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Le azioni pratiche determinano il risultato

Domanda: Quando vengo a pregare in disperazione totale, devo chiedere di cambiare, io ho bisogno di chiedere che un amico avanzerà spiritualmente?

Risposta: Le preghiere sono chiamate il desiderio del cuore, il desiderio incontrollato del cuore. Posso dire quello che voglio, nulla aiuterà, sono soltanto i movimenti delle labbra. Potrei danzare, piangere, o rotolare per terra; questo non produce alcun risultato. La cosa principale è che cosa sto provando nella profondità del mio cuore.

Un desiderio è chiamato cuore e la quarta fase del mio desiderio è quello nascosto da me. A volte quando è rivelato, mi fa tremare. E questo aspetto è sentito dalla Luce, la contatta, perché è come il nome di quattro lettere del Creatore.

L’ultima fase si trova effettivamente in contatto con la fase superiore di Keter. Un anelito di connessione appare in essa che è opposta a quella di “Keter”: Una delle due vuole avere il controllo completamente (in qual caso questa fase è chiamata “Faraone” che vuole tenere la Luce dentro di sé), o l’opposto, che vuole somigliare a “Keter, ” la caratteristica di dazione.

Non abbiamo nessun controllo su questa fase, infatti non la intuiamo e non la sentiamo. Qui sono necessarie tutti i tipi di azioni pratiche! Non si tratta solo di sedere e meditare; la saggezza della Kabbalah non lo riconosce! Tutto questo non esiste! Puoi andare profondamente dentro di te, pensare che puoi avere tutti i tipi di intenzioni, ma tutte queste sono indagini interiori che sono determinate in definitiva dal lavoro preliminare e dal lavoro che ne consegue. Queste investigazioni sono obbligatorie solo per capire cosa ho ottenuto, quanto posso sentire quello che sono nel momento presente.

Allora, se noi vogliamo veramente evocare la Luce circostante su di noi, è necessaria un’azione; il risultato, l’influenza della Luce che da’ forma al corretto anelito del nostro desiderio nel suo ultimo aspetto. Come è scritto, “Il Creatore mette la preghiera nella mia bocca”. Anche se la persona non sta pensando a niente, ma meccanicamente effettua ciò che è necessario, alla fine, i suoi normali pensieri si trasformano in pensieri meravigliosi.

E il contrario è anche vero. Esiste il monito: “La sua saggezza è superiore alle sue azioni”. Questo non è consentito! Si ritiene che quando la saggezza di una persona supera i suoi atti, si uccide spiritualmente. Tutti tipi di filosofie, le intenzioni, i pensieri, che studiano dalla mattina alla sera non sono buoni. Il nostro mondo è un mondo di azioni. Ci troviamo nella fase finale del mondo di Assiya, tradotto come “azione”.
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Dal Congresso di San Pietroburgo “Giorno Due” 13.07.2013, Lezione 3

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Adesso o mai più

Dr. Michael LaitmanQuando usciamo per disseminare, e più in generale, durante tutto il giorno, dobbiamo preoccuparci con tutto il cuore della forza della nostra unione. Questa è la sola cosa che determina la forza della Luce, che passa attraverso di noi alla nazione di Israele ed al mondo. E’ come se stessimo cercando di tener su qualcosa, spaventati di lasciarlo cadere e rompere. Dobbiamo sempre tenere l’unità perché la Luce si riverserà solo attraverso di essa. Questa è la garanzia mutua.

Altrimenti le nostre parole saranno solo dei suoni vuoti. Cosa significa unirsi? Sedersi ed abbracciarsi gli uni con gli altri? Significa parlarne? Ne abbiamo parlato per anni, ma è forse servito a qualcosa? Forse ciascuno di noi deve essere messo al muro, con una pistola puntata alla testa per sentire il bisogno di unirsi?

Per voi, “unirsi” significa sedersi e parlare di quanto questo sia importante. Ma a me non piace sedermi e non mi diverto a parlare di queste cose.

