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Quali sono i vantaggi delle domande esistenziali?

Un gruppo di discepoli chiese una volta al loro saggio maestro: “Cosa succede dopo la morte?” Il saggio rispose con il silenzio. I discepoli insistettero: “C’è vita dopo la morte o no?” Il saggio rispose infine: “C’è vita prima della morte? Questa è la domanda.”

È una risposta abituale che ci spinge a contemplare la nostra attuale esistenza, se sia veramente vita o una forma di morte vivente.

Che cos’è dunque la vita?

Da un punto di vista corporeo, la vita è definita dall’esistenza della materia proteica. Che si tratti del dolore di essere pizzicati o del piacere di assaporare un cibo delizioso, queste esperienze sono parte integrante della vita come materia proteica.

Esiste, tuttavia, un piano di esistenza superiore al corporeo, dove si trova la nostra materia non corporea. Raggiungere tale livello richiede di elevarsi al di sopra della nostra natura egoistica e abbracciare lo stato opposto, altruistico e non materiale. Se raggiungiamo uno stato del genere, allora sperimentiamo la vera vita.

Raggiungiamo quello stato spirituale non materiale quando passiamo dall’essere riceventi, che è la nostra esistenza proteica, a diventare donatori al livello delle nostre intenzioni. Questa trasformazione si allinea con la vera definizione di vita, incentrata sul dare a tutti e a tutto, e, in definitiva, alla forza sorgente delle nostre vite: la qualità dell’amore e della dazione che chiamiamo “il Bore”.

Quando questa indagine esistenziale su cosa succede oltre la nostra vita si risveglia, dovremmo evitare di sfuggirvi nei molteplici piaceri transitori offerti nel nostro mondo materiale. Invece, dovremmo vederla come un’opportunità meravigliosa che possiamo cogliere e sviluppare in una nuova percezione e sensazione completa della realtà. Potrebbe far star male all’inizio, ma, se ci tocca, è un segno che possiamo anche arrivare al suo nucleo e lì possiamo scoprire un intero nuovo mondo spirituale di eternità e perfezione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Il pericolo di una guerra nucleare è maggiore o minore oggi rispetto al periodo della guerra fredda?

Oggi si parla del rischio dell’uso delle armi nucleari in tutto il mondo, attualmente al suo massimo dal periodo della Guerra Fredda. Le nazioni dotate di armi nucleari stanno aumentando e modernizzando senza sosta i loro armamenti, non mostrando alcuna propensione verso i negoziati, i colloqui di pace o la riduzione del loro arsenale nucleare. Negli anni ’70 e ’80 si sentiva parlare molto di questo argomento ma è stato trascurato per un certo periodo. Tuttavia, la preoccupazione è tornata e il numero di testate nucleari nel mondo sta aumentando per la prima volta dalla Guerra Fredda.

Una delle differenze principali nella discussione sulle armi nucleari oggi è che non si parla di raggiungere alcun accordo, come invece avveniva in passato. La crescita inarrestabile dell’egoismo – il desiderio di trarre profitto a spese degli altri – ha reso il negoziato un’impresa inutile, perché concludere un accordo con un paese è comunque un’operazione che non tiene conto di una ventina o più di altri Paesi  che non si preoccupano di negoziare.

È davvero una triste realtà e non c’è via d’uscita. Tutti sono semplicemente seduti sui loro arsenali nucleari in uno stato di sfiducia reciproca. Le potenze mondiali continuano ad accumulare armi e paesi che in passato non ne possedevano entrano anch’essi in gioco.

C’è una via d’uscita da questa corsa agli armamenti nucleari? Lo scenario peggiore è che faremo esplodere l’intero pianeta. Quello più ottimistico è che inizieremo a mettere in pratica il metodo che arricchisce le connessioni nelle nostre vite, invertendo la nostra natura egoistica, di perseguire il beneficio personale a spese degli altri, in qualcosa di opposto – il desiderio di usare noi stessi per beneficiare gli altri – e così facendo, distruggeremo le armi fatte per danneggiare e uccidere, o le utilizzeremo per scopi pacifici nel processo.

Sembra irrealistico pensare che tutti si connettano positivamente e che questa sia la soluzione alla crescente ansia nucleare, perché in effetti è irrealistico.

Quando diventerà reale? Tutto ciò che possiamo fare è continuare a lavorare su noi stessi per diventare più premurosi, solidali e amorevoli, e continuare a diffondere il messaggio su come elevarsi al di sopra del nostro egoismo per instaurare relazioni di reciproca attenzione.

So che è così che vivrò fino al giorno della mia morte, e poi la vita continuerà. Confido che sempre più persone pensino in questo modo, impegnandosi sempre di più per far progredire una coscienza umana unita, finché alla fine tutto andrà al suo posto.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

 

L’Immigrazione sta uccidendo New York?

