Pubblicato nella 'Lavoro spirituale nel gruppo' Categoria

Il Male – Il servizio per il Buono

Domanda: Come condurre il chiarimento nel gruppo per non occuparsi del suo ego e volgere il male nella Klipà?

Risposta: Quando chiarisco il nostro rapporto, vengo solo fino al punto della partizione – e subito chiedo la correzione.

Nello stesso tempo a questo dovrebbe partecipare il gruppo. Dopotutto, io non solo semplicemente rivelo il male tra te e me, ma voglio che questo diventi disponibile per tutti, così scopriremo il collegamento tra noi tutti.
 Tutti questi peccati sono un luogo su cui l’amore sarà rivelato, senza peccati non può esserci amore.

Questo è tutto il metodo di lavoro delle tre linee, che non troviamo in nessuna religione o convinzioni. Usiamo il nostro ego – proprio usiamo, piuttosto che distruggerlo.
 Infatti, la Klipà – questo è la riluttanza ad utilizzare l’ ego. L’errore delle religioni, delle fedi e di tutti gli approcci umani nella vita è che l’uomo non capisce che il potere del male è il fondamento della vita. E’ proibito sorvolare, evitare e cambiare questo male. Devi solo coprirlo con un buon atteggiamento – e basta. La forma del male rimane, tu solo lo copri con la proprietà  di Hassadim – e ottiene un vaso di santità, un vaso di dazione.
 Ma io non devo semplicemente svegliare il male in sé, “Dov’è il mio odio per tutti!”.

L’approccio corretto è che ci sforziamo per il bene, e non scendiamo nel male. Non c’è comandamento di risvegliare un litigio. Dobbiamo aggiungere il desiderio di unità – e poi, naturalmente, riveliamo il difetto.

Bisogna solo aspirare verso l’alto, e riguardo questo si rivela la caduta.
 Se non cerciamo verso l’alto, poi dall’alto verranno dei guasti, che possono essere di vario tipo – problemi improvvisi in famiglia o tra amici in un gruppo – qualsiasi cosa. Ma tutto questo sono le indicazioni che il gruppo non cerca verso l’alto, e poi si rivelano i problemi e le difficoltà a livello materiale. Anche se il gruppo non è unito, ma si sforza per l’unità, si rivelano i difetti di collegamento. E se esso non stà cercando verso l’alto cosi poi si riveleranno carenze nel livello della terra o anche meno.
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(Dalla lezione sul Libro dello Zohar, 06.02.2012)

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125 Gradi di amore e odio

Domanda: Cosa succede dopo la fine della correzione, quando avremo asceso tutti i 125 gradini? Comincia qualche nuovo processo lì?

Risposta: Quando ci eleveremo alla fine della correzione, vedremo. Adesso non capiamo nemmeno cosa sia il primo grado spirituale, fino a che punto il mondo spirituale sia opposto al mondo materiale. Su questo è detto: “Ho visto un mondo al rovescio”.

Non possiamo immaginare cosa succede passando attraverso tutti i gradi spirituali e raggiungendo la fine della correzione. Lì, avremo degli strumenti di percezione assolutamente diversi. Essi non saranno semplicemente più grandi, i quali potranno paragonarsi agli strumenti che abbiamo attualmente.

Allo stesso modo, oggi non siamo capaci di parlare del mondo integrale, nel quale io penserò a tutti e percepirò tutte le persone solamente come una totalità. Adesso non sappiamo cosa sia questo. Non possiamo immaginare che percepiremo il mondo intero come un organismo unico.

Automaticamente, dal mio interno, percepirò ogni pensiero, ogni supplica e desiderio come mio. Succede così, visto che “l’Io” sarà l’amore verso il prossimo! Sarà come se tutti si trovassero dentro di me.

Tuttavia, loro si trovano in realtà dentro di me? No! Sento che tra di noi c’è una distanza di 125 gradi di odio. È così grande l’odio che si rivela, poiché è detto: “Quanto più in alto si trova una persona, più egoismo avrà”.

Perché i vasi “rotondi” (Kelim Igulim) occupano uno spazio così grande? A causa della grandezza dell’odio! Tutto questo spazio è l’odio che si sta rivelando e devo riempirlo con amore, al di sopra di quest’odio.

