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Perché oggi così tante persone sposate hanno anche un amante?

Grazie alla crescita dell’ego umano, oggi viviamo abbastanza a lungo.

In passato si viveva dai 30 ai 40 anni e prima ancora si moriva all’età di 20-25 anni. La nostra durata di vita è gradualmente aumentata fino al punto che oggi è comune vivere fino a circa 90 anni.

Ci troviamo quindi ad affrontare il problema della nostra capacità di sopportare psicologicamente una tale longevità. Per esempio, alcuni studi sostengono che l’aumento del cancro è dovuto alla nostra vita più lunga, che se vivessimo 20 anni in meno non svilupperemmo vari tumori; e se vivessimo anche altri 20 anni in meno, forse questi tumori non emergerebbero affatto.

Pertanto, l’allungamento della vita delle persone oggi è una delle ragioni dell’aumento dei divorzi,  le persone scoprono di non poter vivere insieme per tanti anni.

L’allungamento della vita è uno dei risultati della crescita dell’ego umano in proporzioni esagerate. Un altro fenomeno del nostro ego massiccio oggi è che semplicemente non riusciamo essere soddisfatti della varietà di piaceri che ci circondano, e il sesso è il piacere più grande e accessibile della vita.

Si scopre così che le persone giustificano sempre di più la loro infedeltà, tanto da non chiamarla più “infedeltà” per quanto è diventata ordinaria.

Penso che nei prossimi anni non ci saranno più famiglie che vivono tutta la vita in un unico matrimonio. Viviamo in un’epoca in cui abbiamo adottato il sesso, l’alcol, le droghe e lo sport per coprire l’insoddisfazione, il senso di disperazione e la mancanza di fiducia che proviamo in generale. L’umanità si rivolge a questi mezzi come un modo per sfogarsi, come una specie di stimolo di cui la persona moderna ha bisogno.

Quindi, non posso in nessun caso criticare qualcuno, capisco la necessità nel mondo attuale.  

Questo fenomeno può cambiare in base a un cambiamento del nostro atteggiamento verso il mondo e verso la vita. Inoltre, tale cambiamento non deve essere attuato nemmeno in una persona, ma nel nostro ambiente, cioè nelle nostre influenze sociali, culturali ed educative. Se i valori della nostra società cambiano e diventano più flessibili, con un maggiore sostegno e incoraggiamento verso connessioni reciproche positive, ci alimenteremo di una nuova sensazione di fiducia e sicurezza. In altre parole, più sentiamo che la nostra vita si riempie di soddisfazione, speranza e fiducia, meno saremo attratti dai numerosi giochi problematici e dal loro conseguente rilassamento sotto forma di sesso. La nostra vita diventerà quindi più calma ed equilibrata.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Se il tuo coniuge è diventato troppo esigente e controllante, cosa puoi fare al riguardo?

Bacialo.

Deriva dal principio “l’amore coprirà tutti i crimini”.

Similmente alle arti marziali orientali, dobbiamo usare la forza del nostro avversario. Pertanto, quando il tuo coniuge scoppia a lamentarsi o ti lancia accuse, bacialo. Così facendo, lo disarmi. Tuttavia, a differenza degli artisti marziali che desiderano sconfiggersi a vicenda, devi agire dal profondo del tuo cuore.

Trovi l’amore costruendolo sopra l’odio e l’impazienza che provi in tali situazioni.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

L’amore incondizionato può esistere in una coppia?

L’amore incondizionato può esistere in una coppia se entrambe le parti lavorano per raggiungerlo.

L’amore si basa sulle concessioni reciproche, sul cedere l’uno all’altro e sul trovare gioia nel farlo. Quando amiamo il nostro partner, non pretendiamo da lui attenzioni o cure particolari. Al contrario, godiamo del piacere che riceviamo dal sacrificarci per il suo bene.

Questo piacere è simile alla sensazione di soddisfazione che proviamo quando regaliamo qualcosa ai nostri figli. Però i nostri figli sono naturalmente più vicini a noi perché li sentiamo come parte di noi. Con i nostri partner, invece, siamo separati nei nostri desideri e nelle nostre opinioni, ma correggendo l’amore tra di noi, possiamo colmare questa separazione.

