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L’uguaglianza nel gruppo

Domanda: Supponiamo che un uomo stia studiando nel sistema di educazione integrale da sei mesi o da un anno, e che invece un’altro stia iniziando adesso. Ritieni che questi uomini debbano studiare assieme nello stesso spazio? Non dovrebbe valere il principio secondo il quale il più esperto educa il principiante?

Risposta: L’uomo esperto ed un principiante non possono essere uguali nello stesso gruppo. Nel nostro mondo cresciamo i bambini sino a vent’anni di età o poco meno, e poi li lasciamo andare per la loro strada. Fino a quando non li abbiamo preparati alla vita li trattiamo come se fossero bambini. Coltiviamo in loro il nostro livello, il livello della sicurezza, del supporto, dell’esposizione graduale al mondo, del sentimento di responsabilità per il proprio comportamento, imprese ed azioni.

Dovremmo relazionarci ai principianti nello stesso modo: aiutarli, trattarli come bambini e non pretendere subito un comportamento corretto. In pratica tutte le persone del mondo saranno classificate secondo i risultati che mostreranno nell’educazione integrale.
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(Discorso sull’Educazione Integrale del 12.12.2011)

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L’ideale più elevato è “Noi”

Domanda: Che cosa significa unirsi? Accade nei nostri pensieri oppure nel coccolarci? Qual è il significato del concetto “unità”?

Risposta: Se parliamo del novantanove per cento della popolazione mondiale, loro hanno bisogno di comprendere di doversi unire in termini di uguaglianza e concessione reciproca. Devono capire di trovarsi tutti nella stessa barca in questo piccolo pianeta, che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Il concetto di “unità” si riferisce all’unificazione di tutti i nostri sforzi per raggiungere un accordo al di sopra di tutte le differenze che ci allontanano. Accade quando mettiamo gli interessi collettivi al di sopra di quelli personali.

L’ideale più elevato è ”Noi”, tutto il resto non ha importanza. Non ha importanza chi è nel giusto e chi sbaglia. Pima, e principalmente, è “Noi”! Questa dovrebbe essere la base sulla quale prendere delle decisioni, organizzare azioni e creare piani e programmi. Tutto dovrebbe essere fatto nei termini di “Noi”!

Gradualmente stiamo iniziando a comprendere che il fatto di essere così diversi è solamente perché questo “Noi” è ricco e vario. Ognuno di noi sarà in grado di esistere con il proprio individualismo.

Prendete un sistema elettronico e vedrete che ci sono tante parti separate, ma lavorano tutte insieme. L’idea collettiva esiste sopra tutti gli elementi opposti.
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(Dalla serie di lezioni virtuali della domenica dell’11.12.2011)

Novantanove più uno

Le cose che vediamo in questo mondo come la società, l’ambiente e l’umanità sono tutte il riflesso del nostro attuale stato di illuminazione in base agli schermi, finora egoistici, che abbiamo conseguito. E’ così che vediamo il mondo dell’Infinito nel quale già esistiamo.

Se un uomo inizia a connettersi allo scopo della creazione, con il desiderio di conseguire il Creatore e di diventare uguale a Lui nelle caratteristiche, dovrebbe unirsi ad una società o ad gruppo ed utilizzarlo per il suo avanzamento. Il mio scopo di conseguire il Creatore, identificarmi con Lui ed unirmi a Lui determina tutto il mio atteggiamento verso la società, i miei amici e me stesso.

Tutto questo riguarda la parte dell’umanità che possiede il “punto nel cuore“. Prima di tutto questo punto spinge l’uomo a raggiungere il Creatore, e così entra in un gruppo con questo scopo. Poi impara che, per raggiungere il Creatore, ha bisogno di connettersi perché questo è il modo in cui sviluppiamo il nostro desiderio di donare. Riveleremo il Creatore attraverso il desiderio di donare, che conseguiremo attraverso il reciproco sviluppo gli uni verso gli altri.

Però c’è anche quella seconda parte dell’umanità, il 99%, nella quale il punto nel cuore non si è risvegliato, e coloro che ne fanno parte non sentono il bisogno di conseguire il Creatore, non si sforzano di raggiungerLo. I problemi della vita sono la sola cosa che li guida, e questi problemi devono corrispondere al nostro sviluppo. Sono la conseguenza della mancanza di connessione tra gli uomini.

