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Nove fasi del cammino verso l’unità, Punto 3

La sfera di lamponi

La “sfera di lamponi” significa avere la totale ed assoluta perdita di tutto l’atteggiamento personale verso gli amici. Ci sbarazziamo di tutti i rivestimenti del nostro corpo fisico e delle qualità interiori di tutto ciò che abbiamo ricevuto dalla natura; solamente la scintilla rimane, le Reshimo, innate in tutti, il nucleo spirituale di ognuno, la propria aspirazione all’unità.

Se io mantengono comunque un diverso atteggiamento, delle differenze tra di noi, allora non è un gruppo. Il gruppo si ha quando tutti gli amici sono uguali, quando non vedo alcuna differenza tra di loro. Essi sono tutti Reshimot; ognuno è impegnato a raggiungere l’unione.

Durante la prima fase della presentazione del sostegno reciproco, il Creatore ci porta alla connessione e si tratta più che altro di uno stato teorico. Però, per formare una palla rossa come il colore del lampone, ci dovremmo già connettere attivamente con tutti. Il lavoro con questa sfera di lamponi inizia con gli sforzi di non vedere delle differenze tra gli amici e finisce quando tutti gli amici si uniscono in una persona sola.

Se siamo uniti come un gruppo omogeneo che fa le stesse cose, uguali alle altre connessioni che le persone realizzano in questo mondo, non si tratta ancora di “un solo insieme”. A dire il vero, in una unione fisica di questo genere, tutti vogliono raggiungere uno scopo; ognuno ha il proprio obbiettivo, ed ognuno è pronto ad unirsi per il bene del proprio obbiettivo personale.

Noi non ci comportiamo in questo modo. Qui, ognuno deve cancellare se stesso per il bene dell’unione con gli altri, abbandonando gli obbiettivi personali.

In questo auto-annullamento, non perdiamo il nostro pensiero o le nostre sensazioni ma otteniamo il pensiero dell’intero gruppo che è chiamato “come un uomo solo con un cuore solo”. Il desiderio collettivo viene rivelato e dentro questo desiderio ognuno percepisce le proprie qualità individuali. Come in un sistema di ingranaggi, l’uomo inizia a girare con tutti, senza pressione, e da qui capisce come ruotano e perché. Questo significa “sapere ciò che l’amico ha nel cuore”. Ognuno lo sa in modo differente, in base alle proprie qualità.

In questo modo diventiamo una sfera di lamponi.
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Sconfiggere l’ Ego con l’Aiuto dell’Ambiente che ci circonda

Avendo raggiunto un certo punto nel sostegno reciproco, mi ci attacco, lo considero, ne godo, e voglio svilupparmi in esso. Ma in conseguenza alla Luce che Riforma che richiamo, questo punto incomincia a crescere in un modo che non è desiderabile.

La Luce non funziona mai in modo da condurmi semplicemente in Ein Sof (l’Infinito), verso la correzione. Al contrario, in base al suo piano, nelle sue relazioni con il vaso, mi deve mostrare quanto io sia opposto ad essa. Quindi, nella misura in cui io faccio degli sforzi per unirmi, il mio desiderio fortissimo, il mio lavoro, ed i miei sforzi si trasformano in oscurità.

Nel momento in cui accetto il sostegno reciproco come la reciproca unione che deve risiedere tra di noi nella spiritualità, il posto dove sentiamo che siamo insieme e non siamo separati, gli ostacoli che si chiamano egoismo sono rivelati. Questo egoismo non è più parte di questo mondo, ma è proprio il vero egoismo che viene rivelato in contrasto alla nostra unione, alla nostra connessione, e al nostro sostegno reciproco.

Tutti i discernimenti durante la discesa sono semplicemente un’indicazione di quanto siamo deboli quando si tratta di sostegno reciproco, e niente altro che di questo. Qui viene rivelato il sostegno reciproco del livello successivo: qual è la connessione tra il sostegno reciproco ed il Creatore? Qual è il Suo atteggiamento verso questo? Come Egli si riveste in esso? Come può il nostro sostegno reciproco descrivermeLo? E così via.