Per natura, ci concentriamo soprattutto sui nostri desideri, senza considerare quelli del partner. In altre parole, ci rapportiamo ai nostri desideri con un livello di importanza maggiore rispetto a quelli del nostro partner.  Per passare da questo stato di egocentrismo naturale a uno stato di amore, dobbiamo fondere i nostri desideri in modo che aderiscano come un unico desiderio. Nella saggezza della Kabbalah, questa condizione per raggiungere l’amore è descritta con la frase: “Rendi i tuoi desideri come i Suoi, in modo che Lui possa rendere  i Suoi desideri come i tuoi”. Tale amore è l’amore che si realizza tra la creazione, che è un desiderio di godere, e il Bore, la forza sorgente dell’amore, della dazione e della connessione. Unendo i nostri desideri in un unico desiderio, quando diamo priorità alla realizzazione dei desideri degli altri rispetto ai nostri, raggiungiamo uno stato che la Kabbalah descrive come “marito e moglie, e la Divinità tra loro”. In altre parole, abbiamo bisogno che la forza dell’amore stesso entri nelle nostre connessioni per essere in grado di amare veramente gli altri, di mirare a beneficiare gli altri da fuori senza voler ricevere nulla in cambio.

Il raggiungimento di un amore tale, richiede un’educazione centrata sulla connessione. In altre parole, dobbiamo metterci sotto l’influenza dell’apprendimento, della guida, degli esercizi e delle influenze sociali, culturali e mediatiche che descrivono la natura, la necessità e l’importanza di raggiungere uno stato d’amore.

Dobbiamo capire che usare i nostri cari e le nostre famiglie per trarre vantaggio principalmente per noi stessi alla fine non porta né gioia né amore. L’unico modo per trovare un appagamento vero e duraturo è imparare ad amare correttamente, dando la priorità al beneficio degli altri rispetto a quello di se stessi e diventando disposti a rinunciare ai propri desideri per soddisfare quelli degli altri.

Possiamo portare gioia agli altri e a noi stessi donando incessantemente. Questo modus operandi altruistico sarebbe una fonte di appagamento perenne. In altre parole, puntando a soddisfare gli altri, ci inseriamo in un ciclo che ci restituisce positivamente sentimenti di amore assoluto ed eterno, oltre che di vita eterna. Invece di cercare di consumare tutto per noi stessi, possiamo portare vita a tutti coloro che ci circondano con il nostro amore. Questo ci permetterebbe di ascendere a una dimensione superiore dove sperimentare il Paradiso in Terra, una vita eterna e perfetta.

Per quanto riguarda i nostri partner, dovremmo spostare la nostra attenzione dalla ricerca dell’amore alla costruzione dell’amore. Dobbiamo smettere di aspettarci che le persone agiscano in modo straordinario nei nostri confronti e trovare invece partner che condividano un obiettivo comune e la comprensione di cosa sia il vero amore. Possiamo quindi entrare nel processo di apprendimento e di pratica della realizzazione del vero amore insieme ai nostri partner.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Famiglia: la prossima generazione

Un nuovo documentario in Israele parla di una tendenza in crescita in Israele: il matrimonio aperto. Il film presenta coppie che esprimono una sensazione di stagnazione nel loro matrimonio e desiderano “dare vitalità” alla loro relazione. Il matrimonio aperto è solo una sfaccettatura di un fenomeno molto più ampio di deturpazione e dissoluzione accelerata dell’unità familiare nel tentativo di “rinfrescare” le relazioni delle persone e “rivitalizzare” le loro vite.

Capisco la fonte di questo bisogno. Gli umani sono esseri dinamici.  Come tali, hanno bisogno di cambiamenti e innovazioni costanti. Questo non ha nulla a che vedere con il fatto che siamo, o non siamo, intrinsecamente monogami.

La percezione attuale è che le persone abbiano una famiglia, crescano dei figli, li portino all’indipendenza e passino a miglior vita. Ci aspettiamo che questo continui per l’eternità, ma questa non è la nostra vocazione; è la vocazione degli animali e noi abbiamo dentro di noi qualcosa che non appartiene al regno animale: non solo viviamo, ma ci chiediamo quale sia lo scopo della vita. Che lo sappiamo o no, la nostra vita non è dedicata a vivere, ma a capire perché viviamo.