Questi uomini sentiranno il bisogno di una connessione che sia all’interno di una grande e vasta società umana, non solo in un gruppo. Il loro obbiettivo è di avere una buona vita materiale, ottenuta attraverso l’unione di una nazione e di tutta l’umanità.

Naturalmente, non devono attraversare le stesse fasi che attraversiamo noi in un gruppo, hanno solamente bisogno di sapere il modo giusto di connettersi per formare una società unita ed omogenea il cui solo proposito è di conseguire la stabilità, la certezza e l’appagamento materiale.

Però, dato che questi due gruppi coesistono uno dentro l’altro, il primo gruppo (quello che aspira al Creatore ed è unito a causa dei problemi e delle esigenze spirituali, e non a causa dei problemi della vita materiale) irradia i suoi valori al gruppo più grande, spingendolo a pensare che ci sono degli scopi più meritevoli di quelli che appartengono soltanto a questa vita, che si può ottenere di più.

Allora il secondo gruppo, il 99%, improvvisamente incomincia a percepire uno scopo più elevato e il bisogno di conseguirlo, così avanza. Alla fine, questi due gruppi incominciano ad avvicinarsi l’uno all’altro. Pur avendo degli obbiettivi diversi, il secondo gruppo, l’umanità, improvvisamente scopre l’opportunità di conseguire una vita eterna, completa e perfetta che è anche più elevata della precedente vita fisica, dunque questa parte accetta questo nuovo desiderio.

In definitiva tutti si uniranno e ritorneranno all’unico sistema com’era al principio della creazione.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.12.2011, Gli scritti Rabash)

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L’ingranaggio umano in un mondo tecnologico

Siamo talmente coinvolti dal gioco di ciò che pensa la società da sentircene completamente schiavi. Siamo arrivati al punto in cui la nostra mente ed il nostro approccio al lavoro è collegato al lavoro. Un uomo ha paura di andare in pensione. Si domanda cosa farà dalla mattina alla sera con tutto il tempo libero che avrà a disposizione. Un uomo non è abituato ad organizzare liberamente il proprio tempo, e non vuole essere libero.

Anche quando torna a casa dal lavoro, continua a lavorare allo stesso computer. Quando va in vacanza, non si stacca dal telefono o da internet, rimanendo costantemente connesso allo stesso sistema, di cui è schiavo, come uno dei tanti altri minuscoli ingranaggi.

Questo stile di vita che si è formato nel corso degli ultimi decenni ha determinato questa direzione nella vita dell’uomo, quindi egli è incapace di sentirsi libero. Immaginiamo se l’uomo fosse occupato tre ore al giorno, compiendo un lavoro fondamentale per la società e provvedendo in questo modo alla sua esistenza. Egli potrebbe passare il resto del suo tempo a riposare e a fare le cose che gli piacciono. Il problema è che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare che questo sia possibile. Siamo schiavizzati al punto che non riusciamo nemmeno ad immaginare cos’altro potremmo fare nella vita a parte lavorare.

Dobbiamo fare esperienza di una rivoluzione veramente molto grande, perché la natura ci sta ponendo delle nuove condizioni, cambiando sia noi, nel nostro intimo, che l’ambiente che ci circonda. Sta distruggendo il nostro padrone: tutta questa enorme società umana che ci ha resi schiavi. A modo suo, la natura ci sta costringendo a cambiare e ad acquisire una nuova visione della vita.

La vita diventerà qualcosa di completamente diverso. Saremo costretti a svilupparci come esseri umani. Invece di dieci ore di lavoro (con il resto del tempo a continuare a pensarci), lavoreremo tre ore al giorno e passeremo il resto del tempo a fare delle cose completamente diverse.

Però, abbiamo bisogno di capire cosa dobbiamo fare. Infatti, non ci stenderemo al sole come degli animali pigri e sazi che riposano dopo aver mangiato e che non fanno niente fino a quando non hanno fame di nuovo. Dovremo trovare delle attività “umane” che l’uomo deve fare nel mondo.

