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Niente più compiti a casa


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 9/08/2018

Alzi la mano chi faceva volentieri i compiti a casa, quando era piccolo…

Abbiamo sempre odiato fare i compiti, ce ne lamentavamo e lo vedevamo come un lavoro duro. Lo percepivamo come un peso che ci rendeva schiavi della scuola e degli insegnanti. Un fardello che non finiva sui banchi di scuola e che continuava anche fra le mura domestiche.

In casa c’era tensione. I nostri genitori ci facevano pressione e minacciavano di imporci ogni genere di restrizioni se non terminavamo tutti i nostri compiti, fino all’ultimo esercizio, e se invece eravamo fortunati, avremmo dovuto fare le faccende domestiche. E quando facevamo tutti i compiti, era solo per paura della verifica degli insegnanti nella lezione successiva. Due giorni dopo avevamo già dimenticato quello che avevamo studiato.

La nuova tendenza generale negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali del “No homework” (niente compiti a casa), dimostra che la strada da percorrere è quella giusta: i compiti a casa non hanno alcun effetto sul rendimento degli alunni durante le scuole elementari e non migliorano significativamente né le abitudini di apprendimento, né la motivazione all’apprendimento.

Questo è il motivo per cui in molte parti del mondo il formato standard dei compiti a casa è stato eliminato o significativamente ridotto, e questo sta aiutando anche quegli insegnanti che non sono in grado di punire gli studenti che non svolgono i loro compiti. Cosa faranno allora i bambini nel pomeriggio? Invece dei compiti a casa, la raccomandazione è quella di incoraggiare gli studenti a leggere libri, fare più esercizio fisico e riposare.

Il mio parere sull’argomento? Gli organi educativi di tutto il mondo si stanno finalmente aggiornando. Questo è solo l’inizio del pensiero corretto di trovare modi creativi per avvicinare i nostri figli all’educazione. La natura umana permette alla persona di crescere solo in un ambiente dove si diverte e dove può realizzarsi. La prova di quanto detto è che abbiamo completamente dimenticato quello che non ci piaceva studiare a scuola.

D’altra parte, se i bambini imparano la vita leggendo i libri che amano e guardando video affascinanti, anche se lo fanno dal loro cellulare che è diventato il loro ambiente naturale, potranno sicuramente trarne vantaggio. I ragazzi saranno più interessati a ciò che studieranno e impareranno ad avere le loro opinioni sul materiale di lavoro; saranno così più felici e rilassati. A loro volta, sia gli insegnanti che i genitori saranno sollevati da quello che ormai è diventato solo un fardello.

Scienza, natura, geografia, archeologia, sociologia e così via potrebbero facilmente diventare contenuti coinvolgenti e accattivanti per i bambini. E dopo aver esaurito l’argomento di studio, dovrebbero immediatamente avere una discussione sociale al riguardo, conversando sui materiali con i quali amano lavorare. In questo modo gli studenti avranno una base sana per la comunicazione e la connessione tra di loro.

C’è aria di cambiamento in Cina

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 12/08/2018

“Guardando indietro, mi rendo conto che mia moglie mi ha salvato la vita”, ricorda un mio studente cinese veterano di Pechino. “La notte del 4 giugno 1989, sono andato a dormire nei dormitori degli studenti solo perché mia moglie aveva insistito sul fatto che non potevo più passare la notte in Piazza Tienanmen. Nel cuore della notte, mi sono svegliato in preda al panico per i rumori struggenti delle grida e mi sono reso conto che stava succedendo il peggio, ossia l’esercito aveva iniziato a sparare sui manifestanti che volevano migliorare il loro paese”.

“Le lacrime scendevano dai miei occhi come una cascata, mentre mi stavo sforzando di credere a ciò che stava realmente accadendo. Dovevo andare lì e vedere io stesso. Io e mia moglie siamo saliti sulle nostre biciclette e siamo andati in piazza il più velocemente possibile”.