Nella maggior parte delle persone la domanda sullo scopo della vita è ancora sopita, ma in molte altre, e in un numero sempre maggiore ogni giorno, si è risvegliata e chiede risposte. Per queste persone nulla è scontato, mettono in discussione tutto e hanno bisogno di capire perché fanno quello che fanno. Non è un desiderio di distruggere, ma l’urgenza di capire, di comprendere tutto ciò che accade al livello più profondo.

Questa pulsione è la causa della frantumazione delle nostre istituzioni sociali tradizionali. La troviamo non solo nelle nostre case, ma in ogni aspetto della nostra vita. Mettiamo in discussione l’istruzione, i sistemi economici, le forme di governo, la religione e la famiglia.

Anche se non riusciamo a trovare risposte, la messa in discussione dei sistemi esistenti ha un valore cruciale. Diffidare e rifuggire da essi ci libera dalle catene della tradizione e dei vincoli morali, e il senso di libertà ci permette di sviluppare qualcosa di completamente nuovo, che non è l’anarchia, ma relazioni più sane e soddisfacenti. Una società di questo tipo sarà quella in cui tutti si impegnano spontaneamente e consapevolmente.

In una società di questo tipo, le persone si impegnano non solo per la propria famiglia, ma per l’intera comunità e, infine, per tutta l’umanità. Inoltre, si impegnano nella stessa misura, e anche di più, di quanto si impegnino attualmente nei confronti delle loro famiglie. Tuttavia, devono scegliere questo impegno liberamente e non possono essere costretti a rimanere impegnati se decidono di andarsene. Forse al momento è difficile immaginare un tale impegno, ma l’umanità è comunque diretta verso di esso.

In una società di questo tipo, in cui tutti si dedicano a tutti gli altri, tutti si preoccupano di tutti gli altri e i naturali sentimenti di estraneità e sospetto non determinano più il quadro sociale.

In una società di questo tipo i legami familiari saranno molto forti e solidi, ma non perché le persone saranno costrette a rimanere monogame. L’intero scopo della relazione cambierà, rendendo irrilevanti le questioni della monogamia e della fedeltà.

In questa società futura, le persone si concentreranno più sulla loro vita spirituale che su quella fisica. Coltiveranno i loro legami spirituali piuttosto che concentrarsi sulle loro azioni fisiche. Queste persone non si giudicheranno in base alla loro capacità di soddisfare i propri capricci, ma in base al loro contributo alla comunità.

Vivere in una comunità di questo tipo significa che tutti coloro che vi circondano si preoccupano per voi e vi aiutano a crescere. Il risultato naturale sarà che vorrete fare lo stesso per loro.

Quando le persone agiscono a questo livello, si sentono libere perché sono libere di dare e ricevono da tutti. Non hanno bisogno di “rinfrescare” le loro relazioni perché esse non diventano mai stantie. Più le persone danno e ricevono, più crescono e cambiano, e il dinamismo delle relazioni le mantiene nuove e vitali.

Certo, non siamo ancora arrivati a questo punto, ma l’umanità sta andando in questa direzione. La velocità con cui ci arriveremo dipende da noi e, a mio parere, prima lo faremo meglio sarà.

Dove sono finiti tutti i bambini?

 

E’ stata portata alla mia attenzione una notizia pubblicata nel The Wall Street Journal un paio di settimane fa. Diceva che “Il numero di bambini nati in America nell’ultimo anno è il più basso degli ultimi quattro decenni”. “Il tasso di fertilità totale” continuava “è crollato a 1.64… il più basso tasso mai registrato”, e aggiunge che “le nascite totali erano più basse registrate dal 1979”. Se si considera l’alto numero di immigrati che si riversano negli Stati Uniti ogni anno, con tassi di nascita molto più elevati di quelli delle donne americane, e che per mantenere le dimensioni della popolazione (livelli di sostituzione) è necessario un tasso di nascita del 2.1, è evidente che negli USA le cose stanno cambiando.

In molti sensi, gli Stati Uniti sono in declino da diversi decenni. Per quanto riguarda i tassi di fertilità, credo che con 1.6 non si sia toccato ancora il fondo. In una generazione in cui i genitori non si godono i loro figli, non c’è da sorprendersi che non vogliano averli.

La struttura naturale della famiglia è ormai scomparsa. Le famiglie in cui entrambi i genitori sono a casa, e in cui per entrambi sia il primo matrimonio, sono obsolete. Di conseguenza, i bambini di oggi non si aspettano nemmeno una struttura familiare tradizionale e organica. Le persone crescono sole, vivono nelle proprie camere fin dalla tenera età, e spesso sono lasciati a se stessi anche nei contesti sociali, come a scuola.