Oltre alle tre ore dedicate al lavoro e ad un paio d’ore dedicate alle faccende di casa, il resto del tempo lo passeremo a fare ciò che conta di più come esseri umani e che appaga l’anima. L’uomo tratterà il lavoro e le faccende di casa semplicemente come delle cose che non si possono evitare e che si devono proprio fare in questo mondo; sarebbe felice di non farle del tutto. Nelle sette, otto ore che l’uomo avrà come tempo libero dal lavoro, egli dovrà trovare una vera attività, che valga per l’uomo, al quale egli potrà dedicare tutta la sua anima.
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(Dal discorso “Lezioni sul Nuovo Mondo” 01.12.2011)

L’Istituto di Ricerca ARI: Incontri all’ONU

Martedì, il membro del Consiglio dell’Istituto di Ricerca ARI e direttore esecutivo negli Stati Uniti Seth Bogner, ha incontrato lo staff del Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon. Questo incontro è stato un seguito dell’incontro del mese di settembre con il Vice Segretario generale Dr. Asha Rose Migiro. Il Sig. Bogner ha presentato il corso di educazione integrale dell’Istituto Ari per tutte le persone del mondo, ed ha consegnato anche il nostro messaggio sulla crisi, sul suo approccio costruttivo, che può essere l’occasione per una trasformazione sociale tanto desiderata e con effetto globale.

Il 1° gennaio 2012 il Segretario Generale inizierà il suo secondo mandato in cui sta facendo educazione sul tema principale della sua nuova amministrazione. Nel suo discorso di accettazione del secondo mandato ha sottolineato la necessità di “migliorare la nostra capacità di considerarci come uno” e “fare di più per collegare i vari punti fra le sfide del mondo.”

L’ONU sembra essere pronto ad ascoltare il nostro messaggio. Hanno richiesto i nostri commenti sul piano formativo del Segretario Generale e ci hanno invitato a collaborare per promuovere e aiutare a formulare i loro programmi educativi. E’ già stato previsto un altro incontro futuro. Anche se non possiamo essere sicuri dell’esito della nostra collaborazione con le Nazioni Unite, siamo molto fiduciosi del fatto che l’ONU sia disposto ad ascoltarci ed è una grande svolta che possiamo usare a nostro beneficio per diffondere il nostro messaggio di unità nel mondo.

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Stare insieme su una cima appuntita

Domanda: Come dovremmo lavorare prima del congresso di dicembre per consegnare il nostro messaggio alle masse? Dovremmo intensificare la divulgazione su Internet oppure focalizzarci di più sul lavoro interno di unione?

Risposta: Certamente dovremmo lavorare su Internet in modo tale che più persone possibile in tutto il mondo sappiano del congresso.

D’altro canto, quando arriveremo al congresso, dovremo preoccuparci del mondo in un modo differente: attraverso la rete della nostra interconnessione interna. Al congresso dovrei dimenticarmi dell’Internet e di tutto quello che mi sono lasciato dietro. Tutta la mia attenzione è focalizzata sugli amici che sono connessi a noi fisicamente o attraverso dei canali virtuali. Dovremmo manifestare la connessione che vi si trova nella nostra rete, rivelare l’immagine dell’uomo simile al Creatore, il vaso di Adam. Poi ci sarà rivelata la forza superiore.

Questo vaso è chiamato Arvut (la garanzia mutua), poiché il suo attributo è la reciprocità, il rafforzamento reciproco, l’interconnessione e la cura reciproca in modo tale che nessuno cada dal cerchio comune.

Immaginate di essere su una cima appuntita, cadremo tutti se non ci teniamo per mano e non manteniamo l’equilibrio generale. Siamo come petali che circondano lo stelo di un fiore, è sufficiente che uno di noi perda il suo equilibrio e lasci la mano di qualcuno e tutti i petali “cadranno”. Questa è la sensazione della garanzia mutua.

Domanda: Cos’è questa “cima appuntita”?

Risposta: E’ la forza di supporto del Creatore che si manifesta se noi siamo connessi, poiché nella connessione tra noi troviamo l’Uno.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.11.2011 “L’Arvut (La Garanzia Mutua)”

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La professione di cui si ha più bisogno

Lungo il corso di tutta la sua storia, l’umanità non ha mai fatto attenzione allo sviluppo della personalità, ma ne ha solo parlato. Nell’Unione Sovietica c’erano molte discussioni sull’educazione, ma invece di educare hanno soppresso le personalità.

Oggi, praticamente, la metà dell’umanità ha bisogno di lavorare sullo sviluppo della personalità, sulla formazione dell’essere umano. Non hanno bisogno di essere educati soltanto i bambini, nel corso della sua vita l’uomo ha bisogno di essere circondato da un ambiente che la formi, lo supporti e lo guidi in avanti. Questo richiede un’enorme moltitudine di persone che capiscano correttamente il loro scopo.