Domanda: Allora come possiamo superare questi millimetri finali tra di noi? Ci sentiamo indifferenti, scollegati e abbiamo repulsione gli uni per gli altri. Tutte le persone giacciono nel loro angolo, nella loro propria nicchia, con i loro pensieri ed i loro piani. Ma noi non vogliamo tornare indietro, allora cosa dovremmo fare?

Risposta:Avete bisogno di un lamento di una preghiera.

Dovete capire che non ci sarà perdono, non ci sarà un’altra opportunità. Se volete ottenere il successo, allora questo è il momento. E se non siete all’altezza allora è meglio che ve ne andiate secondo le vostre vie separate. Almeno lungo quel cammino sarete sicuri di essere sulla via sbagliata e di non star facendo nulla per la correzione della vostra anima.

In questi casi, le parole non servono. Quando una persona sente il vero amore, non ne parla. Le persone non mettono in mostra le cose più vicine al loro cuore – le tengono segrete. Ecco perché non posso andare in giro ad urlare riguardo all’unità. E’ diverso quando ne parli scientificamente, anche se l’emozione non può essere comunque espressa visto che essa giace in livelli molto più profondi.

Ad ogni modo, adesso avete un’occasione unica e tocca a voi realizzarla. Da parte mia, vi ho dato tutto quello che era possibile e non posso fare più nulla per voi. Il pallino è dalla vostra parte. Se vi ritirate ora, il futuro di Israele ed il vostro proprio futuro dipenderà dal verdetto del superiore…

Non ci sarà nessun altro momento. Avete sempre aspettato il momento per fare questo lavoro. Ma questo non giungeva. Baal HaSulam ha detto a questo proposito: Colui che rifiuta l’occasione di questo momento se ne accorgerà qualche anno più tardi. Proprio in questo momento siamo semplicemente obbligati a lavorare 24 ore al giorno 7 giorni su 7, sostenere l’unità ad ogni occasione. Non c’è altra scelta. Questo deve essere il nostro solo obbiettivo personale e comune.

Lasciatemi perdere. Avete già tutto quello di cui avete bisogno, e quindi agite, se questo è quello che volete. E se non lo fate, non ho più nulla da aggiungere. Ci sono delle cose che un padre non può fare per il proprio figlio. Adesso è il vostro turno. Tutto dipende da voi.

Quello che è importante non è il materiale che distribuiamo od i discorsi che facciamo riguardo alla necessità di unirsi. Questo deve essere trasmesso in modo sincero da cuore a cuore. Spero che accetterete questa cosa e che lo sentirete sinceramente nel profondo. Spero che voi otteniate la preghiera, un lamento ed il supporto reciproco. In bocca al lupo!
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Dal discorso  su “L’importanza della Disseminazione” 3.08.2014

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Papa Francesco: “Dentro ad ogni Cristiano c’è un Ebreo”

Dr. Michael LaitmanNotizie (da Huffington Post): “Sottolineare i legami stretti tra Cristianesimo e Giudaismo e definire la negazione dell’Olocausto una “pazzia”, Papa Francesco ha detto ad un intervistatore che ‘dentro ad ogni Cristiano c’è un Ebreo’.

“In un’intervista a tutto campo pubblicata venerdì (13 giugno) sul giornale spagnolo La Vanguardia, il Papa ha detto che il dialogo tra due le fedi può talvolta diventare una “patata bollente”.

“’ Credo che il dialogo inter-religioso debba indagare le radici giudaiche della Cristianità e lo sviluppo Cristiano del Giudaismo’, ha detto Francesco. ‘Comprendo che sia una sfida, una questione che scotta, ma è possibile vivere come fratelli’.