Ultimamente, si è parlato molto di una crisi dell’immigrazione a New York. Sempre più migranti stanno stabilendo le loro dimore per le strade di Manhattan, montando tende e dormendo sui marciapiedi nei freddi mesi invernali.

Il sindaco di New York ha avanzato l’idea di collocare i migranti su navi da crociera. Dall’altro lato, alcuni stanno chiedendo la chiusura delle frontiere, sollecitando il ritorno dei migranti nei loro paesi d’origine. È davvero una situazione complicata.

Oggi, milioni di persone in tutto il mondo sono in movimento, alla ricerca di una vita migliore. Ma dove si stabiliscono conta, e la Siberia non è esattamente in cima alla loro lista. Manhattan sembra sicuramente un’opzione molto più allettante.

Da un lato, gli immigrati hanno trasformato l’America in ciò che è oggi. Ma, d’altra parte, i tempi sono cambiati e ora gli Americani si sentono come i proprietari. Vogliono il loro benessere e l’idea di ospitare tutti ha perso il suo fascino di massa.

La grande domanda è se sia giusto per un paese chiudere le porte agli immigrati illegali. Io dico sì. Ogni paese ha il diritto di decidere chi entra e chi no, e questo include stabilire le regole.

Ma poi si pone un’indagine più profonda. Che ne è del senso di patria? È giusto sentire che la propria casa è esclusivamente tua? Non esattamente. Dipende dai valori e dai sentimenti di ciascuno, ma l’idea di un pianeta condiviso da tutti sta prendendo piede.

Un tempo ero ottimista sul fatto che le persone sarebbero arrivate a capire che nulla al mondo è veramente loro. Ma al giorno d’oggi l’umanità si comporta come se il mondo fosse il suo parco giochi personale, distruggendolo nel frattempo.

Il futuro? Idealmente, l’umanità ha bisogno di una seria rieducazione. Dovremmo considerare l’intero pianeta come la nostra casa comune, lavorando insieme per renderla un luogo buono per tutti.

Il nostro mondo sta vivendo cambiamenti oggi come in nessun altro momento della storia. Più diventiamo globalmente interconnessi e interdipendenti, più ci viene mostrato come dobbiamo spostare la nostra prospettiva da “questo è il mio posto, il mio paese” a “questa è la nostra casa comune, per tutti”. È arrivato il momento di liberarsi dalla mentalità di organizzare le nostre vite per il nostro  beneficio personale per vivere invece a beneficio degli altri e dell’intera umanità. Se riusciremo a compiere questo cambiamento su larga scala, assisteremo alla nascita di un nuovo mondo armonioso e pacifico.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

Perché non rendiamo tutto gratis in questo mondo e eliminiamo il concetto di denaro?

Il denaro è l’equivalente del nostro investimento reciproco, delle nostre relazioni di dare e avere in cui miriamo a ricevere qualcosa in cambio del nostro dare qualcosa.

Ma è possibile eliminare i soldi?

Sarebbe possibile eliminare il denaro se ci fossero:

Uno stato in cui nessuno possiede nulla;

Considerazione reciproca come membri di un unico sistema comune;

La sensazione che ognuno di noi serve i bisogni dell’intero sistema in cui ci troviamo e, indipendentemente da chi dà o riceve nel sistema, agiamo in base ai suoi bisogni;

Una sensazione uguale per ciascuna di queste condizioni tra tutte le persone.

Il denaro è una copertura per i nostri atteggiamenti reciproci.

Pertanto, i nostri problemi non scomparirebbero semplicemente se il denaro scomparisse. Questo richiederebbe di elevarsi al di sopra di noi stessi nelle nostre sensazioni. Inoltre, in una fase del genere, perderemmo la sensazione di questo mondo, perché esso esiste solo nelle nostre sensazioni.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Come può il mondo essere migliore?

Il potere della connessione, dell’unità, della responsabilità e della cura reciproca è la chiave per creare un mondo migliore e più equilibrato.

Le calamità e le minacce di oggi hanno in definitiva lo scopo di farci aprire di più gli uni agli altri e, così facendo, attrarci verso uno stato più unificato, armonioso e pacifico.

Dovremmo quindi sfruttare le crisi odierne per connetterci meglio e diffondere l’unità e la responsabilità reciproca come soluzione a ogni nostro problema.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

Perché C’è Così Tanto Male nel Mondo?

Nella saggezza della Kabbalah apprendiamo che esiste un’unica forza, eterna e perfetta, che ha creato e sostiene la realtà, e che questa forza agisce su di noi per amore e misericordia, al fine di farci progredire al suo livello. Ci ha creati in una qualità opposta alla sua – la sua è dare, la nostra è ricevere – in cui ognuno di noi desidera servire solo se stesso, e in tale qualità siamo in innato disaccordo con l’esistenza di un’unica forza, poiché percepiamo diverse forze diverse e opposte in una lotta costante.