Ci sono due generi di sostegno reciproco che funzionano durante le fasi della discesa e dell’ascesa, ed è il divario tra loro che determina l’altezza del livello che si raggiunge.

In questo modo avanziamo. Da una parte dovrei sentire l’influenza della Luce su di me il più possibile, e dall’altra dovrei chiarirmi questa sensazione: “Da dove arriva e perché? Come posso capovolgerlo nella sua forma opposta ed avanzare verso il livello desiderato?”. In seguito questi due discernimenti diventano la testa ed il corpo del Partzuf: la testa determina cosa succede al corpo e come dovrebbe funzionare. Ma questo succede solamente se si controlla il desiderio.

Nel frattempo provate sempre a guardarvi anche da fuori: Cosa vi sta succedendo? Cosa vi sta facendo la Luce? Come siete cambiati e come dovreste cambiare? Come dovreste rispondere ad ogni singolo stato?

Da una parte queste domande occupano tutta la vostra mente e tutte le vostre sensazioni, e vivete questi stati dai quali non sapete proprio come uscire. Ma dall’altra parte, dovreste sapere che il Creatore vi manda questi stati in modo che risolviate i problemi che sono creati solamente in riferimento a Lui e allo scopo. La soluzione dei problemi inizia con il fatto che lo scopo è arrivare ad assomigliare a e ad avere l’equivalenza della forma con il Creatore e questo è più importante del problema. Nel complesso, tutto è meno importante del sostegno reciproco.

La chiave del sostegno reciproco è il riconoscimento dell’importanza dello scopo. Lo è perché il sostegno reciproco è una specie di sentimento interiore che dobbiamo conseguire: io stabilisco lo stato interiore e come tratteggia la nuova realtà. Non si tratta solamente del punto della nostra unione; si espande e diventa il punto della nuova realtà. E’ questo riconoscimento dell’importanza dello scopo che lo sostiene e lo sviluppa.

Dobbiamo sempre chiarire ciò di cui abbiamo e non abbiamo bisogno per elevare l’importanza del concetto del sostegno reciproco.

Da qui, ritorniamo alla grandezza del gruppo e del suo effetto su di noi. Questo effetto dovrebbe essere versatile; dovremmo usare l’invidia, la lussuria, l’onore, l’ambizione, tutto ciò che mi preme addosso, mi spinge, e mi scuote. Questo dovrebbe essere il modo in cui ognuno si comporta con tutti gli altri.
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Nove passi verso la scoperta della Spiritualità

Il nostro obbiettivo è di raggiungere l’equivalenza e l’armonia con la Luce, in altre parole, raggiungere la completezza delle correzioni, nell’eterno amore e nell’eterna dazione. Questo stato richiede la nostra presa di coscienza e la sensazione di tutte le caratteristiche e l’elevazione verso le stesse. Caratteristiche che servono per comprendere cosa ci manca per assomigliare alla Luce, quali cambiamenti interiori dobbiamo affrontare.

Vale a dire, tutto il nostro lavoro serve per capire cosa sto percependo adesso e cosa percepirei nello stato corretto. In ogni stato devo reagire come la Luce.

In ogni momento della mia vita, devo aspirare ardentemente all’equilibrio con la Luce, cioè, all’equivalenza con essa. Per riuscirci, prima di tutto, è necessario essere consapevoli delle qualità della Luce. Tuttavia, nel frattempo, siamo in una condizione di occultamento e non percepiremo la Luce fintanto che non avremo raggiunto l’equivalenza della forma con essa, e come posso assomigliare alla Luce se non la percepisco?

Qui troviamo una condizione che è stata creata specificamente per noi, al quale salva: questo mondo. E’ una meraviglia che non esiste in nessuno degli altri mondi. Qui, in questo mondo, anche se sono completamente devastato, se sono dalla parte opposta rispetto alla Luce, nonostante tutto questo, ho la possibilità di scoprire i desideri che, come me, stanno cercando l’equivalenza con la Luce. Come me, essi ricevono questa aspirazione dell’Alto, questa goccia di seme, questo “punto nel cuore” senza il quale questa aspirazione non sarebbe risvegliata.