La dichiarazione di Francesco sembra andare oltre quella del suo predecessore, San Giovanni Paolo II, che finì sulle prime pagine dei giornali nel 1986 per essere stato il primo Papa a far visita alla più importante sinagoga di Roma e ad aver dichiarato che gli Ebrei sono “i fratelli maggiori della fede Cristiana”

“’Ogni giorno, prego i salmi di Davide. La mia preghiera è ebraica, poi celebro l’Eucarestia, che è Cristiana’, ha aggiunto il pontefice Argentino”.

Il mio commento: Senza dubbio, l’ulteriore sviluppo dell’umanità verso lo scopo della creazione porterà le persone a prendere le distanze da tutte le religioni e le fedi del mondo. Inizieranno sempre di più a percepire la loro radice spirituale comune, che non è inserita in immagini terrene o in rappresentazioni che le religioni e le credenze impongono loro.

Questo porterà tutte le persone del mondo a sentire che solamente la Kabbalah esprime la vera rappresentazione della forza superiore. Aspirando ad avvicinarsi a questa forza, le persone si avvicineranno tra di loro.
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Lavorando in un cuore spezzato

Dr. Michael LaitmanRamchal, “Possente nel Cielo”: I saggi dissero “Il lavoro del cuore è una preghiera”. Così la Nukva, a causa di come gestisce tutti i mondi, si chiama il cuore. E si scopre che tutti i cuori in tutte le persone non sono che parti di quel cuore. Significa che tutti i cuori derivano dalla Nukva e quindi sono chiamate le sue parti. E qui la questione del cuore è interpretata in tutte le anime che derivano da essa.

E si scopre che non c’è un cuore intero, salvo che se si includono tutte le fasi del cuore che derivano da esso in tutte le anime. Poi quando esso comprende (tutti loro), si capirà nel senso di “il cuore capisce” tutto della Provvidenza generale.

Dobbiamo capire che siamo parti della Malchut comune che si chiama il cuore comune, e che dobbiamo unire i nostri cuori, e così correggerli. Nessuno di noi ha bisogno di una correzione privata; non c’è nulla da correggere in una persona, solo la sua attitudine verso gli altri.

Questo è il primo discernimento che dobbiamo realizzare: Nessuno è corrotto; solo le connessioni fra noi sono corrotte. Correggendo queste connessioni fra noi, ci possiamo unire in un cuore comune. Capiremo Colui che dona, secondo la nostra connessione, il Suo livello e il Suo attributo, perché diventeremo come Lui.

In questo dobbiamo impegnarci, nella nostra connessione sopra tutti i discernimenti egoistici rivelati che ci separano,ci tengono lontani, e ci causano repulsione l’uno dall’altro. Tutti gli eventi nella nostra vita hanno lo scopo di mostrarci il posto del nostro lavoro e dove finora non c’è una connessione fra noi.

Tutto ciò che succede a noi in questo mondo è la somma di tutto lo stato individuale che deriva dalla mancanza di connessione. Quando questi stati si connettono, sentiremo questa realtà come questo mondo, il che significa la mancanza di connessione in discernimenti diversi. Si è rivelato a noi nella misura in cui possiamo sopravvivere sotto queste condizioni di mancanza di connessione e cominciare la nostra connessione da esso.

Allora, tutto il nostro lavoro è nel sollevare MAN per questa connessione utilizzando tutti i mezzi che abbiamo. Poi la Luce che una volta ha riempito il vaso intero dell’anima influenza tutte le nostre parti e le riconnette, come torniamo ad essere una sola anima, un solo cuore.

Tutto il nostro lavoro è fatto in un cuore spezzato allo scopo di connettere i nostri cuori in esso, e in conformità del presente, sentiamo e capiamo che cosa vuol dire essere un intero cuore comune.

Se sentiamo di essere come un’ospite davanti a lui che ospita e da questo stato tiriamo le linee verso il nostro stato attuale, non sbaglieremo mai in qualsiasi di questi stati ci troveremo.
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Dalla preparazione alla Lezione qquotidiana di Kabbalah del 3.07.2014

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Per il bene dei miei amici io cercherò il bene

Dr. Michael LaitmanSalmi, 122:8-122:9: Per il bene dei miei fratelli e dei miei compagni, io ora dirò Pace dentro di voi. Per amore della casa del Signore nostro Dio, io chiederò il bene per te.”

