia. Da quei tempi noi abbiamo in Kabbalah un libro intitolato Il libro della creazione. L’abbiamo nel nostro archivio, anche in russo.

Il libro chiamato Il grande commentario è apparso più tardi. Anche questo descrive gli eventi nell’antica Babilonia e di come le persone furono incapaci di risolvere il loro problema sull’unità. Per fare ciò, dovevano lavorare sul loro egoismo, superarlo attraverso un metodo speciale, che richiedeva uno sforzo più interno e morale che semplicemente separarsi fisicamente uno dall’altro e fare quello che desideravano tutti, ognuno al proprio angolo.

Josephus Flavius descrive dove andarono le persone, in quali luoghi. Più avanti, tutte le credenze e religioni ebbero origine da loro, tutto basato sull’egoismo, tutto quello che l’egoismo sostiene.
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(Dalla prima lezione della Convenzione di Mosca del 10.06.2011)

Rivelare una misura (un criterio di valutazione) mentre se ne nascondono due

Domanda: Nel corso della storia dell’umanità, i Kabbalisti hanno trasmesso la scienza della Kabbalah da una generazione all’altra. Ma, nello stesso tempo, hanno nascosto con grande maestria questa scienza, per essere sicuri che non venisse diffusa in tutto il mondo. Perchè?

Risposta: I Kabbalisti rivelano i loro conseguimenti nell’occultamento. Questa è la ragione per cui è scritto, “Quando si rivela una misura, se ne nascondano due.” Si sta parlando della rivelazione del necessario desiderio nell’uomo, nel quale egli percepirà il mondo superiore.

La nostra natura è il desiderio, e solamente se questo desiderio è presente percepiamo il mondo dentro di esso. Maggiore è il desiderio, maggiore sarà questa percezione. Tutti gli oggetti del nostro mondo si distinguono tra di loro solo per la misura del desiderio. Il desiderio del livello 1 è inanimato, del livello 2 è vegetativo, del livello 3 è animato e del livello 4 è umano. Se il desiderio considera il godimento per se stesso, allora riguarda il nostro mondo. Se intende donare il piacere a qualcun altro, allora è proprio del mondo superiore.

Sappiamo che il piacere può essere percepito solamente nella misura in cui un uomo ne abbia desiderio. In altre parole, la Luce può essere ricevuta solamente quando c’è un vaso.

Nascondere due misure significa che un maestro Kabbalista deve creare un occultamento nello studente – il desiderio di una misura, il bisogno della rivelazione, e l’occultamento di un’ulteriore misura, in modo che questo desiderio per la rivelazione sia per il bene della dazione. In questo caso, lo studente meriterà la rivelazione dentro questo desiderio corretto.

(Dalla 2.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 09.05.2011 Lo Zohar)

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La storia è finita

La Kabbalah parla del desiderio. Non esiste il tempo, il movimento, o lo spazio, ma solamente uno stato dell’essere. E a proposito del passato e del futuro? E a proposito dei mondi spirituali? Io non li percepisco.

Ci sono dunque atri stati di esistenza oltre a quello attuale, oltre il nostro mondo? Io non lo so, perché non ne ho mai fatto esperienza. Da questi stati non ricevo delle sensazioni o Reshimot. Adesso non posso raggiungere questi stati e confermare la loro autenticità.

L’uomo giudica tutto in base a quello che vede. Non si tratta solamente di un assioma, ma è la conseguenza di ciò che il desiderio sente quando si è sviluppato al livello di essere, in cui è consapevole di se stesso e capisce cosa sente. Se così non fosse, ci staccheremmo dalla realtà e ci perderemmo in un mondo di fantasie.

Io non sto parlando da me della dimensione più elevata. I Kabbalisti me ne hanno parlato, ed io ho fiducia in loro. Considero vere le loro parole quando mi dicono che è possibile esistere in stati diversi: “Aspira a questi stati, ed ascenderai verso di essi”, mi dicono i Kabbalisti. “Sono migliori di quello che senti adesso”. Dunque, io mi sposto da uno stato verso quello successivo con il desiderio, correggendolo e migliorandolo. Rivelando il mio desidero come dazione, rivelo in esso dei nuovi stati.

Al giorno d’oggi, tutta l’umanità si trova lungo un asse verticale e deve muoversi dal basso verso l’alto. Abbiamo completato l’asse orizzontale della storia e non ci sono più posti dove poterci dirigere ancora. Da adesso in poi, il nostro cammino punta verso l’alto.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.06. 2011 “Matan Torà (Il Dono della Torà)”

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“Vestirsi” In qualcun’altro

Domanda: Perché il cammino verso l’amore è così difficile e confuso?

Risposta: Siamo noi ad essere confusi.

Io sono diretto dal desiderio egoista e tutto quello che sento e penso dentro è per il mio beneficio. Allora, come posso fare un calcolo diverso, non per il mio bene?

Immagina di “vestirti” in qualcun’altro e comincia a fare un calcolo dalla sua prospettiva. Solo 100 anni fa la gente cominciò ad afferrare questi concetti. Non a caso questo periodo fu riassunto da Freud e Einstein, i quali non solo fecero delle scoperte di grande influenza, ma ebbero anche connessioni amichevoli tra loro.

Dopo centinaia di migliaia di anni di sviluppo, fu solo un secolo fa che le grandi menti dell’umanità inventarono finalmente la psicoanalisi, o in altre parole, cominciarono ad analizzare l’uomo internamente, nel livello materiale. Solo allora cominciarono ad investigare la percezione umana, “Il mondo che mi circonda e me, il prossimo e me”.

