Pubblicato nella 'Felicità' Categoria

Quali film vorreste vedere realizzati?

Non ho mai visto un film simile prima d’ora. Sarebbe un film che porta i suoi spettatori a seri cambiamenti interiori.
Potremmo entrare nel film come persone che pensano solo a se stesse, che non hanno un solo pensiero per gli altri. O se potessimo pensare agli altri, sarebbe solo per ottenere qualcosa da loro. Siamo così per natura.

Da questo stato, dovremmo iniziare a capire che trovare la felicità negli altri è di primaria importanza. Per subire una tale trasformazione, dobbiamo cambiare la natura umana.

Che cosa significa sentire la nostra felicità negli altri? Significa che quando gli altri stanno bene, stiamo bene anche noi. 

Come può essere possibile uno stato del genere? Al contrario, attualmente ci sentiamo bene quando stiamo meglio degli altri. Di conseguenza, in un modo o nell’altro, cerchiamo di sminuire gli altri affinché diventino inferiori a noi. Dobbiamo quindi raggiungere l’opposto: elevare gli altri al di sopra di noi stessi.

Se ci fosse un film capace di indirizzare i suoi spettatori verso tale scopo, sarei favorevole.

Ma sarebbe un flop. Nessuno ne sarebbe entusiasta.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

In che modo la spiritualità può giovare a una persona?

Quando raggiungiamo la spiritualità, raggiungiamo l’eternità e la perfezione, lo scopo della vita.

Per raggiungere questo stato è necessario sviluppare legami umani positivi. Scopriamo così la vera uguaglianza, la sicurezza, la felicità, la fiducia e l’amicizia.

Quando intraprendiamo il cammino spirituale, possiamo trovarci a superare problemi come la depressione, la solitudine, l’ansia, lo stress, i problemi ambientali, e otteniamo gli strumenti per risolvere i problemi della famiglia e della società in generale.

Anche se riusciamo a vivere la migliore vita materialista possibile, guadagnando molto denaro, comprando tutto ciò che desideriamo e vivendo il più possibile a nostro agio, la nostra vita finirà comunque entro certi limiti, che sia tra settanta, ottanta, novanta o anche cento anni, ma finirà.

Il viaggio spirituale, tuttavia, è un invito a raggiungere la realizzazione attraverso lo stile di vita più felice, sicuro ed equilibrato, attraverso il quale arriviamo a sentire la nostra prossima vita generando la percezione e la sensazione di una realtà completamente nuova.

Non siamo mai soli nel cammino spirituale.  Percepiamo come la spiritualità sia per tutti, insieme. Il cammino ha ascese e discese, e noi sentiamo una sorta di ebbrezza quando ci innalziamo spiritualmente, e iniziamo ad ottenere il prossimo grado spirituale.

Qual è il prossimo grado spirituale? È uno stato in cui tutti si sentono come un unico insieme. Non è un sentimento in cui ognuno di noi sente i propri piccoli mondi e le proprie vite individuali.

Ognuno di noi è come una cellula di un organismo enorme. Nella nostra vita corporea, distaccata dalla spiritualità, sentiamo solo la piccola vita della cellula. Ma quando saliamo al grado spirituale successivo, ci sentiamo come parti di un unico organismo comune, e sentiamo la vita di quell’intero organismo. Questa vita è eterna e perfetta perché è congruente con la traiettoria della dazione e dell’amore, qualità proprie della natura.

Raggiungere la spiritualità è un processo che consiste nel collegare le parti rotte del grande organismo globale di cui siamo parte in un unico grande insieme, invitando la forza d’amore e di dazione della natura come collante tra le nostre connessioni.

Si sperimenta allora la vita dell’intero, un organismo che esiste per sempre, sostenuto dalle qualità eterne dell’amore e della dazione. Si chiama “anima” e c’è un’unica anima per tutti.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

La natura risponde alle azioni umane?

Pensate ai miliardi di auto che guidano con il dispositivo Mobileye, che ci avvisa se ci avviciniamo troppo a un altro oggetto.

Il sistema della natura in cui ci troviamo funziona in modo simile: ci avverte quando compiamo determinate azioni e ci fornisce un riscontro in merito. Quindi, in base alla nostra partecipazione alla natura, riceviamo le sue risposte. 