Una persona deve giustificare costantemente il Creatore riguardo tutti gli eventi che accadono a lui e ai suoi amici, le persone che sono spiritualmente vicino a lui.

Nella nostra relazione spirituale, dobbiamo pregare che i nostri amici sentano il buon rapporto del Creatore. E per noi stessi, dobbiamo chiedere di sentire il rapporto del Creatore come bene tutto il tempo.
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Dal Congresso di Sochi 10.06.2014, Lezione 2

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Risvegliati all’inferiore per connetterti al superiore

Dr. Michael LaitmanDomanda: Come chiedi all’Elyon (superiore) quello che è veramente utile per te?

Risposta: Chiedi all’Elyon che ti faccia sapere quello che desidera. Questa è la richiesta più sicura e più utile: “Rendi il Suo desiderio il tuo desiderio” (Avot 2:4). Ma per poter rendere il tuo desiderio uguale al Suo desiderio, devi conoscere in cosa consiste il Suo desiderio. Allora chiedi proprio riguardo a questo!

Domanda: Ma non funziona!

Risposta: Non sono sicuro che tu abbia fatto la domanda. Forse hai ricevuto ma non hai capito che quella era la risposta.

Domanda: Come possiamo identificare l’AHP de Elyon (I vasi di ricezione del superiore)?

Risposta: Iniziamo a riconoscere l’AHP de Elyon per quanto ci connettiamo tra di noi con i nostri GE (vasi di ricezione). Allora Egli inizia gradualmente a essere compreso. L’AHP de Elyon non esiste senza il GE de Tachton (Vasi di dazione dell’inferiore), ovvero senza la nostra connessione. Solo attraverso la nostra connessione possiamo raggiungere il concetto dell’ “Uno” e concordemente possiamo costruire un legame con L’Elyon.

Le Dieci Sefirot ad un livello più basso diventano una Sefira del livello più elevato. Dobbiamo collegare queste dieci in una sola.

Domanda: Come possiamo far si che il nostro GE desideri la connessione?

Risposta: E richiesta la Divulgazione poiché questa è un lavoro reciproco. Se non ricevi uno stimolo, una richiesta da basso, allora anche se hai la scintilla, non potrai mai risvegliare la connessione con l’ Elyon.

Sino a che l’uomo non è sposato, egli non ha ancora abbandonato la fanciullezza, egli vive con sua madre per il piacere, passa il tempo al bar con gli amici o sul campo di calcio. Ma se si sposa ed ha dei bambini allora ha degli obblighi, preoccupazioni, problemi e richieste.

Allora allo stesso modo, se non andiamo fuori verso i Tachtonim (quelli che sono inferiori), verso la comunità, e li portiamo con noi, ovvero se noi non produciamo dei bambini spirituali che ci richiedono di svilupparci, allora non lo desidereremo mai. Questo è l’ordine dei livelli; essi sono tutti in GE e l’AHP cade verso il livello più basso.

Allora se vuoi connetterti all’Elyon, devi svegliare il Tachton. Solo il Tachton ti obbligherà a connetterti all’Elyon; ecco come funziona. Allora Il Libro dello Zohar non era stato rivelato sino ai nostri giorni, e la saggezza della Kabbalah era nascosta poiché non era ancora giunto il tempo affinché i Tachtonim fossero risvegliati.

Nel momento in cui i Tachtonim diventano pronti per il risveglio, sino al punto che possiamo lavorare con loro e svegliarli, sino a questo grado dobbiamo innalzarci all’Elyon. Altrimenti non ci sarà alcuna richiesta su nessun livello, solo il GE, i Kelim (vasi) di dazione.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 08.06.2014)

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Cosa si vedrà nella prossima fotografia?