“Mentre ci avvicinavamo a Via Changan, un elicottero militare sorvolava le nostre teste, usando un altoparlante per avvertire i manifestanti di evacuare immediatamente la piazza, altrimenti l’esercito avrebbe caricato la folla. Più mi avvicinavo al punto in cui erano iniziate le rappresaglie, più sangue vedevo per le strade, e pianti orribili mi assordavano le orecchie. Mi sono reso conto che avevamo fallito. Che avevo fallito. Che la nazione aveva fallito”.

“Il mio sogno era finito, mentre la mia nazione perdeva la sua grande opportunità di cambiare in meglio. Il cielo è caduto e la realtà è diventata nera. Questo è stato il punto di rottura e di svolta della mia vita. Quella mattina ho pianto più di quanto avrei pianto nel decennio successivo”.

***
Ventisei anni dopo, mi sono trovato in quella piazza che può contenere fino a dieci milioni di persone. Centinaia di migliaia di cinesi mi circondavano. Un numero così grande e inimmaginabile di persone, eppure mi sono sentito solo. Non perché fossi straniero in una cultura straniera, ma perché la presenza del popolo cinese è fondamentalmente diversa da quella dell’uomo occidentale. Eppure, anche questo oggi sta cambiando.

Negli ultimi trent’anni la Cina si è sviluppata ad un ritmo rapidissimo. L’iniziativa cinese “One Belt, One Road” (definizione usata dalla Cina per descrivere la nuova via della seta), incarna l’aspirazione della dominazione globale. Un tentativo ambizioso di collegare il mondo attraverso una rete di strade, ferrovie e porti. Dopo molti anni in cui la Cina è stata in gran parte assorbita dal mondo, ora sta abbattendo le barriere inviando i suoi “agenti” in ogni paese e in ogni ambito.

Questo spiega anche la caparbietà cinese contro la guerra commerciale di Trump e il suo ingresso aggressivo nell’economia globale. Esiste tuttavia una differenza significativa tra le due superpotenze: la Cina ha enormi risorse, l’acciaio ad esempio, ma ancora non sa come usarle al meglio. L’America possiede le principali innovazioni, mentre la Cina è la migliore nel creare copie di alta qualità e repliche “Made in China”.

Gli sviluppi tecnologici ed economici sulla superficie sono solo l’effetto collaterale del desiderio più profondo che guida la nazione cinese. È la volontà del popolo cinese che sta di fatto avanzando verso un livello di sviluppo significativamente nuovo e più elevato.

Dopo migliaia di anni di abbandono e di obbedienza alle antiche filosofie cinesi che hanno mantenuto il popolo cinese in un rapporto equilibrato al suo interno e con la natura, l’ego dormiente del “gigante cinese” si sta risvegliando in tutto il suo splendore. Ora ogni cinese ha un forte desiderio di distinguersi, di arricchirsi ed essere il numero uno su tutti. Provare piacere il più possibile e non accontentarsi più di una ciotola di riso.

In altre parole, lo sviluppo della natura umana, il crescente egoismo che caratterizza tutta l’umanità, non ha scavalcato l’antico regime, ma ha posto fine al suo impero. Così come nel corso del Medioevo in Europa si verificò la rinascita della civiltà occidentale, nel giro di pochi decenni, in Cina, si sta verificando un cambiamento analogo.

Da un punto di vista globale, l’accelerato sviluppo in atto in Cina avverrà ancora più rapidamente in Africa e in Sud America. Il desiderio in continua evoluzione di ricevere piacere, è sia il motore dello sviluppo umano sia ciò che plasma tutto ciò che vediamo in esso: cultura, società, governo, economia, tecnologia, moda e tutto il resto.

Baal HaSulam, il grande kabbalista del XX secolo, scrive con il suo linguaggio scientifico: “Il desiderio di ricevere è tutta la sostanza della Creazione, dall’inizio alla fine. Così, tutte le creature, tutte le loro innumerevoli istanze e condotte che sono apparse e che appariranno, non sono che misure e varie denominazioni del desiderio di ricevere” (Prefazione alla Saggezza della Kabbalah).

L’antica filosofia cinese era ben consapevole del desiderio di ricevere che guida tutti. Ha anche riconosciuto la necessità di renderlo equilibrato, così come di trovare un accordo reciproco fra le persone e nel loro rapporto con la natura. Ma questi principi sono stati applicati solo a livello materiale. Il Confucianesimo è molto terreno e materialista, è morale, collettivo e semplice.