Come funziona questo meccanismo? Funziona perché la natura ha delle leggi.

Le leggi della natura agiscono su tutti e su tutto per farci evolvere verso lo stato più perfetto, armonioso ed equilibrato.

Lo stato di massima perfezione e armonia si ha quando tutte le parti della natura entrano in connessione armonica, in equilibrio con le leggi della natura.

Riceviamo una risposta positiva dalla natura quando le nostre azioni corrispondono allo stato di connessione armoniosa che la natura desidera raggiungere. Allo stesso modo, riceviamo una risposta negativa quando le nostre azioni si oppongono allo stato di connessione armoniosa che la natura desidera raggiungere.

Poiché attualmente siamo lontani dall’imparare e dall’influenzarci a vicenda per raggiungere una connessione umana armoniosa, accumuliamo sempre più problemi nella nostra vita. I problemi crescenti che sperimentiamo sono un riscontro della natura che cerca di dirci che ci stiamo orientando in modo sbagliato, che per sperimentare una risposta positiva da parte della natura, dobbiamo dirigerci verso una connessione armoniosa ed equilibrata tra di noi.

Prima ci applichiamo a imparare e a influenzarci reciprocamente per connetterci in modo positivo, prima vedremo la nostra vita passare da una vita di crescente sofferenza e vuoto a una vita di sempre maggiore felicità, armonia e pace, grazie alla nostra crescente congruenza con le leggi della natura.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

I cani aiutano i bambini autistici?

I bambini autistici tendono a ritirarsi e trovano difficile comunicare con le persone intorno a loro.  Si sentono soli e i cani sono davvero un modo per aiutarli. 

I bambini autistici spesso sviluppano relazioni speciali con i loro cani, accarezzandoli, abbracciandoli e prendendosi cura di loro con pazienza e devozione.

Cosa dà un cane a un bambino autistico che gli esseri umani non danno?

Quando un cane si abitua ad una persona, è disposto ad accettarla come superiore, sia come padrone che come amico, senza considerare se sia o meno autistico. 

Il cane non è un amico a livello di empatia con il disagio del bambino, ma c’è un sentimento e una sensibilità comuni tra il bambino e il cane.

È questa sensibilità che manca molto alle relazioni umane nel nostro mondo attuale. 

Possiamo così imparare dai cani l’importanza di aumentare la nostra sensibilità reciproca. I cani provano molto, chiedono molto e vogliono essere leali. Quest’ultima, tuttavia, è la caratteristica principale che possiamo imparare dai cani: la lealtà, verso i nostri amici e verso il nostro padrone, cioè verso le leggi della natura che guidano ogni nostro desiderio, pensiero e movimento. Più diventiamo leali nel prenderci cura degli altri e nello sviluppo di un atteggiamento di donazione, simile alla forza donatrice della natura, più ci bilanceremo con la natura e sperimenteremo più armonia, pace e felicità che riempiranno le nostre vite.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Qual è la differenza tra gioia materiale e spirituale?

Noi proviamo gioia per le gratificazioni materiali quando realizziamo i nostri desideri.  

Proviamo gioia spirituale quando soddisfiamo gli altri che inizialmente erano estranei, ma che poi diventano persone care. In questo modo ci rallegriamo per la loro realizzazione.

La differenza tra questi due tipi di gioia è che, la gioia materiale deriva dalla realizzazione dei nostri desideri, ed è limitata; mentre la gioia spirituale proviene dal soddisfacimento dei desideri altrui, che sentiamo come illimitata. 

Perché proviamo un soddisfacimento limitato nella gioia materia e uno illimitato in quella spirituale?

La gioia materiale deriva dall’appagamento dei nostri desideri corporali che possono soddisfare solo noi stessi. Questi desideri sono quindi limitati nella quantità e di conseguenza, nell’ammontare di forza della gioia nelle sue sensazioni. In altre parole le nostre vite sono limitate dalle dimensioni del nostro mondo, cioè  dalla percezione della realtà che riceviamo attraverso i nostri cinque sensi.

Quando cominciamo a soddisfare gli altri, raggiungiamo un grado di appagamento senza limiti, in cui acquisiamo un senso di eternità e di perfezione.