Dr. Michael LaitmanDomanda: Come è il lavoro di una persona, che attribuisce tutto al principio, non vi è nessun altro all’infuori di Lui, collegato a un gruppo?

Risposta: Tutto il lavoro è con l’intenzione. Non è importante quello che faccio: vendere cocomeri o fare una lezione da qualche parte. In quel momento ho qualche sorta di intenzione di ciò che voglio realizzare con questa attività. Perchè la Shevirah (rottura del vaso) è stata intenzionale e la sua distruzione è stata intenzionalmente occultata.

I desideri, le attività, gli eventi e le circostanze non sono importanti in sé e per sé. Piuttosto, ciò che è importante è con quale intenzione sono incluso in quella circostanza, in quella immagine del film. Cosa voglio dall’immagine del mondo che ora rivelo in me e cosa faccio con il mio atteggiamento verso lo stato attuale?

Gli stati arrivano da soli; Io non li determino né gli scelgo. E ‘come se passassi da un’immagine all’altra in un film, una dopo l’altra, e la questione è solo in quello che voglio da tutto questo. Qui è tutto il mio lavoro. Non posso cambiare queste immagini, ma la mia intenzione determina ciò che io voglio vedere in quelle foto attraverso le quali devo passare; pace o guerra, gelosia o odio, oppure ogni cosa buona e piacevole.

Tutto questo dipende solo dalla mia intenzione, dal momento che attraverso questa cambio ogni immagine nel film, tutto il film e l’intero quadro della realtà da un capo all’altro. Devo rimandare questa immagine al Creatore in ogni momento, dal momento che tutto ciò che viene a me nella forma del mondo, attraverso questa mi attacco a lui.

Per supportare questo ho un gruppo che opera in tutto il mondo. Voglio che il mondo intero si connetta alla stessa idea e tutti aderiscano al Creatore. Questo è ciò che sto cercando di raggiungere ogni momento.

E non fa alcuna differenza quale azioni sono necessarie per questo. Potrebbe essere che sto lavorando come meccanico in un garage, ma questo non è importante. Ciò che è importante è la mia intenzione attraverso la quale raccolgo e collego tutti i momenti per la correzione.
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(Dalla 1 ° parte della lezione quotidiana di Kabbalah 15.05.14 , Gli scritti di Baal HaSulam)

Sorveglianza di ventiquattrore su ventiquattro su una nave

Dr. Michael LaitmanDomanda: Acceleriamo i tempi quando leggiamo Il Libro dello Zohar con l’intenzione giusta?

Risposta: Più acceleriamo il tempo più velocemente chiariamo le Reshimot (geni spirituali): ognuno ha la sua Reshimot particolare e insieme alla Reshimot collettiva.

All’interno di ognuno di noi c’è una Reshimot particolare con il cui aiuto la collettiva Reshimot ottiene la sua vita. Con le Reshimot del gruppo c’è una vita completamente diversa rispetto alla corrispondente Reshimot che c’è in ognuno di noi.

La Reshimot del gruppo si chiama il popolo d’Israele, e la Reshimot particolare si adatta alla condizione condivisa di ognuno separatamente. Essenzialmente il nostro avanzamento dipende dalla realizzazione della nostra Reshimot collettiva. Come una nave nella quale alcune persone ora vanno a dormire, e dall’altra parte cominciano la loro sorveglianza.

Tutti loro si trovano in tutti tipi di stati, ma la cosa principale è che la nave procede in avanti perché le persone che devono gestirla sono in servizio facendo il loro lavoro. La stessa cosa succede anche nel gruppo: Ci sono coloro che devono riposare, ci sono coloro che sono anche un po’ pigri, perché ognuno ha il proprio stato. Però è importante che quelli che sono svegli ora e realizzano la Reshimot lo fanno responsabilmente.

Tuttavia abbiamo bisogno di capire che ognuno di noi ha qualcosa di speciale da realizzare nella sua parte del lavoro. La Reshimot collettiva è molto importante, è più importante che qualsiasi altra cosa, poiché il Creatore non tiene conto di ognuno di noi separatamente, solo con l’ intero vaso, con la misura completa che si chiama Minyan.