Decenni dopo il disimpegno di massa dalle antiche filosofie che stabilivano il concetto di uomo cinese, ulteriori cambiamenti oggi non permettono più la soppressione del desiderio all’interno della nazione cinese. È un processo necessario, naturale e inevitabile, verso un nuovo sviluppo di livello spirituale.

Sia la Cina che il mondo intero, dall’Oriente all’Occidente, si trovano di fronte a un paradigma di cambiamento. Il mondo occidentale ha già compiuto alcuni passi in avanti e sta sprofondando in una crisi. Le persone si sentono vuote, la depressione è diventata la prima causa di disabilità, i giovani sono disorientati dal mondo virtuale, la droga e la prostituzione sono ovunque, e l’elenco continua. La Cina sta ora percorrendo un sentiero dolce e amaro.

In un futuro non troppo lontano, sia la cultura occidentale che quella orientale dovranno riscoprire l’equilibrio con la natura ad un livello che non conoscevano prima. Il modo per bilanciare il crescente desiderio non è attraverso l’oppressione, ma creando una controforza, il senso di connessione reciproca, completa e armoniosa fra noi.

L’umanità sta per scoprire la forza naturale che lega tutti noi ad un unico organismo umano in tutto il pianeta. Solo questa nuova consapevolezza permetterà ad ogni nazione e ad ogni persona di integrarsi adeguatamente con il resto dell’umanità ed allora si aprirà un nuovo spazio spirituale, insieme alla comprensione di come equilibrare il desiderio umano senza sopprimerlo e di come riempirlo con un nuovo tipo di realizzazione spirituale.

Allora ogni nazione troverà il proprio posto nel mosaico umano e il popolo cinese scoprirà una nuova umanità, connessa e rotonda come Piazza Tienanmen, la più grande piazza cittadina del mondo, chiamata la “Porta della Pace Celeste”.

(Immagine Reuters)

Gli immigrati e l’Europa

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 05/08/2018

Un esempio del fallimento degli avvenimenti globali ci si è prospettato davanti quando il nuovo Governo italiano ha dichiarato che non sarebbe più stato “il campo profughi dell’Europa” e si è rifiutato di accogliere nuove navi cariche di immigrati; l’implicazione è stata immediatamente evidente nella vicina Spagna dove, dall’inizio dell’anno, sono arrivati 22.000 immigrati.

Ma neppure il Governo spagnolo può farsi carico di questo enorme fardello, infatti non ci sono abbastanza poliziotti, non ci sono abbastanza letti, non c’è abbastanza cibo. Ma questo non è solo un problema della Spagna o dell’Italia, è un problema di tutto il vecchio Continente. I leader dell’Unione Europea non riescono a trovare una soluzione che sia reale e a lungo termine, in quanto decidono, di volta in volta, di aprire o chiudere i loro porti per motivi politici, economici o di immagine.

Ma l’immigrazione di massa è solo un sintomo del malessere globale. Si aggiunge ad una lunga lista di complessità che compongono una crisi multiforme e globale che l’umanità deve fronteggiare da un punto di vista sociale, economico ed ecologico. E tutte queste sfide hanno una radice comune: l’incompatibilità di un’umanità profondamente divisa con un mondo sempre più interdipendente.

L’Europa è il luogo in cui molte delle sfide globali emergono e richiedono di essere risolte. In questo contesto, l’Europa di oggi sta mangiando l’amaro porridge che ha cucinato per sé fin dai tempi della corsa capitalistica coloniale della fine del XIX secolo, quando le potenze europee erano affamate della ricchezza delle risorse naturali e della manodopera a basso costo di Asia ed Africa.

L’orgoglio europeo racconta una storia di contributi morali e culturali alle popolazioni primitive del Terzo mondo. In pratica, però, la storia dimostra che molti dei paesi che erano sotto il dominio europeo non hanno ricevuto i mezzi educativi, economici e politici per potersi uniformare al resto del mondo in uno stato di parità. Infatti, i paesi europei hanno sradicato gli antichi valori spirituali dall’Africa con la diffusione del Cristianesimo, hanno portato alla segregazione etnica, e anche a brutali guerre civili, con il loro programma di dividere e conquistare.

