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I leader di domani

In considerazione delle crisi che siamo costretti ad affrontare su vari fronti, oggi sembra che la cosa di cui si abbia maggiore bisogno sia una guida competente. I capi di stato in carica sembrano essere principalmente preoccupati per i loro patrimoni e la loro sopravvivenza piuttosto che  per la sopravvivenza delle loro nazioni, già poco prospere. Inoltre, in un mondo globalizzato, i leader non possono occuparsi esclusivamente di ciò che porta vantaggio alla propria nazione in quanto ogni paese è dipendente dall’altro. Anche se questo è compreso da tutti, nessuno agisce di conseguenza. Sembra che ci attenda un duro risveglio.

Man mano che evolviamo, anno dopo anno, di generazione in generazione, anche le nostre aspettative ed aspirazioni cambiano. Un capo deve quindi avere occhi e mente rivolti sia al presente che al futuro. I leader devono vedere dove si sta dirigendo l’umanità e preparare il loro popolo a questo stato. Altrimenti, non sono guide ma semplici seguaci.

Il problema con i leader di oggi è che nonostante il mondo sia diventato completamente interdipendente ed interconnesso, essi dirigono la propria nazione come se l’unica cosa che conti sia il benessere della nazione stessa. Non si rendono conto che le decisioni politiche prese a danno di altri paesi, fondamentalmente danneggiano anche il loro.

Peggio ancora, anche quando se ne rendono conto, raramente agiscono di conseguenza, poiché l’ego umano si è evoluto a un livello tale da non preoccuparsi di nulla che vada oltre le ricompense immediate. Quindi una scelta politica che causa danni futuri non può competere con altre scelte che garantiscono ricompense immediate anche se illusorie.

Detto questo, credo che sia un errore attribuire la colpa ai leader. Non possono elevarsi al di sopra del livello delle loro nazioni, poiché è la nazione che li nomina o li destituisce. Pertanto, più che plasmare lo spirito della nazione, lo riflettono.

Se vogliamo capi che comprendano lo spirito del tempo e sappiano adattare la loro azione di guida ad esso, dobbiamo prima di tutto imparare noi stessi, il popolo, a conoscere il nostro tempo particolare.  A quel punto i leader, che verranno formati dalla nazione, sapranno cosa fare e le loro scelte avranno il sostegno della nazione. 

Ne consegue che i leader non riusciranno a considerare l’interconnessione tra le nazioni prima che questo diventi l’atteggiamento mentale prevalente delle persone. Anche se la maggioranza delle persone non comprende questo o non ci pensa, c’è bisogno che si comprenda che pensare solamente a se stessi è controproduttivo e non serve ai nostri interessi personali.

Quando i leader inizieranno a pensare agli interessi del mondo piuttosto che unicamente agli interessi delle proprie nazioni, oppure come accade oggi, al proprio ritorno personale, sarà possibile costruire sistemi funzionali e sostenibili di cui potrà beneficiare l’intera umanità. Quando le persone inizieranno a capire che dobbiamo prenderci cura dell’intera umanità, i leader faranno delle scelte politiche sostenibili e smetteranno di mettere le nazioni le une contro le altre in modo inutile e distruttivo. La pace nel mondo ed il vivere sostenibile si basano sulla consapevolezza che siamo tutti interdipendenti, che insieme vinceremo o insieme falliremo.

Didascalia della foto:
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tiene una sessione sull’Ucraina.

Cosa ci guadagnano gli Stati Uniti

Mercoledì 16 marzo 2022, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy, si è rivolto al Congresso degli Stati Uniti. Zelenskyy “ha supplicato gli Stati Uniti di ‘fare di più’ istituendo una zona di interdizione al volo, fornendo ulteriori aerei e sistemi di difesa aerea, e creando una nuova alleanza per la sicurezza”. Poco dopo il discorso, il presidente Biden ha promesso “800 milioni di dollari in assistenza alla sicurezza”, compresi “800 sistemi antiaerei Stinger, 100 droni” e altre armi e munizioni.

Gli Americani sono molto cauti. Finora, non hanno dato jet da combattimento all’Ucraina e hanno impedito alla Polonia di fornirle 28 jet MIG-29, sostenendo che potrebbe spingere la guerra verso un conflitto globale, dato che la Polonia è un membro a pieno titolo della NATO. Nonostante la richiesta di Zelenskyy, gli Stati Uniti non hanno dichiarato una no-fly zone sull’Ucraina per evitare un conflitto diretto con la Russia.

A giudicare dai risultati, penso che gli Stati Uniti si siano finora comportati correttamente. Le loro informazioni riguardo alle intenzioni di Putin sembrano essere state corrette e le loro analisi della situazione in corso sembrano dimostrarsi valide. Per questo meritano credito.

