Pubblicato nella 'Kabbalah e altre scienze' Categoria

Un atomo contiene tutte le informazioni nell’universo?

C’è un principio nella saggezza della Kabbalah: l’individuale ed il generale sono uguali. Significa che la particella più piccola contiene le informazioni dell’intero sistema di cui è parte.

Questo principio di somiglianza tra individuale e generale si estende a tutti noi che emergiamo da un unico piccolo punto.

Nella creazione del nostro universo, abbiamo subito un processo a cascata attraverso i mondi superiori fino al nostro mondo, e anche il nostro mondo o universo si è formato da un piccolo punto.

Tale principio si estende ad ogni livello di esistenza: un piccolo punto discende e poi, con l’aiuto della materia che si forma in questo punto, diventa un sistema ampio ed espanso. Il livello successivo, poi, distribuisce di nuovo l’intero sistema dal suo punto finale più basso. Questo processo continua attraverso cinque di queste discese, che nella saggezza della Kabbalah sono chiamate “cinque mondi”.

Di conseguenza, il nostro universo è emerso da un piccolo punto grazie alla forza del cosiddetto Big Bang. In quell’istante non ci fu un’enorme esplosione, ma piuttosto una piccola scintilla di energia spirituale penetrata nel livello materiale dal più alto livello spirituale. Poiché questa scintilla era spirituale, ossia ospitava l’eterna forza di dazione, allora era sufficiente per creare tutta la materia, l’energia e le informazioni che oggi riempiono il nostro universo. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

La Kabbalah è la saggezza della realtà superiore

Dr. Michael LaitmanDal articolo di Baal HaSulam “La Saggezza della Kabbalah e la sua Essenza”:

Cos’è la saggezza della Kabbalah? In generale, la Kabbalah è la rivelazione del Creatore in ogni modo e in tutte le sue proprietà e manifestazioni. Rivelato nei mondi e che verranno rivelati nel futuro in qualsiasi modo sia possibile applicare per scoprirlo nei mondi al termine di tutte le generazioni.

Esistono diverse definizioni della saggezza della Kabbalah dove si vede che ci insegna come rivelare la forza superiore, un’unica forza della natura. Si chiama superiore perché contiene dentro di se tutto, tutta la natura con tutto l’esistente.

La Kabbalah manifesta all’ uomo il sistema superiore, l’unica forza con tutte le sue manifestazioni ed effetti su ciò che si trova sotto il suo controllo.

Qui questa forza si divide in una parte che si riferisce a noi ed è disponibile per rivelarla. E un’altra parte che non si riferisce a noi. Neanche sappiamo cosa avviene nell’ altra realtà.

La Kabbalah è la saggezza pratica. Come la fisica, la chimica, tutte le scienze naturali. Perciò grazie a essa possiamo scoprire solo ciò che è disponibile per noi. E la realtà che noi non percepiamo non possiamo descriverla con nessuna parola.

Noi riconosciamo una tale possibilità della parte superiore che esiste qualcosa fuori da noi stessi, inaccessibile ai nostri sensi. Ma la nostra comprensione avviene solo dentro i nostri desideri, i nostri sensi, mettendosi nei nostri “vasi” (Kelim).

La Kabbalah sviluppa dentro di noi nuovi organi di percezione oltre ai cinque sensi corporali: vista, udito, olfatto, gusto, tatto. Questi cinque sensi si riferiscono al livello animale, nel quale esiste il nostro corpo fisico.

A parte quelli possiamo sviluppare in aggiunta altri sensi: Keter, Hochma, Binà, Zeir Ampin e Malchut. Questi organi stanno lavorando non per ricevere, non per assorbire informazioni, ma nella forma di dazione.

La forza di dazione non si riferisce a noi, non c’è nella nostra percezione. Tuttavia, si può sviluppare una struttura tale per ottenerla dall’alto. Quindi riceveremo la seconda forza, cioè la forza di dazione in aggiunta alla forza di ricezione.

La forza di dazione, in realtà, è la forza superiore. Noi assumiamo la forza superiore della dazione dal Creatore e riceviamo la possibilità di lavorare con le due forze. Grazie a questa seconda forza possiamo diventare come Lui, e quindi capire, sentire, cominciare a rivelare la realtà nella qualità della dazione. E’ l’obiettivo della Kabbalah.

Quindi ci innalziamo dal livello inanimato, vegetale, animale che abbiamo sviluppato in questo mondo al prossimo livello che si chiama il mondo a venire.

Per quanto l’acquisiamo dalla proprietà della dazione, si ottiene una nuova percezione della realtà nelle proprietà altruistiche, il mondo futuro.

Tale possibilità è prevista per le persone consapevoli di questo desiderio. Ma alla fine, tutta l’umanità dovrà arrivare ad uno stato in cui ognuno vedrà nella sua vita il mondo futuro. E poi la gente sentirà tutto quello che può succedere in ogni realtà perfetta.