Oggi il boomerang sta tornando indietro in Europa. Gli sciami di immigrati africani che inondano i suoi porti rappresentano un immane onere socioeconomico per i paesi, mentre milioni di mussulmani stanno gradualmente rimodellando la cultura europea.

Prima o poi, tutti riconosceremo che l’umanità è diventata una grande colonia che ospita gli immigrati provenienti da quasi tutti i paesi. La nostra inevitabile interdipendenza globale ci obbligherà, parallelamente, ad operare cambiamenti socioeconomici significativi, per equilibrare il tenore di vita in tutti i paesi.

Il kabbalista Yehuda Ashlag scrive nel suo articolo La Pace nel Mondo: “Non sorprendetevi se mescolo il benessere di un particolare collettivo con quello del mondo intero, perché, infatti, siamo già arrivati a un punto tale che il mondo intero è considerato un’unica collettività e un’unica società… Ognuno deve quindi prendersi cura del mondo intero per garantire la propria esistenza”.

Visione globale, sentimento integrale, pensiero cooperativo, sono solo alcuni dei principi del nuovo approccio che dobbiamo coltivare dentro di noi. Un cambiamento fondamentale nella consapevolezza umana è destinato ad accadere. Se vedessimo in anticipo la necessità di tutto questo e ci muovessimo di nostra iniziativa in quella direzione, la nostra “migrazione” verso un nuovo mondo connesso sarebbe molto più serena.

Congresso di Kabbalah in Italia


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 01/08/2018

Alla fine del mese scorso ho partecipato a Roma ad un riuscitissimo congresso internazionale di Kabbalah. Tre giorni di piacevoli connessioni che hanno riempito di emozione me e centinaia dei miei studenti. Ad ogni modo, prima del volo di ritorno, abbiamo potuto constatare che nella città eterna si vive un’altra realtà.

I ristoranti erano vuoti, i negozi privi di clienti. Il paese a forma di stivale zoppica. La capitale d’Italia, rinomata per la sua affascinante cultura culinaria e per la moda, sta perdendo il suo glamour. I miei studenti italiani mi hanno riferito anche che il bilancio demografico è cambiato. Le coppie prendono in considerazione il matrimonio solo dai trentacinque anni in su, e non sempre. Non si preoccupano di avere bambini perché, secondo loro, è possibile farlo fino a cinquant’anni.

“Tastando il polso” agli italiani se ne ha una diagnosi globale: la cultura umana è sia morta che risorta al tempo stesso. Ciò che era splendente non appare più tale all’ego umano. Le persone stanno diventando indifferenti perché il senso di vuoto cresce dentro di loro e atterra come una nuvola che, coprendo l’orizzonte, costringe tutti a camminare nella nebbia.

Il portale Newsmax affronta il tema dell’immigrazione

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 21/06/2018

Oggi nessun leader o organizzazione governativa sembra sapere come gestire l’integrazione degli immigrati nei rispettivi paesi e società, perché non c’è una chiara comprensione di ciò che ha portato a un tale spostamento su larga scala. Questa situazione non è limitata all’America. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, (UNRA) ha riferito che lo scorso anno il numero totale di sfollati nel mondo è salito ad un record di 68,5 milioni.

Questo non è preoccupante solo per gli immigrati. Mentre il mondo si evolve, la società umana in tutto il mondo dovrà impegnarsi in un nuovo processo di apprendimento e trasformazione, che espanda la nostra percezione del mondo, le necessità dei nostri simili e che ci porti a comprendere che dipendiamo l’uno dall’altro non solo per avere successo, ma anche per sopravvivere.

Link all’articolo completo in inglese

Trump riuscirà a portare la pace fra Israele e Palestina?


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman del 14/06/2018

“Trump sarà in grado di estendere le sue capacità di fare accordi al conflitto fra Israele e Palestina per dare il via ad una svolta storica sul territorio? Sfortunatamente, non credo che questo possa accadere. E ancora una volta, la ragione ha a che fare con la natura stessa.

