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Nel computer dell’intero universo

Domanda: Una delle sfide del ventunesimo secolo è l’agonia delle religioni. Dalla fine del 20° secolo e letteralmente dai primi due decenni del 21° secolo, c’è stato un ritorno alle religioni. È come un lampo luminoso prima di svanire. Quale sarebbe l’alternativa?

Risposta: Il raggiungimento della forza superiore. Inoltre, c’è una chiara realizzazione, un chiaro contatto tra le persone e la manifestazione della forza superiore in questo contatto, all’interno dell’umanità. Raggiungendola nelle sensazioni, l’umanità salirà al livello di questa forza.

Nessuna religione, nessuna fede! Non ci sarà spazio per loro perché ci sarà una chiara percezione sensoriale e mentale del mondo superiore. L’umanità arriverà al livello di un’esistenza diversa, superiore alla sua natura. Questo è l’obiettivo del nostro sviluppo.

Pur rimanendo nei nostri corpi, nel senso di questo mondo, raggiungeremo simultaneamente quell’enorme computer, quell’enorme sistema che ci controlla, e noi stessi inizieremo a controllarlo. Arriveremo al punto in cui possiamo riprogrammare questo computer.

E poi, quando raggiungeremo questo stadio con l’intera umanità, allora quelle persone che gradualmente entrano e sono in questo programma, inizieranno a perdere il senso di questo mondo, perché in realtà non esiste. È sentito solo nei nostri cinque sensi corporei e sono puramente condizionali.

Quindi, il nostro mondo scomparirà gradualmente dai nostri sensi e ci sentiremo esistenti al livello successivo, spirituale, all’interno di un enorme computer, che si chiama universo.

Domanda: E’ come se un robot creato dall’uomo capisse improvvisamente il cervello umano, colui che lo ha creato?

Risposta: Sì. Il nostro compito è capire colui che ci ha creati ed essere uguali a Lui, essere il Suo partner.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Chellenges of the XXI century. Introduction”, 24/04/2019

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Credere o conoscere?

Domanda: Per una persona religiosa tutto deriva dalla fede. Qual è il suo approccio nei confronti di coloro che non lo sono?

Risposta: A queste persone va proposta la conoscenza piuttosto che la fede, solo così si può comprendere il più alto livello della natura, cioè il Bore’ e non credere solo a ciò che gli viene detto.

Domanda: Come mai c’è una fiducia nella luce superiore a livello religioso e non vi è lo stesso a livello profano? “Lo sento dire ma non ci credo”.

Risposta: Perché abbiamo reso troppo elevata questa condizione. Noi viviamo di ciò che ci viene riferito.

Domanda: Per i profani è più difficile?

Riposta: Certo.

Domanda: Se io fossi un religioso crederei alle sue parole e saprei come agire lungo tutto il cammino. E invece lei me lo sta dicendo ma non so se ha ragione o no.

Risposta: Certo: è per questo che devi scoprirlo da solo.
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Dalla trasmissione di KabTV “Management Skills”, 28/08/2020

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La saggezza della Kabbalah e la religione sono totalmente opposte

Domanda: Qual è la differenza tra le persone ortodosse per le quali non c’è nient’altro che Dio e le persone che si impegnano a studiare la saggezza della Kabbalah per le quali “Non esiste nulla tranne Lui?”

Risposta: La differenza è molto semplice; questi due tipi di persone sono completamente diverse. Innanzitutto, la saggezza della Kabbalah non è una fede o una religione. Si impegna nella fede, ma non obbliga nessuno a crederci. Invece, richiede che una persona riveli il Bore’.
Una persona religiosa dice: “Io credo!”

“Perché credi?”

“Mi hanno spiegato e mi è stato detto di credere, quindi credo a quello che mi è stato detto.”

“Bene, quella è una tua scelta.”

D’altra parte, secondo la saggezza della Kabbalah, fede significa conoscenza, realizzazione, sentimento, sensazione. Non è fede ciò che chiamiamo nel nostro mondo, quando non so se qualcosa è vero o no, ma l’accetto e vivo come se fosse così. Chi può provarlo? Nessuno. È vero o no? Ci sono tanti punti di vista quante sono le persone.