L’odio gonfia le sfere, le allontana dal punto centrale all’esterno (“extra”) e adesso, con l’aiuto del mio amore, devo comprimerle di ritorno all’interno (“intro”), però, lo faccio al di sopra dell’allontanamento.

Voglio avvicinare il mio prossimo a me: lo faccio e sento che lui è vicino, come se fosse dentro di me. Comunque, tutto questo succede “come se”: al di sopra della distanza che c’è tra di noi. Accorcio soltanto questa distanza, la correggo, ma non la elimino!

La profondità del desiderio (Aviut) non si elimina. Per questo, invece di un punto piccolo, ottengo delle sfere enormi coltivate dall’odio, che allontana soltanto i nostri punti gli uni dagli altri.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.08.2011, Prefazione alla saggezza della Kabbalah)

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Verso il vento!

Siamo stati creati come un solo sistema dell’anima collettiva e siamo interdipendenti. Tuttavia, la Luce Superiore porta questa vaso collettivo verso una rottura e dopo questi pezzi rotti cadono sempre più in basso, dividendosi sempre di più e distanziandosi tra loro.

Quando raggiungono il fondo cominciano a svegliarsi, dal fondo della caduta. La stessa Luce che li ha obbligati a cadere comincia a risvegliarli ed a tirarli verso l’alto.

Questa ascesa è composta da diverse tappe e si realizza principalmente nei gradi della natura inanimata, vegetale ed animata, laddove il vaso opera inconsciamente, essendo completamente schiavizzato dalla Luce. Tuttavia, nel grado umano, dobbiamo rivelare i nostri stessi desideri.

Il desiderio esiste in tutti ed è creato dalla Luce “a partire dall’assenza” come un’impressione inversa della Luce. Il desiderio è ciò che dobbiamo sviluppare dentro di noi per mezzo di noi stessi. Questo desiderio è la vera “creatura”, che si risveglia ed aggiunge le sue intenzioni, i suoi sforzi e l’amore per se stessa.

Tutto questo non arriva come una risposta diretta all’influenza della Luce, ma è il risultato della propria ricerca del vaso. Senza dubbio, la Luce lavora qui, anche se in maniera occulta, comunque, qui c’è ancora l’aggiunta necessaria da parte del vaso che si è sviluppato alla quarta ed ultima tappa. Questa aggiunta è il suo stesso desiderio e l’amore.

Per noi, si esprime nella nostra lotta contro il desiderio egoista rivelato in noi quando vogliamo unirci. Non sentiamo la resistenza del nostro ego in nient’altro che in ciò che si riferisce all’unione nel gruppo, nell’annullarci davanti alla sua forza per raggiungere la qualità della dazione generale che giace dentro di noi, che è chiamata la rivelazione del Creatore.

Se una persona si dirige in questa maniera, che è chiamata “Israele, la Torà ed il Creatore sono uno”, in questo sforzo, rivela la resistenza del suo ego nei confronti della correzione. Tuttavia, deve continuare con tutti i mezzi e cercare ancora di rivelare dentro di sé almeno una certa disposizione ad unirsi.

È come un veliero che non può navigare direttamente contro vento. Tuttavia, ci sono delle veli speciali che aiutano la sua navigazione a zigzag, nella forma di una curva di ascesa e discesa ed in questo modo avanza verso il vento.

In questa maniera deve comportarsi una persona quando scopre che è incapace di andare contro il suo ego, che questo impedisce la sua unione con il gruppo per annullarsi davanti ad esso e rivelare la qualità della dazione generale in lei. Tuttavia, è capace di farlo con ogni tipo di mezzi indiretti, ausiliari.

Questi mezzi ausiliari sono costituiti dall’ambiente che una persona costruisce nella forma che la influenza. L’ambiente diventerà la candela che la porterà a zigzag verso il vento e così avanzerà!
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.09.2011, Shamati 232)

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Una soluzione facile

C’è una soluzione facile: Cominciate a divulgare. Quando vi impegnate nella divulgazione, vi dimenticate di voi stessi. Anche le persone che non sono connesse tra loro cominciano a stabilire un contatto. Quanta più conoscenza sull’unità sarà generata nel mondo, tanto più avanzerete. Dimenticatevi di tutto quello che succede nella sfera personale, ad eccezione delle necessità basilari. Rivolgete tutto il resto all’esterno, questo impedirà la frizione e la discordia tra di voi.