Perché le persone in uno stato tale vorrebbero fare figli? Non si sentono connessi agli altri e non hanno alcun desiderio di avere figli propri, che dovrebbero allevare, solo per diventare lontani da loro come lo sono loro dai propri genitori.

Quindi, anziché fare figli, le persone preferiscono passare il tempo seguendo i propri capricci e concentrandosi sui propri sogni, e raramente mettere su famiglia è uno di questi. Se si aggiunge il fatto che allevare figli è molto costoso, allora l’idea intera sembra totalmente sgradevole. L’unica cosa che attrae i giovani d’oggi, e anche i meno giovani ormai, è il motto “Prenditi cura di te stesso, null’altro è importante”.

In aggiunta, il tasso di immigrazione attuale supera le 200.000 persone che attraversano il confine meridionale ogni mese. Con un tasso di fertilità molto più elevato di quello delle donne americane, l’afflusso sta creando una trasformazione fondamentale. L’equilibrio etnico sta cambiando.

Questo processo non sarebbe così significativo se fosse semplicemente uno spostamento nell’equilibrio delle etnie. Il punto è che gli immigrati arrivano negli USA da un contesto completamente diverso con un sistema di valori totalmente diverso da quello della maggior parte degli americani.

L’americano di quaranta o cinquant’anni fa ormai non c’è più. La psicologia di tanti americani, i loro valori e l’approccio alla vita, sono già molto diversi da quelli che dominavano nel paese fino a pochi decenni fa, e i cambiamenti continuano.

Alla fine, si formerà una nuova società ed emergerà una società coesa in America. Ciò che rimane da vedere è quando e , cosa più importante, a che costo l’America arriverà a questo punto.

Crescere con la Roe contro Wade

Essendo figlio di due medici, di quelli che si impegnano a fondo e che portano il loro lavoro a casa, e con mia madre ginecologa, ho spesso assistito in prima persona alle complessità che comporta la decisione di interrompere una gravidanza. Mia madre, a cui spesso veniva chiesto di testimoniare come esperta in tribunale, discuteva regolarmente di questi casi con mio padre e io ero al corrente delle decisioni a favore e contro l’aborto. In un certo senso, sono cresciuto con la sentenza Roe v. Wade, poiché questi casi hanno fatto parte della mia formazione. Per questo motivo, capisco perché l’argomento è così delicato e difficile da risolvere.

Grazie alla mia formazione, sono arrivato all’opinione che, in fondo, una donna dovrebbe fare la sua scelta se abortire o meno.  Ma, credo anche che, dato che  la gente non ha sufficienti conoscenze sulle conseguenze di una decisione tale, e cosa comporta per la madre, per il feto e per le persone che circondano la donna incinta e quali effetti potrebbe avere, o non avere, sulla sua salute, in quale circostanze la donna ha concepito, e infinite altre considerazioni, è difficile arrivare a una decisione saggia e consapevole.

Inutile dire che in casi estremi, come in situazioni di abuso sessuale o stupro, come accade oggi in Ucraina, non c’è dubbio che l’aborto debba essere consentito. Pertanto, non dovrebbe esistere un divieto assoluto di aborto.

Ma la questione non si limita a gestire le emergenze. La sentenza Roe v. Wade intendeva dare alle donne il diritto di decidere del proprio corpo. Si tratta di una decisione assolutamente sensata. Tuttavia, per arrivare a una decisione che la aiuti davvero, una donna deve avere tutte le informazioni prima di decidere cosa fare.

Attualmente non esiste un sistema che fornisca queste informazioni. Le persone non conoscono le conseguenze delle loro azioni e decisioni. In altre parole, prima di decidere sul diritto di abortire, dobbiamo educare le persone su tutto ciò che circonda l’intero processo.

Non si parla solo di aborto. Le persone non hanno alcuna conoscenza dell’educazione sessuale, dei controlli delle nascite, della paternità, della nascita e dell’educazione dei figli. La decisione sul diritto di scegliere se abortire o meno dovrebbe far parte di questo intero complesso, di questo sistema educativo completo,  non essere una questione separata.