Attualmente, gli Stati Uniti stanno decisamente guadagnando dalla situazione.  Insieme ai loro alleati della NATO, stanno logorando la Russia, esaurendo la sua forza militare e le sue risorse in una guerra che non può vincere. L’obiettivo dell’America è semplice: svuotare la Russia di armi, munizioni e rifornimenti e metterla a tacere per molto, molto tempo.

Gli Stati Uniti controllano già la NATO. Una volta che la Russia sarà fuori dal gioco di potere globale, rimarrà solo la Cina da affrontare e, a mio parere, l’America non considera la Cina una minaccia militare.

Non è che la Cina non voglia dominare il mondo, perché lo vuole. Tuttavia, i Cinesi non hanno un approccio intrinsecamente aggressivo. Vogliono dominare attraverso la loro forza lavoro e il loro potere d’acquisto piuttosto che attraverso l’occupazione militare. A mio parere, ci riusciranno.

La parte più triste della storia, tuttavia, è il popolo ucraino. Nessuno si preoccupa di loro; sono la carne da cannone in questa guerra. Gli Stati Uniti li stanno usando per esaurire La Russia e prosciugare il suo potere, i russi stanno distruggendo l’Ucraina nel tentativo di dimostrare la loro forza fino a quando non ne rimarrà più nulla e, nel mezzo, gli ucraini vengono uccisi in massa e il loro paese devastato.

Al momento, gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a porre fine alla guerra, non prima di aver raggiunto il loro obiettivo: l’esaurimento della Russia. Pertanto, con ogni probabilità, continueranno a sostenere l’Ucraina solo per quanto necessario per continuare a combattere, ma non per vincere. Se l’Ucraina sconfiggerà la Russia prima che l’esercito russo sia stato eliminato, allora gli Stati Uniti non avranno raggiunto il loro obiettivo. Quindi, la triste conclusione è che più la guerra continua, meglio è per gli Stati Uniti e la NATO, e peggio è per la Russia e l’Ucraina.

Questa guerra è terribile, come ogni guerra. Purtroppo, l’umanità non impara in altro modo. Tutte le lezioni che abbiamo imparato, le abbiamo apprese attraverso il dolore. Ora, anche l’umanità sta imparando una lezione dolorosa: la potenza militare non vince le guerre.

Nonostante la loro incontestabile inferiorità in soldati, armi, addestramento, risorse e ogni aspetto militare che si possa pensare, gli Ucraini non solo tengono duro, ma stanno gradualmente passando all’attacco. Stanno combattendo per il loro paese e gli aerei da guerra, i carri armati e le navi da guerra della Russia non sono all’altezza della loro unità e determinazione. 

La lezione che tutti noi dovremmo imparare da questa guerra è che, alla fine, la solidarietà e la responsabilità reciproca trionferanno; questi sono gli strumenti del successo di domani. Che peccato che la lezione arrivi sotto forma di vite umane e miseria.

Dopo un mese di guerra

Dopo un mese di guerra in Ucraina, è chiaro che nessuno è contento dei risultati. La Russia non ha ottenuto la vittoria schiacciante che si aspettava di ottenere, l’Ucraina è tormentata dal costante bombardamento sui civili e sui servizi, le sanzioni contro la Russia sono destinate a incassare presto il loro pedaggio e a ostacolare la sua economia.

Nonostante la delusione, la Russia è ancora una forza formidabile, anche se grazie soltanto al suo vasto arsenale di armi non convenzionali: biologiche, chimiche e nucleari.  Non possiamo attribuire il successo dell’Ucraina negando una vittoria alla Russia, al suo esercito, poiché c’è stato relativamente poco contatto tra i due eserciti. C’è una causa più profonda dietro lo stallo in Ucraina: la guerra va contro la connessione e tutta la realtà va verso di essa. Quindi, quando si agisce contro la connessione, si sta andando contro tutta la realtà. Questo non può avere successo, certamente non per molto.

Soprattutto oggi, in un mondo che è diventato un unico villaggio, qualsiasi movimento che contraddice questa mentalità è destinato a fallire. Alla nostra natura può non piacere l’idea che siamo tutti connessi e dipendenti gli uni dagli altri, ma questa è la realtà, e la sua direzione è verso una maggiore interconnessione, non meno. Perciò, se nuotate controcorrente, contro il flusso della realtà, siete certi di esaurire le vostre forze e di annegare o di tornare indietro.

Se la guerra si intensifica verso l’uso di armi non convenzionali, le conseguenze saranno catastrofiche. Ciononostante, non cambierà il risultato finale.