È come quando i coniugi si dedicano al problema del loro figlio malato, si dimenticano di se stessi. La loro attenzione si sposta all’esterno ed è lì che si concentrano tutti i loro sforzi; questo problema comune vi unisce. Pertanto, cominciate ad aver cura del vostro “figlio malato”, del mondo.

Questo raffredderà i problemi tra di voi. Non ha senso sistemare la relazione in maniera diretta. Girate l’interruttore del tutto verso l’esterno, immergetevi davvero nel lavoro pratico ed allora, all’improvviso, vedrete il modo di organizzare le cose dentro di voi. L’attenzione sui fatti interni del gruppo, funzionerà solamente se è necessario lavorare con il mondo esterno. Solo allora organizzerete tutto e tutti. Che sia solo la necessità della divulgazione esterna a definire chi siamo e cosa facciamo. Allora lavoreremo realmente per dare.

Prendiamo l’esempio di Binà: la sua metà superiore è destinata a dare al Creatore, la sua metà inferiore è destinata a dare al mondo e lei stessa è il terzo medio di Tifferet, semplicemente la decisione di dividere se stessa in due parti. Pertanto, così dovete percepire voi stessi, ognuno di noi ed ogni gruppo.
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(Dalla lezione 7, del Congresso di Toronto del 18.09.2011 )

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I principi del Lavoro Spirituale del 9 Settembre 2011

Una collezione di consigli e principi del lavoro spirituale che sono stati studiati durante la lezione del mattino.

La verità nasce solo attraverso un lavoro difficile.

Il lavoro spirituale consiste nel preferire la verità al di sopra di tutto il resto: la menzogna e la dolcezza in contrapposizione all’amarezza. Quando mi aggrappo a questa verità, comincio a raggiungere la perfezione e l’eternità che prima non conoscevo. Quando metto la verità al di sopra di tutto il resto, senza preferire nient’altro, in ultima istanza apprendo che non c’era nient’altro che questa.

Quando il desiderio di ricevere piacere si eleva al di sopra del proprio punto della creazione, questo si include nel pensiero superiore, dove ancora non esisteva realmente, ma solo potenzialmente. Questo scompare nel superiore in maniera tale che comincia a percepire l’eternità. Tutti i passi che facciamo per ritornare alle nostre radici restano in noi.

Quando li ascendiamo, li raccogliamo e li includiamo dentro di noi. Questa è la ragione di tutto questo processo, di tutta la nostra storia, che diventa la parte interna della nostra esistenza. Sperimentiamo nel nostro cammino tutti gli stati descritti nei libri di Kabbalah. Li includiamo dentro di noi e ci sentiamo in unità con le anime di tutti i Kabbalisti che hanno già completato il cammino completo del ritorno al mondo dell’Infinito.

Non esiste nient’altro che il desiderio. Il luogo del mondo spirituale è il desiderio che è simile al desiderio del Creatore. Il luogo del mondo fisico è il desiderio che è opposto al Creatore.

Quando la persona vuole raggiungere il Creatore ha tutti i mezzi necessari per farlo: l’ambiente, i libri ed il maestro. Loro possono aiutare ad analizzare la forza del loro desiderio reale di arrivare al Creatore.

La mia libera scelta costante è di determinare quanta importanza io considero che abbiano questi paragonati a me, cioè se sono più importanti di me o sono io più importante di loro. Ho davvero un’opportunità per valutarlo. Se il Creatore mi si è rivelato, io avrei potuto cancellarmi completamente davanti a Lui. Sarei come uno schiavo, come una macchina e non realizzerei la mia esistenza. Arriverei ad esistere nel livello del Creatore stesso.

Quando uno da, si rivela all’improvviso la fonte del piacere infinito in base alla misura del suo desiderio per essa. Appare una forza infinita, una ragione infinita, dei sentimenti infiniti e lui li riempie tutti. Questa è conosciuta come l’accettazione della forma del Creatore, la forma di qualcosa di eterno che non era conosciuto fino ad allora. Quando uno comincia ad agire in questa maniera verso gli altri, comincia a percepire Lui.