3.800 anni fa, nell’antica Babilonia, un “accordo” speciale è stato stipulato nella culla della civiltà umana. I rappresentanti di vari gruppi, tribù e clan decisero di unirsi e coesistere sotto il principio dell’unione, al di sopra di tutte le differenze.

E’ stato il mezzo che la natura ha adoperato per piantare il seme dell’unione per l’intera razza umana. In altre parole, la natura fece un patto con loro: renderli un mini-modello di unione globale, che essenzialmente si ponesse ad esempio per il mondo.”

Felice “Independence Day” America


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 4/07/2018

Carissima America, terra di grandi possibilità….il 31% dei tuoi abitanti teme che nei prossimi anni si possa scatenare una guerra civile. È arrivato il momento di aiutarli a truccarsi e incontrarsi, prima che diventi impossibile per loro sentirti la loro nazione.

Ricorda loro, come madre amorevole, che i fratelli possono combattere, essere in disaccordo e persino mantenere intatte le loro differenze, ma il benessere della famiglia americana deve rimanere al di sopra di tutte le faide.

Insegna loro che un’atmosfera sociale ostile li rende schiavi dei loro impulsi egoistici e blocca il loro accesso alla libertà e alla ricerca della felicità……insomma alla vita!

Educali ad innalzare lo spirito di unione al di sopra di tutte le differenze, attraverso tutti i 50 stati e tra tutti i colori, specialmente tra il rosso e il blu.
Il mio articolo completo >>>>>>>>>>>>>

Il futuro dei posti di lavoro


Dalla mia pagina facebook Michael Laitman – 28/03/2018

Lo sviluppo evolutivo della nostra società ci spinge ad utilizzare Ia nostra tendenza naturale per la connessione umana, modulandola attraverso un lavoro costante sulle nostre relazioni, così ci ed evolviamo in una nuova realtà sociale. Invece di competere con i robot per un lavoro di vecchio stampo, facciamo del nostro lavoro l’unica funzione che nessun robot potrà mai rimpiazzare, e raggiungiamo la vera felicità che i soldi non potranno mai comprare.

Il Dott. Michael Laitman parla di Donald Trump


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 28/3/18

Quando parlo di questioni relative a Donald Trump, non mi riferisco alla sua personalità. Molti vedono Trump come un tipico esempio di ego umano, mentre la comprensione più basilare nella saggezza della Kabbalah ci porta a capire che tutte le persone sono guidate dal proprio ego. Pertanto, la sua immagine pubblica è irrilevante per me.

Quello che commento è il ruolo che egli attualmente svolge nello stato attuale degli affari globali.

Il nostro mondo è in una crisi in fase di crescita e diverse interconnessioni attuate dai potenti giocatori globali che modellano l’economia, la politica e i media del mondo, non fanno altro che aggravare la crisi, poiché anch’essi sono guidati dall’ego umano. Pertanto, se indeboliamo tali connessioni egoistiche, allevieremo la crisi, che ora come ora, potrebbe facilmente sfuggire al controllo.

Questa è una dinamica naturale che non ha nulla a che fare con Trump. L’ho già detto molte volte, ma sfortunatamente questo messaggio non viene ascoltato.

Trump rappresenta un approccio agli affari globali che riduce il rischio di un’altra guerra mondiale, in particolare perché sta abbattendo alcune connessioni internazionali, come se le stesse frenando, per cercare di riportare l’America al suo posto nella mappa economica globale. Finché il mondo si sviluppa secondo l’ego umano, queste mosse di Trump aiutano a mantenere una certa pace nel mondo.

Le élite al potere stanno cercando di prendersi per mano e aumentare il loro controllo finanziario facendo diversi accordi commerciali internazionali che alla fine privano il mondo intero di tutto ciò che possiede. Esse si adoperano con la scusa di produrre la crescita economica in alcuni paesi in via di sviluppo, ma in realtà tutti i profitti vanno a loro e tutto il peso ricade sulle masse.

Pertanto, lo sviluppo attuale verso l’integrazione globale non è il tipo di sviluppo che andrà a beneficio del mondo; andrà solo a vantaggio di coloro che stanno tirando le redini.