In alternativa, la guerra può continuare sporadicamente, con bombardamenti qua e là, ma senza una direzione chiara. I residenti soffriranno, nessuno si arrenderà e nessuno vincerà, ma non ci sarà un cessate il fuoco.

Alla fine, la ragione prevarrà, le parti si separeranno e cominceranno a ricostruire il loro rapporto. L’unica domanda è quanto tempo ci vorrà e quale sarà il costo.

Prego che la miseria di cui siamo testimoni in questi giorni insegni al mondo quanto sia necessario per noi lavorare nella reciprocità, nella comunicazione positiva e stabilire buone connessioni.  Solo quando le persone saranno connesse, apprezzeranno la vita nel nostro mondo. Spero e prego che tutti noi ne prendiamo atto al più presto.

 

Didascalia della foto:
Una panoramica della distruzione della città di Mariupol assediata nel sud-est dell’Ucraina, sabato 26 marzo 2022.

L’interesse dell’America e del mondo a placare le acque turbolente della guerra

La guerra in Ucraina si svolge a miglia di distanza, ma gli americani la seguono molto da vicino. Preoccupati per l’aumento dei prezzi del gas, tra le altre ripercussioni di questo conflitto, l’86% degli adulti americani considera la situazione con la Russia e l’Ucraina molto o abbastanza importante, secondo un recente sondaggio YouGov/Yahoo News.

La guerra sul territorio si riflette anche in una guerra di parole. Parlando in un podcast del Comitato Nazionale Repubblicano, l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente detto che la guerra in Ucraina “non sarebbe mai accaduta” durante il suo mandato. Da parte sua, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden insiste sul fatto che ha cercato di prevenire la guerra in Ucraina in ogni modo possibile.  La tendenza dei presidenti a diventare più popolari in tempo di guerra non si applica in questo caso. La tendenza dei presidenti a diventare più popolari in tempo di guerra non si applica in questo caso. Diversi sondaggi rivelano che in media il 51,4% degli Americani disapprova la presidenza di Biden, uno degli indici di approvazione più bassi da quando è entrato in carica.

La guerra poteva essere evitata? Molto probabilmente era inevitabile. Le forze che operano nel mondo stanno cambiando molto velocemente e lo scenario globale sembra un mare in tempesta. Venti forti soffiano in tutte le direzioni causando enormi maree di conflitti che inondano il mondo a vari livelli.

Non voglio fare previsioni su come finirà l’attuale guerra per i Russi o per gli Ucraini, ma non c’è dubbio che il mondo non sta migliorando. Sia gli Stati Uniti che l’Europa possono trarre dei vantaggi dall’attuale conflitto, poiché esso cambia l’equilibrio delle forze e rinvigorisce la loro egemonia.

In realtà, lo stato attuale delle cose rivela la vera causa delle guerre. Si tratta della la natura umana, il desiderio egoistico di trarre beneficio a spese degli altri, che è già troppo grande e cresce costantemente.  Non possiamo fermare la guerra con dei poteri egoistici che abbiamo a disposizione  in cui una parte prevale opprimendo l’altra. In un villaggio globale in cui tutti viviamo nessuno avrà successo a causa delle guerre, tutti perderanno.

La pace mondiale sembra un concetto utopico improbabile quando guardiamo la situazione attuale, ma non abbiamo scelta se non aspirare a questo ideale. Dobbiamo esercitare il massimo sforzo per calmare le acque agitate della guerra, elevandoci al di sopra della nostra natura separatrice che si incunea le persone e le nazioni e le distrugge.  

Ci avvicineremo alla pace solo quando riconosceremo che la natura è un sistema interconnesso e interdipendente e che noi umani siamo gli unici disturbatori del sensibile equilibrio della natura. Di conseguenza, infliggiamo danni a noi stessi e raggiungiamo uno stato insostenibile.

Aumentare l’importanza della solidarietà e la necessità di unire i cuori delle nazioni in conflitto al di sopra dell’odio reciproco dovrebbe essere interesse di tutti. Rav Yehuda Ashlag spiegò questo obiettivo essenziale come un mezzo per raggiungere la pace mondiale quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale: “Non stupitevi se mischio il benessere di un particolare gruppo con il benessere del mondo intero, perché in effetti, siamo già arrivati a un punto tale che il mondo intero è considerato un solo gruppo e una sola società”.