Da questo punto, possiamo già iniziare con delle azioni uguali alla Luce. Cioè, quando interagiamo tra di noi, possiamo fare di noi stessi un esempio di ciò che è chiamata l’azione della Luce: dazione, amore, aiuto reciproco, cooperazione reciproca, e risveglio. Abbiamo l’opportunità di fare queste azioni che la Luce fa con noi per scaldarci a vicenda un po’, per agitare, nel senso per sollevare in ogni amico il desiderio e l’invidia.

Invece della Luce, del Creatore, abbiamo il gruppo. Il Creatore porta una persona verso la buona fortuna e dice “Prendila!”. In altre parole, Egli lo porta ad un laboratorio, lo mette nel modello attraverso il quale possiamo avanzare con l’aiuto degli amici nonostante il nostro stato distrutto, e rovinato. Il Creatore ti porta da loro, e adesso tu incominci ad agire!

Tutto il resto dipende da te, dal modo in cui farai il lavoro e ti relazionerai al gruppo come fa il Creatore che dona a te. Quando inizierai il dialogo, il lavoro reciproco con il gruppo, ti sarà chiaro in che modo il gruppo ti influenza e tu influenzi il gruppo. Allora, sarà possibile elevarsi insieme.

Quindi, dobbiamo raggiungere uno stato che è chiamato Arvut (sostegno reciproco) che rende obbligatorio l’aiuto reciproco e l’influenza reciproca di ognuno per ogni membro del gruppo. Ci presentiamo davanti agli amici come la dazione della Luce, del Creatore su di loro, e gli amici devono comportarsi verso di noi come creature che vogliono correggersi ed assomigliare alla Luce.

In altre parole, ognuno vuole identificarsi con il gruppo, per essere connesso ed aderire ad esso, per diventare un solo uomo con un solo cuore, e una sola mente. Tutto qua, io mi devo amalgamare assolutamente con gli amici in modo che non resti nulla di me. Mi voglio immergere nel gruppo. Questo è ciò che ognuno deve fare, ed in questo modo, tutti aiutano tutti.

In conseguenza di questo, dopo l’ultima goccia di sforzo, diventiamo veramente un solo uomo con un solo cuore. Questa goccia è come l’ultimo morso che diamo al pasto, e dopo arriva la sazietà, e noi sentiamo di esserci riempiti. In questo modo, completiamo in pieno HaVaYaH, le dieci Sefirot. Vedete, solamente l’ultima fase, Malchut de Malchut, sente, capisce, e sa con chi ha a che fare, perché e come si deve comportare, come è costruita, come è fatto il Creatore, e cosa deve essere fatto in risposta se si ottiene tutto da Lui: sia la Luce che il desiderio.

Quindi Arvut è la prima fase —la connessione in un solo insieme—e sembra che non ci sia niente di più da fare. Tuttavia, nel frattempo capiamo che queste sono solo parole, come è detto “la fine dell’azione, sta nell’inizio del pensiero”. Nei pensieri, vogliamo già raggiungere il risultato finale, ma si deve attraversare un cammino che può essere lungo. Vedete, io devo costruire me stesso, e solo allora riconoscerò il Creatore.

Tutto è creato dall’Alto in una forma perfetta, ma la creatura deve conseguire questa perfezione, essere consapevole del Creatore, essere come Lui, comprenderLo nella Sua totale profondità, ed assomigliarGli in tutte le sue azione. Vedete, se lo stato della creatura è inferiore alla completa equivalenza con il Creatore, non è considerato che il Creatore sia stato di beneficio alla creatura.

Noi dobbiamo attraversare tutte queste fasi, e fintanto che non abbiamo terminato la fase precedente, non possiamo passare alla fase successiva. Perciò, dal principio, noi stiamo parlando di Arvut, di conseguire l’equivalenza della forma con il Creatore, dell’armonia con la natura: copulazione, abbracciarsi, baciarsi, tutte le espressioni di equivalenza con il Creatore, e nonostante tutto questo, ci sono ancora tutte le parole, ed ora iniziamo a costruire questo stato; cioè, entriamo nel secondo stato e oltre. Nel complesso, è possibile scoprire le nove fasi verso la scoperta spirituale.
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(Dalla 1.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.01.2014, Lezione sull’argomento: “Preparazione per il Congresso”)

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La zona neutrale

Domanda: La connessione viene raggiunta dall’annullamento totale di ogni individuo fino allo zero. Però qual è la differenza fra questo e la psicologia ordinaria?