Meno di questo non viene considerato affatto. Se non c’è Minyan, questo è un segno di non aver raggiunto la connessione con gli altri, di non aver lavorato abbastanza. Tutto il lavoro sulla nave deve essere in connessione tutto il tempo, che diventa forte e ancora più energico, e da questo la nave va avanti di più nelle profondità del mare. Alcuni vanno a dormire e altri lavorano, però coloro che sono vigili devono essere responsabili, di guardia, interessati all’intera nave. E la Reshimot collettiva, che è al centro del gruppo, nel cuore della nave, è questo che viene accettato, e di conseguenza la supervisione superiore lavora su di noi.
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(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 4.05.2014, Lo Zohar)

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Un Kli per la ricezione della Luce

Dr. Michael LaitmanDomanda: Scrive Rabash: Questo è come la Luce e il Kli – la sofferenza che viene sopportata per qualcosa è il Kli che può ricevere la Luce se esso si libera dalla sofferenza. (Dall’articolo, “Che cosa è una benedizione,” … chi ha fatto i miracoli per me in questo posto nel lavoro? Come posso liberare me stesso dalla sofferenza anche prima di ricevere la Luce? Pensavo che la Luce è specificamente quella che ci libera dalla sofferenza.

Risposta: Il Kli per la ricezione della Luce non è il desiderio di essere riempito con piacere ma il desiderio di sentire come gli altri hanno piacere da me. Il mio piacere è in questo. Però non lavoro per il suo bene. Piacere per me è solo un indicatore, un mezzo per misurare quello che ho veramente raggiunto la dazione per gli altri.

Si chiama “liberando me stesso dalla sofferenza,” perché non ho nessun altro pensiero o intenzione per quanto riguarda me stesso. Sono interessato solo a quello che è fuori di me; pertanto merito là di scoprire il Creatore.

Queste sofferenze di amore ci sono quando non mi trovo nel desiderio di dare. Soffro per questo, e non per il mio bene. Se soffri per te stesso, ti trovi in questo mondo materiale e non sei per nulla diretto verso il Creatore. Essere diretto verso il Creatore significa voler essere come Lui, identificare te stesso con Lui, e prendere esempio da Lui. Ed essere come il Creatore significa pensare a ciò che è fuori di te.

La mia sofferenza diventa completamente diversa perché diventa sofferenza d’amore dalla mia mancanza d’abilità di donare agli altri e dalla preoccupazione che dando agli altri, sto facendo questo per il mio bene e non per il Suo bene, significa non per il bene della dazione, e senza l’intenzione di ricevere una ricompensa. Domando il potere al Creatore che mi aiuti a diventare come Lui.

Domanda: E, in un caso come questo, aiuta sempre il Creatore?

Risposta: Se stai veramente chiedendo per questo, Lui ti deve aiutare. Semplicemente non hai mai chiesto. Soltanto hai bisogno di voler essere come Lui, almeno un po’.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.04.2014, Scritti del Rabash)

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Non una festività istituzionale, ma un balzo spirituale

Dr. Michael LaitmanDomanda: Qual’è il significato del vaso che abbiamo preso dagli Egizi?

Risposta: Senza di loro siamo incapaci di rivelare la Luce (il Creatore) perché tutto quello che siamo capaci di fare è di modificare l’intenzione. L’Egitto è l’intenzione per il proprio benessere.

La terra di Israele (Eretz Isarael) è un desirerio (ratzon) direttamente verso il Creatore (Yashar-El). Lo stesso desiderio che esiste in Egitto si trasforma in Israele dopo aver cambiato la propria intenzione.