Io sento il dolore del mondo e la sofferenza in base alla misura in cui lo riempio ed allora riempio i suoi desideri. Alla fine, faccio una preparazione e facilito il progresso spirituale degli altri. Ricevo da loro i Kelim (vasi) e dal Creatore ricevo la Luce e questo mi da un riempimento sempre maggiore, tutto il cammino verso l’Infinito.

La divulgazione locale è molto importante. Tu vuoi avere una relazione con qualcuno, influire su di lui e tutte le Luci passano attraverso di te.

L’anima è il desiderio di ricevere piacere che ha assunto l’intenzione di dare, la quale può connetterti con il tuo prossimo per il suo bene. L’amore è dare al tuo prossimo quello che desidera, invece di dargli ciò che tu desideri. Quando sei in uno stato di dazione, anche la carenza di riempimento si percepisce come una ragione per riempire.

Preparazione alla lezione

Lo Zohar è un libro speciale che descrive uno stato speciale, nel quale la persona che riceve il riempimento dall’Alto, passa la forza spirituale agli altri. Questo libro descrive come si sente la persona quando si rivela una nuova realtà.

Certamente, non capiamo questi stati perchè non esistiamo in essi. Tuttavia, se desideriamo esserci, cominciamo ad avvicinarci ad essi. Gli scritti in questo libro ci influenzano e ci avvicinano ad essi.

La gente

L’economia è un modello del nostro egoismo. Siamo connessi attraverso differenti relazioni e vogliamo pesarle, valutarle e regolarle. Stabiliamo differenti tipi di connessioni tra di noi per provvedere a noi stessi, e queste connessioni si misurano con una scienza conosciuta come “economia”.

La base dell’economia consiste nel valutare le relazioni tra di noi. Abbiamo bisogno di capire in che modo fornire i mezzi dell’esistenza a noi ed agli altri, in che modo connetterci per “riempirci” a vicenda per il bene del nostro stesso riempimento ed in che modo si allaccia la rete della nostra interconnessione. I loro segnali di espansione di un vizio grande, egoista, si manifesteranno presto in essa e dovremo correggerlo.

C’è una connessione tra di noi ed oggigiorno stiamo cominciando a rivelare che si tratta di una connessione cattiva, rotta. Questo tipo di connessione ci uccide e ci distrugge. La ragione per tutto il nostro lavoro è solo tra di noi; come un mondo vecchio e rotto è il risultato di una connessione egoistica, un mondo nuovo, corretto, sarà il risultato di una dazione reciproca.

La nostra unica correzione è unirci, diventare la “Luce per le nazioni” e mostrare il cammino della correzione a tutto il mondo. Oggi il mondo è indifeso, le sue menti più grandi non sanno cosa fare. Il nostro tempo è arrivato; una volta che faremo quello che dobbiamo fare, meriteremo il rispetto e la gratitudine del mondo.

Per questo dobbiamo divulgare di più, spiegare di più, ed essere quelli che danno l’esempio corretto. Stiamo entrando nel momento della Kabbalah pratica, nella quale il suo unico proposito è la correzione dell’uomo.
(54266]

Costruire un ponte al di sopra dell’odio

Domanda: Esiste una differenza tra il lavoro interno personale ed il lavoro nel gruppo?

Risposta: Nella spiritualità, non c’è lavoro personale e di gruppo separatamente, è tutto un unico lavoro. Se esisto solo sotto un’autorità, sotto il completo governo del mio egoismo, non si può fare niente. Questa realtà è chiamata questo mondo ed in questo stato, non ho l’opportunità di cambiare il mio ego.

Cambiare il mio stato significa cambiare “un luogo”, cioè devo costruire un nuovo luogo, una nuova mente e delle nuove sensazioni spirituali. Questo è possibile solo per mezzo della connessione.

Il mio lavoro personale è di applicare uno sforzo per connettermi agli altri e per questa ragione, seleziono le persone che possono aiutarmi, loro sono chiamate gruppo. Da qui, ha luogo tanto il mio lavoro personale, quanto quello di gruppo, ma in essenza questo è solo un lavoro generale, perché non posso esistere senza di loro e loro non possono esistere senza di me. Questa è la maniera in cui siamo organizzati dal principio.