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Il Presidente Joe Biden se ne va dopo aver fatto un breve discorso di aggiornamento su Russia e Ucraina nella Sala Est della Casa Bianca a Washington, DC il 15 febbraio 2022. (Foto di Oliver Contreras)

Nessun vincitore in caso di guerra nucleare, ma forse non importa

Con le armi nucleari russe in massima allerta e il reattore nucleare dell’Ucraina che rischia di essere bombardato, il pericolo di una catastrofe nucleare è diventato molto reale. Tutti sanno che, se un tale disastro dovesse accadere, nessuno vincerebbe e i risultati sarebbero orrendi per tutta l’umanità, ma l’ego non conosce confini. Quando le persone sono impostate sulla propria vittoria, niente le fermerà, nemmeno la loro stessa morte fisica.

Pensiamo alla guerra come a uno scontro tra due (o più) entità fisiche, come paesi o capi di stato. Tuttavia, una guerra è un fenomeno molto più profondo di un conflitto di interessi o di una lotta di potere. Ciò che guida le guerre, soprattutto oggi, è l’ego, e l’ego non cede a nulla e ascolta solo se stesso.

La forza che crea la vita è una forza di equilibrio, armonia e dazione.  È così che permette la creazione della vita, l’evoluzione di creazioni sempre più complesse, che sopravvivono attraverso la collaborazione e l’interdipendenza tra tutte le loro parti. Pertanto, la vita richiede armonia e sostegno reciproco.

L’ego è l’esatto opposto di questo: è una forza che vede solo se stessa, pensa solo a se stessa e si preoccupa solo di se stessa. L’unico momento in cui l’ego si relaziona con gli altri è quando può sfruttarli o danneggiarli, quindi affermare la sua superiorità. Di conseguenza, l’ego è l’opposto della vita.

Quando due o più ego si scontrano, si crea un conflitto violento o una guerra. Una guerra tra due ego può finire quando uno dei due è stato sconfitto o quando entrambi sono troppo esausti per continuare, così si accordano per “fare pace”. In realtà, la “pace” è solo una tregua, che durerà solo fino a quando un ego sente di essersi ripreso abbastanza da avere il potere di annientare l’altro, a quel punto riprenderà a combattere. Se la demolizione di reattori nucleari o l’uso di armi nucleari sono necessari per sconfiggere il nemico, l’ego li userà prontamente.

Non ha niente a che vedere con chi è al potere. Non ci sono persone giuste quando si tratta di egoismo; siamo tutti cattivi potenzialmente, poiché è la natura umana a comportarsi così.

Il padre del mio insegnante, il grande cabalista e pensatore Baal HaSulam, scrisse sull’insaziabilità dell’ego già negli anni ’30. Nel suo epocale saggio “La pace nel mondo”, scrisse: “In parole semplici, diremo che la natura di ogni essere umano è quella di sfruttare la vita di tutte le altre persone nel mondo per il proprio beneficio e tutto ciò che egli dà ad un altro è solo per necessità.  Tutto ciò che dona all’altro è solamente per necessità, anche in questo caso vi è uno sfruttamento degli altri, ma è fatto astutamente, in modo che il suo amico non se ne accorga e conceda spontaneamente”. Inoltre, aggiunge: “sente che tutti gli uomini del mondo dovrebbero stare sotto il suo dominio e al suo uso personale. E questa è una legge inviolabile. L’unica differenza sta nella scelta dell’uomo: uno sceglie di sfruttare la gente per ottenere basse concupiscenze, un altro per ottenere il potere, mentre un terzo per ottenere il rispetto. Inoltre, se un uomo lo potesse fare senza molti sforzi, approverebbe di sfruttare il mondo per tutti e tre insieme: ricchezza, dominio e rispetto. Tuttavia, egli è obbligato a scegliere in base alle sue possibilità e alle sue capacità”. 

Novant’anni fa, quando Baal HaSulam scrisse queste pungenti parole, la Seconda Guerra Mondiale e gli orrori che ha portato con sé non erano ancora accaduti. Oggi, può una persona ragionevole dubitare del potere dell’ego di distruggere tutto ciò che lo ostacola?

Non credo che la guerra in Ucraina porterà a una guerra mondiale o all’uso di armi nucleari. Almeno non sembra così in questo momento. Tuttavia, se non impariamo ad usare l’ego in modo costruttivo anziché distruttivo, non c’è dubbio che ci ritroveremo in quell’orribile situazione per la terza volta. E se non impariamo la lezione, anche una quarta guerra è possibile.

Per evitare la distruzione completa, dobbiamo insegnare a noi stessi nuovi valori: che la connessione e l’unità sono più importanti di qualsiasi forma di separazione e inimicizia. Proprio come il nostro ambiente attualmente ci insegna ad odiare e a lottare per dominare, dovremmo costruire un ambiente che insegni il contrario.