Dal punto di vista clinico, l’aborto è una procedura semplice. Tuttavia, si tratta di un processo molto emotivo. Le conseguenze emotive e mentali si manifestano solo a posteriori, quando la donna, e talvolta la sua famiglia, deve convivere con la sua decisione. Per questo motivo è così importante permettere alle donne di prendere decisioni consapevoli, il che richiede l’istituzione di un percorso educativo che le accompagni.

Inoltre, lo Stato non dovrebbe lasciare che le donne affrontino da sole le conseguenze delle loro decisioni. Il governo dovrebbe istituire un programma di assistenza  per aiutare le donne a portare a termine le loro decisioni, sia che si tratti di avere un bambino o di interrompere la gravidanza, e a riprendersi dopo.

Posso capire il clamore che ha suscitato la sentenza della Corte Suprema. Inoltre, sono certo che le persone abortiranno nonostante la sentenza della Corte. Il problema è che negli Stati che vietano l’aborto, le donne lo faranno illegalmente, esponendosi a condizioni sanitarie inadeguate, a trattamenti da parte di personale non autorizzato e a costi proibitivi.

Pertanto, l’unica soluzione che vedo è una soluzione strutturale che tenga conto delle esigenze e dei punti di vista di tutte le persone coinvolte, che fornisca informazioni complete, che copra tutti gli aspetti della questione e che offra strumenti che aiutino a prendere la decisione giusta e a gestirla in seguito. Una volta che questo impianto sarà stato messo in atto, credo che sarà naturale lasciare la decisione nelle mani delle donne che devono fare le scelte che riguardano la loro vita e quella dei loro figli non ancora nati.

Didascalia della foto:
Attivisti per il diritto all’aborto organizzano una veglia a lume di candela davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America a Washington, 26 giugno 2022. REUTERS/Evelyn Hockstein

 

 

 

Ridefinire la felicità e la sicurezza

Per molte persone la felicità è la sensazione di essere amate, accettate e sicure nel proprio ambiente sociale. Ci sentiamo sicuri quando abbiamo un’immagine positiva del futuro.  Una sensazione di ottimismo sul futuro ci dà una ragione per vivere. Se la perdiamo, ci sentiamo scoraggiati e a volte anche con tendenze suicide. Il futuro è più importante per noi del presente; illumina o oscura il presente, quindi è fondamentale capire come costruire un futuro sicuro, circondato da amore e amicizia.

Attualmente, per sentirci sicuri, ci circondiamo di polizze assicurative, fondi pensione e simili. Ma in fin dei conti, poche persone si sentono tranquille e sicure quando si tratta del futuro.

In passato, l’unità familiare era fonte di amore e sicurezza. Oggi, i legami familiari sono talmente spezzati che non possiamo più contare su di essi nei momenti di bisogno. Ci sentiamo soli, viviamo in un’epoca di estraneità e isolamento.

Invece di essere legati a una famiglia affettuosa, oggi siamo incatenati al mondo intero. L’umanità è diventata una rete globale in cui tutti si sentono collegati, influenzati e dipendenti gli uni dagli altri. È come se l’umanità fosse seduta su una barca alla deriva in acque tempestose; dipendiamo gli uni dagli altri per la nostra sopravvivenza, ma non ci sopportiamo e non vogliamo che gli altri a bordo vivano. In questo stato, ovviamente, ci sentiamo insicuri e non amati.

Questo stato può farci venire voglia di arrenderci, ma possiamo anche vederlo come una sfida, un trampolino di lancio per il prossimo livello del nostro sviluppo. Per farlo, dobbiamo invertire l’interdipendenza negativa che ci è stata imposta dalla realtà in una positiva, come i legami familiari che una volta sentivamo.

In tali relazioni non vogliamo annientarci a vicenda. Al contrario, vogliamo sostenerci e aiutarci a vicenda. Creando un sistema di reciprocità in cui tutti aiutano gli altri, si crea una società in cui tutti si prendono cura degli altri e si inizia a generare sentimenti di amore e sicurezza a livello sociale. Questo livello è molto più gratificante dell’essere amati solo da alcuni membri della famiglia; è una percezione completamente diversa della società, una sensazione di vicinanza a tutte le persone. È la felicità a un livello nuovo, più profondo e molto più forte.

In uno stato in cui tutti i membri della società si sentono vicini gli uni agli altri, ognuno contribuisce con le proprie capacità al bene comune e gode dei contributi degli altri. La società diventa un corpo i cui membri sono le sue cellule e i suoi organi: Ognuno di loro ha una funzione unica, ma tutti lavorano per lo stesso obiettivo con la stessa dedizione assoluta e lo stesso amore.