Non esiste altro lavoro a parte connettere e sentire i nuovi fenomeni spirituali all’interno della connessione. In base al grado in cui voglio annettere a me il loro desiderio interno, correggo il mio desiderio. In realtà, il mio vaso spirituale esiste al di là del mio “io”, in tutti gli altri.

Devo connettere quello che sembra separato e remoto da me alla mia coscienza oscurata da una barriera del mio egoismo, dall’invidia, dall’odio e l’ambizione, ovvero dal mio desiderio di dominare gli altri, di non aver considerazione di nessuno, di comandare ed usarli.

Così, il mio ego mi mostra appositamente delle forme differenti della mia trascuratezza e della mia lontananza dal mio simile, affinché io costruisca il ponte dell’amore verso di lui. Quanto più avanzo, più forte sentirò che disprezzo gli altri, li rifiuto e voglio usarli per il mio bene.

Faccio questo con piacere, oppure vedo che semplicemente è necessario e soffro se non uso il prossimo. Stiamo attraversando questi stati e siamo messi davanti alla necessità di usare il prossimo e di non prenderlo in considerazione per salvarci dai problemi. Intanto, devo rendermi conto che tutto questo è solo un esercizio o uno scherzo sul quale devo elevarmi per superarlo e connettermi agli altri proprio al di sopra di questo.

La forza egoista mi porta ad uno stato di totale impotenza: “Guarda, se non danneggi gli altri, non sarai capace di esistere!”. Tutto il nostro lavoro consiste nell’elevarci al di sopra di questo. È per questo che questo principio viene espresso in parole così generali: “Ama il tuo prossimo come te stesso”, al di sopra dell’invidia e dell’odio, al di sopra del desiderio di usare gli altri.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 29.08.2011, Shamati 121)

È facile che ritorniamo

Tenendo conto dello stato attuale del mondo, il nostro avanzamento sarà rapido. Potete vedere nelle news quanto si accelerano le cose; attraverseremo questo periodo rapidamente, poiché anche il mondo ha bisogno di noi per avanzare. Per questo dobbiamo mettere tutti i nostri sforzi per mantenerci nel nostro cammino e non uscirne.

Oggi il lavoro che facciamo localmente e la divulgazione di massa sono estremamente importanti. Se stabilisci una connessione con qualcuno col fine di dargli, tutte le fasi necessarie scorreranno rapidamente attraverso di te. Mi rivolgo a tutti i nostri gruppi in Israele e raccomando fortemente a tutti di partecipare al lavoro della divulgazione. Di questo scrivono Baal HaSulam e tutti i kabbalisti, in aggiunta, senza di essa, vediamo che non esiste altro modo. Questa è l’unica maniera attraverso la quale potremo rivelare la realtà superiore.

La correzione dei 613 desideri dalla ricezione alla dazione è il nostro lavoro. Tutto il resto è una maschera, dei costumi che furono necessari nel periodo dell’esilio. Tuttavia, il metodo reale che applicammo inizialmente era quello della correzione interiore. Lo abbiamo applicato fin quando siamo caduti dal grado dell’amore fraterno all’odio infondato dei tempi di Rabbi Akiva. Abbiamo le Reshimot, i geni spirituali che sono rimasti in noi da quei tempi ed è facile che noi ritorneremo.

Per questa ragione ci si presentano delle esigenze, per questo tutto il mondo ci sta pressando. Loro ancora non sanno cosa sia, ma sentono che il problema risiede precisamente all’interno di ognuno di noi. Pertanto, dobbiamo agire il più presto possibile, poiché in questo modo possiamo evitare tutti i mali che ci arrivano. I nostri vicini verranno in nostro aiuto invece di bombardarci con dei proiettili. È così che stanno esattamente le cose ed i kabbalisti scrivono riguardo a questo. In essenza i nostri nemici combaciano nell’aiutarci, pressandoci affinché riflettiamo sulla vita.