Non sono un educatore, e non ho intenzione di dettagliare specificamente come questo dovrebbe essere fatto. Tutto quello che so è che se non impariamo a connetterci l’uno con l’altro e a prenderci veramente cura del prossimo, ci distruggeremo a vicenda.

Se scegliamo la guerra, dice Baal HaSulam, in un’altra fondamentale composizione: “ Le bombe faranno il loro dovere e i sopravvissuti che rimarranno dopo la distruzione non avranno altra scelta che prendere su di sé questo lavoro in cui sia gli individui che le nazioni non lavoreranno per se stessi più del necessario per il loro sostentamento, mentre tutto il resto sarà a beneficio degli altri” (Gli scritti dell’ultima generazione, parte prima).

Didascalia della foto:
1945 ,9 agosto, GIAPPONE : La United States Army Air Forces ( USAAF) ha sganciato una #BOMBA ATOMICA su NAGASAKI , GIAPPONE , verso la fine della seconda guerra mondiale . – ATTACCO ATOMICO NUCLEARE – ATTACCO NUCLEARE – SECONDA GUERRA MONDIALE – WWII

Mamma, perché c’è la guerra?

Il bombardamento deplorevole dell’ospedale pediatrico a Mariupol, nel sud dell’Ucraina, mi ricorda la storia di una madre, che ha raccontato ai giornalisti della domanda di suo figlio: “Mamma perché c’è la guerra?”.  Ha detto che qualche settimana prima, aveva alleviato le preoccupazioni di suo figlio spiegandogli che le persone non combattono più le guerre come una volta, che siamo passati oltre.  Ora, lei e suo figlio si nascondono nella stazione della metro in un improvvisato rifugio antiaereo, mentre suo marito combatte in prima linea.

Molti bambini pongono domande così difficili in questi giorni, una conseguenza delle terribili circostanze in cui sono stati scaraventati senza preavviso.  Ma i bambini capiscono la guerra meglio di quanto pensiamo.  Dopotutto, la loro vita è una sfida quotidiana. Dato che non hanno ancora acquisito le abilità necessarie per destreggiarsi senza problemi nelle situazioni sociali, per loro ogni giorno all’asilo o a scuola è una battaglia.

Per dare loro una risposta vera e utile, dovremmo dire che il nostro ego è la causa di tutte le guerre. L’ego vuole soddisfare se stesso e non prendere in considerazione nessun altro. Di conseguenza, dovremmo dire loro che proprio come i bambini possono litigare per un giocattolo, gli adulti litigano per parti di territorio. Allo stesso modo, quando i bambini litigano, potrebbero picchiarsi con un bastone o una pala di plastica, mentre gli adulti usano carri armati e aeroplani. 

Non cambia nulla dall’infanzia all’età adulta: un’altra persona ha qualcosa che voglio o che penso debba essere mio, io lo prenderò con la forza, se è necessario. Questo è il modo in cui funziona l’ego e questa è la ragione di tutte le guerre.

Un bambino che si nasconde dai “giochi” degli adulti, capirà il messaggio in maniera molto chiara.  Questa è la nostra opportunità di spiegare, purtroppo fin troppo chiaramente, che combattere non è un bene, che se ci prendiamo cura gli uni degli altri e se condividiamo, tutti avranno di più e non dovremo lottare per quello che vogliamo o per proteggere quello che abbiamo.

Una volta che i bambini fanno propria la lezione della condivisione, questa resterà con loro per tutta la vita. Li aiuterà nei loro rapporti con gli altri per sempre e si spera che, grazie alle chiare spiegazioni delle loro madri, siano in grado di evitare le guerre in futuro.

 

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Sfollati dalla zona di Mariupol che hanno trovato rifugio in un campo profughi nell’insediamento di Bezymennoye,  durante il conflitto Ucraina-Russia nella regione di Donetsk, Ucraina 8 marzo 2022. REUTERS/Alexander Ermochenko

Il leopardo cinese è saltato giù dall’albero

La Cina assume l’atteggiamento di un leopardo seduto su un albero, che aspetta il momento giusto per saltare sulla sua preda. Nel tiro alla fune tra la Russia e gli USA sull’invasione Russa dell’Ucraina, la Cina non ha preso parti. Fino a poco tempo fa, quando ha annunciato che non si unirà alle sanzioni contro la Russia, e ha promosso “il più grande accordo di fornitura di gas naturale” con l’esportatore di gas russo Gazprom.