Siamo già interconnessi e interdipendenti. Non possiamo separarci dalle nostre connessioni, quindi la nostra unica scelta è di avanzare. Se ci opponiamo a questo processo, ci sentiamo sempre più spaventati e soli in un mondo in cui dipendiamo dai nemici. Se accogliamo il processo, ci sentiremo, come ho descritto, come cellule che lavorano in armonia per il benessere del corpo, al sicuro e amate da tutti. 

La festa della famiglia, un’opportunità per rivalutare il significato di famiglia

 

A differenza di altri paesi che celebrano separatamente la festa della mamma e del papà, Israele celebra ogni anno il Family Day, per onorare l’unità familiare e la sua centralità nella vita israeliana. Ogni anno, il Family Day in Israele cade in una data diversa, dato che segue il calendario ebraico e non quello gregoriano, e quest’anno si è celebrato il giorno 1 febbraio.

Se guardiamo le statistiche,  sembrerebbe che la famiglia abbia perso la maggior parte della sua centralità. Questo è vero tanto per Israele quanto per la maggior parte del mondo, soprattutto nel mondo occidentale.  Nel 2021 “c’erano 37 milioni di famiglie composte da una sola persona, o il 28% di tutte le case americane. Nel 1960, le famiglie composte da una sola persona rappresentavano soltanto il 13% delle famiglie”.  Per di più “il 34% degli adulti, dai 15 anni in su, non è mai stato sposato”. Chiaramente l’istituzione familiare ha perso il suo fascino.

Questo è successo per diverse ragioni. Innanzitutto, le persone vivono molto più a lungo rispetto a cento, o centocinquanta anni fa.  Allo stesso tempo, non viene insegnata l’importanza di mantenere l’unità familiare.  Quando l’educazione non instilla in noi l’importanza di mantenere l’unità familiare durante le difficoltà, le persone si arrendono abbastanza facilmente. 

Per poter fare qualcosa che non dia piacere immediato, alle persone oggi serve un significato.  Viviamo in un periodo in cui le persone non riescono a fare ciò che per loro non ha senso, ciò che sembra essere privo di significato.   Per poter mantenere l’unità familiare, bisogna sentire la sua importanza.  Altrimenti semplicemente la si abbandonerà.

Il mondo attuale non sostiene lo stare in una struttura familiare tradizionale.  La gente può mantenersi da sola economicamente e non ha bisogno del sostegno di un compagno o compagna.  Di conseguenza, non appena sorge un disaccordo, e ci saranno sempre disaccordi poiché nessuna persona è uguale ad un altra, la casa viene abbandonata, e ci si stabilisce altrove. 

Quindi, per far sì che due persone scelgano di restare in un’unità familiare, ci deve essere un motivo più grande della famiglia stessa.  Secondo la saggezza della Kabbalah, se cerchiamo la correzione spirituale, allora durante il processo di correzione svilupperemo anche una connessione con il nostro compagno.  Alla fine, la natura richiederà da noi questa correzione, sentiremo l’impegno reciproco di un uomo verso una donna e di una donna verso l’uomo.

Una relazione familiare corretta fa parte della nostra correzione. Fino a quando non raggiungeremo la correzione, lo stato dell’umanità continuerà a peggiorare.  Ma forse se possiamo trasmettere i benefici che una relazione corretta, spirituale, può portare, la gente non vorrà separarsi.  Dipende tutto dal significato che le persone trovano nelle loro relazioni, poiché, come ho detto prima,  senza una connessione spirituale non c’è motivo o capacità di mantenere le relazioni familiari. 

Ciò che dà veramente un senso alla vita

Ci alziamo, iniziamo la giornata, prepariamo i  bambini per andare a scuola o ci rechiamo al lavoro. La giornata passa in un batter d’occhio. Dopo arriviamo a casa esausti e dormiamo fino al giorno dopo in modo da poter iniziare da capo il giorno successivo.  È questo che dà un senso alla vita? Questo è esattamente ciò che un recente studio globale ha indagato. Il 39% degli intervistati ha detto che la famiglia è la fonte principale di significato nella propria vita, rispetto al 2% che ha trovato significato nella fede e nella spiritualità.