Tuttavia, possiamo raggiungere questo grado solo a condizione di amare gli altri, cioè quando siamo pronti a soddisfare gli altri all’infinito, perché allora ci connettiamo simultaneamente con la forza superiore dell’amore, della dazione e della connessione.  

Questa forza superiore ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno per soddisfare gli altri.

Quindi noi incanaliamo questa forza superiore attraverso di noi verso gli altri, che diventano le persone più amate e desiderabili. Di conseguenza otteniamo un’opportunità illimitata di soddisfare tutti e di provare una grande gioia nel farlo. 

La gioia spirituale è quindi la sensazione di un immensa ed eterna gioia che percepiamo quando un flusso infinito di piacere ci attraversa dandoci la sensazione spirituale di vita eterna. Per poter raggiungere questo livello dobbiamo prima  amare gli altri. 

“Ama il tuo prossimo come te stesso” è il precetto principale perché se ci avviciniamo ad esso, allora avanziamo in modo ottimale verso la spiritualità e arriviamo a realizzare pienamente noi stessi. Se non ci muoviamo verso l’amore per gli altri, allora qualunque cosa facciamo nella nostra vita si allontana nella sua transitorietà.    

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cosa pensate del Dolore?

Il dolore è la reazione del corpo ad ogni genere di disturbo corporeo. Ci avverte del pericolo e ci fa agire, per andare verso il piacere e allontanarci dal dolore, ci fa diagnosticare la causa del dolore, per  giungere a delle conclusioni e avanzare nella nostra vita verso nuovi stati.

Il dolore colpisce il nostro ego, il desiderio di trarre piacere a spese degli altri.  Possiamo provare dolore quando stiamo male, o quando entriamo in sintonia con qualcuno che sta male, o quando il dolore dell’invidia ci colpisce, quando vediamo che gli altri stanno meglio di noi. 

C’è un dolore che ci spinge da dietro, facendoci evolvere, e anche un dolore esistenziale che alla fine ci spinge in avanti verso una maggiore realizzazione.

Non proveremmo assolutamente nulla se non  fosse per il dolore. Che si tratti di un certo tipo di conflitto, di contatto o di pressione, ogni nostro sentire è costruito su una certa forma di dolore, e noi possiamo provare piacere, appagamento e gioia, solo dopo il dolore. 

Tuttavia possiamo superare il dolore. Quando ci innalziamo al di sopra dell’ego, cioè, quando superiamo la priorità dell’interesse personale a scapito degli altri, e passiamo al suo opposto, dando priorità al beneficio degli altri, solo allora possiamo vivere in un completo appagamento, senza vuoto, dove ci relazioniamo a tutto e a tutti con una sempre crescente integrità e amore. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Questioni di soldi

Il testo che segue è il riassunto delle parole del Dott.Laitman nel programma El Mundo (Il Mondo).

Si dice che il denaro non sia tutto nella vita. Può essere vero, ma col denaro si può comprare praticamente tutto. I nostri desideri sono in genere divisi in sei categorie che sono: cibo, sesso, famiglia, denaro, potere e conoscenza. Il denaro, la quarta categoria, può comprare tutte le altre cinque. In altre parole il denaro è potere; è un corrispettivo che può essere scambiato per tutto quello che vogliamo o necessitiamo.

Questo è il motivo per cui in ebraico la parola kesef (denaro) significa due cose: kisuf (volere/bramare) e kisui (coprire). In altre parole il denaro può coprire (soddisfare) tutti i nostri voleri.

Più la civiltà si sviluppa, più sviluppa i suoi sistemi monetari. Siamo diventati totalmente dipendenti da esso, poiché non possiamo barattare prodotti come facevano i nostri avi, quindi dobbiamo usare qualcosa che corrisponda al valore dei prodotti che vogliamo comprare, qualcosa che sia trasferibile, accumulabile e riconosciuto equamente in tutto il mondo. E il denaro è ciò che risponde a tutti questi requisiti.

L’unica cosa che può sostituire il denaro è l’amore, dato che l’amore ci porta a dare e a ricevere in modo leale e corretto. Ma purtroppo l’amore non esiste nella società, fatta eccezione tra genitori e figli, anche se oggi nemmeno questo è scontato. In ogni caso, nella società odierna, basata sulla sfiducia, l’unico mezzo di scambio pratico è il denaro.