Allo stesso tempo, la Cina ha minacciato direttamente gli USA per i suoi tentativi di sostenere Taiwan.  In due occasioni, la Cina ha mandato degli avvertimenti offensivi, quasi volgari, agli USA.  Nella prima occasione, i Cinesi hanno dichiarato: “Dobbiamo avvertire con fermezza gli Stati Uniti che chi gioca con il fuoco si brucerà. Se gioca con le tattiche di “salami slicing” sulla questione Taiwan, saranno le loro dita a essere tagliate”. Nella seconda occasione, un funzionario cinese ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti vogliono incoraggiare l’indipendenza di Taiwan…pagheranno un prezzo pesante per il loro atto avventurista. Se gli Stati Uniti cercano di intimidire e fare pressione sulla Cina … la cosiddetta deterrenza militare [l’esercito americano] sarà ridotta a rottami di ferro”. 

In apparenza, la Cina sembra davvero aver scelto da che parte stare. Ma non trarrei conclusioni premature. Come un leopardo, sono molto intelligenti. Secondo me, si sono uniti alla parte che vogliono effettivamente indebolire.

Nonostante i suoi audaci proclami, il governo cinese non ha interesse a combattere contro l’America. La Cina è troppo dipendente dal potere d’acquisto americano per rischiare di entrarci in guerra. Farebbero di tutto per evitare un conflitto militare con gli Stati Uniti.

Con la Russia, la situazione è diversa. La Cina ha gli occhi puntati sulle vaste terre ricche di minerali e petrolio e quasi vuote, che si estendono dalla Siberia ai Monti Urali, un’area molte volte più grande della Cina stessa. Con la forza attuale della Russia, la Cina non può conquistarla. Tuttavia, se la Russia diventasse debole e priva di forza, sarebbe molto più facile per la Cina conquistare la terra senza troppa resistenza. Più a lungo la situazione continua, più debole diventerà la Russia,  più facile sarà per la Cina rosicchiare pezzi di Siberia per sé.

Le guerre portano cambiamenti. Le grandi guerre portano grandi cambiamenti. La Prima Guerra Mondiale ha portato alla creazione delle Nazioni Unite e al Trattato di Versailles, che ha contribuito a insediare Hitler alla guida della Germania. La Seconda Guerra Mondiale ha creato il blocco comunista sotto il Patto di Varsavia, e il blocco occidentale sotto l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), che ha dato inizio alla Guerra Fredda.

L’attuale conflitto non è una guerra mondiale, almeno non ancora, ma il suo impatto è comunque profondo. La guerra in Ucraina mostra l’inutilità delle guerre dell’ego e, alla fine, ogni guerra è una guerra dell’ego. La crisi in Ucraina dimostra che se vogliamo coesistere pacificamente, dobbiamo imparare come elevarci al di sopra dei nostri ego a livello personale, sociale, politico e internazionale.

Ora, dopo millenni di servizio al nostro ego, siamo sul punto di renderci conto che l’unica cosa cattiva nel nostro mondo è il nostro ego. L’ego ci ha promesso il mondo, ma lo ha distrutto.  Dobbiamo contrastarlo con una forza altrettanto forte di positività, altrimenti ci ucciderà tutti. 

Questa comprensione avrà un impatto profondo sulla società.  Fino a ora, tutte le nostre istituzioni si sono adeguate al nostro ego. Hanno cercato di moderare e razionalizzare gli interessi dei paesi in modo da permettere loro di coesistere. Ora che l’egoismo ha raggiunto livelli tali da non poter accettare l’esistenza o l’indipendenza degli altri, non abbiamo altra scelta che aggiungere un’altra forza: una forza positiva per contrastare il potere e l’intensità dell’ego. 

Nei prossimi anni assisteremo alla creazione di nuove istituzioni di nuova natura.  Il loro interesse non sarà di adeguarsi all’ego, e neppure di assicurarsi forniture di cibo e acqua. Piuttosto, si concentreranno sulla creazione di coesione sociale e solidarietà. Lavoreranno partendo dalla comprensione che se le persone sono unite, si prendono cura l’una dell’altra e si occupano dei bisogni reciproci.

Anziché trattare i sintomi dell’isolamento, queste nuove organizzazioni funzioneranno in modo da eliminarlo e creare connessioni, legami, e un senso di responsabilità reciproca. Stiamo appena iniziando la transizione, ma il fatto che il vecchio mondo sta cadendo a pezzi significa che dobbiamo affrettarci, in modo che il nuovo assetto non nasca attraverso più dolore del necessario. Prima ci rendiamo conto che nella realtà attuale non possiamo lasciare che sia l’ego a impostare il tono e che dobbiamo bilanciarlo con la cura,  più facile e agevole sarà la transizione. 

Un punto sensibile per l’umanità

Il conflitto in Ucraina non è un conflitto normale tra due nazioni. Si tratta di una profonda crisi che ha origine da un posto molto speciale nell’anima umana comune.  E’ un punto sensibile per l’umanità,  possiamo osservare quanto influisce su tutti noi in maniera potente.  