Tutti hanno bisogno di imparare le connessioni che apportano beneficio alla società ed alla completa unità reciproca, infatti la gente ha bisogno di sapere come creare uno  spirito tale nella società, quando ci sentitiamo che sia noi che gli altri fossimo assolutamente un tutt’uno, quando ci dissolviamo nella società, smettiamo di percepire il nostro “Io” e sentiamo solo che ci siamo “Noi”, questa è la più elevata psicologia umana.

Secondo le ultime statistiche, il 10% della popolazione mondiale in età lavorativa può fornire a tutte le persone del mondo qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno, compresa la costruzione, la comunicazione, il cibo, le consegne, la distribuzione, l’abbigliamento, i servizi e così via. Ma cosa farà l’altro 90%? Il 20-30% di loro sono bambini ed anziani, ma cosa dire del restante 60-70% della popolazione? Lavoreranno tutti nell’area della crescita e dell’educazione, in altre parole, educheranno gli altri e saranno educati dagli altri.

L’ambiente che ha cura dello sviluppo spirituale interiore dell’uomo deve accompagnarlo dal primo giorno fino all’ultimo della sua vita.
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(Dal programma televisivo “Il Mondo Integrale” del 30.10.2011)

Neppure il cielo è un limite

L’economia è l’area più importante per le persone, è un’impronta, una riflessione di tutte le altre aree della vita. É impossibile creare un’economia correta senza prendere in considerazione l’educazione, le relazioni familiari e lo stato d’animo di una nazione. Tutte queste aree hanno un impatto sull’economia.

È simile all’unione spirituale (Zivug) attraverso la quale il Partzuf riempie se stesso. È tutto incluso in quest’unione: tutti i desideri, tutti i pensieri, tutte le proprietà e tutte le interazioni con tutti quanti. E tutto questo insieme entra in contatto con la Luce, con il riempimento. È questo il significato di una corretta economia!

Nella nostra economia attuale separiamo una piccola parte e la trattiamo, siamo semplicemente incapaci di fare un calcolo globale corretto. Nonostante io abbia già sentito che ci sono stati dei tentativi di cambiare da semplici numeri e formule a diverse valutazioni che prendano in considerazione il fattore umano.

Per me la corretta economia è “copulare mentre si colpisce” (Zivug de Hakaa), dove si riesce ad ottenere un riempimento ottimale per il tuo attuale stato, e si apre davanti a te il modo per ottenere un sempre maggiore riempimento, come durante un’elevazione spirituale, non perderai mai ne farai alcun errore, non finirai mai in una crisi.

Si apriranno per te nuove “aree vuote”, le opportunità per il riempimento ed è questo ciò che ha sempre sognato la gente: vogliamo sempre delle nuove opportunità per un  riempimento maggiore, riempirci infinitamente, senza alcun limite, come dicono appunto: “Neppure il cielo è un limite”.

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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 09.10.2011, Gli scritti di Rabash)

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Come ci proteggiamo dalla Natura?

Abbiamo qualcosa da dire alle persone che vogliono ascoltare delle spiegazioni. Mettiamo le nostre carte sul tavolo e valutiamo la situazione realisticamente. Per prima cosa, siamo guidati dalla natura ed esistiamo nel suo sistema. Potete vedere da soli che malgrado i nostri vani tentativi, non controlliamo il mondo, poiché è guidato da un certo programma che opera secondo determinate forze: siamo sotto il suo controllo.

In secondo luogo, se ci muoviamo in questo modo, non sappiamo dove finiremo, allora come decifriamo il programma del nostro sviluppo? Come lo controlliamo? Forse addolcendolo un po’? Per esempio oggi i leader Europei sono incapaci di addolcire le pillole amare prescritte all’eurozona e sono ancora inclini a considerare il mercato comune come un errore, ma di quale errore possiamo parlare se fa parte del programma? Quello che è successo è successo e non può essere fatto niente a riguardo ed è stupido rammaricarsi per il passato.

L’uomo è stato creato in modo tale che, prima che possa davvero unirsi ad una forza operativa, sia incapace di capire che invece di rappresentare la funzione, rappresenta la conseguenza, l’azione. L’umanità sta scoprendo la sua impotenza a causa dei problemi attuali; ma il vero collasso non è ancora iniziato. La crisi ha molteplici livelli e la sua maggiore caratteristica non è né il debito irrecuperabile, né la disoccupazione.