Quindi non esiste alcun legame tra la saggezza della Kabbalah e la religione. Al contrario, la saggezza della Kabbalah è completamente estranea alla religione. Si rivolge solo alla rivelazione, alla conoscenza e al sentimento, non alle cose di cui qualcuno ci parla. C’è un’enorme differenza.
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Dalla trasmissione di KabTV“Concetti di base della saggezza della Kabbalah”,24/11/2020

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In nome dell’amore

Domanda: Il 98% delle persone crede in Dio e tutte dicono che Dio è amore. D’altra parte vediamo che per centinaia di migliaia di anni le persone si sono uccise fra loro a milioni. Perché, pur credendo che Dio sia amore, ci distruggiamo fisicamente fra noi?

Risposta: Una cosa non esclude l’altra. Le persone dicono semplicemente “Dio è amore”, proprio come lo ripeterebbe un bambino.

Commento: Ma ci sono persone che dedicano tutta la loro vita al Creatore.

Il mio commento: Allo stesso tempo si annientano fra loro, lottando in nome del Creatore. Alcune teorie sostengono che uccidendo qualcuno gli doni il paradiso perché lo liberi da una vita di peccato.

Osservate di cosa le persone sono capaci: sono disposte a morire facendosi esplodere in mezzo alla gente e tutto in nome di un potere superiore.

Domanda: Tuttavia, ciò arriva da una sola forza, non esiste altro. Per cui il fatto che le persone si comportino in questo modo fa parte di un processo evolutivo?

Risposta: Si tratta di un processo di correzione.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 07/02/2019

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Non danneggiare la società

Da “Costruire la società futura”, Punto 30 di Baal HaSulam: La libertà dell’individuo deve essere mantenuta fintanto che non è dannosa per la società. Tuttavia, chi desidera partire a favore di un’altra società non deve essere detenuto in alcun modo, anche se è dannoso per la società, sebbene debba essere fatto in modo tale da non rovinare del tutto la società.

Una persona può pensare, parlare e fare tutto ciò che vuole solo se non si discosta dalla direzione e dalle intenzioni della società. Ma se le fa del male, allora non ha posto in questa società. È naturale.

Domanda: Lei e il suo insegnante avete mai parlato dei principi della società del futuro o è tutto ancora così lontano da noi che sarebbe meglio non pensarci?

Risposta: Non importa. Questi principi scaturiscono automaticamente da ciò che insegniamo nella Kabbalah, dall’avvicinarsi alla spiritualità.

Domanda: Se prendessimo questi principi, ne ricavassimo un codice di determinate leggi e lo offrissimo alla società, le persone lo capirebbero?

Risposta: No, non lo capirebbero. Al contrario, questo potrebbe allontanare le persone, perché lo percepirebbero come un obbligo. E se c’è un obbligo, allora non va bene.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 07/02/2019

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La Kabbalah e le altre credenze – 11′ Parte

Lo scopo della creazione è di diventare come il Creatore

Domanda: La saggezza della Kabbalah afferma che una persona dovrebbe diventare come il Creatore, non solo in alcune azioni esterne, come in altre credenze, ma nelle intenzioni. Qual è la differenza?

Risposta: Se nelle azioni io voglio essere come il Creatore, allora è molto semplice. Dai un’occhiata al nostro mondo. In esso si manifestano solo le azioni del Creatore. “Non c’è nessun altro oltre a Lui”. A te piace questo mondo?! Tutti possono essere simili al Creatore secondo le azioni che vediamo nel nostro mondo.

Questo non è ciò che intende la Kabbalah. Essere come il Creatore significa raggiungere ciò che comprendiamo all’interno di questo sistema: amore completo, dazione completa, interconnessione completa. Per consentirci di raggiungere questo obiettivo, il Creatore ci fornisce un’immagine di un mondo in rovina e lacerato, quindi partendo da esso raggiungiamo il mondo opposto e perfetto.