Non risolveremo questa crisi con misure diplomatiche. Al meglio potrà calmarsi per un periodo, ma dopo scoppierà ancora più violentemente. Il conflitto, inoltre, non si risolverà se una parte invade totalmente l’altra, nessuno si arrendere e il fuoco continuerà a bruciare in profondità fino a quando non esploderà di nuovo. 

C’è una sola cosa da fare per poter risolvere la crisi: aumentare l’importanza della complementarietà, l’importanza della necessità di unire i cuori dei membri delle nazioni rivali al di sopra dell’ostilità. Per essere chiari, il semplice volere che la guerra finisca non la farà finire; dobbiamo volere che la separazione tra di noi finisca. Dobbiamo desiderare di sentire il cuore degli altri, e questo, tra tanti altri benefici, metterà anche a tacere i cannoni tonanti.

Siamo in una situazione molto difficile, molto insidiosa. Non dovremmo offuscare le cose o cercare di nasconderle. La tattica e le astuzie politiche non risolveranno la crisi. L’unica soluzione è fare uno sforzo per avvicinare i cuori delle persone, al di sopra e malgrado l’odio che è scoppiato tra loro. Altrimenti, non ci sarà alcuna soluzione al conflitto, esso si intensificherà ancora di più e trascinerà altri paesi al suo interno, e sappiamo tutti cosa  vorrebbe dire. 

Didascalia immagine:
6 marzo 2022 Giovani tifosi del Manchester City mostrano uno striscione a sostegno dell’Ucraina contro l’invasione della Russia, prima della partita REUTERS/Craig Brough

Le disabilità degli altri sono un’opportunità per elevarci

Non molto tempo fa, i giornali pubblicarono una notizia  che riguardava un ragazzo disabile di dodici anni, la cui classe stava partendo per un’escursione. Il ragazzo pensava di dover saltare la gita ed era molto triste, ma i suoi compagni di classe decisero che non lo avrebbero abbandonato. Predisposero una sedia a rotelle speciale e lo portarono con loro. Durante l’escursione lo spinsero lungo il sentiero e il ragazzo si sentì uno di loro, un uguale tra uguali.

C’è una profonda lezione in questa storia. In superficie, sembra che i compagni di classe siano stati ragazzi meravigliosi che hanno aiutato il loro compagno disabile e che lui fosse la persona svantaggiata da aiutare. Questo è vero, ma è solo una parte della verità e non la parte più profonda. La parte più profonda è che attraverso la sua disabilità, il ragazzo ha aiutato i suoi compagni di classe ad elevarsi al di sopra di se stessi, del loro ego, e a connettersi con un altro essere umano. Quel dono che ha fatto loro è il dono più grande che chiunque possa offrire.

Permettendo agli altri di aiutare, una persona disabile dà a chi aiuta l’opportunità di connettersi, di lavorare insieme. Quando emergiamo dal senso di sé, dalla preoccupazione ossessiva di ciò che vogliamo, di come ottenere ciò che vogliamo, di come non farci male, e di tutti gli altri pensieri “Io! Io! Io!”, entriamo in un mondo nuovo, spensierato e felice. Le persone disabili, che hanno disperatamente bisogno del nostro aiuto per fare ciò che noi diamo per scontato, ci rendono possibile avventurarci in quel nuovo mondo proprio attraverso la loro vulnerabilità.

Il nostro dovere nei loro confronti, quindi, è quello di fare il possibile per far loro sentire che non sono limitati dalla loro situazione, che sono uguali a noi in tutto e per tutto. È come se la natura ci mandasse un messaggio che ci chiama ad elevarci verso un nuovo mondo di libertà da noi stessi, i portatori del messaggio sono i disabili in mezzo a noi. Ecco perché è nostro dovere aiutarli e nostro guadagno se lo facciamo.

 

Didascalia della foto:
Ciclisti disabili veterani e servizio di primo soccorso che partecipano al Project Hero’s California Challenge, un giro in bicicletta di una settimana da Santa Cruz a Los Angeles, California, che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza e combattere l’emergenza nazionale per la salute mentale causata da lesioni cerebrali traumatiche e da disturbi post-traumatici da stress.