Dobbiamo ricordare che tutto proviene da una Forza, che non esiste nessuno a parte Lui, e dobbiamo reagire a quello che sta succedendo in accordo a questo. Perché usare le grida e le lotte? Dove è la correzione in questo? La nostra unica correzione è di unirci e diventare la “Luce per le nazioni”, di illuminare il cammino di tutto il mondo verso la correzione.

Oggi tutto il mondo è indifeso e le menti più brillanti non sanno cosa fare; vuol dire che oggi è arrivato il nostro momento. Terminando il nostro lavoro, meritiamo la gratitudine ed il rispetto universale. Pertanto, dobbiamo divulgare di più, spiegare di più e predicare con l’esempio. Stiamo entrando in un periodo di Kabbalah pratica, la cui essenza totale è la correzione dell’umanità.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 9.09. 2011, “La Nazione”)

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Amare il prossimo? Questo è facile!

Domanda: Dove il mondo superiore e quello inferiore entrano in contatto l’uno con altro?

Risposta: Il nostro mondo e quello superiore entrano in contatto nei desideri delle altre persone. Questi desideri posso connetterli ai miei desideri, affinché essi diventino simili ai miei. Per questo, esiste la condizione di “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

Il mio desiderio primario è solamente un punto. Non posso ricevere niente dentro di esso. Questo punto non ha volume. Se posso connettere a me un desiderio di un’altra persona, accettarlo come mio, allora agisco in una maniera molto interessante: col fine di riempire questo desiderio, chiedo che mi diano la Luce. Questa arriva, passa attraverso di me ed io riempio questo desiderio. Se in questo modo connetto a me un desiderio più grande e dopo, altri desideri sempre più grandi, allora raggiungo il mondo dell’Infinito.

Il mondo dell’Infinito è costituito da tutti punti in tutti i cuori. In questo caso, tutta la Luce dell’Infinito passa attraverso di me e la percepisco in tutti i desideri che sembravano estranei. Questo avviene dato che li ho connessi a me e loro sono diventati i miei stessi desideri.

Questo chiarisce la massima “Ama il tuo prossimo come te stesso”: “tu” (un egoista) “ama il tuo prossimo” (tutti gli altri, affinché loro diventino i prossimi per te) “come te stesso” (connetti i loro desideri a te stesso).

Allora, una persona lascerà passare la Luce Superiore attraverso si sé. La riceverà all’interno dei desideri che ha connesso a se stessa, poiché adesso sono i suoi stessi desideri. Così raggiungeremo l’eternità, la perfezione ed il mondo dell’Infinito. Questa è l’essenza del nostro lavoro.
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(Dalla serie di lezioni virtuali di Domenica 4.09.2011)

L’indifferenza uccide silenziosamente, come un astuto serpente

La forza dell’inerzia ci evita costantemente di fare dei cambiamenti per nostra iniziativa, di svegliarci ed avvicinarci al Creatore invece della pressione della sofferenza e colloca una nube su di noi chiamata “Amalek. In generale, lavora contro l’importanza dello scopo ed è la causa di tutti i fallimenti.

Non sembra fare niente in particolare. Debilita semplicemente la persona, le toglie il suo desiderio e la tranquillizza, suggerendole che non c’è niente da temere: “Continua soltanto e tutto andrà bene”. È molto pronta ed è pertanto la più forte; ci infetta con l’indifferenza e pertanto questa forza “Amalek” è considerata il nostro principale nemico in questo cammino.

Vediamo che tutti gli altri nemici che vogliono impedirtelo, gridano, si mostrano e rivelano le loro qualità, interferiscono, ma Amalek non è così: lui vive agli argini, come un astuto serpente. Esistono persone così, loro sanno in che modo essere invisibili, ma non si dimenticano mai di se stesse ed operano sempre segretamente, di nascosto, per portare tutto a loro vantaggio. Queste persone sono quelle che fanno più danni.

È detto che dobbiamo cancellare anche la memoria di Amalek. Questo è il lavoro dell’importanza della rivelazione del Creatore rispetto alle azioni che stiamo realizzando a questo scopo e rispetto alle nostre speranze che questo succeda dall’Alto.

Siamo nel mondo delle azioni e quindi, finché non possiamo realizzare delle azioni nella pratica, non succederà niente. Sembrerebbe che le azioni non decidano niente perché la cosa principale è l’intenzione; però l’autentica intenzione è in Alto, nella Luce e noi siamo nel desiderio.