Nel prossimo futuro (possibilmente uno o due anni da adesso, se il processo accelererà) vedremo che il mondo non può continuare ad esistere. I disastri naturali, i problemi economici ed industriali ci porteranno sull’orlo di un precipizio. Le nazioni non saranno capaci di gestire i numeri enormi della disoccupazione e noi semplicemente non abbiamo un sistema che sia capace di resistere a qualcosa del genere ed allora i disastri forzeranno le persone ad ascoltarci.

In terzo luogo, dovremmo chiederci perché l’evoluzione ci abbia sottoposto a dei colpi così forti. Nelle nostre condizioni attuali, si stanno semplicemente estinguendo i differenti tipi di livelli della natura vegetale e di quella animata come i dinosauri. Anche noi forse scompariremo dalla faccia della terra sotto la lama di questa ghigliottina?

In questo caso non abbiamo altra soluzione che trovare una terza forza che lavori contro la natura, in altre parole, contro il Creatore, non importa come lo chiamiamo.

I film di Hollywood dipingono le minacce globali anche sotto forma di asteroidi che volano verso la Terra, capaci di distruggerci nel giro di pochi secondi, e come sempre i protagonisti dei film riescono a salvare l’umanità.

Abbiamo bisogno di rivolgerci all’umanità con una richiesta di protezione e dobbiamo trovare la forza protettiva per resistere alla natura, che ci sta portando alla morte. Noi siamo parte del suo programma e se “la natura cieca” ha programmato di finirci con una serie di cataclismi, allora come troveremo un potere alternativo per un ulteriore sviluppo? Come possiamo cambiare il programma?

Prima di tutto, dobbiamo elevarci ad un nuovo grado, acquisire saggezza e capire cosa comporta il programma comune. Questo ci porta alla quarta fase in cui dobbiamo finalmente capire che la nostra essenza, il desiderio egoistico, è la fonte di tutti i disastri. Se non fosse per l’ego, non staremmo distruggendo la società umana, l’istituzione famigliare, il sistema educativo, le relazioni tra le persone, i paesi e le religioni; non staremmo creando le barriere artificiali che ci separano ed alla fine portano solo alla distruzione reciproca.

Una volta realizzato il male, penseremo a quello che chiamiamo bene ed allora impareremo dalla natura, nella quale opera il meccanismo integrato dell’unità e della reciprocità. Siamo capaci di immaginare questo ed osservarlo con i nostri stessi occhi, allora, di cosa manchiamo? Solo della capacità di elevarci al di sopra della nostra essenza.

Saremo capaci di cambiare il corso del nostro sviluppo se ci eleviamo al di sopra di noi stessi, oppure la natura è ancora più forte di noi? No, non è più forte. Perché no? Perché la natura ci controlla attraverso il nostro egoismo, ma se noi ci supportiamo reciprocamente e ci rinforziamo reciprocamente, se costruiamo un sistema comune e ci vogliamo unire costi quel che costi, le forze della natura ci svilupperanno in una buona maniera.

Il nostro egoismo non vuole più continuare a crescere perché la crescita gli causa solo maggiori problemi. Noi possiamo acquisire alla fine l’opportunità di controllarlo e di usarlo inoltre per avanzare sulla buona strada, ma solo se impariamo ad usarlo per l’unità. L’essenza di tutto il male è che ci sviluppiamo danneggiandoci a vicenda, mentre l’essenza del bene è di svilupparci unendoci.

Guidata dalla necessità, l’umanità ha completamente cambiato la sua attitudine nei confronti della vita, dell’ambiente, della società, della crescita dei bambini e dell’educazione. Abbiamo bisogno di costruire ogni cosa intorno a noi in modo tale da permetterci di essere circondati dal calore, come i bambini. Cerchiamo di mettere i bambini in una società esemplare in modo tale che imparino a comportarsi bene, ad avere cura di loro e degli altri, e così via. Vorrei mettere mio figlio nel giorno della più grande attenzione, fargli imparare la reciprocità, i linguaggi e farlo essere un bravo ragazzo o una brava ragazza.

L’evoluzione stessa ha impiantato in noi l’attitudine parentale, che ci abilita a capire come trattare gli altri. Non è una coincidenza che siamo divisi in maschi e femmine, che insieme creano posteriorità, il prossimo grado. Questo ci fa vedere come costruire per noi stessi un ambiente corretto. La nostra attenzione naturale per i figli ed i nipoti ci spinge verso la stessa cosa, ed ecco perché oggi dobbiamo creare un giorno universale per l’attenzione verso tutti. Siano benvenuti tutti quelli che vogliono essere insegnanti.