Nota: I kabbalisti affermano che se lo scopo della creazione non fosse quello di diventare come il Creatore, non ci sarebbe bisogno di fare buone azioni nel nostro mondo e in generale di relazionarsi con gli altri.

Il mio commento: Certo. Siamo tutti assolutamente egoisti e con ogni generazione l’egoismo cresce sempre più dentro di noi. Alla fine, ciò dovrebbe condurci ad uno stato di dazione reciproca e amore. La fusione con il Creatore è veramente l’obiettivo della creazione.

Domanda: Il Creatore rivela la nostra natura egoistica? L’ha creata Lui e senza di Lui non possiamo correggere l’egoismo?

Risposta: In nessun modo. Noi dipendiamo completamente da Lui.

Domanda: Perché lo ha fatto?

Risposta: Affinché noi dipendessimo da Lui. In effetti, è questa dipendenza che ci conduce alla perfezione, all’uguaglianza della forma con Lui.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

Politeismo: un istinto umano naturale

Domanda: Tutti i cittadini dell’antica Babilonia adoravano molti dei. Cosa significa politeismo?

Risposta: Il politeismo è una naturale evoluzione dell’uomo. Possiamo vedere che anche oggi tali credenze sono conservate nel mondo, specialmente in Oriente.
Il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam hanno avuto origine da Abramo. Tutte le altre credenze si basano sul politeismo, cioè l’esistenza di una schiera di divinità, una moltitudine di forze della natura presumibilmente di tutti i tipi, ognuna delle quali ha una certa influenza speciale sulla natura e sul destino dell’uomo.

Domanda: Possiamo dire che ognuno di noi è anche un idolatra? Cioè, se una persona non scopre una forza dietro tutta la materia, allora si è un idolatra?

Risposta: Non credo che abbiamo deificato queste forze in misura tale. Dopotutto, gli idolatri non erano persone stupide; piuttosto, hanno appena visto che erano fortemente dipendenti da varie proprietà della natura ma non potevano legarle insieme. Neanche noi.

Si credeva che il dio della pioggia, il dio del sole, il dio della notte, il dio del giorno, ecc., fossero tutte grandi forze della natura da cui un uomo è completamente dipendente e devono adorare per mantenere buoni rapporti con loro. Dopotutto, insieme al fatto che l’uomo ha divinizzato la natura, ha sentito la sua dipendenza da essa.

Nota: La gente credeva che ci fossero alcune forze che potevano essere placate e che potevano essere placate al meglio da diversi preti che sapevano esattamente come farlo.

Il mio commento: Sì. Immagina un contadino ignorante e illetterato. Preferirebbe cedere un sacco di grano ed essere sicuro che non avrà più problemi né con il raccolto, né con la siccità, né con i fiumi alluvionati.
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Dalla trasmissione di KabTV “Dall’analisi di sistema dello sviluppo del popolo di Israele”, 24/06/2019

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La Kabbalah e le altre credenze – 10′ Parte

Una danza con il Creatore

Baal HaSulam, “La libertà dal desiderio“: La via della Kabbalah consiste nel fare affidamento sulle menti di coloro che hanno già raggiunto l’obiettivo finale, come se fosse la nostra esperienza di vita. … Quindi, la legge della vita in comune è considerata una delle leggi della natura e dobbiamo osservarla con grande cautela. Questa legge deve sviluppare la realizzazione di: amore per sé come male e amore per gli altri come bene, perché questo è l’unico modo per amare il Creatore.

L’essenza di tutte le tecniche spirituali è di capire il Creatore, comprenderlo. Ma solo la scienza della Kabbalah ci conduce a questo perché rivela come il Creatore agisce su di noi, come dobbiamo rispondere a Lui, e attraverso questa interazione a due vie: “Lui è per me, io sono per Lui”, stabilire una costante connessione, come in un tango in cui due persone ballano all’unisono.

Tale danza, quando cioè entriamo nella piena integrazione con il Creatore, è chiamata la “danza della sposa”, in cui ciò che viene da Lui a me e ciò che viene da me a Lui sono completamente inclusi l’uno nell’altro.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2019

La Kabbalah e le altre credenze – 9′ Parte

Perché il Creatore ama i peccatori?