Abbiamo solo un desiderio. Quando lo riveliamo all’inizio sembra come l’antica Babilonia perché tutto ci pare così confuso. E’ un egoismo enorme che mischia tutti gli stati assieme. La prima volta siamo usciti dal nostro ego grazie al metodo di Abramo, secondo il quale ci sforziamo di innalzarci al di sopra della nostra volontà di ricevere e di staccarci dai nostri stati precedenti più che possiamo.

Questo fenomeno è chiamato “Abramo”. Abramo ci guida fuori da Babilonia e ci separa dal nostro consueto egoismo corporale.

All’inizio, quando uno viene ad un gruppo, gli viene insegnato come lavorare oltre il prorio egoismo ed a connettersi con gli amici. Mentre si compie questo tentativo di raggiungere l’unità, improvvisamente uno prova una caduta terribile.

Questo è l’ingresso in Egitto: una intenzione ancora più egoista e dura. Si desidera ricevere tutti i mondi. E’ un’intenzione maggiormente egoistica e concentrata. Si desidera persino usare la saggezza della Kabbalah allo scopo di accrescere il proprio benessere personale. Questo è detto il potere del Faraone.

Se continuiamo a lavorare, il gruppo e la Luce Circostante ci influenza. Noi non percepiamo la Luce, ma notiamo le conseguenze del suo impatto su di noi. Sentiamo di essere obbligati ad uscire dal nostro egoismo, di liberarcene. Pratichiamo gli sforzi e abbiamo l’esperienza dei guai e di molti problemi che ci aiutano a staccarci dal nostro ego.

A volte cadiamo a fondo nel nostro egoismo. A volte ci stacchiamo dall’ego e ci innalziamo al di sopra di esso. Andiamo attraverso molti su e giù. Il nostro egoismo (il faraone) continua a ricevere coltpi sino a che non ci liberiamo da esso.

Il primo scollegamento dall’intenzione egoistica è chiamato l’esodo dall’Egitto. Questo è quanto speriamo di attraversare tutti assieme quando ci uniamo. Vi posso anticipare che questa Pesach che sta arrivando non sarà solo una festa comandata per noi e che noi sperimenteremo un balzo spirituale.

Cosa cambierà dentro di noi se succede questo balzo? Prima di tutto la Babilonia si tramuterà nella sensazione che siamo in Egitto, nella schiavitù, sempre all’interno del desiderio di ricevere. Tutto dipende dalla nostra percezione. In Babilonia tutti agivano entro il loro egoismo e questo era considerato normale visto che questa è la natura umana.

Ma noi non siamo più in accordo con questo stato e vogliamo innalzarci al di sopra dell’ego. Quando abbiamo provato ad innalzarci siamo passati da Babilonia alla terra di Canaan, la futura terra di Israele. Là abbiamo improvvisamente sentito che non potevamo farcela con il metodo che stavamo adottando, e che dobbiamo stare all’interno del desiderio di ricevere, altrimenti non potremo avanzare per nulla. Ovvero questo significa che siamo entrati in Egitto.

Quando comprendiamo la necessità di cambiare le intenzioni da egoistiche a tese alla dazione, iniziamo a lavorare sull’uscita dall’Egitto e continuiamo il nostro lavoro siano a che non riusciremo a disconnetterci dalle nostre intenzioni egoistiche. Lo scollegamento da queste ultime è l’uscita dall’Egitto.

Allora non siamo più sicuri di quanto dovrebbe essere fatto di seguito: ci siamo scollegati dall’egoismo, ed adesso? A questo punto iniziamo ad acquisire l’intenzione di dare che aggiungiamo al di sopra dello stesso desiderio che avevamo quando eravamo in Egitto. Ecco perché ogni comandamento che osserviamo, ogni azione di dazione, è solo un ricordo del nostro esodo dall’Egitto.

Uso il desiderio che prima era detto Babilonia, e poi Egitto, e poi si è trasformato nel Deserto del Sinai e poi finalmente è diventato la terra di Israele. Il desiderio rimane lo stesso, ma l’intenzione migliora ad ogni passo.
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(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 3.04.2014, Domande e Risposte con Rav Laitman)

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