Secondo uno studio recente condotto da Pew Research Centre, tra diciannovemila adulti in diciassette paesi sviluppati intorno al mondo, i fattori più importanti nella vita di una persona sono la famiglia, la carriera e il benessere economico. 

Non c’è da stupirsi che la famiglia sia la fonte principale di contentezza. La famiglia gioca il ruolo più importante e diretto nello sviluppo di una persona, e si tratta del cerchio più vicino e influente. Anche gli altri cerchi influenzano e riempiono il tempo di qualità, ma sono più lontani, meno stabili e possono cambiare da un giorno all’altro.

Si può cambiare lavoro, cambiare amicizie o il luogo di svago, ma non la famiglia.  Nonostante le difficoltà che a volte si manifestano, si è dipendenti e connessi alla famiglia. È per questo che è così importante. 

Dopo due anni di COVID-19, ci si poteva aspettare che le persone si sarebbero chieste di più sul senso della vita e, quindi, sarebbero state più attratte dalla spiritualità. Ma alla fine, l’umanità non è particolarmente riflessiva o meditativa sull’epidemia globale.  Piuttosto, le persone si sentono oppresse perché non possono viaggiare all’estero liberamente, o perché devono indossare le mascherine e fare altre dosi del vaccino per prevenire la diffusione del virus, oltre ad altre onerose restrizioni.

Tuttavia, nel complesso abbiamo imparato a vivere con la peste. Presto l’umanità si dimenticherà anche della nuova variante che ha invaso le nostre vite. La nostra natura umana è disposta a ricevere volontariamente piacere e godimento per noi stessi e solo per noi stessi. Giorno dopo giorno questa natura egoista cresce, diventa grossolana e spessa, così sofisticata e astuta che la persona non si impressiona più per nulla. Siamo costantemente bombardati da informazioni su guerre, carestie di massa e nuove varianti di virus, ma finché non sperimentiamo una tale realtà in tutti i nostri sensi, non crediamo che stia succedendo e non agiamo per cambiare.

Nonostante ciò, non posso dire che il coronavirus non abbia avuto un impatto su di noi. Ci ha rivelato quanto dipendiamo gli uni dagli altri perché siamo un piccolo villaggio globale. Ma nella rete di comunicazione tra di noi, nei nostri sentimenti interiori, rimaniamo indifferenti e distaccati gli uni dagli altri. Così, ciò che accadrà naturalmente è che l’egoismo si rafforzerà; appariranno più colpi globali finché non ci renderemo conto che solo quando ci sentiremo una sola famiglia, in garanzia reciproca, potremo prosperare.

Percepiremo le nostre vite come piene di significato solo attraverso la nostra stretta connessione umana. Se configurassimo il volto della società con il modello di una famiglia ideale, miglioreremmo le nostre vite, creando un’atmosfera buona, calorosa e amichevole per noi stessi. Avremmo costruito un buon ambiente che ci abbraccia come una madre amorevole. Più ci colleghiamo emotivamente l’uno con l’altro, più sentiremo il potere della connessione, la forza suprema della natura, un attributo di dazione ed amore, una forza buona e benevola. Se solo ci aggrappiamo alle qualità e alle intenzioni della natura, scopriremo il senso della vita, sia nella corporeità che nella spiritualità per una completa realizzazione.

Il circolo vizioso della violenza domestica

La violenza domestica è una specie di allarme sociale globale; è diffusa e apparentemente inarrestabile. L’attenzione dei media statunitensi sulla scomparsa e l’uccisione di una giovane donna, Gabby Petito, nel Wyoming,il cui   compagno è stato indicato come persona di interesse, ha messo di nuovo sotto i riflettori la questione delle relazioni violente. Purtroppo, questo è solo uno dei tanti casi segnalati ogni giorno in tutto il mondo tra i troppi che non vengono segnalati.

In base ad un nuovo studio pubblicato dal The New England Journal of Medicine, in America, una donna su quattro, nel corso della propria vita, subirà violenza dal proprio partner. Secondo le statistiche dell’ONU, a livello globale circa una donna su tre, una cifra sbalorditiva di 736 milioni, nella sua vita è stata vittima di violenza commessa dal proprio partner.

