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Se la morte è una punizione, in che modo il paradiso è una ricompensa?

Non esiste la morte.

Attraverso lo studio della Kabbalah, possiamo passare dal nostro innato desiderio transitorio, egoistico ed egocentrico, a un desiderio eterno, perfetto e altruistico.

Senza questo studio, il nostro desiderio egoistico svanisce gradualmente fino ad esaurirsi, e questo è ciò che la gente identifica con la morte.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Quale domanda dovremmo farci tutti noi oggi?

L’umanità deve riconoscere che ha sviluppato una società corrotta con ostilità e scontri nelle sue connessioni.

Oggi, dobbiamo fare una autoanalisi e farci domande serie su come e perché viviamo: Per che cosa viviamo? Qual è il senso della vita? Qual è il suo scopo? Che senso ha vivere? Si tratta  semplicemente di sopravvivere nei pochi anni che abbiamo a disposizione, o c’è qualcosa di più grande in cui vale la pena di investire?

Nei nostri primi 20 o 25 anni, cresciamo in ambienti di apprendimento. Poi lavoriamo abbastanza duramente per la parte successiva della nostra vita, e infine, all’età di 60 o 70 anni, iniziamo ad avvicinarci alla fine della vita.  

Nei nostri anni di lavoro, abbiamo dei figli che dobbiamo crescere e ai quali dobbiamo mostrare la strada della vita. Che cosa acquisiscono da questa società che noi abbiamo costruito?

È come se ci fossimo messi in acque turbolente e poi cercassimo di tenerci a galla in qualche modo per non affogare.

Infine, tuttavia, gli attriti e le difficoltà della vita ci conducono tutti  alle domande fondamentali sul significato e lo scopo della nostra vita e la sofferenza aumenterà finché non ci sottoporremo a un serio esame di noi stessi. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come posso gestire l’insoddisfazione generale nella mia vita?

Migliaia di anni di progresso umano, e cosa abbiamo ottenuto?

Possiamo procurarci qualsiasi bene materiale desideriamo, ma rimaniamo insoddisfatti.

In ogni caso, stiamo al gioco e inseguiamo piaceri fuggevoli. Cos’altro possiamo fare?

Ci osserviamo a vicenda e inseguiamo sbadatamente le tendenze del momento. Pensiamo che se ci comportiamo come tutti gli altri, ci sentiremo bene. Selezioniamo quindi i nostri obiettivi dalla varietà di forme materiali: cibo, sesso, famiglia, soldi, onore, controllo e conoscenze.  Li perseguiamo, sperando di sfuggire al vuoto.

Ci manteniamo occupati in modo che la domanda basilare sulla nostra esistenza, “qual è il significato della vita?” non appaia nelle fessure dei nostri cuori egocentrici.

Prima o poi, in ogni modo, la domanda più profonda sullo scopo della nostra esistenza, si risveglierà per distrarci dalla nostra vita frenetica.

Ma qual è la vera distrazione?

In realtà, abbiamo costruito la nostra intera vita sulla vera distrazione: distrarci da ciò che è più importante. Questo è ciò che arriveremo a capire.

Finché chiudiamo gli occhi per evitare di vedere veramente, possiamo correre insieme alla folla. Ma alla fine, subentrerà lo sfinimento. Inizieremo a sentire la futilità, il vuoto e l’insoddisfazione del cercare di stare al passo con la routine materiale che accelera costantemente.  

Benvenuti al nuovo desiderio che si sta evolvendo nell’umanità: il desiderio per il significato e lo scopo eterno della vita.

È arrivato il  momento di svegliarci dai nostri sogni di inseguire il proprio interesse a tutti i costi.  Abbiamo imparato ad avere successo e a trovare il nostro posto nel mondo materiale, dobbiamo ora iniziare a conoscere il nuovo desiderio che sorge in noi: che cos’è esattamente, perché nasce proprio ora,  da dove arriva e, cosa più importante, come possiamo guidarlo verso la sua realizzazione. La saggezza della Kabbalah è un metodo creato specificamente per soddisfare questo desiderio.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

L’intera storia dell’umanità in un’unica frase

Commento: Esiste una parabola su un governatore orientale che voleva conoscere l’intera storia dell’umanità.  Un saggio gli portò cinquecento volumi.  Il governatore rispose: “chi può leggere tutto questo? Mettilo in forma concisa”.

Vent’anni dopo, il saggio ritornò con cinquanta volumi. Ma il re era già vecchio, e lo mandò via di nuovo.