Risposta: La differenza è molto semplice: davanti a chi annulliamo noi stessi? Annullo me stesso davanti agli altri e loro annullano loro stessi davanti a me, qual è il prossimo? Il prossimo è solo la condizione di rivelare la forza della Luce.

L’auto-annullamento di ognuno davanti tutti gli altri crea un punto neutrale al centro del cerchio nel quale non opera nessuna forza egoistica. E il punto del nostro desiderio reciproco generale, poiché ci connettiamo e neutralizziamo il nostro ego. In questo punto stabiliamo la nuova realtà, uno spazio nuovo nel quale scopriamo la forza superiore.

Tutti i nostri desideri sono focalizzati al centro del cerchio in cui c’è la forza del desiderio, la connessione, l’auto-annullamento, l’unità, e la garanzia reciproca. Da una parte, è detto che non c’è spazio vuoto e che c’è sempre una qualità determinata, una forza precisa. Però qui al centro non c’è nulla.

Il posto si chiama desiderio. Qui c’è concentrato il nostro desiderio collettivo, ma è come se fosse annullato, dato che nessuno di noi vuole usare il suo desiderio, e vuole solo dare agli altri. In questo modo creiamo un posto speciale nuovo in una dimensione diversa, su un’altezza diversa.

Cominciamo da Malchut, e poi Zeir Anpin, Bina, Hochma, fino a quando raggiungiamo Keter, il punto della Yod. Significa che fra dieci sforzi che abbiamo fatto (Yod significa il numero 10 in ebreo) raggiungiamo il punto della Yod, nel quale è rivelato il Creatore. Questa è l’essenza del centro del gruppo, nella quale costruiremo uno spazio nuovo, una dimensione nuova con attributi speciali e il nostro annullamento. E’ qui, dove la forza superiore può essere rivelata.

Così, soltanto dopo la frantumazione e la correzione riceviamo un mezzo, un vaso, nel quale il Creatore viene rivelato. Altrimenti sarà impossibile rivelarLo perché non abbiamo un sensore per questo, nessun senso naturale può sentirlo. Appare soltanto quanto Lo abbiamo stabilizzato in questo modo: siamo tutti egoisti, ma vogliamo salire sopra il nostro ego e annullare noi stessi davanti a tutti gli altri. Vogliamo tutto questo in modo da somigliare al Creatore; vogliamo acquisire La sua forma e i Suoi attributi in modo da assomigliare a Lui.

Così creiamo uno stato nuovo al centro del gruppo che si chiama utero, Shechina. Soltanto con il nostro annullamento reciproco possiamo creare uno spazio nuovo con degli attributi nuovi in una dimensione nuova che non esisteva prima in Malchut di Ein Sof (Infinito). Questo posto per la rivelazione del Creatore appare soltanto grazie ai nostri sforzi.
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(Dalla Prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 02.01.2014, Lezione sul tema: “9 Passi”)

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Di fronte a un muro di Ego

Domanda: Non capisco qual’è il punto in cui posso essere colpito se io sono totalmente assorbito nel mio ego.

Risposta: Non posso spiegare ancora, ma si può già sentire che sta accadendo: una sorta di passaggio si apre, il quale non riusciamo ad identificare nei nostri sensi corporei. C’è una sorta di nascondiglio qui in cui possiamo entrare.

C’è un muro prima che improvvisamente si apre e si può attraversare. Si chiama apertura ed una porta nella spiritualità. Quando succede? Quando non si vuole identificare un muro prima di voi, si decide che non è un muro e che si sta per entrare attraverso di essa! Poi si entra effettivamente se si vuole annullare il vostro ego, che si frappone tra voi e il Creatore. Questo significa che si accettano le condizioni della garanzia reciproca.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 31.12.2013, Preparazione al Congresso)

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Prepariamoci all’arrivo dell’ospite tanto atteso

Stiamo solo cercando di capire tutte le componenti del concetto di garanzia reciproca. Il garante di questa garanzia è il Creatore, la Forza Superiore. E questa forza deve manifestarsi in ogni azione: all’inizio, nel mezzo, e alla fine. Il Creatore è molto “geloso”, e se ci dimentichiamo di Lui, Egli ci abbandona subito, e cadiamo immediatamente dato che tutti i nostri progressi si verificano solo grazie a Lui.