È per questo che, fintanto che non si è presentata dal basso l’opportunità di compiere delle azioni di connessione o avvicinamento reciproco, la saggezza della Kabbalah non è stata rivelata e non è uscita dall’occultamento. Dopotutto, non si poteva fare niente prima che ci fosse stata l’opportunità di compiere qualche correzione nella pratica.

Le nostre intenzioni sono sempre egoistiche, ma le cose potrebbero portare a dei cambiamenti, come è detto: il cuore segue le opere. È per questo che quando il mondo cambia tanto perché il Creatore si avvicina a noi, possiamo realizzare le stesse azioni andando verso di Lui e anche se queste azioni non hanno l’intenzione corretta, anche così cambieranno e purificheranno i nostri desideri, cioè saranno di aiuto.

Pertanto, la saggezza della Kabbalah si sta rivelando e possiamo lavorare e produrre dei cambiamenti in noi attraverso le nostre intenzioni di unirci e per mezzo della divulgazione di questo messaggio in tutto il mondo. Spieghiamo il futuro al quale deve arrivare l’umanità e che ci aspetta tutti. Spieghiamo in che modo dobbiamo agire affinché la rivelazione del Creatore sia gentile e non la evitiamo in tutte le manieri possibili, ma desideriamo vivere in accordo a questo nuovo approccio.

Una nuova organizzazione, un nuovo potere si è stabilito nel mondo: una nuova rete di forze che adesso governa il mondo è stata rivelata e dobbiamo capirla e sentirla, arrivare ad essere in obbedienza verso di essa. Se facciamo tutto il possibile per riuscirci, cancelliamo la memoria di Amalek, perché Amalek lavora principalmente per abbassare l’importanza del Creatore, la proprietà della dazione reciproca che è la completa essenza della nuova amministrazione, del nuovo governo che sta arrivando sulla nostra Terra e ci sta coprendo come una nube.

La ragione della crisi è che il Creatore si sta avvicinando; la sua qualità della dazione sta arrivando a noi e cominciamo a sentirla tra di noi sempre più forte. “Cancelliamo la memoria di Amalek” con le nostre spiegazioni nella pratica, in questo mondo, dal basso, ed allora il Creatore, la forza superiore, finirà quest’azione dall’Alto, con la Luce che Riforma.

Se cerchiamo di realizzare queste azioni anche nella nostra antica natura egoista, ma nell’insieme, con tutto il mondo, in qualsiasi luogo possibile, spiegando ed attraendo le persone all’avvicinamento al Creatore, attraiamo la Luce della correzione e cominciamo a cambiare. Cioè, per prima cosa cancelliamo la memoria di Amalek in basso ed in accordo a questo, il Creatore più tardi cancella la sua memoria in Alto.

Così diventeremo suoi alleati, lottando contro un nemico che si frappone tra di noi e ci separa dal Creatore e da noi stessi. In questa misura, la nube nebbiosa diventa un potente campo di connessione, nel quale scopriamo il nostro nuovo vaso (desiderio) e lì scopriamo la proprietà della dazione, che è chiamata rivelazione del Creatore agli esseri creati.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 2.09.2011, Scritti del Rabash)

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I Kabbalisti sul lavoro spirituale nel gruppo, Parte 16

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La condotta corretta dell’Assemblea degli Amici

Dobbiamo sapere che “due è il plurale minimo”. Questo significa che se due amici si siedono insieme ed osservano come aumentare l’importanza del Creatore, loro hanno già la forza necessaria per ricevere l’aumento della grandezza del Creatore.

-Rabash, Gli Scritti Sociali, “L’ordine di seduta della società

Una persona può ottenere il desiderio di dare solo annullando il suo egoismo nel gruppo e dall’amore per gli amici, una persona può arrivare all’amore per il Creatore, cioè, volendo dare gioia al Creatore. Risulta che solo in questo una persona ottiene la necessità e la comprensione che dare è importante e necessario e questo le arriva attraverso l’amore degli amici.

-Rabash, Gli Scritti Sociali, “L’amore degli amici
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