Altri vent’anni passarono.  E il vecchio saggio, dai capelli grigi, portò al governatore un unico volume, contenente tutta la saggezza del mondo.  Il governatore era sul letto di morte e non aveva tempo di leggere neanche un libro.  Allora il saggio gli disse la storia di tutta l’umanità, in una riga: “Si nasce, si soffre e si muore”.

È questa la storia dell’umanità?

La mia risposta: Questo è nei cinquecento volumi, sì.

Domanda: Riesci a immaginarlo? Tutta questa saggezza e storia, così tante cose sono state dette, e il risultato porta a una sola riga: “si nasce, si soffre e si muore”. Il nostro mondo è questo?

Risposta: Certamente.  E noi ci giriamo dentro per aggiungere sempre più volumi, volumi, volumi.

Domanda: La domanda è “perché nasciamo?”

Risposta: Perché nasciamo? In linea di principio, questo è incomprensibile per una persona.  Quindi, non vede né l’inizio né la fine.  Vede se stesso solo a livello animale: la nascita di un corpo animale, la sofferenza di un corpo animale,  alcuni piaceri di un corpo animale, e la morte di un corpo animale. Nient’altro.

Commento: Non riusciamo a decollare, per così dire.

La mia risposta: Se non riusciamo ad elevarci, non comprenderemo il significato.

Domanda: Quindi se non ci eleviamo, allora l’intera storia dell’umanità è : si nasce, si soffre e si muore. E se ci innalziamo, o vogliamo farlo, allora cosa diventa la storia dell’umanità?

Risposta: Allora è necessario distaccarsi dal corpo animale, e innalzarsi al di sopra, e non vivere secondo i suoi desideri, aspirazioni e così via. Allora si inizierà a sentire ciò che il corpo spirituale richiede.

Domanda: In cosa si trasforma questa formula? Che cosa nasce quando mi innalzo al di sopra dell’egoismo? Si nasce, si soffre, e poi, in cosa si trasforma?

Risposta: Ci si separa dal proprio egoismo, ci si innalza al di sopra, e si inizia a sentire la natura in una forma diversa, nella dazione, nell’amore, nella connessione e nella reciprocità. Non nel ricevere, come nel corpo animale, ma nel donare, come nel corpo spirituale.

Domanda: E allora in cosa si trasforma la sofferenza?

Risposta: In piacere.

Domanda: Quindi hai detto “gode e vive per sempre”.  È questa la formula della vera umanità?

Risposta: Sì.

Commento: Mi sembra molto amaro che la nostra formula terrestre sia “nasce, soffre, muore”.

La mia risposta: E senza di essa, non ci sarebbe null’altro.  Non saremmo in grado di raggiungere la forma eterna attraverso i nostri sforzi, le nostre capacità.

Domanda: Quindi ci deve essere una formula iniziale in modo che si possa raggiungere e volerne uscire?

Risposta: Sì.

Commento: Questo avviene da millenni. Millenni, millenni, millenni.

La mia risposta: E quindi?

Commento: Stiamo scrivendo volumi di storia!

La mia risposta: Queste sono anime! E cosa c’è in questa storia e in questi volumi? Non c’è nulla!

Domanda: Quindi una persona deve nascere per vivere per sempre, giusto?

Risposta: Certo. Credo che ci stiamo già arrivando, gradualmente.

Il mio ottimismo deriva dall’assoluto pessimismo del nostro mondo. Credo che l’umanità si scuoterà. Non accetteremo di vivere per questa vita.

 

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 1/5/23

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Il diamante è in te

Commento: C’è una parabola buddista su un borseggiatore professionista che viveva nella città dei gioiellieri. Un giorno, vide un uomo comprare un diamante enorme e incredibilmente bello che il  borseggiatore aveva desiderato  acquistare per tutta la vita. Così,  seguì l’uomo, salì sul treno e si sedette nello stesso scompartimento. Una volta che l’uomo si addormentò, controllò tutti i vestiti dell’uomo, ma non riuscì a trovare il diamante. Quando l’uomo uscì per andare in bagno, controllò le borse e le valigie dell’uomo, ma non riuscì a trovarlo.

Sceso dal treno, il borseggiatore lo  seguì e gli disse con sincerità: “Sono un borseggiatore, un professionista. Non fallisco mai. Tutto era semplice. Ti ho seguito per dirti che non ho potuto trovare il diamante che volevo rubarti.

L’uomo rispose: “Ti ho visto subito. Mentre compravo il diamante, ho capito che mi avresti seguito, che volevi questo diamante. Così l’ho nascosto in un posto dove non l’avresti cercato”.