Qual è la differenza? Dopo tutto, il Creatore supporta tutta la natura: i livelli di inanimato, vegetale, e animato. Ma lì non abbiamo bisogno di partecipare al nostro rapporto con Lui consapevolmente. Ma il nostro grado di sviluppo umano, dobbiamo rivolgerci al Creatore per tutto il tempo. In caso contrario, che tipo di uomo sarebbe Adamo se non sognasse di diventare come (Domeh) il Creatore?

Quindi, abbiamo bisogno di preoccuparci della componente mancante nel nostro avanzamento: il Creatore! Potremmo non riuscire immediatamente e in un primo momento avremo la sensazione che ci manca qualcosa per mantenere la nostra unione. Anzi, partiamo sempre con la rivelazione della nostra rottura. Ma il Creatore deve essere all’inizio e alla fine di ogni azione, in ogni suo momento.

Egli dovrebbe connetterci come la forza della garanzia, la forza che corregge, l’esempio che vogliamo vedere davanti a noi, il sistema di riferimento. Lo vedo in tutti gli amici e dentro la sfera di lamponi: il punto della nostra unione. Capisco che è Lui che realizza la nostra connessione e unione. Vedo solo Lui – Lui – Lui!

In sostanza, per che cosa lavoriamo con gli amici? Lavoriamo insieme alla rivelazione del Creatore tra noi! Egli è l’ospite d’onore più importante, noi aspettiamo Lui, siamo sempre pronti al suo arrivo! Prepariamo una tale connessione tra noi, una tale aspettativa e speranze così Egli verrà!
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.01.2014, Lezione sul tema: “9 Passi”)

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Una forza positiva

Creiamo energia con le nostre azioni comuni di unità. Ma dobbiamo anche usarla correttamente per tutti, per unire il gruppo.

L’energia che ricevo dal gruppo è la mia ricompensa per essere fedele al gruppo. Divento una parte integrante di un tutto nella misura della mia fedeltà; Io sono pronto per loro a fare qualsiasi cosa che considero necessaria per me.

Questo significa che uso il gruppo in modo corretto e posso continuare a richiedergli energia allo scopo di diventare ancora più vicino ad esso.

Do me stesso senza un pensiero che loro mi riempiranno con i loro valori e quindi senza dubbio questa parte diventa incorporata nella garanzia reciproca.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 15.10.2010, Scritti di Baal HaSulam)

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Garantire la vita dell’amico

Domanda: Quali responsabilità dobbiamo assumerci l’uno nei confronti dell’altro?

Risposta: Ci sono momenti nella vita in cui una persona si ritrova senza un soldo e senza amici, e non c’è nessuno a cui rivolgersi. Immagina di essere impotente e completamente dipendente dagli altri, come i minatori sepolti sottoterra. Se qualcuno non si prende cura di te dall’alto, sei condannato.

Questo è ciò che dobbiamo sentire: una disperata dipendenza dagli amici. Senza di loro, non riusciremo a sopravvivere né a raggiungere l’obiettivo, e non saremo in grado di sostenere noi stessi. Si tratta di una corporeità, della paura bestiale che costringe una persona ad apprezzare l’Arvut (la garanzia mutua).

Ci è stato rivelato un nuovo sistema nel quale dipendiamo totalmente gli uni dagli altri. Cosa stiamo garantendo allora? Garantiamo l’ossigeno e tutto ciò che sostiene la vita.

Questa sensazione dipende dalla misura in cui ognuno sta cercando di conoscere questo. In seguito, mentre risaliamo i gradini spirituali, sentiremo questa dipendenza fino alle ossa e in ogni nostro respiro, come i subacquei che hanno un serbatoio di ossigeno a sinistra e respirano attraverso un tubo che passa da uno all’altro.