Domanda: Baal HaSulam ha scritto che si rallegrava per la rivelazione dei peccatori dentro di sé, perché rappresentavano le intenzioni egoistiche verso il Creatore. Cosa significa questo?

Risposta: Il Creatore ama i peccatori più dei giusti perché il peccatore rivela che il Creatore gli manda il male. Il Creatore ha creato l’anima, un’enorme rete universale in cui siamo tutti connessi, e poi l’ha frammentata. E ora ci sta mostrando i suoi frammenti in modo che continuiamo costantemente a chiederGli di riconnetterci correttamente.

Pertanto, quando mi sento separato dagli altri, non disposto a connettermi con loro, in opposizione al Creatore e al mondo intero, vengo chiamato peccatore. Ma questo mi porta a chiederGli la correzione.

Il giusto è uno stato in cui non ho nulla da chiedere. È possibile io che rimanga erroneamente in questo stato.

Domanda: In ogni caso, tutti questi stati continuano a cambiare; non sono statici, giusto?

Risposta: Certo. La cosa più importante è cambiare. Questo accade solo se una persona si trova in un gruppo e il gruppo è diretto verso il Creatore.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

La Kabbalah e le altre credenze – 8′ Parte

Rivolgiti al Creatore

Baal HaSulam, Shamati, Articolo 209: Vi sono tre condizioni nella preghiera:

1. Credere che Lui può salvarti. Sebbene uno abbia le peggiori condizioni di tutti i suoi contemporanei, tuttavia, “La mano del Signore sarà troppo corta per salvarlo?” Se non è così, allora “il padrone di casa non può salvare i Suoi vasi.

2. Uno non ha più nessuna scelta perché ha già fatto tutto il possibile, ma non ha trovato alcuna cura per la sua condizione.

3. Se Lui non lo aiuterà, sarà meglio per lui morire che essere vivo.

Questi sono i tre atteggiamenti corretti nei confronti della vita. Tutto è determinato dal Creatore. Non c’è alcun pensiero o sentimento che viene da me, ma solo dal Creatore.

Pertanto, devo trovarmi sempre in un elevato stato di prontezza, analizzando tutto ciò che accade nella mia mente e nei miei sentimenti, rendendomi conto che il Creatore me lo presenta, e chiederGli immediatamente una correzione, per indirizzarmi correttamente ad avere pensieri buoni di amore e dazione verso gli altri, cioè essere accompagnato da buoni sentimenti che sono al di sopra di me stesso per dare agli altri.

Il Creatore rivela solo la mia cattiveria, com’è detto: “Io ho creato il male“. Tuttavia, io afferro questo male a metà strada e Gli chiedo immediatamente di cambiarlo in bene.

Comincio quindi a entrare in una relazione interessante con il Creatore chiamata “una danza”, come un tango: Lui mi guida e io Lo guido. Lui mi influenza e io faccio lo stesso. Pertanto, ci completiamo a vicenda.

Riconoscere il male è fondamentale qui. Una volta capito che è arrivato dal Creatore e che “Non esiste nulla tranne Lui”, rimane solo una cosa da fare: chiederGli di cambiare il male in bene. Questo è tutto ciò che riguarda tutta la nostra vita, tutto il nostro lavoro spirituale.

Domanda: Posso rivolgermi al Creatore senza riconoscere le mie qualità egoistiche e la loro distruttività?

Risposta: No. È come se tu fossi un portiere e il Creatore tira costantemente la palla in porta e tu devi deviare costantemente i Suoi tiri.

Domanda: I kabbalisti rimproverano se stessi?

Risposta: Se tu piangi continuamente perché sei insoddisfatto della tua vita, rimproveri chiunque e commiseri tutto quanto, allora non sei soddisfatto di ciò che il Creatore ti ha dato.

Domanda: Può la Kabbalah considerare in maniera positiva la causa della depravazione umana?

Risposta: E’ il Creatore che ha fatto tutto proprio così, in modo che una persona avesse bisogno del Suo aiuto e quindi potesse salire al Suo livello.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza Kabbalah”, 17/12/2018