Quindi Baal Ha Sulam scrive che “la scienza della Kabbalah – la rivelazione del Creatore” – la forza di dazione che racchiude in sé tutta la natura”, con tutti i mezzi in tutte le sue proprietà e manifestazioni nei mondi. Sono informazioni integrative richieste in futuro, e con tutti i mezzi, che a volte può applicarsi soltanto a scoprirlo nei mondi, alla fine di tutte le generazioni.

Chiunque sente almeno un po’ di voglia di tale rivelazione ha la possibilità di scoprire l’intero universo, in tutti i modi, che può essere solo al di sopra del tempo, movimento, spazio, sopra tutte le limitazioni. Dopo tutto, nella forza di dazione, non ci sono restrizioni.
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Dalla lezione “La saggezza della Kabbalah e la sua essenza“, 12.12.2014

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L’ evoluzione biologica dell’amore

Opinione (Markov, prof. RAS): Da dov’è apparsa nell`uomo la capacità sostenibile dell’amore romantico a lungo termine con la formazione di coppie permanenti?

Negli esseri umani e negli animali funzionano gli stessi sistemi di regolazione di queste forme di comportamento, le reti neuronali della gestione del comportamento sessuale e sociale.

Gli studi neurobiologici confermano che l’amore è qualcosa di più che un’emozione di base. Essa è collegata con funzioni cognitive superiori. L’amore romantico comprende l’attività della corteccia cerebrale, responsabile della conoscenza sociale (operazioni con informazioni su altre persone) e la percezione (immagine) di se stesso. Conclusione: l’amore è basato su un desiderio di estendere l’immagine interiore di se stessi tramite l’inclusione dell’altra persona in quest’immagine.

Il mio commento: Tutto è stato creato solo per l’espansione delle sensazioni e per l’inclusione di essi tra tutti gli esseri del mondo. Nell’uomo, l’amore è necessario come mezzo di comunicazione e dell’inclusione reciproca, che porta ad una maggiore interazione sia positiva che negativa e in seguito di capire la necessità dell’ unione completa per lo scopo della creazione.
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L’uomo non discende dalla scimmia – Lo è ancora

Opinione (А. Markov, dottore in scienze biologiche, paleontologo): L’interesse delle persone verso sé stessi ha una radice evolutiva molto profonda. Questo interesse è stato utile ai nostri antenati, perché la comprensione di sé stessi aiuta a capire anche gli altri, e la comprensione degli altri è un vantaggio per il successo nella società dei primati. Ma questo interesse ha delle conseguenze non positive: l’ inclinazione verso un eccessivo auto apprezzamento, all’allontanamento dagli altri, e quindi alla differenziazione dell’uomo dagli animali (non pensanti, primitivi, pelosi).

Si possono sapere tante cose sull’uomo, quando si riferisce a “noi” alla base dei nostri atteggiamenti stanno non la logica ma le emozioni. “Noi animali” suona offensivo, “Noi scimmie” incita alla sfida.

Probabilmente l’uomo proviene dalla scimmia, perché dal punto di vista della classificazione biologica l’uomo, come era una scimmia, cosi è rimasto!

L’evoluzione ha portato solo in un caso, quello dell’uomo, l’apparizione di una specie con il cervello grande. Dopotutto, questo organo va a costare caro agli animali: utilizza molte calorie, quindi necessita più cibo, un grande cervello appesantisce il parto (i nostri antenati avevano una grande mortalità durante i parti, in cui morivano sia i bambini che le madri). Si può benissimo vivere senza un grande cervello, come tutta la natura intorno a noi.

Il mio commento: Perché la natura ha dovuto sviluppare una certa specie con un ingiustificato cervello grande, che questa specie utilizza per il suo stesso male? A questa domanda dobbiamo dare una risposta proprio nei nostri tempi – noi abbiamo bisogno di un grande cervello per poter assimilare il livello superiore della natura. Dopotutto, per la nostra esistenza quotidiana noi utilizziamo soltanto alcune percentuali della sua potenza, l’altra parte è per il suo utilizzo futuro!
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La forza c’è, il cervello non serve!

Opinione (G. Ivanitskij, direttore dell’istituto di biofisica dell’Accademia Russa di Scienze): Non riusciremo mai a trovare una lingua comune con la natura viva. Adesso noi abbiamo nelle mani un’arma potentissima , minacciosa ed imprevedibile che è l’ingegneria genetica. I fisici non possono fare una cosa del genere, loro non sono capaci di creare nuovi mondi fisici.