Generalmente parlando, il solo problema dell’umanità è l’educazione e per essere più preciso, il problema è capire che questo è il problema più grande. Ecco perché spieghiamo al mondo che il potere che dobbiamo risvegliare si trova già dentro di noi, nell’unità tra di noi.

La scienza conferma che quando le persone si riuniscono e si uniscono, esse generano un nuovo, speciale potere integrato che esiste di per sé. Per esempio, questo potere unisce una nazione mantenendo un approccio comune, un carattere ed un potenziale nelle persone. Il potere che unisce e che appare nel corso di anni di mutua convivenza ed interazione non viene dall’Alto, ma esiste tra noi in accordo alla specifica forma della nostra unità.

Allo stesso modo, quando oggi ci uniamo, generiamo questo nuovo potere integrato dell’unità mondiale che diventerà la nostra protezione, più potente della natura, del clima, dell’ecologia o di qualsiasi altra cosa. Dopotutto, questo potere è molto più alto, appartiene al grado umano e l’uomo svetta su tutti gli altri livelli della natura e per questa ragione, questo potere ci aiuterà definitivamente ad addolcire il nostro sviluppo, invece di tremare come dei conigli che vengono portati da qualche parte sconosciuta. Noi controlleremo il processo in azione.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 7.11.2011, “Matan Torah (La Dazione della Torah”)

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La percezione della vita: un sogno o una realtà?

Esiste un’antica teoria materialista sulla percezione della realtà. Che cosa percepiscono i nostri sensi: quello che sta accadendo fuori di noi o dentro di noi? Questo è il problema: è uno dei due.
Variando il raggio dei nostri sensori e presumibilmente percependo qualcosa fuori di noi, continuiamo ad osservare solo una piccola parte del disegno. Ci sono certi raggi nei quali siamo incapaci di distinguere le vibrazioni. È probabile che esistano delle vibrazioni completamente diverse, non accessibili agli strumenti di percezione che abbiamo sviluppato.

Gli attrezzi che abbiamo inventato per intensificare i nostri sensi si basano sui nostri organi di percezione. Ad esempio, per poter sentire le fluttuazioni climatiche, abbiamo aggiunto dei sensori adeguati a strumenti già esistenti. Allo stesso tempo, per poter ben differenziare tra alcune immagini visuali, abbiamo creato dei sensori ottici, e così via. Inoltre siamo incapaci di costruire strumenti per percepire qualcosa che non abbiamo mai osservato, dovuto alla mancanza di sensori appropriati. Siamo capaci di creare solamente degli strumenti addizionali che allarghino i nostri sensori esistenti e che ci aiutino a “vedere” meglio molti fenomeni.

Questo significa che, di fatto, noi percepiamo solo una piccola parte del mondo esterno. Oggigiorno è provato che esista una matteria “oscura” e alcuni altri fenomeni poco chiari. È come se sentissimo qualche cosa, ma ci sia inaccessibile.

La seconda teoria afferma che non esiste niente all’infuori di noi e che i nostri sensi di percezione rappresentino un certo tipo di “contatto” tra le nostre similitudini interiori e il mondo esterno. Secondo questa teoria, una persona è una “scatola chiusa” e al suo interno esiste un desiderio che costantemente sente qualche cosa. Noi consideriamo questo come le sensazioni della nostra vita.

In altre parole, io esisto dentro il mio desiderio, che include te, questo studio, tutto quello che c’è dentro, tutto quello che immagino, tutte le mie fantasie, idee e reminiscenze. Tutto esiste soltanto nel mio desiderio, nella mia mente, e da nessun’altra parte. Siamo una “cosa dentro e di se stessa”.

Io sono un seguace della seconda supposizione, anche se ci sono molte altre teorie. Io credo che esistiamo dentro noi stessi, veniamo fuori dai nostri desideri interiori e percepiamo un programma di sviluppo che attraversa il nostro desiderio, e questo programma è di fatto la nostra vita. In questo tempo stiamo acquisendo l’opportunità di far iniziare questo programma e di conseguenza diventare capaci di governare la nostra vita. Possiamo andare avanti e indietro, sopra e sotto, in qualsiasi direzione, seguendo qualsiasi coordinata e asse.

La natura ci consente di saltare al seguente ultimo livello di realizzazione del sistema nel quale viviamo. Questo ci permette di comprendere chi siamo e in che tipo di mondo viviamo, se si tratta di sogno o realtà, e qual è la differenza tra di loro.
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(Da un programma televisivo “Il mondo integrale” del 16.10.2011)

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