Vediamo un mondo pieno di forze, conflittuali, opposte e di resistenza. Non vediamo il mondo reale perché la nostra percezione si basa sul nostro disaccordo fondamentale con l’idea che ci sia una sola forza che agisce esclusivamente a nostro vantaggio. Nel linguaggio della Kabbalah, un tale disaccordo è chiamato “la qualità del giudizio”. Se percepissimo il vero mondo, vedremmo che nella realtà abita un’unica forza di amore e di dazione, che la Kabbalah chiama “qualità della misericordia”, e vedremmo questa forza agire con misericordia verso tutti.

La ragione per cui vediamo il mondo comportarsi secondo la qualità del giudizio, ossia sentiamo regolarmente parlare di eventi terribili e maligni, è dovuta a ciò che la Kabbalah chiama la nostra “mancanza di correzione”. Questo significa che vediamo la realtà attraverso una lente frantumata dalla nostra opposizione alla qualità di amore e dazione. Inoltre, sebbene di natura siamo l’opposto  della qualità dell’amore e della dazione, dobbiamo attraversare un processo di sviluppo per cambiare la nostra percezione: dalla transitorietà, dalla separazione e dall’incompletezza alla visione di una forza che agisce in modo eterno, perfetto e integro. Poi, quando completeremo questo processo di correzione, vedremo che solo una forza, la qualità di amore e dazione, risiede nel mondo e che questa forza è buona e fa solo il bene.

Quale dovrebbe essere la nostra risposta al sentir parlare di fenomeni negativi, cioè di tutte le guerre, le sofferenze e le crisi a livello personale, sociale e globale? Dovrebbe essere, come è scritto, che “hanno occhi e non vedono; hanno orecchie e non sentono”. Quando assistiamo ai disastri, dovremmo riconoscere che non riusciamo a percepire la forza positiva dell’amore, del dono e della connessione che sta dietro a tutto questo, e anche che vorremmo percepirla e vedere che agisce in ultima analisi a nostro vantaggio.

Dobbiamo ricordare che esiste una fonte buona che agisce sul mondo, che ha creato tutto ciò che è opposto alla sua qualità di bontà, affinché noi ci sviluppiamo per raggiungere la percezione della sua unicità, eternità e perfezione al di sopra della nostra opposizione a tale qualità.

Pertanto, i conflitti, il male e l’odio che vediamo nel mondo sono parte integrante di un grande spettacolo teatrale che si svolge davanti a noi. Attraverso questo teatro, possiamo raggiungere la capacità di accettare la provvidenza dietro questo spettacolo come assolutamente buona e benevola nei nostri confronti. È un gioco che ci è stato dato di giocare. Questo è il significato di “giocare con la balena”, che è ciò che facciamo quando ci eleviamo al di sopra delle opposizioni nella nostra percezione per rivelare l’unica forza benevola che guida la realtà.

Tuttavia, da un lato, dobbiamo stare attenti a non trattare la questione con leggerezza, cioè a considerare la nostra vita come falsa e “solo un gioco”. Dall’altro lato, dobbiamo anche stare attenti a non cadere in stati di intensa tristezza e/o rabbia per quello che vediamo accadere nel mondo. Dobbiamo invece navigare costantemente tra questi due poli, in quella che la Kabbalah chiama “la linea di mezzo”.

Pertanto, dovremmo riconoscere che il ruolo del male nel mondo è quello di mostrarci che tutto è buono. Non saremmo in grado di percepire la bontà, l’amore, il dono, l’armonia, la pace, la felicità e la fiducia senza le loro controparti negative. Inoltre, dobbiamo capire come ci sviluppiamo per raggiungere una destinazione finale nella nostra vita in cui percepiremo un’unica forza buona e benevola.

Se vediamo il male nel mondo, dobbiamo esercitare le qualità positive opposte dell’amore e della dazione collegandoci positivamente gli uni agli altri. Così facendo, si arriva gradualmente a neutralizzare ogni apparenza di male nel mondo, scoprendo sempre più l’unica forza positiva dell’amore e della dazione che risiede nella realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Come Dovremmo Descrivere il Mondo di Oggi in una Sola Frase?

Il mondo oggi è rappresentato come un unico sistema globale, interconnesso e interdipendente, e poiché desideriamo rimanere fedeli a noi stessi, con il nostro egoismo individualistico, mentre il mondo diventa sempre più connesso, sperimentiamo questa crescente connessione come sofferenza. 