“Dov’è questo posto?”, esclamò il borseggiatore.

“L’ho nascosto nella tua tasca”.

In conclusione, il “diamante” che cerchi è proprio accanto a te, più vicino del tuo respiro.

Cerchiamo sempre questi “diamanti” da qualche parte là fuori. Per tutto il tempo. Vi dedichiamo la nostra vita, lottando, odiando, cercando. In realtà, è così vicino. È proprio qui, nella nostra “tasca”, in noi.

Che cos’è questo “diamante”? E perché non riusciamo a trovarlo?

Risposta: Trovate il vostro vero io, non cercate qualcosa negli altri: non c’è. Ognuno ha il suo. Bisogna trovare la propria anima, la più intima. E allora un uomo troverà tutto nella vita. Ma se lo cercate negli altri, non lo troverete mai. Non sarà tuo.

Domanda: Cosa significa trovare se stessi?

Risposta: Trovare se stessi significa trovare la connessione con il Bore, il punto più interno del cuore. È questa connessione, questa grande pietra speciale.

Domanda: Questa connessione con il Bore, questo diamante, si trova in ogni individuo?

Risposta: In tutti. Questo è il punto di connessione con il Bore. Questo è il nostro diamante personale.

Domanda: Tutti devono trovarlo?

Risposta: Naturalmente.

Domanda: Cadiamo sempre nella disperazione. Continuiamo a cercarlo, ma non lo troviamo, lo cerchiamo, ma non lo troviamo. Dobbiamo affrontare lo scoraggiamento costante e fare tutti i tentativi per trovarlo?

Risposta: Calma, perché questo diamante è in te. Devi solo trovare la connessione con il Bore dentro di te.

Domanda: Quando in un uomo arriva la saggezza che tutto è in lui?

Risposta: È il risultato dell’esperienza.

Domanda: E l’esperienza deve essere amara?

Risposta: Ci vuole tempo. Un paio di decenni.

Domanda: E quando arriverò al fatto che tutto è in me, sarò in pace?

Risposta: Naturalmente. Dopo tutto, hai trovato il punto centrale del tuo mondo, dove esisti tu e il Bore.

 

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Da “Notizie con il Dr Michael Laitman” da KabTV del 15/12/22

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A principio siamo tutti Ebrei per nascita?

Un Ebreo è colui che sviluppa la qualità della dazione e ama l’altro come se stesso, com’è scritto nella Torah, ovvero raggiunge lo stato di “ama il prossimo come te stesso” e “l’amore coprirà ogni crimine”.

La forza positiva che riceviamo è per elevarci al di sopra della forza egoistica negativa che esiste in ognuno di noi. Detto ciò, non dobbiamo odiare la forza negativa, ma ci  rapportiamo a essa con comprensione. 

La forza egoistica negativa è la nostra natura umana con cui siamo nati, e riceviamo inoltre anche il suo opposto, la forza altruistica che poniamo sopra al di sopra dell’ ego. Il controllo della forza altruistica positiva sulla forza egoistica negativa ci porta a un livello unico in cui il desiderio di ricevere (la negativa) si unirà all’intenzione di dare ( la positiva), e con  queste due forze ci faremo del bene a vicenda.

Alla fine, tra queste due forze, inizieremo a ricercare, riconoscere, comprendere e percepire la natura.  Vedremo che queste ci arrivano dalla natura, e, tramite il loro conseguimento, riusciremo a percepire e sentire l’unicità della natura. Il nostro obiettivo è raggiungere l’unione presente in natura, che consiste di entrambe le forze,  positiva e negativa, e di aderire alla loro fonte assoluta. 

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Qual è il più grande rimpianto che gli uomini provano sul letto di morte?

Un rimpianto molto comune che gli individui  hanno prima della morte è in relazione a ciò che non hanno fatto nella loro vita, per esempio, il rammarico di aver lavorato troppo e di non aver dedicato abbastanza tempo alla loro famiglia e agli amici.

Tali momenti, comunque, possono anche risvegliare sentimenti di gratitudine per il coniuge, i figli e gli amici che li circondano nei loro ultimi giorni.

In effetti, perché le persone pensano a ciò che è più importante nella vita nei momenti finali della loro esistenza?

È perché stanno facendo il loro bilancio  finale della vita e si rendono conto della propria impossibilità di fare ancora qualcosa di buono, così se ne rammaricano.  Allora pensano che dovrebbero semplicemente perdonare tutti e chiedere perdono a tutti, e concludono chiedendo perdono al Bore a causa della loro incapacità di connettersi correttamente con Lui.