Questo non è semplice. Ci è voluto un lungo periodo di tempo per avvicinarsi all’anima animata dell’uomo e questo non si avvicina neppure alla spiritualità. Tutto il problema è che non possiamo e non vogliamo vestirci negli altri. La società deve assicurarsi che ogni persona lo faccia, che ogni persona provi a farlo e cominci a riconoscere come lei appaia agli occhi del prossimo e cosa vuole il prossimo.

Questo è molto difficile anche se implica solo degli esercizi psicologici sul piano del nostro mondo, il quale non si relaziona ancora con la spiritualità. Vuoi di più? Avanti, organizza un ambiente che cominci finalmente ad influenzarti.

Il cammino è lungo proprio perché nessuno ti influenza. Non c’è progresso senza l’influenza della società. Una persona dove può ottenere i dettagli spirituali della percezione? Solo dall’ambiente.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011, Shamati)

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In Egitto dove scorre il latte ed il miele

La gente considera la festa di Pesach come la ricorrenza dell’evento storico dell’esodo dall’Egitto. “Siamo stati degli schiavi ed abbiamo costruito le città e le piramidi per il Faraone, e poi siamo ritornati alla libertà”. Nella realtà non festeggiamo un ricorrenza storica. Infatti, la situazione attuale è molto peggiorata rispetto ad allora. Sarebbe sufficiente paragonare la situazione della nazione di Israele nell’antico Egitto con l’attuale situazione per correre a baciare di nuovo le mani del Faraone, pregandolo di riprenderci.

I giudei vivevano nella terra di Goshen, che è la parte migliore dell’Egitto con terre fertili e greggi abbondanti. Laggiù si poteva fare quello che si voleva perché il Faraone qui non aveva dominio, ma esercitava comunque la sua protezione.

Nessuno poteva torcere un capello della testa dei giudei, le loro scansie erano piene di cibo, le reti piene di pesci, e le dispense piene di scorte. Erano degli schiavi solo perché dovevano ascoltare il Faraone. Ciò significa: Esegui gli ordini del tuo egoismo, e niente di più.

I giudei avevano una vita meravigliosa, quindi non era per niente che si lamentavano con Mosè nel deserto, “Dov’è la carne ed il pesce, dove sono le cipolle e l’aglio che mangiavamo in Egitto!? Le nostre vite era stupende, e tu dove ci hai portato adesso?”

Quindi, cosa ci fa ricordare questa festa? Allora eravamo circondati da nemici come lo siamo oggi? Al contrario, avevamo a disposizione tutto quello che volevamo ed il potere del Faraone ci proteggeva dai nemici. Nel suo paese egli ci permetteva di vivere come volevamo, anche su terre separate con nostre leggi.Quindi cosa c’è di così male in tutto questo, paragonato alla nostra attuale situazione?

Come scrive Baal HaSulam, se oggi i giudei si disperdessero per il mondo a causa della Diaspora, allora quasi nessuno resterebbe in Israele. Dobbiamo capire questo: l’Egitto diventa una prigione solo quando incominciamo a pensare all’esilio spirituale, quando ci manca il Creatore. Se non fosse il bisogno della redenzione spirituale, l’Egitto di per sé sarebbe una terra dove scorre latte e miele. Qui si può avere tutto tranne che il Creatore, tranne la risposta alla domanda sul significato della vita. Si ha tutto il resto in abbondanza. Si vive la vita di un re e ci manca solamente una cosa, “Io voglio la dazione e l’amore per il prossimo”
Quando si desidera esattamente questo, allora l’Egitto ci sembrerà come un esilio.

Questa è l’unica cosa che qui manca – l’amore per il prossimo. Dunque, ne consegue che festeggiamo Pesach per commemorare la bella vita in Egitto e non la redenzione, di cui nessuno ha veramente bisogno. Infatti, uscire dall’Egitto significa gettare via tutto quello che abbiamo, tranne l’amore.

Ma noi ci sentiamo come se fossimo in esilio? No, e infatti la gente non capisce di che cosa si sta parlando. Ma l’amore per il prossimo deve diventare il nostro solo desiderio. Mosè chiede al Faraone, “Lascia andare il mio popolo! Io voglio andarmene!” Al che il Faraone risponde, “Cosa ti manca, Mosè? Sei cresciuto tra le mie braccia. Resta principe egiziano. Sii un principe! Perchè stai facendo una rivoluzione adesso? In nome dell’amore per il prossimo? Sei diventato pazzo!”
Solamente alla fine del cammino l’Egitto diventa per noi una terra d’esilio. Ma fino a quando non succede, ci sentiamo sazi di tutto tranne che della dazione.

Ne consegue che celebriamo questa festività per onorare il fatto che una volta ci mancava l’amore per il prossimo. Se solamente fosse possibile spiegare veramente questo concetto agli uomini e mostrare loro vera situazione attuale. Oggi, siamo disposti a rinunciare a tutto nelle nostre ricche vite in nome dell’amore per il Creatore, per il prossimo, per gli amici, per il bene del sostegno reciproco e della reciproca vicinanza? Ci siamo vicini? Meritiamo di celebrare la festa della redenzione?

Questa festa parla della liberazione dall’egoismo, quando l’egoismo ha tutto, tuttavia io voglio scappargli. Io odio questa abbondanza e non la desidero. Non ho bisogno di saziarmi di cibo, non ho bisogno nemmeno della sicurezza, delle comodità, nemmeno della salute – niente. Sono pronto a gettarmi nelle acque del Mare delle ristrettezze o a lasciarmi avvizzire dalla sete nel deserto – tutto pur di spezzare le catene.

Allora, vogliamo veramente uscire verso la libertà?

(Dalla 4.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011 , gli scritti del Rabash)