L’umiliazione, la derisione, il bullismo, le minacce e le insulti, sono forme comuni di abuso verbale all’interno della famiglia. Anche la violenza emotiva assume forme pacate: disconnessione, silenzi assordanti e lunghi periodi di disinteresse. Ci sono molte sfumature ed espressioni di violenza comunicativa tra le coppie e quando in casa queste diventano situazioni ricorrenti, di solito hanno conseguenze disastrose. Come si può affrontare questo fenomeno?

Cominciano dalle scuole. La maggior parte delle istituzioni è orientata ad impartire conoscenza ed educazione, ma questo è ben lontano dal preparare un giovane alla vita. La lezione più importante da imparare è come comportarsi nelle relazioni, sul lavoro, ovunque. Questo è valido specialmente ora che così tante strutture sociali sono crollate ed i giovani crescono senza buoni esempi con cui relazionarsi e confrontarsi.

Come risultato della mancanza di intenzioni ed obiettivi su come costruire relazioni valide, molte famiglie vivono un’atmosfera ostile e violenta. I bambini che crescono in questo genere di ambiente soffrono di alti livelli di insicurezza. Quando crescono e si creano una loro propria famiglia, a volte vogliono costruire un ambiente completamente diverso. Tuttavia, spesso finiscono per ricreare gli stessi schemi violenti, a loro così familiari  perché derivanti dal loro passato. Si rendono conto di ripetere gli stessi errori, ma scoprono di non avere la forza di cambiare.

Gli schemi dei comportamenti che osserviamo durante l’infanzia ci accompagnano per tutta la vita, per cui è naturale che li replichiamo. Pertanto, è fondamentale che la società fornisca ad ogni persona corsi e sistemi educativi che le permettano  di creare i giusti modelli di relazione. Tali schemi devono essere fissati profondamente all’interno di una persona per fermare gli scoppi e le eruzioni di rabbia prima che venga fatto del male.

Il principio più importante da insegnare nella costruzione delle relazioni è quello dell’uguaglianza. Questo principio si contrappone alla volontà interna che è alla base di ogni comunicazione violenta, la volontà di una persona di controllare gli altri.

Al fine di illustrare cosa si intenda per principio di equità, diciamo che voglio costruire delle buone relazioni tra me e il mio partner, con la reciproca comunicazione, una profonda connessione e grande amore. Da questo momento in poi, entrambi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze di essere uguali. Come esercizio pratico conveniamo che qualsiasi cosa io faccia al mio partner, lui o lei farà lo stesso a me, nel bene e nel male. Concordiamo di specchiarci uno nell’altro.

Dal modo in cui parliamo, guardiamo, reagiamo tra noi in ogni questione e interazione, cercheremo di imparare da questo esercizio come il nostro partner sta cercando di trattarci bene. E anche se va contro il nostro egoismo e ci costa un grande sforzo, vale la pena mostrare che ci sforziamo di trascendere il nostro istinto egoista per formare un buon legame reciproco, perché ciò obbligherà anche il nostro partner a fare lo stesso.

Come parte della formazione di coppia sull’applicazione del principio di uguaglianza, funzioneremo l’uno verso l’altro come uno specchio. Se ognuno di noi cerca immediatamente di copiare i comportamenti dei nostri partner e di rifletterli come uno specchio, così facendo ci aiutiamo a sentire come il nostro atteggiamento ha influito sull’altro, individuiamo cos’altro dobbiamo correggere e migliorare. È un meccanismo di riscontro, una risposta che esiste sia nei sistemi tecnologici che in quelli naturali con lo scopo di mantenere l’equilibrio e la completezza.

Se imparassimo a costruire questo tipo di meccanismo nelle nostre relazioni e fossimo entrambi d’accordo di funzionare come specchi uno per l’altro, allora anche se un individuo ne trattasse male un altro, una risposta di riflesso arriverebbe immediatamente dal partner e porterebbe lui o lei ad un aggiustamento della direzione. Gradualmente cominceremmo a percepire che il buon trattamento che vogliamo ricevere dai nostri partner dobbiamo prima dimostrarlo a loro.

Questo è il modo in cui ci costruiamo l’un l’altro e creiamo una relazione egualitaria. Man mano che avanziamo in questo lavoro, invece degli impulsi egoistici che sorgono in noi e che guidano le nostre relazioni in una direzione violenta, coercitiva e distruttiva, saremo in grado di modellare l’ambiente che ci circonda e costruire una casa dove solo i buoni modelli saranno instillati nella nostra prole e in tutta la società.