Una guerra esteriore e una guerra interiore

Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale con le tragiche esplosioni delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, il padre del mio insegnante, il grande pensatore e il più importante cabalista del XX secolo, Baal HaSulam, scrisse il testo che poi divenne noto come: “Gli Scritti dell’ultima Generazione”. Non intendeva dire che si stava avvicinando la fine del mondo, ma piuttosto che il mondo come lo conosciamo stava morendo, e ne stava nascendo uno nuovo. Tuttavia, le doglie del parto possono essere molto dolorose o non così dolorose e noi, esseri umani, possiamo decidere come attraversarle. Baal HaSulam ha chiamato queste due opzioni “il sentiero della luce” e “il sentiero della sofferenza”.

In questi scritti, Baal HaSulam sottolinea che con la tecnologia, l’umanità ha “inventato l’atomo e le bombe all’idrogeno” e “se la distruzione totale che essi sono destinati a portare al mondo non è ancora evidente al mondo, si può aspettare una terza guerra mondiale, o una quarta. Le bombe faranno il loro lavoro,  i sopravvissuti alla catastrofe non avranno altra scelta che prendere su di sé questo lavoro, in cui sia gli individui che le nazioni non lavoreranno per se stessi più del necessario per il loro sostentamento, mentre tutto il resto sarà per il bene degli altri”.

La guerra in Ucraina non è tra Russia e Ucraina; è uno scontro tra due metà del mondo. Sta rimodellando le relazioni internazionali e le alleanze tra Est e Ovest, tra paesi e nazioni. Questo conflitto sta trasformando la nostra visione della creazione e della vita. Non siamo giunti a toccare il fondo, ma, quando risaliremo dal nadir, scopriremo che il mondo è cambiato radicalmente. Non tornerà mai più al mondo di prima.

Dato che oggi tutto è globale, anche le guerre sono globali. Quindi, l’inquietante previsione di Baal HaSulam sembra molto vera oggi. Infatti, considerando la tendenza attuale, non vedo altro risultato che  l’avverarsi delle sue parole. L’unico modo per evitare una guerra mondiale nucleare è seguire il suo consiglio e pensare al bene degli altri piuttosto che al proprio, per quanto l’idea possa non piacerci.

In effetti, la guerra fuori è un riflesso della guerra dentro di noi. Ogni guerra, dalle dispute domestiche alle guerre mondiali, è uno scontro di ego. L’ego vuole il controllo e la superiorità. Di conseguenza, il libro “Fitting In and Getting Happy: How Conformity to Societal Norms Affects” cita uno studio di Solnick & Hemenway, secondo il quale più di metà dei partecipanti al sondaggio preferisce vivere in una società in cui guadagna $50.000 annui mentre gli altri guadagnano $ 25.000, piuttosto che in una società in cui guadagna $100.000 mentre gli altri guadagnano $200,000. L’autrice del libro, la professoressa di psicologia sociale all’Università di Tilburg (Paesi Bassi) Olga Stavrova ha concluso: “Le persone non desiderano avere in abbondanza un certo bene, ma desiderano avere  questo bene più di quanto ne abbiano gli altri “.

Per quanto dolorosa sia la situazione attuale in Ucraina, ed è a tutti gli effetti molto dolorosa, si tratta in ogni modo di uno scontro degli ego.  Dobbiamo capire che per risolvere questa crisi, come ogni altra crisi, dobbiamo guardarci dal di fuori e disconnetterci per un attimo dall’immenso dolore personale, che comprendo interamente. 

Se ci concentriamo solo sull’avere ragione, allora non metteremo mai fine alle guerre. Nessuno sarà mai d’accordo e dirà: “Io ho torto e tu hai ragione”; il nostro ego non ce lo permetterà. Questo è il motivo per cui cercare una giustizia obiettiva è intrinsecamente senza speranza; significa scegliere la via della sofferenza.

Se, tuttavia, mettiamo da parte le nostre lamentele per un minuto e accettiamo di prenderci una pausa dal cercare di regolare vecchi conti, sarà possibile iniziare a costruire un futuro positivo. In quello stato, saremo in grado di concentrarci sull’alimentare il rispetto reciproco e forse anche la comprensione reciproca, al di sopra delle numerose e profonde differenze. Se insistiamo con questi sforzi, questo sarà l’inizio del cammino della luce.

Al momento, non mi aspetterei più di questo, ma alla fine l’umanità non avrà altra scelta che tornare alle parole di Baal HaSulam, concordando che la via migliore per tutti noi è la via della premura e della responsabilità reciproca. Se non vogliamo una terza guerra mondiale, allora dobbiamo imparare a prenderci cura gli uni degli altri. E’ per questo che la vera guerra è dentro di noi,  la guerra esterna è soltanto un riflesso del nostro odio furioso verso gli altri. 

Didascalia della foto:
La gente arriva alla stazione centrale di Berlino, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, a Berlino, Germania, 2 marzo 2022. REUTERS/Hannibal Hanschke