Questa è la mutua garanzia (Arvut). Dopo tutto, noi siamo “legati ” nell’anima collettiva, solo che ancora non lo vediamo. Ma a poco a poco, il Creatore ci rivela il vero stato delle cose: Egli rimuove l’ occultamento.
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(Da una conversazione di Shabat del 16.10.2010)

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I Kabbalisti sulla Nazione di Israele e le Nazioni del Mondo, Parte 4

[I commenti tra parentesi quadre sono miei]

Baal HaSulam “L’Arvut” (La Garanzia Mutua)”: L’intera Nazione di Israele è Responsabile per Un altro

Questo è parlare dell’ Arvut (La Garanzia Mutua) [che può essere raggiunto solamente] quando tutto Israele diventa responsabile di un’ altro.

Perchè la Torà non è stata data a loro [per il gruppo che è stato fondato da Abramo e portato alla decisione di rimanere in Arvut da Mosè] prima di tutti e di ciascuno da Israele è stato chiesto se avessero accettato di prendere su di sè la Mitzvà (precetto) di amare gli altri in misura piena, [come risultato del loro lavoro sul raggiungimento dell’ unità ] espressa nelle parole: “Ama il tuo amico come te stesso”…

[L’ essenza del comandamento è] Ognuno in Israele avrebbe preso su di sè per prendersi cura [per tutti i partecipanti del gruppo] e lavorare per ciascun membro della nazione, [per ogni amico] e per soddisfare tutte le loro esigenze non meno che la misura impressa in lui per la cura per le proprie necessità.

E una volta che l’intera nazione concorda all’unanimità [ad essere in uno stato di completa unità nei loro desideri] e disse: “Faremo e ascolteremoOgni menbro di Israele è diventato responsabile che nulla deve mancare a qualsiasi altro membro della nazione. [siginifica il loro sviluppo spirituale] Solo allora essi diventano degni di ricevere la Torà, [La Luce della correzione che avrebbe gradualmente portato loro all’ Arvut] e non prima [perchè non c’èra la prontezza per implementare la Garanzia Mutua e il desiderio di unire come c’èra stato prima della frantumazione di un’ anima unificata.]
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I Kabbalisti sulla Nazione di Israele e le Nazioni del Mondo, Parte 2

Diretto al Creatore

Baal HaSulamL’Arvut” (La Garanzia Mutua)”: Rabbi Elazar, figlio di Rabbi Shimon, amplia ancora di più il concetto dell’Arvut, e non si accontenta che tutta la gente di Israele sia garante l’una verso l’altra, ancorché il mondo intero entra nell’Arvut (La Garanzia Mutua) . In verità non v’è una disputa a proposito, dato che tutti ammettono che in primo luogo sarebbe stato sufficiente che una sola nazione osservasse la Torà, almeno all’inizio della correzione del mondo, e non sarebbe stato possibile, in una sola volta, cominciare con tutte le nazioni, secondo quanto dissero i nostri Saggi, il Signore si rivolse con la Torà ad ogni nazione e stirpe ma essi non vollero riceverla. Il che significa che erano immersi nello squallore dell’amore per se stessi, alcuni nell’adulterio, altri nel furto ed omicidio e così via, fino al punto che a quei tempi non sarebbe stato possibile nemmeno considerare di chiedergli se approvavano di rinunciare all’amore per sé stessi.

Pertanto il Creatore non trovò nessun popolo e nessuna lingua degni di ricevere la Torà a parte i figli di Abramo, Isacco e Giacobbe, i quali furono sorretti dal merito dagli avi. Come dissero i nostri saggi: “Gli avi osservavano l’ intera Torà per intero ancor prima che fosse loro consegnata”, il che significa che grazie all’elevatezza delle loro anime, essi ebbero l’abilità di conseguire tutte le vie del Signore nella distinzione della Spiritualità della Torà, che deriva dall’adesione a Lui, senza l’anticipazione della scala dei (precetti) pratici della Torà pur non avendo affatto la possibilità di osservare com’è scritto in “Matan Torà , Punto 16.
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