Tuttavia, per un numero sempre maggiore di persone, esiste qualcosa che vale più del denaro, nonostante tutto quello che si può comprare. Queste persone cercano qualcosa che il denaro non può proprio acquistare. Col denaro si può comprare tutto, ma non la spiegazione del significato della vita stessa, il suo scopo!

Di solito, quando siamo più giovani, ci concentriamo maggiormente sul guadagno di denaro, pensando che sia questo a renderci felici e a farci sentire sicuri. Quando maturiamo e raggiungiamo i trenta o i quarant’anni, ci rendiamo conto che forse abbiamo guadagnato abbastanza soldi per garantirci la vita, più o meno, ma non sappiamo perché viviamo. “Ok, sono nato, ho vissuto finora e ho dei figli che vivranno dopo di me. Ma ora mi aspettano altri decenni di vita, in cui passerò attraverso gli eventi senza capire a cosa serva tutto questo”.

Pensiamo a tutto ciò che facciamo nella vita: sappiamo sempre cosa vogliamo ottenere. Come possiamo quindi continuare a vivere la vita stessa senza sapere perché siamo qui? Nessuna somma di denaro può rispondere a questa domanda, ed è per questo che la maggior parte delle persone ha persino paura di ammettere a se stessa di essersela posta.

La mia opinione personale , come persona che si occupa molto più del significato della vita che del finanziamento di soddisfazioni effimere, è che il denaro dovrebbe coprire le nostre necessità di base. Dovremmo averne abbastanza per assicurarci la salute, una casa, l’istruzione e il cibo per noi stessi e per le nostre famiglie. Oltre a questi bisogni basilari, io non provo piacere nell’accumulare contanti; preferisco spendere il mio tempo a sviluppare i livelli più elevati della vita, quelli che hanno a che fare con lo scopo dell’esistenza, non quelli che mi assicurano l’esistenza materiale.

C’è anche un altro punto: chi persegue il denaro e altri piaceri corporei non è mai veramente soddisfatto. Se si accontentano di ciò che hanno, è solo perché sono troppo stanchi o timidi per cercare di ottenere di più, ma non è detto che non desiderino di più. Queste persone non possono mai essere soddisfatte perché la stessa soddisfazione dei loro desideri li fa crescere. La sensazione di vitalità viene dal soddisfare i nostri desideri e, una volta soddisfatti, non ci sentiamo più vivi in quanto non ci sono più desideri da soddisfare. Come risultato, emergono in noi desideri nuovi e più intensi. Al contrario, colui che aspira a conoscere lo scopo della vita è sempre soddisfatto perché non ha bisogno di raggiungere qualcosa per sentirsi felice. La ricerca stessa lo fa sentire vivo e pieno di energie. Una volta che ha imparato qualcosa, anch’egli vuole apprendere di più, ma non è la conoscenza il suo scopo, bensì l’apprendimento stesso, che rende l’individuo soddisfatto e carente allo stesso tempo.

Per queste persone, il denaro non conta. Tutto quello che conta è apprendere ed esplorare il mondo in cui vivono, il modo in cui funziona, perché funziona così e come possono farlo funzionare meglio.

L’Era dell’infelicità

Un recente articolo della società di analisi e consulenza globale Gallup ha rivelato che l’infelicità è in aumento in tutto il mondo. Secondo l’articolo, la situazione “è preoccupante perché l’infelicità è ora a un livello record. … Le persone provano più rabbia, tristezza, dolore, preoccupazione e stress che mai”. Pur ammettendo che la pandemia ha contribuito all’aumento dell’infelicità, l’articolo afferma anche che “in realtà, l’infelicità è in costante aumento da un decennio”. Gli studi dimostrano che la felicità dipende dai legami sociali. Statisticamente, le persone con legami sociali più forti e numerosi si sentono più felici, mentre gli introversi hanno maggiori probabilità di sentirsi infelici.

La correlazione tra felicità e legami sociali evidenzia un elemento fondamentale di tutto il creato. In ogni parte della realtà, la solidità, la vitalità e l’evoluzione dipendono dalle connessioni con l’ambiente. Ogni cambiamento che avviene in qualsiasi parte della realtà, avviene a causa di una qualche interazione con l’ambiente. Anche le connessioni apparentemente negative, come la fuga dai predatori, accelerano l’evoluzione.