Sebbene molte persone si risveglino con questi pensieri nei momenti finali della loro esistenza, dovremmo esercitarli per tutta la vita, non appena acquisiamo una certa consapevolezza di noi stessi. La conclusione di questa linea di indagine dovrebbe suscitare in noi la domanda: “Troviamo benevolenza nella forza superiore?”.

E come possiamo sapere se troviamo o meno il favore della forza superiore?

Non lo si può sapere. Ma chiedendocelo di continuo, ci correggiamo un po’ alla volta.

Inoltre, dovremmo essere grati il più possibile al Bore per tutto ciò che abbiamo vissuto. La gratitudine è importante perché non sappiamo veramente cosa sia buono o cattivo,  quindi dobbiamo benedire il male e il bene cercando di essere buoni.

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Perché alcune persone trovano eccitanti, anziché spaventose, attività come il bungee jumping o il paracadutismo?

Che si tratti di bungee jumping, paracadutismo, altri sport estremi, corse nei parchi a tema e persino film di paura, in questi casi vogliamo sentire il limite e come lo superiamo: che raggiungiamo uno stato al di là delle nostre capacità.

Poi ci godiamo questo stato. È piacevole esercitare un certo livello di controllo sulla paura.

Il piacere di avere il controllo sulla paura diventa allora più forte dell’istinto della paura che affiora.

Quando la paura ci domina, sembra che penetri in ogni cellula del nostro corpo, fino al midollo delle ossa. Ecco perché il piacere che proviamo quando sentiamo un certo livello di controllo sulla paura è molto potente.

Tuttavia, se sentissimo che la nostra vita ha uno scopo eterno più elevato e ci mettessimo in cammino per raggiungerlo, non sentiremmo alcun bisogno di questo tipo di piaceri transitori, per quanto forti essi siano.

In questo modo non avremmo paura di nulla, perché vedremmo che siamo controllati dalla forza superiore, che vuole solo svilupparci per beneficiarci con la sua eterna e perfetta qualità di amore, donazione e connessione.

 

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Che cosa significa “avere successo” nella vita?

Avere successo nella vita significa raggiungere uno stato in cui desideriamo di fare del bene agli altri. 

Possiamo sentirci veramente bene quando diamo e doniamo agli altri.

Perché?

Perché, donando agli altri e desiderando donare loro il bene, diventiamo come la forza altruistica della natura.

In questo modo, possiamo raggiungere uno stato in cui tutto ciò che ci circonda sarà buono.

 

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Non c’è scopo in questa vita

Domanda: Quando cercavi la Kabbalah eri un uomo piuttosto egoista che contava su grandi risultati?

Risposta: Naturalmente. Ho intenzione di sprecare la mia vita con cose di poco conto? Mi interessava un obiettivo molto serio: per cosa vale la pena vivere?

Essere milionario? Ho visto molte persone farlo. E cosa c’è dopo? Ho intuito molto presto, tale è il mio carattere e tale è il mio destino, che non c’è uno scopo dentro questa vita. Anche se amo tutte le sue manifestazioni: il cibo delizioso, osservare la natura, ascoltare la musica, ecc., ma al di sopra di questo,  nonostante questo, ma al di sopra, c’era la certezza assolutamente chiara che qualsiasi cosa ci sia in questa vita, buona o cattiva, non c’è alcuno scopo in essa.

Allora dov’è?! La nostra stessa esistenza indica la sua mancanza di scopo. Ogni momento bruciamo la nostra vita e basta.

Quindi, se questa è l’essenza dell’esistenza della materia proteica, vivere un certo numero di anni e poi tornare a essere materia inanimata, allora andate e divertitevi. Non c’è nient’altro da inventare qui.

Ma se fosse ancora possibile capirne il significato? Dopotutto, la natura ha un senso, o almeno dovrebbe! Non può essere che tutta questa grandezza, un sistema così potente e intelligente, non abbia uno scopo.

Quindi cercalo al massimo, cosa hai da perdere? Che tu non penserai tutto il tempo a come riempire te stesso  con qualche piacere.

Dedica il tempo per trovare un significato! È anche un’occupazione, non a livello animato, ma un po’ più alta. Naturalmente sarai in relativa inquietudine, alla ricerca. Ma essa nobilita comunque e ti dà il senso della tua propria importanza.

Ecco come lo cercavo. È il destino.

 

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Da “I Got a Call” di KabTV. Chi è Egli-Laitman? 13/03/12

 

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