È per questo che dobbiamo infondere una nuova forma di educazione e di istruzione nelle nostre vite, in modo da sviluppare nuove influenze che ci promuovano e ci guidino a realizzare positivamente la nostra crescente connessione, con considerazione, sostegno e incoraggiamento reciproci nelle nostre connessioni.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

È possibile l’unione del mondo?

Più ci sviluppiamo, più problemi e crisi incontriamo e il loro scopo è quello di portarci alla consapevolezza che l’unica via d’uscita da un collasso totale è l’unità.

L’unità del mondo non solo è possibile, ma è una condizione di natura per la quale tutti noi ci evolviamo.

Se attualmente viviamo il cammino verso l’unità senza essere consapevoli di questo obiettivo che la natura ha fissato per noi e, quindi,  sentiamo sempre più situazioni negative entrare nella nostra vita, se iniziamo a imparare come la natura si sviluppa verso stati di unità sempre più grandi e analizziamo come possiamo allinearci a tale sviluppo in modo equilibrato e armonioso, allora possiamo cambiare il nostro cammino verso l’unità del mondo: invece di un cammino di sofferenza, ci dirigiamo verso un cammino di crescente gioia e consapevolezza. È quindi saggio cercare  come possiamo  intraprendere un percorso di sviluppo positivo verso l’unità.

Se compiamo questo cambiamento, i nostri occhi si apriranno a un nuovo metodo di correzione della natura umana, che modificherà  la nostra natura egoistica con la sua opposta altruistica e i nostri legami negativi con gli altri diventeranno positivi ed equilibrati con la natura.

Saremmo, quindi, ricompensati non solo con la totale sicurezza, comodità, felicità e fiducia in questo mondo e su questo pianeta, ma scopriremmo  un livello di esistenza completamente nuovo, eterno e perfetto.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Cosa faresti se avessi molta influenza sul mondo?

Ognuno di noi ha una grande influenza sul mondo in ogni momento.

Non è come alcuni pensano, che la nostra influenza sia solo ogni pochi anni, quando abbiamo la possibilità di votare per i nostri rispettivi governi. Al contrario, il nostro impatto si riverbera attraverso le nostre società, toccando chi è vicino, come le nostre famiglie, gli amici e i conoscenti, e chi è lontano, comprese le persone che potremmo non incrociare mai, persino in angoli diversi del mondo.

Siamo noi a provocare grandi cambiamenti nella natura. Allo stesso modo, a causa dell’integrità della natura come sistema interconnesso e interdipendente a livello globale, che è equilibrato in partenza, esso soffre quando provochiamo uno squilibrio alla natura stessa. Lo squilibrio che causiamo lo sentiamo poi attraverso la miriade di problemi e crisi che sperimentiamo nella nostra vita. In altre parole, ciò che sentiamo nella nostra vita è la risposta positiva o negativa della natura alla nostra influenza positiva o negativa su di essa.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Come fanno i teorici della cospirazione a elaborare teorie di cospirazione?

Inventiamo tutti i tipi di teorie del complotto principalmente perché non sappiamo dove viviamo, perché viviamo, dove andiamo e ciò che è buono o cattivo per noi. 

Siamo confusi. Possiamo immaginare di essere come dei bambini in un negozio, che possono giocare con tutte le cose che sono lì, correndo ovunque e urtando qualsiasi cosa, senza però avere la cognizione del perché quelle cose sono state messe lì, quali sono le regole del negozio in modo che tutti ne possano godere ottimamente.

Così siamo nel nostro mondo. Perciò, se ci accade qualcosa di significativo e straordinario, iniziamo ad analizzare il fenomeno da diversi punti di vista: Chi l’ha provocato? Chi si avvantaggia da ciò? Iniziamo a cercare di chi è la colpa.

In definitiva, siamo noi la causa di ogni nostra disgrazia, ma non è come sottolineano tutti i tipi di teorici della cospirazione, che ci sono alcune persone che agiscono in modo mirato. Possiamo immaginare analogamente un’eruzione vulcanica, uno tsunami o un terremoto: forse abbiamo causato tale fenomeno indirettamente, ma non di proposito.

Indipendentemente dalla ricchezza o il potere di certe persone, esse non possono cambiare il destino dell’umanità. Questo perché la natura è una forza collettiva e generale ed include e sostiene ogni forza particolare ed individuale in sé. Essa governa su ogni cosa e non lascia che nessuno, persona o gruppo, possa fare una mossa anche di un solo millimetro in qualsiasi direzione.

Se anche ci fosse una qualsiasi forza singola che volesse scappare e prendere il controllo, la natura semplicemente non lo permetterebbe. Ogni persona è una piccola parte, un aspetto individuale di un sistema generale governato unicamente dalla forza della natura. Perciò, il complottista ultimo è la natura stessa che governa tutto e ciascuno, secondo i suoi piani superiori: “superiori” poiché vanno oltre la nostra comprensione.  

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.