Ciò che è vero per tutta la natura, è altrettanto vero per il nostro corpo. Il nostro corpo può sostenersi, nutrirsi, proteggersi da agenti patogeni e inquinanti e mantenersi sano e forte solo grazie alla miriade di connessioni tra le cellule e gli organi. La diversità di queste connessioni e il loro sostegno reciproco conferiscono al corpo forza, resistenza e vitalità.

L’unico posto in cui queste connessioni sono interrotte e difettose è la società umana. Tutte le altre comunità e tutti gli altri sistemi naturali funzionano in modo armonioso e le loro parti si completano e si sostengono a vicenda. Nel nostro caso, invece, non c’è sostegno reciproco né complementarità. Le nostre connessioni sono basate sullo sfruttamento e sul sopruso, e i nostri obiettivi non sono quelli di migliorare la nostra vita, ma di peggiorare quella degli altri.

Pertanto, tutti i fenomeni negativi riportati dal sondaggio Gallup, rabbia, tristezza, dolore, preoccupazione e stress, derivano dai legami corrotti e infranti tra di noi. L’era dell’infelicità che è iniziata è opera nostra. Se cambiamo il modo in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri, ne usciremo in un’epoca in cui tutto ciò che attualmente percepiamo come negativo sarà invertito nel suo opposto positivo.

Le relazioni negative che attualmente prevalgono nella società diventeranno il substrato di una società che insiste sulla vicinanza e sull’interesse reciproco, poiché conosce il prezzo della noncuranza e del distacco. L’era dell’infelicità può diventare l’innesco di un’era di vera illuminazione, di conoscenza della natura e di apprendimento di come correggere la natura umana e rendere la vita bella per tutta l’umanità. In alternativa, se scegliamo l’inazione, l’infelicità diffusa può continuare a crescere e creare un’era di infelicità senza precedenti.

Il piacere supremo

Gli scienziati hanno scoperto che una formica esposta al calore durante un’attività con altre formiche si comporta come se non lo sentisse. Continua con tutte le altre formiche come se non sentisse nulla e cambia rotta solo quando tutte le formiche lo fanno. Lo stesso vale per molti stormi di uccelli, come gli storni, e per molti banchi di pesci. Non si seguono l’un l’altro, ma si muovono come se fossero un unico organismo composto da innumerevoli esemplari. Non so se lo fanno rilasciando ormoni o altro, ma il risultato è che sono completamente in sincronia l’uno con l’altro.

Gli esseri umani non possono sentire in questo modo. Ci è negata la capacità di fonderci completamente nella società; noi sentiamo sempre la nostra individualità. Inoltre, diamo priorità alla nostra soggettività rispetto alla società, quindi non possiamo connetterci con la mente collettiva con cui lavorano gli storni e i banchi di pesci.

Non riuscendo a percepire la mente collettiva, ci viene negata la comprensione e la percezione della realtà generale. È come se vivessimo in un mondo in cui non riusciamo a vedere oltre il nostro naso. Allo stesso tempo, proprio perché non siamo nati con una percezione integrale, guadagneremo infinitamente di più sviluppandola che essendo nati con essa. Otterremo non solo la mente comune, ma anche il pensiero che sta alla base del suo sviluppo, la differenza tra averla e non averla e anche il modo per aiutare gli altri ad acquisire anche questa coscienza.

Quando vediamo che esiste questo stato di coscienza collettiva, vogliamo raggiungerlo. Questo ci spinge a valorizzarla di più del nostro innato egocentrismo. Man mano che la nostra motivazione cresce, capiamo che possiamo raggiungere quello stato solo se lo preferiamo al nostro egoismo.

Una volta raggiunto questo stato, scopriamo un tipo di piacere completamente nuovo, il piacere ultimo. In questo tipo di piacere, ci sforziamo di non sentire noi stessi, ma la nostra esistenza comune, la nostra unità. Non si tratta di una sospensione del sé, ma dell’aggiunta di un nuovo sé che consiste e appartiene a ogni essere della realtà. Il nostro sé originario continua a esistere e se ne aggiunge uno nuovo.

Una volta acquisita questa coscienza collettiva, comprendiamo il vero significato dell’amore e del perché tutti lo desiderano. In questo amore, sentiamo i nostri sé separati e allo stesso tempo sentiamo gli sforzi di ognuno per elevarsi al di sopra del proprio sé e unirsi agli altri nell’amore.