Questo è il motivo per cui i giocatori globali si oppongono a Trump. Hanno in mano molti dei principali mezzi di comunicazione e creano l’impressione che la maggior parte della gente sana di mente sia contro Trump. E se la cavano anche bene a mettere in scena quelle che sembrano delle naturali ondate di protesta sociale.

Sfortunatamente, la propaganda e il lavaggio del cervello sono così potenti che anche alcuni dei miei studenti ne vengono influenzati, poiché non riescono a vedere che ci sono interessi acquisiti che lavorano dietro le quinte e che le persone non escono per protestare senza essere manipolate. È una macchina ben oliata, alimentata da molti milioni di dollari.

Quindi non prendo spunto da ciò che trasmettono i media o da ciò che la maggior parte della gente dice e per di più non lavoro per Trump. Sto spiegando il mondo attraverso la lente della saggezza della Kabbalah.

Non ho alcun interesse a prender parte al gioco infantile di schierarmi da un lato o dall’altro, a favore o contro qualcosa. Il mio commento proviene da un livello completamente diverso: quello delle forze naturali in gioco. Da quel livello, è perfettamente chiaro che finché gli egoisti guideranno le connessioni globali, è meglio separarli piuttosto che rafforzarli.

In generale, guardo a tutti i fenomeni del mondo come espressione delle leggi fondamentali della natura, e li uso per spiegare quello che la Kabbalah dice sul processo che il mondo sta attraversando.

I kabbalisti scrivono che “Disperdere i malvagi è meglio per loro e meglio per il mondo” (Mishnah, Sanhedrin 8:5). In altre parole, il mondo intero starà meglio se i legami tra quei potenti giocatori verranno spezzati, poiché il loro egoismo serve solo a sfruttare al massimo tutte le altre persone.

“I paesi scandinavi vietano la circoncisione e la macellazione kosher”

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 19/03/2018

I paesi scandinavi stanno diventando il primo paese europeo a vietare la circoncisione e la macellazione kosher. E a questa notizia flash possiamo aggiungere il ritiro di cinque coreografie israeliane alla partecipazione al festival dell’arte in Norvegia.

Non lasciatevi ingannare dalla politica. L’odio verso gli ebrei sta crescendo nei cuori degli europei e crea una tremenda pressione che non si placherà. Anche se non ne sono consapevoli, coloro che odiano Israele sentono che noi abbiamo la chiave per migliorare il loro futuro.

Secondo la Kabbalah, l’antisemitismo non è un fenomeno passeggero, ma piuttosto una dinamica naturale: quando gli ebrei si uniscono al di sopra dei propri conflitti e differenze, una forza positiva di unione si diffonde in tutta la società. D’altra parte, quando siamo emotivamente separati e lontani gli uni dagli altri, evochiamo nel mondo quella negatività che ci colpisce ripetutamente con una raffica di antisemitismo.

Ma le nostre orecchie non ascolteranno. L’odio irrazionale che si manifesta oggi e che assume la forma di nuove leggi contro la comunità ebraica, ci ricorda in modo duro che abbiamo un ruolo e che anche se saremmo felici di scrollarcelo di dosso,
non è possibile.

Siamo un popolo che porta in sé un potenziale spirituale: il seme dell’amore per tutte le persone del mondo. Siamo diventati una nazione quando ci siamo impegnati a vivere secondo il principio “Ama il prossimo tuo come te stesso” e solo il ritorno a questo principio può sradicare l’odio del mondo nei nostri confronti.

Il Libro dello Zohar spiega che gli ebrei guidano il destino del mondo: “Proprio come gli organi del corpo non possono esistere neanche per un attimo senza il cuore, così tutte le nazioni non possono esistere nel mondo senza Israele”.

Quando ci uniamo, guidiamo il mondo verso l’unione e una grande abbondanza inizia a fluire. La divisione fra noi, tuttavia, crea divisione nel mondo e blocca i canali dell’abbondanza, provocando guerre e odio. Come scritto dal più grande kabbalista del XX° secolo, Yehuda Ashlag: “La nazione israeliana è stata costituita come il modello ‘guida’ e nella misura in cui gli stessi israeliani si uniscono, di pari passo trasferiscono il loro potere al resto delle nazioni”.