E se nella fisica è accettata l’esistenza di un qualche osservatore astratto, allora nella biologia questo osservatore è reale, pronto a giocare il ruolo del creatore del nuovo mondo. Ma noi non abbiamo assimilato i principi della biologia, e nemmeno abbiamo capito l’essenza di tanti fenomeni esistenti, per noi è troppo presto parlare della leadership della natura. Noi siamo una parte della biosfera e dobbiamo corrisponderle.

Il mio commento: Se non ci fosse il controllo generale della natura su di noi, allora certamente noi avremmo distrutto il nostro mondo. Ma esiste uno scopo che siamo obbligati a raggiungere e qualunque nostro tentativo di allontanarci dal cammino verso esso, ci porta soltanto a delle sofferenze ancora maggiori, ed involontariamente ci porterà allo scopo.
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L’elettrone è inesauribile!

Opinione (P. Davies, articolo “Superforce”): E’ stata scoperta la frammentazione del protone, cosa che fino a tempi recenti si presentava difficoltosa, però proprio questo dato di fatto dimostra che tutto lo spazio circostante, includendo il vacuum e la materia, è in grado di cambiare e prendere altre forme. Tutto è pieno di virtualità, ogni particella della materia è attaccata alle simmetrie, all’energia, con un anello solido di iterazioni, particelle inquiete, le azioni delle quali sono molto complicate da valutare fino alla fine.

Per entrare nel protone stesso, nella sua struttura, sono necessari degli strumenti paragonabili alle dimensioni delle galassie, e quindi esclude definitivamente le possibilità ai fisici di arrivare fino alle proprietà dove è possibile dire: “Abbiamo conosciuto il mondo!”

Il mio commento: Tutta la materia si manifesterà come un insieme di forze, e poi come un’unica forza. Si manifesterà così “rispetto all’osservatore”, cioè il fisico-osservatore riconosce che le sue conclusioni dipendono dalle sue stesse qualità. Riconoscerà che la conoscenza non si consegue solo analizzando la materia, dividendola in particelle, ma la si consegue in sintesi, in generalizzazione, conoscendo l’unica forza di controllo. Ma per questo lui dovrà fare degli esperimenti su di sé, cambiando non la materia al di fuori di sé stesso , ma le sue caratteristiche interiori.
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La Sinergetica è la scienza delle leggi del caos

Opinione: La specificità dello sviluppo delle scienze moderne è la tendenza verso l’integrazione, verso l’unione di metodi di varie scienze e verso l’impostazione di metodi comuni di leggi. L’ordine in ogni sistema può essere equilibrato o disequilibrato. Con l’ordine equilibrato i parametri dei sistemi sono uguali all’ambiente circostante, con l’ordine disequilibrato i parametri sono diversi. I sistemi economici e sociali vengono ugualmente descritti attraverso dei parametri.

L’ordine equilibrato è più o meno stabile, nella sua natura è inclusa la resistenza alle varie perturbazioni. La possibilità di ritornare alla situazione iniziale è una qualità dei sistemi autoregolanti.

L’ordine disequilibrato ha una provenienza artificiale ed esiste solo grazie alla ricezione dell’energia dall’esterno. Dopotutto il disequilibrio del sistema e dell’ambiente richiama flussi di sostanze e di energie, per il sostegno dell’ordine si necessita della compensazione delle perdite dall’esterno. Se il nutrimento del sistema con l’energia venisse ad interrompersi, allora andrebbe in equilibrio.

La tendenza verso l’equilibrio è conosciuto nella fisica come il principio dell’azione minore, in biologia come la legge della sopravivenza, in economia come la legge della domanda e dell’offerta. L’essenza di questo consiste nel fatto che il sistema tende verso il cambiamento in maniera tale per ridurre al minimo i disturbi esterni, uscire dal cambiamento con minori perdite ottimali. Tutti i principi che si muovono vengono regolati dalla stabilità dei fenomeni e vengono considerati come organizzati.

I processi dell’auto organizzazione si studiano in “sinergetica” che è la teoria delle azioni comuni. Se la cibernetica studia la stabilità dell’utilizzo della connessione opposta negativa, la teoria generale dei sistemi invece studia i principi della loro organizzazione (la riservatezza, la gerarchia, ecc.), allora la sinergetica studia il loro disequilibrio, instabilità come stati evidenti, i loro innumerevoli non unidirezionali cammini di sviluppo.

La sinegetica studia il mondo disequilibrato nel suo sviluppo non prestabilito e senza alternative e il caos dello sviluppo, dove appare l’ordine futuro. Dallo stato presente del sistema (punti di biforcazione) ci sono tanti vie di sviluppo. Tutte loro concordano poi nel prossimo stato stabile (punto attrattore).

Nella sinergetica si studia la qualità di divergenza e convergenza, di biforcazione e degli attrattori, le leggi dello sviluppo dei sistemi aperti auto organizzati, passaggi dal caos all’ordine e dall’ordine al caos.
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