Di fatto, in questo stato, lo scopo dell’ego cambia e il suo nuovo ruolo è quello di distinguere tra uno stato di odio e separazione e uno stato di amore e connessione. Più grande è l’ego, più grande è la gioia dell’amore, perché un ego più grande richiede un amore più grande per essere superato.

Alla fine del processo, un uomo sente l’egoismo assoluto dell’ego e allo stesso tempo sente l’amore assoluto che esiste nella coscienza collettiva. Ciò che i pesci e gli uccelli sentono istintivamente, noi possiamo sentirlo solo quando sviluppiamo l’amore per ogni virgola della Creazione. Questo amore supremo porta con sé il piacere supremo. L’amore definitivo che tutti desideriamo provare non è quello di essere amati in modo assoluto, ma quello di provare amore assoluto per gli altri. Quando lo sperimentiamo, scopriamo che tutto è amore assoluto.

Ridefinire la felicità e la sicurezza

Per molte persone la felicità è la sensazione di essere amate, accettate e sicure nel proprio ambiente sociale. Ci sentiamo sicuri quando abbiamo un’immagine positiva del futuro.  Una sensazione di ottimismo sul futuro ci dà una ragione per vivere. Se la perdiamo, ci sentiamo scoraggiati e a volte anche con tendenze suicide. Il futuro è più importante per noi del presente; illumina o oscura il presente, quindi è fondamentale capire come costruire un futuro sicuro, circondato da amore e amicizia.

Attualmente, per sentirci sicuri, ci circondiamo di polizze assicurative, fondi pensione e simili. Ma in fin dei conti, poche persone si sentono tranquille e sicure quando si tratta del futuro.

In passato, l’unità familiare era fonte di amore e sicurezza. Oggi, i legami familiari sono talmente spezzati che non possiamo più contare su di essi nei momenti di bisogno. Ci sentiamo soli, viviamo in un’epoca di estraneità e isolamento.

Invece di essere legati a una famiglia affettuosa, oggi siamo incatenati al mondo intero. L’umanità è diventata una rete globale in cui tutti si sentono collegati, influenzati e dipendenti gli uni dagli altri. È come se l’umanità fosse seduta su una barca alla deriva in acque tempestose; dipendiamo gli uni dagli altri per la nostra sopravvivenza, ma non ci sopportiamo e non vogliamo che gli altri a bordo vivano. In questo stato, ovviamente, ci sentiamo insicuri e non amati.

Questo stato può farci venire voglia di arrenderci, ma possiamo anche vederlo come una sfida, un trampolino di lancio per il prossimo livello del nostro sviluppo. Per farlo, dobbiamo invertire l’interdipendenza negativa che ci è stata imposta dalla realtà in una positiva, come i legami familiari che una volta sentivamo.

In tali relazioni non vogliamo annientarci a vicenda. Al contrario, vogliamo sostenerci e aiutarci a vicenda. Creando un sistema di reciprocità in cui tutti aiutano gli altri, si crea una società in cui tutti si prendono cura degli altri e si inizia a generare sentimenti di amore e sicurezza a livello sociale. Questo livello è molto più gratificante dell’essere amati solo da alcuni membri della famiglia; è una percezione completamente diversa della società, una sensazione di vicinanza a tutte le persone. È la felicità a un livello nuovo, più profondo e molto più forte.

In uno stato in cui tutti i membri della società si sentono vicini gli uni agli altri, ognuno contribuisce con le proprie capacità al bene comune e gode dei contributi degli altri. La società diventa un corpo i cui membri sono le sue cellule e i suoi organi: Ognuno di loro ha una funzione unica, ma tutti lavorano per lo stesso obiettivo con la stessa dedizione assoluta e lo stesso amore.

Siamo già interconnessi e interdipendenti. Non possiamo separarci dalle nostre connessioni, quindi la nostra unica scelta è di avanzare. Se ci opponiamo a questo processo, ci sentiamo sempre più spaventati e soli in un mondo in cui dipendiamo dai nemici. Se accogliamo il processo, ci sentiremo, come ho descritto, come cellule che lavorano in armonia per il benessere del corpo, al sicuro e amate da tutti.